“Il benzinaio ormai mi vede veramente poco”. Eppure l’officina di Vincenzo Gamberini a Granarolo dell’Emilia, a due passi da Bologna, è un vero inno al motore termico.

Nell’ospedale delle auto d’epoca anche plugin e auto elettrica, meno il diesel
Una sala di cura per i motori antichi. Parlano i tanti miti della nostra storia in attesa delle cure di Vincenzo. Ma guardando bene nei locali del restauratore dei motori delle auto d’epoca spunta un cavo di ricarica elettrica. Sia per l’ibrido plugin sia per la e-Corsa della Opel. Bravo nella sintesi Gamberini: “Qui ho tutto: benzina, ibrido, elettrico“. Il diesel? Se ne può fare a meno.

Con l’ibrido va soprattutto in elettrico: gran risparmio rispetto ai 3.000 euro che spendeva col diesel
Il tour in officina con Vincenzo inizia con l’ibrido, un Opel Grandland, al momento in carica. “Ho un autonomia, quando non fa freddo, di 50 km che mi permette di fare tutti i giri nei dintorni in elettrico. Su 20mila km fatti ne avrò percorsi circa 12mila con la batteria“.
Gamberini soddisfa con l’elettrico una fetta importante dei suoi spostamenti. Pochi passaggi dal benzinaio. “Ormai mi vede poco, un gran risparmio rispetto ai 3mila euro che spendevo in gasolio con l’auto precedente“.

Per di più Vincenzo carica con l’energia che auto produce nel tetto dell’officina con i pannelli del fotovoltaico. “Quando fa bel tempo siamo sui 50 kW e riusciamo a soddisfare in gran parte le esigenze di casa, dell’officina e caricare le due auto“.
E da quattro anni la Corsa-e Opel
Quattro anni l’ibrido, quattro anni l’elettrico: una Corsa-e Opel. “La usa soprattutto mia madre per i suoi giri. Siamo fortunati perché ricarichiamo con i pannelli. Ho avuto solo una volta un problema, ero impensierito per l’assistenza, ma si è trattato di un aggiornamento del software e si è risolto subito. Non abbiamo avuto più problemi. In quattro anni ha percorso sui 40mila km“. Tutto bene.

Anche se Vincenzo non è proprio un fan dell’elettrico, ci ricorda le criticità dell’estrazione del litio per esempio, ma apprezza i vantaggi che offre. Il suo lavoro quotidiano però è tutto termico. Da ottobre ha abbandonato le riparazioni delle auto “normali” e si dedica ai miti motoristici.
Il lavoro quotidiano è tutto sul termico
In officina si scopre, tra le tante, la ASA meglio conosciuta come Ferrarina. Un’automobile sportiva di piccola cilindrata poco nota. “Sono tutti modelli e marche diverse. Un lavoro sempre nuovo, arrivano anche modelli mai visti dove è difficile anche recuperare i manuali“.

Una vera passione per Vincenzo che ha ereditato esperienza e lavoro ma soprattutto passione dal padre Sergio, sempre presente in officina, che aprì nel 1971. E già dal 1979 l’interesse per la riparazione di auto e motori d’epoca.
“Per noi è fondamentale preservare la componente storica di ogni macchina. Il nostro obiettivo è riportare ogni auto al suo antico splendore, eseguendo le lavorazioni necessarie con la premura di non snaturare l’essenza del veicolo, rispettando e tutelando dunque la sua storia“. Difficile parlare di retrofit e conversione all’elettrico anche perché “sono auto che fanno poche centinaia di km l’anno. La partecipazione a qualche manifestazione e qualche piccolo giro“.
Insomma ben venga l’elettrico, ben venga l’ibrido ma non toccatemi i motori storici.
ci sono un paio di foto belline per chi ama le auto storiche 🙂
penso sia il futuro, auto BEV per uso quotidiano, e qualche auto storica conservata come hobby dai più fissati e che si possono permettere lo spazio in garage
Damiano pensava persino di affittarle le auto storiche, per uso pista o week-end, sarebbe bello in effetti, però i modelli con il cambio robusto e ricambi disponibili, a occhio tempo qualche anno e tenderemo a scorderemo le mille menate di frizione, cambio, riscaldamento motore, etc
Personalmente rimango possibilista anche sui retrofit, per vetture d’epoca non esageratamente rare ma comuque belle da vedere estermi e interni e da usare
(le pratiche burocratiche sono ancora in parte troppo complese..chissà più avanti se copipamo le inziative viste in Francia con i kit omologati per una serie di vetture)
scorderemo le mille menate di frizione, cambio, riscaldamento motore, volante, freno, acceleratore … diremo “ehi Kitt, corri come il vento” e l’auto correrà in pista per noi e noi “wow! che emozione! come guidi bene! com’è bello correre con te senza tutte le menate e facendo fare tutto a te!”
oppure guidandola dal tablet.. comodamente sul divano! 😎🤦♂️
sono “emosioni”.. 🤣
PS: poi si creano simulatori di guida iper realistici: guidare realmente no? 🤷♂️🤦♂️🤷♂️🤦♂️
Hai ragione Robby, per me è così che ho voluto organizzarmi.
Spostamenti ordinari grazie al sole ma custodendo oggetti di un passato che mi ha sempre emozionato. Il problema è quelle due volte all’anno che accendo il bicilindrico 2 tempi… una bestemmia ambientale (infatti la chiamo “L’Incivile” mentre “L’Ignorante” è un’auto senza elettronica e controlli ma Euro 1).
E pensare che negli anni 70/90 era la normalità mi aiuta a ricordare i progressi ecologici fatti finora.
Comunque bravo Gamberini, magari quando passo da quelle parti mi fermo per un saluto
Sul retrofit c’è tanto da fare, i kit per modelli “rari” non vengono neanche presi in considerazione. Si punta sulla 500 e pochi altri modelli. Ci vorrebbe l’aggiornamento delal legge
Ogni tanto una persona intelligente la si trova, congratulazioni al Sig. Gamberini.