Il quarto produttore mondiale di auto elettriche, la cinese Geely, ottiene il 51% e il controllo della storica marca di auto sportive inglesi Lotus. Forse era soltanto questione di tempo. Negli ultimi anni le aziende cinesi hanno scelto di percorrere le vie del mondo (non più solo quella della Seta) alla ricerca di brand “scontati”, in crisi e da rilanciare.
L’acquisizione di Lotus è soltanto l’ultima di una lunga sequela di affari che i cinesi stanno compiendo in tutti gli ambiti commerciali. Basti pensare che anche le società calcistiche di Milano (Milan e Inter) sono ora nelle loro mani. Tuttavia, in questo caso, Geely (casa automobilistica cinese con sede a Hangzhou) non ha soltanto fame di profitto. Per rilanciare l’inglese Lotus la strada da percorrere è differente rispetto a quella del semplice rilancio e ricostruzione del brand.
L’azienda cinese, da subito, non ha fatto mistero della sua ferma
intenzione di rendere Lotus la produttrice delle migliori auto elettriche sportive e di lusso con un altro intento dichiarato: fare concorrenza, spietatamente, a Tesla. Ora che la guerra è stata dichiarata Geely fa capire anche ai suoi competitor sul suolo patrio (BYD su tutti) che fa sul serio e che intende colonizzare il mercato occidentale senza più trattenersi nelle antiche lande dell’Impero di Mezzo (l’antico nome della Cina). Ciò significa che, ormai, la guerra economica fra Cina e Stati Uniti nel settore automotive non può più essere nascosta come polvere sotto al tappeto. Adesso è chiaro che gli americani sono in ritardo; un ritardo che rischia di lasciare per i produttori come Tesla, quelli che puntano al lusso e al prestigio del nome, soltanto le briciole di un mercato che, per forza di cose, è l’unico possibile del futuro: quello dell’elettrico. E anche del nome prestigioso cosa resterà quando le case cinesi come Geely produrranno automobili elettriche di lusso con i marchi delle storiche europee? Per adesso questo futuro è lontano e la stessa casa di Hangzhou ha ancora molto lavoro da fare, ma le maestranze di Lotus seguiranno il piano visto che lo stesso Jean-Marc Gaules resterà in carica come amministratore delegato.
E se pensate che Lotus sia la prima marca di automobili occidentale a “cadere” nelle mani dei cinesi ricredetevi: Volvo (che ha recentemente dichiarato di essere in procinto di cessare del tutto la produzione di veicoli a carburanti fossili in favore dell’ibrido e dell’elettrico) è stata acquisita da Geely già nel 2010. E la differenza si è vista, perché la casa svedese, al tempo in crisi, in sette anni ha aumento l’utile del 6% ogni anno. Il
futuro è l’elettrico cinese, e chi non ci crede potrebbe tra qualche anno comprare un’auto elettrica di una marca che crede essere occidentale e invece è controllata da una società cinese.
In fondo non c’è niente di male. Molti italiani continuano a comprare FIAT nonostante di italiano sia rimasto ben poco nella vecchia azienda di Torino, tanto che la dicitura “FIAT” si è trasformata in Fca, proprio perché quella “T” finale non serviva più a niente.