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Fotovoltaico, barca, auto e colonnine: la filiera elettrica dei pionieri Ubisol

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Prima la barca rivestita di pannelli prestata ad un’associazione di canottieri, poi nel lontano 2011 cinque auto convertite a batteria per i soci e una per i “giri” di lavoro  dei dipendenti. Infine  nel 2012 il taglio del nastro della colonnina aperta a tutti,  libera e gratuita. Siamo a Rimini, a casa dei titolari di Ubisol, azienda romagnola specializzata in impianti fotovoltaici

C’è chi ha fede nell’elettrico, maturata anche quando la situazione era ben diversa da oggi, quando  auto, bici e colonnine per la ricarica erano molto rare. In questa sfida hanno creduto i romagnoli Marco Polazzi, Francesco Rinaldi e Luca Ciccarelli in questi giorni impegnati a testare la nuova Jaguar I-Pace: “Un vero gioiello con i suoi 450 km di autonomia – sottolineano i tre imprenditori -. Siamo orgogliosi di essere stati scelti per questa prova”. Sempre in pista questi ragazzi che sono entrati nel mondo dell’energia nel 2006 quando “abbiamo vinto un bando Nuove Imprese della Provincia di Rimini e della Repubblica di San Marino con il progetto di un carica batterie fotovoltaico. Abbiamo fatto incontri anche con i manager della Beghelli, ma i costi erano troppo alti e nel 2007 siamo invece  partiti con gli impianti: dai primi 17 degli inizi agli oltre 300 del 2010. Poi abbiamo rilevato un’azienda di impiantistica idraulica e ora ci occupiamo in particolare degli impianti per le case in legno”. Spiega  origini ed evoluzioni di questa storia imprenditoriale Marco Polazzi, uno dei tre soci, che dopo aver ingranato hanno investito nella mobilità elettrica.

La barca fotovoltaica

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Il natante si chiama BarcOn ovvero un vecchio gozzo “che abbiamo elettrificato con un motore elettrico e i pannelli calpestabili Solbian. Un nostro progetto per provare ad applicare  fotovoltaico e rinnovabili  ad una piccola imbarcazione da diporto – sottolinea Polazzi –. Visto lo scopo sociale e pedagogico del progetto, l’imbarcazione è stata data in comodato d’uso gratuito per circa tre anni a un circolo canottieri di Padova, che l’ha utilizzata sul fiume ed è stata preziosa per le loro attività: navigare sui corsi d’acqua, tra abitazioni e parchi, senza inquinare e senza far rumore”.

Ora BarcOn è tornata a casa: “Contiamo la prossima primavera di rimetterla in acqua e di utilizzarla con i nostri clienti. La vedranno tutti ed una sorta di promozione della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili. Il nostro scopo, con questo tipo di iniziative, è proprio questo:  comunicare a quante più persone possibile che la mobilità elettrica è possibile e attuabile, che non si tratta di una chimera”. E per chi sceglie il loro impianto in regalo c’è la bici elettrica. Insomma la promozione c’è tutta e i loro collaboratori sono certificati Tesla per l’installazione del Powerwall

Le 5  auto aziendali

Non vendono veicoli alla Ubisol: “La nostra azienda si occupa di energie rinnovabili e di efficienza  energetica: non realizziamo progetti di mobilità elettrica a fini commerciali”. Ma per promuovere la transizione ai nuovi motori “sin dal 2011, la preistoria dell’automotive sostenibile, abbiamo acquistato 5 auto elettriche da utilizzare in azienda: tre 500 Fiat elettrificate da Microwett (azienda di Imola poi fallita, ma ancora in attività perchè rilevata da imprenditori veneti), una Smart elettrificata da Riker (aziende della provincia di Modena), e una Opel Ampera.Si è trattato di un investimento importante per una piccola azienda come  la nostra, ma che aveva il sapore del futuro“.

Oggi è un presente ben vivo visto che le auto, dopo 7 anni, funzionano tutte: “Per le tre 500 abbiamo speso circa 32 mila euro ciascuna (19 mila per l’acquisto e 13 mila per la conversione). Le usiamo quotidianamente per il percorso casa-lavoro, la manutenzione è stata minima, poi abbiamo risparmiato sull’assicurazione che costa molto meno, e altre  agevolazioni di legge, per esempio l’esenzione dal bollo. Facendo poi il pieno con la nostra energia gratuita, abbiamo già ammortizzato la spesa. Stiamo girando gratis da 7 anni, anche se ora c’è qualche cella della batteria da cambiare“. E poi la comodità della Smart, costata 18 mila euro, che permette di girare agevolmente in centro “quando i ragazzi devono andare per uffici”.

La colonnina per tutti

La colonnina aziendale

C’è giustamente la convenienza personale e dell’azienda in questo investimento, ma pure la responsabilità sociale d’impresa. “In ogni fase importante della storia industriale e sociale, qualcuno deve assumersi i costi del cambiamento: nel settore della mobilità, noi abbiamo fatto la nostra piccola parte da pionieri“. Si batte metaforicamente il petto il manager riminese che ricorda l’investimento più sociale: “Sin dal 2012, abbiamo inaugurato un punto di ricarica  per veicoli elettrici nel parcheggio adiacente alla nostra sede. Inaugurato dal sindaco di Rimini, è un punto di ricarica aperto a tutti  e gratuito, assolutamente libero. Senza nessuna astuzia commerciale, ma solo con lo scopo di aggiungere tre punti di ricarica alla allora scarna lista di colonnine  italiane”.

Turista svizzero ricarica gratis alla Ubisol

C’è naturalmente il ritorno reputazionale – le altre due colonnine sono a disposizione dei soci e dei dipendenti – ma offrono un servizio anche ai turisti: “Una volta un vacanziere svizzero in Tesla non trovava una colonnina ed è riuscito a ripartire grazie a noi. Ci ha ripagato in cioccolato. Questa storia la dice lunga sui ritardi delle infrastrutture indispensabili per far partire l’elettrico”.

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