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Fresco di stampa: “Auto elettriche come il gas russo”

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auto elettriche gas russo
In media nei 9 Paesi europei più importanti le auto elettriche nel ciclo di vita emettono il 63% di CO2 in meno.

Abbiamo letto anche questo:  che le auto elettriche sono peggio del gas russo. Dopo “Piazza Pulita” sulle 52 ore del viaggio Roma-Reggio Calabria (leggi) e lo sfogo della giornalista fiorentina ecco un altro esempio, l’ennesimo, del pressapochismo con cui la stampa italiana affronta i temi della transizione energetica e della mobilità sostenibile.

Dalla padella russa alla brace cinese

Tutta Europa si chiede come affrancarsi dalla dipendenza del gas russo, grazie al quale oggi riscaldiamo le nostre case, produciamo circa un terzo dell’energia elettrica e diamo energia ad alcuni dei settori portanti della nostra economia. Ma questo è ancora niente se paragonato a un nuovo e ben più drammatico rischio legato alla transizione dall’auto a pistoni a quella elettrica.

Significherebbe «passare dalla padella degli idrocarburi russi alla brace dell’automotive cinese» ammoniscono infatti i tre quotidiani del Gruppo Monti-Riffeser (Il Giorno, il Resto del Carlino e La Nazione) in un’inchiesta apparsa a pagina 9 dell’edizione di domenica 24 aprile.

Tabarelli-Bonometti, i giudizi imparziali

Per dimostrare la tesi dell’ardito titolo a tutta pagina («Auto elettriche come il gas russo») l’articolista chiama a supporto fonti “terze” ed imparziali. Tipo il guru dei petrolhead Davide Tabarelli e  il consigliere di Confindustria Marco Bonometti, titolare di Officine Maccaniche Rezzatesi, azienda specializzata nella produzione di componenti motore e trasmissione in alluminio e ghisa per l’automotive.

Ai due è affidata la riproposizione di sconvolgenti “verità”. Bonometti, per esempio, ci svela che «in Italia mancano le materie prime per le batterie, cioè litio e nichel, che arrivano dall’Asia». Ma: in Italia mancano tutte le materie prime, compresi i metalli che Bonometti utilizza nella sua azienda; il litio proviene suprattutto dall’Australia e dal Sud America; il nichel si estrae in tutti i continenti, dall’Africa, dall’Australia, dal Nord America.

La Cina, rincara la dose l’articolista, produce metà del totale delle auto elettriche vendute oggi nel mondo e metà dei 12 milioni e rotti stimati per il 2028. Ma: la Cina produce soprattutto per i suoi 1,2 miliardi di abitanti, che infatti rappresentano metà del mercato mondiale delle BEV;  la Cina domina già il mercato auto in generale con oltre il 30% della quota globale e l’Asia nel suo complesso arriva oltre il 65%; le vendite di auto cinesi in Occidente, elettriche o termiche, sono pari a zero virgola.

Ciononostante Tabarelli è convinto che con le fonti rinnovabili e le auto elettriche «ci diamo la zappa sui piedi». La sua ricetta? «Ricerca sull’efficienza del diesel». Insomma, quello che l’industria dell’auto sta cercando di fare da vent’anni, senza cavare un ragno dal buco.

Tuttavia questi sono pareri. Discutibilissimi, ma legittimi. Ancora più sconcertanti sono però i titoletti a corredo della pagina.

28 mila colonnine: se vi sembran poche…

Dove si svela, per esempio, che i punti di ricarica pubblici per auto elettriche in Italia sono «solo 28 mila». Pochi o tanti? L’articolista non lo dice. Rapportiamoli però alle auto elettriche circolanti, che sono meno di 200 mila. Per 38 milioni di auto termiche, invece, sono disponibili in Italia meno di 20 mila distributori di carburante; numero per di più in rapida riduzione, mentre i punti di ricarica per auto elettriche negli ultimi tre mesi sono aumentati del 7% (ritmo al quale ce ne troveremo il 28% in più a fine anno). E senza dimenticare che i possessori di auto elettrica ricaricano per il 90% nel garage di casa…

E sulle emissioni? Numeri a casaccio

Un secondo titoletto recita: «Le vetture cinesi inquinano di più». Lo «dimostra», leggiamo, uno studio della Fondazione Caracciolo (centro studi dell’Aci) in collaborazione con il  centro ricerche sull’automotive dell’Università Guglielmo Marconi.  Pur senza spiegarne il motivo, il breve articolo, 20 righe in tutto, sostiene che le auto cinesi emettono il 35% in più «di carbonio» (anidride carbonica, in realtà) di quelle europee. Peraltro nella premessa si dice che «dalla fabbricazione alla rottamazione un’auto elettrica produce emissioni fino a 29 volte più basse rispetto a un veicolo endotermico». Alzi la mano chi ci capisce qualcosa.

 

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Apri commenti

85 COMMENTI

  1. Alessandro, grazie mille per la risposta. Tuttavia credo che tu non sappia cosa producono le Officine Meccaniche Rezzatesi. Se c’è un’azienda che ha tutto da perdere dall’elettrico sono proprio loro, te lo garantisco, perchè fanno proprio meccanica di base, quella che verrà spazzata via per manifesta inutilità dai motori elettrici. E’ inutile che ci giriamo intorno: il cambio non serve più, la frizione non serve più, l’impiano di aspirazione non serve più, i supporti motore possono essere integrati nella carcassa del motore elettrico…..conosco been quella realtà, ed è una relatà che può benissimo contrarsi del 90% con la produzione di auto elettriche, fidati.

    • E allora si daranno ai kalashnikov prodotti su licenza. Finchè c’è guerra c’è speranza. ☝️

      • O si convertiranno a produrre qualsiasi altra cosa, o i dipendenti verranno formati per fare altre cose magari in un’altra azienda. O dobbiamo essere paralizzati nello sviluppo sociale ed economico per il solito fastidioso ricatto sociale in stile Agnelli?

    • Purtroppo (per loro), sì. A parte un riduttore, la meccanica di un’elettrica nella trasmissione si riduce a quello: 2 ingranaggi (tralasciamo le elettriche di nicchia con il cambio a 2 rapporti).

      Quindi proprio imparziale Bonometti (ma è scritto Bonomelli in due punti) non può essere.

      • Assolutamente no. Forniscono volani, carter, coperchi, tecnicamente “Sottogruppi premontati”. Per loro sarà un disastro, a meno che non si inventino qualosa che francamente, proprio non riesco ad immaginare. Dovrebbero mettersi a fare motori elettrici, o magari assemblare batterie. I soldi non gli mancano.

        • -Dovrebbero mettersi a fare motori elettrici, o magari assemblare batterie. I soldi non gli mancano.-

          Vede che il suo nick non è casuale? 😉
          Poi ovviamente nessuno dice che sia facile e che si possa fare dalla sera alla mattina.

          • il problema, sopratutto in italia… è che per investire nel cambiare qualcosa che funziona è difficilissimo … molti ci vanno a sbattere sapendo che ci sbatteranno piuttosto che cercare di adeguarsi in tempo. Sono anni… decenni che si sa che l’elettrico sarebbe arrivato ma se senti la gente ancora oggi ….. ehhhhh chissa quanto ci vorra prima che l’elettrico prenda piede … poi un bel giorno si svegliano e la realta li fa a pezzi… molti … per fortuna non tutti

        • Io questo piagnisteo non lo capisco proprio: io lavoro in un’azienda dove ogni santo giorno dobbiamo inventarci il futuro. Sappiamo cosa abbiamo fatto fino ad oggi ma non cosa faremo l’anno prossimo. E siamo sempre qui, vivi. E senza aiutini e aiutoni statali. Avanti, rimboccatevi le maniche e smettete di piangere.

  2. A me è bastato leggere “Tipo il guru dei petrolhead” o “il consigliere di Confindustria” per smettere di leggere il resto e capire che sicuramente c’è della malizia…
    Invece di impegnarsi ed evolvere, il settore industriale italiano si trincera nel solito catenaccio per difendere lo status quo… il pianto rende da subito, mentre investire per rinnovarsi e cambiare no.
    In Italia si sceglie sempre l’uovo oggi, puntando sul solito problema sociale ed economico dei licenziamenti perché si sa, l’auto elettrica non crea occupazione perché cresce sugli alberi.
    Poi i creativi, leggendo l’articolo, provano anche altre strade.

  3. Si parla della Cina che usa il carbone per produrre energia, ma anche la Germania che stà dismettendo le centrali nucleari usa il carbone per produrre energia e lei nel suo territorio a molte miniere di carbone a cielo aperto

  4. Probabilmente a certe persone aprono la bocca, o digitano sulla tastiera, solo per dare aria ai denti senza collegare il cervello, e che basterebbe leggere meglio i dati per capire che l’elettrico è l’unica soluzione possibile

  5. L’articolo citato denota molto buon senso e ci fa riflettere su una verità palese, dalla padella russa alla brace cinese riassume in breve la situazione reale, che piaccia ai nostri sinofili o meno. Senza ombra di dubbio la Cina è peggio della Russia e solo degli incoscienti si augurano di diventare dipendenti di una simile mostruosa dittatura militare comunista in nome di un vago vantaggio di carattere ecologico che a livello pratico non esiste. Già in passato abbiamo fatto lo stesso errore e sembra che le medesime persone che ci fecero fare l’errore di rinunciare al nucleare per farci diventare schiavi del gas russo vogliano ripetere lo stesso errore, perché? Sono persone semplicemente incapaci e continuano a fare gli stessi errori o sono in malafede e pagati per portare avanti la medesima ideologia? Penso siano l’uno e l’altro. Di poche cose siamo certi, e queste sono le seguenti: non si può portare avanti una transizione ecologica fondata sulle terre rare e su minerali la cui filiera produttiva è controllata da una nazione palesemente nemica che uccide i propri cittadini e minaccia le nazioni vicine, non ci si può affidare completamente ad una tecnologia immatura, poco flessibile, incapace di esistere senza essere sovvenzionata. Le EV buone sono solo quelle la cui filiera e’ tutta in Europa o in USA o in Giappone e Corea, le altre sono a rischio ricatto della Cina, e già ora hanno problemi di supply chain come insegnano VW, Renault e la stessa Tesla con Shanghai. Preferite negare la realtà? il risultato sarà lo stesso disastro avuto nel negare la bontà dell’energia nucleare. Quale è lo scopo di introdurre la mobilita elettrica? ridurre l’inquinamento. Produrre in Cina aumenta l’inquinamento globale perché in Cina NON si produce seguendo alcun protocollo ecologico. Chi lo nega è sciocco ed in malafede e vada ad indagare senza accettare le mazzette della pubblicità del made in China. Usare le EV mentre l’energia elettrica continua ad essere prodotta per ovvie ragioni usando per lo più carburanti fossili è un palese controsenso. Le EV giuste sul mercato ad oggi sono le premium comprate da persone che hanno impianti fotovoltaici nella propria villa in stile Tesla. Gli altri non riducono l’inquinamento ma invece aumentano la criticità del sistema energetico. La strada verso le EV non va forzata con leggi vessatorie ma va lasciata alle scelte del mercato, l’unica legge democratica in grado di decidere la bontà di un prodotto. Chi dice il contrario non è democratico, è un eco-nazista e il suo posto è la Cina, non a caso presa spesso ad esempio positivo proprio da coloro che pretendono di passare per quelli che ci tengono al pianeta.

    • Mattia ma ce l’hai un’idea di quanti componenti per l’industria automobilistica sono attualmente (e gia da tempo) prodotti in Cina? E parlo delle auto termiche eh, non solo delle elettriche. Lo sai che la stragrande maggioranza dei componenti su cui si basa l’intera infrastruttura di telecomunicazioni in Europa è costruita in Cina? Vogliamo parlare di componenti di elettrodomestici, smartphone ed elettronica di consumo in genere? Quindi di cosa stiamo parlando? Quando ti compri lo smartphone nuovo (che di prodotto in europa non ha nemmeno la cover) non la fai la battaglia ideologica da difensore della patria, scommetto. O forse sui social (dove hai preso la maggior parte delle baggianate che hai scritto) nessuno te l’ha detto?

    • Con il suo ragionamento saremmo ancora a girare con auto non catalizzate ( che al loro interno contengono metalli preziosi di fonte dubbia ) con benzina al piombo. Saremmo in ginocchio con un livello di malattie quali il saturnismo fuori controllo. Lei è sicuro di non aver respirato troppo a lungo gas contenti piombo combusto?

    • Le elettriche avendo un motore con una resa prossima al 99%, già con le centrali termoelettriche (che hanno una resa doppia rispetto al motore a combustione termica) inquinerebbero meno di un motore a benzina/gasolio/gpl.

      E se ci mettiamo dentro pure l’indotto di raffinazione e ritrasporto il termico come resa ed inquinamento diventa quello che è: una piaga per l’intera umanità e per il pianeta terra.

      L’elettrico vincerebbe sempre anche se non esistessero le fonti rinnovabili.

    • Mattia faccia una bella cosa, se ce la fa…
      Controlli quanti elettrodomestici ha in casa con la scritta Made in China e poi si chieda se saranno le batterie a renderci schiavi della Cina Comunista…

    • La fai troppo complicata.Non sono una persona benestante, ma con un po di sacrificio nel 2020 ho acquistato una e-Golf prezzo di listino 31.000€-Bonus e nel 2021 ho installato un FV da 6 Kw 12.000€-bonus, conclusione mentre i politici continuano a parlare bla bla bla e fare la guerra agli oligarchi del fossile, io mi sono chiamato fuori e non emetterò più CO2 e non consumerò più fossile per spostarmi e riscaldarmi , visto che tengo l’auto con cura maniacale conto di poterla tenere per tantissimi anni , io credo anche 20/30 anni, tanto fin che va va, anche se la batteria si degraderà un po basta che funzioni e motori elettrici e gli azionamenti di potenza sono praticamente eterni almeno mutuando le casistica degli azionamenti industriali.

  6. Che l’elettrico sia il futuro ne siamo convinti in tanti, al di là del contenuto di certi articoli un po’ “buttati lì”.
    Ciò che preoccupa è in realtà lo spostamento della produzione di auto e componentistica dall’Europa all’Asia, con la Cina a farla da padrone. Auto-imporci delle regole ecologiche molto restrittive quando 1,5 miliardi di cinesi ed altrettanti indiani producono gran parte della loro energia elettrica con fonti fossili (petrolio, gas ed il terribile carbone) mi sembra francamente un’idiozia.
    Per di più per accelerare il nostro passaggio all’elettrico i Governi europei stanno investendo grandi risorse che servono a incrementare le produzioni asiatiche.
    Forse sarebbe il caso di sedersi tutti quanti intorno ad un tavolo e capire sia come convertire la nostra industria (in realtà solo una parte di essa) e sia come fare una vera transizione ecologica sganciandola da incentivi che sono semplicemente folli. Pensiamo a quanto costa l’ecobonus 110% (strettamente legato al passaggio ai veicoli BEV): sono “omaggio del Governo” i pannelli fotovoltaici, la batteria d’accumulo e la colonnina di ricarica. Che senso ha? E per chi non può e non potrà accedere a queste regalie, come sarà gestibile economicamente la transizione?

    • Si tratta di cambiare il tessuto produttivo nazionale a partire da subito, vedi italvolt. Il resto che lei denuncia è un piangersi addosso reazionario senza futuro

  7. Mah…sono giusto due anni che giro in elettrico… vado dove voglio, lontano quanto voglio (sì proprio così!! ) e carico senza grossi problemi…il tutto molto ma molto meglio di quanto avevo previsto. Possono scrivere quello che vogliono il cambiamento andrà avanti inesorabilmente esattamente come capitò con il cavallo. L’importante è documentarsi e cercare di fare la scelta giusta in base alle proprie esigenze esattamente come per lo spazzolino da denti!! Poi chi ha il paraocchi, chi deve difendere certi interessi, chi aspetta per essere ben sicuro o non può permetterselo…chi è sprovveduto…molto sprovveduto e’ sempre esistito.

  8. Se La neccessita di staccarci del gas russo e inesorabilmente legata ai impegni dei accordi di Parigi quella di ridure la nostra dipendenza dei altri due continenti Cina India e legato slla salvaguardia del mondo occidentale
    Nel 1973 la Francia dichiarava che ha scapito di avere petrolio aveva delle idee
    Oggi nel emergenza climatica e geopolitica Renault e Valeo su questo filo conduttore e sulla neccessita imperiosa di ridure la dipendenza di materie prime , propongono la via maestra di motorizazioni prive di terre rari la cui assenza che sarra compensata da una concezione ad hoc che ridura significatamente e definitivamente l’apetibilita di questo approccio

    https://www.bfmtv.com/auto/renault-et-valeo-s-allient-pour-creer-un-moteur-electrique-sans-terres-rares_AV-202202100111.html

    • Sul Sussidiario si leggono molti articoli negazionisti del cambiamento climatica. Pazzesco. Gente che dice che il cambiamento climatico non c’è e se c’è non è colpa dell’uomo. Per dire il livello.

  9. Si ragazzi ma qua si parla di metalli rari. Mentre sulle fonti attualmente in uso puoi chiedere a piu’ stati, diminuisci il gas russo alzi da un altro stato, sui materiali nobili praticamente ci sono loro ( visto che hanno anche mezza Africa).

    Se l’aumento fosse esponenziale di richiesta di produzioni di batteria…. quanto questo potrebbe inficiare sui prezzi di approvigionamento/trasmormazione/vendita?

    Io credo, visto il periodo storico attuale, che cercare di essere PIU’ INDIPENDENTI POSSIBILE , dovrebbe essere la BASE per i progetti futuri. Se l’elettrico può portare a questi scenari di indipendenza allora si continua….altrimenti sarà solo una parte di un sistema di locomozione. Il resto DEVE essere il piu green possibile o con minore impatto possibile.

    Io la vedo così…… altrimenti si passa davvaero dalla padella alla brace CINESI…. e poi tutti, a posteriore, fare i commenti da “professori” faciloni

    • Litio, nichel e cobalto non sono metalli rari. E la Cina non è fra i primi dieci produttori mondiali di nessuno dei tre minerali. Poi se i cinesi (ma anche coreani e giapponesi) hanno imparato a costruire le batterie prima e meglio di noi europei e hanno stretto rapporti commerciali con i fornitori africani o sudamericani, vuol dire soltanto che sono stati più intelligenti e lungimiranti di noi. L’Europa può darsi una mossa per recuprare il tempo perduto. Ma di certo non potrà mai estrarre gas e petrolio da giacimenti che non ha.

      • La Cina è stata lungimirante, non c’è dubbio. Pechino controlla la produzione e la raffinazione di litio, nickel e cobalto, metalli essenziali per la realizzazione delle batterie per auto elettriche.

        In particolare, nei suoi territori è presente pochissimo cobalto (la percentuale estratta si aggira intorno all’1%), ma ne viene raffinato e lavorato più dell’80% di quello che viene immesso sul mercato. Nickel estratto e nickel lavorato sono quasi equivalenti, intorno al 35%, mentre viene estratta sul territorio una percentuale di litio che si aggira intorno al 15% e ne viene lavorata circa il 50%. E sempre in Cina si produce quasi il 70% delle batterie agli ioni di litio a livello mondiale. Insomma sono avanti anni luce.

        Vale come il discorso gas, se non dividi su piu’ mercati sei dipendete…. idem vale per le batterie… .ma se iniziano a scarseggaiare, o peggio iniziano ad alzare i prezzi, inizia a diventare non conveniente. il Gas, Europa non l’ha, ma chi ha il gas sono molti stati, mentre materiali di questo genere non risicati.

        Mio punto di vista, il riciclo di tutte le materie dai nobili al meno nobili , ferro etc etc, sarà la verà svolta dell’indipendeza di uno stato, oltre a trovare soluzioni innovative che permetteranno un minor uso, o meglio proprio l’assenza, di certe materiali difficili da reperire.

        • Partendo da fatto che sole e vento sono in assoluto le uniche “materie prime” che non mancano a nessuno. (anche gas e petrolio, però, sono “risicati”. Molto più del litio, per esempio. E quelli si bruciano, non si riciclano)

          • si, ma mentre le prime sono accessibili a tutti…. l’ultima o le ultime potrebbe essere un problema se ci si basa SOLO sulle batterie come risposta unica. Vuol dire passare da un stretta … ad un’altra stretta di cui non si conoscono i risvolti.

            Direi che l’attuale problematica dovuta alla guerra dovrebbe far pensare prima di immergerci mani e piedi senza alternative.

          • Le alternative ci sono e si possono creare. O pensa che l’Europa non abbia tecnologia e risorse per costruire una batteria?

      • Veramente in Europa ci sono giacimenti ricchissimi. Al largo della Norvegia e nel mare del Nord ad esempio.

        • Ricchissimi per niente: in parte già esauriti o di difficile sfruttamento. La produzione è inferiore al 3% del fabbisogno mondiale.

          • “Dal nuovo giacimento, chiamato Johan Sverdrup, la Norvegia potrebbe estrarre quasi 3 miliardi di barili di petrolio”. Posso chiederle la capacità estrattiva del litio in Europa?

          • Tre miliardi di barili sono il consumo di petrolio mondiale in un mese….Possiamo stare tranquilli

          • L’Astuto
            3 miliardi di barili è la produzione di petrolio dell’Arabia Saudita in 10 mesi, al ritmo attuale.
            Però ne hanno, in giacimenti già conosciuti, 266 miliardi.
            Complessivamente, a livello mondiale, di riserve CERTIFICATE (quindi non di giacimenti potenziali, ma di giacimenti già sfruttati) ne abbiamo quasi 1600 miliardi di barili.
            Quindi i 3 miliardi della Norvegia sono pari al 2 per mille.
            La Norvegia ha il 3,5% delle riserve RUSSE. Che sono un quarto del solo Venezuela, ad esempio. Il Canada ha 170 miliardi di barili.
            Quindi ricchissimi è indiscutibilmente sbagliato.

            Litio: cosa intende per capacità estrattiva? Averlo, la capacità di estrarlo o la capacità di lavorarlo? Sono 3 cose molto diverse.
            Per averlo, lo abbiamo, in tutta Europa (anche in Italia).
            E a differenza del petrolio, che va bruciato nell’atmosfera nei motori termici e nei riscaldamenti, nelle batterie a fine vita (dopo 15 anni) lo si ricicla al 97%. Per cui arrivati a regime ne serve un 3% annuale, questo oggi, domani probabilmente meno.
            Essere capaci di estrarlo o essere intenzionati a farlo è un altro discorso, ma prima di tutto bisogna averlo e noi lo abbiamo, il petrolio, NO.

    • ..quanta disinformazione allo stato puro! Fa quello che scrive ootrei elencarle quali TV o giornali consulta più o meno quotidianamente.

  10. Sono andato a leggere lo studio della Fondazione Caracciolo, perché non ci volevo credere . Ma è vero!!!… c’è proprio scritto che le auto elettriche cinesi emettono “carbonio” …. 👍👍👍😂😂😂

    • Non ho letto l’articolo, ma immagino vogliano intendere che tutto ciò che è prodotto in Cina, visto che loro usano un mix energetico molto più spostato verso il carbone, produce maggiori emissioni di CO2, rispetto ad analogo prodotto realizzato in Occidente. Quindi anche un’auto elettrica.

      • Non hai capito il senso delle mie parole Giovalx😊…io ironizzavo sulla frase : “le auto elettriche cinesi emettono Carbonio” che equivale a dire (per esempio) “ le auto elettriche italiane emettono Sodio “. Entrambi sono elementi della Tavola Periodica , presenti in natura. Voglio sperare che , chi ha fatto quello studio (se così si può definire) , intendesse scrivere : anidride carbonica e non Carbonio. Perché tra i due c’è una bella differenza!

      • Certo, ma l’articolo non lo spiega. In ogni caso se davvero un’auto elettrica emettesse 29 volte meno di una termica, anche l’auto prodotta in Cina sarebbe almeno dieci volte più pulita.

      • E comunque il problema di dipendenza dalla Cina, a mio avviso molto serio e pericoloso, non è certo legato all’importazione di auto elettriche. Semmai tutto il resto! Ad esempio io sto per raddoppiare il mio impianto FV ed il mio installatore dice che sia quasi impossibile acquistare pannelli non prodotti in Cina. Anche la maggior parte dei blasonati marchi tedeschi poi di fatto sono prodotti in Cina.

        • Comunque ti dimentichi di un fattore molto importante, i combustibili vengono bruciati e non riciclati, mentre le batterie vengono riciclate, quindi se sfruttiamo bene le risorse potremmo tra qualche anno essere indipendenti anche con il litio visto che si troverà nelle batterie esauste come avviene oggi per quelle al piombo, quindi guardate al futuro con piani a lungo termine dovrebbe essere d’obbligo e una normalità.

  11. Trovo sempre più entusiasmante il constatare come certe battaglie di “reteoguardia” vengano portate avanti proprio da coloro i quali, se solo avessero voglia e intuito, potrebbero fare soldi a palate con la transizione energetica. Più che a Tabarelli mi riferisco a Bonometti. Poi chiaro che ci vorranno lustri, ma la direzione è per forza quella, non foss’altro che per il fatto che petrolio e compagnia bruciante non dureranno all’infinito.

    • Ciao Alessandro, puoi spiegarmi meglio come Bonometti potrebbe fare soldi a palate con la transizione energetica?

      • Sarei lungo ed è tardi. In questo momento sembra che il software sia la soluzione a tutto, Secondo me non è assolutamente vero. È la soluzione a tante cose ma non a tutto. La meccanica, a mio fallibilismo parere, è ancora in grado di offrire tantissimo a questo settore. Anzi, per dire la tutta, non si è nemmeno iniziato a sviluppare soluzioni meccaniche specifiche per il settore elettrico. Ad esempio nell’ambito delle trasmissioni: per quanto mi riguarda siamo all’anno zero. Che cos’è la trasmissione finale di una Tesla che magari ha più di 300 cavalli? Una coppia di ingranaggi e un differenziale aperto. Da buttarsi per terra dal ridere. Perché tanto a tutto il resto ci pensa al software, questo è il mantra. E per l’amor di Dio, nessuno sta dicendo che non funziona eh? Ma non si può pensare di buttare via 300 anni di meccanica come se non fosse mai esistita solo per questo motivo. Un dispositivo meccanico fa tante cose che si possono fare anche via a software, ma le fa senza pensare e senza leggere migliaia di righe ogni volta. Delegare ad un oggetto meccanico ciò che è già conosciuto, vuol dire poter dedicare risorse a ciò che è ancora da conoscere. Magari proprio nel software, ma dove serve davvero. Per la sacrosanta gioia del signor Paolo per esempio. Però bisogna picchiarci dentro la testa, c’è poco da fare. bisogna avere voglia di uscire da quello che si è sempre fatto, bisogna avere voglia di cambiare mentalità e rapportarsi a esigenze che non si è mai preso in considerazione poiché con 50 litri di benzina nel serbatoio è come avere una batteria da 500 kW. Tolleranze, attriti, scorrimenti, materiali, finiture superficiali… a volerci guardare dentro veramente ce n’è finché se ne vuole. E il primo che ci dovesse arrivare secondo lei non farebbe soldi a palate? Chiaro che se lo scopo del gioco è andare avanti a fare i cambi ad H in economia, con i sincronizzatori che ogni tanto grattano pure, allora non si comincia nemmeno. Così, giusto due appunti. Perché è tardi e adesso vado a letto 😅

        • Sulla meccanica che dovrebbe sostituire il software hai perso in partenza: il software costa per svilupparlo ma poi lo riproduci infinite volte. Prova a fare lo stesso con una trasmissione meccanica. Il software è “flessibile” e può adattarsi ad infinite situazioni, cosa che non vale per un organo meccanico. Il software lo puoi aggiornare (persino da remoto), per migliorare le performances o correggere eventuali problemi… potrei continuare all’infinito, ma il succo è che non si può rimanere legati a soluzioni ormai superate (per quanto “conosciuto”) quando ce ne sono di nuove infinitamente più potenti ed allo stesso tempo meno costose e più semplicemente gestibili.

          • Vedremo…. può anche essere come dice lei, non dico di no. In ogni caso sono processi relativamente lunghi, su questo non si discute. Gli orologi meccanici all’inizio degli anni Ottanta sembravano un controsenso. Per quanto ne so io oggi come oggi il loro mercato è fiorentissimo. Vedremo. Io sono che rimango dell’idea che per chi abbia voglia di far andare la testa ci sia davanti al naso un’autostrada di possibilità laddove tutti gli altri vedono sentieri. (Cit. Vujadin Boskov). Senza per questo dover per forza buttare via il bambino assieme all’acqua sporca.

          • Capisco che tu sia un amante della meccanica raffinata, ma anche gli orologi meccanici hanno un mercato tra i collezionisti e gli amanti del genere, non certo da chi li porta al polso per usufruire delle loro “funzioni”. Io ho smesso di portarli tanti anni fa perché avere un peso sul braccio solo per sapere che ora è, quando ho altri strumenti che mi danno la stessa informazione (insieme a tante altre) lo trovavo ridicolo. Ora ne porto di nuovo uno al polso, ma non certo meccanico, che mi da ben altre informazioni, mi permette di pagare nei pos etc.etc.
            Ormai certa vecchia tecnologia ha senso solo come sfoggio di manualità e di capacità costruttiva, non certo come utilità pratica. Per quello c’è ben altro.

          • Ormai certa vecchia tecnologia ha senso solo come sfoggio di manualità e di capacità costruttiva, non certo come utilità pratica. Per quello c’è ben altro.

            Vedremo. la storia dell’ingengeria è piena di tecnologie “ripescate” e rielaborate alla luce delle più recenti scoperte. Ma piena piena piena. Avere una mente aperta non significa solo essere orientati a ciò che è “attuale” e “moderno”. Significa cercare di avere una visione a 360 gradi. Dire a priori “siccome è vecchio non serve più a niente, evviva il nuovo a prescindere!” secondo me non è il migliore atteggiamento. E qui la smetto, perchè ho già parlato fin troppo.

          • Alessandro, avere una mente aperta vuol dire non essere ancorati allo status quo e saper valutare se si può fare di meglio. Io non ho mai detto che sia meglio il nuovo a prescindere, ma nel caso che avevi citato era esattamente così.
            Ho installato proprio stamattina l’ennesimo aggiornamento software sulla mia auto con diversi miglioramenti (anche di efficienza oltre che funzionali). Dopo 2 anni e 1/2 mi trovo a guidare un’auto fondamentalmente diversa (e migliore) di quella che ho comprato. Se fosse stata “meccanica” non sarebbe cambiata di mezza virgola…

          • @Sandro concordo totalmente, ormai tutte le tecnologie IT in cui lavoro sono software, l’hardware deve solo essere robusto e aggiornabile, ma il plus lo fa il software. Nelle auto la controprova è ahime VW: mentre Tesla continua ad aggiornare le sue auto perchè ha sovradimensionato prima le CPU e riempito l’auto di sensori che magari all’inizio nemmeno sono attivi, VW con la id.3 e id.4 dopo nemmeno un anno si è accorta che la CPU è sottodimensionata e i sensori non bastano per fare ad esempio parcheggio automatico e altre cose.
            Morale? La nuova produzione 2022 ha un aggiornamento hardware (oltretutto fatto passare sotto silenzio, come se non vivessimo nell’era dei social dove queste cose si scoprono in due secondi) che pare oltretutto non “retroinstallabile”, e noi clienti della prima versione abbiamo dopo nemmeno un anno una “Gen 1” già obsoleta.
            Fortuna che l’ho presa a noleggio con prezzo garantito.

          • Sandro carissimo, stiamo dicendo due cose differenti. Io capisco benissimo quello che vuoi dirmi, e credimi sono totalmente d’accordo. Tu non riesci a inquadrare minimamente quello che sto dicendo io, e non te ne faccio una colpa. E’ assai probabile che tu non abbia avuto modo di vedere tutto quello che ho visto io in diversi decenni (e tanta di quella roba è rimasta nei cassetti, perchè non vi era immediata convenienza economica a svilupparla). Rimango convinto che il mio approcio alla materia possa essere doppiamente vincente, poichè parto dal presupposto di prendere il meglio del “vecchio” e del “nuovo”, conoscendo i limiti (migliorabili) del primo e i vantaggi (favolosi) del secondo. Ma che il futuro passi principalmente attraverso l’informatica, su questo nessuno ha dubbi e io per primo ne sono convinto. Dico solo che relegare tutto all’informatica può essere una mossa efficace, ma non per forza la migliore in termini di “economia generale”. L’esempio di Luca è calzante: con l’informatica si fanno funzionare degli oggetti “reali”. La sua ID3 in ultima analisi è ferro, plastica e vari altri materiali. Li si può far funzionare “meglio”, ma se di base l’hardware presenta delle pecche o delle carenze, hai voglia a scrivere righe su righe. E per tornare all’argomento principale, resto della convinzione che, malgrado una contrazione, se fanno funzionare la testa, anche molte aziende che oggi sono totalmente “hardware oriented” possono trovare un loro spazio. Tutto qui. Poi il tempo dirà chi ha ragione o meno.

          • Caro Alessandro, anche se lavoro da quasi 40 anni nell’IT, non sono così ottuso da pensare che tutto si possa risolvere con il software, ci mancherebbe. La mia stessa auto ne è la riprova: senza la parte meccanica ed elettrica non sarebbe nulla. Il software è il collante fondamentale per creare un “sistema” estremamente efficiente e flessibile, tutto qui.

          • Bravo! ha visto che cominciamo a capirci? ora, serenamente: se il software è il cemento, secondo lei “lavora” meglio su dei mattoni approssimativi, troppo porosi o al contrario troppo impermeabili, e comunque fatti alla svelta e con squadratura non precisa perchè “tanto si è sempre fatto così, e comunque alla peggio dopo la messa a piombo del muro la recuperiamo con l’intonaco” oppure su mattoni ben rettificati e magari migliorati nella finitura superficiale al fine di migliorare l’ancoraggio e la simbiosi col cemento stesso? Perchè sto esagerando ovvio, ma questo potrebbe essere il margine di manovra nello specifico.

          • Ma io caro Alessandro sono intervenuto su una tua affermazione che diceva che sarebbe stato meglio continuare ad utilizzare la meccanica invece del software. È ovvio che la parte meccanica (rimanente) o elettrica deve essere resa quanto più efficiente possibile, ma sarà il software a rendere il tutto un “sistema”. Senza un BMS davvero intelligente le batterie durerebbero la metà ed impiegherebbero molto più tempo a caricarsi, per fare un esempio, ma ne potrei fare altre decine. Ed è grazie all’integrazione verticale tenuta insieme da uno strato software che sovrintende a tutti gli aspetti che Tesla è più avanti di una spanna rispetto ai brand legacy, che continuano a sfornare BEV su piattaforme comuni con le ICE e ad assemblare parti costruite da altri senza averne il pieno controllo. La maggior parte dei modelli incorpora più di 60 centraline diverse che spesso non parlano nemmeno tra loro. Poi ci stupiamo che una berlina di 4.70 mt sia più efficiente di una citycar di 3.5 mt infinitamente più leggera…

          • Nonononono 😂😂😂 mai detto e mai pensato, evidentemente mi sono spiegato male. 🙄🙄🙄 dico solo che, assieme alle immense possibilità del software, c’è ancora tantissimo margine di manovra sull’hardware per creare delle sinergie veramente molto interessanti. Sinergie che permetterebbero di continuare a prosperare a tante aziende che si sentino minacciate. Certo… serve la voglia.

        • Un altro punto a sfavore della meccanica è che per ogni ingranaggio c’è una perdita quindi meno ce ne sono è meglio è.

          • È ancora tutto da vedere, lo dico sinceramente. È ancora tutto da verificare. Siamo all’inizio di qualcosa di veramente interessante. Dire che le cose “devono essere così” solo perché sono così adesso vuol dire chiudersi un mondo di possibilità. I pranzi gratis non esistono, anche se parliamo di efficienza energetica. Anche far girare un motore elettrico a 6000 giri quando potrebbe fare lo stesso lavoro a 3000 giri comporta uno spreco di energia. E non è assolutamente detto che sarebbe per forza minore di quello che si avrebbe con diversi stadi di riduzione. Un esempio su tutti: aziende storiche come la SKF stanno cominciando solo ora a lavorare su cuscinetti specifici per le auto elettriche. Ripeto: che cosa possa essere effettivamente la propulsione elettrica è ancora tutta da scrivere. La differenza è che chi è ancorato al passato vede solo problemi o addirittura minacce, chi come minimo prova a proiettarsi nel futuro, nella peggiore delle ipotesi trova la cosa accattivante e nella migliore assolutamente entusiasmante.

  12. Non sono pareri legittimi nel momento in cui scrivono falsita’ o mezze verita’.

    La Cina produce tante auto elettriche perche’ si e’ messa a farle!!! Facciamole pure noi, piu’ tardi partiamo e peggio sara’ il nostro vantaggio/svantaggio competitivo.

    Perche’ e’ certo come il sole che tramonta domani il fatto che NON si useranno piu’ idrocarburi per trasporti nel prossimo futuro

  13. Ma il prode ernesto invece, sempre pronto a commentare negativamente ogni singolo articolo di questo sito anche in piena notte cosa guadagna invece? O è semplice trolling? Se non le piace questo sito si guardi in giro e vada altrove, ci sono milioni di siti che parlano di qualsiasi argomento, perché accanirsi con questo?

    • caro luca, questo articolo cosa le ha portato?
      informazioni necessarie alla vita “elettrica”?
      nozioni su:
      nuove tecnologie di costruzione delle batterie?
      nuove tecnologie del fotovoltaico?
      nuovo qualcosa?
      no, niente di tutto questo..
      un “articolo” che parla del nulla,
      giusto per proseguire a far vedere la luna piena ai lupi mannari,
      cominciato con il reato di lesa maestà dell’incauta giornalista che si è comprata un’ibrida..

      quindi caro luca dell’oca, fare un “articolo” su di un articolo apparso ieri a pagina 9 (notoriamente la più vista e seguita di tutte) serve solo per la polemica. e di questo ho commentato..

      ps: caro luca, visto che i commenti sono moderati (pubblicati) dalla “redazione”, se non gli stesse bene il mio non comparirebbe..

      pps: caro luca, non ho visto suoi (e dei soliti noti) commenti sotto l’articolo che parla del parco eolico in puglia. come mai? nessuna luna piena lì?

      ppps: infine, caro luca, quando la visione del sito sarà appannaggio dei soli eletti, non mi vedrà più. contento?

      • no caro Ernesto
        questo articolo spiega e aggiunge informazioni
        solo che non le piacciono:
        spiega che una fetta importante del Paese si oppone
        anche stavolta
        a un cambiamento
        sulla base di interessi di bottega con zero volontà di visione,
        e il popolino meno in-formato si sente tranquillizzato nella sua comfort zone.

        questo articolo dice questo:
        che anche stavolta
        ci sarà un nuovo “gas russo” non per via dell’auto elettrica
        ma per l’incapacità e l’interessata opposizione di un gruppo di legittimo potere.

        si faceva concorrenza all’IBM, con Olivetti, sulla eredità delle visioni di Adriano Olivetti: si è scelto di dire basta
        si potevano costruire cellulari, nell’ torinese si era a buon punto: bye bye
        si poteva creare una filiera del fotovoltaico: meglio di no.
        ora l’auto elettrica.

        bene, cioè male.
        si goda questi conservatorismi ciechi e e interessati
        e goda anche lei delle conseguenze,
        mi raccomando, dando la colpa a qualcun altro come ogni volta, da buon italiota

      • Il suo commento, caro Ernesto, non ci sta affatto bene. Tuttavia non contiene insulti, non diffonde fake news e non offende nessuno. E’ solamente la solita insulsa provocazione (nemmeno la prima da parte sua). Non creda di spaventarci, però: se non la vedremo più, nessuno si strapperà le vesti.

        • lo so, infatti non sono uno degli eletti “ululatori alla luna”..

          non sarà certo un articolo a pagina 9 di un quotidiano (o 3) che cambierà il pensiero della gente:
          chi vuole una bev la prenderà.
          chi non la vuole continuerà col suo pensiero.
          a chi, se “indeciso”, basta l’articolo di cui sopra per allontanarsi da una bev.. non era molto indeciso.
          quindi quale disastro creano le parole di tabarelli e bonometti?
          la gente sa chi sono? no e nemmeno gli frega..
          tutto questo per dire che, se lei non avesse fatto questo articolo, l’altro sarebbe passato tranquillamente in sordina. nessuno dei lettori qui se ne sarebbe accorto..
          si può fare un sondaggio tra i lettori del quotidiano incriminato: “ricorda cosa era pubblicato a pagina 9 domenica 24 aprile?”
          “se si, cosa ne pensa?”
          infine, visto che volenti o nolenti tra qualche anno saremo tutti obbligati ad andare in elettrico, qual’è il problema, cosa le prude nell’attesa?

          comunque, visto che siamo già a 35 commenti, ho sbagliato qualcosa in quello che ho scritto nel primo commento? non mi pare..

          • Lei è l’autore di quattro o cinque di quei commenti. Se trova l’articolo tanto insignificante, perchè non si tace?

          • Perché, caro Massimo, ho l’abitudine di rispondere se mi si attacca con stupidate.
            Al caro Luca dall’oca, a lei e a chi altro non è in grado di un normale confronto che non sia “a morte i nowatt”, gomblotti vari di governo stampa e poteri occulti,.
            Io ho fatto un commento ben preciso diretto a lei, su cosa pensavo riguardo l’utilità di .questo arricolo. Nessuno risponde mai alla domanda diretta, ma mi si dice di stare zitto.. già detto in passato: o chiedete l’iscrizione così siete tutti d’accordo che gli altri sono poveri microcwfalj, o ognuno può dire la sua legittimamente senza il controllo del cheghebe. Di sicuro non mi prono perché verso QUESTO articolo ho la mia jdea.
            Con questo siamo al mio 4° ma ora sono 46

          • Comunque, giusto per la cronaca, italiota (con cui mi ha nominato milanesio) è l’unione di italiano e idiota.
            Così, nel caso che, preso dal furore nei miei confronti, non lo avesse notato..

  14. Ma se il problema è la filiera produttiva, invece di promuovere il diesel che per motivi termodinamici non può avere un efficienza oltre tot diciamo 30% che poi diventa 20% per l’assenza della franata rigenerativa, dicevo perché nell’articolo non promuovono una filiera di produzione di batteria in Europa.Quindi il problema non è tanto Europa,USA Cina, ma che all’interno dell’Europa, con le BEV, c’è chi perde e c’è chi vince.

  15. Tutti i vari negazionisti che negli ultimi 2 anni trovano buon gioco sulla stampa per ovvi motivi, sono in realtà innoqui incassatori di mazzate nei denti. Il mondo continua a vaccinarsi, a perseguire i crimi gi guerra e a incrementare le vendite di auto elettriche. Spiace solo per gli sprovveduti che cascano ingenuamente in queste teorie e prendono mazzate nei denti anche loro.

  16. altro articolo da “dalli al nowatt”.. 👍

    e quando hai aizzato bene la gente, che risultato hai ottenuto?

    tanti commenti e visualizzazioni? dopo non voglio leggere di serietà del sito..

    • Quindi, gli scorretti siamo noi. Lei merita un ingaggio all’ufficio propaganda del Cremlino.

    • qual è il suo commento ai contenuti dell’articolo citato e alle affermazioni di Tabarelli e Bonometti?

      • lo stesso peso che do a quello che si dice nei mille talk show quotidiani che parlano di tutto e chiedono al medico sulla guerra in ucraina..

        • risponde e non dice:
          pensa che sia stupido?

          di nuovo:
          che ci dice rispetto alle affermazioni di Tabarelli e di Bonometti
          che per dirla alla sua maniera
          non sono propriamente due”medici chiamati a parlare della guerra”
          ma due persone in ruoli apicali con tanta influenza?

    • signor Ernesto,
      ha perso la favella?
      al di là delle preferenze personali,
      che ci dice rispetto alle affermazioni di Tabarelli e di Bonometti?
      al contenuto dell’articolo?
      cosa ne pensa?
      accordo? disaccordo?

  17. E poi i conoscenti mi chiedono perché non leggo i giornali e non guardo la TV.
    Se questa è l’informazione che fanno girare, meglio chiudere e mandarli a casa, o l’informazione è trasparente e veritiera o non ha senso che certi personaggi percepiscano lo stipendio.

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