La Germania chiederà a Bruxelles di concedere una maggiore “flessibilità” alle case automobilistiche. In modo che possano produrre veicoli ibridi ancora per alcuni anni. Per Berlino, lo stop ai motori endotermici nel 2035 vale solo come “principio”. Il cancelliere Friedrich Merz presenterà a breve la richiesta formale alla Ue. Appoggiata dall’Italia, a quanto pare.
Come era previsto, la Germania lancia l’offensiva finale per far saltare lo stop alle auto con motore tradizionale, fissato dalla Commissione Ue al 2035. Il governo tedesco a giorni presenterà la sua proposta alternativa a Bruxelles. Il trucco c’è e si vede: la data del 2035 viene confermata da Berlino e significherà lo stop alla produzione di auto diesel e a benzina. Ma non per le auto ibride, con doppio motore, a combustione ed elettrico che continueranno a venire prodotte ancora per alcuni anni.
Del resto, l’ibrido rappresenta in questo momento un fenomeno di successo nel mercato automobilistico europeo. I modelli full hybrid hanno raggiunto una quota del 34,7% sul totale delle immatricolazioni. L’espansione è diffusa in tutti i principali mercati. In Francia le vendite sono aumentate del 30,5%, in Spagna del 29,3%, in Germania del 10,1% e in Italia del 9,4%. A questo va aggiunto il dato delle ibride plug in, che rappresentano l’8,8% del totale.
Ibridi e CO₂: Berlino punta su un compromesso europeo
La notizia era stata anticipata dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt. E, di fatto, è stata confermata dopo l’incontro che si è tenuto il 9 ottobre, convocato dal cancelliere Merz con i rappresentanti dei costruttori e del potente sindacato Ig-Metal. L’incontro ha segnato un punto di sintesi tra le posizioni della Cdu, favorevole a un approccio più graduale. E quelle dei socialdemocratici, orientati a confermare il bando al 2035. Ne è emersa una linea comune: la Germania resta impegnata nella mobilità elettrica. Ma chiede all’Unione europea di evitare un “taglio netto” dei motori a combustione.
La si può mettere come si vuole, ma è indubbio che si tratti di una marcia indietro sulla strada verso la transizione elettrica. Proprio nel momento in cui la Cina si prepara a invadere l’Europa con i suoi modelli a batteria. Ma Berlino non ci sente e ritiene che il “compromesso ibrido” sia l’unica possibilità. Merz ha definito “tecnicamente impossibile” una dismissione totale dei motori tradizionali nel 2035. La proposta che verrà avanzata a Bruxelles mira a consentire una fase di coabitazione tra elettrico e ibrido. Garantendo più tempo alle aziende per riconvertire impianti e competenze.
Il vicecancelliere Lars Klingbeil, pur di orientamento socialdemocratico, ha condiviso l’impostazione: serve pragmatismo per difendere l’industria e l’occupazione tedesca, senza rinunciare agli obiettivi climatici.
La stessa linea è sostenuta dalle parti sociali. La presidente dell’Associazione dell’industria automobilistica (VDA), Hildegard Mueller, e la segretaria del sindacato IG Metall, Christiane Benne, hanno chiesto una transizione più lunga e incentivi per i veicoli a basse emissioni. Benne ha invocato una “offensiva a tutto campo per la mobilità elettrica”, ma anche maggiore flessibilità sulle norme CO₂ per gli ibridi e i carburanti alternativi.
Rinnovabili nella storia: per la prima volta superano carbone e gas nel mondo
Non solo auto nel piano tedesco verso la mobilità green: sono previsti anche acciaio verde e incentivi fiscali
Dietro la proposta del governo si delinea una strategia più ampia. Secondo il quotidiano Handelsblatt, Berlino valuta crediti compensativi per le case automobilistiche che impiegano acciaio ecologico prodotto nell’Unione europea. L’obiettivo è duplice: sostenere la filiera siderurgica e alleggerire il rispetto dei parametri emissivi delle flotte. L’ipotesi, ancora in fase embrionale, richiederà il via libera comunitario ma potrebbe costituire un precedente nel legare politiche industriali e ambientali.
Parallelamente, il governo tedesco intende prolungare fino al 2035 l’esenzione della tassa automobilistica per i veicoli elettrici, misura attualmente valida fino al 2030. Il ministro Klingbeil propone anche un aumento del prelievo sui veicoli a benzina e diesel, destinando le risorse così raccolte al sostegno della mobilità a zero emissioni. Tuttavia, i partiti conservatori e diversi governi regionali si oppongono a nuovi oneri fiscali, temendo ripercussioni su un mercato auto già fragile.
- LEGGI anche “I rinvii di Bruxelles/ 800-900 mila auto elettriche in meno nel 2030” e guarda il VIDEO


Le industrie manifatturiere automotive tedesche ed italiane hanno la pretesa di continuare
a produre pistoni, bielle, bulloncini, ingranaggi, viti e rondelle come se nulla fosse.
Quella tedesca poi è la industria metallurgica per antonomasia.
Quindi spingono i politici per mantenere lo status attuale.
Presto però la domanda calerà in modo inevitabile. Hanno capito che l’automotive sta passando
da una tecnologia metallurgica delle auto termiche a una elettronica delle BEV.
Ma non si può fermare il progresso.
Credo sia mancata una pianificazione ed attuazione di una qualche strategia per controllare ed abbassare il costo dell’energia, a livello industriale e privato. Ammettiamo che la spinta sulle rinovaibili e’ arrivata veramente con la guerra, non per scelta strategica. Personalmente ho visto il boom del GPL, Diesel, Metano. Magari, dando alle persone ed aziende il kWh a 5 centesimi o meno sul lungo termine, vedremmo un boom di elettrificazione in ogni settore. Senza nessun obbligo da imporre e forse nessuna lamentela sulla distanza delle colonnine o sul range.
Dopo aver sentito questa notizia, l’altro giorno ho disdetto un test drive elettrico. Mi sono cadute le braccia. Si va avanti con le macchine attuali di famiglia finchè la transizione non sarà completata. non vedo perchè indebitarmi per una causa persa. una piccola elettrica ce l’ho e mi godo quella. l’auto di famiglia si farà quando sarà tempo.
Mi perdoni ma un ragionamento il Suo tutto da verificare.
Se da un lato è vero (purtroppo) che l’estabilishment dell’automotive tedesco (e quello italiano,
cagnolino che gli scodinzola dietro) non ha intenzione di cedere il passo ad un inevitabile
ridimensionamento e spinge i politici a richieste del genere, dall’altro lato la libertà di cambiare
in meglio e partecipare alla transizione con l’acquisto di una auto elettrica adesso è assolutamente
possibile ed auspicabile. Anche perché se basta solo un proclama del politico di turno (peraltro di
un’altro paese) per cambiare le scelte Sue e della sua famiglia stiamo freschi, ogni giorno si sente
tutto e il contrario di tutto. Per questo motivo ci si deve affidare solo alle evidenze fattuali
e scientifiche. Io Le dico: Lei con l’acquisto di una auto elettrica sta facendo la cosa giusta, Mertz
con questa dichiarazione di inserimento delle ibride (che sono auto a petrolio)…NO.
ma io l’auto elettrica già la possiedo e ne sono felicissimo pur con i compromessi che richiede. ma dato che non ho disponibilità infinite, la seconda auto elettrica la prenderò quando lorsignori (i politici) avranno finalmente deciso cosa fare (e le auto saranno nel frattempo maturate). Sacrificare ora i risparmi mentre il mondo continua bellamente a inquinare, per prendere una macchina con una tecnologia che non ha fatto i passi avanti che immaginavo avrebbe fatto nei 5 anni trascorsi dalla prima elettrica, non mi sembra razionale.
Ti sbagli Massimo e la dimostrazione è proprio il fatto che con le giuste condizioni ho preso in considerazione ( anzi ,di più) l’acquisto di una bev da utilizzare si per preciso scopo , ma che mai avrei preso in considerazione prima dell’esperienza con te.
E proprio a seguito di quella ti dico invece che per i MIEI spostamenti ancora non ci sono le condizioni di comodità che la mia vita richiede
E poi scusa , se hanno messo il limite al 2035 non è perché tutti devono anticiparlo ad oggi
tranquilli, abbiamo l’europa con 3.1° in più rispetto a tutto il mondo.. 🤣
intelligenza e ideologia difficilmente si incontrano: qui abbiamo ideologisti che chiuderebbero la propria attività domani e andrebbero con le pezze al culo sotto un ponte se servisse.
errata corrige: farebbero chiudere altri.. che ci vadano quelli sotto i ponti e alla caritas
Credo anch’io, come altri, che la rimozione del bando delle termiche al 2035 renderà un po’ più lenta la creazione di un mercato di auto elettriche davvero importante, che sostenga gli investimenti nel settore e permetta di ridurre i prezzi grazie alla produzione di massa. Visto che in questo settore industriale siamo già indietro rispetto a costruttori cinesi e a Tesla, questo ulteriore ritardo può costare molto caro in termini industriali. Credo che questa cosa la sappiano sia i nostri governi che i costruttori, ma che decidano coscientemente di ignorarla per il prevalere di interessi a breve termine. Che nel caso dei governi europei (molti, non tutti) sono di mantenere i voti di quegli elettori ancora spaventati dalla transizione, oppure ideologicamente contrari ad essa (scelta certamente condizionata anche dal potere finanziario delle imprese petrolifere). Nel caso delle case automobilistiche, immagino che sappiano benissimo che il passaggio alla mobilità elettrica riguarda tutto il mondo ed è inarrestabile non per decisione politica, ma perché l’auto elettrica già oggi è migliore, più efficiente e incomparabilmente più compatibile con il futuro climatico del pianeta rispetto a una termica. Credo quindi che la decisione delle case automobilistiche europee di appoggiare il sostanziale annullamento del bando alle termiche nel 2035 si possa spiegare con strategie premiante sul brevevtermine, quali: 1. poter ritardare lo smantellamento e la riconversione all’elettrico della filiera del termico, che sicuramente comporta grossi costi nell’immediato; 2. potersi garantire, magari anche oltre il 2035, lo sfruttamento di quel mercato residuale (5-10%?) di tradiziinalisti nostalgici del motore a scoppio che resterà più facilmente libero da concorrenza cinese (almeno così sperano) e da Tesla.
Non dimenticherei l’enorme pressione lobbistica finanziata dell’industria petrolifera
Ha dimenticato di citare, tra gli attori della pressione lobbistica, le forze pluto-demo-giudaico.massoniche
No, quelle sono pro elettrico.
Certo che la lobby petrolifera conta enormemente, possiamo ben immaginarlo. Immagino che ci siano non solo azioni di condizionamento sui decisori politici (cosa che potrebbe essere anche legittima se fosse trasparente e dichiarata, ma dubito), ma anche un’ influenza forte esercitata su molti mezzi di informazione, probabilmente social inclusi, al fine di diffondere scetticismo sull’esistenza del cambiamento climatico o almeno negare la necessità di scelte politiche urgenti per fermarlo. Varie volte nel corso dell’ultimo secolo potenti azioni di questo tipo sono state messe in atto da parte di lobby di settori industriali, per ritardare scelte politiche indispensabili per il bene pubblico, e sono state documentate (in seguito) da eccellenti lavori giornalistici (quelli che ad esempio raccontano come le grandi aziende produttrici di tabacco si dettero da fare a lungo, e con ottimi risultati dal loro punto di vista, per negare l’evidenza della pericolosità del fumo di sigaretta per la salute umana).
Ciao Massimo , buon giorno, devo dire che condivido quello che dice MT64 nello scambio con te , tesla sta in piedi per 3 ragioni le quote co2 che vende a chi produce termiche , ha favori fiscali ( Germania a parte ) che non hanno i costruttori europei e in ultimo produce per una fascia di prezzo che permette di stare sul mercato
Sui cinesi non aggiungo nulla a quello che ti ha fatto notare l’altro scrittore ( sai che i nostri prodotti hanno anche produzioni Cinesi e la differenza è nota a tutti).
Però non si considerano mai 2 cose
La prima è che le case automobilistiche europee starebbero sul mercato tranquillamente , basta spostino l’intera produzione , che so , in Vietnam, Algeria,Messico, ecc ,ecc , poi occorrerà vedere come reagiranno a questo cittadini e politici europei
La seconda è che si parla sempre di produrre e mai di acquirenti, se questi ultimi non acquistano ( in qualunque prodotto)tu puoi fare le produzioni più performanti del mondo ma le tieni nei box , fai diventare il mercato a numeri da giardino di casa ( qualche volta fallisci anche)e sopratutto non risolvi minamente la questione inquinamento , a meno che io non abbia ben compreso e lo scopo finale sia di vendere punto.
PS aggiungo una chicca personale
Alle 12 di oggi ho , con mia moglie la visita di una villetta nel paese di mezza montagna dove già passiamo ( in piccolo appartamento) i week end
Se tutto va in porto ci trasferiremo qua abbandonando la città ( che ormai mal sopportiamo entrambi) e per andare al lavoro , che a questo punto sarà ad una 50 di km e avendo a sto punto la possibilità di fotovoltaico , abbiamo.gia deciso che l’auto per questo scopo sarà un buon usato elettrico
Però la mia rimarrà termica ( ibrida in realta) fino a quando la tecnologia non farà in modo ( per le mie esigenze di spostamento lavorativo e privato) di permettermi le stesse cose che faccio adesso
Credo che questo è il ragionamento che fanno in molti
Ma magari sbaglio
Vedo che il nostro test è stato inutile In viaggio di lavoro con Ivan: in auto elettrica si può?. Quindi non perderò altro tempo a spiegarti perchè il ragionamento “che fanno in molti” e che tu condividi, non sia di per sè quello giusto (come sempre più spesso accade)
Direi che il test del signor Ivone è un po’ forzato per dimostrare le sue tesi, visto che aveva l’autista che si occupava della macchina mentre lui stava lavorando…
buon giorno non conosco le sue esigenze lavorative ma le dico che con la mia bev si fanno comodamente 300 km e ricarica a 150 kWw io la cambierei volentieri con il turbodiesel da 900 km che mi fornisce l azienda che comunque a 60 anni ogni 300 mi fermo ugualmente…… poi per quanto riguarda i viaggi privati le assicuro che cambia veramente poco. unica premessa vivo nel centro nord non sono mai stato oltre Siena e non posso dire come sono le ricariche oltre.
Ambiguità, indecisione, pressapochismo e miopia che l’industria dell’auto europea, spalleggiata da certi politicanti, pagherà caro in favore di cinesi e americani che continueranno a sviluppare nuove tecnologie più ecosostenibili e fruttuose con le quali ci invaderanno e alimenteranno la loro crescita. Visione pessima dei vecchi e collusi politicanti europei e dei piccoli industriali europei con piccole ambizioni
Si continua a dibattere sulla produzione di auto termiche, ma la domanda cruciale per centrare l’obiettivo del 2035 è un’altra: quali azioni concrete possiamo intraprendere?
Da utente di un’auto elettrica, posso affermare che il problema principale non è la tecnologia delle vetture, ma l’infrastruttura di ricarica. Quest’ultima è concepita sul modello del rifornimento per i veicoli termici, e non sulle effettive necessità di un’auto elettrica, che può ricaricarsi in modo capillare e distribuito durante le soste.
Scommetto che, se fin dall’inizio avessimo avuto colonnine da 3 kW in almeno il 5% degli stalli, dedicate ai soli veicoli elettrici e senza liniti di twmpo e con tariffe più ragionevoli, oggi la penetrazione del mercato dell’elettrico supererebbe abbondantemente il 15%.”
Primo pensiero:
le case produttrici europee sono ancora mediamente molto arretrate tecnologicamente rispetto ai competitors cines imigliori (non tutti e 100 ovviamente ! ) e diventerà molto difficile proporre vetture europee moderne ed accessibili se non si fanno blocchi all’export asiatico.
Secondo pensiero:
trincerarsi dietro “vecchie tecnologie” perché da noi più diffuse e conosciute non ci fa stare affatto al riparo dall’invasione asiatica; appena le BIG (o anche qualche marchio minore) vede una “nicchia di mercato” in cui può inserirsi .. lo farà nel giro di due anni (auto ICE a bio-combustibili ed e-fuels tanto cari ai “nostri eroi” spalleggiati da politici ignoranti e corto-veggenti saranno perfettamente replicabili a costi inferiori ma sempre con dotazioni superiori a pari prezzo di quelle UE…UE…UEEEE 😭😭).
Terzo pensiero: se ci intestardiamo a “far guerra” alla Cina (impedendogli di vendere sui nostri mercati) subiremo pesantissime ritorsioni su TUTTO il resto del nostro export nei loro confronti MA soprattutto CI NEGHERANNO IMPORT di tutte le materie prime, semilavorati e componentistica da cui comunque dipendiamo (e nei prossimi giorni vedremo un bel po’ di scintille tra XI e Trump, che si confronteranno proprio su questo.. e la Cina ha già disposto restrizioni su materie prime etc).
Quarto pensiero: nessuno studia la storia …. le guerre (con armi o commerciali) fan solo danni…. non risolvono nulla… al massimo tengono al potere qualche dittatorello o aspirante tale.
Quinto pensiero…. meglio che non ci penso … ormai siamo al weekend.
su suggerimento di un lettore avevo visto il report di Ev clinic e i video su youtube, le ibride e le plug-in hanno costi di listini di riprazione fuori scala, superiori alle EV, e con durabilità e garanzie più corte
in pratica già intorno ai 120.000 km e 6 anni di vita potrebbero avere una data di scadenza, se sostituire una batteria “piccola” in esarimento da 15 KWh costa 15.000 euro (quando una batteria Tesla da 60 KWh ne costa 9.000 e non si cambia prima dei 200.000 km) , e idem per altri ricambi e lavorazioni per il gruppo motore
mi sembra che le case automobilistiche allora puntino a far cambiare l’auto nuova, al pubblico che può permetterselo, due volte in pochi anni, prima una ibrida con scadenza incorporata, e poi una full Ev;
già questo ricambio cosi accelerato (con una buona quota che andrà rottamata se non riparabile a costi umani) a livello ambientale stona,
e poi anche si allunga l’uso del petrolio, la filiera carburanti è contenta, altre decine di miliardi in petrolio per altri anni
io e mia figlia è da aprile che carichiamo con il fotovoltaico, oggi ho già caricato 11 kWh nel mio quartiere potremmo essere in 64 ma a caricare sono solo 4 macchine .
ieri mi sono fermato con un collega nel parcheggio aziendale visto così sarà un ettaro ci dicevamo pensa tutto coperto di pannelli ed una serie di colonnine………….. una bella utopia mi sa che lascio questo mondo prima.
-> 1 ettaro parcheggio auto
-> 1 MW di FTV pannelli bifacciali (più efficenti e anche belli da vedere, senza la plastica sul retro) su sostegni alti
-> al Nord penso 1100-1200 MWh annui + ombra per le auto
nel caso del parcheggio il grosso del costo credo siano le strutture in metallo (porticati / pensiline) e preparare i loro “plinti”, in totale forse (?) siamo sui 1000 euro a kw potenza di costo iniziale, di cui però una parte del costo serve anche a migliorare un parcheggio riparando da sole e pioggia
ma prima o poi capiterà che verrano sfruttati, l’occasione è comunque ghiotta, impianti piccoli mi pare vengono renumerati 7 cents al KWh immesso in rete, sarebbero 80.000 euro all’anno, oppure i loro KWh valgono di più per la quota che viene autoconsumata dall’azienda, da confrontare con il costo del kwh di rete compreso di oneri e tasse, o peggio con le colonnine di ricarica
molto probabile qunato affermi, ovvero che le case europee spalleggiate dai politici nazionalisti, puntano alle ibride semplicemente perché così tra 5-6 anni (dopo che con i soldi delle ibride avranno sviluppato le BEV) gli stessi clienti venderanno le ibride per passare alle loro bev.
Governi spinti da case automobilistiche che vorranno spennare ancora per un po’ i loro clienti. Chiedere un parere a EV CLINIC.
Personalmente io non sono un fan delle auto termiche o delle elettriche.
Ma, fermo restando l’obiettivo della riduzione delle emissioni inquinanti, vedo che un’auto full hybrid ha emissioni (CO2) che sono la metà di quelle di una termica pura moderna ed una plug-in è 5 volte sotto una termica pura moderna.
Se poi le rapportiamo alle emissioni delle oltre 20 milioni di vetture con più di 10 anni che circolano in Italia e che hanno emissioni ben peggiori delle termiche moderne, direi che il beneficio sarebbe sostanziale.
Se questo servisse anche ad aiutare le aziende europee ed i posti di lavoro, perché non seguire tale sentiero?
E magari nel frattempo anche le tecnologie saranno migliorate, le infrastrutture disponibili e le aziende europee magari più pronte.
Detto questo, per il futuro non ho dubbi che il mercato possa premiare le elettriche pure, e prima è meglio è.
Certo che nel “frattempo le tecnologie saranno migliorate”: quelle di Tesla e dei cinesi che producendo solo auto elettriche svilupperanno economie di scala sulla ricerca e sui processi produttivi. Ecco perchè riteniamo che questo sia il suicidio dell’automotive europea, come dimostra l’evidenza di ciò che è successo negli ultimi 6-7 anni.
Sono d’accordo, il ritardo è un rischio.
Ma tanto è un rischio che devono già affrontare (Tesla e le aziende cinesi sono già molto più avanti). Anzi, devono capire quale strategia adottare per affrontare tale scenario di fatto.
Inoltre, parliamo di aziende tipicamente grandi che impiegano più di 13 milioni di addetti (fonte CE). E le aziende così grandi non possono oggettivamente “sterzare” con la rapidità di una piccola realtà.
Infine, ma questa è solo una mia sensazione, molto probabilmente neanche hanno investitori (alla Elon Musk) e governi (come quello cinese) che possono e vogliono affrontare e supportare potenziali perdite pluriennali per accelerare la transizione delle aziende stesse.
però le emissioni dichiarate delle full-ibrid e delle plug-in sono sballatissime, il loro ciclo di omologazione è fatto apposta per falsare il dato; le plug-in per esempio in un uso reale sono anche 5 volte di più del dichiarato
a meno di non essere un guidatore consapevole e che può ricaricare a casa, allora davero fa il grosso dei km in elettrico
ma se vengono aquistate come lussuoso sfizio tecnologico o come flotte aziendali è un disastro, la spina non la vedono quasi mai, per mancanza di tempo (la ricarica è lenta sulle plug-in), punti di ricarica comodi e anche perchè le “fatture” di ricarica sono formalmente più difficili da giustificare alla ditta
Sono assolutamente d’accordo.
Ovviamente se vengono usate senza ricaricarle, è la situazione peggiore, essendo anche pesanti.
Che è quello che capita spesso anche a mio fratello, l’azienda gli ha imposto una ibrida, ma tra l’altro lui non ha l’autorimessa e non ci sono colonnine ad una distanza ragionevole per una carica notturna.
Ora gli stanno imponendo una elettrica (si tratta di una trentina di auto cinesi invendute che daranno obtorto collo ad alcuni dipendenti).
E qui voglio vedere come se la caverà.
..magari aggiornaci su come si troverà il fratello 🙂
se non altro, almeno potrà ricaricare a 100 o più KW di potenza (più rapido, e magari con una tessera aziendale), invece dei pochi (molto lenti) KW di potenza accettati dalle plug-in..
un classico è che chi ha provato le plug-in ricaricate fuori casa, sia convinto che anche le BEV carichino così lentamente
Certo.
In questo caso più che un tema di velocità è proprio un tema di disponibilità.
Comunque farò sapere non appena la cambierà.
Il tuo ragionamento sarebbe anche giusto, se non fosse che sono diversi anni che si parla di riduzione delle emissioni e di auto elettriche.
Le cosiddette “aziende così grandi” hanno avuto molto tempo per riflettere e hanno semplicemente cestinato l’idea di un cambio di rotta per fare soldi nell’immediato riproponendo sempre le stesse auto con i soli adeguamenti minimi richiesti dalla legge.
L’obiettivo delle case europee è intascare gli utili e socializzare le perdite, lo ha fatto per decenni FIAT quindi non parliamo di nulla di nuovo.
Io non so dire se si tratta solo di mancata volontà.
Personalmente penso che siano indietro per scelte del passato (sottovalutando l’opportunità) ma, soprattutto, credo che sappiano molto bene di non poter produrre con i livelli di costo dei cinesi, per ovvie ed evidenti ragioni.
E questo è un problema.
Come mai Tesla produce in America e in Germania “ai prezzi dei cinesi”? Se l’è mai chiesto?
@Massimo Degli Esposti:
Ma la sua è una domanda seria o sta scherzando?
Detto che una cosa è il costo ed altra cosa il prezzo, giusto per fare un’esempio la Tesla che ha il prezzo di listino più basso parte da 40kEuro (58kwh). Una cinese con capacità simile costa dai 5k ai 10k in meno. E se conta che deve anche considerare i dazi ed il costo del trasporto, significa che, probabilmente, il costo di produzione delle auto cinesi è tra il 35% ed il 45% in meno di una analoga europea.
E non mi stupirei se il gap fosse ancora più alto.
Su batterie e telai hanno costi tra 30% ed il 40% in meno. Sui costi di fabbrica e del lavoro hanno costi del 65%-75% in meno. Sono sovvenzionati dallo stato su energia, logistica, ricerca e sviluppo.
E allora capisce che è un po’ complicato fare concorrenza.
Mi spieghi allora come fa Tesla a stare sul mercato. Non certo con le termiche e simil termiche. Non grazie ai vantaggi dei cinesi (da lei molto sopravvalutati). Senza altro posizionamento del brand se non quello guadagnato sul campo negli ultimi 6-7 anni. Cosa avrebbe in più dei car maker europei?
Detto che spero che lei ne sappia più di me su questo aspetto, da quando i cinesi sono sbarcati in occidente con le vetture elettriche, Tesla ha dovuto abbassare i prezzi (prima era in sostanziale monopolio) ed ha perso mercato.
Gli utili si sono dimezzati al 7% (sostenuti dalle vendite USA dove c’è una ben minore propensione verso le auto cinesi), e sono ancora più bassi se si tolgono i crediti verdi.
Nel primo trimestre 2025, senza i crediti verdi Tesla sarebbe stata in perdita.
“Personalmente io non sono un fan delle auto termiche o delle elettriche.”
Suona un po’ come “Non sono razzista ma..” o “Ho molti amici gay e…”
😀 😀 😀 😀
Prendendo per serio il suo commento, quando uso un’auto come mezzo di lavoro, Io guido le une e le altre.
E francamente l’elettrica è pure più bella da guidare di una qualsiasi rumorosa diesel.
Quindi dal punto di vista della guida non ho particolari predilezioni (lasciando stare le super sportive che sono fuori scopo e fuori possibilità).
Tanto è vero che ho solo rimandato di due anni l’acquisto di una NEV, per ragioni di limitata presenza di colonnine nella mia zona (rurale), ed anche perché forse non sono ancora pronto a dovermi riabituare alla logica delle ricariche elettriche.
Sto infatti valutando lo sviluppo delle EREV.
Di solito nelle zone rurali sono rari i condominii dove è problematica l’installazione di una ricarica domestica. Anche per questo sono poche le colonnine pubbliche e molto più frequenti le wallbox casalinghe (e largamente più convenienti). Lei forse è l’eccezione che conferma la regola?
Io abito in una casa indipendente e potrei installare tranquillamente una wallbox.
Al di là della convenienza sul costo dell’energia, ho visto che per ricaricare una Tesla Model S con un contatore da 6kw, ci vorrebbero 10-15 ore dal 20%.
Un po’ troppo.
Quindi lei, facendo oltre 400 km ogni giorno, deve ricaricare l’auto da 0 a 100% tutte le notti e chiaramente non bastano dodici ore dalle 7 di sera alle sette di mattina. Mah… che vitaccia
Considera però che a) full Hybrid in Europa le fa solo Renault, le altre al max una manciata di care e non sempre utili plugin. Quindi quale know how possono investire che non ce l’hanno? Fate una full Hybrid efficiente, un minimo performante e ad un prezzo valido che poi non richieda troppa manutenzione non è facile;
B) questo è un suicidio bello e buono , è già assodato che la tecnologia del futuro siano le bev e che già oggi nel 2025 per tanti siano o possano essere il presente . Le ICE resteranno per il trasporto pesante, salvo che non trovino qualche soluzione con l’idrogeno per questa ipotesi o resterà sugli aerei.
Siamo ridotti così male in Europa da volerla trasformare in una Cuba gigante? E a quel sti furboni credono che resteranno volentieri tanti ragazzi in un Paese morente?
Sempre che il loro obbiettivo non sia mandarci in guerra con la Russia in modo da dimezzare o più la popolazione, così si che potrebbero procrastinare.
Sono d’accordo.
Ma il fatto che le case occidentali sono molto indietro (tralasciamone le cause) e che la concorrenza cinese al momento non è possibile affrontarla alla pari, direi che non è in discussione.
E certo che devono accelerare lo sviluppo sulle NEV, ma nel frattempo, come le possiamo difendere?
Se qualcuno ne ha voglia, si legga anche il rapporto Draghi.
Mi pare che non l’abbia letto lei (quello dell’anno scorso, intendo). Se oggi ha cambiato i toni è proprio perché le sue raccomandazioni non sono state attuate. Quindi, più si rinvia, più si accumula ritardo. Fino a diventare incolmabile.
Letti tutti e due.
Detto che tra quello del 2024 e quello del 2025 è passato solo un anno ed ha dovuto rivedere determinate affermazioni, temo che quanto scritto nel 2024 (seppure tutto assolutamente convincente in linea di principio), sia arrivato già troppo tardi.
Opinione personale.
Perciò liberi tutti e accumuliamo altro ritardo?
Esistono vie intermedie.
La via intermedia è quella che stiamo percorrendo: obiettivo riscaldamento globale +2 gradi a fine secolo (con tutto quello che già accade a poco più di un grado di aumento acquisito).
Di sicuro nemmeno puntando su una tecnologia che comunque ha poco futuro e sulla quale non hai know how. Hanno già scazzato una volta volendo spacciare i diesel come i motori ideali in ogni situazione e fregandosene appunto proprio dell’ ibrido che Toyota fa da fine 90.
L’unica è smettere di fare puttanate e spendere in armi o altre stupidaggini che servono solo per l ‘ ego e il patrimonio di pochissimi e tornare ad investire sulla ricerca e sull’ istruzione.
Nel tutto magari senza fregarsene delle materie umanistiche che ormai ci troviamo tanti periti che saranno bravissimi nel loro lavoro ma credono alle prime baggianate del politico di turno perché non hanno i mezzi per districarsi. Considerando che comunque abbiamo ottime università in Europa non dobbiamo fermarci.
Su draghi poi non mi esprimo, può dire anche cose giuste ma spesso sono banalità, mentre negli altri casi vive fuori dal mondo come tanti altri privilegiati e abbiamo visto il suo operato in Italia dal 90 in poi.
Abbiamo visto cosa? Ci illumini sui disastri firmati da Draghi dal ’90 in poi.
Mah, io mi chiedo anche se si sono posti il problema di come tenere in piedi una rete di distribuzione di carburanti con volumi di erogato probabilmente più che dimezzati rispetto a quelli odierni. Secondo me la lotta per mantenere in vita le ibride nel 2035 sarà nient’altro che una vittoria di Pirro, e in più si faranno malissimo con investimenti su motori termici che venderanno in quantità deludenti rispetto alle loro stime.
Come scritto correttamente nell’ articolo, oggi le auto ibride hanno un discreto successo. Il problema sta tutto nella parola “oggi”, ma nel domani del 2035 è tutto da vedere.
La genesi dei casi Kodak, Nokia, eccetera, eccetera, sembra sempre la stessa, ovvero focalizzarsi sul mercato attuale proiettandolo in un futuro indefinito senza accorgersi che i competitor stanno lavorando ai prodotti che venderanno di più nel futuro.
Forse tu ti basi sulle stime che prevedono percentuali bulgare del parco circolante in elettrico tipo quella che pensa che bel 2030 in Italia circolino 6 milioni di auto elettriche, probabilmente jndustriali e imprenditori tedeschi (e italiani) hanno dei numeri più attendibili e siccome i conti li sanno far sicuramente meglio dei politici, avranno stimato che il gioco dj puntare tutto sull’elettrico non vale la candela (quantomeno in un contesto come l’attuale con nazioni in recessione e focus solo sulle armi) percui cercano di salvare il salvabile senza buttare prematuramente alle ortiche un mercato che potrebbe aiutarli a non chiudere la baracca.
Non credo proprio che servano percentuali bulgare: il sistema di raffinazione e distribuzione dei carburanti è molto sensibile alle variazioni di domanda, e quindi facilmente influenzabile da una domanda in calo costante, anche se non rapido almeno negli ultimi anni 20. Il rischio non mi pare basso, e l’effetto valanga altamente probabile a partire dal 2030.
Ripeto: tenere duro sulla vecchia tecnologia è strategia assai rischiosa, ma evidentemente non hanno idee migliori per competere con aziende tecnologiche e snelle come Tesla e startup cinesi (nel bene e nel male).
Bene Leonardo, allora secondo te quale sarà la % di auto elettriche tale da far cambiare idea a chi gestisce pompe dj benzina a passare a colonnine elettriche nel 2030 e nel 2035 . Poi da questo passiamo ai numeri di immatricolazioni che occorrerebbero per arrivarci, se parliamo basandoci solo sulle nostre “impressioni personali” è come se parlassimo del sesso degli angeli e ovviamentevpotremmo andare avanti le ore a discutere senza azzeccare nulla di quello che presumibilmente accadrà
@Antonio Gobbo
ottimo, quindi quale sarebbe questa percentuale tale da fare cambiare idea?
per favore, con dati e analisi inclusa
Chi l’ha detto che gli attuali distributori debbano essere riconvertiti in punti di ricariche delle elettriche?
Ti è passata per la mente che semplicemente potrebbero andare a chiudere piano piano con il diminuire dei clienti se questi ultimi avranno a disposizione punti di ricarica ai centri commerciali o similari?
Al massimo resisterebbero le aree di sosta autostradali con i vari autogrill ma la vedo dura fuori.
Questo scenario non farebbe che accelerare il passaggio dalla mobilità termica a quella elettrica per poca capillarità delle attuali pompe.
Mario risposta semplice, ad oggi non c’è una per entrare realistico a che possa dar cambiare loro idea, qua do arriveremo al 30 – 40 di elettriche circolanti (il che comunque comporta che il 60 – 70% saranno ancora ICE) provabilmente qualcuno in più dj riconvertire, ma ciò significa avere un parco circolante elettrico pari a 12 – 16 milioni di auto, manco il mago telman riuscirebbe in qursta impresa,
Rispostina per Bob, quando inducono far xambiare idea a chi ha lecpompe dj benzjna non indico di certo il benzinaio sotto casa (credevo fosse chiaro ma vedo che lo devo precisare) intendo le compagnie energetiche che in gran parte oggi hanno sia benzina a che elettricità e se voi credete che facendo colonnine ai supermercati mafari a 9.6 – 0.7 euro al kwh e non sotto casa divtutti quelli che non hanno un box, riuscirai a convincere la gente a passare all’elettrico … bhe tanti auguri ne avrete veramente bisogno 🙂
@Antonio Gobbo
quindi, riassumendo:
– chiedi una percentuale a Leonardo
– tu quella percentuale dici di non conoscerla e che la risposta semplice non c’è
– poi però snoccioli numeri e percentuali
– di questi numeri e percentuali non citi nè uno studio, nè una fonte: sono opinioni tue, quindi?
infine: ma se sai, o ritieni di sapere, che quella percentuale non c’è, che la risposa semplice non c’è
allora
perchè la chiedi a Leonardo?
La risposta penso che esista, invece: sociologi e matematici studiano le dinamiche dei sistemi sociali, e questa è una di quelle, e nemmeno così strampalata. Io gli studi al riguardo non li conosco, ma sono abbastanza certo che esistano, come esistono gli studi per determinare qual è la massa critica per l’adozione di un nuovo modello di elettrodomestico, per dire.
Il tuo però rimane il solito commento da bar,
in cui provochi gli altri chiedendo cose che sai, o ritieni di sapere, non esistere,
se non poi sparare lì un po’ di numeri e percentuali che non-si-sa-bene-dove li hai presi.
Ok Mario a te piace girare le frittate, allora te ne giro una io, trova uno studio che dica ce nel 2035 cj saranno almeno il 35 – 40% di auto elettriche circolanti parliamo di 15 milioni di auto elettriche circolanti (un milione e mezzo all’anno a partire dal 2026) una % inferiore non farà certo cambiare
idea a chi deve investire massicciamente nelle colonnine di ricarica.
Aspetto un tuo link (da fonte attendibile e non dj parte) a riguardo , altrimenti lcontinuerò a credere che le tue sono come al solito.inutili provocazioni.
@Antonio Gobbo
“… a te piace girare le frittate…”: grazie dell’apprezzamento, ma non faccio il cuoco di professione, solo per diletto e per necessità
“…allora te ne giro una io, trova uno studio che dica ce nel 2035 cj saranno almeno il 35 – 40% di auto elettriche circolanti …”: guarda non lo cerco nemmeno, quel che chiedi non è uno studio ma una profezia, ma la scienza non funziona così.
cerca di capire come funziona la scienza, poi ci capiremo.
Può anche essere comunque Ferrara ha perso il 16%: in borsa dopo la presentazione della sua nuova auto elettrica .e della sua linea industriale per il futuro … coincidenza?
Il crollo non ha nulla a che vedere con la vettura elettrica, quanto piuttosto con le prospettive di crescita inferiori rispetto alle attese del mercato.
Quindi, il governo tedesco per propaganda politica va incontro a quella parte di elettori che non gradiscono rinunciare alle auto con motore termico e mirano a compiacere tutte le industrie che girano intorno ai combustibili fossili, prorogando la vendita delle ibride anche dopo il 2035. Allo stesso tempo prevede prelievi maggiorati su chi guiderà auto termiche.
Praticante elettori gabbati con il sorriso.
Tutto dipende da quanto sono queste gabelle rispetto a un costo di cambio auto e se verranno approvate, visto che l’articolo parla anche di una opposizione interna che potrebbe scaturire verso il governo, dall’impostazione di nuove tasse
Antonio, in Germania già si applica una gabella sulla CO2 emessa dalle auto.
Semplicemente oltre al ETS2 (di cui si vedranno gli effetti dal 2027) ce ne saranno altre.
Tieni conto che già oggi con i prezzi zonali orari in Italia le FER stanno già abbassando il costo d’elettricità nei momenti di massima produzione.
Quindi a mio avviso dal 2030 costerà molto di più girare con un’auto termica (ibrida e non) che girare in elettrico.
Come ho scritto in un’altra discussione, mi piacerebbe crederlo.
Ma non sono ottimista come lei.
Lo stato Italiano dovrà compensare in toto od in parte le tasse e le accise che verranno meno con la vendita dei carburanti. Anzi, visto l’aumento che prima o poi dovremo sostenere nei costi di sanità e pensioni, dovrà aumentarle.
Già solo di accise e tasse sul carburante per auto trasporto dovranno recuperare circa 40miliardi all’anno (e mi scuso se in un altro post avevo dimenticato uno zero).
E non c’è nulle di più facile che farlo dove le persone non sono disposte a rinunciare alla comodità (l’auto).
Peraltro, tassare l’energia elettrica è facile e anzi può essere oggetto di maggiore fantasia (p.es. tassare di più sopra un certo consumo/assorbimento così si prende anche chi carica a casa).