Come sconfiggere il calo di autonomia invernale a bordo di una ibrida Plug-in: Ivano Monici c’è riuscito. Utilizza da 27 mesi una Skoda Octavia iV Plug-in Hybrid e ci manda una “guida” all’uso invernale della propulsione elettrica, basandosi sulla sua esperienza diretta, costantemente monitorata. L’intento, dice, è suggerire ai proprietari di auto PHEV come conservare l’autonomia elettrica di omologazione anche nel periodo invernale.
di Ivano Monici
Ho annullato gli effetti del freddo (e del caldo)
Come noto, con l’abbassarsi delle temperature si assiste al calo dell’autonomia elettrica dell’auto e per una ibrida Plug-in, anche se non è un problema che può lasciare a piedi, è comunque una situazione foriera di possibili emissioni inquinanti. L’analisi che presento dimostra che, adottando alcuni accorgimenti, il freddo può non incidere sull’autonomia.
I due grafici “a dispersione” che seguono mostrano, per la mia Skoda Octavia Combi iV, i consumi nei viaggi in E-Mode (in kWh/100Km), distribuiti per temperatura media del viaggio. Il primo grafico, dal 2 dicembre 2020 al 31 dicembre 2021, mostra la situazione con errori di gestione e senza alcun accorgimento migliorativo. Il secondo grafico, dal 2 gennaio 2022 ad oggi, mostra come, eliminando gli errori gestionali ed adottando la pre-climatizzazione, la situazione sia radicalmente cambiata.
Confrontando i due grafici, è evidente come, alle temperature più basse, i consumi siano molto alti nel primo grafico. I consumi diventano più contenuti alle temperature medie, per avere poi un leggero peggioramento alle temperature più alte (la polinomiale evidenzia perfettamente l’andamento, confermando ciò che si immagina debba accadere con freddo e caldo eccessivi). Le temperature che consentono i consumi migliori vanno circa da 13 a 28°C.
A differenza del primo, nel secondo grafico la stragrande maggioranza dei viaggi si colloca, dal 2 gennaio 2022 in poi, tra 12 e 16 kWh/100Km, che posso definire come “consumi normali” dell’auto (zona interna alle linee rosse tratteggiate), anche alle più basse temperature, con pochissime eccezioni (l’errore, la fretta o la situazione particolare di traffico sono sempre possibili). C’è ancora un divario, evidenziato dalla polinomiale, comunque molto piatta, tra basse ed alte temperature, questo però solo perché i consumi estivi nel 2022 sono ulteriormente migliorati (adottando gli stessi accorgimenti dell’inverno), scendendo verso i 10 kWh/100Km, ma la differenza tra inverno ed estate si è molto ridotta.
Tra i due periodi, il consumo medio in elettrico (E-MODE) è diminuito da 16,83 a 13,58 kWh/100Km (tutte le stagioni).
Dai grafici emerge chiaramente l’incidenza sui consumi della migliore gestione dell’auto e della climatizzazione.
Dodici consigli per la “migliore gestione” dei consumi
Di seguito indico per punti le principali azioni adottate:
1 – in una PHEV si deve ricaricare la batteria al 100%, scaricandola il più possibile (se ne usa l’80%) senza far avviare il termico;
2 – utilizzare il navigatore di bordo per i viaggi più lunghi: il sistema sarà in grado di gestire al meglio batteria e rigenerazioni;
3 – se disponibile, selezionare la modalità ECO (ecologica), o equivalente, prima di ogni partenza;
4 – far scorrere l’auto il più possibile: usare e tarare bene la rigenerazione (non sempre conviene la massima azione frenante);
5 – adottare un tipo di guida predittivo, variando l’andatura il meno possibile;
6 – adoperare i comandi con dolcezza (acceleratore e freno in particolare), non esagerare con la velocità per poi frenare;
7 – mantenere un’andatura consona al traffico ma tale da non richiedere continue variazioni (frenate, accelerazioni);
8 – rispettare la segnaletica (dovrebbe essere ovvio, ma…);
9 – utilizzare gli ADAS, ma con accortezza: non essendo “predittivi”, in alcune situazioni è meglio l’occhio l’umano;
10 – se possibile, l’auto va sempre messa in garage (ed attaccata alla presa anche senza ricaricare), perché le temperature sono più controllate. Fa moltissima differenza lasciare l’auto fuori a -3°C o in garage a +9°C! (o a +36 e +24 in estate);
11 – se disponibile la funzione, sfruttare il collegamento alla rete per pre-climatizzare mezz’ora prima di ogni viaggio. N.B.: La pre-climatizzazione assorbe circa 1,15 kWh, e si effettua normalmente di giorno a tariffa piena: è un costo salva autonomia;
12 – utilizzare il climatizzatore in viaggio solo quando sia davvero necessario! La pre-climatizzazione consente di non avvertire disagio per il clima spento in viaggio, avendo l’abitacolo già alla temperatura desiderata. N.B.: Se dopo la pre-climatizzazione si decide di usare comunque il clima in viaggio, meglio farlo da subito, o poi lavorerà di più, con maggiori consumi.
Il primo punto e gli ultimi tre sono i più importanti per non subire i rigori dell’inverno (ed il caldo dell’estate).
Il fattore chiave? La climatizzazione
Visti i consumi e le azioni adottate per cambiarli, è il momento di introdurre l’analisi di come vari l’autonomia di una ibrida plug-in pre-climatizzando e, di conseguenza, gestendo diversamente il climatizzatore in viaggio.
Nelle tabelle qui di seguito fornisco tre diversi valori di autonomia, ottenuti con logiche diverse perché provenienti da due data-base diversi (DB Viaggi e DB Cariche): “Autonomia Potenziale” (consumo Km/kWh per kWh batteria netta), “Autonomia Calcolata” (proporzione tra Km residui e % batteria residua), “Autonomia Reale” (Km percorsi + Km residui tra due cariche).
Normalmente, l’autonomia “Reale”, cioè effettiva, si colloca tra le altre due, che rappresentano massimo e minimo ottenibili.
Le tabelle sono divise in quattro settori: valutazione percorsi (medie di: velocità, soste, passeggeri, tempi); dati di viaggio (nr. viaggi, Km, Km medi), consumi (kWh, Km/kWh, kWh/100Km), autonomie (le tre sopra indicate: due in dettaglio per tipo gestione, la reale solo sul totale, ma indico anche un’ipotesi dell’autonomia reale calcolata per tipo di gestione del clima).
Nell’analisi sono esaminate le quattro combinazioni possibili di utilizzo del climatizzatore:
1 – No pre-clima in garage – Si clima in viaggio,
2 – Si pre-clima in garage – Si clima in viaggio,
3 – No pre-clima in garage – No clima in viaggio,
4 – Si pre-clima in garage – No clima in viaggio, così da definire quale sia il risultato ottenibile adottando l’una o l’altra delle combinazioni.
Come ottenere il meglio dalla climatizzazione
Non entro nel dettaglio dei risultati esposti nelle tabelle, ma evidenzio che:
- parlo di inverni, ma i realtà l’analisi è concentrata sui tre mesi più freddi, essendo i più consoni allo scopo;
- la valutazione percorsi indica che i viaggi sono stati fatti quasi tutti in città, con più soste, quasi sempre da solo in auto;
- ogni viaggio ha richiesto mediamente circa un’ora, ma il tempo alla giuda è stato di meno di mezz’ora;
- nei tre inverni le temperature, evidenziate in basso in ogni tabella, per i tre mesi esaminati sono state molto simili;
- nei tre inverni, i Km fatti in ibrido, che indico in basso per completezza assieme al totale dei Km di periodo ed al numero di cariche, sono andati diminuendo, ciò sia perché sono diminuite le necessità di viaggi oltre autonomia, sia perché sono stati eliminati gli errori gestionali che mi obbligavano alla modalità ibrida anche se non necessario;
- i Km medi effettivamente percorsi tra due cariche (unendo ai quali i Km residui si ottiene l’autonomia reale) sono aumentati nel terzo inverno: ciò indica che non sono state necessarie ricariche intermedie a causa di lunghi viaggi e/o che non ci sono state o sono diminuite le cariche parziali (inizialmente fatte per errore, successivamente per fretta);
I miei consumi elettrici quasi dimezzati
- le azioni adottate hanno consentito di passare da un consumo di 23,17 kWh/100Km con un’autonomia di meno di 45 Km medi nel primo inverno, ai 13,94 kWh/100Km di consumo con quasi 70 Km di autonomia media nel terzo inverno, cioè circa 25 Km in più nonostante il freddo: dai 20 Km in meno dall’omologazione ai quasi 5 Km in più attuali;
- a parte il primo inverno, in cui ho sempre e solo usato il climatizzatore in viaggio senza pre-climatizzare, negli altri due inverni si evidenzia una “classifica” ben definita per i risultati nelle varie combinazioni:
- Si pre-clima/No clima (6,77 – 7,35 Km/kWh di consumi ed autonomia invernale ben oltre l’omologazione);
- No pre-clima/No clima (6,70 – 6,93 Km/kWh con autonomia invernale oltre o uguale all’omologazione);
- Si pre-clima/Si clima (6,32 Km/kWh, circa 63 Km, ma solo 4 viaggi ed in strade extraurbane: da verificare);
- No pre-clima/Si clima (tra 4,32 e 6,36 Km/kWh, tra 45 e 58 Km, ma valori buoni solo in 2 viaggi del 22/23);
- esaminando i soli dati con utilizzo del climatizzatore in viaggio senza pre-climatizzazione (quindi lasciando “agire” solo le migliorie gestionali adottate, senza “l’aiuto” fornito dal clima spento grazie alla pre-climatizzazione), la gestione migliorata “pesa” per circa 9 Km dei 25 Km in più. Il resto del miglioramento è dunque dovuto alla pre-climatizzazione ed al conseguente uso ridotto del climatizzatore in viaggio. Questo significa che rinunciando alla “migliore gestione” si perde circa un terzo del miglioramento nell’autonomia, rinunciando alla pre-climatizzazione ed usando il clima in viaggio si perdono invece circa due terzi del miglioramento nell’autonomia.
Giorno per giorno io mi comporto così
In base ai risultati appena esposti, per la climatizzazione io mi comporto così, almeno nelle intenzioni:
- uso sia la pre-climatizzazione, sia la climatizzazione, già accesa appena parto, nei mesi estivi;
- uso sia la pre-climatizzazione, sia la climatizzazione, quando ho passeggeri e nei viaggi lunghi, dove, per ovvii motivi, non ho problemi né per l’utilizzo del clima, né per la velocità, né per l’autonomia;
- non uso né il clima, né la pre-climatizzazione, nelle mezze stagioni (tranne che con passeggeri e nei viaggi lunghi);
- uso solo la pre-climatizzazione, con clima spesso spento, in inverno nei viaggi cittadini (differentemente dall’estate, l’abitacolo, già in temperatura alla partenza, resta gradevole per molto tempo (ed io faccio viaggi brevi). In viaggi con maggior permanenza in auto, o in particolari situazioni di umidità (appannamenti), uso anche il climatizzatore, di solito appena parto con l’abitacolo già caldo per farlo lavorare il meno possibile (come faccio in estate).
Chiudo l’esame dell’autonomia reale della mia ibrida plug-in col seguente grafico a barre, che ne evidenzia per mese/anno l’evoluzione. Palese e continuo il miglioramento, soprattutto nei mesi più freddi (almeno fino a che reggerà la batteria: per ora non riscontro percepibili avvisaglie di problemi, ma i continui miglioramenti gestionali potrebbero averne celato l’eventuale insorgenza).

Fattori critici: garage, funzionalità di bordo e tanta città
Termino evidenziando tre fattori “critici” per l’ottenimento di questi risultati:
- disporre di un garage attrezzato per la ricarica è fondamentale e, purtroppo, non tutti ne possono disporre;
- le Plug-in di varie marche possono essere molto diverse tra loro ed alcune non consentire tutte le azioni suggerite;
- io sono un utente dell’auto “meno che medio”: circa 8.000 Km all’anno, maggioranza dei viaggi di meno di mezz’ora alla guida, uso prevalentemente cittadino, spesso posso scegliere l’orario del viaggio, una dozzina di Km a viaggio per 2 o 3 viaggi al giorno, gran parte dei viaggi entro l’autonomia elettrica consentita: dati ideali per questo tipo di auto e per questo tipo di gestione, o non avrei acquistato una Plug-in, ma forse non totalmente generalizzabili, sebbene le azioni suggerite credo che siano comunque funzionali al raggiungimento dell’obbiettivo anche con caratteristiche di auto e di utilizzatore diverse.
Questa la mia esperienza per non risentire del clima freddo in modalità elettrica, migliorando i consumi e preservando l’autonomia in inverno, ma consentendo anche di migliorare i risultati estivi. Questo anche senza “sacrifici” grazie alla pre-climatizzazione. Spero che le indicazioni possano essere utili a qualcuno, al fine di limitare al massimo le emissioni con un’auto potenzialmente inquinante.
Mamma santissima che analisi.
Io non posso caricare nel box, ma soltanto in strada perciò la batteria risente molto di più della temperatura. E non c’è preclimatizzazione, perciò.
Diciamo che l’80% dei suggerimenti per il risparmio di energia vale per qualsiasi mezzo e qualsiasi alimentazione.
Quello che mi lascia veramente colpito in maniera positiva è che la climatizzazione dell’abitacolo di una Skoda PHEV coinvolga anche la batteria.
Ultima domanda e poi torno nel mio angolo: questo dato sono stati recuperati tramite OBD e quale software?
Buona sera (anzi, buona notte) Andrea.
“Quello che mi lascia veramente colpito in maniera positiva è che la climatizzazione dell’abitacolo di una Skoda PHEV coinvolga anche la batteria.”
Ni. Nel senso che la batteria non viene riscaldata (se non in ricarica, con dispersioni, ma ricarica e pre-climatizzazione sono in rapporto di 1 a 3 se non 1 a 4), ma i dati confermano che “qualcosa” succede pre-climatizzando.
Infatti, il consumo della combinazione “Si pre-clima-No clima in viaggio” è migliore del consumo “No pre-clima-No clima in viaggio”. Se solo il climatizzatore spento fosse determinante, i consumi sarebbero pressoché uguali per entrambe le combinazioni. E non è un caso perché è costante in due anni. Dunque, qualche rilevanza la pre-climatizzazione ce l’ha.
Posso solo ipotizzare che essendo immediatamente sotto il sedile posteriore, in quella mezz’ora di riscaldamento (o rinfrescamento) anche la batteria si giovi del cambio di temperatura dell’abitacolo. E’ però solo un’ipotesi non suffragata da nulla. Ma la differenza c’è. E, naturalmente, c’è a maggior ragione se poi si usa, invece, il climatizzatore in viaggio, perché “lavorerà” molto meno rispetto all’assenza di pre-climatizzazione.
“questo dato sono stati recuperati tramite OBD e quale software”
Sono incerto sul significato della domanda.
Se significa “hai usato strumenti e SW di misurazione” per questi dati, la risposta è no. Non credo nemmeno che esistano strumenti specifici per l’Octavia iV. Li ho cercati, ma per Skoda ci sono solo per la Enyaq iV. L’Octavia è l’auto più venduta di Skoda, ma certo non la iV. Infatti non si trova quasi nulla al riguardo (male: è ottima! :-)) ).
Tutti i dati li rilevo dal cruscotto e da tre videate del computer di bordo. Oltre, ovviamente, a tutti i dati di conoscenza del viaggio: nr. di passeggeri, nr. di soste, Km per tipo di percorso (urbane, extraurbane, ecc…), temperatura in viaggio massima e minima, ecc…
I dati sono in un file Excel suddivisi in due DB logici: i singoli viaggi e le singole cariche.
Naturalmente, il grosso del lavoro di analisi viene fatto da varie funzioni. Avendo a disposizione un vecchio Excel, sono obbligato a creare delle “funzioni cubiche” per le analisi a matrice. Il lavoro grosso è iniziale. Direi soprattutto quello fatto oltre 20 anni fa, in cui ho posto le basi, ampliandolo poi ad ogni auto nuova, che fornisce sempre più dati, e quello per quest’auto: due motori, tutto doppio!
Stabiliti i criteri di analisi e sviluppati algoritmi e funzioni, il resto è semplicissimo e veloce. Tre minuti alla sera, nel 99% dei casi con un copia-incolla, in cui devo poi modificare data del viaggio, orari, e pochi altri dati, al massimo una decina, pur essendo le colonne necessarie oltre 200, di cui una sessantina di dati desunti dalle fotografie di cruscotto e videate dell’OBC.
Ci metto enormemente di più a spiegarlo rispetto all’aggiornarlo.
Non so se ho risposto bene alla domanda.
Però, ora, vado a nanna! 🙂
Buonanotte!
Ciao Ivano, anche io sono possessore di un auto su pianale mqb evo. In merito alla modalità di rigenerazione c’è un motivo se non utilizzi quella automatica che varia in base al traffico, rotonde ecc?mi sembra quella più intelligente dal punto di vista energetico e vedo che anche altri costruttori adesso hanno iniziato ad adottarla. PS io visto i prezzi della benzina la uso in mod Hybrid caricando sempre la batteria (che così facendo mi dura anche 150km) l auto capisce automaticamente quando utilizzare motore elettrico oppure termico, mi sembra la modalità più intelligente per tirare fuori il meglio da entrambi i motori
Buongiorno Ugo! (Ducatista?)
Uso proprio l’automatica, scelta dopo varie prove, la più consona la mio stile di guida, anche se in alcuni frangenti è un pelo troppo invasiva, ma va bene.
Quanto al prezzo della benzina e dell’elettrico, guarda di essere certo di avere dei vantaggi. Nel conto devi considerare che, almeno nel mio caso, con l’elettrico ho un’efficienza di 3,3 volte superiore rispetto al termico. Cioè con “un litro” equivalente, faccio 3,3 volte i Km che posso fare col benzina in ibrido (quindi sempre aiutato dall’elettrico)
Semplificando, io posso caricare a 0,37 € kWh.
Un litro di benzina genera 8,9 kWh “fruibili” per la trazione, quindi il costo di un mio litro equivalente elettrico è di 0,37×8,9=3,293 €. Tanto rispetto ai 1,7 e rotti al litro della benzina?
No, perché io col mio litro elettrico ci faccio 3,3 volte i Km che posso fare con un litro di benzina in ibrido. Quindi 3,293/3,3=0,9978 €.
Cioè a parità di Km percorsi il mio “litro elettrico” mi costa oggi meno di un euro.
In ogni caso, la mia ferrea volontà è quella di “emettere” il meno possibile, e la modalità ibrida la utilizzo solo se indispensabile.
Ovviamente, come visto, sono un utente con caratteristiche ideali per poterlo fare.
Ciascuno si regola in base alle proprie necessità. Ma preferirei che, prima del costo, a costi umani ovviamente, prevalesse la considerazione sulle emissioni.
Buona serata!
Ciao Ivano, confermo che col mio utilizzo (molta autostrada) la modalità e Hybrid è quella migliore (l elettrico ad alta velocità perderebbe troppo di efficenza). In merito al discorso ecologista, dopo tutti i tuoi calcoli incentrati sul come risparmiare il più possibile un po’ mi stupisce (pensavo ti interessasse risparmiare non abbattere gli inquinanti). se veramente avessimo a cuore il pianeta tutti dovremmo prendere i mezzi pubblici (treni o pullman che siano) non muovere auto da 2 tonnellate con un solo passeggero a bordo…
Ciao Ivano e grazie del riscontro. Per il mio utilizzo prevalentemente autostradale mi trovo bene in mod ehybrid ad alta velocità l elettrico perderebbe troppo in efficenza. In merito al discorso ecologista un po’ mi stupisce, dalla tua descrizione pensavo ti interessasse il risparmio non il pianeta. Se veramente ci interessasse il pianeta utilizzeremmo tutti i mezzi pubblici, non auto da 2 tonnellate da soli.
Assolutamente vero!
Ma non posso farne a meno. E mi serve pure una Station Wagon.
Spese per tre famiglie un po’ di volte alla settimana. In bici sarebbe dura e nella mia cittadina i mezzi pubblici sono impensabili. Nelle grandi città forse è praticabile (a Torino non era impossibile muoversi con i mezzi pubblici). Ma a qui è impensabile, a parte le tre famiglie che a Torino non c’erano.
Ma l’auto, usata come si deve, può anche “pensare” al clima. Vale per le termiche, per le ibride e per le elettriche, in grado decrescente (o crescente, a seconda di cosa intendi), ma vale per tutti.
L’ideale è non utilizzare nessun mezzo di trasporto. Purtroppo, la realtà oggi impone altro, soprattutto se sei vecchio. Nella realtà, comunque, si può però scegliere per il bene o il male.
Non so da dove hai tratto l’idea che per me fosse una questione di costi. Tutta l’analisi è incentrata sull’incrementare l’autonomia elettrica, specificamente in inverno, ma sempre. Maggiore autonomia vuol dire minor consumo che, accidentalmente, vuol dire anche risparmiare. Ma a me interessa soprattutto dare la possibilità a tutti i proprietari di PHEV di usare al massimo l’auto in elettrico e non per risparmiare.
Ma andrebbe bene anche per chi ha una BEV. Non ha senso sprecare energia se puoi farne a meno, anche se non ne senti la necessità.
Ho parlato in altra risposta con una similitudine legata all’acqua: anche se ne hai molta, non va bene sprecarne.
P.S.: se utilizzi l’auto prevalentemente in autostrada è certamente corretto, anzi, indispensabile, usarla in modalità ibrida. Da appena si parte, o si hanno consumi, e quindi emissioni, estremamente peggiori.
Però tutti i possessori entusiasti dell’elettrico/ibrido plug-in mettono come condizione il fatto di parcheggiare l’auto in garage. E chi non possiede il garage cosa dovrebbe fare?
Ha ragione, in particolare per ciò che attiene le PHEV!
Più per una Plug-in che per un’elettrica pura è infatti INDISPENSABILE disporre di un garage attrezzato per la ricarica.
Una Plug-in NON VA ACQUISTATA senza un posto certo (e comodo) per ricaricarla. E, se possibile, per ripararla dalle temperature esterne. Avere una decina di kWh di batteria è diverso da averne 50, 70 o più. Se non si vuole inquinare è il pre-requisito fondamentale disporre di un garage con ricarica. Il successivo pre-requisito fondamentale è accertarsi di avere necessità quotidiane (abbondantemente) entro l’autonomia consentita ed indicata come omologazione dell’auto (sapendo che poi si può fare meglio o peggio).
Un’elettrica pura, invece, se attorno a casa si possono trovare delle colonnine, si può anche pensare di acquistarla, ma una Plug-in lo sconsiglio fortemente.
Qui su Vaielettrico è stato spesso ricordato. Senza caratteristiche consone, meglio non acquistare.
Un conto è fare ciò che devi fare quotidianamente, tornare a casa, attaccarla alla rete elettrica ed alla sera, a tariffe più basse, far avviare la ricarica da remoto (o programmata) prima di dormire e non pensarci più fino al mattino quando la si riuserà ormai carica, un altro conto è sbattersi per trovare un posto per ricaricarla, con un’autonomia comunque, ad oggi, inferiore ai 100 Km (ma anche meno della metà per alcune).
Io sono molto costante, puntiglioso ed assiduo in ciò che faccio e che devo fare, ma credo che, dopo un po’, senza un garage, finirei per stufarmi, visto che l’auto va anche a benzina. Ma, se fosse così, sarebbe stato un errore madornale acquistarla. Meglio restare con la mia vecchia diesel, allora: non avrei fatto emettere le circa 15 tonnellate di CO2 per fabbricarla, 3,9 tonnellate in più di una termica equivalente. Di quelle 3,9 tonnellate ne ho recuperate ad oggi solo 2,2, circa il 55%. Senza garage sarebbe stata una battaglia persa in partenza, non potendo usufruire anche del vantaggio di pre-climatizzare l’auto, non solo per ricaricarla.
Se non si hanno le condizioni necessarie, meglio scordarsi di una Plug-in. E pensarci bene anche per un’elettrica!
Buonasera Ivano anche io mi accodo a tutti i complimenti per la pazienza di raccogliere e la precisione di condividere i dati. Ho una curiosità per quanto riguarda la Skoda: è possibile modulare in maniera volontaria la forza della frenata rigenerativa? Io ho la possibilità di farlo con le palette dietro al volante e mi trovo benissimo; sono d’accordo quando dice che gli adas vanno bene ma l’occhio umano è meglio perciò navigo a comandi manuali e raramente abilito sistemi che facciano qualcosa al posto mio. Quando dovrò cambiare la mia phev difficilmente prenderò lo stesso modello che nel frattempo ha fatto 2 o 3 restyling perché a quanto pare non la importano più in Italia…..se mi dice che con la Skoda si può decidere quanto (e se….. perché piuttosto trovo conveniente rigenerare il meno possibile) rigenerare potrei farci un pensierino. Poi magari da qui a qualche anno chissà che modelli arriveranno….di sicuro ho scartato la tonale per via proprio del modo di affrontare le discese……ma si mette un sistema che mantiene la velocità in discesa?? La saluto con una frase che è riassuntiva della nostra riconoscenza per l’analisi esposta: “grazie di esistere”.
Perbacco Samuele! Grazie!
E pensare che credevo che il migliore commento sarebbe stato: “ma quanto sei scemo a perdere tutto ‘sto tempo per fare queste cose da alienato” (cosa che, sotto sotto, un po’ la pensa anche mia moglie…).
Invece, ho trovato commenti lusinghieri! Sono contento! E ho fornito i dati alla redazione proprio per fare un “servizio” a chi fosse interessato, allo scopo di permettere a tutti di fare il possibile per risparmiare energia e, per una PHEV, inquinare il meno possibile.
Grazie ancora per le belle parole!
La frenata rigenerativa è modulabile in tre posizioni (se non ricordo male: una volta trovata quella ok per me non ho più guardato. Sono vecchiotto e dimentico le cose. Se serve vado a riguardare nell’infotainment). Qualcosa come: massima, normale, e minima. Come detto lo si fa nell’infotainment in un’apposita videata. Del resto, la mia Octavia ha i paddle al volante per il cambio doppia frizione (Enzo sarà inorridito, ma devo dirlo: non li ho mai utilizzati! Usandola sempre, o quasi, in elettrico, a che mi serve il cambio?).
In discesa… dipende da rigenerazione scelta e dal travel assistant. Per come piace guidare l’auto a me, le selezioni operate mantengono (quasi) sempre l’auto molto poco frenata (a me piace, e trovo più conveniente per i consumi, che l’auto scorra molto, per non dover riaccelerare) ma in discesa la faccio tutta senza alcun intervento di piede: solo il volante da girare. Del resto, il sistema conosce ogni curva ed ogni rilevo, e regola l’auto in discesa nel modo migliore e più scorrevole. Unico neo: nelle curve a gomito (e nelle rotatorie) il sistema è un po’ troppo prudente per i miei gusti: rallenta un po’ troppo. Ma per il resto mi trovo molto bene con i settaggi selezionati.
Quanto ad acquistarla… attento al prezzo! Oggi non la ricomprerei: la mia “versione” (Style) è aumentata in modo folle da quando l’ho presa ed, in aggiunta, non ci sono più tutti gli sconti e le offerte disponibili al “lancio”.
Prezzo a parte, per il resto io sono molto contento dell’auto. Ma per i miei gusti e le mie necessità (credo che traspaia da ciò che scrivo). Però, magari, per altri non sarebbe così… soddisfacente! Le auto son come le scarpe: non è detto che il modello sia “comodo” per tutti! 🙂
Ancora grazie delle belle parole e buona giornata!
Una curiosità per Ivano: il dato della capacità della batteria netta come l’hai ottenuto? Letto da qualche parte oppure stimato dati dati che mette a disposizione l’auto?
Per il resto, un’ottima testimonianza di come si può usare una plug-in al meglio. Certo, oltre a dei comportamenti virtuosi ci sono tante circostanze favorevoli: i percorsi prevalentemente cittadini non troppo trafficati sono l’ideale per fare percorrenze ottime su qualsiasi veicolo elettrificato, purchè il consumo del clima, in proporzione all’energia usata per la trazione, non assuma un peso eccessivo (ma non è certo il caso di Ivano). Anche un’andatura molto tranquilla contribuisce probabilmente ai dati mostrati.
E’ importante specificare che un qualsiasi proprietario di plug non può pensare di raggiungere queste medie se non si trova in condizioni ideali come quelle di Ivano, sia a livello di percorsi, che di “ricovero” per l’automobile (possibilità di ricarica programmata in primis, ma anche posto auto riparato).
Sui consumi invernali delle plug in ma anche delle elettriche pesano principalmente due aspetti: il più importante è l’utilizzo del riscaldamento, soprattutto se di tipo resistivo (come su tutte le plug-in, credo), il secondo è la temperatura della batteria. Una batteria molto fredda è di per se meno efficiente e costringe il BMS a limitare la potenza disponibile per la frenata rigenerativa, in modo più o meno aggressivo a seconda del caso specifico. Sono entrambi fattori che alzano un po’ i consumi. Ma il clima rimane certamente il più importante, più in inverno che in estate su macchine che hanno il reostato: in tal caso il riscaldamento assume l’aspetto di un “power virus” in certe circostanze. Sulla dashboard della mia auto mi è capitato di vedere assorbimenti di quasi 7kW da fermo (stavo spannando il parabrezza)! Potenze da far scattare il magnetotermico di casa… Certo è un fenomeno che dura solo qualche minuto, poi a regime l’assorbimento è molto inferiore, ma qualche minuto con diversi kW di assorbimento sono sufficienti per impattare in modo deciso sull’autonomia e sui consumi di un plug in (ma anche sui consumi di una elettrica per tratte brevi).
Buonasera Riccardo.
“il dato della capacità della batteria netta come l’hai ottenuto? Letto da qualche parte oppure stimato dati dati che mette a disposizione l’auto?”
Da varie fonti e dalle ricariche.
Anzitutto dall’apposito Sito che Skoda fece nel 2020 in occasione dell’uscita della versione iV (Plug-in Hybrid) per il modello più venduto dalla Skoda. Auto curata molto di più delle precedenti, ne venne presentato ogni aspetto: studi aerodinamici (particolarmente curati e con paratie mobili sul frontale per proteggere l’auto dai cambi di temperatura e per deviare/bloccare i flussi di aria), composizione del sistema di trazione, cambio e motore elettrico calettato su di esso, grafici e studi di erogazione potenza e coppia, fari matrix, software ed infotainment, e-noise utilizzato, ecc… Tra le tante cose, anche l’assemblaggio della batteria, il suo posizionamento e, naturalmente, capacità lorda e netta.
Stessi dati riscontrati anche nei vari test iniziali che ho cercato (pessimi comunque: i tester non hanno idea di come vada utilizzata, ma allora non lo sapevo). Infine, la carica della batteria indicata scarica e portata fino al 100%: tolte le dispersioni, non si possono caricare più di 10,4 kWh (al massimo si arriva a 10,7 kWh, escludendo la pre-climatizzazione se fatta successivamente alla carica notturna). A proposito: per “comandare” cariche e pre-clima (più tutte le altre cose gestibili da remoto) preferisco utilizzare i comandi dall’APP sullo smartphone piuttosto che la pianificazione, visto che l’auto è sempre collegata in rete. La cosa è più “duttile” e permette di agire immediatamente in caso di cambi imprevisti.
Quanto al raggiungimento dei miei risultati da parte di altri, riconoscendo la mia specificità e le differenze di auto, spero che possa esserci quanto meno un avvicinamento. Se anche si recuperasse fino a 5/10 Km dall’autonomia di omologazione sarebbe un buon successo, vista la mia particolarità come utente (sono il fruitore ideale come caratteristiche d’uso per la mia auto) e la possibilità di ricovero dell’auto in un garage. Senza garage, e senza pre-clima, resta solo il non utilizzare il clima in viaggio, ma in modo ovviamente non confortevole, e le migliorie gestionali suggerite (un terzo del miglioramento). Però, se è prioritario non inquinare, si può fare, credo. D’altra parte in pianura non ci sono più gli inverni di 20 anni fa o più. Nei dati della prima auto che ho iniziato a monitorare rilevo che la minima (media) in un viaggio di quel periodo (2000) era stata di -13°C. Quest’anno la minima (media) in viaggio non è mai andata sotto lo zero. Abbiamo avuto di notte -3. Nulla a che vedere col passato.
Quanto alla temperatura della batteria, pur non avendo la possibilità di riscaldarla direttamente, qualcosa con la pre-climatizzazione succede. Perché, come si vede anche dalle tabelle di analisi presentate, l’abbinata “Si Pre-clima/no clima” vince sull’abbinata “No pre-clima/no clima”. Non di molto, ma decisamente. Se non accadesse nulla con la pre-climatizzazione e valesse solo non usare il climatizzatore, i due dati dovrebbero essere quasi uguali. Mi sono chiesto il perché e la risposta che mi sono dato è che la posizione della batteria, posta sotto il sedile dei passeggeri posteriori, consenta comunque di usufruire di quella mezz’ora in cui l’abitacolo si scalda (o si rinfresca). Credo, non ho certezze, ma non si spiega altrimenti come mai la pre-climatizzazione faccia migliorare il mancato utilizzo del climatizzatore in viaggio rispetto al non pre-climatizzare sempre senza usare il clima. Certamente pre-climatizzare aiuta enormemente se poi usi il climatizzatore, perché lo fa lavorare di meno quando parti. Ma perché migliora consumi ed autonomia anche quando il clima non lo si usa? La batteria se ne giova?
Buona serata!
Per quanto riguarda la capacità della batteria, ok il dato dichiarato di cui ci si può fidare (forse). Ma come fai a misurare l’energia che immagazzina durante la ricarica? Tu puoi misurare l’energia che fornisci alla macchina, ma non le dispersioni, o hai qualche tecnica per stimarle (visto che scrivi “tolte le dispersioni”).
Non è una domanda che faccio casualmente nel senso che io ho una Seat Leon e-Hybrid che dovrebbe montare lo stesso powertrain della tua, ma la capacità che stimo io è più bassa (lo era anche quando la macchina aveva pochi mesi di vita): attualmente è poco oltre i 9kWh netti.
In pratica il calcolo sarebbe: consumo al chilometro moltiplicato per la percorrenza che dà l’energia consumata durante il viaggio. Successivamente si divide per la percentuale di batteria consumata e si moltiplica per 100: in teoria si ottiene la capacità netta della batteria, fatto salvo le incertezze sulle diverse grandezze (soprattutto sullo stato di carica della batteria, mai realmente preciso al 100%).
Invece passando al discorso temperatura batteria, sicuramente la batteria si scalda ricaricandola… Anche con la pre-climatizzazione forse c’è un piccolo effetto “benefico”, ma non saprei quantificarlo. Comunque se nei viaggi in cui non hai pre-climatizzato non facevi coincidere la fine del processo di ricarica con la partenza (più o meno) la piccola discrepanza nei consumi può dipendere da quello. Altrimenti non saprei… Potrebbe esserci anche qualche altra variabile di disturbo non considerata che modifica leggermente i risultati.
Buongiorno Riccardo!
Nessun metodo di misurazione delle dispersioni. Mi fido di quanto mi dicono in Skoda, per cui per me le dispersioni sono solo “caricato indicato” meno “batteria netta”.
Che sia un valore “abbastanza” di cui fidarsi lo deduco dall’autonomia che riesco ad ottenere da una carica completa ed in base al consumo indicato. E dal fatto che l’80% di 13 è proprio 10,4.
Se il netto fosse inferiore a 10,4 kWh, con i Km che faccio di autonomia avrei consumi non corrispondenti a quanto indicato dall’OBC, ma molto migliori e di certo non credibili.
Mi spiego:
nell’ultima carica “completa” ho avuto un’autonomia di 71 Km, con un consumo medio indicato dall’OBC di 6,8 Km/kWh. 71/10,4 fa, appunto, 6,83, e ci siamo. Se, invece, la batteria fosse, mettiamo, da 9 kWh netti, 71/9 fa 7,89 Km/kWh. Ottimo, ma non corrisponde a quanto indicato dall’OBC.
Un po’ grezzo, ma mi fido di quanto indicato dalla Skoda e dalle riviste di settore. Ed i dati corrispondono.
Per la Leon credo di aver letto qualcosa che mi aveva fatto pensare che la batteria non fosse quella da 13 lordi montata sulla mia. Ma sinceramente non ricordo più dove ed in quale contesto l’avevo letto.
Per la batteria, non è certamente il calore della ricarica. Solitamente avvio la carica da remoto verso mezzanotte, per cui normalmente al massimo alle 4 del mattino ha finito. L’auto la utilizzo spesso oltre le 10 (pensionato!), per cui la batteria ha avuto tutto il tempo di “rinfrescarsi” dalle 4 alle 10. Inoltre, delle 158 pre-climatizzazioni fatte fino ad ora, quelle fatte dopo una carica sono meno di un terzo. Io l’auto l’attacco alla presa ogni volta che metto l’auto in garage, ma non carico ogni volta che metto l’auto in garage. Estate ed inverno, pre-climatizzo quasi sempre prima di ogni viaggio, anche più volte se faccio più viaggi nella giornata (se serve, ovviamente).
La pre-climatizzazione qualcosa fa di sicuro, perché il divario di risultati non è così “leggero”. Non è una differenza marginale fare un consumo di 13,61 kWh/100Km piuttosto che 14,42. Incide eccome! Non so il perché, ma cambia molto. Infatti, a febbraio ho quasi sempre pre-climatizzato senza clima in viaggio e l’autonomia media è stata di 72,91 Km, con una temperatura media di 8,01°C. A marzo non ho mai pre-climatizzato e, come a febbraio, non ho usato il clima in viaggio, e l’autonomia media ad ora è “solo” di 70,67 Km, ma con una temperatura media di 14,48°C. Parecchia differenza considerando le temperature, e l’unica differenza gestionale è data dalla pre-climatizzazione si e no. Oltre che dalla temperatura, più favorevole a marzo, ma non sufficiente a “pareggiare” il “plus” apportato dalla pre-climatizzazione.
Buona giornata!
No ok, se mi dici che percorri 71km con 6.8km/kWh fi consumo allora la batteria è circa 10.4kWh netti anche stando ai dati dell’OBC. Io appunto, facendo lo stesso conto, ottengo poco più di 9kWh.
Strano comunque. Perché il powertrain dovrebbe essere lo stesso per Audi A3, Seat Leon, Volkswagen Golf e appunto la Skoda Octavia. E anche la batteria dovrebbe essere la stessa, anche se io ho letto da più fonti che la capacità lorda della mia è 12.8, non 13, che in effetti sono cifre simili ma non identiche. Forse per qualche motivo la batteria realmente utilizzabile sulla mia è meno.
Per quanto riguarda il discorso consumi, non so, non c’è ragione per cui la climatizzazione debba migliorare l’efficienza se comunque in viaggio non usi il clima. Al massimo si potrebbe avere un leggero effetto benefico appunto a livello di temperatura batteria, ma solo quando fa freddo.
Comunque, se non hai motivi particolari per caricare di notte (es. tariffe agevolate) conviene sempre terminare la ricarica poco prima di partire, sia per un discorso di stress per la batteria (stare per lunghi periodi totalmente carica non le fa bene, anche se il 100% indicato corrisponde più a un 90-95% reale), sia, perché, d’inverno, la scaldi un po’ e migliori l’efficienza.
“…conviene sempre terminare la ricarica poco prima di partire, sia per un discorso di stress per la batteria (stare per lunghi periodi totalmente carica non le fa bene, anche se il 100% indicato corrisponde più a un 90-95% reale), sia, perché, d’inverno, la scaldi un po’ e migliori l’efficienza.”
E’ vero e lo facevo.
Solo che, alla mia età ed alla conseguente età dei miei parenti, gli imprevisti sono all’ordine del giorno.
Il problema è che nella mia, ma anche nella Leon, credo, escludendo di alzarmi alle 5 per avere l’auto carica alle 9, devo usare la programmazione che, come immagino sia anche nella Leon, chiede di indicare non l’ora di avvio ma l’ora in cui desidera che la carica sia terminata. Ottimo! Metto alle 9:50 per il normale inizio delle spese alle 10. Ma ci sono gli imprevisti, come detto.
Mi è capitato di dover andare di corsa in ospedale di primissima mattina e la carica era partita da poco più di un’ora. Ospedale a 76 Km! Un sacco di termico perché avevo poca batteria!
Da allora, avvio da remoto con l’APP 5 minuti prima di infilarmi il pigiama. Finisce prima, molto prima, di usarla, ma mi sento “più sicuro”.
E poi sono pigro: con la programmazione devi impostare da APP o dall’auto tutti i parametri necessari (giorni, orari, pre-clima, ecc…). Con l’avvio da remoto, invece, pigi “Avvia la ricarica” ed hai finito, poi a nanna! Il mattino dopo, mezz’ora prima di partire, pigi “Avvia clima” ed hai finito. Poi inizia la routine…
Sono incuriosito e torno anche su:
“In pratica il calcolo sarebbe: consumo al chilometro moltiplicato per la percorrenza che dà l’energia consumata durante il viaggio. Successivamente si divide per la percentuale di batteria consumata e si moltiplica per 100”
Non so sulla Leon che succeda, ma la % di batteria indicata sulla mia è quella residua, e vale per il viaggio. Il dato, oltretutto, è molto aleatorio, perché 55% indicato può voler dire 55,0% oppure 55,9%. Come 35 Km residui può voler dire 35,0 o 35,9. Non ci sono decimali. E cambia parecchio. Te ne accorgi soprattutto nel calcolo dell’autonomia (che chiamo, appunto, “calcolata”) quando sei quasi prossimo alla nuova carica: l’autonomia crolla, in quanto con 11 Km indicati come rimanenti, ad esempio, e con una batteria residua indicata del 17%, la proporzione (11*100%/17%) indica 65 Km di autonomia. Prova a vedere che succede all’autonomia se l’11 fosse un 10 o se la % fosse un 18%. Sono pochi decimali ma fanno la differenza. Troppo aleatorio!
Ma la cosa che mi incuriosisce maggiormente è la “percentuale di batteria consumata”.
E’ un dato che non si conosce (almeno sulla mia): sai quanto era il residuo alla sera quando l’hai messa in garage (faccio le foto per le mie follie statistiche) e sai quanto è la % residua dopo il viaggio fatto, ma la reale % consumata nel viaggio non è la differenza tra le due. Soprattutto in inverno, quando vado a prendere l’auto il giorno dopo, non sono neppure uscito dal garage (luci accese) che la % residua cala di un 1 o un 2%. Alla sera, mentre faccio le foto in garage del cruscotto e dell’OBC, sempre per le mie follie statistiche, la % disponibile talvolta cala di un 1%.
Mi sembra un calcolo molto aleatorio quello proposto. Di certi hai solo il consumo e la distanza percorsa, ma la % di batteria consumata in quel viaggio… boh? Di certo non è la differenza tra sera e mattino dopo il viaggio. Troppe cose sono intercorse senza fare un metro di strada.
Prendo ad esempio un viaggio di ieri:
Km percorsi 15, consumo al Km 0,1333 (13,33 kWh/100Km o 7,5 Km/kWh), kWh consumati 1,9995, percent. batteria consumata: residuo batteria 80% la sera prima meno il residuo del 60% al termine del viaggio, cioè 20%.
Applicando il calcolo proposto farebbe una batteria netta di 9,9975.
Peccato che prima di partire la % residua indicata non fosse più dell’80%. Se non ricordo male (non fotografo alla partenza), dopo l’uscita a fari accesi dal garage era 79%. Mica ho fatto strada con quell’1% “buttato”.
Sono un po’ perplesso… penso di non sbagliare nel continuare a fidarmi di quanto mi dice la Skoda.
Certo, sono consapevole delle limitazioni infatti dicevo: “fatto salvo le incertezze sulle diverse grandezze (soprattutto sullo stato di carica della batteria, mai realmente preciso al 100%).”
Lo stato di carica (la percentuale) si tende a dimenticare che è soltanto una stima e il processo che consente di averla a disposizione è piuttosto complesso e non esente da errori. Infatti può capitare di lasciare la macchina parcheggiata con la batteria a una determinata percentuale e riprenderla in mano con una percentuale leggermente diversa, in positivo o in negativo. Ovviamente ciò non ha nessun senso fisico: a macchina ferma l’impianto ad alta tensione è aperto, la batteria non può scaricarsi (nè caricarsi).
Allo stesso modo, non so se ci hai mai fatto caso, può capitare anche, magari a seguito di una ricarica parziale, di trovare la macchina con batteria all’X% e dopo qualche centinaia di metri avere undicazione di stato di carica dell’X+1%. Anche qui, nessun senso fisico: semplicemente qualche compensazione di presunti errori di stima del SoC da parte del BMS.
Poi, giustamente, ricordavi l’errore dovuto agli arrotondamenti, sia sulla percorennza, sia sui consumi che sullo stato di carica.
Comunque il mio obbiettivo quando faccio questo conto della serva non è stimare esattamente la capacità della batteria, ma avere un’idea del suo stato di salute. Se questo conto più o meno mi dà sempre 9-9.2kWh e poi all’improvviso dopo un po’ di tempo (non lo faccio tutti i giorni) ottengo 8, significa che qualcosa non va. Allo stesso modo, tra 9 e 10.4kWh la differenza è apprezzabile, nonostante tutte le incertezze, per questo ti chiedevo.
P.S Comunque per la percentuale di batteria “consumata” ovviamente tengo a mente lo stato di carica prima di partire e mi segno che percentuale resta quando arrivo. Naturalmente il calcolo è più preciso per viaggi relativamente lunghi e che utilizzano grosse percentuali di batteria.
Mi accodo ai complimenti per la sua capacità analitica…anche mio marito ci prova,ma dopo 5 minuti che mi elenca dati lo blocco😁..scherzi a parte, da quanto ho capito cerca di “spremere” giustamente la sua batteria per inquinare meno e viaggiare in elettrico..posso chiedere perché non ha scelto una BEV se il motore termico evita di usarlo?🖖
Buongiorno Greta.
Grazie!
Mia moglie, povera donna, ha a che fare con uno squilibrato, come si vede. Questa è una goccia nel mare dei miei dati! Ma è un mio hobby e lei sopporta. Cerco però di annoiarla il meno possibile.
Non ho una BEV, che avrei invece voluto, perché nel 2020 non esistevano BEV Station Wagon (a me serve una Station Wagon), soprattutto non ne “portavo a casa” nessuna per 21.700 euro, cosa che a me, fortunatamente e per i casi della vita, è accaduto! Ma, per farlo accadere, da Castelfranco Veneto sono andato a comperarla a Torino, dalla concessionaria in cui mi serv(iv)o di auto Skoda, ed Octavia, da oltre 20 anni. Direi che mi hanno “trattato bene”!
Bell’articolo Ivano, alla fine hai dimostrato che volere è potere e sei riuscito a trovare la strada per i consumi che volevi. Mi aspettavo questi risultati ma non così buoni: tenendo l’auto nel garage, facendola partire preclimatizzata e usando il climatizzatore al minimo (il vero “killer” in molte elettriche ed elettrificate) riesci a contenere le insidie del freddo che non fanno in tempo a far danno che sei già arrivato a destinazione. Viste le tue percorrenze, penso che quando passerei ad un’elettrica ti divertirei parecchio …
Ciao Enzo.
In effetti, credo che sarei perfetto (anche) come utente per una BEV.
Ho la costanza e la vocazione per usare al meglio anche le BEV, probabilmente con meno crucci ecologici rispetto al mia pur ottima PHEV. Sono così concentrato a non inquinare che utilizzo un’auto che non ha virtualmente limiti di nessun tipo “creandomi” invece forti limiti. Ma trovando anche il modo di “aggirarli”, anche perché l’auto me lo permette e trovo che sia una PHEV davvero ben fatta!
Ecco appunto quando qualcuno di noi qui dice la BEV poco divertente intende difendersi da questo superiore e maestoso approccio scientifico e analitico…
Buongiorno Ambro.
Ogni opinione è sacra, ma guardi che le BEV con questa analisi non c’entrano nulla. E’ il frutto dell’hobby di uno psicopatico proprietario di PHEV.
Anzi, il proprietario di una BEV, nel quotidiano e con l’autonomia elettrica che ha disponibile, non ha proprio nessuna necessità di avere “questo superiore e maestoso approccio scientifico e analitico”. Anzi, se ne frega proprio! Come potrei fregarmene io avendo un’auto termica con motore elettrico. Peccato che il mio “pallino” sia quello di inquinare il meno possibile.
Unendo il “pallino” al mio hobby, sono però in grado di arrivare ad utilizzare al meglio qualsiasi auto.
Qualsiasi, perché l’elettrico con le mie analisi non c’entra nulla: sono oltre 20 anni che le faccio, con tutte le auto a benzina e diesel precedenti.
E con tutte ho avuto dei vantaggi, perché i numeri non mentono e, se sai accorparli per dati omogenei, danno con precisione una risposta in relazione ad ogni tipo di utilizzo, settaggio, condizione.
Certo, con nessun’auto precedente sono mai riuscito a migliorare la gestione in modo così evidente. Forse perché le termiche hanno una inefficienza così marcata che ogni miglioramento gestionale risulta, alla fine, “annacquato”. Quando si parla di elettrico, invece… magia, anche in una ibrida come la mia. Gran cosa il motore elettrico, anche come divertimento. Ma non c’entra con l’analisi…
Buona primavera.
Un pizzico di ironia genera una pagina, troppo onore.
Ed è andata pure bene! Logorroico come sono ha rischiato una nuova “analisi fiume”! 🙂
Buongiorno Ivano, e innanzitutto complimenti per la completezza dell’analisi.
Condivido lo stesso “pallino” pur avendo una BEV, con la quale ho sempre cercato di applicare istintivamente il suo dodecalogo – pur senza conoscerlo – perché mi sono presto reso conto che, comportandosi così, il consumo diminuisce anche per una BEV.
E come dice giustamente lei, “non è che, perché hai tanta acqua, sia giusto sprecarla”.
Grazie e buona vita!
Buona sera Eugenio!
Grazie a lei! E buona vita! 🙂
Se ti può consolare (o affliggere ulteriormente) io ho accenni della stessa “malattia” di Ivano e riporto su excel i dati di percorrenza, rifornimenti e manutenzioni ordinarie e/o straordinarie della mia auto termica 😀
Forse dovrei dedicare più tempo alla Playstation e meno ai calcoli.
Massimo, non esiste vaccino!
Forse, se si rompe il computer…
Grazie Ivano, articolo utilissimo e interessantissimo
Prego Alessandro.
Spero che sia utile a chi, come me, vuole limitare al massimo le emissioni con una PHEV.
Buona giornata!
SI OK… tutti consigli meravigliosi … a parte preriscaldare perché alla fine li consumi dal contatore invece che dalla batteria ma….
.. direi che sono problemi di chi ha una plug in perché in elettrico ormai sono il passato … o meglio sono l’emergenza della situazione “azzolina mi sono preso al limite”.
COMUNQUE….
SI… CARICO L’AUTO SUL RIMORCHIO E LA PORTO AL LAVORO E HO RISPARMIATO LA BATTERIA.
Non posso dire che la spingo perché ….
anzi no!!! sulla plug in posso farlo!!!
La metto in folle e la spingo per metà percorso e ho risparmiato.
Dai… il climatizzatore… anch’io ho provato a staccarlo… ci sta in marzo ma “per Diana” dopo 30 km senti i piedi che chiedono aiuto e perdono sensibilità. .. non c’è ricircolo d’aria e alla prima scorreggia te l’annusi tutta per 5 km… ti si appannano i vetri … diventi più cattivo alla guida..
non fa bene ..
forse andava per chi aveva una nissan leaf del 2015.
Passi all’elettrico puro … che è uno spasso.
Buongiorno Fede!
La pre-climatizzazione è, in effetti, il trasferimento di un costo dall’auto al contatore. Non è un risparmio. Però quel costo mi consente di inquinare di meno. Credo che sia questa la considerazione per cui, con un’auto che non ha alcun limite di nessun tipo, mi pongo invece dei limiti.
Quanto a spingerla (1.750 Kg!) non si può ugualmente! Si potrebbe però inventare il moto perpetuo, o la strada sempre in discesa in ogni direzione… sarebbe più utile e comodo rispetto a spingere…
Da metà marzo fino ai primi, veri, caldi, io non pre-climatizzo più e non uso il climatizzatore in viaggio. Temperature di 18, 20, oggi 22°C non mi sembra che siano “terribili”. Ma ognuno gestisce le proprie “estremità” come preferisce. Inoltre, ho specificato che faccio viaggi brevi: se i viaggi si allungano climatizzo senza problema dopo aver pre-climatizzato. D’altra parte, nessuno obbliga a non usare il climatizzatore: è sufficiente fare in modo che l’abitacolo sia già in temperatura per farlo lavorare il meno possibile. Certo, con una BEV il problema non è così impellente come con una PHEV (naturalmente, non volendo inquinare, altrimenti…).
Quanto alla BEV era in effetti il mio obiettivo! Sfortunatamente (2020) Station Wagon BEV a 21.700 € non c’erano! Per il mio utilizzo una BEV sarebbe altrettanto perfetta della mia PHEV (la BEV con qualche piccolo vincolo in più in certune occasioni e con pari spasso, volendo).
In ogni caso, come ho detto in altra risposta, anche con una BEV non vorrei “sprecare” energia, anche se da rinnovabili, se non necessario. Non è che, perché hai tanta acqua, sia giusto sprecarla. Al di là delle auto, credo che dovremmo tutti cercare di cambiare le nostre abitudini e le nostre necessità da “viziati”. Del resto, sono andato in giro per quasi 40 anni in auto che non avevano nulla di simile ad un climatizzatore (e nemmeno le cinture di sicurezza). E sono ancora vivo!
Buona giornata!
Spostare i costi si, ma bisognerebbe anche valutare se è uno scambio alla pari o meno. Perché (sparo a caso) se consumi 1 kWh domestico per pre-climatizzare e percorri 10 km in più in elettrico, risparmiando mezzo litro di benzina… È comunque un bel vantaggio economico.
Se consumassi (esagerando all’inverosimile) 10 kWh per avere un km in più di autonomia sarebbe un salasso
Buongiorno Kyser.
I che dati che cerchi nell’analisi ci sono.
Oggi io ho mediamente 71 Km di autonomia, con una batteria netta di 10,4 kWh. Quindi ogni kWh consumato è pari 6,83 km. Consumando (al massimo) 1,15 kWh per pre-climatizzare consumo energia pari a 7,85 Km.
L’analisi dimostra che, rispetto a non pre-climatizzare, pre-climatizzando guadagno 2/3 di 25 Km, cioè quasi 17 Km. Quindi quel kWh consumato dal contatore mi regala quasi tre volte di autonomia rispetto a quanto potrei fare con 1,15 kWh. A cui aggiungere il vantaggio dell’eliminazione degli errori, 9 Km ulteriori in più.
Direi che è molto conveniente, ed è più che logico, visto che il massimo del consumo del climatizzatore avviene nei primi 10 minuti dall’avvio (sia in estate, sia in inverno). Quei 10 minuti “terribili” pre-climatizzando non ci sono: il climatizzatore parte quieto avendo già l’abitacolo in temperatura. E la pre-climatizzazione richiede mezz’ora anziché 10 minuti proprio perché il riscaldamento (raffreddamento) avviene quietamente. Alla temperatura del garage, non dell’esterno, altro vantaggio.
In ogni caso, anche se non fosse così conveniente, ciò che per me conta è non emettere inquinanti in viaggio. Aumentare l’autonomia (di 25 Km in inverno) mi consente di avere oggi 9 g/Km di emissioni di CO2, in rapido calo. A fronte di un’omologazione di 23,8 g/Km. Per me questo è ciò che conta!
Ottimo dodecalogo ! Peró non ho capito il punto 2 (“utilizzare il navigatore di bordo per i viaggi più lunghi: il sistema sarà in grado di gestire al meglio batteria e rigenerazioni”) : vuol dire che i navigatori piú evoluti possono impostare il percorso migliore dal punto di vista della rigenerazione grazie a discese e/o rallentamenti ? Inoltre non ho capito la differenza fra i punti 5/6/7, non consigliano tutti e tre – con parole diverse – l’andatura piú regolare possibile ?
Buongiorno Luigi.
Nella mia (distinzione che è d’obbligo) l’impostazione di un viaggio completo sul navigatore consente al sistema, che a quel punto “conosce” il percorso, di regolarsi sui punti dove più efficacemente può rigenerare la batteria (se sa che c’è una discesa dopo poco, concentra la rigenerazione su quella discesa evitando di farla nel rettilineo, cosa che rallenterebbe l’auto obbligando poi ad accelerare). E’ una cosa fondamentale soprattutto in modalità ibrida: solo con la navigazione inserita il sistema è in grado di dosare la batteria per tutto il viaggio. In quei casi, viaggi lunghi, la maggior parte della rigenerazione della batteria la fa il termico. “Conoscendo” il percorso, il sistema farà rigenerare al termico solo nei punti dove potrà “lavorare di meno”, riducendo enormemente consumi ed emissioni. Ciò consente di arrivare a metà percorso col 50% di batteria, col motore elettrico che non cessa un attimo di aiutare il termico per tutto il viaggio (si arriva con l’1 o il 2%). In caso contrario, senza conoscere il percorso, il sistema è programmato per usare la batteria e l’elettrico il più possibile, col risultato che dopo un centinaio di Km la batteria sarà a zero (virtuale), l’aiuto dell’elettrico più ridotto ed il lavoro del termico più elevato. Cose pessime!
“Inoltre non ho capito la differenza fra i punti 5/6/7 … l’andatura più regolare possibile?”.
Si… e no. Non potevo, per questioni di spazio, diffondermi nei distinguo. Grazie per darmene l’occasione.
“5 – adottare un tipo di guida predittivo, variando l’andatura il meno possibile;”
La guida “predittiva” non è specificamente orientata ad andare piano, ma ad avere “l’occhio” lungo (che gli ADAS, anche se hanno una sorta di “predittività” conoscendo incroci, rotatorie, svolte, ecc…, non hanno, perché non vedono al di là del proprio… radar). Questo vuol dire che se, avvicinandomi ad esempio ad una rotatoria, vedo tre auto che ci si avvicinano, regolo (io, l’ADAS non lo farebbe a quel momento) l’andatura in modo da arrivare alla rotatoria quando le altre auto sono già dentro. Lo scopo è non far arrestare completamente l’auto. E così via…
“6 – adoperare i comandi con dolcezza (acceleratore e freno in particolare), non esagerare con la velocità per poi frenare;”
Questo invita a non essere compulsivi alla guida. Spesso vedo guidatori che accelerano immotivatamente, frenando e poi riaccelerando, di continuo (di solito non hanno idea di cosa significhi un cartello 50). Avviene spessissimo, ad esempio, in presenza di dossi di rallentamento: 40 per passarlo, 70 per arrivare al successivo, di nuovo 40, ecc… Assurdo! O che sorpassano un’auto con un semaforo giallo davanti. O che partono dal semaforo come se avessero il diavolo alle costole. Appagante, ma non si fa con una batteria di trazione sotto.
“7 – mantenere un’andatura consona al traffico ma tale da non richiedere continue variazioni (frenate, accelerazioni);”
Questo invece è particolare per la regolazione degli ADAS: nel traffico c’è una “velocità media” di spostamento, soprattutto in extraurbano o in autostrada. Se ci sono continue variazioni di velocità (80, 90, 100, 70, 90…) è bene che il travel assist sia impostato per la velocità media, settato con la distanza dall’auto che precede massima. In tal modo l’auto non fa l'”elastico” tipico di queste situazioni: si allontanerà dall’auto che precede quando c’è un’accelerazione della coda, ma chiuderà la distanza solo al nuovo rallentamento. Con un po’ di esperienza (e di fortuna), la variazione effettiva di velocità della propria auto sarà minima. Bisogna avere la capacità di non farsi impressionare da quelli dietro. Arriveremo al termine della strada tutti allo stesso momento, ma normalmente si tende a voler “chiudere” subito la distanza. Assurdo e sprecone!
Buona giornata!
Grazie per la pubblicazione, l’organizzazione del testo e la titolazione, incisiva ed efficace.
Spero possa essere utile per altri proprietari di Plug-in dal prossimo inverno. A me secca inquinare se posso evitarlo.
Per divertimento raccolgo, da anni, molti dati sulle mie auto. Mi hanno aiutato ad utilizzarle al meglio. Nessuna auto precedente, però, è mai stata così suscettibile a netti miglioramenti sulla base dell’utilizzo. Visto che la “raccolta dati” la faccio, e pure le analisi conseguenti, mi pareva corretto condividerli con chi non ha né la voglia né il tempo per fare una cosa così articolata.
Buona primavera!
E mamma mia, che studio approfondito! I miei stracomplimenti!
Grazie!
E’ un hobby che mi è stato utile in passato e che si è dimostrato ancora più utile con la PHEV.
Prima di tutto compliemnti davvero per l’aeccezionale lavoro e la capacità di estrarre conclusioni dai dati. Poi fa piacere notare come in realtà i valori di omologazione di questa PHEV siano reali e non di fantasia come qualcuno sostiene.
Grazie.
In effetti i dati di omologazione sono correttissimi se la si usa senza errori, persino un po’ sottodimensionati se la si utilizza al meglio come indicato (al meglio per me, secondo la mia “visione” delle cose).
Mi auguro si renda conto che ha fatto un favore non da poco a tutti i frequentatori di questo sito, in particolar modo a coloro che si lamentano delle percorrenze delle loro PHEV. Grazie ancora.
Grazie! 🙂
In effetti lo scopo di tutta l’analisi è mettere a disposizione di chi è un po’ meno “bacato” di me e non ha né la voglia né il tempo per fare raccolta e data mining, le mie esperienze con l’auto. Una PHEV, ma sono indicazioni che credo utili per qualunque auto con una batteria di trazione.
I dati li ho, a chili, perché non metterne almeno una piccola parte a disposizione di altri?
Per me è fondamentale non inquinare e desidero che anche altri abbiano la possibilità di limitare, quantomeno, le emissioni anche con un’auto potenzialmente inquinante.
Mamma mia Ivano, sei uno scienziato o forse un computer!!
Complimenti per l’articolo, la raccolta dati e la loro elaborazione, molto interessante.
Però la vita è breve e, se non sei un’IA o Skynet, ti invito da me a prendere una sbronza di Lambrusco Grasparossa in compagnia 😂
Buongiorno Fares.
Sono un vecchio zuccone pieno di manie. Questa me la porto dietro da oltre 20 anni. Ad ogni auto nuova i dati da raccogliere aumentano. Gli OBC oggi sono pieni di dati, mentre 20 anni fa erano 4 o 5 più i dati sul clima, sul motivo del viaggio, sui Km per tipo di strada, ecc…
Sono passato dal primo archivio che raccoglieva 15 dati, all’attuale che ne raccoglie una 60ina. Più le analisi!
Ma non è una cosa così mostruosa come sembra! Sono un abitudinario: il mio utilizzo è quasi sempre uguale, e basta un copia/incolla di un viaggio precedente simile, per poi cambiare data ed altri 4 o 5 dati che variano dal viaggio precedente copiato, raramente una decina.
Sono 3 o 4 minuti da dedicare alla sera di un giorno di viaggio (o viaggi).
Il guaio è che, come tutti gli hobbies, è estremamente “vorace”: guardo i dati e poi mi metto a pensare che se incrocio tra loro quei valori ottengo… e via con le analisi.
Ma è ciò che mi ha consentito di comprendere cosa era meglio fare per ottimizzare l’utilizzo. I numeri non mentono, basta saperli incrociare selezionandoli omogeneamente. Ma dopo 40 anni di analisi me la cavo piuttosto bene.
Più che sbronzarmi (non sono un gran bevitore), non si potrebbe soddisfare la gola? Sarei un pelo goloso! 🙂
Ciao!
Consigli buoni anche per una full elettrica, ma proprio con una qualsiasi full il 90% di questi problemi sono eliminati dalla efficenza del veicolo stesso, per cui sali in auto e guidi senza problemi di autonomia con una perdita del 10% massima estate inverno senza rinunciare a nulla, almeno questa la mia esperienza con Tesla,
Buongiorno Giuseppe.
Non credo sussistano dubbi sul fatto che un’auto nata per essere elettrica sia più efficiente di un’auto nata per essere termica, elettrificata in seguito con un motore calettato sul cambio.
Comunque, non so per le altre Plug-in, ma la mia Wagon del Gruppo VAG è comunque efficiente in modo consistente.
Se elimino i primi mesi di strafalcioni nell’utilizzo (non ne sapevo nulla e nemmeno in concessionaria ne sapevano nulla, tanto che i suggerimenti che mi diedero furono tutti controproducenti – tipo il consiglio di caricare solo all’80% la batteria per preservarla, cosa che mi faceva andare in giro con una batteria caricata in realtà al 64%: l’80% dell’80%) e se confronto marzo 2021 fino al 21 e giugno 2021 fino al 21 (entrambi senza pre-clima e con l’uso del climatizzatore), la differenza di autonomia è di circa 7 Km, da 57,73 Km nel mese invernale a 64,82 Km nel mese primaverile. Non siamo distanti dalla perdita che lei indica del 10% tra inverno e primavera, e sarebbe anche più ridotta confrontando con la piena estate dove, non adottando alcun accorgimento, l’autonomia cala un po’. Elettricamente, nonostante il “vizio” congenito, una buona PHEV non è così distante da un’elettrica pura di pari stazza.
Poi, è vero che un conto è perdere il 10% di 300 Km, un altro conto perdere l’11% di 65 (per restare sulle omologazioni).
Da questo punto di vista, se uno odia l’idea di inquinare, la Plug-in è più difficile da gestire di una BEV ed occorre adottare le indicazioni che ho dato nell’analisi per ottenerne il meglio.
Quanto alla rinuncia… per me è prioritario non inquinare, ma non la avverto: d’estate non c’è nessuna rinuncia (ma occorre pre-climatizzare, cosa non indispensabile per una BEV vista l’autonomia), d’inverno la rinuncia c’è ma non la si avverte col mio utilizzo (viaggi troppo brevi perché la pre-climatizzazione da sola non sia sufficiente), nel resto delle stagioni, da 16 a 24 gradi, non ci si accorge neppure del clima spento. Anzi, personalmente, quando lo accendo perché ho passeggeri, mi provoca anche un po’ di fastidio.
Infine, concordo col fatto che sono indicazioni che potrebbero servire anche per il proprietario di una BEV: anche se il proprietario di una BEV non ne sente la necessità vista l’autonomia disponibile, mi pare che, eticamente, non sprecare energia se non necessario mi sembri essere una buona cosa, per tutti, sia che “arrivi” da fonti rinnovabili oppure no. Come non va bene sprecare acqua anche se ne abbiamo molta (per ora).
Magari una PHEV, da questo punto di vista, è molto educativa! Sprecare è sempre un male!
Buona primavera!
Alla fine il “risparmio” (Di autonomia) dovrebbe essere più o meno uguale, essendo che si parla di consumi legati per fare la stessa cosa (riscaldare). Solo che ovviamente se per te una diminuzione di 40 km di una macchina che ne fa 400 significa perdere il 10%, per chi ha una autonomia di 75 km a perderne 40 siamo oltre il 50% di calo.
Unica cosa che con una ev diventa utile solo per i viaggi perché tanto non vai mai a benzina.
Non mi sembra un ragionamento logico ipotizzare che una BEV perda il 10%, pari a 40 Km, mentre una PHEV perda gli stessi 40 Km. Anche usandola da schifo come ho fatto nei primi mesi, la perdita è stata di 20 Km. Il mese successivo a quelli dell’analisi ero a 9 Km dall’omologazione, sempre senza pre-climatizzazione e sempre utilizzando il climatizzatore in viaggio.
Ho detto nella risposta qui sopra che, semplicemente non facendo errori gestionali, la differenza è attorno all’11%. Perché mai dovrebbe essere di oltre il 50% in una PHEV?
Nella realtà, utilizzandola al meglio, la differenza tra estate ed inverno è di circa il 7%, anzi, un po’ meno…