Fossi in Norvegia la comprerei l’elettrica, ma in Italia…Fabio condivide la sua esperienza di viggio nel Paese scandinavo, un paradiso rispetto al nostro. Vaielettrico risponde. Le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
L’ho provata lassù, noleggiare una EV costa un terzo di un’auto a benzina
“Vi leggo da un po’, facevo parte del gruppo che vede come un grosso limite il fatto che l’autonomia non sia di 1.000 km e che non si possa ricaricare in 2 minuti. Quest’estate mio fratello, proprietario di un’elettrica, e un mio carissimo amcio, anche lui giá passato all’elettrico, mi hanno inviato il link di una Enyaq in vendita. Ho iniziato ad informarmi e ho capito l’importanza della curva e della velocitá di ricarica, fino a cambiare completamente idea. Purtroppo l’affare mi é sfuggito e l’acquisto é stato rimandato, peró volevo raccontarvi della mia esperienza norvegese. Tra Natale e capodanno sono stato nel nord della Norvegia, nell’organizzare il viaggio sono entrato nel mio solito comparatore di autonoleggi. E ho notato che una ID.3 (o similare) costava circa 1/3 in meno di una Yaris benzina (o similare). Per cui ho pensato: proviamoci (nonostante avessi letto un vostro articolo, o forum, dove qualcuno sconsigliava di fare le prove in vacanza)“.
Fossi in Norvegia…/ Qui nella periferia di Milano ricariche poche e care
“Al mio arrivo a Tromso la ID.3 non c’era, ma mi hanno consegnato una Subaru Solterra. In una settimana ho guidato 1.500 km al costo di 156€. Non ho mai sentito la pressione di non arrivare da qualche parte. Ad ogni sosta collegavo la macchina alla spina, facevo quello che dovevo fare e al mio ritorno la macchina era pronta per la tappa successiva. Al mio rientro ho pensato: come sarebbe qui…Abito nella prima periferia di Milano e colonnine fast oppure Tesla le conto sulle dita di una mano. Sono andato a vedere il prezzo della fast al supermercato dove vado di solito. È pubblicizzata a 0,89 €/kWh per ricariche tra 61 e 149 kW. Là spendevo tra 0,34 (4 NOK presso Tesla) e 0,51 (5,99 NOK presso gli alti) e mi é tornato qualche dubbio sulla fattibilitá della cosa in Italia. In conclusione. Sono rimasto davvero affascinato dall’auto (soprattutto in salita), ma davvero dubbioso che nel nostro paese funzioni tutto cosí bene come là. Probabilmente il problema non é quando si é li non essere abbastanza organizzati, ma quando si ritorna rendersi conto che siamo ancora lontani. Tanto vi dovevo“. Fabio Rui
Risposta. Su una cosa siamo d’accordo: in Italia le ricariche sono troppo care, tra le più costose d’Europa. E questo è forse il principale motivo dello scarso successo dell’auto elettrica nel nostro Paese. Sul fatto che ci siano poche ricariche, invece, non siamo d’accordo, tanto più nella zona di Milano, che è una delle meglio attrezzate. Il problema, paradossalmente, è soprattutto l’opposto: le colonnine sono scarsamente utilizzate perché le auto elettriche in circolazione (a differenza della Norvegia) sono poche. E questo sotto-utilizzo induce i gestori a tenere i prezzi alti, per recuperare almeno parte dell’investimento. Finché non spezziamo questo circolo vizioso…
- LE VOSTRE AUTO USATE IN VENDITA raccontate sul nostro canale YouTube da Edoardo. Ma potete essere voi a illustrarle mandando un video a info@vaielettrico.it
Sono stato in Germania 2 settimane fa ogni benzinaio aveva anche diverse stazioni di ricarica ultra-fast fino a 350 kW, il costo era di 0.31/ kW, e questo in autobah
sapete che vi dico ? sono talmente entusiasta delle elettriche che se non fossi nella mia situazione di privilegiato , in senso figurato visto che la casa e il garage( anzi rimessa ) e fotovoltaico me li sono pagati con 40 anni di sudore , la macchina me la caricherei dagli amici ( ovvio a pagamento ) .
Giusto per inquadrare il discorso Norvegia vs Italia ho fatto qualche ricerca per anche capire il successo norvegese delle BEV
– incominciamo con il valore dello stipendio medio netto nei 2 paesi :
Norvegia 2700 euro
https://www.eurosender.com/it/rr/trasferirsi-in/norvegia
Italia stipendio medio netto 1700 euro
https://poggileonardo.com/2024/09/qual-e-lo-stipendio-medio-in-italia/
il delta è del 37%
– Costo TESLA model Y (base) in Norvegia 36.141 euro
– Costo TESLA model Y Italia Model Y RWD 43.670 €
Ora vediamo le agevolazioni presenti in Norvegia per le BEV
https://tuttoautoweb.com/index.php/2024/12/23/norvegia-il-paradiso-delle-auto-elettriche-perche-tutto-questo-successo/
esenzione IVA del 25% e non devono pagare le tasse di immatricolazione.
Ma non è tutto I proprietari di veicoli elettrici in Norvegia possono beneficiare di parcheggi gratuiti in molte aree, hanno accesso alle corsie riservate agli autobus e possono persino godere di una riduzione del 50% sulle tasse stradali e sui traghetti.
Tralasciamo la riduzione sui traghetti in quanto non quantizzabile ma comunque importante per un paese dove i fiordi la fan da padrone e calcoliamo solo il vantaggio dell’IVA: il 25% in meno di IVA su un listino di 36.141 euro sono 9035 euro che porta a un costo finale a 27.106 euro
Considerando ora il delta di stipendio del 37% abbiamo che un norvegese rispetto a un italiano paga una Tesla model Y 17.077 euro, meno di una Dacia spring.
Se a questo aggiungiamo il differenziale del costo di elettricità come riportato dalla mail di partenza e al fatto che in Norvegia la maggioranza delle case sono singole per la ricarica casalinga è molto diffusa, non c’è da meravigliarsi che i norvegesi tutti scelgano l’elettrico e parimenti come un confronto con la situazione in Italia sia impossibile.
Quando dico che noi non dobbiamo confrontarci con l’Europa, specialmente con il nord Europa ma più con il nord Africa è questo che intendo.
Antonio, lodevole ricerca, ma le cifre sono sbagliate.
La Model Y base costa 446.760 NOK, cioè 38.100€ di prezzo finito al consumatore.
Poco meno che in Italia, quindi, non certo il prezzo della Spring.
credo che Antonio intenda che facendo il rapporto tra il salario norvegese medio e quello italiano, il valore di una Y per loro sia equivalente a quello di una Spring per l’italiano medio.
Era quello che cercavo di spiegare anche io qui sotto.
Aggiungo che dovremmo cominciare a considerare che molti dei benefici riservati all’elettrico una volta che la stragrande maggioranza dei veicoli sarà BEV, cesseranno. Che senso ha per esempio avere una corsia riservata ai mezzi pubblici se quasi tutti i veicoli privati ci possono accedere? O parcheggi gratuiti riservati?
Si, è chiaro il differenziale, ma è sbagliato il calcolo del 25% (che non sono bruscolini) e ha preso Tesla come riferimento, che non fa certo testo.
Se prendiamo, esempio, la Megane (ovviamente elettrica, le termiche non sono in vendita) in Italia parte da 38.000€ e in Norvegia 39.000 SE AVESSE IVA, che non ha, quando un Proace City (uno dei pochi veicoli termici acquistabile) costa in Norvegia 36.000€ e in Italia 25.500€.
Quando erano in vendita le auto termiche in Norvegia, costavano di più che in Italia, di un 30% circa, che corretto della differenza di potere di acquisto, un pochino meno che in Italia.
Le elettriche sono senza iva, sconto del 25% automatico, quindi costano meno delle termiche e circa come in Italia.
Certo che il potere di acquisto influisce ma nuovamente non basta a giustificare il successo delle BEV, il costo della vita è più caro in proporzione, non è che se guadagni 3.000€ al mese come operaio ma l’affitto ne costa 1.500€ ti vada meglio che prenderne 1.500 e pagare 750, sempre il 50%, è… (È un esempio: se qualcuno ha degli indici reali, mi corregga tranquillamente, sono senza PC e dal telefono è scomodo fare certe ricerche)
“Certo che il potere di acquisto influisce ma nuovamente non basta a giustificare il successo delle BEV, il costo della vita è più caro in proporzione, non è che se guadagni 3.000€ al mese come operaio ma l’affitto ne costa 1.500€ ti vada meglio che prenderne 1.500 e pagare 750, sempre il 50%, è… ”
Certamente il successo delle BEV in Norvegia è legato a tantissimi fattori, inclusa la qualità delle infrastrutture, costo energia, facilitazioni etc. E probabilmente anche culturali, come il fatto che i norvegesi ci tengono al loro ambiente (e non sono polemici certamente come noi italiani).
Ma il prezzo di certi beni, al contrario degli affitti per esempio, è meno legato ai redditi. Vale per i veicoli, l’elettronica di consumo, etc. Il parco macchine tipico di un paese scandinavo da noi sarebbe visti come di lusso.
Guido scusa ma se la matematica non è una opinione se tu fai la semplice proporzione 2700÷100=1700÷x allora trovi che x è uguale a 62,9 il che significa che lo stipendio italiano è il 62.9% di quello norvegese per cui il 37% inferiore
Guido scusa ma qui non stiamo parlando del costo della vita, che è sicuramente più alto in Norvegia, ma del prezzo di acquisto di un bene (nel nostro caso dj esempio la tesla model y ) in questo caso devi paragonare i due valori assoluti che ottieni una volta scontata l”IVA e rapportarla ai diversi stipendi che come ti ho mostrato nel mio precedente posto, in proporzione sono il 37% di differenza e non il 25%, lo stipendio italiano sarebbe 1700 x 1,25 = 2120 euro e non 2700 come lo stipendio medio norvegese.
Antonio, hai scritto che la Model Y la vendono a 27.160€: NO, il prezzo di vendita SENZA IVA perchè il listino Tesla già non la considera dato che non è dovuta, è di 38.100€, fai i calcoli su quella, non puoi togliere l’IVA da un prezzo che è già senza IVA!
A parte quello che ti ha scritto Eraldo, il costo della vita è proporzionalmente più alto, la Norvegia non ha il PIL più alto ma è solo settima e soprattutto non lo fanno per imposizione non appartenendo alla UE ma per scelta!
Guido anche prendendo buono il prezzo di 36000 euro senz’altro (il che però significherebbe 45000 se l’Iva ci fosse che sarebbe di gran lunga il più caro in Europa) considerando solo il delta stipendio del 37% otteniamo un valore di 22700 euro (più di una spring ma meno di una grande panda elettrica) e in più non paga i cistj di immatricolazione e ha uno sconto del 50% sui traghetti … concordi che la nostra realtà è quella norvegese non siano paragonabili ?
Concordo che non siano paragonabili, ma io ho SEMPRE detto che NON basta la differenza di reddito a spiegarlo!
Ok, hanno il 37% di potere di acquisto in più degli italiani, le elettriche costano meno ed è ovvio che le acquistino sia per il TCO che, per assurdo, perchè hanno meno problemi delle termiche con il freddo (perchè l’autonomia si riduce drammaticamente, ma partono!!!), ma non basta il reddito!
Torniamo sempre lì, allo stesso eterno discorso: in Italia c’è un 25% di appartamenti NON in condominio ma in case SINGOLE (quindi hai NECESSARIAMENTE o il cortile o il garage TUTTO TUO, niente permessi e “sbattimenti” – lo dice il rapporto CENSIS 2022), dunque? Tutti rappresentanti? Nessuno di loro può spendere 40k? Com’è allora che il prezzo medio delle auto vendute è 30k? Se l’auto più venduta in italia era la Panda che costava 15k, per mantenere la media a 30k per ogni 100.000 Panda vendute (nel 2024 sono state 99.871) ne servono altre 100.000 che costino 45k!!! E per ogni Dacia Sandero (60.000) che costa 14k€ ne servono altre 60.000 da 46k.
Smettiamo di raccontarcela: i soldi sono importantissimi ma ci sono MILIONI di persone in Italia che NON hanno problemi di soldi, solo di mentalità. Il 17% degli italiani dichiara (DICHIARA e sappiamo a quanto ammonti l’evasione fiscale..) un reddito pari a 64.670€.
@antonio
lo stipendio medio che hai indicato tiene conto dei 100mld (stimati) di evasione fiscale in Italia?
che porta a dire che ristoratori e tassisti sono mediamente indigenti, se stiamo alle cifre medie dichiarate…
e poi: sai dire qualcosa della distribuzione dei redditi?
se uno guadagna 1100, e 9 guadagnano 100, la media fa 200
ma
se dieci guadagnano 200 la media fa sempre 200.
poi però la capacità di acquisto è distribuita ben diversamente,nel primo caso compare lo yacht, nel secondo nessuno fa la fame ma nessuno compra lo yacht.
c’è un indice che descrive la distruzione del reddito (indice di Gino)
Guadagnano si di più , hanno un’aliquota di trattenuta sullo stipendio del 4,4% ma un pacco di pasta lo paghi tra i 4 ed i 5 euro (mediamente 3 volte che da noi) , paghi un caffè sui 5 euro al bar e via dicendo ; il costo della vita li è estremamente più alto che da noi. Poi comunque loro sono poco più che 5 Mil di abitanti contro i 58 Mil che siamo noi, hanno una media di 1 auto ogni tre abitanti, la capitale ha quasi gli stessi abitanti di Palerm mentre Germania ed Italia detengono quasi lo stesso primato per numero di auto circolanti 48 e 41 Mil di vetture ( poi possiamo aggiungere motocicli e scooter ) ; tecnicamente siamo mediamente più ricchi noi che i Norvegesi
La Norvegia è la più grande ipocrisia elettrica.
Paese con meno di 6milioni di abitanti, circa 3 milioni di auto, vive vendendo petrolio a gli altri paesi.
L’energia elettrica con cui muovono le loro auto è tutta prodotta dal petrolio e derivati. Di solare non hanno nulla, poiché il sole non sanno nemmeno come è fatto.
Questo sarebbe un paese virtuoso secondo voi? 😂
Prima di scrivere stupidaggini, una piccola ricerca con Google, Chat-GPT o Grok, le avrebbe fatto scoprire che circa il 96% della produzione di energia elettrica in Norvegia deriva da idroelettrico, più circa il 4% da Eolico e una insignificante percentuale di termoelettrico.
Vendono il petrolio, è vero ma non lo usano per produrre energia elettrica: saranno stupidi loro e siamo stupidi noi? Ai posteri l’ardua sentenza…
Il suo commento meriterebbe il cestino solo per la baggianata sulla produzione di energia in Norvegia. E’ il Paese europeo con la quota più alta di produzione da rinnovabili: il 98% (90% idroelettrico, 8% eolico).
Ho provato ad estrapolare alcuni dati statistici relativi ad un piccolo comune del Piemonte: San Sebastiano da PO (TO), a circa 30km da Torino, che conosco molto bene. Mi aspettavo una forte correlazione tra disponibilità di parcheggio privato (e/o fotovoltaico) e BEV. Evidentemente mi sbagliavo, molti altri dati devono essere valutati.
Alcune informazioni:
Praticamente tutte le abitazioni di San Sebastiano da Po dispongono di un parcheggio privato (il numero di auto parcheggiate in strada è bassissimo ed il confronto con Torino è impietoso). Gli alloggi in condominio sono quasi inesistenti.
SAN SEBASTIANO DA PO
Reddito pro capite 2022: € 21.672 1)
Abitanti San Sebastiano da PO- 2023: 1.867 3)
Numero di auto elettriche circolanti attualmente: N. 4 (la statistica è mia)
Numero di impianti fotovoltaici P< 20kW: N. 73 2)
Auto elettriche per abitante: 0,21%
Impianti FV per abitante: 3,9 %
ITALIA
Reddito pro capite medio Italia 2022: € 21.752 1)
Abitanti Italia 2023: 59.000.000 circa 3)
Numero impianti fotovoltaici P<20kW : N. 941.883 (4)
Numero di auto elettriche circolanti in Italia: N. 277.000 circa (dic. 2023)
Auto elettriche per abitante: 0,46%
Impianti FV per abitante: 1,7%
Conclusioni: Gli abitanti da San Sebastiano da PO dispongono di un reddito pro capite simile al valore medio nazionale, ed hanno deciso di investire una parte maggiore del proprio reddito in impianti fotovoltaici (oltre il doppio), in confronto al dato medio nazionale (3,9% contro il 1,7%).
Per quanto riguarda la disponibilità di auto elettriche il dato è invertito, anche se quasi tutte le abitazioni sono dotate di parcheggio privato.
1) https://www.infodata.ilsole24ore.com/2024/07/25/la-ricchezza-degli-italiani-raccontata-con-mappe-e-grafici/?cmpid=.com
2) https://atla.gse.it/atlaimpianti/project/Atlaimpianti_Internet.html (dati aggiornati a luglio 2021)
3) https://demo.istat.it/app/?i=P02&l=it&a=2023 (dati dic. 2023)
4) https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Rapporti%20statistici/Rapporto%20Statistico%20GSE%20-%20FER%202021.pdf (dati aggiornati a dic. 2021)
Fantastico, Andrea. Provi a trarre le sue conclusioni
Alle colonnine Tesla carichi con 0.6-0.66€/kwh per tutti. Con 9.99€ al mese 0.46€/kwh. Senza possedere una Tesla.
Ma boh ci sono arrivati tutti tranne che vai elettrico che ancora giustifica quegli sfortunati e poveretti di fornitori che debbono alzare i prezzi perché poverini se no non riescono a rientrare dell’investimento l’unica regola del mercato è domanda è offerta se l’offerta sale senza domanda vuole dire che le domande non le vogliono avere semplicisimo
Quindi la miglior strategia di marketing sarebbe regalare la ricarica: prezzo zero e domanda massima. Ha mai pensato che ogni bene ha un costo di produzione sotto il quale più si vende più si perde?
Mi verrebbe da non rispondere ma evidentemente non si capiscono bene le regole del mercato se uno vuole incentivare una cosa non si fa esatta mente il contrario evidentemente non si vuole incentivare questa cosa. Io lo dico spesso noi italiani ci dobbiamo confrontare con il nord Africa (senza offese per i fratelli africani) non con l’Europa.
Forse le regole del mercato non le capisce lei. Quante aziende vendono sottocosto? E quanto a lungo possono farlo senza fallire?
Infatti la Volkswagen ha alzato i prezzi, ha fatturato di più ha preso un po’ di ossigeno e si vede che fine ha fatto…. applausi
Purtroppo Massimo siamo nella situazione opposta al regalare la ricarica: ricarica a prezzi folli e domanda azzoppata. Per ammortizzare gli investimenti bisogna massimizzare i ricavi, che sono dati dal prodotto del prezzo per i kWh venduti. Se fai crollare uno dei due fattori crollano anche i ricavi e la possibilità di rientrare degli investimenti.
Dietro al’aumento del costo alla colonnina non c’è una valutazione economica ma una scelta politica: non sfugge a nessuno che i prezzi della ricarica sono esplosi con il cambio di governo, per una precisa scelta.
Eni ed Enel hanno monopolizzato le colonnine esistenti e poi si sono accordati per aumentare i prezzi, obbligando anche gli altri ad allinearsi con il ricatto del roaming.
C’è stata una prima fase in cui accettavano di vendere in perdita perchè avevano ordine di far crescere il mercato dell’auto elettrica (e spalle robuste per farlo, non mi si dica che rischiavano il fallimento, il costo che sostenevano era una goccia nel mare dei loro guadagni).
Poi è cambiato il padrone e l’ordine è diventato di ammazzare la domanda di auto elettriche. Risultato: continueranno a vendere in perdita all’infinito perchè se non cresce la domanda di ricarica non rientreranno mai degli investimenti realizzati.
Io nel mio piccolo ormai ricarico praticamente solo a casa, anzi, farò un grande sforzo e aumenterò il fotovoltaico: piuttosto che regalare i soldi a questo monopolio faccio un investimento che alla lunga si ripagherà, visto che il prezzo dell’energia con queste scelte politiche non potrà che aumentare.
Prima vendevano in perdita. Oggi vendono molto meno, ma non più in perdita. Purtroppo c’è sempre qualcuno che per necessità è costretto ricaricare nella colonnina di uno dei due oligopolisti. Ci fosse una concorrenza vera…
Ma si poverini questi magnati dell’energia hanno preso anche i fondi del pnrr, io direi a vai elettrico di instituire un crowdfunding per non fare fallire queste aziende che piangono miseria ….. Ma va la
torno a dire che, finchè i fornitori di ricariche saranno le stesse petrolifere che hanno molto più da guadagnare ad ostacolare l’elettrico che a promuoverlo non andremo da nessuna parte… In nord Europa i fornitori sono per la maggior parte i produttori di energie alternative come eolico o solare, in Italia troviamo i solito A2A, Enel ecc, coloro che producono combustibili fossili.
Non posso credere che management di tale portara non capisca che quando manca la richiesta si debbano abbassare i prezzi e non alzarli, bastano due anni di economia e commercio per impararlo, è assolutamente un cartello volto a ostacolare l’elettrico in favore dei fossili che ad oggi rendono miliardi di dollari…
Io ricarico a casa, ma se non avessi questa possibilità non avrei problemi ad utilizzare un’auto elettrica perché ho una colonnina AC di BeCharge di fronte all’azienda in cui lavoro e una EnelX nei parcheggi della piscina comunale in cui vado regolarmente. Hanno installato anche una AC di Duferco in paese a 100m da casa mia in attesa di attivazione.
Il problema sarebbe il prezzo. Non tanto oggi che con un’elettrica efficiente rimane competitivo col diesel (0,60€/kWh con Repower si può stare nei 8€/100km consumando 13kWh/100km). Più che altro la storia recente insegna che se vogliono possono portare tranquillamente i prezzi delle AC a 1€ o oltre al kWh che tanto nessuno controlla.
E visto che l’attuale governo è apertamente contrario alle BEV è una mossa che mi aspetto come imminente insieme all’introduzione del pagamento del bollo.
Avranno anche loro cominciato in qualche modo. Non credo che ci fossero già tutte le colonnine pronte prima di vendere le prime auto elettriche. Forse semplicemente sono più avanti di noi.
Il costo di ricarica è il problema principale. Non lo è solo per chi ha la possibilità di ricaricare in garage ma nei condomini di una città sono pochi quelli che possiedono il garage. Il costo di ricarica elevato, inoltre, rappresenta la miglior pubblicità negativa perché facendosi due conti non si vede neanche il risparmio rispetto alle auto a benzina. Per cui la soluzione potrebbe essere quella di utilizzare incentivi per abbassare il più possibile il costo alla colonnina, magari diventando il Paese in Europa con i prezzi più bassi.
C’`è un altro aspetto da considerare: il potere d’acquisto dei norvegesi è elevatissimo rispetto a quello di quasi qualsiasi altro Paese dell’EU. Un prodotto come una Tesla Y è quello di un’utilitaria per noi, rispetto ai salari di li.
Certamente questo non spiega tutto, ma molto.
Comunque è l’unico posto al mondo dove ho visto file di Tesla ai semafori. Ed era il 2021.
Il prezzo delle BEV scende anno su anno al contrario delle ICE che sale, entro un paio d’anni la differenza di prezzo sarà comparabile a quella che c’era qualche tempo fa tra benzina e diesel.
E per fortuna che scende altrimenti ci troveremmo una grande panda elettrica a 35000 euro ….
Beh, diciamo che non scende grazie agli investimenti tardivi da parte delle nostre industrie e ai dazi messi sui prodotti cinesi.
L’effetto comunque lo si vedrà nel tempo, nonostante molte forze contrarie.
In realtà non è così: la Norvegia, pur avendo un potere d’acquisto certamente superiore a quello dell’Italia, ha davanti ben 7 nazioni europee con potere d’acquisto superiore al suo (vedi https://www.organisator.ch/it/marketing/2024-10-30/europa-im-kaufkraftvergleich-2024-schweiz-unter-den-spitzenreitern-grosse-regionale-unterschiede-sichtbar/).
E una Tesla Model Y RWD (modello base) costa circa 446.000 NOK (circa 38.000 EUR) + immatricolazione (vedi https://www.tesla.com/no_no/modely/design#overview), non molto lontano del prezzo di vendita in Italia.
Piuttosto, per anni e anni la Norvegia ha perseguito una politica di disincentivazione delle auto termiche assieme ad una riduzione o abolizione dell’IVA su quelle elettriche, favorendo il naturale spostamento del favore del pubblico verso queste ultime.
Esattamente tutto il contrario di ciò che viene fatto da sempre in Italia, dove anche nel 2024 gli incentivi per le auto elettriche sono stati poco meno di 250 M€ contro quasi 750 M€ (tre volte tanto) quelli per auto termiche.
“In realtà non è così”
Il termine “quasi”, come in “quasi qualsiasi altro Paese dell’EU” credo si adatti alla situazione, visto che sono settimi su cinquanta Paesi europei (non dell’Unione Europea visto che la Norvegia non ne fa parte).
“E una Tesla Model Y RWD (modello base) costa circa 446.000 NOK (circa 38.000 EUR) + immatricolazione (vedi https://www.tesla.com/no_no/modely/design#overview), non molto lontano del prezzo di vendita in Italia.”
Francamente non capisco. Il punto e proprio questo: il costo di una Tesla Y è più o meno lo stesso (anche se lei non ha considerato i contributi statali nei due Paesi, che sono molto diversi), ma tra i salari medi norvegesi e quelli italiani c’è un abisso (non ho trovato fonti recenti, ma in genere risulta che i norvegesi hanno in media salari che sono circa il 50% più alti di quelli italiani.
Sul resto sono d’accordo. Certamente il nostro paese si merita per intero la crisi economica e culturale che sta soffrendo grazie a politiche vetuste che hanno ostacolato in ogni modo l’innovazione. Se avessimo adottato il futuro invece di fare la politica dello struzzo, potremmo essere ricchissimi.
Giovanni
Il rapporto stipendio/costo auto è simile tra Italia e Norvegia indipendentemente dalla motorizzazione. Non è solo Tesla che mantiene i prezzi simili in tutta Europa.
Quindi il fatto che i norvegesi abbiano un potere di acquisto superiore non premia le elettriche.
Sandro potrà confermarlo, ma è piuttosto comune vedere la colonnina per ogni posto macchina, in certi luoghi: serve alle termiche, per il riscaldamento coppa olio.
“Quindi il fatto che i norvegesi abbiano un potere di acquisto superiore non premia le elettriche.”
Invece si, perché più una persona è ricca e più tende a spendere di più per i singoli articoli. Vale per tutti i prodotti, dal cellulare alle mutande alle auto. Quindi accedere alla fascia alta di veicoli è più facile per un Norvegese che per un Italiano.
E se accedi alla fascia alta di veicoli chiaro che hai (almeno per adesso) una scelta molto vasta tra veicoli elettrici con range di diverse centinaia di km.
Se hai meno ci vogliono incentivi, monetari e in termini di infrastruttura. In Italia non ci sono né l’uno né l’altro, per precisa volontà dei legislatori. E questo rende tutto assai complicato, per una parte almeno della popolazione.
“Sandro potrà confermarlo, ma è piuttosto comune vedere la colonnina per ogni posto macchina, in certi luoghi: serve alle termiche, per il riscaldamento coppa olio.”
Giusto, questo rende molto più facile per loro installare colonnine. Sono stato diverse volte nei paesi scandinavi, per lavoro e per turismo e ne ho viste tantissime ovunque nei parcheggi.
Sono d’accordo anche io sul prezzo delle ricariche.
Il governo non dovrebbe occuparsi degli incentivi ma stanziare risorse crescenti per imporre per almeno 5 anni dei prezzi fissi di ricarica:
0,4€/kW fino a 50 kw
0,5€/kW da 51 a 250kw
0,6€/kW oltre 250kw
Il costo degli abbonamenti ne gioverebbe di riflesso.
Sempre il governo poi dovrebbe lavorare per far si che gli stalli rimangano sempre disponibili (parlo del parcheggio di auto termiche).
Tutto questo accompagnato da leggi più favorevoli e reti elettriche adeguate all’installazione di impianti rinnovabili.
Lo stato deve creare le condizioni per cui l’utilizzo dell’auto elettrica diventi economicamente vantaggioso e fruibile per tutti.
Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e quindi lasciamo alle case auto il compito di produrre auto elettriche a prezzo accessibile.
lo Stato italiano, o meglio il governo attuale,
ha dichiarato e ha dimostrato in lungo e in largo di non essere assolutamente d’accordo con la transizione all’elettrico,
sia con le scelte dirigenziali apportate fin da subito a Enel e ENI, cui sono seguiti i rincari sostanzialmente pari a +100% alle colonnine,
sia con politiche chiare ed evidenti sugli incentivi, sbilanciatissimi verso il termico,
sia con iniziative di politica europea che vedremo come evolveranno in sede UE.
Enel ed ENI, peraltro, con le acquisizioni degli ultimi tre anni (BeCharge), ora detengono il 70% circa delle colonnine presenti, quindi il 70% delle colonnine dipende de facto indirettamente dal governo.
E le compagnie potenzialmente concorrenti entrano sul mercato con tariffe aggressive nel primo periodo, per marketing e per (immagino) agevolazioni sul costo dell’energia venduta, poi si devono adeguare, e i prezzi salgono e si allineano.
Si salva per ora chi carica a casa, e si salva chi ha il fotovoltaico.
Non sono così sicuro che duri però, non è così difficile immaginare qualche iniziativa fiscale che ponga limiti, e tremo all’idea.
Quattro considerazioni finali:
1. di tutte le persone passate all’elettrico nella mia cerchia di amici e conoscenti, diciamo una trentina, una sola è tornata indietro, essenzialmente per vantaggio economico e fiscale (la prima elettrica le è stata quasi “regalata” con la somma di incentivi nazionali e regionali, l’ha tenuta un po’ e poi l’ha cambiata con lo stesso giochetto e poi ha venduto la seconda con un buon tornaconto)
2. l’elettrico non ha ucciso il termico, i numeri sono irrisori, e il Green Deal non ha ucciso il termico, numeri dei dividendi delle grandi aziende europee e occidentali alla mano. è stata una precisa strategia finanziaria volta a massimizzare i profitti, si chiama “capitalismo”, ed è ora che chiamiamo le cose col loro nome
3. i dazi alle auto cinesi NON faranno scendere il prezzo delle auto in Europa, ANZI! se una casa automobilistica ha operato per massimizzare il profitto, ora che avrà anche le “spalle parate” dai dazi perchè mai dovrebbe far scendere i prezzi, e perchè mai dovrebbe produrre automobili piccole con minor marginalità? i dazi sono di una miopia estrema e permetteranno alla lepre (produttori cinesi) di allungare la distanza ancora di più. poi un bel giorno ci sveglieremo, e scopriremo di essere noi il secondo mondo
4. a stringere il cappio al collo del condannato non è che il morto per omicidio torna in vita, sia che il condannato sia il colpevole, sia che sia innocente: fuor di metafora, a limitare in tutte le maniere le vendite e l’uso dell’elettrico non si ottiene una maggior vendita di termiche, nel 2024 a fronte di un lieve calo anno su anno nonostante il boom di vendite a giugno grazie agli incentivi generosi, si assiste tuttavia a un calo significativo nel quarto trimestre, e incentivi per il termico non esauriti: chi voleva comprare ormai l’ha fatto, ora si prevede deserto. Quindi: me lo taglio per far dispetto alla moglie cornificatrice.
Legittimo eh, non contesto il governo su questo,
legittimo che il governo persegua la sua linea di intervento con gli strumenti che la Costituzione e le leggi forniscono,
ma farsi del male in questa maniera, per ragioni economiche che onestamente mi sfuggono (non credo che Meloni & co intaschino alcunchè)
beh,
mi viene in mente solo l’ideologia anti-green
e se non è ideologia ben miope questa…
Recentemente sono stato in Galizia, dove ho intenzione di trasferirmi quando andrò in pensione. Ho parlato con molta gente (proprietari di case, AirBnB, Albergues) e mi hanno confermato che li non c’è bisogno di alcun’approvazione per installare fotoltaico su terreni di proprietà, se lo si fa rispettando le consuete norme di sicurezza (CE, dichiarazione di lavori, etc.). Semplicemente si presenza una dichiarazione e, se tutto è in regola, l’approvazione è automatica.
Giusto per dare un termine di paragone tra un paese che sta transitando rapidamente alle rinnovabili (e dove l’energia elettrica costa 0.24 €/kWh) e l’Italia.
Ma neppure in Italia serve l’approvazione, a meno che non sia in una zona vincolata o un centro storico. Io per l’impianto che ho installato a giugno ho solo mandato una PEC al comune dicendo che da tale giorno avrei iniziato l’installazione di un impianto fotovoltaico in regime di edilizia libera, tutto qui.
Da alcuni interventi su questo forum avevo capito c’è una legge per cui sui terreni agricoli non si può. Ho capito male?
Per il tetto, se non è appunto centro storico o zona turistica, serve ugualmente autorizzazione (almeno a Modena) che viene approvata quasi sicuramente, ma sono regolamenti locali.
Per gli impianti a terra non utility (cioè, io voglio mettere dei pannelli nel mio cortile come pergola) è estremamente variabile.
Per l’agrivoltaico, cioè terreni agricoli, non è più possibile farlo a terra ma obbligatoriamente aereo-sopraelevato con drastico aumento dei costi, per non sottrarre terreno coltivabile (inizio nota polemica: se invece vuoi coltivare colza per fare biocarburanti con una resa per ettaro di circa un centesimo rispetto al fotovoltaico, non c’è problema).
Penso che questo governo non farà niente perchè tutto quanto poteva fare in danno ai cittadini l’ha già abbondantemente compiuto.
Sempre che non si mettano a scavare…
Quello della ricarica è per molti un problema molto sentito ma in realtà inesistente.
Io ho un posto auto privato, ricarico l’auto sempre a casa.
Quando viaggio per turismo (in giornata, di solito percorro 500-600km), parcheggio dove ci sono le colonnine lente (cosi ricarico a 11kW, non pago il parcheggio e trovo sempre un posto libero per l’auto), visito il paese o l’attrazione che mi interessa, e riparto bello carico per la destinazione successiva dove ricarico ancora.
Se devo fare un viaggio più lungo, mi fermo a pranzo dove c’e’ una colonnina fast.
Il problema del costo di ricarica si pone solo per chi fa moltissima strada o per chi non ha la possibilità di ricaricare a casa. Comunque i prezzi solitamente sono inferiori a quelli indicati nell’articolo (bisogna purtroppo scegliere l’app che permette di avere costi inferiori).
Buongiorno Paolo, pur avendo io una bev certi commenti faccio fatica a capirli. Lei esordisce col problema della ricarica in realtà inesistente. Mia opinione, è assolutamente falso. Non possiamo estendere la nostra situazione personale al resto del mondo. Lei ha il posto auto privato e ricarica sempre a casa. Pure io, ho quattro posti auto privati e un garage di 42 mq, quindi il problema di caricare non si pone. Aggiungo che ho 5,6 kW di fotovoltaico e 10 kWh di accumulo. Però non tutti hanno questa possibilità. E non tutti abitano a Milano o Roma, anche se sinceramente non li invidio. In certi posti di colonnine ce ne sono poche, spesso fuori servizio, poste in luoghi assurdi, lente e care come prezzo. E se uno non può caricare a casa? Io capisco chi ancora non è pronto a complicarsi la vita. L’app? C’è gente che neanche riesce a salvare un contatto sullo smartphone, altro che app. E sono molti più di quanto si creda. Non ho mai apprezzato il fatto di chi come lei dice di parcheggiare nelle colonnine lente ( magari senza avere necessità) per non pagare il parcheggio. Poi arriva quello che ha l’auto scarica e si attacca, ma non alla colonnina. Si continua a giudicare incivile chi ha un’auto a benzina, come definirebbe chi non avendo necessità urgente di caricare occupa la colonnina per andare a passeggio senza pagare il parcheggio?
Buona giornata
Di fatto lei usufruisce di una situazione che per altro verso costituisce un ostacolo alla diffusione dell’elettrico. Se lei può sfruttare i parcheggi liberi delle ricariche lente è proprio perché le auto elettriche sono ancora poche e quelle poche sono per lo più di proprietà di chi ha la possibilità di una ricarica domestica. Cioè lei fa parte di una nicchia. Ma se si persiste nell’ obiettivo di un full Electric già a partire da adesso, scoraggiando con le multe la produzione di auto termiche che simultaneamente hanno quasi pareggiato i costi di acquisto del nuovo con quello dell’elettrico, si tratta di una situazione destinata a cambiare radicalmente quando alla necessità di ricarica si sommerà la necessità del parcheggio e trovare la colonnina libera sarà sempre più difficile. Non credo che mai potremo paragonarci alla Norvegia paese da grandi spazi con scarsa densità abitativa.
Ma ci siete mai stati in Norvegia? Pensate davvero che 5 mln di persone siano sparsi per tutto il territorio? La maggior parte della popolazione vive nel sud, concentrata sulle coste, con una viabilità terrificante a causa del tritello di fiordi ed isole che le caratterizzano. Portare la corrente ovunque è un casino, specie nelle montagne centrali. Per andare da Bergen (dove abito) ad Oslo, poco più di 400 km, ci vogliono non meno di 7h e 1/2 in estate, mentre in questo periodo non é nemmeno detto che ci si riesca. Immagina quanto sia semplice allestire punti di ricarica in quelle condizioni, con centinaia di km di nulla assoluto. Io credo che sia un po’ troppo facile trovare giustificazioni facendosi idee sbagliate su “quanto sia verde l’erba degli altri”. Ci hanno semplicemente creduto (da ben più di dieci anni ormai), senza se e senza ma, quando l’autonomia delle prime Nissan Leaf era poco più di 100 km, con un clima decisamente più avverso di quello italiano. Ma pensate davvero che le colonnine siano sorte tutte quante per miracolo dall’oggi al domani? Chi ha un posto auto in Italia (e può permettersi il visto di una bev, TCO incluso) non ha nessuna scusa per non passare all’elettrico da subito. Pretendere di avere una struttura di ricarica come quella norvegese ancora prima di acquistare l’auto è una follia. Le colonnine sorgeranno nel momento in cui ci sarà la richiesta, tant’è che quella attuali sono ampiamente sotto utilizzate.
-Per andare da Bergen (dove abito) ad Oslo, poco più di 400 km, ci vogliono non meno di 7h e 1/2 in estate-
Ma comprese le ricariche o a prescindere dal mezzo? Curiosità. 😇
Ci mettevo 7h e 1/2 con la termica prima del 2019, e ci metto 7h e 1/2 da allora con l’elettrica. Non avrei bisogno di ricaricare in realtà per fare 400 km, ma non riesco a trattenere la vescica per un lasso di tempo così lungo ed ho anche necessità di mangiare qualcosa per cui uno “split” lo faccio comunque.
Visto su google maps, tutta statale, effettivamente meglio un aeroplanino che farla in auto.
“effettivamente meglio un aeroplanino che farla in auto”
Dipende dalle esigenze. Ma è molto comodo anche il treno.
Noi abbiamo fatto la tratta in ottobre qualche anno fa. I panorami sono stupendi, il treno è super confortevole e silenzioso. (nota simpatica. Un tizio ci si siede di fronte e, vedendoci fare foto e commenti, inizia a raccontarci le cose che si vedevano fuori, si passa vicino ad un ghiacciaio molto suggestivo tra l’altro. Poi scopriamo che è il secondo conducente del treno 😀 )
-è molto comodo anche il treno.-
Ah ma se c’è il treno allora non c’è nemmeno da argomentare. Se non ci sono da fare 300 cambi e si rimane entro i 600 km il treno vince sempre.
Ha pienamente ragione: molti non si rendeono conto dei costi delle infrastrutture in un paese poco abitato, e gelido, come la Norvegia o il Canada.
Comunque la invidio un po’! 🙂
Chi non può ricaricare a casa è circa il 70-75% della popolazione italiana
dati censiis 2022, il 69,2% delle abitazioni ha rimessa o posto auto o garage.
In base a quali dati spara queste cifre? Il censimento Istat 2001 ha certificato che il 68% delle abitazioni dispone di posto auto di pertinenza.
A parte che si tratta di un dato di 24 anni fa, ho veramente e sinceramente una curiosità , mi domando : perché ci sono migliaia e migliaia, direi anche milioni di auto parcheggiate in strada se ci sono tutti questi posti auto di pertinenza ? Tanto per capire, grazie
Le nuove costruzioni hanno l’obbligo di prevedere un posto auto per ogni unità abitativa (e una predisposizione per la ricarica ogni 5 posti auto) quindi in 24 anni la percentuale può solo essere cresciuta. Il parco auto italiano ha superato quota 40 milioni; le abitazioni censite come residenza principale sono 31 milioni. Fatti due conti, poco meno di 20 milioni di veicoli se ne stanno in strada.
@Ilario. Un giorno passeggiando per le vie del centro di Roma (è vero non avevo niente da fare) ho deciso di soddisfare una piccola curiosità, contare le auto parcheggiate di fronte ai condomini di 3-4 vie e nello stesso tempo contare quante famiglie abitavano all’interno del condominio ricavando tale numero dai pulsanti dei citofoni esterni all’ingresso pedonale del condominio stesso. Il rapporto tra auto parcheggiate e numero di famiglie era di circa 1/3. Per farla semplice ogni 10 auto parcheggiate di fronte ad un condominio ci sono 30 famiglie che risiedono in quel condominio. Anche io mi sono fatto una domanda:
“Tutti gli abitanti di questi condomini, che avranno mediamente 1,5 auto per famiglia, dove le hanno lasciate parcheggiate le loro auto visto che i parcheggi per strada era tutti occupati?” A Roma così come a Milano la densità abitativa è così elevata che non può esserci parcheggio in strada per tutti, quindi o usano posti auto di pertinenza oppure autorimesse a pagamento, non vedo altra alternativa.
Il fatto di avere un box e quello di poterci installare una wallbox sono due cose piuttosto diverse
https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2024/03/11/179838-solo-il-38-delle-case-italiane-potrebbe-installare-una-colonnina-di-ricarica-per
Quando avremo il 38% di auto elettriche circolanti vedremo come provvedere a ricaricare il 62% restante
Visto che Antonio Gobbo ha pubblicato quella tabella a cui mi è saltato all’occhio la quantità di abitazioni che potrebbe installare una stazione di ricarica i due province (Bergamo dove abito e Agrigento che ho visitato e lavorato) 56% contro 19%. Eppure nella provincia di Bergamo vivono 400 ab./km² contro i 149 ab./km² di Agrigento. Nei commenti che ho letto qualcuno sostiene che una densità abitativa inferiore agevolerebbe l’adozione di EV perché ci sarebbero più posti auto di pertinenza dove installare stazioni di ricarica. A quanto pare per l’Italia questa regola non vale.
Vero, ma io oggi come oggi non comprerei un immobile che non abbia un posto auto/box dove poter ricaricare una BEV. Come me che la penso così, credo che ce ne saranno altri.
Quindi, che facciamo? Immagino che in molti dovranno adeguare le loro case riconvertendo locali che erano nati come box e che poi sono stati trasformati in altro.
Nei centri storici, non dimentichiamoci che molti piani a livello strada erano botteghe, magazzino o rimessaggi per cassetti e equini e non ci vedo nulla di male in farli diventare box, invece di appartamenti rimediati che spesso soffrono di umidità.
68%??? Ma sinceramente non capisco che dati sono, esempio dove abito io palazzina di sei appartamenti nessuno ha il garage o posto auto…… E comunque chi ha un garage collegato all’abitazione la maggior parte ci hanno fatto cucine o camere o altro……. Signori mancano colonnine e manca soprattutto come fare la corrente….. Ancora stiamo parlando di rinnovabili??? Incominciamo a parlare seriamente serve il nucleare,
Inoltre dati alla mano, chi possiede impianto fotovoltaico e parlo dell’Italia almeno centro nord nei mesi invernali se non è attaccato alla rete pubblica sarebbe un disgraziato in quanto l’impianto non riesce a produrre a sufficienza per il fabbisogno energetico giornaliero, e quindi con casa la ricarico la macchina, ovvio rete pubblica,
Ma come viene prodotta la corrente della rete pubblica??? Gas o carbone e quindi non inquino???
Siamo troppo indietro non come tecnologia ma come cervelli non vogliamo ammettere che il nucleare è l’unica strada percorribile se vogliamo una svolta.
La sua palazzina non fa statistica. Il 68% è il dato ufficiale Istat. L’abbiamo ripetuto fino alla nausea. Trasformare il garage in una cucina o una camera da letto è un abuso edilizio. In Italia i punti di ricarica sono 60 mila, per circa 300.000 auto elettriche circolanti. Il rapporto colonnine-auto elettriche è fra i migliori in Europa. Il 42% dell’energia elettrica consumata in Italia quest’anno deriva da fonti rinnovabili. La fonte fossile copre meno del 50%. Oggi consumiamo il 22% di energia in meno rispetto al record del 2007, quindi l’energia non ci manca anche senza nucleare.
@Paolo
“…siamo troppo indietro…”
ah guarda, parli per se e di ciò che conosce!
e poi magari allarghi un po’ gli orizzonti,
il Portogallo (stessa nostra latitudine , e non certo un campione di innovazione e industrializzazione) naviga all’80% di rinnovabili a gennaio, non so se rendo l’idea…
e guarda un po’
in Portogallo la corrente costa molto meno. ma proprio proprio TANTO di meno.
idem in Spagna, geografia e clima simili al nostro,
che vorrà mai dire?
circa le percentuali indicate di abitazioni con garage: la fonte è il rapporto Censis 2022,
se ritiene sia pieno di errori potrebbe contestare i dati al Censis direttamente, basta una mail per cominciare…
Se devo fare il suo stesso ragionamento devo dire che in Italia il 99% delle abitazioni ha un posto auto visto che nel paese in cui vivo su 1500 abitanti ci sono solo 2 palazzine
Nella mia via, a DUE civici di distanza (20 metri in linea d’aria) hanno demolito e ricostruito una palazzina, 6 appartamenti, ognuno con DUE posti macchina in garage e UN posto macchina in cortile, totale 3 per unità abitativa in area privata.
Casa senza contatori del gas.
A Modena, da più di 30 anni ogni nuovo appartamento o ampliamento di esistente prevede l’obbligo di DUE posti macchina in area privata.
arrivo tardi con questo commento ma anche a me sembra strano quel dato.
Ipotizzo che dipenda molto dalla distribuzione di questi spazi auto. Probabilmente tra periferie recenti e case in campagna viene fuori che 1/3 delle persone effettivamente dispongano di questi posti. Ma – ripeto, la mia è solo un’ipotesi – i centri delle città storiche e dei piccoli paesi, o le periferie costruite nell’immediato dopoguerra, che sarebbero i principali beneficiari dell’elettrificazione (con la riduzione dell’inquinamento locale) probabilmente ne sono esclusi. Faccio fatica infatti, quando sono a Roma, ricoperta letteralmente di auto ovunque, e con la necessità di girare a volte per 10-15 minuti per trovare un “buco” dove mettere l’auto, ci siano tutti questi posti.
E li viene fuori quello che è il vero problema della mobilità cittadina: la sostituzione 1 a 1 (o anche 1 a… 0.5) di veicoli ICEV con BEV non risolterà che un singolo, per quanto importante, problema fra i tanti dei nostri centri urbani, e non restituirà mai a chi vive o visita le nostre splendide città la possibilità di apprezzarne appieno la bellezza.
Solo con una radicale trasformazione della mobilità cittadina, come sta avvenendo in molte città europee (Amsterdam, ma anche Parigi o Londra) questo sarà possibile. Dobbiamo uscire dalla mentalità per la quale un’auto elettrica risolve tutti i problemi. Ne risolve due importanti, per carità: inquinamento locali e riduzione – parziale – impronta CO2, ma gli altri li lascia immutati.
E l’Italia continua ad avere il tasso più alto di auto dell’intera EU (https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/12/Statistica-today-parco-veicolare-DEF.pdf).
38% …Massimo calma mica tutti devono cambiare l’auto domattina considerando che in Italia ci sono circa 40 milioni di auto e se ne immatricola 1.5 milioni l’anno signifi a un ricambio di una su 27 circa per cui da qui al 2035 se le condizioni al contorno (stipendi/pensioni) lo permetteranno magari per quella data più del 30% sarà elettrico .. giusto?
È questo il problema Antonio, ancora non l’ha capito dopo tutto questo tempo?
Troppo LENTO. Ci vogliono 27 anni per cambiare il parco macchine vendendo esclusivamente BEV: noi ne vendiamo un VENTESIMO.
Se non ci fosse l’obbligo al 2035, impiegheremmo 500 anni!
Si si Antonio, grazie. Mi spieghi perchè di quel milione e mezzo di auto sostituite ogni anno le elettriche non sono il 38% ma il 4 virgola.
Quindi la parte restante può passare all’ auto elettrica.
Io vivo in condominio, non ho né garage e né posto auto all’interno poiché assente. Il parcheggio in strada è una lotta all’ultimo sangue e non esistono colonnine di ricarica se non 2 del paese vicino. Aggiungo pure che la densità abitativa della Norvegia è distante anni luce da quella italiana. Siate seri ed obbiettivi quando postate le vostre argomentazioni.
Concludo dicendo che nella via dove io abito, lunga circa 700 metri sono solo palazzi con un numero di garage privati irrisorio rispetto al numero di abitazioni ed abitanti. Per arrivare ad essere come in Norvegia dovremmo collocare in strada una ricarica per ogni posto auto.
Infatti le BEV non sono ancora per tutti in Italia (vedi il tuo caso), ma lo sono per il 54% della popolazione (secondo una ricerca che avevo fatto tempo fa e ora non ricordo più la fonte, è la % di persone che ha un garage/posto auto privato) ed attualmente abbiamo un 4.5% del circolante… Man mano che questa % salirà, ci si può aspettare anche l’arrivo di soluzioni “ogni posto auto lungo la strada con la propria presa a bassa potenza” per coprire le grandi città. Quella che è sbagliata è la propaganda anti elettrico che disincentivo è frena anche chi potrebbe. In effetti Paolo sopra diceva che la carica non è un vero problema per chi ha il garage… Ed è vero! In garage carico tutto l’anno a 0.20eur/kWh,se anche pago 0.89 una carica fast andando al mare 2 volte all’anno non muore nessuno, compenso abbondantemente con il risparmio del resto dell’anno (ovviamente non condivido il prezzo a 0.89 degli operatori pubblici che sono vergognosi e così facendo hanno ridotto al minimo necessario l’uso delle loro colonnine).
“Infatti le BEV non sono ancora per tutti in Italia”
Peccato che con il blocco della Vendita del termico entro il 2035 praticamente domani e le multe alle case produttrici, stanno obbligando in modo subdolo di andare a piedi.
Simpatizzo completamente con lei.
Ammetterà tuttavia che i principali colpevoli delle situazioni come la sua, purtroppo comunissime, sono le varie amministrazioni pubbliche succedutesi nei decenni che dapprima hanno dato il permesso di costruire palazzi su palazzi senza prevedere almeno un box per famiglia (dalle mie parti, in Emilia-Romagna, sono almeno 50 anni che vi è quest’obbligo per chiunque costruisce o anche ristruttura case, spesso anche nei centri storici) e che poi hanno lasciato incancrenire il problema decennio dopo decennio, man mano che esplodeva il possesso privato di automobili, senza mai cercare alcuna soluzione al problema di dove parcheggiare il numero di veicoli sempre crescente e oggi al problema di allestire ricariche lente diffuse per permettere lo sviluppo della mobilità elettrica.
Ho scritto “principali colpevoli” perché ci sono anche colpevoli secondari: noi stessi.
Eh, sì, la colpa è anche un po’ nostra, che nei decenni non abbiamo mai votato chi proponeva di mettere mano al problema – ammettendo che vi sia stato qualcuno che l’abbia proposto… -, facendoci piuttosto irretire da chi usava armi di distrazione di massa per distoglierci dai problemi urbanistici in cui loro stessi ci avevano cacciato.
Come ben vede, l’auto elettrica in tutto ciò è totalmente estranea, e ha semmai il merito di riportare alla ribalta un problema – la lotta selvaggia per un parcheggio – con cui altrimenti continueremmo a convivere maledicendo gli altri guidatori invece di prendercela con il bersaglio vero.
Mai che ci si batta per avere le situazioni vantaggiose: diritti sul lavoro (sicurezza e stipendio adeguato), diritto alle cure, diritto alla casa a prezzi decenti…
Sempre meglio stare sui social a piagnucolare e a cercare di togliere agli altri i vantaggi faticosamente acquisiti ..
Qui si continua a riportare un dato del 2001 quindi vecchio di 24 anni, dove si racconta che esistono in Italia un certo numero di box auto. Dimenticando in modo peloso che molti box auto degli anni 60 oggi ancora presenti furono costruiti per ricoverare una 500 o l’850 della Fiat. Provate a farci entrare un auto moderna che oggi è cresciuta a dismisura. Non posso darvi il numero di questi box, ma state per certi che tutte le abitazioni nate negli anni 60 e 70 prevedevano quelle di misure.
Quindi….smettiamo di portare a favore un censimento del 2001 non ha alcun valore
Per quanto inesatto, è l’unico dato disponibile e certificato. Peraltro confermato dal Censis anche di recente. Le sua contestazioni fatte “a
naso” sono solo chiacchiere. Porti qualche numero e ne riparliamo.
Giuro fatico a capire questa cosa della densità abitativa: i posti dove ci sono più auto sono città come Londra, Pechino, insomma posti dove le auto elettriche sono già tantissime e gli spazi di parcheggio sempre insufficienti, eppure il problema non c’è.
Anzi, il fatto che la densità abitativa sia bassa può essere un problema perché le colonnine sono più sparse e più difficili e costose da raggiungere per la manutenzione.