Vendere più auto elettriche e mettere più colonnine
L’accordo è stato firmato da Renault, PSA Peugeot-Citroen, Valeo, Faurecia e Michelin. Tutte multinazionali protagoniste a livello mondiale. Con la Renault già nella posizione di leader globale nell’elettrico, grazie anche ai due marchi del gruppo, Nissan e Mitsubishi. L’intesa si pone soprattutto due obiettivi: aumentare velocemente le vendite di auto elettriche e completare una rete di punti ricarica già oggi piuttosto capillare. Partendo da una realtà già consolidata. L’anno scorso si sono vendute 24.910 vetture spinte solo da motori a batterie, mentre in Italia non è arrivata neppure a quota 2mila.

Per di più le colonnine elettriche spuntano ormai ovunque. Sulla rete autostradale, per esempio, i punti di ricarica viaggiano ormai verso quota 200. Contro le tre che ci risultano attive in Italia, due sull’Autobrennero e una a Roma (guarda il nostro articolo). Eppure a Parigi non basta. Il primo firmatario del documento, il presidente della Platforme automobile Luc Chatel (ex ministro dell’educazione) parla di una sfida disruptive, “che mette a rischio la stessa esistenza dell’industria dell’auto”. Una filiera che, costruttori a parte, in Francia occupa 400 mila persone, con almeno 4 mila imprese e 49 miliardi di export.
Si creeranno 25 mila posti, soprattutto per ingegneri

Una grande sfida, ma anche un’enorme opportunità. Il governo stima che nell’industria dell’auto elettrica si possano creare di qui al 2022 ben 25 mila posti di lavoro. Di questi 14 mila saranno ingegneri e 9 mila operai, proporzione di per sé interessante. Il resto sarà fatto da altre figure di supporto. Ma le aziende avranno bisogno di nuove risorse, qualificate. Per questo verrà aumentato del 50% il budget per programmi di formazione e apprendistato. E verranno stanziati 135 milioni per progetti di ricerca, dedicati soprattutto alle celle delle batterie. Altri 200 milioni andranno per progetti e test sulla guida autonoma, in particolare applicata ai trasporti pubblici. Quanto alle vendite di auto elettriche, il governo conta di quintuplicarle nei prossimi tre anni, superando quindi le 100 mila unità. E di arrivare ad avere almeno una colonnina ogni 10 vetture elettriche in circolazione. Un progetto molto ambizioso, con una scelta di campo decisamente diversa dalla neutralità tecnologica scelta dagli ultimi governi italiani. Il tempo dirà chi avrà avuto ragione tra Francia e Italia. Noi pensiamo che sia Parigi ad avere avuto la vista più lunga.
Dopo la fiammata del boom nel dopoguerra, l’Italia si è sempre distinta per aver dissipato i capitali a disposizione e perso tutti i treni che la tecnologia ha di volta in volta messo a disposizione.
Perché mai adesso dovrebbe prendere il treno dell’aria pulita, dell’energia che le cade giù dal tetto gratis, delle mobilità silenziosa e in armonia con l’ambiente? Tutte cose così noiose!
Se poi tutto questo disturba grandi manovratori come l’Eni e la Fiat…