Fortescue Infinity Train, il treno elettrico da 14,5 MWh che si ricarica da solo

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In Australia, la società di mineraria Fortescue mette sui binari l’Infinity Train, locomotiva elettrica a batteria da 14,5 MWh che si ricarica una sola volta nella sua vita. Dopo la presentazione del prototipo, due convogli completamente elettrici stanno ora operando regolarmente nelle miniere di Pilbara.

L’Infinity Train nasce per affrontare uno degli ambiti più difficili da elettrificare: il trasporto ferroviario “heavy haul” su lunghe distanze, con carichi estremamente elevati e cicli di lavoro continui. La svolta di Fortescue promette di ridurre drasticamente l’uso di diesel senza bisogno di infrastrutture di ricarica dedicate. Perchè, nelle intenzioni, la locomotiva si ricarica da sola.

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L’Infinity Train elettrico in servizio in Australia

Due locomotive e una batteria fuori scala…

Fortescue ha testato con successo un primo prototipo di locomotiva elettrica su un percorso di 1,100 km da Perth a Pilbara. Quindi, a stretto giro, ha reso operative due Infinity Train, mettendole in servizio attivo nella sua rete privata (lunga circa 620 km) che collega le miniere di ferro ai porti.

Ogni convoglio è equipaggiato con una batteria da 14,5 MWh, una capacità difficilmente paragonabile a qualsiasi altro veicolo elettrico oggi in circolazione. La particolarità non è solo la dimensione dell’accumulo, ma il fatto che la batteria viene caricata una sola volta dalla rete elettrica, al momento dell’entrata in servizio. Da quel momento, almeno in teoria, non è più necessario ricaricare.

…che si ricarica con gravità e rigenerazione

Il principio di funzionamento è tanto semplice quanto ingegneristicamente sofisticato. I treni di Fortescue viaggiano a pieno carico in discesa dalle miniere verso la costa. In questa fase, l’energia cinetica generata viene recuperata tramite frenata rigenerativa, ricaricando progressivamente le batterie.

L’energia accumulata è sufficiente per consentire al treno scarico di risalire verso la miniera, completando il ciclo senza consumare combustibili fossili e senza richiedere ricariche esterne. Un sistema che sfrutta gravità, rigenerazione e gestione intelligente dell’energia, rendendo il convoglio quasi autosufficiente.

È un modello difficilmente replicabile ovunque, ma estremamente efficace in contesti industriali con profili altimetrici favorevoli e flussi logistici costanti, come quello minerario australiano.

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La locomotiva elettrica Infinity Train

Stesso principio per i grandi dumper da miniera

Il progetto Infinity Train era stato annunciato già nel marzo 2022, sviluppato insieme agli specialisti di Downer Group e Progress Rail (Caterpillar). L’ambizione era quella di creare il primo treno per minerale di ferro capace di auto-ricaricarsi completamente durante il servizio.

EDumper, colosso col retrofit che consuma quasi nulla

Secondo Fortescue, l’adozione su larga scala di questi treni consentirà di eliminare oltre 82 milioni di litri di diesel all’anno. Con una riduzione stimata di circa 235.000 tonnellate di CO₂, pari all’11% delle emissioni Scope 1 dell’azienda.

Il progetto dimostra come le batterie possano avere un ruolo anche nel trasporto ferroviario pesante, non solo come alternativa marginale, ma come soluzione strutturale in scenari industriali mirati.

In un momento in cui si discute molto di idrogeno e biocarburanti per i settori hard-to-abate, Fortescue porta sul campo una soluzione 100% elettrica, senza combustione e senza infrastrutture complesse. Esperienze simili si registrano nei grandi camion da miniera con EDumper in Svizzera, Hitachi e ABB in Zambia, Caterpillar  in Quebec,   Caterpillar e Komatsu sempre in Australia e sempre nell’area mineraria di Pilbara.

  • Guarda anche “Alta Tensione” di Luca Pagni

Visualizza commenti (2)
  1. secondo me anche le ferrovie nostrane potrebbero adottare un sistema simil “pony express” attaccando un vagone-batteria carico alle stazioni con soste sufficienti all’operazione (e mettendo in carica il vagone batteria scarico per un successivo viaggio); ma RFI pur essendo un’azienda con consumi elevatissimi è ancora agli albori dell’autoproduzione da F.E.R. (nonostante le enormi superfici occupate dai propri edifici ed impianti, binari compresi… visto che in Svizzera sperimentano linee con pannelli integrati ).

    1. Ha molto senso ed è un concetto simile al battery swap
      Quando si comincerà a capire che batterie per trazione e batterie per accumulo sono in fondo la stessa cosa, e che bisogna ragionare a livello di sistema sulla somma delle due, ecco che forse i sistemi di swap prenderanno piede
      FS (la holding di RFI) ha creato FS Energy quindi qualcosa si sta muovendo. Il problema grosso di queste realtà è la regolazione, che si adegua al cambiamento con ritmi lentissimi.
      Per farti un esempio per Snam in quanto trasportatore di gas vige il divieto di vendere energia elettrica all’esterno. Tutto ciò che produce deve essere limitato all’autoconsumo

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