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La Francia ferma il nuovo nucleare: “Ritardi, costi lievitati e redditività incerta”

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Lavori alla centrale di Flamanville in Normandia

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In Francia, la Corte dei conti ha suggerito al governo di fermare i nuovi progetti di centrali a tecnologia nucleare voluti dal presidente Macron. Un altro grave danno di immagine per l’Eliseo, dopo il calvario per la realizzazione della centrale di Flamanville: costi quadruplicati e inaugurazione rinviata di 12 anni sul programma iniziale.

Aumenti dei costi, ritardi nei lavori e scarsa redditività per gli impianti in costruzione. In Francia la Corte dei conti francese ha lanciato un nuovo allarme sui rischi finanziari legati allo sviluppo dei reattori nucleari di seconda generazione, costruiti dall’azienda statale Electricite de France (Edf). Già nel 2020, la Corte aveva suggerito una serie di misure per migliorare il monitoraggio dei costi e dei tempi di realizzazione, ma le raccomandazioni sono rimaste inascoltate.

Il progetto EPR2: i costi sono passati dai 51,7 del 2020 agli attuali 67,4 miliardi e potrebbero ancora non bastare

Il caso più emblematico riguarda i reattori EPR2, un’iniziativa voluta nel 2022 dal presidente Emmanuel Macron per costruire tre coppie di reattori con possibilità di ulteriori espansioni. Tuttavia, alla fine del 2023, il progetto è stato definito ancora tecnologicamente insoddisfacente in relazione all’affidabilità. Ritardando il passaggio dalla fase progettuale preliminare a quella dettagliata. Il costo stimato è salito da 51,7 miliardi di euro nel 2020 a 67,4 miliardi, con la necessità di ulteriori aggiornamenti sui tempi e le spese.

Così, in Francia, la Corte dei conti ha raccomandato di sospendere gli investimenti sul nucleare fino a quando non ci sarà un quadro finanziario chiaro. E sarà completata la progettazione. La redditività dell’intero programma resta sconosciuta, e i magistrati contabili suggeriscono di rinviare le decisioni finali per evitare rischi finanziari ancora maggiori.

Flamanville: inaugurata con  12 anni di ritardo

I problemi del nucleare francese sono ben riassunti dal caso della centrale di Flamanville, in Normandia. Costruita guarda caso con la prima versione della tecnologia Epr (European Pressurized Reactor). Previsto per entrare in funzione nel 2014, l’impianto è stato allacciato alla rete solo poche settimane fa. Il primo collegamento alla rete elettrica è avvenuto il 20 dicembre 2024. Dopo il collegamento, il reattore funzionerà a diversi livelli di capacità fino all’estate 2025, quando finirà la fase di test.

Inoltre, il costo totale è salito a 23,7 miliardi di euro, con una redditività attesa molto bassa, inferiore al costo medio del capitale investito. Perché Edf possa guadagnare dalla gestione della centrale sulla costa normanna, il prezzo dell’energia dovrebbe raggiungere 122 euro/MWh. Un livello comparabile ai costi attuali dell’energia prodotta da gas. Peccato che la Francia, grazie agli impianti esistenti, venda nei paesi confinanti – Italia compresa – energia a prezzi intorno a 50 euro/MWh.

Risultato: perché Flamanville possa stare finanziariamente in piedi sarà inevitabile ricorrere a sussidi pubblici. Da qui l’intervento della Corte dei Conti – l’ultimo di una lunga serie – per chiedere che vengano sospesi nuovi progetti nucleari prima di avere una una maggiore visibilità su tempi e costi.

Una lezione per la Francia di cui dovrebbe tener conto anche il governo italiano che vuole il ritorno del nucleare in Italia. La tecnologia individuata, quella dei minireattori “modulari” ha le stesse incognite. Non c’è ancora un prototipo da testare, non se ne conoscono esattamente i costi e i possibili ritorni economici. E appare improbabile che se ne sappia di più quando verrà presentata la legge quadro sul nucleare, annunciata per la fine del mese dal ministro della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto.

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Apri commenti

92 COMMENTI

  1. A volte mi date l’impressione di avere una chiusura pregiudiziale sul nucleare simile a quella che hanno tanti sulle auto elettriche e che vi scrivono spesso a sproposito senza approfondire.

      • No. Mi riferisco a tanti articoli palesemente contro il nucleare che ho letto su questo sito. Sono certo che sa a cosa mi riferisco senza la necessità di fare pessima ironia.

        • Lei deve elencarci gli articoli nei quali la redazione avrebbe preso una posizione antinucleare preconcetta, senza citare fonti e argomentazioni supportate da dati accreditati.

  2. Idroelettrico lo sfruttabile lo abbiamo sfruttato, l’off shore è costosissimo, infatti molti progetti si sono arenati.

  3. Scusate, qualcuno sa fornirmi un link alla sentenza / decisione /dichiarazione della Corte dei Conti francese? Non riesco a trovarla. Grazie.

  4. In tutto questo vi siete persi l’ultimo video sul canale YouTube di Vai elettrico, dove si vedono due cose molto interessanti.

    1) il signor Massimo che finalmente comincia a padroneggiare “i tempi della rete” (5 minuti di video e via, fœra di ball, e non ti inchioda lì i quarti d’ora… 🤭🤭🤭)

    2) l’amico Alessandro Abbotto che ci conferma che con ogni probabilità la vera protagonista del futuro sarà l’ammoniaca e non l’idrogeno.

    Correte a guardarlo sul canale YouTube del vostro sito preferito!

  5. Per il geotermico, che possiamo fare in Toscana, e in parte abbiamo già fatto, altrove non è sfruttabile, andiamo a protestare presso i residenti del monte Amiata che non vogliono una nuova centrale geotermica?

    • io dubito che non possa fare fuori dal monte amiata ,
      forse è più conveniente li ma ,
      ci sono aree come il bullicame nel lazio( vicino alla centrale di montalto di castro , quella della fine del nuculare )
      , in prossimita dei campi flegrei , vicino Bagnoli (areea industriale dismessa)
      su piattaforme offshore mi viene in mente , isole lipari vulcano
      etna , stromboli,vesuvio

      abusivismo edilizio presso vulcani si
      le trivelle per gas e petrolio si
      nuculare costoso si

      il getermico no ?

      geotermico di nuova generazione by Google Fervo

      https://fervoenergy.com/fervo-energy-announces-320-mw-power-purchase-agreements-with-southern-california-edison/

      oltre le centrali elettriche ,
      ci sono le pompe di calore geotermiche per generare calore a basso costo realizzabili ovunque
      anche queste troppo poco pubblicizzate in italia
      usabili da subito in industria,commercio,ospedali ,scuole,alberghi e pa

      • Le pompe di calore geotermico purtroppo risentono delle autorizzazioni comunali perché sotto terra ci sono le falde acquifere dell’acqua potabile quindi bisogna fare molta attenzione a che profondità vengono installate.

      • Le pompe di calore geotermiche sono una cosa, le centrali elettriche geotermiche sono ben altra cosa.
        Per il discorso pompa di calore geotermica non è così conveniente, il costo della sola posa delle sonde è molto alto, ad esempio per il riscaldamento di casa conviene decisamente una pompa di calore aria/acqua in un buon 90% del paese.

        • non è conveniente per una abitazione ,
          tranne per chi ha ristrutturato con gli incentivi ,beato lui

          io invece credo che nei casi che ho citato uffici,aziende , centri commerciali,supermercati è conveniente
          ci aggiungo anche agriturismo e spa

          ci sono molte situazioni in periferia che dispongono di pozzi artesiani e romani già scavati ..
          a me mi hanno detto che possono essere usati pure quelli ,
          io ne ho uno in giardino;
          è proprio l’acqua di falda che fa da accumulatore di calore d’estate da recuperare in inverno

          in zone prive di sorgenti termiche si guadagnano 2-3 gradi Celsius per ogni 100 metri di scavo
          in collina e o montagna , dove d’inverno fa sotto zero sempre , bastano 200 metri di pozzo più stretto di un artesiano per fare lavorare in maniera ottimale una pompa di calore che all’aria consumerebbe molto molto di più
          imho
          il concorrente di questi impianti è il coogeneratore ,anche se richiede più manutenzione di una pompa di calore geotermica ,
          permette di evitare lo scavo ,
          è unico modo sensato di continuare a usare il motore a scoppio e traghettarlo oltre il 2050 , magari alimentato a biogas

          tutto imho

  6. Lei dimentica che le rinnovabili non sono solo Eolico e Fotovoltaico
    mancano all’appello :
    idroelettrico
    Biogas-Biomasse
    geotermico

    in un sistema integrato di rinnovabili
    idroelettrico e biogas-biomasse vanno considerate forme di accumulo di energia da usare nelle stagioni più sfavorevoli

    per il geotermico ch ha avuto un boom in europa nel 2023-2024 , perchè in italia viene troppo spesso dimenticato ?

    perché qualcuno deve parlare per forza di nuculare ?

    Fonte Egec
    «Nel 2023 il settore geotermico in Europa ha fatto passi da gigante, fornendo elettricità a 11 milioni di consumatori e riscaldando e raffreddando circa 20 milioni di persone e 400 città e fabbriche»

    la rete elettrica europea farà il resto ,
    ci può essere poco vento in una regione ma spostandosi di qualche centinaio o addirittura migliaio di km, per averne troppo e venderlo ai vicini in modo che poi contaccambino alla prima occasione

    si chiama resilienza o anche civiltà della collaborazione

    • Cioè siamo una penisola a rischio di terremoti, con vulcani, a rischio idrogeologico perché piena di fiumi e torrenti, con tanto mare essendo una cacchio di penisola con arcipelaghi annessi, 2 fasce di Monti e colline e mi vengono a dire che non abbiamo energie rinnovabili a sufficienza? Il Polimi ha stimato enormi quantità di energia eolica off shore inoltre non sarebbe un reato metterne anche sulle alpi . Un ultimo studio sottolinea come anche il geotermico sia ampiamente sotto sfruttato in Italia. Essendo una cacchio di penisola direi che ci sia del mare da qualche parte e vi sono modi per produrre energia con il moto ondoso che sarebbe utile per tutte le zone costiere in modo da liberare il resto dell’ energia agli altri. Poi magari se iniziassimo ad inquinare di meno in sta fogna che diventa la pianura padana d’inverno avremmo anche una nebbia meno intensa e nera e soprattutto sarebbe indice di consumi inferiori.
      Cioè abbiamo bisogno di energia subito ma anche di abbattere l’inquinamento subito e l’unico modo sono le Fer ed incentivi/ obblighi per legge ad aumentare le classi di efficenza energetica di industrie e case. Il nucleare da un rientro tra troppo tempo ed in periodi di congetture economiche ha mille variabili che possono rallentarlo e fare schizzare i costi anche se di per sé non è la fonte terribile che molti dicono ma al momento non possiamo permetterci.

  7. Ci stà che se l’investimento non ha i ritorni previsti, si possa tornare sui propri passi.
    La Francia potrebbe avere cannato le ultime politiche energetiche, che è grave ma almeno stanno provando a fare qualcosa.
    Catalogatemi come populista, non mi interessa ma in Italia a mio avviso vige il “no” a tutto a priori e intanto non si fa mai niente. Cos’è peggio?

  8. Che senso ha mettere in competizione il nucleare con le rinnovabili? Il nucleare ha costi, ritorni e tempi incerti-o meglio certamente oltre i 20 anni da oggi-mentre sulle rinnovabili possiamo fare progetti seri e certi nei costi e nei tempi. Progettiamo pure il nucleare, ma intanto costruiamo le rinnovabili. Se poi non arriviamo a coprire il 100% del fabbisogno, va bene anche il 70, l’80 o quello che sarà. Vi pare poco ridurre la dipendenza dai fossili del 70%? Come dire a un’azienda ti riduco le passività finanziarie del 70%.

  9. L’energia nucleare come tutte le tecnologie ha pro e contro. Le principali potenze economiche mondiali usano tutte (anche) il nucleare. È chiaro che questo settore dell’energia resterà anche in futuro, dato che si sta continuando a costruire centrali nel mondo. L’Italia ha e avrà un ruolo in queste tecnologie, soprattutto nella ricerca, che piaccia o no. Quel che è anche chiaro è che gli antinuclearisti nostrani possono stare tranquilli. Non servono articoli di propaganda per provare a scongiurare un presunto pericolo che di fatto non esiste: nessun politico italiano si prenderà mai la responsabilità di avviare davvero un programma nucleare.

    • Dovremmo intenderci su chi faccia propaganda. Oggi ne vendo tantissima pro nucleare, sposata in pieno dal nostro governo. E ne vedo ancora di più contro le fonti rinnovabili. Forse nessun politico si prenderà la responsabilità di lanciare (e finanziare) il programma nucleare, ma la campagna enti rinnovabili ha già ottenuto ottimi risultati (vedi Sardegna). Morale della favola: niente nucleare, niente rinnovabili e “drill, drill, drill” Eni.

      • Se per propaganda contro le rinnovabili intendi la mia ti sbagli di grosso, essere pro nucleare non significa essere contro le rinnovabili, è essere per diversificare le fonti energetiche. Le uniche fonti a cui sono contro sono le fossili, tranne rari casi, ad esempio bruciare degli scarti, come legname che andrebbe abbandonato in un bosco (che quindi emette lo stesso CO2 per la decomposizione, a questo punto facciamoci energia che ci serve) o i rifiuti indifferenziati, quella parte che non puoi in nessun modo riciclare, per quanto ci dobbiamo impegnare a produrne il meno possibile.

        • Matteo potresti iniziare a distingure tra i dati di costo del nucleare già costruito (come usare una vecchia auto ormai già pagata finche và)
          e il nucleare di nuova costruzione (comprare un auto nuova, con i listini saliti alle stelle, e senza sapere quando verrà consegnata e se con altri rialzi di prezzo, e per quanti anni poi si potrà usarla)

          con le risorse per il nucleare di nuova costruzione,
          si possono installare molte più rinnovabili e accumuli, e farlo velocemente, si abbattono i prezzi energia in 1-2-3-4 anni ( come successo in Spagna) e anche le emissioni carboniche, a tempo record

          vale anche per sistemi estremi con rapporto 1:1,5 o 1:2 tra rinnovabili e accumuli abbinati, sono sistemi stabilizzati h-24

          • Però ti posso sempre portare l’esempio della Germania, che ha investito in modo pesante su installare rinnovabili e paga le bollette più alte di tutti, forse queste rinnovabili non sono magiche.
            Hai una stima di quante batterie di accumulo servono per un paese come il nostro? Abbiamo un consumo a spanne di 1twh al giorno, quindi direi che almeno almeno un 500gwh di batterie servono, visto che di notte qualunque FTV non produce e l’eolico non si sa, e secondo me siamo ben sotto la soglia minima di sopravvivenza. Siamo a 500000000kwh, che al costo attuale delle batterie, ottimizzato perché è serializzato l’acquisto sono 150.000.000.000€, al costo di 300€ al kwh. Se non sbaglio sono 150 miliardi, e non ho contato terreni dove installare, costi di installazione e manutenzione. Ora mi va bene tutto, ma mi sembra una spesa altina, se confrontata con il reattore più costoso mai costruito, lo usate sempre come esempio, ne facciamo 10 di quelli con le sole batterie che ho ipotizzato di installare, senza contare i pannelli e le pale per caricarle quelle batterie.
            E ripeto, quelle batterie per me sono poche, ce ne vuole almeno il doppio, quindi mi faccio oltre 20 reattori considerando il prezzo più alto mai pagato per un reattore e il prezzo più basso per le batterie, non puoi dire che sono stato di parte e ho preso un reattore economico, ho proprio preso il vostro esempio, anzi forse sono stato scarso sul costo delle batterie.

            Ora sono contro le rinnovabili? No, anzi, sono contro le follie e gli ideologismi, le rinnovabili servono assolutamente, chi può mettere il fotovoltaico a casa lo dovrebbe fare, chi ha un capannone dovrebbe coprirlo di pannelli solari, se ci sono zone ventose andrebbero sfruttate. Ah parlando di zone ventose, vieni con me a protestare davanti alla regione Sardegna che di fatto ha bloccato le nuove pale eoliche (5s) sull’onda dell’ignoranza popolare? perché se le pale eoliche non le mettiamo in Sardegna non ha senso, non è che le possiamo mettere in pianura padana dove il vento non esiste.

          • Ti risponderà R.S. non c’è dubbio. Però qualcosa vorrei dire anch’io:
            1) consumiamo un TWh al giorno, ma soprattutto di giorno, appunto. Di notte i consumi praticamente si azzerano. Le ore critiche sono quelle serali, fra e 18 e le 23. Quindi: il tuo calcolo sulla necessità di accumulo è molto grossolano. Se lo dimezzi stai più vicino alla realtà.
            2) l’eolico produce di notte più che di giorno. Tu non l’hai calcolato.
            3) L’idroelettrico dov’è finito? E’ un accumulo che vale fra il 10 e il 20% del fabbisogno elettrico italiano. I pompaggi, che un tempo si facevano di notte, oggi si faranno nelle ore centrali della giornata.
            4) il costo degli accumuli stazionari (Bess) è di 100-150 euro a kWh. Ed è in costante diminuzione.
            5) l’idrogeno verde prodotto quanto il prezzo dell’elettricità è negativo è un’altra forma di accumulo molto competitiva

            Rifatti i calcoli, temo fortemente che il tuo ragionamento si riveli carta straccia

          • Massimo stai facendo conti molto ottimistici.
            In Italia non abbiamo vento, soprattutto non lo abbiamo dove abbiamo i consumi, in pianura padana, quindi ammesso di riempire la Sardegna di pale eoliche (e non vogliono) quell’energia la devi trasportare in Lombardia e Veneto, non banale, se consideri che ad oggi il cavo sottomarino va dalla Sardegna al Lazio, e costruire cavi sottomarini costa tantissimo.
            Per dare dei numeri, il Tyrrhenian Link costerà quasi 2 miliardi di €, e nell’ottica di riempire la Sardegna di pale eoliche per fare corrente per il nord italia non basta, visto che va verso la Sicilia, e ha una potenza di 1000mw massima trasportabile, che sarebbe poca in ottica pale eoliche.
            Poi si parte sempre dal presupposto che se non produce il FTV produce il vento, non è vero, ci possono essere benissimo notti con poco vento, quindi o hai abbastanza batterie o non vivi.
            Inoltre in inverno un FTV produce pochissimo, specialmente se ti capita la giornata nuvolosa, quindi quei 500gwh sono pure pochi, perché a dicembre di giorno si consuma tantissimo, ma il FTV produce poco. Tu mi dirai se piove in Veneto in Sicilia è bel tempo e viceversa, ma questo vuol dire che ogni zona del paese dovrebbe avere abbastanza impianti da sorreggere il fabbisogno nazionale in inverno, una cosa improponibile. Poi il giorno a metà luglio con il sole in tutta Italia questi impianti produrranno vagonate di kwh che non servono a nessuno e buttiamo, ma i produttori vorranno essere pagati, e indovina chi paga.

            Ah sul costo delle batterie, ok mettiamo il costo di 150€, metà di quello che ho ipotizzato, e mettiamo che serva la metà della potenza che ho detto io, cosa di cui dubito, siamo comunque a 30/35 miliardi senza installazione e terreno, nell’ottica più ottimistica che esista.
            Durata operativa di queste batterie? 15 anni? Con quei soldi costruisco 2/3 reattori che lavorano per 60 anni, e non hanno il problema che se un giorno c’è poco vento e le batterie sono scariche spengo il paese, perché questo succede, se le batterie non reggono e non c’è vento o sole cosa si fa? Candele per tutti?

            Perché vi dovete ostinare ad una tecnologia, che peraltro ha già dimostrato di non essere efficace in altri paesi, la Germania è quella che più ci ha investito, e i risultati li vediamo, costi alle stelle, aziende in crisi e produzione industriale in calo. E non hanno nemmeno ridotto le emissioni, che sono 8/9 volte quelle francesi, avessero almeno raggiunto un obbiettivo, manco quello, perché poi accendono le centrali a gas per lavorare quando non c’è vento di notte. E pagano gli incentivi ai pannelli di giorno per buttare l’energia e le centrali a gas per stare ferme in attesa di richiesta.
            Veramente non capisco, mi sento dare dell’estremista pro nuke quando sono il primo favorevole alle rinnovabili, quello che non sono è estremista verso una sola tecnologia.

          • Lei non è un estremista come noi. Ma certo, Matteo. Però mi permetta di dirle: è un gran facilone. Fa un commento stimando in 150 miliardi il costo delle rinnovabili, poi come niente fosse scrive, va beh, mi sarò sbagliato di un centinaio di miliardi. Visto che ha dimenticato l’idroelettrico, al prossimo commento dirà che si è sbagliato di un’altra decina di miliardi. Abbia almeno il pudore di chiedere scusa.

          • @Matteo
            qui il prezzo all’ingrosso delle batterie da storage in Cina, 44e a kw-h, poi a noi applicano un ricarico; scenderà ancora
            https://www.trendforce.com/price/battery-price

            qui il prezzo all’ingrosso medio 2024 della Germania è un ottimo 7,8 cents a kw-h
            https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=IT&interval=year&year=2024

            e l’anno prossimo faranno un po’ meglio, perché stanno riducendo carbone e metano, che alzano la media del prezzo

            la loro bolletta finale domestica (le industrie pagano meno tasse) è alta come in altri paesi del nord europa, allineata al loro costo della vita; se guardi i paesi dell’est, hanno “PUN” importanti (nonostante abbiano nuculare di vecchia costruzione) ma pagano bollette basse, perchè le tasse aggiuntive al “PUN” sono in proporzione ai redditi

            per l’italia un paragone sensato è la Spagna, costo della vita e del lavoro simile al nostro, e in 4 anni ci hanno distanziato, in meglio per loro (vedi mappa sopra), e ancora scendono di prezzo

            == aneddoto sulle bollette della Germania

            i Tedeschi ho letto hanno un problema culturale con l’eccessivo rigore contabile, e non con i costi (bassi) delle rinnovabili che anzi li stanno aiutando (sono la cura del caro prezzi da crisi gas russo, non la causa); perché nella bolletta elettrica caricano molte tasse anche in tempi duri come questi, non fanno debito pubblico; in bolletta hanno

            – alte tasse sulle emissioni di Co2 di Carbone e Metano, per disincentivarli; sono “precisi”, non si sono fatti sconti

            – costi per rifare la loro rete elettrica in tempi rapidi (hanno varato leggi apposite per velocizzare i lavori) perché obsoleta rispetto alla nostra

            – una tassa sui consumi elettrici di rete (!) per incentivare abitazione e industrie a montare impianti FTV di autoproduzione

            – accise per incentivi al miglioramento delle abitazioni (credo FTV che prima era incentivato, pompe di calore, isolamento termico, etc; noi i bonus invece li mettiamo a debito)

            – altre accise, iva, ricarichi degli operatori di rete

            Nella loro mentalità, stornare parte di queste tasse dalla bolletta per metterle nella tassazione generale (come fanno tutti gli altr paesi), o diluire investimenti eccezzionali per la rete su più anni fiscali, non sarebbe considerato onorevole/giusto, e non incentiverebbe l’autoconsumo

            il loro Governo voleva fare un strappo alla regola fiscale già l’anno scorso, anticipare soldi presi dal bilancio statale (anzi dai fondi non spesi che erano stati accantonati per il Covid) per lavori eccezionali al sistema elettrico e incentivi alle BEV, ma la loro Corte dei Conti li aveva stoppati, se ricordi avevano dovuto interrompere bruscamente gli incentivi BEV con scossoni all’industria auto

            ora volevano riprovarci, usare quei fondi per installare rapidamente molti accumuli e altro; gli addetti ai lavori scherzavano immaginando che avvrebbero ordinato dalla Cina una nave gigante carica solo di container BESS a prezzo stock 100e x Kw-h per 100 GW-h totali in un solo anno;
            ottimo investimento che si sarebbe ripagato in brevissimo;
            ma la uno dei partiti si è messo di traverso in nome del rigore contabilie (scusa? bho) sino ad arrivare a crisi di Governo

      • Certo il primo dopo un disastro e con una forte disinformazione, e il secondo dopo un incidente che in Italia hanno dipinto come una strage che ah causato ben 0 morti, succeduto ad un terremoto e maremoto che di morti ne ha fatti 15000. Finché dici alla gente che appena metti una centrale queste esplode come una bomba e fai terrorismo questi sono i risultati. Intanto ci teniamo le centrali a gas.

          • Il disastro di Chernobyl è dovuto alla stupidità umana di tentare di fare esperimenti a rischio. Ho guardato il reportage di Wikipedia riguardo al disastro di Chernobyl e se non avessero fatto quelle assurde prove staccando i sistemi di sicurezza non sarebbe successo nulla. A proposito, non sono pro-nucleare.

          • La stupidità umana non finisce a Chernobyl. Devo rammentarle cosa disse Eintein? Ecco perchè non mi sentirei tanto al sicuro nemmeno oggi.

          • Massimo siamo realisti, il disastro di Chernobyl è dato da una serie di errori di progettazione (barre con la punta di grafite per primo), di mancanza di sicurezza (struttura di contenimento mancante del tetto, possibilità di estrarre tutte le barre di controllo) e incompetenza del personale addetto al test (viste le condizioni instabili il reattore andava spento) che non erano replicabili in NESSUN reattore occidentale nemmeno 40 anni fa, figuriamoci ora.
            Quindi il disastro di Chernobyl non è un esempio valido, però queste cose non si dicono mai, si dice sempre “guarda Chernobyl”. Beh guardalo come esempio di come non si fanno le cose, e guarda che noi in occidente già dai primi reattori non eravamo così. I reattori da noi hanno un muro di contenimento in cemento armato da 1,5m, e cemento armato con una quantità di ferro che non hai idea, con rigidissimi controlli, non come alcune scuole dove dopo il disastro si scopre che il costruttore ha messo una quantità inferiore di ferro per risparmiare.

          • Questo è vero. Ed è il motivo per cui Flamanville o Olkiluoto sono costate dieci volte di più e hanno richiesto 10-15 di lavori più del previsto. Siamo sempre lì, gentile Matteo. Il nucleare sicuro si paga a caro prezzo. Ne vale la pena? Forse sì o forse no. Ma le valutazioni non si fanno a chiacchiere e a suon di propaganda.

          • Falso questo, perché dopo Chernobyl si sono costruite centrali e non sono costate 10 volte tanto. Il motivo per cui è successo è che erano il primo esemplare di un nuovo modello, quindi si riscontrano tutti i problemi. Inoltre da anni non si costruivano nuove centrali in Europa, di conseguenza la filiera era da rimettere in moto, e costa tempo, e di conseguenza soldi.
            Inoltre quanto successo in Giappone ha costretto alla riprogettazione di alcune cose per aumentare ulteriormente la sicurezza, e l’uscita dal nucleare da parte della Germania (e di conseguenza Siemens) ha costretto EDF a cercare nuovi partner per la produzione di alcune componenti.
            Le centrali che abbiamo in occidente avevano la struttura di contenimento già prima di Chernobyl, vedi Fukushima che era del 1967 e aveva la struttura di contenimento.
            Per dire la centrale di Onagawa molto più vicina al terremoto, ma di costruzione più recente (1980) non ha avuto alcun problema, tanto che è stata pure riattivata, ed era precedente a Chernobyl, quindi questo dimostra che le strutture di contenimento le costruivamo già prima, già dagli anni 60, vedi appunto Fukushima.

          • Quindi lei proporrebbe di tornare alle centrali di prima generazione? Io sento parlare di terza (EPR) e quarta generazione. Ma ripeto, io e lei stiamo facendo solo inutili chiacchiere. Vorrei vedere i numeri, che non ho io e non ha lei.

          • Massimo non mettermi in bocca parole che non ho detto, non ho proposto di tornare alla prima generazione, to ho dimostrato che quello che è successo a Chernobyl non poteva succedere da noi perché le centrali avevano le strutture di contenimento e non avevamo le barre con la punta in grafite. L’aumento del costo per Flamanville non è dovuto al fatto che “ora facciamo la struttura di contenimento”, quella la abbiamo sempre fatta, pure sulle centrali del 1967.
            Mi sembri poco poco informato, EPR non è uguale a terza generazione, è un modello. La quarta esiste, ma siamo a poco più che sperimentale/prototipo, ci sono poi varie famiglie di reattori considerati quarta generazione, e per ora sono praticamente tutti reattori di piccole dimensioni.
            Vedi la differenza, io parlo sapendo le cose, informandomi, chi è contro il nucleare usa i soliti argomenti “a caso” o generalisti, o spesso pure sbagliati. Che numeri vuoi vedere? Sono ben disposto a portare dei dati, non ci sono problemi.
            Le parole e la propaganda mi sembra arrivi da chi è contro il nucleare e usa appunto le solite frasi fatte, e i soliti argomenti spesso sbagliati. Informatevi, sarebbe meglio.

          • Tiri fuori i numeri e la smetta di cianciare. Soprattutto non faccia il saputello arrogante.

          • Massimo che numeri vuoi? Perché delle evidenze le ho già portate, le centrali occidentali fin dagli anni 60 hanno sistemi di sicurezza che i sovietici non usavano, tanto che la fusione del nocciolo avvenuta a Fukushima non ha liberato in atmosfera materiale radioattivo come Chernobyl, che pure era una centrale più nuova di quella Giapponese.
            Poi sulle misure di sicurezza dei sovietici sorvoliamo, le loro centrali erano fragiline eh, subivano incidenti un giorno si e uno pure, quelle in Italia non hanno mai avuto problemi per dire. Solo a Chernobyl oltre a quello famoso ci sono stati almeno altri 3 incidenti abbastanza gravi, per dire quanto fossero insicuri quei reattori che noi non abbiamo mai usato.

          • Mi armo di santa pazienza e le ripeto quello che ho già scritto: “Il nucleare sicuro si paga a caro prezzo. Ne vale la pena? Forse sì o forse no. Ma le valutazioni non si fanno a chiacchiere e a suon di propaganda“. Ci dia i costi dettagliati di un nuovo piano nucleare italiano e i tempi necessari a realizzarlo. E li raffronti con i costi e i tempi necessari per ottenere gli stessi risultati da fonti rinnovabili.

          • Ma sono numeri che nessuno ha, come puoi sapere quanto tempo ci metti? Dipende, se inizi e vai avanti senza intoppi o se ogni 2 per 3 qualcuno ti blocca cantieri, appalti eccecc, cosa che succede anche con le rinnovabili peraltro.
            Poi ottenere gli stessi risultati da fonti rinnovabili è impossibile, dimmi come fai con le rinnovabili in Italia ad avere una disponibilità elettrica costante, continua giorno, notte, estate, inverno per 365 giorni all’anno consumando circa 320twh e garantendo stabilità e continuità. Quante pale eoliche ti servono, quanti pannelli, quanti accumuli e a quale costo? Non mi citare “a casa ho la batteria di accumulo e passo la notte tranquillo in estate” non mi dice nulla e non serve a nulla in ambito paese

          • Ancora chiacchiere e dati sballati. La domanda elettrica nel 2024 è stata di 312 TWh, ben lontano dal massimo del 2007 di 330 TWh e il 2,2% più del 2023. La produzione, al netto delle importazioni è stata di 267 TWh. Fonte Terna . L’impossibilità di coprire il fabbisogno con fonti rinnovabili più stoccaggi è una bufala Energia solo da rinnovabili/3 Qualche idea per far quadrare il cerchio. E’ più costoso? Lo dimostri. Perchè se dice che stimare i costi è impossibile, ci sta dicendo che il ritorno al nucleare è un salto nel buio. E non ci convince affatto. Si rifaccia vivo con i dati.

  10. Il nucleare oggi è una follia.

    Chi lo vuole e lo promuove a tutti i costi è perché ne ha dei ritorni economici personali.

  11. Il governo Meloni ci vuole fare indebitare per una ragione ideologica. Non abbiamo bisogno di buttare via soldi in tecnologie fuori mercato.

  12. Finalmente lo abbiamo acclarato, il nucleare NON serve ad abbassare le bollette.
    Rappresenta un costo che può avere senso SE lo usi insieme a Idro e geotermico per avere produzione di base continua.
    Il resto, ossia gli altri 2/3, devono essere di FV, EO ecc.
    Se l’obiettivo è abbassare i costi energetici.

    • Esattamente!
      È infantile cercare la singola fonte più economica.
      Ha molto più senso cercare il mix energetico più adatto alle proprie esigenze.

    • venti anni fa anni fa forse, oggi 100% rinnovabile costa sempre di meno,
      e il divario va aumentando ogni anno

      un sistema di backup a idrogeno verde per arrivare a 100% rinnovabili, composto da idrolizzatori e metanizzatori per circa 30 TW-h annui, in grado di coprire ammanchi nazionali di potenza diciamo (?) di 37 GW nei giorni molto rari in cui hai sia poco vento che poco Sole per 40 ore consecutive (oltre i limiti di intervento degli accumuli giornalieri), per l’Italia verrà a costare
      -> circa 60 miliardi

      lo stesso back-up fatto a nuculare, richiede 23 EPR da 1,6 GW ognuno, forse tra 100 anni li avremmo costruiti, ma non so dove; contando 24,5 miliardi a reattore, viene a costare
      -> circa 560 miliardi

      non spenderei 500 miliardi in più per far contenti i fans nostalgici di uranio e plutonio; preferisco pagargli un 1 miliardo le vacanze, le tangenti e le pensioni, senza fare i reattori, e risparmiamo 499 miliardi, come 3 superbonus

        • non sono a caso, da parte mia cerco di verificare, un giorno mi sono messo a fare questi conti per capire, scoprendo che cercando sono dati accessibili

          – ho usato i costi attuali e previsti degli idrolizzatori PEM (adatti a produrre idrogeno in modo discontinuo, sfruttando i momenti di abbondanza di energia delle rinnovabili che le batterie già cariche non potrebbero sfruttare, ad esempio 2000 ore annue) e i costi dei loro stack di ricambio

          – i costi attuali dei metanatori (senza includere miglioramenti futuri che pure sono previsti) e degli altri accessori necessari per trasformare poi l’idrogeno verde in metano verde li ho trovati in uno studio ENEA

          – il metano verde si stocca sottoterra dove ora stocchiamo il metano fossile, usi le stesse tubature e le stesse centrali per bruciarlo;
          o ancora meglio centrali a gas a ciclo Allam, che direttamente non hanno nemmeno il camino, catturano la Co2 in un ciclo chiuso in modo semplice https://netpower.com/first-utility-scale-project/

          ci sono altre possibilità, es. trasformare l’idrogeno verde in combustibili liquidi, o stoccarlo direttamente sottoterra (in Germania, pare potrebbero, avendo caverne adatte che lo trattengono) che prevarrranno se costeranno meno

          oppure potenziare le interconnesioni tra Stati e le installazioni di rinnovabili portando il quantitativo di energia di back-up annuale a quote molto più piccole, gestibili già dagli accumuli idroelettrici alpini e balcanici; anche questo verificato partendo dallo studio Aspo del 2021 e aggiornando i parametri; e non ho inventato niente di particolare, studi recenti hanno fatto lo stesso percorso ma loro in modo più rigoroso, rifacendo le simulazioni da zero invece di modificare quella di Aspo

          – in Spagna e Germania stanno iniziando la corsa alla produzione commerciale di idrogeno verde; hanno già fatto le prime aste pubbliche per assegnare forniture dagli impianti pilota; la Spagna costuirà anche un idrogeno-dotto verso la Francia;

          idrogeno verde ora in europa sui 5 euro al kg, già conveniente da usare come back-up; pensano di arrivare a 2 euro al kg ( 1 kg equivale come energia a 3 litri di benzina); scendere il costo di produzione non sembra un problema vista l’energia rinnovabile a costo marginale quasi zero; dove le stime divergono mi pare sia più sui costi in caso l’idrogeno venga anche trasportato e riversato in usi diversi da quello dello stoccaggio stagionale o di combustione in processi industriali

          • https://www.ilsole24ore.com/art/south-h2-gasdotto-africa-europa-l-idrogeno-verde-mazara-vallo-tarvisio-ecco-mappa-AGDbqgQC

            almeno il ns governo si impegna per trasportare idrogeno verde in Europa…. (sempre parte del “piano Mattei”)
            Peccato che son comunque politiche che rendono l’Italia e l’Europa dipendente da altri produttori (africani, arabi, USA)
            Secondo me l’intento di Enrico Mattei era rendere indipendente l’Italia… non legarla mani e piedi ad altri fornitori energetici…. di qualunque tipologia (idrocarburi, uranio, plutonio, idrogeno … o cippato ! )

            Ma non sarebbe meglio investire al massimo nel ridurre ai minimi termini la dipendenza dall’estero, puntando su tutte le possibili F.E.R. ?? e poi (anche) partecipare a questo ed altri progetti, anche il nucleare volendo… (in ITER sviluppato in Francia i cinesi hanno 9% di quote… anche se a casa loro sviluppano E.A.S.T. che al momento funziona per … alcuni minuti … difficile poi capire se il bilancio energetico è almeno positivo).

        • Finalmente qualcuno che capisce i numeri e non le fantasie, o follie green.
          Io sono pro rinnovabili, ci mancherebbe, si devono assolutamente costruire dove possibile, e penso che chi ha una casa singola dovrebbe installare un FTV, ma ci vuole un contatto con la realtà, e non la fantasia del “facciamo tutto con i pannelli” o “installiamo batterie per tutto” o “usiamo idrogeno green”

          • Il fatto che le rinnovabili costano pochissimo, prendendo sempre il numero più favorevole, mentre per le centrali si prende solo il caso peggiore, la centrale primo esemplare di un nuovo progetto dopo anni di stop alla filiera e con in mezzo riprogettazioni dovute a uscita della Germania (Siemens) e cambio di regolamentazioni.
            Quanto costa realmente un kg di idrogeno verde? E poi torniamo al metano, bella idea di decarbonizzazione, se è pure metano verde inquina.

      • Un pò di numeri a caso, mi piace.
        Idrogeno verde assolutamente fuori mercato, produrre idrogeno da stem reforimng costa 2€ al kg, da FER circa 15, assolutamente fuori mercato.
        30twh annui non servono a niente, sono pochissimi, ci alimenti il paese un mese, e periodi in cui il fotovoltaico non produce sono almeno 4 mesi all’anno. Un FTV ha un CF del 20%, un eolico del 40%, peccato che questo secondo lo puoi fare in Sardegna e poco altro, e proprio in Sardegna non li vogliono.
        Ah 23 EPR 1600 producono qualcosa più di 30twh annui, almeno i numeri giusti dai.

        • prendiamo spunto dalle tue credenze per approfondire un poco:

          – Asta pubblica per idrogeno verde da FER che paga 4,5 euro al kg:
          https://www.pv-magazine.it/2023/11/24/lue-lancia-la-prima-asta-di-idrogeno-verde-con-un-prezzo-massimo-di-450-euro-kg/

          – 30 TW-h bastano secondo le simulazioni pessimiste e frugali come quella dell’ Ing. Giusti nel “L’urgenza di agire” o quella di Aspo Italia;
          mentre in quelle più aggiornate il FTV ha una maggiore resa per superficie, viene incluso l’eolico off-shore, le pompe di calore per i riscaldamenti per abbassare i consumi invernali, e maggiori scambi con l’estero; allora gli accumuli stagionali sono ridimensionabili sino a pochi TW-h

          le simulazioni impostano ad esempio 500 TW-h per la curva dei consumi annui elettrici futuri, poi il mix di rinnovabili e accumuli, e ripetono le condizioni meteo ora per ora giorno per giorno per uno o più anni usando i dati storici degli anni passati

          fotovoltaico, ad es. a Roma, in mese invernale produce 80 KW-h (gia molto) contro 160 KW-h in mese estivo; un calcolatore certificato: https://re.jrc.ec.europa.eu/pvg_tools/it/

          quote anche modeste di eolico e di idroelettrico aiutano, l’eolico produce di notte e soprattutto di inverno, il CF nei mesi invernali può passare 50%, e scende invece in estate; l’eolico off-shore poi ha una buona regolarità e profili orari un po’ diversi da quello su terra, si cancellano parte dei buchi di produzione; qui puoi generare dei profili di produzione eolica italiana (simulano solo turbine sino a 5,2 MW ma si può alzare il mozzo):
          https://www.renewables.ninja/

          – eolico abbiamo siti per 200 GW in mare (stima politecnico Torino) e 300 GW su terra in tante Regioni (ora non trovo lo studio, se riesco lo posto); per fare un mix ce ne bastano 30 GW in mare + 30 GW su terra (30 su terra ci arriviamo già quasi con l’upgrade degli impianti esistenti)

          – nel calcolo fatto sopra sui costi di investimento, il fattore critico che decide quanti impianti servirebbero ( 23 EPR) al posto di un più economico back-up a idrogeno verde, risulta essere la potenza massima producibile, non i kw-h annui; mi spiace se non ero stato chiaro

          – annotazioni sui costi invece del kw-h li ho messi nel COMMENTO QUI SOTTO citando il report della Corte dei Conti Francese

          • Interessante l’asta, che non vuol dire iniziate a produrre, vuol dire “Qualcuno sarebbe disposto a produrre a questi costi?” Visto che è chiusa da quasi un anno, quanti si sono presentati e hanno iniziato i progetti? Ah progetti sovvenzionati, quindi denari nostri.

            Per la rendita del FTV sempre lì sei, al 20% di CF, e soprattutto incostante, e per 4 mesi, quelli in cui consumi di più, produce pochissimo, e poi nei mesi estivi produce tantissimo, e quel surplus fa andare il valore dell’energia a zero, che spero tu sappia è un grosso problema, non un grosso vantaggio.

            Per l’eolico, partiamo dalla Sardegna dove puoi installare, se vieni con me andiamo a protestare davanti la regione perché ha sostanzialmente bloccato tutti i progetti, giunta 5stelle, quelli che sono pro rinnovabili (a parole, ma non a casa mia)
            Per l’off shore purtroppo i costi elevatissimi stanno rallentando molti progetti, vedi esempio in UK, ma casi simili anche in Spagna e Portogallo.
            https://www.expoclima.net/eolico-offshore-il-fallimento-asta-nel-regno-unito

            La potenza massima producibile è una cosa, l’energia prodotta in un anno è altra cosa, sono pienamente convinto e lo ripeto, le rinnovabili servono (ti ho detto, andiamo in Sardegna a protestare per le pale eoliche?), ma non bastano.
            Servono pure i backup fatti da accumulatori, ma l’unica soluzione per me sono quelli chimici, ovvero le classiche batterie, idrogeno e altre invenzioni strane hanno poco senso (ha senso il pompaggio idroelettrico)
            Gli stessi backup non bastano, servono a stabilizzare la rete e assorbire i picchi, ma non puoi farci affidamento per alimentare un paese, primo te ne servirebbero una quantità immensa con costi folli, secondo devi sovrainstallare ftv e eolico per quando produci poco, e poi ti trovi sovraproduzione in estate, e chi paga i produttori per quell’energia che nessuno vuole? Sai vero che se non paghi chi produce nessuno installa nulla.
            La prova di quanto ti sto dicendo è la Germania, che ha speso miliardi per fare tutto green e alla fine brucia carbone, lignite e gas, oltre a mettere a piano nuove centrali a gas per il futuro, nel nome della transizione verde.

            Io nella mia coerenza accetterei di buon grado un reattore nucleare vicino a casa, non ho alcun problema, anzi sarei ben felice venisse fatto qui, tutti i sostenitori dell’energia green accettano le pale eoliche, il ftv, gli accumuli eccecc vicino a casa?

          • @Matteo

            = accumuli giornalieri
            ci sono studi di istituti di analisti, ed esempi reali di aste di rinnovabili stabilizzate con accumuli; stabilizzare l’energia di un mix di rinnovabili con gli accumuli costa relativamente poco, ad es. passi da 5 cents a 7 cents al kw-h (puoi fare anche da tè il conto usando prezzi aggiornati); di accumuli giornalieri per l’italia ne serviranno circa 10 kw-h a persona (580 GW nazionali, secondo le simulazioni e anche secondo un conto a spanne sui consumi ); probabilmente saranno già batterie a ione sodio (oltre agli accumuli idroelettrici), es. a circa 60euro al kw-h di capacità; il costo è diluito in 15 anni, poca cosa rispetto ai risparmi che permettono sul PUN;
            va aggiunto al sistema di back-up stagionale discusso sopra;

            = ASTE per Cdf
            fissano un prezzo di ritiro del kw-h fisso per i venti anni successivi, il contratto lo vince l’investitore privato di parco rinnovabili che propone il prezzo più basso, ad esempio 70 euro al MW-h (valore tipico aste nostre e centro europee, mentre in Spagna c’è molta competizione e poca burocrazia e scendono a 20-30 euro a MW-h); il vincitore ha delle penali se poi non rispetta i tempi stabiliti di messa in servizio e le modalità di fornitura

            sono contratti chiamati Cdf e possono avere clausole, per es. non pagare nelle ore in cui i prezzi energia vanno a zero, per spingere gli investitori ad installare anche gli accumuli

            se la tariffa Cdf è più bassa del PUN medio (in Italia 11 censt), i Cdf li chiami incentivi, ma “di fatto” non sono incentivi, sono un risparmio per noi, il prezzo energia medio scende, anche le bollette scendono

            se inceve fai un Cdf a 180 euro a Mw-h per il nucleare Inglese di nuova costruzione o per quello eventuale Francese (contro i 74 euro per il nucleare francese da centrali “vecchie”), allora è un incentivo, stai sovvenzionando, alzano i costi, paghi il kw-h sempre e comunque più del prezzo di libero mercato delle altre fonti

            = CONTRATTI privati PPA
            fissano un prezzo fisso (più clausole e formule varie) direttamente tra fornitore di energia rinnovabile e grande utilizzatore (una fabbrica ad esempio), senza asta competitiva;

            in Italia e in Europa i PPA sono a circa 50e al MW-h (cerca con goggle); ora leggevo stanno arrivando anche PPA con energia rinnovabili e stabilizzata h-24; da altri conti dovrebbero costare sui 80e al MW-h (al solito, in Spagna meno)

            = Borsa energia
            quello che non va in Cdf o PPA, potrebbe finire nella normale contrattazione della Borsa energia (parlando di impianti utility, non domestici); che le rinnovabili siano nella borsa energia, o in Cdf, o in PPA, comunque sottraggono GW e fatturazione alle centrali a gas, abbassando il prezzo PUN

            vedi grafici con dispersione/correlazione dei prezzi PUN italiani
            https://www.energy-charts.info/charts/price_scatter/chart.htm?l=it&c=IT&interval=month&year=2024&wind_onshore=1&bzn=IT-Calabria

            PS: in Sardegna, facciano come vogliono, si attarderanno qualche anno prima di capire il travaso economico che portano le rinnovabili sul territorio; altre Regioni che hanno capito stanno correndo (in testa Sicilia e Lazio, poi molte altre)

            per me i freni peggiori sono i decreti recenti fatti contro le rinnovabili dal Governo; le opposizioni locali spesso vorrebbero negoziare maggiori “pedaggi locali”, del tipo ” ma a me che me ne viene direttamente?” e converrebbe concederli, al Comune locale, per es. 0,3 cents a kw-h prodotto, oltre agli affitti e favori gia previsti

  13. Bene che l notizia giri ma segnalo che in buona fede avete riportato i dati della stampa generalista, sono sbagliati per difetto e ancora benevoli; se si legge il rapporto originario le stime dei costi sono anche peggio

    1) (pag 28 del rapporto) il reattore Flamanville-3 da 1,6 GW in Francia è costato 23,7 miliardi in euro del 2023, cioè 24,5 miliardi di oggi; e fin qui ci siamo

    – questo per l’investimento inziale (CAPEX), 24,5 miliardi
    – assumono poi costi di gestione (OPEX) 36 euro al MW-h prodotto;
    – non considerano i costi di smantellamento e gestione scorie

    2) (pag. 29) questo reattore se verrà usato ad una potenza media del 75% ( ma il valore francese è pure più basso, non arriva a 70%) per ripagarsi in (una longevità molto ottimistica) 60 anni continuativi di funzionamento senza spese di manutenzione straordinarie, necessiterebbe di far costare l’energia:

    138 e 199 euro al MWh in moneta del 2023, per 60 anni;

    è un costo peggiore delle centrali a metano durante i periodi crisi; figurarsi se poi nella realtà gli anni saranno meno, e il fattore di utilizzo scende sotto a 75%, si sfondano i 200-250 euro al MW-h

    PS: la forchetta stimata da Corte dei Conti tra 138 e 199 euro MW-h dipende a seconda di inflazione, tassi di sconto, aspettative di redditività sul capitale investito;
    e mancano da aggiungere i costi di dismissione e gestione scorie

    3) (fondo di pag 32) per il nuovo programma di 6 reattori francesi da 1,6 GW, la stima teorica del costo è:
    93 miliardi in moneta del 2023 (non 67 miliardi)

    e precisano 93 nell’ipotesi irrealisticamente ottimistica per questo tipo di progetti di un costo di finanziamento al 4% (ma per il nucleare tipicamente è almeno il 7-9%, l’investimento è rischioso) e ipotesi di tempi di realizzazione brevi; in queste ipotesi irrealistiche stimano 15,5 miliardi a reattore

    contando il fattore “costi overrun” in corso d’opera, tipicamente i costi reali superano di molto le stime iniziali, ogni reattore supererebbe abbondantemente i 24 miliardi di costo per 1,6 GW;

    24 miliardi è anche il costo osservato in opera di Flamanville-3,
    e i reattori Vogtle n3 e n4 in America e di Hicley Point-C in Inghilterra sono costati di più

    ==================
    Rapporto di Gennaio 2025 della Corte dei Conti Francese

    Questo il PDF integrale
    https://www.ccomptes.fr/sites/default/files/2025-01/20250114-La-filiere-EPR%20-une-dynamique-nouvelle-des-risques-persistants_0.pdf

    il link è da questa pagina
    https://www.ccomptes.fr/fr/publications/la-filiere-epr-une-dynamique-nouvelle-des-risques-persistants

    ====================

    le stime sono state rialzate rispetto al 2022, e queste lo erano rispetto al 2020; aumentano ogni anno molto più dell’inflazione, è tipico del nuculare

    in gergo si dice che ha una “curva di apprendimento negativa”, più passa il tempo e più aumenta di costo invece di diminuire; capita solo con le tecnologie problematiche e in declino

    • In Italia le auto elettriche vendute da gennaio a luglio 2024 sono circa 39000,
      Se consideriamo un’auto con batteria da soli 30 kWh sono un totale di 1.170.000 kWh o 1,17 gWh, ora se ogni auto venduta aveva la tecnologia veichle to grid, avevamo fra le mani un accumulatore non centralizzato (mettendo che ogni auto potesse scambiare fino a 6 kWh) letteralmente “gratis”.
      Ora se le auto elettriche VtG aumentassero al 15% delle auto vendute in Italia, ogni anno avremmo 7 gWh di “accumulatori” in più, sempre considerando 30 kWh per la batteria.
      Ora non ho fatto delle ricerche super approfondite per i dati, ne ho considerato il grado di “utilizzo” di un auto come batteria per la rete, ne la vita utile di un auto, quindi mi posso semplicemente sbagliare, e gente più competente di me farebbe sicuramente un lavoro migliore, ma se la situazione è nello stesso ordine di grandezza dei miei calcoli, sarebbe molto vantaggioso fare un discorso serio sulle rinnovabili, visto che l’unico problema di fotovoltaico e eolico sono gli accumulatori.
      Il nucleare è ormai roba vecchia

        • magari è difficile sfruttarle a livello sistemico (V2G) per difficoltà di far interagire sistemi molto diversi tra loro…
          però se ogni casa con FV avesse una BESS (forse già più standard ?)
          e l’eventuale BEV avesse pure la funzionalità V2H (ossia aiutare solo l’abitazione di pertinenza) sarebbe comunque un gran vantaggio a livello gestione dei picchi di consumo se quando torno a casa e mi metto a cucinare -induzione+microonde e climatizzazione pdc – posso “aiutare casa” con la batteria della BEV e, se c’è il sole, ricaricare in parte mentre mangio…. questo in un’ “ottica” di cessazione dello scambio sul posto….
          Per chi ha le WB abilitate V2G nei parcheggi aziendali… durante le ore di lavoro si possono accumulare le eccedenze di produzione nelle batterie auto collegate (che quindi NON dovranno fare ricariche in momenti meno opportuni per i carichi-rete)…. o no??

          • Infatti V2H e V2B potranno essere implementati abbastanza velocemente, quando saranno fissati i codici di dialogo fra auto e wallbox bidirezionali. Questo è chiaramente detto nell’articolo. Il problema si complica quando le auto dovranno fornire energia alla rete.e

        • come ho già scritto il V2G imho è superato ,è troppo complesso

          Io sono per il parking to grid con parcheggi coperti di fotovoltaici
          come da legge francese , che obbliga il fine lavori al 2028 2030

          immaginate un parcheggio di una grande azienda o di un centro commerciale 2000 mq , tutt’altro che rari , coperti da
          400KWp di fotovoltaico e dotati e una batteria stazionaria da 2-4MWh
          con colonnine da 20-50 kW DC
          imho è questo che andrebbe progettato e installato da domani mattina
          semplificando la vita ai gestori ,produttori di energia
          personalmente penso che sia diventato antieconomico oggi , grazie alle batterie stazionare da pochi kwh ,gestire gli impianti fotovoltaici di qualche decina di kW, meglio gestibili anche con la domotica dai proprietari ..
          meglio mancati prelievi dalla rete che immissioni microscopiche e poco prevedibili

          la batteria dell’auto lasciamola alla discrezione del proprietario
          con il V2H per alimentare la propria casa , V2L per fare il campeggio elettrico in campagna

          my 2 cent

        • Grazie per avermi condiviso quell’articolo che mi ero perso, è stata un ottima lettura.
          Dopo aver letto perché è complicato, ho il presentimento che il problema peggiore qui in Italia siano il costo maggiorato del wallbox, ma quello penso sia un problema condiviso con il V2H, e i problemi amministrativi, che ahimè siamo in Italia, sono il nostro punto “forte”.
          Spero che grazie ad una transizione delle fonti energetiche ci siano più occhi puntati sul V2G e V2H e che l’ Europa spinga maggiormente su queste tecnologie

      • al momento ci servono già decine di GW-h di accumuli per evitare le speculazioni dei picchi sui prezzi energia; potremmo riattivare i 53 GW-h di pompaggi idroelettrici che abbiamo e iniziare a comprare BESS a batteria, già ora sono vincenti come prezzo abbinati alle rinnovabili

        ma il grosso andrà aquistato quando arriveremo a 60% e più di rinnovabili, tra qualche anno, a prezzi ancora più bassi e probabile chimica già ione-sodio

        facciamo in tempo anche a far crescere il parco auto elettriche (come dici tu sono potenziali V2G) e fabbricare altri impianti di pompaggio idroelettrico in (ce ne sono alcuni in approvazione al sud italia)
        e anche a installare eolico off-shore, che riduce parecchio le quantità di batterie necessarie

        Costi di investimento accumuli

        – sistemi di pompaggio idroelettrici hanno un costo di investimento di circa 130 euro al KW-h di capacità installata, realizzando piccoli laghetti articiali utili anche all’agricoltura, e sono un tratto caratteristico dei storia, paesaggio e ingegneria italiana

        – grandi accumuli di rete utility a batteria LFP (BESS) in Europa sono già scesi sui 200 euro al KW-h di capacità installata chiavi in mano, e scendono ancora rapidamente, una manciata di anni e in europa dovrebbero arrivare a circa 120 euro in AC (sistemi stand-alone dotati di inverter) o meno se in DC (container batterie con sistema di potenza semplificato, che per la parte AC si appoggia agli inverter di un impianto di rinnovabili);

        in pratica i Bess tenderanno a (quasi) il costo dei pacchi batterie LPF delle auto, già ora scesi sotto a 100e x kw-h

        leggevo grandi installazioni americane di BESS in DC (prima dei dazi sulle batterie in arrivo mi pare nel 2026 in america) sono già scese a circa 100 euro al KW-h con forniture cinesi ( i Tesla Megapack invece sono ancora a circa 240 euro al KW-h)

        in Cina i BESS a batterie LFP di grande taglia sono già scesi a circa 65 euro al kw-h di capacità installata chiavi in mano, sono i prezzi delle due ultime aste pubbliche di assegnazione di grossi BESS;

        https://www.ess-news.com/2025/01/15/chinas-cgn-new-energy-announces-winning-bidders-in-10-gwh-bess-tender/

        https://www.ess-news.com/2024/12/09/powerchina-receives-bids-for-16-gwh-bess-tender-with-average-price-of-66-5-kwh/

        stanno anche iniziando a vendere accumuli BESS a ione-sodio, penso 2-3 anni e arrivano anche da noi

        • Guarda sarebbe un miracolo se lo stato decidesse seriamente di dare una mano, ma la vedo dura, ma alla fine basta che stanno fermi e non mettono bastoni fra le ruote e siamo relativamente a posto, oggettivamente il learning rate del fotovoltaico non lo batti, e le batterie aumentano di prestazioni mentre crollano di prezzo. Poi c’è anche da dire che i maggiori estrattori di uranio per il mercato europeo non eccelleno per la stabilità del governo, rendendo il nucleare una scommessa anche a livello tattico.
          Pannelli, turbine e batterie, più semplice di così non si può.

      • Scusa se tu hai un’auto sei disposto a cedere energia alla rete per pochi centesimi usurando la costosa batteria dell’auto?
        Inoltre se hai un’auto la vuoi usare per spostarti, quindi tipicamente di giorno ti rechi al lavoro dove magari non la colleghi nemmeno in carica, poi alla sera rientri a casa e la colleghi alla rete, ma non per cedere energia, ma per prelevarla, visto che il giorno dopo ti servirà nuovamente. E di notte è proprio il momento in cui il FTV di tutta Italia non produce, e sempre più auto dovranno essere caricate.

    • tra l’altro nel medio periodo la continua implementazione di centrali F.E.R. nel resto del mondo (Cina in testa.. poi pure India) farà comunque abbassare la richiesta globale di energia (cui dovrà adeguarsi il prezzo dei residui idrocarburi, se vogliono continuare a vendere qualcosa) e quindi il costo dell’energia nucleare è destinata a diventare proporzionalmente sempre più cara…. IMHO..

      • si, e se ho capito correttamente, gli analisti spiegano che il capacity factor, le ore di utilizzo all’anno, degli impianti nucleari, tenderanno a diminuire sempre più in futuro se sono connessi in reti con rinnovabili, per via della cannibalizzazione del mercato dovuto alle rinnovabili a prezzi più bassi

        questo manda ancora più in in orbita le stime dei costi del nucleare, lavorando meno ore pesano maggiormente i costi fissi di investimento e anche i costi fissi di gestione; necessiterebbe di sussidi mostruosi; e modulando spesso la potenza, durerebbe meno, si usura e rompe prima;
        in Germania fecero un esperimento modulando molto un reattore e in breve tempo ruppero il sistema delle barre di regolazione, per usura termica-meccanica

        personalmente quando faccio i conti, per il nucleare assumerei un capacity factor realistico del 70%, che è poco pìù del valore dei reattori francese, e in futuro potrebbe scendere ulteriormente; per fargli fare di più, dovresti dotarlo di accumuli e di una legge apposita per retribuirlo anche quando non conviene

        mentre i fan sfegatati usano 85% (limite teorico in europa, facendo andare il reattore sempre al massimo h24 tranne le pause obbligate per manutenzione) o 90% (limite di alcuni vecchi reattori americani) e assumono 60 anni di funzionamento senza problemi ( o chiusura e smantellamento prematuro per costo fuori mercato), poi non considerano nel calcolo del costo LCOE il meccanismo finanziario dell’ “attualizzazione”,
        che in pratica nel mondo reale taglia il calcolo sulla redditività a circa 30 anni, non 60 anni

        • Visti i tanti progressi nelle varie tipologie di batterie 🔋 (di trazione e BESS) oltretutto diventerà sempre più veloce, conveniente ed “elastico” un sistema con accumuli distribuiti piuttosto che SMR distribuiti.
          Una centrale nucleare magari avrebbe un senso se c’è ne fosse una (o qualcuna) in grado di “tamponare” tutte le criticità nelle varie zone europee usando una rete perfettamente integrata (in modo da sfruttarla costantemente ai regimi ottimali)… ma la vedo dura che ci si arrivi con politiche di Dis-unione europea coi partiti sovranisti che stanno avendo sempre più appoggio interno agli stati (e purtroppo pure esterno…visti gli interessi contrari delle altre potenze mondiali… Divide et impera! )

          • gli snodi delle reti elettriche dove ci sono o c’erano centrali gas, sono ambiti da chi vuole realizzare grossi BESS a batterie LFP o a Flusso redox, perchè ci sono già le connessioni e gli spazi, le installazioni sono più semplici; i sistemi Bess in un certo senso diventano come moderne centrali a metano, generano potenza flessibile, almeno nei momenti di picco, negli altri momenti si ricaricaricano

            le batterie a Flusso Redox le ho notate da poco, sono più indietro come riduzioni costi ma risultano adatte a spazi chiusi come i capannoni perché non infiammabili, e sfruttando la verticalizzazione con silos molto alti dei liquidi reagenti, riescono ad essere più dense anche dei BESS a batterie LFP (di solito non impilabili in verticale), forse saranno la scelta per ambienti chiusi e cittadini; in Svizzera nello snodo di rete principale ne verrà installata una da 500 MW-h, abbinata a un centro di calcolo per IA; in Cina hanno il record attuale per batteria a flusso redox con 700 MW-h, potenza 175 MW

            ma potrebbero essere superate dall’arrivo delle super economiche ione-sodio, anche nei capannoni se queste ultime risulteranno impilabili verticalmente con i container per vari metri di altezza in ambiente chiusi, se non avranno problemi di distanziamento per gestione rischio incendi

        • I dati, però, sono diversi. In Italia oggi consumiamo il 22% di energia in meno rispetto al picco del 2007. E’ vero che molti settori si stanno elettrificando ma è altrettanto vero che i consumi elettrici sono sempre più efficienti.

        • Le stime parlavano anche di quote NEV / BEV molto superiori…
          Le stime non hanno ancora fatto i conti con la “nuova politica USA di Trump” (Drill baby, Drill !).
          Le stime non sanno come si svilupperanno gli scambi commerciali internazionali (e le economie dei grandi competitors..ed i loro consumi… ).

          A me le stime a 30 anni sembrano le previsioni del tempo a 6 mesi ..

          Le uniche che sono state sottovalutate per 50 anni son state proprio le derisissime stime sull andamento climatico…

    • Grazie a R.S. per i dettagli forniti.
      Fatto salvo l’aspetto economico, resta il punto di avere una fonte di energia stabile e resiliente alle perturbazioni di mercato e follie geopolotiche che consenta di bilanciare e supportare le fonti rinnovabili.
      In termini tecnologici, ad oggi non esisteno nel Mondo accumuli con capacita’ sufficiente (mi corregga se sbaglio) e non c’e’ modo di avere sovracapacita’ da rinovabili che tenga (tra Dicembre e Gennaio abbiamo visto come il vento si puo’ fermare per giorni e di solare se produce niente nel Nord Europa).
      L’esempio Spagna, con il suo 20% di base medio da nucleare, sembra una soluzione razionale al problema. Oltretutto il nucleare e’ si costoso ma si puo’ ragionevolmente stimare il suo costo nel lungo termine, quindi anche sapere quanto di dovra’ spendere in sussidi nei 15/20 anni a venire. Non male per i disastrati budget Europei.
      Le chiedo, quali sono le altre opzioni, sempre nell’idea di garantire un sistema di produzione resiliente e prevedibile?

      • Buongiorno AntonioR,
        la Spagna ha ratificato di spegnere il nucleare, non gli servirà più mam nmano che aumentano le rinnovabili, mi pare dal 2027 iniziano a chiudere le loro ultime centrali

        e abbiamo avuto peridodi di 2 giorni con poco vento per poche ore; se non ci fosse stata una manovra speculativa sui prezzi, non ce ne saremmo neanche accorti, l’energia non mancava

        per il futuro, è poco noto ma i pompaggi idroelettrici potrebbero stoccare energia centinaia di volte superiore al necessario praticamente in ogni parte del pianeta; nei prossimi anni e decenni fioriranno le installazioni; usando i link da questo articolo, ci si può divertire a progettarne in dettaglio anche in Italia
        https://www-pv–magazine-com.translate.goog/2024/10/08/energy-storage-is-a-solved-problem/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it

        ma per paesi pigri o diciamo “benestanti e schizzinosi” come l’italia, e densamente popolata, dove anche aggiungere laghetti artificiali per pompaggi idroelettrici e agricoltura potrebbe essere lento da fare, penso che più probabilmente useremo:

        – per la maggior parte degli accumuli sino a 36 ore, accumuli a batterie (banali accumuli BESS all’aperto e batterie a Flusso Redox invece installate dentro i capannoni; forse anche nuovi sistemi, ad es. stanno testando sistemi ad aria compressa sommersi nei fondali marini presso le turbine eoliche off-shore); negli studi di simulazione energetica che includono anche un po’ di eolico, di accumuli giornalieri non ne servono molti, circa 8-10 KW-h a persona

        – per i rari giorni grami, si aggiunge un sistema di back-up fatto con derivati dell’ idrogeno verde, questo è già trattato da molti studi; in Italia usando i depositi geologi ora usati per il metano fossile, possiamo stoccare 30 TW-h di metano verde derivato da idrogeno, e dalle simulazioni aggiornate, ne bastano meno; in un commento più sopra accenno anche ai costi, mi sembrano molto più convenienti che aggiungere una quota nucleare di nuova costruzione; in europa (vista come un insieme, invece che paesi singoli) poi abbiamo già un eccesso di quota nucleare (23% del mix) dovuta ai francesi, centrali anni ’80 e ’90 che costavano meno di quelle recenti, gravando comunque sul debito pubblico francese, e che in pratica verranno usate altri 15 anni, ci accompagnano loro nel periodo transitorio in cui installiamo più rinnovabii e accumuli

        – ogni anno che passa, crescono le strime dei contributi da interconnessione tra diversi Stati, le richieste di accumuli stagionali potrebbero essere ridimensionati ulteriormente; nel 2024 hanno iniziato a ipotizzare cavi sottomarini HVDC per scambi di energia persino tra europa e america, potremmo essere a soli 15 anni di distanza dal realizzare la “solar belt” planetaria, su cui splende sempre il sole h24

        insomma l’unica opzione irrazionale (e contro tendenza rispetto alle scelte e novità mondiali recenti) mi sembrerebbe prendere molto costosi impegni a lungo termine per impianti nucleari:

        – 5 anni di studi, finanziamento, permessi
        – 12-15 anni costruzione dalla posa del primo mattone
        – 20 anni di uso ? poi dismissione anticipata – costo medio risultante 300 euro a mw-h ?
        – 80 anni per le fasi di dismissione
        – secoli di gestione scorie, sperando che dopo sotterrate non raggiungano una falda aquifera, sennò vanno riestratti di nuovo, come successo in germania

    • Ti rispondo con chatGPT perché sarà la 100esima volta che scrivo una critica simile alla seguente:

      Il ragionamento esposto presenta numerosi punti interessanti, ma alcune fallacie logiche possono essere identificate:

      1) Appello alla generalizzazione indebita:

      L’affermazione che il nucleare abbia una “curva di apprendimento negativa” è generalizzata basandosi su un campione ristretto di progetti problematici. Questo non tiene conto di reattori di altre generazioni o contesti in cui i costi sono stati meglio controllati.
      Inoltre, non si considerano casi di riduzione dei costi in Paesi con infrastrutture nucleari più consolidate, come la Corea del Sud.

      2) Confronti non omogenei:

      Si confonde il costo di produzione energetica (livello operazionale) con il costo di investimento iniziale, rendendo il confronto poco chiaro.

      3) Proiezioni iper-ottimistiche o catastrofiste:

      Le ipotesi citate per calcolare il costo al MWh includono estremi (“longevità molto ottimistica”, “senza spese di manutenzione straordinarie”) per arrivare a conclusioni negative. Tuttavia, non si forniscono scenari medi o plausibili, portando a un bias di conferma verso la narrativa negativa.

      4) Argomento circolare:

      Si utilizza il caso Flamanville-3 come base per stimare i costi di altri progetti, ma si torna a Flamanville-3 per confermare l’affermazione iniziale, creando un circolo vizioso che non aggiunge nuove prove.

      5) Ignorare i benefici a lungo termine:

      Si sottolineano principalmente i costi senza includere un’analisi sui benefici potenziali del nucleare (ad esempio, riduzione di emissioni di CO₂ rispetto ai combustibili fossili, stabilità di approvvigionamento energetico, e durata dell’energia prodotta rispetto alle energie rinnovabili intermittenti).
      Un’analisi più equilibrata dovrebbe considerare i rischi e i benefici del nucleare in modo comparativo e sistematico, senza concentrarsi esclusivamente sui progetti più problematici o su scenari ipotetici estremi.

      • grazie per le risate 🙂

        hai chiesto a GPT di “confutare” i vari punti; e lui obbediente, senza capire i testi (perché ha spagliato 5 su 5 persino l’interpretazione logica dei discorsi, es. la longevità era una ipotesi a favore e non negativa, fatta dalla corte dei conti per indorare un po la pillola) ha “confutato” ogni punto ma scrivendo boitate pescate a caso dalla rete

        praticamente la versione moderna della supercazzola, per buttarla in caciara ma ora senza fare neanche più fatica

        • No ha colto nel segno, ogni volta che si parla di nucleare si cita quel caso, quella centrale, quel reattore, Flamanville.
          Ha avuto grossi problemi? Certo, ma ci sono casi di reattori in tempi moderni costruiti in meno di 10 anni con costi finali in linea con le stime, il problema è la serializzazione, se costruisco una casa modello unico mi costa tantissimo, se ne costruisco 10 partendo dallo stesso progetto ottimizzo i costi, sia di progettazione, sia di realizzazione, imparo dagli errori e la casa n+1 la farò più velocemente e con costi minori.
          La longevità delle centrali moderne è 60 anni, probabilmente si arriva ad 80 con lavori di manutenzione. La longevità di un impianto FTV non supera i 40, ad essere ottimisti. O se funziona ancora quale è la sua resa?
          Quando si parla di rinnovabili non si dice mai che ci si investe perché ci sono incentivi, senza vorrei vedere, e non si dice mai se qualche progetto ha avuto problemi, sempre tutto perfetto.

          E ultima cosa, non si dice mai come si risolve il problema intermittenza, se non con “accumuli”. Bene, costo degli accumuli? Vita utile degli stessi?

          Ripeto, sono pro rinnovabili, ma non pro follie per cui dobbiamo per forza fare tutto con le rinnovabili sennò siamo cattivi, perché se seguiamo questa strada non ci staccheremo mai dal gas, mai, né oggi, né domani.

    • Della Corte dei Conti francese mi fido, ma non mi fido affatto di un complottista che abusa del cherrypicking e di esagerazioni varie

      • vabbè quando non sai che pesci pigliare passi in modalità “suocera”, fai accuse per screditare la “persona”, invece di discutere gli “argomenti”

        se non hai provato ad aprire il link al Report della Corte dei Conti, ti spiego meglio

        – i numeri addolciti citati nella stampa (ad es. il Sole-24-), non sono inventati, quei numeri sono anche loro scrittti nel Report

        ma sono relativi a stime di annate precedenti o espresse in euri non rivalutati al 2023-2024 o relative a condizioni estreme irrealistiche; nel report sono affiancate alle stime invece aggiornate, facendo notare che sono cresciute più dell’inflazione; un giornalista avrebbe dovuto trascrivere le stime aggiornate, non quelle già obsolete.. forse a sua volta si è fidato di qualche velina per fare in fretta

        – sopra ho fatto notare poi che invece i numeri aggiornati del Report, sono abbastanza allineati alle stime degli studi aggiornati sui costi di Lazard, Bloomberg, Fraunhofer, Csiro, come è giusto che sia se gli analisti non sono tutti fessi; mentre per ognuno degli studi famosi, i nucularisti dicono che è cherrypicking o un complotto, e ti citano i costi in Cina, come esempio per l’Europa, dimenticando che tutto costa meno in Cina, comprese le rinnovabili (una turbina eolica in Cina costa 1/3 che da noi)

  14. SMR avvio la ricerca ed accidenti che caspita di risposta malaugurante = Rapporto di mortalità standardizzato . A parte gli auguri di benvenuto su geopop che E’ favorevole al nucleare ma è un sito divulgatore scientifico potete divertirvi in questa lettura informatrice ///// .geopop.it/mini-reattori-nucleari-modulari-smr-cosa-sono-e-perche-sono-il-futuro-dellenergia-per-alcuni-paesi-ue/ sperando che non sia valida la mia ricerca ma sicuramente potrebbe essere un disastro economico________

    • reattori di grande taglia sono obsoleti,
      e gli SMR lo sono ancora di più;

      è solo l’insistenza bugiarda dei pubblicitari ad aver creato il tormentone per cui SMR sarebbero migliori

      una cosa che è spiegata negli studi specialistici,
      è che un SMR ha un costo unitario dell’energia e una produzione di scorie, ancora più alti rispetti ai reattori di grande taglia; per questo anche se esistono dagli anni ’60, furono scartati in ambito civile, e relegati ad usi militari, dove il costo e la produzione di scorie non sono i problemi prioritari

      la loro diseconomia di scala è molto elevata, ad es. comporta costi per unità di energia o potenza maggiori, per taglie molto piccole si arriva a costi 3-10 volte rispetto a reattori di grande taglia

      l’idea che una parte delle loro componenti (una parte ridotta in realtà) possa essere prodotta in serie e/o ancora affinata nel costo in caso di produzione di centinaia di esemplari, non arriva lontanamente a compensare per intero il fattore di diseconomia di scala

      su questo ho visto grafici di studi quantitativi sia più vecchi di me, che recenti; e sono conoscenze banali per i tecnici, viste citate anche nelle tesi dei dottorandi

      • per me la “taglia” piccola dei reattori SMR è una parafrasi dell’ “ombrello ☂️ di Altan”…. Lo mettono “lì”..sempre lì… però è piccolo…

    • Guarda anche se funzionano in altri paesi tu devi sempre considerare che siamo in Italia, almeno un +20% dei costi per il Magna Magna lo devi considerare

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