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Gas naturale, l’insostenibile leggerezza della soluzione Biden

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Il gas naturale e la soluzione americana. Era veramente l’unica strada percorribile?

                                        Di Alessandro Abbotto∗

Il presidente americano Joe Biden e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen hanno raggiunto nelle scorse ore un’intesa mirata a ridurre la dipendenza dell’UE dalla Russia per l’approvvigionamento energetico. In particolare, l’accordo prevede la fornitura aggiuntiva di 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL) nel 2022. È tanto o poco?

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Il gas via nave costa di più. E i rigassificatori?

Mettiamo pure da parte criticità legate ai maggiori costi. Infatti, a differenza del gas naturale che arriva dai gasdotti direttamente in forma gassosa, il gas statunitense deve essere prima liquefatto, trasportato nelle gigantesche navi metaniere attraverso l’Oceano Atlantico, riconvertito in gas nei pochissimi rigassificatori (solo 3 in Italia, nessuno in Germania, un po’ di più in Spagna, la quale però non è collegata al resto d’Europa da gasdotti per scelte effettuate alcuni anni fa) e infine trasportato via gasdotto.

Mettiamo anche da parte le criticità legata alla natura del gas naturale USA, che è quasi esclusivamente shale/tight gas (oltre l’85%), la cui produzione è quintuplicata negli ultimi 20 anni, facendo sì che il paese americano sia diventato dal 2012 il primo produttore al mondo di gas naturale, dopo la Russia e dopo, ben distaccati, Qatar e Canada.  Rammento solo che il tight gas consiste in giacimenti intrappolati nel sottosuolo in formazione argillose, che richiedono tecniche devastanti (e dalle serie conseguenze per il territorio) per liberare la preziosa risorsa.

Vale una piccola frazione del gas naturale russo

Il punto che qui voglio considerare è un altro: ne valeva veramente la pena?

Per rispondere alla domanda vediamo innanzitutto le attuali necessità complessive europee (e italiane) di energia e quelle attualmente assicurate dal gas naturale (vedi tabella).

Fonte di energia UE Italia
Gas naturale 3799 (23%) 677 (37%)
Eolico+fotovoltaico 1335 (8%) 110 (5%)
Consumo totale di energia 16762 1849

Dati in TWh

In questo momento (dati 2020) l’Unione Europea consuma quasi 3.800 TWh di energia da gas naturale, il 23% del totale. In Italia la frazione da gas sale al 37%. Di questi 3.800 TWh, circa il 40% è gas proveniente dalla Russia, ovvero circa 1.700 TWh (fonte International Energy Agency).

L’accordo di Bruxelles, come abbiamo detto, consiste nel fornire un quantitativo extra di 15 miliardi di metri cubi di GNL dagli USA, corrispondenti a circa 160 TWh. Ovvero stiamo parlando di solo il 4% dell’approvvigionamento complessivo da gas naturale e meno del 10% di quello russo!

Le rinnovabili? Non pervenute. Eppure….

Invece, basta guardare la tabella per rendersi conto che un’altra soluzione, ben più sostenibile (in tutti i sensi) e vantaggiosa per l’Europa, era a portata di mano. Già adesso, eolico e fotovoltaico (quindi stiamo tralasciando le altre fonti rinnovabili) assicurano all’Europa 1335 TWh, ovvero quasi 10 volte il quantitativo che arriverà in più dagli USA come GNL! Sarebbe bastato uno sforzo, neanche del tutto eccezionale (nulla in confronto a quanto fatto per combattere la pandemia), per installare in un anno almeno un decimo dell’eolico + fotovoltaico complessivo finora installato. Era impossibile? Arduo? Un libro dei sogni?

decreto energia

Per nulla. Solo nel fotovoltaico l’Europa è passata, in termini di potenza installata, da 30 GW nel 2010 a 168 GW nel 2020. In un solo anno, nel 2020, sono stati installati 22 GW di fotovoltaico, ovvero ben il 15% di quanto complessivamente installato fino a quel momento. Anche l’eolico, seppur in maniera meno vistosa, è cresciuto solo nel 2020 di oltre il 6% rispetto al totale fino ad allora installato.

Un anno solo di installazioni in più. E sono per sempre

In conclusione, bastava progettare per il 2022 nuove installazioni extra di fotovoltaico ed eolico uguali a quanto già fatto nel 2020 per compensare (anzi superare) abbondantemente l’energia che compreremo in più dal GNL da scisto americano. Con il bonus, non trascurabile, che poi avremmo utilizzato quelle installazioni per sempre (perché sole e vento sono gratis), mentre il gas naturale, una volta bruciato, non ci lascia in mano nulla.

Eppure, curiosamente, in un servizio televisivo che ho appena ascoltato sull’emergenza energetica europea e sull’accordo di Bruxelles per “diversificare le fonti di energia all’Europa” (in realtà si sta discutendo solo di diversificare la provenienza geografica della stessa fonte di energia, che è un’altra storia), in cui sono stati analizzati anche i più piccoli dettagli, le parole fotovoltaico ed eolico non sono state menzionate neanche una volta!

Docente presso Dipartimento di Scienza dei Materiali Centro di Ricerca Energia Solare MIB-SOLAR all’Università di Milano–Bicocca. Autore del libro “Idrogeno, tutti i colori dell’energia”

 

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33 COMMENTI

  1. Un passaggio non capisco dell’articolo: prima si parla di 1335 TWh/a e di 160 TWh in arrivo dagli USA come LNG. Quando poi si cita come esempio l’incremento di installazione di rinnovabili nel 2020 si legge di 22 GW. C’è un errore nell’unità di misura (x 1000) o nel calcolo. Grazie a chi può chiarire

    • Nessun errore di calcolo, Natalino. Parlando di 22 GW di rinnovabili l’autore intende la potenza installata. Semplificando potremmo definirla la potenza del motore. L’energia prodotta in tot ore di funzionamento giornaliero per 365 giorni all’anno si misurerà in diverse migliaia di GWh (la h sta per hour, ora in inglese), vale a dire in TWh. Parlando di auto, per esempio, la potenza del motore elettrico si misura in kW, mentre la capacità della batteria, o i consumi, si misurano in kWh.

      • Grazie per il chiarimento, Massimo. Per maggior chiarezza l’autore avrebbe dovuto aggiungere la produzione in X-Wh di 22 GW di installata. La puoi forse indicare tu? Grazie ancora

        • Urca, è un calcolo abbastanza complesso. Si parla di installazioni in tutta Europa, quindi dovrei trovare il dato sulla produttività media annua europea di un GW installato. Come lei saprà l’irraggiamento solare dipende dalla latitudine, che non è la stassa in Danimarca e in Italia. E nemmeno in Lombardia e in Sicilia. Quindi la produttività di un impianto fotovoltaico è molto diversa a seconda di dove viene collocato. Chiederò al professor Abbotto, che con i numeri si destreggia molto meglio di me.

          • Grazie, lo ritengo molto utile.
            Un caro saluto a tutta la redazione con i complimenti per la serietà e l’obiettività nel trattare argomenti disparati nell’ambito di una tematica che vi (e ci) sta molto a cuore

  2. Il tema dell’energia per me è fondamentale. L’energia a basso costo, democratica e disponibile per tutti anche in autoproduzione ci permette di essere competitivi nella manifattura, liberarci da schiavitù “russe” o di qualsiasi origine, abbassare il livello di co2, creare posti di lavoro, e lavorare di meno perchè con l’energia a basso costo molta forza lavoro sarà svolta dalle macchine. La prossima volta voterò SICURO per chi avrà un programma incardinato sulla transizione energetica. SE ci sarà un partito con un programma del genere, per cui ho molti dubbi.

  3. Ben vengano le fonti rinnovabili che vanno sicuramente incentivate e sviluppate ma il mio dubbio è: nei periodi in cui l’irraggiamento solare è minimo (inverno/notte) o c’è poco vento che facciamo? Stiamo al freddo?
    Si può accumulare energia per centinaia di TWh da utilizzare in inverno o durante la notte?
    Grazie per la risposta.

  4. Scusate, però ogni tanto ci vuole anche un po’ di realismo. Il gas lo usiamo anche e soprattutto per riscaldarci. Se da domani non avessimo più il gas russo, DOMANI (non tra qualche decina di anni) come le riscaldiamo le case di chi non ha una pompa di calore??
    È evidente che ci vuole anche un piano a breve termine, l’importante è che non sia l’ennesimo alibi per rinviare piani più proficui sul lungo termine.
    E comunque, anche limitandoci alla produzione di energia elettrica, realisticamente, possiamo immaginare che in meno di un anno (da qui al prossimo ottobre, quando i consumi torneranno ad aumentare) ci possa essere un boost di rinnovabili tale da cancellare di colpo decenni di dipendenza dal gas russo? Mah…

    • l’italia ha 90 miliardi di mc di gas accertati, con possibilità di arrivare a “120”.
      oltre 1200 punti di estrazione ma attivi solo 500 circa..
      per l’immediato, volendo, si combina..
      basa aprire le valvole

        • per i 90 è già tutto trivellato.

          leggevo un articolo che riportava un quotidiano spagnolo: in spagna sono stati stimati 1400 miliardi di mc di gas, abbastanza per i prossimi 40 anni (coi loro consumi). il governo però ha legiferato in modo da impedirne lo sfruttamento. così tutto il gas lo comprano dall’algeria: se mai dovesse succedere qualcosa di analogo a questa crisi russa, sono in braghe di tela

    • Il gas che non verrà utilizzato per produrre energia elettrica, potrà essere dirottato per il riscaldamento.

  5. Installiamoci comunque i nostri pannelli FV privati, senza aspettare gli incentivi. E’ finito il tempo di criticare, ora bisogna agire.

  6. Sostengo da mesi che i potentati economici non vogliono l’espansione delle rinnovabili, soprattutto se rendono il cittadino indipendente o quasi per la produzione di energia che gli serve.
    Business.

  7. Segnalo che oggi la Russia ha minacciato l’Azerbaijan prendendo come scusa una vecchia storia sul Nagorno Karabakh. Inutile ricordare che l’Azerbaijan è uno dei principali fornitori di gas dell’Italia. Il resto lo immaginate da soli. Cosa ne pensate delle instabili energie alternative?

  8. C’è anche un’altra soluzione: la Germania potrebbe rinviare il programma di dismissione delle sue centrali nucleari (che tra l’altro sono una fonte green, anzi, è proprio quella che in assoluto garantisce la minor produzione di co2 e altri gas alteranti), limitandosi alla manutenzione delle centrali che già ha, esportando così elettricità al resto d’Europa. Ci sono, funzionano, sono sicure, sono testate, sono green: che senso ha spegnerle in un momento in cui c’è penuria d’energia?

    • Se non erro ha già rinviato la chiusura delle ultime 3 centrali. Idem il Belgio se non ho letto male. Notizia di pochi giorni fa. Sinceramente non vedo come nell’immediato si potesse fare altrimenti.

      • Concordo. Ho sentito a La7 qualche giorno fa la Gabanelli fare mea culpa per aver in passato “ostacolato” tramite la sua trasmissione i rigassificatori italiani (adesso invece li benedici). Serve un po’ di concretezza e pragmatismo, inevitabilmente …

    • Il nucleare di NON verde non ha proprio nulla da invidiare al gas, a cominciare dalle scorie. Il raffreddamento dei reattori avviene con acqua che – riscaldata – viene ributtata da dove è stata pescata, causando problemi ambientali, a cominciare dalle morìe di pesci. Proprio la Germania ha da anni seri problemi con le scorie: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Schacht_Asse_II. Chi vuole l’energia nucleare si tenga le scorie.
      Oltretutto la maggior disponibilità di plutonio è in mano a Putler.

  9. mi spiace dire le solite frasi fatte ,trite e ritrite ,ma ..
    è da quando portavo i pantaloni corti nei primi anni 70a
    che so che gli idrocarburi viaggiano con le armi e le guerre in tutto il mondo ..
    meno ne usiamo meglio è !
    usate sto cBEEP di pnrr per portarci ALMENO alla pari di paesi come Spagna e Portogallo con le rinnovabili ,
    hai visto mai che ci prediamo gusto e facciamo di meglio ?
    portarci alla pari dei paesi suddetti significa
    tagliare del 10% le importazioni del GAS Russo
    o di qualche sultano “rinascimentale” ..

    -_-

  10. Meravigliarsi di che? Il gas, come il petrolio e il carbone, sono fossili ad alta intensità finanziaria, energie centralistiche, al contrario delle rinnovabili, che una volta installati non consumano più e quindi non procurano guadagno per pochi, in definitiva sono energie troppo democratiche e economiche.

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