Il G7 sull’energia dà l’addio al carbone, taglia pesantemente l’utilizzo del gas, conferma e rafforza gli obiettivi di decarbonizzazione.
Tutto fin troppo bello. E non solo per l’ambientazione alla reggia di Venaria, a Torino, patrimonio Unesco. Nel palazzo che fu dei Savoia, il G7 su Clima Energia e Ambiente (a presidenza italiana) si chiude con un documento che non solo conferma gli impegni presi alla Cop 28 di Dubai, ma li migliora persino.
Ad esempio: viene finalmente raggiunto l’obiettivo a chiudere gli impianti a carbone entro il 2030. E si aggiunge una stretta sulle emissioni di metano da combustibili fossili, con un calo del 75% sempre entro la fine del decennio.
Lo stesso sulle rinnovabili. Si conferma di triplicare la capacità di produzione di energia da qui a sei anni, con l’aggiunta di un aumento della capacità di batterie e sistemi di stoccaggio di almeno sei volte.
Non mancano le prese di posizione contro lo spreco di risorse e le ingiustizie che crea l’eccessivo sfruttamento delle risorse talvolta contrabbandato come “sviluppo” . Così per la prima volta il G7 dà il via libera alla Coalizione per l’acqua, per affrontare la crisi idrica globale e promuovere politiche inclusive.
Nelle 35 pagine del documento finale, battezzato come la Carta di Venaria, non mancano passaggi in difesa delle biodiversità e impegni da parte dei governi a coinvolgere l’industria per politiche più responsabili.
Nucleare, il mondo guarda alla fusione, l’Italia al passato (la fissione)
Tutto a posto? In realtà, le contraddizioni emergono e una di queste coinvolge il governo italiano. In particolare sul tema del nucleare. Nella Carta di Venaria se ne parla ma guardando al futuro, allo sviluppo della fusione – l’energia delle stelle, come viene definita – il governo di destra guarda al passato.
In particolare, i paesi G7 hanno deciso di istituire “un gruppo di lavoro” per condividere le migliori pratiche ed esplorare, per cooperare nello sviluppo degli impianti a fusione e incoraggiare gli investimenti privati e pubblici. In pratica, i “Grandi” guardano al nucleare del futuro, l’Italia vuole riaprire il cantiere della fissione, abbandonato nel 1987.
Al 2030, mentre il resto del mondo guarda all’elettrificazione e al nucleare “pulito”, l’esecutivo italiano vorrebbe inaugurare le prime centrali “tradizionali”, per quanto si tratta di “mini reattori modulari” di nuova generazione (SMR). Così, alla vigilia del G7, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto ha assegnato al professor Giovanni Guzzetta (un costituzionalista) l’incarico di ridefinire la cornice giuridica per la ripresa delle attività nucleari in Italia.
In pratica, entro sei anni bisognerà approvare l’impianto normativo con un voto parlamentare prima di procedere a qualsiasi progetto, passaggio necessario dopo i due referendum abrogativi dopo gli incidenti di Chernobyl e Fukushima.
Poi occorrerà stringere accordi con gli operatori e i consorzi industriali, trovare i siti, reperire i fondi. Ma anche avviare i lavori e soprattutto concluderli. A scanso di ricorsi e altri referendum. Non proprio una passeggiata.
L’inquinamento da plastica diventa un nuovo obiettivo
Non a caso, sulla stampa europea e internazionale si preferisce parlare di altri aspetti, più innovativi. Il quotidiano francese Le Monde nel suo reportage da Torino, si concentra sull’inquinamento da plastica, una piaga per l’ecosistema degli oceani ma non solo. ”Per la prima volta, le sette potenze industriali sottolineano la necessità di combattere l’inquinamento da plastica alla fonte. Ma molti Paesi stanno prendendo tempo su questo punto nei negoziati per un futuro trattato internazionale vincolante”. In sostanza, il problema sarà convincere la Cina, le economie del sud est asiatico e i Paesi del Golfo.
Il britannico Guardian, parla dello stesso tema, ma guarda più lontano. Perché a Ottawa in Canada, proprio in questi giorni, sotto l’egida dell’Onu 2.500 delegati provenienti da 170 paesi con oltre 480 organizzazioni internazionali in veste di osservatrici hanno trovato in extremis un compromesso. Quale? Arrivare entro fine anno all’accordo su un tetto alla produzione di polimeri.
In ogni caso, come ricorda il quotidiano spagnolo El Pais, il risultato più importante della Carta di Venaria riguarda il carbone: perché l’impegno del G7 energia a chiudere gli impianti più inquinanti al 2030 non era stato nemmeno raggiunto alla Cop 28. Insomma, si guarda avanti non al passato.
“L’Italia parla di nucleare” Bene vediamo dopo quante chiacchiere sarà prodotto il primo kilowatt
Innanzitutto in Italia siamo indietro anche sulle rinnovabili per cui il primo obiettivo dovrebbe essere raggiungere e possibilmente superare, questa benedetta soglia del 60%. Oltre un certo margine però si è visto come le rinnovabili necessitano di essere stabilizzate e lì andrá deciso: o andare 100% green, dotandosi di gruppi di accumulo ed altri sistemi per il recupero energetico ed agevolando gli scambi con le altre comunità oppure per forza di cose allo stato attuale una percentuale della produzione dovrà essere supportata tramite il nucleare.
Entrambe le strade richiedono risorse ingenti, credo più che un fattore ideologico, sarà una questione economica, intesa come dove saranno più interessati ad allocare le proprie risorse gli investitori.
Per quanto mi riguarda non sono contro al nucleare ma conoscendo il sistema Italia, ho molta paura di come verrebbe gestito lo smaltimento scorie, tuttavia capisco la paura di chi, essendo nato una o due generazioni prima di me, ha vissuto in prima persona e con piena consapevolezza eventi storici terribili amaramente collegati a questa tecnologia.
Comunque non far niente, non porta a niente quindi intanto vediamo di portare avanti il discorso sulle rinnovabili, poi si vedrà…
Buongiorno Edordo, approfotto per sfatare dei luoghi comuni
> non sembra esserci un limite alla quota di rinnovabili, se ne mischi tipi diversi, poi ne aumenti la capacità installata, e ancora meglio se hai anche buone quote del “jolly” idroelettrico (..e noi le abbiamo..) puoi arrivare al 100%
mappa quote energia rinnovabile OGGI paesi europei (parziale anno 2024):
https://www.energy-charts.info/charts/renewable_share_map/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year&year=2024
– Austria 89%
– Danimarca 85%
– Portogallo 83%
– Spagna 66% (+ una quota nucl. IN DISMISSIONE )
– Lettonia 98%
– Germania 61%
– Norvegia 103% ( ma troppo facile, molto idroelettrico ed eolico)
– Svezia 75% ( + una quota nucl.)
> se il mix rinnovabile ancora non si riesce a “chiudere”, si usa una integrazione con una fonte flessibile che faccia da back-up, diciamo al 10-20% del mix (oggi il metano, domani l’idrogeo o batterie), oppure gli scambi con altri paesi
il nucleare non è flessibile, non è un candidato a fare la quota residua (poi dovresti lo stesso aggiungere batterie o altro), ma soprattutto costa uno sproposito rispetto alle altre fonti che si usano di solito per la quota flessibile, e poi ti impegna a pagare gli alti costi fissi (costruzione, smantellamento, scorie) per decenni, anche se non ti servisse
le quote flessibili del mix sono molto più economiche da realizzare con:
– idrolettrico e pompaggi – pochi cents a kwh
– metano ciclo combinato – 7-9 cents a kwh
– metano ciclo semplice – 12-16 cents a kwh
– batterie litio o ione-sodio – 8-14 cents a kwh – prezzo in discesa
– idrogeno verde – 22 cents a kwh – prezzo in discesa
– nuclear importato SOTTOCOSTO da reattori GIA USATI – 10 cents a kwh
che pensare di impegnarsi per decenni con i costi fissi di:
– nucl rettori classici (nuova costruzione) – 16-23 cents a kwh
– nluc reattori piccoli SMR – 23-30 cents a kwh
PS: in europa c’è già una quota di nucl. abbondante (20% del mix europeo, in lenta diminuzione, in 15 anni diventerà il 10%) che ormai è già stata pagata (in buona parte Francia), e che in parte usiamo (metà delle nostre importazioni)
quota che per ora ci accompagna, ma diventerà sempre più obsoleta, Spagna e Portogallo stanno dimostrando già oggi prezzi del Pun stracciati ( 2 cents a kwh) con un mix di rinnovabili, è meno delle sole spese di gestione ordinaria dei rettori ( circa 3 censt a kwh secondo le analisi di Lazard, e 16-23 cent contando tutto)
In realtà almeno per un po’ abbiamo scritto la stessa cosa, è possibile arrivare al 100% di quota rinnovabili, ma vanno stabilizzate cioè vanno effettuati investimenti, che poi sono quelli da te riportati: accumulatori, etc… Oltre alla possibilità di commercio che è un’ipotesi sensatissima. Il nodo è che dotarsi di gruppi di accumulo per portare le quote green al 100% ha un costo, cosí come lo avrebbe la costruzione di reattori nucleari. La questione dei costi interessa all’investitore, quindi al di fuori di quali approntamenti crostino di più e quali di meno, va capito dove ci sia la volontà di investire in questo momento
=== dove invece vorrei che si velocizzassero le autorizzazioni
=== idroelettrico
in italia siamo fortunati ad avere l’idroelettrico (vale doppio, potendo fare anche da batteria); è potenziabile con nuovi bacini ( specie al sud, progetti già fatti ma congelati da enel, che ha le concessioni esclusive), manutenzione degli invasi, aumento delle potenze e modulabilità delle pompe negli impianti già presenti
=== eolico su terra
non abbiamo molti nuovi siti utlizzabili, il territorio è densamento popolato oppure meno ventoso (va meglio invece con i ventosi siti off-shore, nei nostri mari); la quota di energia da eolico su terra però è già discreta, 8-10% dei nostri consumi elettrici, e con la sostituzione graduale, nei siti già usati, con turbine aggiornate, dovrebbe aumentare
=== poi abbiamo potenziale per 100-300 GW solari, e sino a 200 GW eolici off-shore, in buona parte del tipo nuovo su piattaforme “galleggianti”
=== prezzi pannelli solari
qui un grafico con l’andamento negli ultimi 12 mesi, in cui i prezzi si sono dimezzati
https://www.pvxchange.com/Price-Index
sono i prezzi europei, senza iva e all’ingrosso, comprando in blocco e facendosi spedire (es. da un magazzino in germania) un cassa in legno cotenente 15-30 pannelli, al dettaglio ovviamente costano di più
la linea di mezzo nel grafico, pannelli “medio di gamma”, i realtà sono già tecnologia Top-con, efficienza 21-22%, n-type, cioè bassissimo degrado nel tempo; 10 KWh di pannelli costano 1300e, è quasi il prezzo delle lastre di vetro, a momenti costano di più i supporti in alluminio per montarli
=== eolico off-shore del tipo galleggiante
è il tipo più costoso di eolico (più anche dell’eolico off-shore “fixed”, cioè su piloni appoggiati sul fondale), in quanto “nuovo” sta ancora scendendo di prezzo, poi le autorizzazioni italiane sono molto lente, un buon numero di parchi sarà installato forse tra il 2026 e il 2032, non prima purtroppo se non forse alcuni
questa è una mappa (probabilmente incompleta, è di 12 mesi fa) dei tanti progetti di parchi eolico in mare già in iter di valutazione:
https://www.staffettaonline.com/Foto_Staffetta/2024/20240308091034_383478.png
ma forse in parte sono già scesi un po’ di prezzo.. vediamo un caso
=== progetto eolico galleggiante “Krimisa” al largo di Crotone, Calabria
è uno dei tanti progetti off-shore in cui è subentrata come investire Eni Plenitude (speriamo finisca meglio che con le colonnine per le ricariche) ed è un parco con un costo più alto di altri (es. uno al largo del Molise con stessa potenza installata prevede di costare meno) ma forse con specifiche che gli permettono di ottenere un alto capacity factor (circa 35%, grazie a turbine di ultimo tipo, più alte, da 18 MW) e/o alta efficienza (magari turbine direct-drive?)
dichiarano 62 turbine da 18 MWh, cioè 1,12 GW di potenza nominale totale, una produzione annua di 3,5 TWh (da cui risulterebbe un capacity factor 35%), una durata utile delle turbine di 30 anni (30 anni x 3,5 = 105 TWh di energia totale ), un costo complessivo (costruzione, installazione e ripristino finale, manutenzione, opere di collegamenti alla rete) di 4 miliardi
4 miliardi / 105 TWh = circa 4 centesimi a Kwh
facendo un po’ di tara sui dati di progetto (es. durata turbine 25 anni e/o minore produzione) e aggiungendo i margini di guadagno, potrebbe forse in sede d’asta accettare l’assegnazione a
7-8 cent al kwh ? vedremo quando ci saranno le aste.. 7-8 sarebbe tanto rispetto agli standard delle rinnovabili, ma buono per uno dei primi impianti galleggianti; sarebbe già sotto al Pun medio attuale, e 3-4 volte meno costoso del kwh stimato per un SMR
la parte notevole dell’eolico, specie off-shore, è che lavora con buona regolarità anche di notte, insieme all’idroelettrico
Dispiace vedere che VaiElettrico, che si basa sui fatti per portare avanti e sostenere la causa della mobilità elettrica, mostri un approccio molto simile a quello dei “tradizionalisti del termico” quando si parla di fissione nucleare. Tra l’altro, onore ai meriti di Armaroli, che sull’argomento si è spesso, ma non è un fisico nucleare…
Si dimostrerebbe invece coerenza approfondendo il tema con l’Avvocato dell’Atomo e basandosi su fatti oggettivi, riconosciuti internazionalmente; parlare senza fonti serie e dando per corrette le informazioni che la stampa pubblica (la stessa stampa che fa sensazionalismo contro la mobilità elettrica) fa cadere le braccia.
E a proposito della fusione: investire solo su “quel” nucleare, significa spendere tutti i propri soldi per un biglietto di prima classe su un treno che non ci farà arrivare in tempo all’appuntamento…
L’articolo che sta commentando è la cronaca asettica di quanto è avvenuto al G7 di Torino. Non abbiamo espresso alcun nostro parere. Posso confermare però che siamo contrari a un ritorno al nucleare a fissione per tre motivi: costi, tempi, praticabilità politica. Infine, perché oggi, molto più che in passato, non ci è indispensabile. Come ho già scritto, ci sono fisici nucleari che la pensano come noi e come Armaroli Starace (Enel) sul nucleare: “Basta fantascienza, abbiamo solo rinnovabili e batterie”
anche no grazie,
sono propagandisti di bassa lega che si auto-legittimano occupando più spazi possibili, ma usano una bufale per frase, e si fanno auto-pubblicità e sostegno da soli sul web con l’uso di commenti fake, con tipico stile supponente, in mancanza di argomenti nel merito
Dai, il nucleare quando non abbiamo nemmeno il deposito nazionale e con le scorie che dovrebbero rientrare dalla Francia. Però Picchetto parla di deposito diffuso…. Quante ne inventano. Invece che parlare di ricerca sulla fusione (sarebbe certo più credibile), parlano di Smr, che commercialmente non hanno nemmeno dimostrato la sostenibilità economica. Insomma un gran fumo negli occhi, per non parlare di come invece spingere le rinnovabili è gli accumuli. Intanto Eni se la gode.
Esatto!!!!
E non solo Eni.
ANSA: “ROMA, 30 APR – “Se il quadro normativo verrà stabilito rapidamente, potremmo prevedere di dispiegare i primi Small Modular Reactors in Italia entro il 2033, una tempistica ambiziosa che si inserisce perfettamente nei requisiti della transizione energetica e degli obiettivi di zero emissioni nette entro il 2050”. Lo afferma in un comunicato Stefano Buono, ceo e fondatore di newcleo, società italiana del settore nucleare.”……..Ecco come hanno iniziato a prepararci “la sola”.
Come si fa ad ostacolare una tecnologia?
Se ne promuove un’altra praticamente irrealizzabile (attenzione ai termini: “praticamente” è la parola chiave, non significa che non si possa fare, ma che in pratica non sia realizzabile per questione di costi e tempi, esattamente come per i giacimenti di idrogeno, il fatto che esistano non significa che siano sfruttabili sia per ragioni tecniche che economiche, infatti al momento esistono nelle mappe dei geologi e basta).
Come il ponte Sicilia-Calabria: la questione non è quando si comincerà a costruirlo, ma quando e se sarà finito e cosa verrà fatto nel frattempo e cosa si sarebbe potuto fare nel frattempo pari investimento.
Con quello che serve per costruire una SMR installi ai due lati di ogni ferrovia e ogni autostrada dei pannelli FV bifacciali, installi degli Energy Dome a CO2 e ci compri un po’ di Megapack Tesla o CATL da 3/6 MWh.
In fondo all’Europa serve l’Italia: per sapere cosa NON va fatto, siamo un esempio.
Eh, d’altronde, anni di tagli all’istruzione, eccoci qui.
Qualcuno li ha pure eletti, quantomeno non ha fatto niente perché lo fossero, eletti.
Prima di parlare di nucleare diamoci un obiettivo più realista, più alla nostra portata: definiamo entro il 2050 il sito nazionale dove mettere le scoria di bassa e media intensità.
Complimenti per il nucleare, a Saluggia dove c’è il deposito delle scorie le malattie non si contano.
Pur di far lavorare (e straguadagnare all’italiana) i propri amici sono capaci di tutto.
E siccome per la realizzazione di una centrale i tempi sono ultradecennali personalmente ritengo che il nucleare in italia sia solo un diversivo per distrarre soldi ed attenzione del popolino dalle vere rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico e geotermico) e per proteggere il più possibile la sopravvivenza del loro grande amico: il petrolio.
Gli SMR non hanno nulla a che vedere con le vecchie centrali di prima e seconda generazione che avevamo in Italia… certo utilizzano la fissione ma sono costruiti in azienda e poi dislocati sul territorio dove necessario ( le singole unità sono grandi come un container ). quindi nessun tempo ultradecennale.
Soltanto mi pare che nessuna azienda li produca.
Mi darei un obiettivo ben più interessante: mini-SMR… che fanno da motore per l’auto, da caldaia per la casa… da energia per le industrie.
Dimensione massima 5 cm minima 1,5.
Ce la possiamo fare con un po’ di miniaturizzazione.
Questa sarebbe vera libertà… un atomo di trizio a testa ed andiamo avanti 100 anni.
Intanto avanti con le rinnovabili ad aria, sole e acqua.
Sì ma gli atomi di trizio devono essere almeno due, se no non fondono 😎
Ufffaaa, che spreco di energia…. puntavo al risparmio. 🙂
Normalmente infatti sono almeno tre: Trizio, Caio e Sempronio.
A.d.
Trizio, Cadmio e Seaborgio (giuro che esiste, ma è molto schivo).
Chiedo scusa queste sono le informazioni in mio possesso, ma ad essere sincero devo aggiungere che in uno stato il cui territorio è prevalentemente sismico andare a costruire centrali nucleari e siti di stoccaggio non mi sembra una scelta molto oculata.
Sì, evidentemente c’è una lobby molto potente che pensa di vedersi assegnate ingenti risorse pubbliche per la “rinascita del nucleare in Italia”, e che plausibilmente condiziona una buona parte della politica soprattutto di governo; d’altra parte c’è una destra politica che sembra cavalcare il nucleare per motivi anche ideologici (nel senso di contrapposizione ‘a prescindere’ con tutto ciò che gli ambientalisti in Italia hanno mai ottenuto, compreso il bando del nucleare grazie ai referendum).
“a Saluggia dove c’è il deposito delle scorie le malattie non si contano.” Falso. Porti dati a sostegno, la sua è una illazione inaccettabile. Mi auguro che intervenga la direzione.
Il mondo è un posto orribile perchè alla fine muoiono sempre tutti. 😇😉
Quindi non parla a vanvera Caprone Manicheo.
Conclusioni
In sintesi, in questo studio di analisi della mortalità delle popolazioni residenti nei Comuni sedi di impianti nucleari sono stati osservati alcuni eccessi di mortalità per alcune patologie che possono essere legate alla esposizione a radiazioni ionizzanti
“Sarebbero”, “potrebbero”, “eccessi”. Lo studio citato conclude che i dati sono sovrapponibili a quelli delle altre zone. Questo conclude. Altreo che “sarebbero” e “potrebbero”. Puro complottismo.
Analizzando singolarmente le patologie tumorali della classe B (cioè quelle con evidenza sufficiente di un ruolo eziologico delle radiazioni ionizzanti), nell’analisi complessiva sull’insieme dei Comuni si riscontrano alcuni eccessi di mortalità rispetto alla media regionale in uno o più dei periodi considerati (vedi Tabelle 4.2.B-1 e 4.2.B-2). In particolare, nell’analisi esclusa Latina (vedi Tabella 4.2.B-1), risulta un chiaro eccesso di mortalità per il tumore della tiroide, riscontrabile sia nell’insieme dei 30 anni, +50%, che nella prima decade, +89%. Risultano inoltre eccessi di mortalità anche per i tumori dello stomaco (nella seconda decade, +17%), dell’encefalo e del sistema nervoso centrale (nella prima decade, +33%). Nell’analisi inclusa Latina (vedi Tabella 4.2.B-2), risultano eccessi di mortalità per tumori delle ghiandole salivari (nella seconda decade, +78%), della pelle (nella prima decade, +83%) e del rene (nella seconda decade, +24%). Da notare che si osservano numerosi difetti di mortalità sia nell’analisi escluso Latina (vedi Tabella 4.2.B-1) che con l’inclusione di tale Comune (vedi Tabella 4.2.B-2).
Tratto da “rapporto stato di salute comuni “nucleari” del 2015.
Visto che lo studio fatto dalle aziende sanitarie non è di suo gradimento ci atterremo allo studio del Bar Sport da lei frequentato.
>> PROBLEMA COSTI
– reattori piccoli SMR dovrebbero generano kwh a circa 23-35 censt
– reattori classici di grande taglia kwh a circa 16-23 cents
– kwh elettrico da metano a ciclo combinato a 7-9 censt
– kwh elettrico da metano a ciclo semplice a 12-16 censt
– la rinnovabile più costosa (eolico galleggiante) a 5-9 cents
– le rinnovabili meno costosa a 1 censt a kwh
>> PROBLEMA AUMENTO SCORIE
i reattori piccoli producono sino a 30 volte più scorie rispetto a quelli classici, per un sfavorevole rapporto superficie/volume, sarebbe un netto peggioramento
spiegazione divulgativa
https://www.wired.it/article/le-mini-centrali-nucleari-in-realta-saranno-super-inquinanti/
studio Stanford University e University of British Columbia
https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.2111833119
>> DI NUOVO – VISUALIZZARE I COSTI
400 TWh annui Italia se generati con un mix rinnovabile costano 8-30 miliardi l’anno
( 8 è un caso estremo ideale, come in Portogallo e Spana, con Pun a 2 censt kwh: 30 invece è il caso peggiore, corrisponde a un Pun medio di 7 cents kwh)
400 TWh annui Italia con reattori piccoli SMR costerebbe 92-140 miliardi l’anno
anche una minima quota nel mix sarebbe uno spreco di miliardi ogni anno; in pratica alcuni gruppi politici, pur di prendere una lauta stecca, stanno proponendo (con l’inganno) di aggravare il bilancio statale per i prossimi 40 anni
stesse conclusioni in questo studio discusso dal ministro dell’industria australiano che compara i costi di diversi mix energetici:
https://www.minister.industry.gov.au/ministers/husic/media-releases/gencost-confirms-renewables-remain-cheapest-form-energy-cost-nuclear-reactors-skyrocket
Grazie per gli interventi sempre precisi e utili sul tema del nucleare. Riguardo ai costi che citi, da quali fonti sono tratti (non te lo chiedo per mettere in dubbio le affermazioni, ma per potervi fare riferimento io stesso)? Mi sapresti dire se ci sono studi aggiornati che confrontino i costi dell’inserimento di una quota di nucleare nel mix energetico per sopperire alla variabilità di produzione energetica legata alle rinnovabili, rispetto all’ottenimento dello stesso risultato con lo storage energetico di larga scala (batterie, pompaggi, e in un prossimo futuro auto elettriche collegate alla rete)? Ricordo che alcuni anni fa un ricercatore (di Padova, mi pare) pubblicò uno studio, molto pubblicizzato sui mezzi di informazione e da alcuni politici pro-nucleare, in cui si dichiarava di dimostrare la maggiore economicità di un mix energetico che includesse rinnovabili e nucleare rispetto a uno con sole rinnovabili più storage, ma lo studio faceva riferimento a costi stimati per lo storage che erano (così mi parve) molto più alti di quelli già allora prevedibili, e ancora più lontani dai costi di oggi… Comunque, quello dei costi è solo uno degli aspetti della questione, ci sono molti altri motivi per ritenere la nuova corsa al nucleare italiano una follia (interessata) senza futuro…
ciao, ti lascio qualche referenza sui costi
==== discussione basica da 2 minuti sui costi ===
sono i grafici già postati sui costi dell’energia LCOE = cioè costi completi sul ciclo di vita degli impianti, divisi per i kwh totali prodotti negli anni, e “senza lo sconto dei sussidi”;
detto in altro modo, è la somma dei costi al kwh che saranno caricati nella bolletta, e dei costi meno ovvi ma eventualmente anche presenti che saranno caricati in altre tasse, per finanziare eventuali sussidi dello Stato agli impianti, come è tipico per il nucl. (guarda caso nessun investitore privato mette i suoi soldi negli impianti, perché sono in perdita) ma ha ricevuto sussidi anche il fotovoltaico di tipo domestico
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp
GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png
il grafico di Bloomberg H1 2023 viene da questo articolo in inglese
https://about.bnef.com/blog/cost-of-clean-energy-technologies-drop-as-expensive-debt-offset-by-cooling-commodity-prices/
già dal grafico bloomberg (è il più aggiornato dei due) puoi comparare i prezzi al kwh di diverse opzioni usabili formare o stabilizzare con un back-up un mix di rinnovabili
==== possibili scelte come quota flessibile (back-up) nei mix energetici ===
– idroelettrico, è programmabile e può fare stoccaggi di energia; nelle analisi degli americani (forse mirate agli investitori) spesso non compare, ma è l’opzione più ovvia, il costo al kwh diretto è stracciato (sempre sotto 2 cents), ed è basso anche quello dei kwh restituiti dopo stoccaggio con pompaggi nei bacini
– metano a ciclo combinato, modula la potenza ma in 20-30 minuti, perchè hai due turbine, una a gas e una a vapore, accoppiate tramite scambio termico, con una certa inerzia; ad oggi da noi credo circa 7-9 cents/kwh
– metano turbine a ciclo semplice, accensione rapida, modulazione potenza rapida, in pochi secondi, come i motori degli aerei; ad oggi credo 12-16 cents/kwh; il costo sembra alto ma si paga solo quando vengono usate (hanno più costi di carburante che costi fissi, al contrario del nucl.)
– accumulo a batteria chimica; ancora costa ma cala rapidamente, ad oggi forse è sceso a 12-16 cents per kwh restituito dopo stoccaggio
cioè i megapack di rete come costi (che scendono rapidamente) hanno iniziato a fare concorrenza sui costi alle centrali a metano a ciclo semplice, forse le metterebbero fuori mercato se non fosse che le batterie installate sono ancora poche, e allora si usano più come stabilizzatori “fini” di rete (forniscono o assorbono potenza in modo ultrarapido e preciso) che come fonte massiccia di energia; però vedremo tra 2-3 anni, quando ci sarà la produzione di batterie ione-sodio, già in commercio in oriente, e pare scalabili a quantitativi enormi
– quote di biogas e bio-energie, in parte programmabili ma sono bassi quantitativi
– idrogeno verde; come back-up ancora è caro, nel grafico stimano 22,5 cents a kwh, (225 dollari/ MWh), scenderà in futuro
– nucliare; stimato a circa 16-23 cents a KWh, o 23-35 cents nel caso dei SMR
qui già penso si capisce non è competitivo in campo energetico, se non per sinergie militari (produrre plutonio per gli armamenti, come sta facendo al Cina, e come abbiamo fatto anche noi occidentali tanti decenni fa) oppure in ambiti particolari ad alto costo, come un sottomarino o una porta-aerei militare
==== discussione da 15 minuti, con più dati ===
si possono usare alcuni grafici l’ultimo report periodico di LAZARD
Lazard è una banca di investimento centenaria americana, un punto di riferimento; con l’avvertenza che i costi sono queli tipici del mercato americano, da loro il gas costa meno che da noi, l’eolico costa un po’ più che da noi (anche per il costo dell’acciao); inoltre potrebbe uscire l’aggiornamento 2024, il report del 2023 sono dati già un po’ obsoleti (anche perché nel 2022 e 2023 i prezzi erano volatili per strascichi della crisi logistica)
Levelized Cost of Energy: Version 16.0, PDF scaricabile da questa pagina:
https://www.lazard.com/research-insights/2023-levelized-cost-of-energyplus/
comparano costi delle varie fonti, totali oppure solo spese di gestione; ad es il nucela, di soli costi di gestione, stimano circa 3 cents a kwh, può essere vantaggioso nel caso in cui puoi prolungare la vita di un impianto già esistente; invece il costo completo qui lo stimavano tra 14 e 22,5 cents a kwh; 14 credo sia in caso di teorica costruzione “overnight”, idealmente in una notte, ma sappiamo ci vogliono anni, e se va male decenni; in un report precedente (scaricabile dal loro sito) mostravano la stima anche degli SMR, mi pare da 23 a 30 cents kwh; girano stime recenti anche più alte (vedi il link allo studio australiano postato nel messaggio sopra)
per i costi delle rinnovabili, manca l’idroelettrico (incluso in report precedenti e che non è cambiato nel tempo), mentre includono casi con associati stoccaggi di batterie al litio; in inglese vedo le chiamano “renewables firmed”, cioè “consolidate”, ti segnalo:
– Tabella a istogrammi – costi kwh varie fonti (senza sussidi)
a pag. 2 ( pag. 5 del PDF elettronico)
– Tabella a istogrammi – costi kwh rinnovabili “consolidate” con batterie
a pag. 8 ( pag. 11 del PDF elettronico)
– Grafico – andamento negli anni costi al kw delle varie fonti
a pag. 9 ( pag. 12 PDF elettronico)
nalla parte finale del report ci sono altri conti ed esempi americani di storage a batteria ma già obsoleti come costi (progetti iniziati alcuni anni fa, costi doppi o tripli)
=== casi europei ===
se vai a cercare i dati più aggiornati di spesa del reattore di Flamaville (Francia ), o quelli di Hicley Point C (Inghilterra), rapportati al 2023, siamo a circa 25 miliardi di euro a singolo reattore 1,6 GW nominali (capacity factor realistici su periodi lunghi, incluse le manutenzioni, sono circa 85%, oppure meno se venisse modulata la potenza) per la sola costruzione (esclusa la centrale, solo i reattori); poi c’è la gestione, il carburante e la sua filiera, lo smantellamento e la gestione scorie, tutto compreso dovremmo essere sui 50 miliardi a reattore di soli costi vivi, più i margini e le speculazioni; in italia ogni reattore sarebbero quasi 1000 euro a testa (o a debito pubblico)
>> i contratti di vendita KWh della centrale rinnovata di “Hicley Point C” prevedono in euro del 2023 circa 18 cents/kwh, con rivalutazione automatica annuale con l’inflazione nei 35 anni di funzionamento (ma penso verrà fermata molto prima)
>> come confronto, i contratti d’asta per i primi 20 o 25 anni di fornitura di energia dai parchi di rinnovabili utility in Spagna del 2020 (parchi privi di sussidi, solo investimenti privati) sono stati firmati stabilendo nelle aste prezzi tra 1,3 a 2,5 cents a kwh; aspetto notevole, si tratta di un prezzo fisso senza rivalutazione negli anni con l’inflazione, per cui con ulteriore sconto
=== report WNISR e dati reattori SMR ===
report annuali WNISR (gruppo internazionale di scienziati e tecnici), ci vuole tempo per leggerli, sono in inglese e sono quasi dei libri, contengono notizie dettagliate e referenziate sul nucl e con costi dei singoli casi e singoli progetti (es. i dati sui costi del Nuscale progetto americano poi chiuso e ora riproposto simile in europa), poi anche cause legali e fallimenti di società sugli ultimi impianti costruiti, aggiornamenti sulla situazione in varie parti del mondo etc; report 2023 si trova qui:
https://www.worldnuclearreport.org/
=== studio australiano sulle rinnovabili consolidate ===
nel link citato nel commento sopra, c’è uno studio australiano recente fatto in collaborazione tra Australia’s national science agency, CSIRO, e Australian Energy Market Operator (AEMO), e presentato dal ministero dell’energia australiano
compara i costi ( 1 dollaro australiano = 0,61 euro) nel loro caso (australia) di:
A) costi al MWh per solo fonte FT ed Eolica
B) FT + eolico + batterie, ovvero un mix firmed, “consolidato” (loro non hanno abbastanza idrolettrico a fare da bilanciamento, devono affidarsi solo alle batterie, oppure ai fossili)
C) costi dei mini reattori; secondo lo studio costerebbero da 2 a 7 volte lo scenario B (rinnovabili + batterie), per cui lo studio è una stroncatura di questa ipotesi
=== scenari rinnovabili di Terna ===
sono addetti ai lavori, non you-tubers o politici furbetti; prevedono scenari dettagliati di mix elettrici con quote crescenti anno per anno di rinnovabili, con obiettivo 100%, e nel report fotografano il mix energetico previsto in italia nella tappa intermedia del 2040
PDF ” Descrizione di scenari energetici -2022″ scaricabile da qui:
https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/rete/piano-sviluppo-rete/scenari
Ottima notizia per il blocco dell’uso carbone..guardavo giusto ieri “coffe break” su LA7 e parlavano di nucleare…mini reattori (che fa’ molto meno paura di CENTRALE NUCLEARE)..e del referendum passato… c’erano politici e opinionisti e se ne escono con :” d’altronde un referendum non è per sempre”..e stavano argomentando come trovare una soluzione legislativa per aggirare una espressione del popolo …:” non si può fare un referendum dopo Chernobyl,l’opinione pubblica era sensibile”…ettecredo ,ero piccola e mi ricordo il non bevete il latte,non mangiate le verdure…e dovremmo votare alle europee gente che vuole aggirare una espressione del popolo?..e te lo dicono pure…senza vergogna 😦
Anch’io ricordo bene mentre da ragazzo da dietro il vetro osservavo la pioggerella che cadeva sul terrazzo di casa da una perturbazione proveniente da est (che sfortuna) qualche giorno dopo Chernobil… non si poteva uscire, quella pioggia conteneva cesio radioattivo, da cui il divieto di mangiare insalata e alcuni altri generi alimentari nel periodo successivo… le partite illegali di grano ucraino contaminato che di tanto in tanto venivano rinvenute dai NAS, anche a distanza di anni… Concordo, il tentativo di aggirare il referendum, anzi i due referendum contro il nucleare (1987 e 2011, mi pare) è una vergogna.
Questo in quasi 60 anni penso sia il peggior governo che abbia mai visto/sopportato.
Vista la progressione, il peggior governo sarà il prossimo, di qualsiasi orientamento sarà. Cambieranno solo i temi in cui sprecare risorse e fare arretrare l’Italia.
Senza ombra di dubbio
ricordo un documentario su netflix sulla vicenda di chernobyl: alla fine c’era l’intervista a gorby dove, tra le altre cose, ricordava di aver avvertito i paesi europei della nube che stava arrivando.. disse che la francia ha sempre negato (nonostante l’evidenza meteorologica = venti/perturbazioni) piogge radioattive e altro sul suo suolo, a differenza dei paesi confinanti. cupola?