Fotovoltaico, così non va: in Italia frenano in luglio le nuove installazioni

fotovoltaico italia

Il fotovoltaico continua a crescere a ritmi elevati in Italia. Ma, dopo i record dei mesi di maggio e giugno, si registra la prima frenata: a luglio, la nuova potenza installata è salita “soltanto” di 512 MW, rispetto ai 573 di giugno e i 601 di maggio. Un segnale a cui prestare attenzione…

E’ ancora presto per dare la colpa agli ultimi provvedimenti del governo Meloni nei confronti delle rinnovabili, dal decreto Agricoltura al decreto Aree idonee che molte critiche hanno sollevato dalle società di settore. Bisognerà attendere i prossimi mesi, perché con tutta probabilità si tratta di impianti che hanno avuto il via libera nel 2023.

Ma di sicuro non è un segnale rassicurante per gli obiettivi di decarbonizzazione che dovrebbe raggiungere l’Italia. Perché come hanno sempre ammonito gli addetti ai lavori, per raggiungere i traguardi stabiliti dall’Europa al 2030, il nostro paese dovrebbe accelerare ulteriormente nelle installazioni. E non rallentarle.

Ma partiamo dai dati. A luglio, è stata installata nuova potenza fotovoltaica per 512 MW, in leggero calo rispetto a maggio e a giugno. Per l’anno in corso il totale è così salito a 3.853 MW, con una media di 550 megawatt al mese.

Lo si evince dai dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete in Italia a livello nazionale, come elaborati dal sito QualEnergia. Questo significa che nei primi sette mesi dell’anno, l’aumento della potenza installata di energia solare rispetto al 2023 è pari al 41%. Contro il +44% dei primi sei mesi dell’anno in corso.

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Siamo ancora in ritardo rispetto agli  obiettivi europei di decarbonizzazione fissati per il 2030

Non sarebbe nulla di allarmante, se non fosse che avere una crescita di questo tipo non basta per  raggiungere gli obiettivi al 2030 posti dall’Unione Europea. Le velocità di crescita dovrebbe essere almeno del doppio.

Tra l’altro la crescita del fotovoltaico in Italia si è basata soprattutto su impianti di medie dimensioni, come dimostra il calo del numero totale degli impianti installati (-17,5%). Questo perché, rispetto all’anno scorso, è venuto meno l’apporto del superbonus.

Di fatti, come segnala Qualenergia da gennaio a luglio 2024, gli impianti FV di taglia fino a 12 kWp (segmento residenziale) in confronto allo stesso periodo dell’anno scorso“.

In deciso aumento, invece, gli impianti nelle taglie 20-200 kW e 200 kW-1 MW, che per lo più appartengono al segmento commerciale-industriale. Mentre le installazioni con potenza sopra al megawatt nei primi sette mesi siamo a 1.413 MW, tre volte quanto installato a fine luglio 2023.

Come detto, ora bisognerà attendere i prossimi mesi per capire se si tratta solo di una frenata. Così come bisognerà capire la ricaduta sui decreto sotto accusa, che hanno posto una serie di paletti alle nuove installazioni, vietato quelli nelle aree agricole e affidato alle Regioni la competenza per l’individuazione delle aree in cui installare gli impianti.

D sicuro non si tratta di semplificazioni che potranno accelerare la crescita delle rinnovabili.

Visualizza commenti (16)
  1. Per la produzione di gas di sintesi utile alla produzione di chemichals è mancato il sostegno alle startup che si sono messe in gioco. Il supporto finanziario sperato è stato un fuoco di paglia utile forse alla realizzazione di prototipi non industriali. È mancato il coraggio industriale e visionario unitamente ad una infrastruttura burocratica perversa che le fa morire entro i 60 mesi è mancata anche l’azione di coordinamento tra startup che insieme avrebbero potuto vincere le sfide sui biocombustibili.

  2. Fabrizio Isacchi

    Buon giorno. Sarebbe interessante che il Prof. Armaroli, ci documentasse sull’effetto Albedo, che le superfici nere, tipici degli impianti FV hanno sul riscaldamento del pianeta. Tempo fa lessi un articolo (non ricordo i riferimenti, scusate) che a seguito di una piuttosto articolata diesamina, partendo dalla estrazione dei minerali per le celle fotovoltaiche e dei fossili per la combustione, si dimostrava che il riscaldamento finale della atmosfera generato dai pannelli FV era molto simile a quello di una centrale termoelettrica a carbone.
    Si è sempre scritto che le calotte polari e i ghiacciai erano a nostra salvaguardia per contrastare l’aumento di temperatura. Del resto basta vedere l’effetto ottico dell’aria surriscaldata che si solleva dai roventi pannelli neri, per capire che il fenomeno esiste, eccome.
    Ma nessuno ne parla. Grazie per le risposte. Serie per favore.

    1. Albedo , wiki bianchezza . TUTTI il fotovoltaico è bianchissimo ed al posto di assorbire riflette . Abbattendo una foresta per mettere una centrale avresti ragione , mettendolo su di un tetto non saprei , sei mai salito su un tetto in parte occupato da fotovoltaico ?

    2. Leonardo (R)

      Probabilmente nessuno ne parla perché l’effetto è assolutamente marginale, tenendo conto che di per sé i pannelli sono dispositivi atti a convertire l’energia che arriva dal sole in energia elettrica, con un’ efficienza non particolarmente alta ma in ogni caso quella è tutta energia trasformata in energia elettrica e quindi che tornerà sotto forma di calore per effetto Joule dopo essere stata utilizzata.
      Mi chiedo come mai saltino sempre fuori questi fantasmi di cui nessuno si è preoccupato finora: ad esempio quando si parla di asfalto e cemento che hanno modificato l’albedo molto di più di quanto possano fare i pannelli solari.

    3. Speriamo che il prof. Armaroli risponda al quesito… sicuramente interessante.
      Dati satellitari dovrebbero essere disponibili in abbondanza.

      IMHO mi aspetto che qualsiasi costruzione umana abbia un tale fenomeno..visto che sostituisce superfici boschive o comunque non vegetali.
      In proporzione poi alla centrale ( di qualsiasi natura) i pannelli fotovoltaici si limitano a rifrangere poca luce (son fatti per assorbirne il massimo!) ed il calore sovrastante..con effetto visibile in parte viene compensato proprio dal mantenimento della terra sottostante ad un maggior grado di ombra e umidità, proteggendo pure il terreno. Ci sono studi in materia che mostrano un miglioramento della fertilità. Ha scritto articolo qui su VaiElettrico anche @Gian Basilio Nieddu .. sicuramente molto informato sull’argomento.

      Le centrali termiche e raffinerie invece oltre all’ effetto albedo hanno sicuramente mostruose emissioni di calore (e tantissimi altri inquinanti sia a terra che in atmosfera) diretta conseguenza dell’ attività svolta.

      Altri dati molto interessanti saranno a breve pubblicati anche in merito alle emissioni di gas dispersi in atmosfera e fenomeni di flaring; da qualche mese abbiamo ” sopra la testa ” MethaneSat! Ho paura che i dati scientifici saranno molto preoccupati rispetto alle (ottimistiche) stime ..

    4. Nello Roscini

      forse nessuno ne parla , perché il problema non esiste
      a me risulta che l’effetto albedo di un pannello,quanta luce viene riflessa dal pannello, e torna in atmosfera contribuendo all’effetto serra si inferiore alla maggior parte dei terreni ,per un semplice motivo
      i pannelli sono neri e il nero si sta assorbe lo spettro visivo e anche l’infrarosso
      certo che se i pannelli fossero bianchi ..
      ma nessuno vieterà mai di di dipingere case e automobili di bianco per limitare l’effetto albedo

    5. Buongiorno,
      sembrano bufale standard del goffo repertorio dei pubblicitari nuclearisti;
      usiamo l’occasione per farci sopra due “conti della serva”

      === EMISSIONI CARBONICHE

      secondo IEA per fabbricare pannelli FT di potenza 1 kw, nel 2021 si emettevano tra 280 e 150 kg di Co2

      qui la pagina con i grafici e il PDF completo del report IEA scaricabile:
      https://www.iea.org/reports/solar-pv-global-supply-chains/executive-summary

      quei pannelli da 1 kw di potenza nominale, una volta installati produrranno energia pari a 1300 kwh all’anno x 29 anni = 37.700 kwh
      e se uno li cambia in anticipo, diciamo dopo 21,5 anni, produrranno 28.000 kwh

      280 kg di Co2 / 28.000 = 10 gr Co2 x kwh prodotto
      aggiungiamo le altre componenti dell’impianto FT e siamo a circa:

      >>> 15-20 gr x kwh
      su internet trova anche dati più obsoleti, cioè 40 gr x kwh;
      comunque molti meno dei 800-1000 gr x kwh emessi con il carbone

      === EFFETTO ALBEDO

      L’effetto esiste e nel caso dei pannelli solari può avere implicazioni (piccole) di tipo locale, ma trascurabili nel bilancio energetico complessivo:

      – i terreni o i tetti riflettono il 10-40% della radiazione solare incindente

      – i pannelli FT neri riflettono solo il 10% della radiazione incidente (luce visibile + luce infrarossa, il nero non è un nero “assoluto”), però a quel 90% assorbito va sottratta la quota 22% che viene convertita in elettricità (anzi è 24% se calcolata sulla superficie delle celle, escludendo la cornice in alluminio del pannello)

      Se abbiamo terreno che rifletteva 40% e tratteneva 60% della radiazione solare,
      e ci mettiamo sopra un pannello FT che ne trattiene (90%-24%)= 66% , la differenza tra prima e dopo è 6%
      (oppure diventa anche favorevole nel caso di terreni ancora meno riflettenti)

      significa che un pannello solare esposto a una radiazione solare da 1000 Watt per m2 (valore in piena luce di mezzogiorno), per produrre i suoi 240 watt di potenza elettrica, causa un “inquinamento termico” di circa (1000 watt x 6%) = +60 Watt rispetto al nudo terreno

      una centrale nucelare per es. per produrre 240 watt eelttrici, causa un’ inquinamento termico di +400 Watt (da smaltire nelle acque di qualche fiume), cioè molto peggio; siamo sui +200-400 Watt di inquinamento termico anche per le centrali termiche di altro tipo

      PS: in ogni caso l’inquinamento termico ha effetti localizzati ( effetto “isola di calore” ad es. nelle città cementificate) ma è trascurabile su scala globale rispetto al bilancio termico del pianeta regolato dal problema della Co2;

      piuttosto che dei calcoli, le propongo un ragionamento:

      per alimentare l’intera civiltà umana basterebbero pannelli su 0,3% della superficie del pianeta;
      i pannelli causerebbero una lieve modifica dell’indice di riflettività (secondo il calcolo visto sopra) di questa piccola porzione di superficie; la modifica, oltre ad comportare meno effetti del calore che generiamo oggi bruciando combustibili,
      risulta avere meno effetti del problema della troppa Co2 in atmosfera, che impatta sull’indice di assorbimento in atmosfera della radiazione riflessa dal 100% della superficie del pianeta

      l’effetto albedo è da considerare in casi particolari:

      – per i poli ricoperti di neve, che pare rifletta 80-90% della radiazione emessa

      – al limite, per i deserti di sabbia chiara (riflette al 50%) e che per area climatica siano vicini al poter recuperare la vegetazione; cioè i pannelli solari possono innescare un effetto di ricrescita della vegetazione, moltiplicando la quantità di superficie che risulterà modificata come riflettività, perchè la vegetazione avrà un albedo basso, minore della sabbia chiara; ma nei deserti sarebbe comunque conveniente installare FT (se non ci fossero altre difficoltà, tipo non farli sommergere dalle dune), perchè li ne bastano di meno per generare più energia

      – nel caso di pannelli solari con rendimenti bassissimi es. 8% (non più in commercio, ora siamo al triplo di questi valori)

      qui un PDF di un associato di ASPO con formule matematiche (però complesse) per l’albedo:
      https://www.aspoitalia.it/attachments/268_Pannelli%20fotovoltaici%20e%20inquinamento%20termico1.pdf

      qui un PDF con una trattazione più divulgativa:
      https://www.elettra2000.it/vdegliesposti/Lucidi_IFTS_2011.pdf

      PS:albedo nel nostro ragionamento energetico sarebbe la riflettività su tutto lo spettro di radiazione visibile, ma alcuni lo intendono calcolato solo sulla porzione di spettro di radiazione dei colori visibili a occhio umano, per cui le tabelle dei valori (per es per i vari tipi di asfalto e cemento) possono differire

      1. Fabrizio Isacchi

        Se su 1000 W solo il 20% dell’energia radiante viene trasformata in energia elettrica, il resto (non essendoci in pratica riflessioni dalla superficie nera, per antonomasia) viene degenerato in energia termica.
        Ossia il livello più basso dal punto di vista energetico.
        Che il fenomeno sia accentuato sulla superficie del pannello fv è ovvio. Tuttavia il calore prodotto si mescola col resto dell’atmosfera, non le pare?? E aumenta la temperatura del globo. Si chieda perché le case in Grecia è al sud, sono bianche……..

        1. spiegazione breve:

          – un terreno o un tetto, trasformano in calore mediamente l’80% della radiazione solare (es. 90% se nero e poroso, 70% se chiaro e liscio),
          la parte riflessa è modesta, al contrario della sua credenza

          – un pannello FT di oggi trasforma in calore il 70% della radiazione solare (6% la riflette e 24% la trasforma in elettricità)

          in pratica se metto il pannello riduco il riscaldamento,
          cioè il contrario della sua credenza

      2. @Fabrizio

        sono effetti trascurabili rispetto al riscaldamento causato dalla Co2; poi a parità di energia elettrica fornita, sono riscaldamenti più piccoli rispetto al calore di scarto delle centrali a metano o nuculari, il riscaldamento causato da queste ultime allora dovrebbe allarmarti ancora di più

        inoltre l’affermazione che il pannello FT causi un riscaldamento (trascurabile) non solo non è ovvio, ma ad oggi è proprio una conclusione sbagliata, per via delle rese energetiche dei pannelli diventate velocemente più alte rispetto anche a pochi anni fa

        oggi mettere un pannello FT su una superficie di vario tipo può persino causare meno calore rispetto a non metterlo, cioè può rinfrescare l’area (anche se di poco, l’effetto rimane modesto)

        perché “dimentichi” di conteggiare l’assorbimento di calore che una superficie esposta al sole avrebbe anche senza posare un pannello FT; le superfici, anche quelle di colore chiaro, trattengono comunque un 60-80% della radiazione solare, cioè mediamente riflettono (coefficente albedo) solo il 20-40%; la misurazione fa fatta su tutto lo spettro solare, non solo i colori visibili all’occhio umano

        un pannello FT recente ad alta resa al sole certo che si scalda, ma non quanto un tetto di un auto nera, forse non si scalda neppure come il tetto bianco di un’auto, proprio perché il FT al suo interno sottrae una quota di energia per produrre elettricità; e anche una spiaggia di sabbia chiaro scotta al sole; la temperatura superficiale dipende da vari fattori (conducibilità verso il materiale sottostante, umidità, ruvidità superfice), la temperatura superficiale, vera o presunta “a sentimento”, da sola non di dice quanto calore viene trasferito verso il suolo e li accumulato

        un pannello FT riflette 6-10% (non è comunque un “nero assoluto” con riflessione 0 su tutto lo spettro) ma converte in elettricità un altro 24% ( 22% è la resa nominale del pannello completo includendo le superfici occupate dalle cornici in alluminio)

        ai fini del calcolo per sottrazione perricavare la quota di energia solare incidente che verrà scartata sottoforma di calore ( e poi di giorno e di notte verrà ri-emessa come radiazione infrarossa diretta verso il cielo, scontrandosi con la Co2 in atmosfera che fa da barriera al passaggio verso lo spazio), il pannello avrà un coefficiente “equivalente” di riflettività di 6% + 24% = 30 %

        ==== confronto coefficienti albedo
        (fonte: il testo di Aspo citato qui sopra)

        >> Erba – albedo 16-26%
        >> Terreno incolto – albedo 25%
        >> Sabbia – albedo 15-45%

        >> Tegole – albedo 10-35%
        >> Tetto in lamiera – 10-16%
        >> Tetto catramato – 8-18%

        >> Calcestruzzo vecchio – 10-35%
        >> Asfalto (porosità) – albedo 4-12%

        posare un pannello FT ad alta efficienza, con “albedo equivalente” 30%, può risultare in un effetto di rinfrescare leggermente un area che prima aveva un albedo modesto di 15% o 20% o 25%

        dove invece si avrebbe un effetto di lieve riscaldamento sarebbe per casi estremi con aree con albedi più alti:

        >> alcuni tipi di sabbie con albedo >30% (possono arrivare a 45%)
        >> Ghiaccio marino – albedo 30-40%
        >> forse tetti bianchi e lucidi (da verificare)

        posare pannelli FT su superfici estremamente chiare e lisce, con albedo 40%, significherebbe avere una variazione di albedo 40-30=10% , cioè sotto un sole da 1000 watt-ora per m2, per generare 240 watt ora di elettricità, verrebbero aggiunti anche 100 watt-ora di calore, anche in questo caso estremo è trascurabile

        =====
        c’è un unico caso in cui effetto non sarebbe trascurabile:
        >> Neve fresca – albedo 80%

        in questo caso più teorico che reale, mettendo i pannelli FT sopra a neve fresca perenne (ai poli?) avremmo 500 watt-ora di calore aggiunto (80-30= 50%) per ogni 240 watt-ora di elettricità,
        ci sarebbe un effetto di riscaldamento di 500 watt-ora;

        se siano inaccettabili decidi tu, sarebbe pari all’effetto che si ha sempre in ogni luogo e ogni stagione con le centrali nuculari (500 watt-ora di calore disperso per ogni 240 watt-ora elettrici generati) che in aggiunta hanno anche tanti altri problemi e costi esorbitanti che il FT non ha

    6. Alessandro D.

      -Sarebbe interessante che il Prof. Armaroli, ci documentasse sull’effetto Albedo-

      Il De Cuius però è un chimico. Non un fisico.
      Concediamo al brav’uomo di parlare della sua materia e non pretendiamo che sappia per forza tutto di tutto (o debba sapere per decreto, e rispondere “a domanda” come manco i Carabinieri…) magari chiedendogli che sappia pure volare, manco avesse un mantellino rosso sulle spalle e una maglietta azzurra con una grossa A sul petto… 😛

  3. antonio Gobbo

    fra l’alyro dal 2025 sono in scadenza tutti i bonus e la detrazione per le ristrutturazioni passrrà dal 50 al 36% in 10 anni e decadrà pure lo scambio sul posto, per cui la convenienza,del FV andrà diminuendo andor di più.

    1. E si che ci vuole basta pagarsi 5000 KWh di tasca propria per capire quanto il FV non conviene.
      Che ci vuole basta cacciare 125€/mese ed abbiamo risolto.

      Un impianto da 6KW oggi lo si porta via a 8000€. Io ci copro il 55% del fabbisogno quindi mettiamo 700€/anno. In 10 anni sono 7000€.

      Se ci affrontiamo il rimborso del ceduto, anche senza scambio sul posto ci sei andato a pari.
      Il 36% te lo metti in tasca in 10 anni. E da lì in poi è 100% guadagno.

      Dimenticavo mancano 3 mesi abbondanti, fino al 31 Dic vale il 50 di detrazione con i prezzi stracciati degli impianti di ora.
      Se non lo avessi già sarei a fare preventivi.

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