Giulietta (e ci sarà anche Romeo) è tutta elettrica e tutta italiana. Sia lo scafo, sia il motore sono made in Italy. Costa 16 mila euro, mentre la culla è tra Varese e Ravenna. Il protagonista è una vecchia conoscenza di Vaielettrico.it: Giovanni Parise (leggi qui).
Il marchio della barca elettrica sarà quello lombardo di Radius, l’azienda di Parise che ha maturato le sue conoscenze nella mobilità elettrica con i veicoli per gli invalidi. Poi il pallino della nautica, l’incontro con Alfonso Peduto con cui collabora per la nascita di Mitek. Marchio di motori fuoribordo elettrici.
Con Giulietta si e-naviga in italiano

Una bella notizia quella che Giovanni Parise racconta a Vaielettrico.it: un’altra barca elettrica italiana sul mercato. Con queste caratteristiche: lunghezza 4.20 metri e larghezza 1.82.
Motore: si parte da 2 e si arriva ai 16 kW
Per quanto riguarda il motore, le potenze installabili partono dai 2 kW per arrivare fino a 16 kW. Con questa potenza si ha un uso professionale della barca, ma si hanno configurazioni disponibili anche per il piccolo diportista. Tutti i motori sono sincroni, raffreddati a liquido.
Le potenze:
Due motori da 2 kW = 5 CV 24V
Due motori da 3.6 kW = 9.9 CV 48V
Due motori da 4.2 kW = 11.4 CV 48V
Due motori da 6 kW = 16 CV 48V
Batterie da scegliere a seconda dell’uso

Per quanto riguarda le batterie, si offre la consulenza su quale installare, GEL, AGM, LITIO, scelta che dipende dal differente uso che ne deve fare il cliente. Per la ricarica è possibile utilizzare la presa offerta nel posto barca del porto dove si è ormeggiati. Oppure con la presa di casa o di un cantiere.
Un pannello su Giulietta
Parise ha pensato sia alla sostenibilità sia alla sicurezza totale: “Sullo scafo abbiamo installato un pannello fotovoltaico che assicura maggiore autonomia“. E anche qui la resa dipende dall’uso. Se si tratta di diportisti che usano la barca nel fine settimana, nei giorni feriali si genera un buon contributo.
Autonomia: sulle 4 ore
Cambia dall’uso e dal motore e batterie scelte: “Con i due motori 3.6 e batterie al litio e a velocità da crociera si arriva a 4 ore. Giulietta è dotata di un vano per un generatore d’emergenza (pesa 40 kg ed eroga 2.7 kW) in questo modo caso si aumenta notevolmente l’autonomia. Inoltre è equipaggiata con un sistema sail drive che assicura maggiore efficienza alla propulsione”.
Giulietta per diporto e barca da lavoro

La destinazione d’uso di Giulietta? “E’ possibile il trasporto passeggeri, ma è indicata anche per lavoro – conferma Parise. Pensiamo alla pesca, poi come barca di servizio per sistemi di acquacoltura, dove sappiamo che permette di non spaventare i pesci come succede con i motori termici”. La fauna ittica non viene disturbata dal motore elettrico.
Quanto costa? Sono 16 mila euro senza batterie
Una barca per Venezia? “La riteniamo ideale per la Laguna – sottolinea Parise – anche perché limita la creazione del moto ondoso. Inoltre il motore elettrico è silenzioso ed evita l’inquinamento acustico, con emissioni zero per una migliore qualità dell’aria”. E quando costa Giulietta? “Siamo sui 16 mila euro per il modello base più il pacco batterie che può variare a seconda della capacità richiesta”. A breve sulle nostre acque, assicura Parise.
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Mi occupo di ambiente e navigazione elettrica , di cui 18 anni nel mondo della Nautica , questo è il mio inciso : innovazione, tecnologia di livello, ricerca performace, design, più il personale storico di Giovanni Parise di cui sono a conoscenza , insieme a dati messi a confronto sullo sviluppo e coefficienti di resa dei motori elettrici che con altre ” Realtà Operative” mi fanno promuovere a tutto tondo questa Imbarcazione Elettrica, la cui dinamica e concetti di consumo la rendono unica nel suo genere!
Aggiungo con ironia se fossi 007 la utilizzerei per le mie : ” Brilliant silent operational missions…” !
I novelli “Amerigo Vespucci” capaci solo di criticare non meritano neppure una risposta. Continua così Parise, tutti i Grandi sono sempre stati criticati dagli invidiosi.
Le batterie, nel malaugurato caso di affondamento, sono in un contenitore ermetico, ricordiamo anche che la barca ha un doppio fondo, con ben quattro camere stagne, non comuni su questo tipo di imbarcazioni, insomma, tutto può essere e succedere, anche se lo ritengo molto improbabile.
PRODOTTO INNOVATIVO CHE RISPETTA L’AMBIENTE E LE PERSONE CHE VI NAVIGANO SIA X LAVORO CHE X DIVERTIMENTO.
COMPLIMENTI LUCIA E ALBERTO BUIANI
Nel caso affondi le batterie sono un toccasana per la fauna acquatica.
Certo Alex, sempre meno di mille disastri creati dalle petroliere, l’ultimo incidente grave (senza contare gli altri) risale ad ottobre in Brasile e non si è ancora risolto il problema: oltre 2000 km di costa invase dal petrolio. Giusto un link https://www.rinnovabili.it/ambiente/brasile-disastro-ambientale-petrolioi/
Ma quanti disastri al petrolio ha subito il mare? Non basta un librone per ricordarli tutti. E senza andare lontano: c’è questo recente in Sardegna che tentano di risolvere da tempo: https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/a/cargo-incagliato-in-sardegna-deciso-svuotamento-serbatoi-prima-del-recupero
Ma sa quante barche affondano e vanno nelle brevi della cronaca locale? Infinite. E non ci sono batterie a bordo di pescherecci, yacht…?
E’ arrivato il tempo di smetterla di fare terrorismo e i faciloni. C’è un popolo che affoga nel petrolio per il “bunkeraggio” pirata nei fiumi in Nigeria. Una situazione ambientale e sociale disastrosa.
Alex i disastri del petrolio li conosciamo bene, basta specchiarsi nei nostri porti coperti da spesse patine oleose
Sono IP 67
Complimenti all’amico Giovanni Parise per aver ideato questa magnifica barca.
Giovanni è di Cazzago uno dei comuni del lago di Varese, è da qualche hanno che con me fa parte di chi vuole un lago pulito combattendo una dura lotta contro i ritardi delle nostre Amministrazioni capaci solo di promettere. Il coronavirus ritarderà la messa in acqua e la partecipazione al salone nautico di Venezia ma sono sicuro che presto la vedremo sul nostro lago.
Sarà un vanto dell’imprenditoria Varesina.
Gentile Giulio,
la carena è studiata per essere stabile e versatile in diverse condizioni di utilizzo e di carico. La barca nasce per un vasto pubblico con esigenze diverse, a partire da chi va a pescare, chi fa assistenza ai canottieri, chi la usa per diporto giornaliero al lago, chi come puro mezzo di trasporto,… è una piccola barca elettrica economica, molto efficiente dal punto di vista tecnico impiantistico e che non mira a ottimizzare esclusivamente le performance della carena a discapito magari di stabilità o capacità di carico o libertà nella distribuzione dei carichi.
Da quello che dichiara è una barca da lavoro e piccolo diporto per acque interne, foci di fiumi o lagune.
Diversa da quanto al momento disponibile è interessante vedere che c’è chi sperimenta cose nuove.
Il totalmente elettrico, configurabile secondo le necessità e possibilità dei vari utilizzatori dovrebbe avvantaggiarla, così come la possibilità di avere a bordo un piccolo generatore di emergenza.
L’estetica può essere opinabile ma la funzionalità per cui è nata non credo.
Molto interessante, da seguirne gli sviluppi.
Massimo concordo, la foto della barca test magari non rende; ma il problema della nautica è volersi concentrare su aspetti secondari mentre stanno rovinando aria ed acqua. Qui se non ho interpretato male il pensiero di Parise è stato ricavare lo spazio massimo possibile per poter permettere la posa di materiali da lavoro.
Ma una carena da bassa velocità e resistenza penso non l’abbia mai vista…quella proposta è terrificante…