Il fotovoltaico frena nel primo trimestre, ma “esplodono” le batterie

energia solare fotovoltaico

Il primo trimestre del 2025 si è così chiuso con 1.432 Mw di nuova potenza fotovoltaica connessa in Italia e 56.621 impianti, con una flessione del 16% in termini di potenza e del 39% in termini di numero di impianti rispetto 2024. Letteralmente esplosa la nuova capacità installata legata allo storage (batterie e sistemi di accumulo): segna +635 MWh in tre mesi.

Era da tempo che non si vedeva un segno meno per il fotovoltaico. Ma era prevedibile e conferma gli allarmi che si sono susseguiti nel 2024: alcuni provvedimenti del governo Meloni (in particolare i decreti Aree Idonee e Agricoltura) hanno provocato un rallentamento dei progetti legati alle rinnovabili. Un fenomeno che si dovrebbe protrarre per tutto il 2025.

La recentissima sentenza del Tar, che ha bocciato una parte del decreto Aree Idonee, è positiva per il settore. Ma inevitabilmente farà sentire i suoi benefici più avanti, dovendo il governo riscrivere a far nuovamente approvare una parte del provvedimento. In particolare, là dove aveva concesso alle Regioni “mani libere” per decidere dove installare o meno impianti rinnovabili. Una possibilità interpretata in senso molto restrittivo (il caso Sardegna è il più emblematico).

I dati sono stati rielaborati, come di consueto da Italia solare. E’ l’associazione che raccoglie buona parte delle imprese che si dedicano al fotovoltaico e alle sue integrazioni tecnologiche. Per esempio, i sistemi per la gestione intelligente dell’energia come batterie e accumuli. I dati di Italia Solare indicano nuova capacità installata per 635 Mwh.

Fotovoltaico e batterie, il Lazio guida la classifica delle nuove connessioni nel primo trimestre

Tornando al fotovoltaico, il Lazio guida ancora una volta la classifica delle nuove connessioni con 293 Mw, seguito da Lombardia (162 Mw) e Puglia (140 Mw). In termini di numero di impianti sono sul podio Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Se, invece, parliamo di potenza connessa cumulata in rapporto alla popolazione, in evidenza Basilicata, Sardegna e Friuli-Venezia Giulia.

Italia Solare mette anche in evidenza come il comparto residenziale, con i suoi 341 Mw totali collegati nel primo trimestre “sembra aver trovato una stabilità“. Potrebbe essere così finita la crisi di nuovi impianti nel residenziale, dopo la fase eccezionale degli incentivi legati al Superbonus. Il ritorno della domanda è da attribuire, con buona probabilità, alla riduzione dei costi degli impianti, alla maggiore consapevolezza degli utenti dei vantaggi del fotovoltaico e a

lla crescente attenzione all’autoconsumo.

“Anche senza Superbonus, le connessioni oltre 5 volte quelle del 2020”

Oggi, senza Superbonus, le connessioni mensili di fotovoltaico rimangono stabilmente oltre 5 volte quelle del 2020“, commenta Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare secondo cui “serve mantenere la detrazione fiscale al 50% e non ridurla, come previsto al 36% a partire dal 2026“.

Il segmento commerciale e industriale segna un rallentamento rispetto al boom del 2024 “con tutta probabilità per un effetto ritardato del blocco degli investimenti”.
Ad oggi, in Italia, risultano connessi 38,5 Gw di potenza fotovoltaica per un totale di 1.935.509 impianti. Il settore residenziale pesa per il 28% con 10,7 Gw, il commerciale e industriale per il 45% con 17,5 Gw e i grandi impianti rappresentano il restante 27% con 10,3 Gw.

LEGGI anche “Altea Green Power: 3,5 GW di accumulo pronti a partire” e guarda la VI

DEO intervista qui sotto

Visualizza commenti (21)
  1. Ho una domanda sulle rinnovabili. Ieri ho sentito un discorso di un cittadino di Cassino paese a sud-est di Milano situato accanto all’autostrada A58 teem che dopo aver assistito ad un “assemblea informativa” comunale su un nuovo grande impianto fotovoltaico raccontava tutti gli svantaggi di questo parco solare. L’ unico vantaggio sarà la costruzione di una pista ciclabile, mentre i molteplici svantaggi sarebbero; Calore, che emetterebbero tanti pannelli e tale calore porterebbe delle ondate fin in paese. Secondo; rumore, l’impianto ad inseguimento con quei piccoli spostamenti porterebbe un cigolio ogni tot minuti udibile in paese, Terzo; questa società proprietaria del progetto è nuova e chi a fine vita dei pannelli garantirà lo smaltimento? 4° svantaggio è la ciclabile costruita in mezzo ad una siepe altissima e la rete di confine del campo favorirebbero lo spaccio di stupefacenti garantendo impunità vista la facilità di fuga dei pusher regalata dalla vegetazione e rete, Grazie a chi risponde, visto che ignorante in materia non ho potuto controbattere a tali osservazioni. Non basta fare il tifo x le rinnovabili per controbattere tali affermazioni, bisogna aver conoscenze precise,

    1. Non sono un esperto ma posso rispondere con opinioni mie, per la mia esperienza avendo due impianti fotovoltaici installati a casa da anni: i pannelli non emettono nessun calore in più perché comunque l’irraggiamento solare c’è lo stesso e finirebbe sul terreno ugualmente. Allora, visto che si parla di autostrada vicina, il calore riflesso dall’asfalto che comunque è scuro e diventa rovente? Cigolii udibili dal paese ? E perché mai gli inseguitori solari dovrebbero cigolare , ammesso che tutti i pannelli siano montati su inseguitori? Mica girano in continuazione e in ogni caso sono movimenti lentissimi, girano montati su cuscinetti che non fanno nessun rumore. Che poi essendoci vicino appunto l’autostrada il rumore generato da questa ( e l’inquinamento) , molto più continuo e forte non da fastidio? E il rumore che d’estate fanno le cicale? Quello si che è un cigolio continuo. Lo smantellamento: il problema è lo stesso che c’è da sempre per ogni attività umana, chi può dire se ogni l’azienda che costruisce il proprio capannone oggi fra trent’anni ci sarà ancora? In ogni caso un parco fotovoltaico non ha elementi con pericolo di inquinanti, è fatto quasi per la totalità di ferro, alluminio, rame e vetro, quindi materiali assolutamente sicuri ( ovviamente se non ci sono batterie di accumulo, in ogni caso riciclabili anche esse). Lasciamo perdere il discorso dello spaccio, pura e semplice provocazione. Quello al limite è un problema di ordine pubblico che esula dal discorso fotovoltaico, problema già purtroppo ben presente nei parchi e zone periferiche di tante città italiane dove di fotovoltaico non se ne vede. Il vantaggio invece di avere energia prodotta in loco gratis senza bruciare nulla e continuare ad appestare l’aria non si menziona? Si può essere favorevoli o meno alle rinnovabili, ma direi che bisognerebbe avere argomenti più solidi altrimenti non si è credibili.

    2. Direi che siamo in pieno nel FUD (fear, uncertainty and doubt).
      Argomenti buttati uno sopra l’altro, senza un vero senso (dai, gli inseguitori che cigolano è davvero divertente) se non quello di polemizzare, perchè la gente si stufi e/o spaventi.
      Io capisco chi ha un interesse personale, tipo ENI o SNAM, a che le rinnovabili non si espandano.
      Non capisco invece il comune cittadino, a cui non viene in tasca nulla.
      Al massimo, bisognerebbe chiedere al committente (il comune?) quali sono le ricadute positive e negative dell’operazione.

    3. Ciao, si intuisce che sono menzognine,
      se vuoi accenno nel merito

      1) bilancio calore:
      – prato riflette 20% e “scalda” 80%
      – terreno 26% e “scalda” 74%
      – pannello nero FTV riflette 5%, converte in elettricità 24%, e “scalda” 71%

      l’unico terreno rispetto al quale i pannelli FTV neri effettivamente scalderebbero leggermente, sono le sabbie chiare del deserto (riflettono 35%), ma se vedi i numeri sopra sarebbe un effetto molto piccolo; oppure rispetto a terreno costantemente innevato (riflette 80%), qui si avresti un effetto

      2) rumore fa ridere, devi essere a pochi metri per sentire il motorino elettrico

      3) i pannelli costano 70e a KWp, lo Stato incamera dalle tariffe mi pare 20e a KWp (prima erano 10e) per il futuro riciclo, mentre lo smontaggio dal terreno a fine vita è semplice, poco costoso rispetto alla produzione economica, e interesse di tutte le parti private che venga fatto, per poter up-gradare l’impianto (produce molto reddito, se l’azienda “sparisse” prima perderebbe molti più soldi) o per liberare l’area (di proprietà privata, quindi monitorata); nel caso dell’eolico, con smontaggio più complesso, è prevista esplicitamente una fideiussione bancaria e l’obbligo di ripristinare tutto a “prato verde”, per il FTV non sono aggiornato

      4) ma avercene di ppiù di attività economiche che a contorno installano siepi e piste ciclabili.. poi se quel signore è un esperto dei giri di droga è un altra questione

      1. correggo un errore sul costo dei pannelli:
        – circa 120€ a KWp se presi in grosse quantità

        sopra scrivendo 70€ pensavo al costo di un singolo pannello (che come potenza nomimale fa meno di 1 KW-picco)

    1. Leonardo (R)

      Io l’ho trovato divertente… metti che qualche scemo, per sbaglio, finisce per leggere un articolo serio.

  2. Secondo me sarebbe molto interessante sapere come mai le batterie per accumulo domestico, che hanno esigenze “tecniche” (capienza, potenza di scarica e carica…) vistosamente inferiori a quelle per automobili, costano in proporzione mooolto di più.

    1. Daniele Sacilotto

      Questa è una considerazione molto interessante. Guardavo giusto ieri i prezzi della nuova Inster, 27 mila euro circa con 49kWh di accumulo, ovvero 550€/kWh macchina inclusa. Possibile che per 10 kWh di batterie domestiche chiedano ancora 7-8 mila euro?

      1. Ma anche no. Io la batteria lfp da 10,4 kWh la ho pagata circa 2500€, nuova, fatturata, spedizione compresa. Con cavi per collegamento ad inverter, bms con tutte le porte di collegamento necessarie e relativi cavi , display touch screen e wifi per monitoraggio remoto. Garanzia 10 anni

        1. Direi sempre molto care, in confronto.
          Anche perché, come dicevo, non è solo questione di “capienza” ma anche di potenza (e quindi, tra l’altro, necessità di regolazione della temperatura), di capacità di resistere alle sollecitazioni meccaniche legate al movimento di un veicolo e così via.
          Il contesto domestico, insomma, è a rigor di logica molto meno “impegnativo”.
          E se 10 kWh a bassa potenza costano 2500, quanto dovrebbe costare una batteria da 50 kWh ad alta potenza adatta all’impiego mobile?

      2. Confermo quello che dice Ilario: ho visto adesso un preventivo per un banco di accumulo solare (chimica LFP, 10 anni di garanzia su 16 di vita stimata, certificato CEI 0-21) a bassa tensione da 38.4 kWh a EUR 6756.40 (trasporto e montaggio esclusi), cioè a EUR 175.95 al kWh.

        1. poi comprando on-line, quindi rinunciando all’assistenza fisica sul posto e al servizio “chiavi in mano”, servizi che su accumuli piccoli e medi incidono come costo, e servizi di cui un’azienda per esempio non può privarsi, per accumuli LFP certificati per Europa si scende anche a 100-120 euri al KWh compresa spedizione, e sta ancora scendendo

          ci sono in vendita già accumuli a ione-sodio, ma essendo ancora “novità” per ora costano un po’ più delle LFP

  3. mi fa molto piacere saperlo …. visto che da un paio d’anni uso moltissimo l’e-bike (per comodità e tranquillità) e un pochino la bici “muscolare” (che nel mio caso fa fare grandi sudate 😂)

  4. é un’ottima notizia… visto che il momento è anche abbastanza favorevole (tanta concorrenza, molte tecnologie già ben collaudate da anni, tante altre tecnologie in arrivo a breve che mantengono i prodotti “maturi” a prezzi più bassi … come spesso l’ottimo @R.S. ci documenta ogni tanto😉)

    Ovviamente il gran lavoro da fare è a livello “grid” con tanti BESS dislocati localmente ad accumulare F.E.R. e bilanciare la rete .. ma anche in aziende private (e pubbliche) e civili abitazioni possono essere implementate dopo un accurato studio, incrociando studi su necessità e budget.

    1. tra un annetto penso chiaccheremo comunemente degli accumuli a ione-sodio anche per abitazioni ed aziende

      ad ora ancora costicchiano; questi qui sotto mi pare sui 300€ al kW-h; ma on-line dai fornitori in Cina siamo già molto meno
      https://www.biwattpower.com/

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