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Fotovoltaico, la crescita non si ferma (+30% nel 2024). Ma diventa per pochi

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La crescita del fotovoltaico in Italia non si ferma: nel 2024, sono stati aggiunti 6,80 gigawatt, +30% rispetto all’anno precedente. Nonostante questa crescita in termini di potenza, il numero di nuovi impianti installati è diminuito del 25%. Questo significa che la crescita è legata alla realizzazione di impianti di grande e media dimensione. Mentre sono crollate le nuove connessione domestiche

Per usare un termine tecnico, nel fotovoltaico il 2024 è stato l’anno del segmento utility-scale. Tradotto, significa che sono arrivati al traguardo i grandi impianti  solari che erano stati avviati negli ultimi due anni. Con il 30% di incremento, l’Italia ha superato i 37 gigawatt di potenza installata, secondo la rielaborazione di Italia Solare, una delle principlai associazioni della filiera rinnovabile, secondo i dati di Terna. 

Ma all’andamento positivo si contrappone un aspetto decisamente negativo: gli impianti domestici di pochi Kw (dai tetti ai balconi) sono crollati del 25%. E’ chiaro che si tratta dell’effetto causato dalla fine del Superbonus al 110%. Ma una frenata del settore dei piccoli pannelli potrebbe durare, senza nuove misure a sostegno.

“Servono misure mirate per le famiglie”

E’ quello che teme Paolo Viscontini, che di Italia Solare è presidente. Il fotovoltaico italiano sta vivendo una fase di crescita solida, con un ruolo sempre più forte degli impianti di grande taglia. Tuttavia, il calo delle installazioni residenziali è un segnale da non sottovalutare: servono misure mirate per sostenere le famiglie nella transizione energetica”.

Riepilogando, questi sono i dati dei vari segmenti del fotovoltaico, in base alla dimensione degli impianti.

Settore residenziale (sotto i 20 kW). Come detto, la fine del Superbonus ha determinato una riduzione della potenza installata del 21% rispetto al 2023 (1.789 MW contro 2.258 MW dell’anno precedente). Anche il numero di impianti è calato, passando da 359.772 nel 2023 a 274.537 nel 2024.

Fotovoltaico domestico in calo nel 2024, con una potenza installata inferiore del 21% rispetto all’anno prima

Impianti commerciali e industriali (da 20 kW a 1 MW). Nel 2024 c’è stata una crescita moderata dell’8% (1.961 MW nel 2024 rispetto a 1.819 MW nel 2023). Un risultato che mette in evidenza una maggiore consapevolezza da parte delle imprese. Anche per avere energia elettrica “verde” a un prezzo stabile rispetto alla volatilità dei mercati.

Settore utility-scale (superiore a 1 MW). In questo segmento abbiamo la crescita più significativa. La potenza installata ha fatto segnare +163%), con 3.045 MW connessi rispetto ai 1.157 MW del 2023. Numeri trainati dall’attivazione di numerosi grandi impianti nella seconda parte dell’anno.

Geograficamente, la Lombardia si conferma leader in Italia per potenza cumulata, sfiorando i 5.000 MW (4.990 MW), seguita da Veneto (3.768 MW) e Puglia (3.632 MW). La Lombardia primeggia nel settore degli impianti commerciali e industriali, con numerosi impianti tra 200 kW e 1 MW, ma con una quasi totale assenza di installazioni utility-scale.

Il Veneto ha distribuito la potenza degli impianti in modo equilibrata tra i vari segmenti. La Puglia ha forte predominanza di impianti di media taglia, mentre il Lazio è leader negli impianti di grande taglia (sopra i 10 MW), con una crescita esponenziale nel 2024 (+300% rispetto all’anno precedente).

Fotovoltaico, il boom dell’ultimo trimestre del 2024

La crescita annuale è stato trainato soprattutto dagli impianti allacciati alla rete nell’ultimo trimestre dell’anno, con quasi 1,9 GW di nuova capacità connessa. La polarizzazione del settore si è intensificata: mentre il segmento residenziale ha subito un rallentamento, i grandi impianti hanno registrato una crescita significativa, grazie all’entrata in esercizio di progetti approvati negli anni precedenti. Il pericolo, come detto, che il fotovoltaico assuma un carattere sempre più “elitario“, destinato a chi ha capacità finanziaria.

Da qui i suggerimenti di Italia Solare, per rilanciare le installazioni domestiche, ma anche per evitare le conseguenze negative che potrebbero derivare dagli effetto del decreto Aree Idonee.

Le principali proposte sono tre. “Valorizzare l’autoconsumo”, incentivando sia le famiglie che le imprese a investire nell’energia rinnovabile. “Migliorare la gestione della rete”, prevenendo i colli di bottiglia che rallentano le connessioni, specialmente per le PMI. “Snellire la burocrazia”, accelerando i processi autorizzativi per gli impianti di nuova generazione.

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23 COMMENTI

  1. Io non potendo installare un impianto a tetto, nel frattempo sto mettendo in piedi un secondo FV a balcone su di un altro contatore, ma stavolta con accumulo. I dati non sono niente male, perché avrei una potenza installata di 1,7 kW con 2,5 kWh di accumulo e microinverter da 800W per restare nella normativa plug&play (con linea dedicata e schema unifilare realizzati da elettricista) per un importo di circa 2500 euro. Se i conti tornano e si riesce a sfruttare bene la batteria per quanto il PUN orario sarà alto (ore 19-20-21) il rientro senza alcuna detrazione dovrebbe avvenire nel giro di 7 anni… Sarà una goccia nel mare, ma è sempre qualcosa per auto-produrre…

    • in Italia mi pare (o sbaglio?) al massimo un utente domestico trova tariffe divise in 3 fascie orarie; mentre in Spagna ci sono tariffe domestiche con costo che varia anche ora per ora e seguendo fedelmente il costo orario orario all’ingrosso dell’elettricità

      comunque un utente domestico che si dota di impianto FTV e magari con batterie, risparmia anche rispetto una tariffa fissa, perchè la tariffa fissa (che ultimamente comunque non scherza, con pun medio sopra 12 cents/kwh) è maggiorata dagli oneri di rete e dalla tassazione, e così arriva a 23 cents/kwh ( 30 cents contando le spese fisse del contatore)

  2. pensare alla resa minore dei pannelli sul tetto vuol dire proprio che non ci siamo . quello che ti metti sul tetto basta e avanza per le esigenze di consumi dell’abitazione senza andare a pensare ai grandi campi solari con inseguitori etc .

    • si per l’abitazione vanno benone sul tetto o su un portico (se disponibili) con le densità energetiche raggiunte dai pannelli attuali

      le installazioni utility entrano in scena piuttosto per decarbonizzare a basso costo gli interi consumi nazionali, industrie, servizi, trasporti, e i condomini a tanti piani, che hanno poco tetto a disposzione per appartamento 😉

  3. Vorei installare un impianto FV a casa, ma essendo in Regime forfettaio (non fatturando grandi numeri…) non posso accedere a detrazioni fiscali, rendendo pertanto l’investimento mooooolto più lungo da ammortizzare. Così purtroppo temo che resterò a guardare sinché “non succede qualcosa”.

    • Tipico..desiderio di botte piena moglie ubriaca. Regime fiscale super agevolato e pretende pure detrazioni fiscali per mettersi dei pannelli solari il cui beneficiario è solo lui stesso.
      vedi te che io farei detrarre solo da una certa fascia di reddito in giù..

      • Confermo il tuo punto di vista. Ormai siamo drogati di incentivi e vogliamo sempre di più. Dopo il 110%, soprattutto…

        • Sono anche disposto a non guadagnarci nulla, ma la cosa deve essere sostenibile per me (forfettario) come per chi guadagna bene o per chi vende/installa l’impianto. Rammento che il 91% delle tasse sono pagate dal 43% dei contribuenti e che talora (…) accedono più facilmente alle detrazioni fiscali (non necessariamente a contributi) quelli che melonianamente evadono e si vedono pure sostenuti con interessanti condoni.
          Rammento che in forfettario si pagano meno tasse, ma non puoi detrarre nulla: il bilancio, va detto, è comunque a favore di chi accede a tale regime… a patto di essere bravi a risparmiare sulle spese! In fondo se guadagno poco, posso spendere poco.
          Chi guadagna dalla filiera del fotovoltaico è anche la società, l’ambiente, non solo il singolo che fa il possibile per installare un impianto da 3 kW.

      • E no… veramente sono in Forfettario per il semplice fatto che a) non fatturo grandi cifre, b) non evado neppure 1 €. Banalmente il sistema non è equo,
        Mai fatto 110%, anzi lo rintengo indegno.

    • oggi si spende la meta’ di quello che ho speso nel 2022 ovvero con circa 13.000 euro ti mettono 6 kw di pannelli e circa 10 kwh di batteria . se ponderi un risparmio di quasi il 90 percento ( nel mio caso ) qui a 10 km da Como ci metti 10 anni ad ammortizzare anche senza incentivi . da Aprile ad Ottobre avrai una resa impensabile e spanderai energia a destra e a manca ,quindi solo da essere contenti . in quei mesi non ho mai speso niente in bolletta se non alcuni kw per alcuni periodi di pioggia . preciso che ci ricarico l’auto e utilizzo condizionatori tutto il giorno nei periodi caldi . di notte da giugno a settembre utilizzo un buon condizionatore ,tiro a terra la batteria ma alle 7 di mattina il FV gia’ comincia a ricaricare . da fine ottobre a fine marzo la produzione e’ sufficiente ma qualcosa si spende dati i lunghi periodi di nuvolosita . se questo puo’ essere utile ben contento di aver contribuito , ciao

      • In inverno a Como se non piove hai il sole qui da me a Lodi quest’inverno quando non pioveva c’era la nebbia e il mio fotovoltaico da 4kw con una batteria da 5kw (est – ovest … il SUD è coperto dall’ombra delle piante) ha prodotto gran poco … sicuramente no a sufficienza a ricaricare nessuna BEV, che comunque se appena grossa si una panda non sarebbe entrata dal portone del BOX (villa anni 60 fatta per macchine di quel periodo)
        Purtroppo anche con tutte le buone intenzione l’elettrico (e il fotovoltaico) …. non è per tutti.

  4. Io purtroppo non ho fiducia che il trend duri sui grandi impianti, perché questa e’ la coda lunga degli impianti autorizzati prima del famigerato dl coldiretti/Lollobrigida

    • ..infatti:
      1) decreto Lollo ha vietato l’agrivoltaico a pannelli bassi, che aveva bassi costi, e un iter autorizzativo semplice e veloce (per definizione non bloccabile da ricorsi paesaggistici di enti locali, e non necessitava neanche di aspettare la gare per gli incentivi o di venire contingentato, in quanto non usava incentivi)

      2) il decreto Aree idonee scritto male (e altre azzeccagabuglierie) hanno reso difficile invece l’iter autorizzatico per il FTV utility a pannelli bassi di tipo comune (cioè non agrivoltaico), altra tipologia di FTV con bassi costi e per questo “scomodo” alle filiere energetiche tradizionali, potrebbe far calare i prezzi energia in molto fretta se non frenato nele installazioni

      forse nel 2025 ci sarà ancora un po’ di coda di impianti in iter autorizzativo precedenti ai decreti azzoppanti, e altri invece cancellati

      vedremo quanti GW installati.. sicuro potevano essere di più, personalmente credo potevano essere +15 GW all’anno; posso ancora sperare nelle spinte opposte, favorevoli alle istallallazioni:

      – c’è una pressione enorme a fare nuovi impianti (e nuovi accumuli), perchè visto che in Italia l’energia è cosi cara, anche i kw-h da rinnovabili al momento vengono un po’ sovraprezzati e chi installa per primo, prima che i prezzi e le tariffe scendano, farà ottimi guadagni, con rientro rapido degli investimenti

      – il settore cerca di adattarsi, per esempio molti evitano gli iter autorizzativi nazionali, facendo di preferenza impianti sino a “soli” 10 MW, con autorizzazione regionale (poi comunque anche in Regione ora sono gatte da pelare); per l’agriovoltaico, tenteranno di fare impianti con pannelli ad altezza media, certo molti meno, ma vedremo

      – i tribunali Tar spesso danno ragione agli impianti, contro i decreti scritti in modo pasticciato; abbiamo la “giustizia” che tenta di correggere le “sbanfate più evidenti” dei legislatori; si perdono 3-5 anni kafkiani di tempo e spese legali, poi però alla fine parte degli impianti vengono realizzati

  5. In Italia chi decide di avventurarsi nella realizzazione di un fotovoltaico domestico deve avere i nervi saldi. Io ho installato l’impianto a giugno 2024, sia l’elettricista che ha collegato l’impianto che il tecnico progettista sono amici, hanno fatto il lavoro richiesto in modo ineccepibile eppure ci hanno fatto impazzire con burocrazia infinita, il risultato è che i documenti di fine lavori mi sono arrivati ieri, dopo 8 mesi. Scandaloso

    • hanno fatto di recente almeno alcune concessioni, mi pare, su limitazioni che mi accennava un conoscente:
      – alzato il massimo a 20 KW
      – ora non è più obbligatorio fare (anche) il tetto in tegole sotto all’area coperta dai pannelli
      – attivazione contatore impianto ora fatta da remoto

      PS: sapendo che ci capisci degli aspetti tecnici, se ti andrà di fare qui una lettera su come è fatto/come va il tuo impianto FTV, la troverei interessante

    • Temo si ricada nell’italica confusione della burocrazia, con i risultati che dipendono dal caso.
      Nel mio piccolo ho installato un impianto domestico l’autunno scorso, con un installatore scelto senza conoscerlo prima e assolutamente piccolo e locale: dal primo avviamento dell’impianto ho avuto due settimane in autoconsumo e a meno di 15 giorni l’impianto operativo in tutto e per tutto.
      Come sempre: le leggi complicate creano caos, nepotismo e corruzione.

  6. Non mi sembra nemmeno una notizia cosí cattiva. Era ora che cominciassero ad ingranare gli impianti utility-scale.
    In proporzione costano molto meno e vengono installati in posti con esposizione e latitudine piú favorevole, in genere.

    Sarebbe invece importante radere al suolo la burocrazia e gli impicci burocratici, azzerare pareri e contro pareri.

    Tranne casi evidenti di controindicazioni, silenzio assenso 30gg. E i pareri contrari devono essere stramotivati, non il paesaggio, o il comitato Nimby dell’ultimora.

    • approfitto per postare qualche numero, ad es. i costi di investimento:

      – 600-700e per kw-nominale installato
      per fotovoltaico a terra di grande taglia (utlity) e per agri-voltaico a pannelli bassi (quest’ultimo però è stato vietato primvera scorsa dal ministro Lollo)

      – 900-1300e per kw-nominale installato
      impianti industriali, su capannoni, serre, commerciali, e agrivoltaico su sostegni di altezza media

      – 1300-1700 per kw-nominale installato
      impianti domestici piccola taglia e agrivokltaico a grande altezza

      cioè impianti utility con pannelli montati a terra sono 2-2,3 volte più economici come installazione e anche come manutenzione rispetto a impianti domestici

      — inoltre pannelli a terra hanno anche una resa specifica (a parità di kw nominali) più alta dei pannelli sui tetti; specie se usa pannelli bifacciali e/o inseguitori solari a un asse

      — in aggiunta, gli impianti utility stanno già iniziando a usare i nuovi inverter al carburo di silicio, più durevoli e con perdite ridottissime DC-AC oppure da batteria a rete (un po’ come le migliori BEV che hanno già inveter al carburo di silicio)

      ==========
      questo per capire come sono soprattutto gli impianti a terra a permettere di far scendere più velocemente il costo energia del mix energia, perchè possono immettere in rete velocemente grosse quantità di kw-h e a prezzi molto bassi, tipicamente circa 4 cents a kw-h

      === esempi concreti di prezzi del kw-h

      – nelle aste pubbliche Spagnole il prezzo medio assegnato ai contratti di fornitura da FTV utility è tra 2 e 4 cents al Kwh (con qualche record a 1,3 censt)

      – nelle aste pubbliche Tedesche (hanno meno luce, meno resa) è circa 5 cents al KW-h; sempre in Germania il prezzo assegnato agli impianti domestici è circa il doppio, ovvero 10 cents al kwh, in proporzione ai maggiori costi;

      novità di questo anno, in Germania anche con i contratti a prezzo fisso (Cdf), non retribuiranno più ai produttori il kw-h durante i momenti di prezzi nulli o negativi; lo fanno per incentivare gli impianti FTV a dotarsi di un accumulo BESS per spalmare l’energia prodotta su tutta la giornata, stanno passando alla fase successiva (l’integrazione con gli accumuli)

      – nelle aste pubbliche italiane, il FTV utility potrebbe venir assegnato a circa 4 cents al kw-h garantendo un margine di profitto,
      però siccome è molto difficile superare gli ostacoli autorizzativi, gli investimenti sono rischiosi, la trafila di tribunali TAR lunga, le spese aumentano, insomma il mercato è un po’ falsato perchè “sabotato”; e le aste sono poco competitive anche per cattivo disegno dei decreti che le regolamentano, detto dagli investitori stessi

      risultato: da noi il FTV utlity alle aste viene pagato circa 7-8,5 cents al kwh; che è ancora un buon prezzo rispetto alla media del PUN, però potremmo avere più effetti evidenti se fosse anche meno, e anche in maggiori quantità se non lo azzoppiamo a colpi di decreti

        • A terra è più facile installare anche la giusta inclinazione e inseguimento, di più facile manutenzione. Nela seconda risparmi e nella prima migliori la resa = guadagni di più rende di più

        • come dice Giuseppe, i pannelli sui tetti non sempre hanno l’orientamento perfetto; diciamo ad es. mediamente perdi resa -8%

          inoltre per lavarli dopo periodi di molta polvere/sabbia nel vento (resa -5%) in pratica devi aspettare che piova; idem se hai un malfunzianamento parziale, probabilmente non intervieni subito

          poi forse sui tetti scaldano di più essendo meno ventilati sul lato inferiore (qualche percento perso anche qui)

          e soprattutto negli impianti a terra puoi usare pannelli bifacciali e inseguitori solari lineari a un asse ( resa combinata circa +15% )

          mettici anche che gli impianti utility lavorano ad alta tensione ( 1500 Volt) con forse meno perdite sui cavi (anche se sono più lunghi), e hanno già accesso ad inverter di tipo nuovo ancora più efficienti

          se sommi tutto, penso hai una resa effettiva diciamo +20% ?, forse anche +30% in caso di bifacciali e inseguitori ?, rispetto a un impianto sul tetto

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