Il numero uno di Ford si arrende: “Sull’auto elettrica i cinesi ci umiliano”

La Cina non sta solo partecipando alla rivoluzione dell’auto elettrica: la sta guidando. A dirlo non è un analista qualsiasi, ma Jim Farley, amministratore delegato di Ford. Il manager, che ha parlato all’Aspen Ideas Festival in Colorado, ha lanciato un allarme che suona da ultima spiaggia per l’automotive occidentale: “Sulle auto elettriche, i marchi cinesi ci umiliano. Se perdiamo questa sfida è finita

Se non vi siete ancora convinti, Farley durante il suo intervento è stato ancora più netto. «La Cina è in vantaggio su ogni fronte: tecnologia, qualità, costi». Il numero uno di Ford non è nuovi a interventi di questo tenore. Non si è mai nascosto. Come altri dirigenti del suo livello negli Usa ha chiesto la protezione di dazi commerciali. Come lo hanno chiesto, del resto, le case europee alla Commissione Ue. Ma il problema va ben oltre: la superiorità tecnologica, associata a prezzi inferiori di listino, non si fermano con una tassa in più.

Farley ha guidato e smontato, pezzo per pezzo, le auto elettriche cinesi: “Hanno tecnologie all’avanguardia e una user experience senza pari”

Farley lo ha toccato con mano. Ha visitato la Cina numerose volte nell’ultimo anno, vivendo in prima persona una realtà che ha definito «umiliante». Ha guidato, smontato e analizzato modelli BYD e Xiaomi, ammettendo che la qualità dei veicoli cinesi ha raggiunto, se non superato, quella americana ed europea. Un esempio concreto? La SU7 di Xiaomi, che Farley ha fatto arrivare direttamente da Shanghai a Chicago per guidarla personalmente. Il verdetto? «Un’auto con una qualità costruttiva eccellente, tecnologie all’avanguardia e una user experience senza pari».

Non si tratta solo di costi inferiori. Il vantaggio competitivo cinese risiede nell’integrazione digitale nativa: «Non devi nemmeno associare lo smartphone, il veicolo si sincronizza automaticamente con la vita digitale dell’utente», ha spiegato Farley. Una semplicità d’uso che, combinata a un prezzo molto più basso rispetto ai modelli occidentali, crea un’offerta irresistibile per i consumatori.

“Ogni anno in Cina bruciata decine di start up automotive”

Eppure, la corsa cinese all’elettrico ha anche le sue ombre. Farley sottolinea come la rapidità dell’innovazione in Cina sia tale da bruciare ogni anno decine di start-up: «Ogni anno falliscono una ventina di costruttori cinesi che non riescono a stare al passo». Inoltre, il manager ha evidenziato criticità tecniche nei propulsori elettrici alimentati da batterie litio-ferro-fosfato, meno efficienti di quanto ci si aspetterebbe. Ma la velocità di sviluppo cinese resta sconcertante: «Questa cosa mi toglie il sonno», confessa il CEO di Ford.

Disastro elettrico Ford: perdite per 5 miliardi di $

Nel tentativo di reagire, Ford ha spostato la propria strategia verso l’ibrido, con un investimento di quasi due miliardi di dollari. Ma lo stesso Farley ammette che questa mossa potrebbe non bastare. L’industria occidentale, afferma, non sta solo rincorrendo i cinesi, ma li sta perdendo di vista. «Non riguarda solo le auto elettriche: i cinesi stanno ridefinendo l’intera automobile moderna», sottolinea.

“Le auto cinesi stanno ridefinendo tutto il settore”

Questa presa di posizione si inserisce in un contesto di crescente inquietudine per la supremazia cinese nel mercato dei veicoli elettrici (EV), alimentata da dati concreti. Secondo l’ultimo report ACEA (European Automobile Manufacturers Association), nei primi cinque mesi del 2025, i marchi cinesi hanno registrato un incremento del 23% nelle immatricolazioni in Europa rispetto all’anno precedente. BYD, MG (del gruppo SAIC) e NIO sono i protagonisti assoluti di questa scalata. Con BYD che ha superato le 60.000 unità vendute nel Vecchio Continente tra gennaio e maggio. Per confronto, nello stesso periodo Tesla ha perso il 7% delle sue quote in Europa.

E non basta. La nuova Xiaomi SU7 ha già superato i 200.000 ordini, posizionandosi al di sotto della Tesla Model Y per prezzo e offrendo prestazioni paragonabili. MG4, altro modello cinese ormai popolare anche in Italia, è diventata una delle EV più vendute del primo semestre 2025, con una quota di mercato in rapida crescita. Perfino nei mercati tradizionalmente conservatori come la Germania, i veicoli cinesi stanno guadagnando terreno, nonostante le tensioni politiche e i tentativi di Bruxelles di introdurre dazi correttivi.

L’allarme suona per i marchi europei

L’intervento di Farley non è un semplice sfogo manageriale: è il sintomo di un’intera industria sotto pressione. Le sue parole, che riconoscono Xiaomi come “più forte di molte case automobilistiche tradizionali”, diventano un appello a cambiare passo. «Non basta più inseguire, occorre cambiare subito marcia», afferma.

Mentre l’Unione Europea valuta contromisure, il consumatore europeo sembra già aver scelto. Auto accessibili, tecnologiche, intuitive e ben costruite: questa è oggi la ricetta vincente, e i marchi cinesi la stanno servendo con una rapidità che l’Occidente fatica a eguagliare. Ogni giorni che passa, le pressioni delle case europee di ritardare le regole Ue per il passaggio all’auto elettrica appare sempre più una battaglia di retroguardia.

Visualizza commenti (50)
  1. Nello Roscini

    IMHO, sarà un dramma anche per i cinesi ..
    non esiste un mercato senza il mercato
    se la Cina avrà il monopolio di tutto il mercato manifatturiero globale ..
    a chi venderanno i loro prodotti ,
    a chi gli fornisce materie prime e basta ?
    ripeto senza scambio di merci e manifattura il mercato globale chiude
    e la miseria sarà da “apocalisse zombie ” d Romero
    l’invasione dei morti di fame in tutto il pianeta aggravata dal cambiamento climatico

    spero di sbagliarmi

  2. Chiedo ad @Alessandro D che ha sicuramente più memoria storica da giornalista….
    ma io già una decina d’ anni fa ricordo il CEO di Volkswagen, attorniato dai suoi dirigenti a guardare un nuovo modello di Hyundai al salone (Francoforte? Parigi? Ginevra? ) che se ne uscì con una frase tipo “guardatela bene perché dobbiamo imparare a fare auto così anche noi”….
    Già si cominciava a percepire che dall’ Asia non solo i giapponesi producevano auto tecnologicamente avanti …

    Però è vero anche che negli ultimi 30 anni Ford ha perso veramente tanto terreno …e mi sa che di dirigenti e CEO con compiti improbabili se ne intendono…

    1. Alessandro D.

      – il CEO di Volkswagen … che se ne uscì con una frase….-

      Ecco bravissimo. Vede? quello è completamene diverso. Il CEO che fa una sfuriata di quel tipo * a beneficio dei suoi inferiori, fa qualcosa che rimane all’interno dell’azienda, e comunque non mette in dubbio la bontà del prodotto, le scelte strategiche e le capacità fondamentali dell’azienda stessa.

      Cosa completamente diversa da far dichiarazioni stampa dove sottotraccia si dice: “noi non siamo assolutamente in grado di competere, i nostri prodotti sono palesemente inferiori a quelli degli ultimi arrivati e le auto che sono uscite sotto la mia gestione sono dei cadaveri ambulanti.”
      Ma allora che ci stai a fare? Vattene.

      * Anche se comunque si tratta di un artificio scenico, perchè poteva far finta di niente, poi radunarli in una stanza, poteva dire “si trattengono soltanto Keitel, Jodl, Krebs e Burgdorf” e quindi iniziare a urlare. (chi coglie la citazione vince 1000 punti)

      1. io in quegli stessi anni parlavo con i colleghi dei marchi AUDI / BMW e Mercedes che mi confermavano un netto peggioramento nella qualità di certi assemblaggi (posizionamento cavi ad esempio, più “casual” rispetto a tutti i percorsi “guidati” di prima) anche se magari avevano fatto grandi progressi nei lamierati posizionati perfettamente coi robot…
        Anche dover smontare un radiatore, un faro , il vano batteria per cambiar una lampada in un faro anteriore… non è una bella cosa…

  3. Massimo Sempronio

    SU7 come esempio di qualità?
    Boh. Internet e’ piena di lamentele sulla sua scarsa qualità: freni deboli, paraurti molli, accoppiamenti difettosi e scarsissima protezione alla corrosione.
    Aspetterei qualche anno per avere un’idea più corretta sulla qualità delle auto cinesi.
    In Russia dove ormai sono leader,le lamentele fioccano

    1. anche Tesla anni fa ha avuto un periodo molto “buio ” sulla qualità prodotto per assemblaggi, componenti mal studiati e verniciature difettose…. molti son stati risolti con il contributo di COMAU …

      Anche Xiaomi è una startup nel settore automotive (mentre riesce a produrre smartphone con linee quasi totalmente automatizzate) ma ovviamente dovrà passare molto tempo e km prima di riuscire a realizzare un prodotto di alta qualità ed all’altezza della progettazione.

      Tantissimi affinamenti poi dipendono strettamente dai feedback dei clienti alle officine ufficiali che fanno poi riferimento ad apposite “piattaforme” per risolvere i problemi (sia in provvisiorio che definitivamente) ai clienti già in circolazione ma anche agli esemplari in produzione (cambi di regolazione/assemblaggio financo cambio di componenti o addirittura fornitori).
      Non a casa le case tedesche han fondato molta “fortuna” sulla gran cura di questi passaggi per poi arrivare a prodotti ritenuti molto affidabili (con tanta componentistica made in Italy per altro)

  4. Ho rintracciato un vecchia intervista (del 2019) alla prof. Silvia Bodoardo, docente di chimica applicata al Politecnico di Torino, in cui affermava che” Per poter competere con cinesi, giapponesi e coreani …è inutile rincorrerli sul loro stesso terreno, producendo quello che loro già possono offrire con economie di scala già collaudate. Dobbiamo mettere a punto celle più performanti dal punto di vista della quantità di energia immagazzinata e della vita della batteria, oltre che più sicure”.
    In quel periodo la Comunità Europea aveva finanziato il progetto di ricerca di base “Battery 2030+” che coinvolgeva università europee, centri di ricerca ed associazioni di categoria.
    Evidentemente, nel 2025, la situazione non è migliorata, e le affermazioni del CEO di Ford sono una conferma brutale.
    Dalle successive interviste riguardanti l’argomento, e dai miei contatti al Polito, ho intuito le persone del team “Bodoardo” sono poche decine, anche se di alto livello: dottorandi, Phd ecc.
    Immaginando che anche nelle restanti università, le persone coinvolte siano dello stesso ordine di grandezza, parliamo di centinaia di unità di ricercatori in totale.
    Nel frattempo il CEO di BYD afferma (nel 2025) di aver ottenuto (non depositato !) oltre 13.000 brevetti. Ed un brevetto non si ottiene facendo lavorare una sola persona…
    Non so se siamo ancora in tempo ad inventare una “AIRBUS delle batterie”, con investimenti ingenti, almeno dello stesso ordine di grandezza della spesa dei cinesi in R&D.
    Mi è chiaro che il clima di “restaurazione” imperante non sia di buon auspicio.
    Le soluzioni del tipo: i cinesi progettano le auto e noi, perché le possano vendere in Europa, chiediamo le “fabbriche cacciavite”, è un ottimo metodo perché il PIL si riduca … ed anche le retribuzioni medie.

    1. Edwin Abbott

      Nel 2019, la “Comunità europea” non esisteva più da 10 anni.

      Forse anche questa nostra profonda conoscenza del mondo che ci circonda ci ha trasformati in concorrenti senza speranza.

        1. Guido Baccarini

          Sarebbe come dire che l’Europa ha sanzionato l’URSS per l’invasione Ucraina.
          La Comunità Europea ha cambiato nome ma soprattutto poteri, funzioni e membri. Ora è UE e non è solo un cambio di nome. Il presidente del Consiglio Europeo esiste solo dal 2013, ad esempio.
          La Comunità Europea non esiste più da oltre 10 anni.

        2. Edwin Abbott

          Citando letteralmente il tuo commento, ho scritto che la “Comunità europea” (CE) non esisteva più da 10 anni, nel 2019, visto che la “Unione europea” (UE) è diventata operativa il 1° dicembre del 2009, assorbendo la CE.

          Confondere CE con UE, che, pur non essendo uno stato sovrano, ha numerosi aspetti propri di confederazioni e federazioni di Stati, non aiuta.

  5. Nello Roscini

    io la chiamerei ..
    onestà intellettuale;
    ammettere di essere inferiori alla concorrenza , è il primo passo per fare meglio
    ma forse sono ingenuo ?

    1. Edwin Abbott

      Non ingenuo, ma segui poco la “moda” del pianeta.

      Ora ci sono in giro alcuni influencer molto seguiti che vogliono “rendere (di nuovo) grande” la Russia, l’America, la Cina, l’Italia etc. e l’onestà intellettuale non è tra gli skill richiesti per raggiungere quei frivoli obiettivi.

  6. E’ un film già visto con la telefonia 10 anni fa. E’ finita che ora è tutta in mano ai cinesi per la parte economica e agli americani per la parte premium.
    Sarà così anche per l’automotive Europea specialmente se continua con dei costi insostenibili per la fascia media della popolazione ed è inutile arroccarsi nel volere ancora il motore termico come ancora di salvezza perchè pure lì ci surclasseranno.

    1. al momento gli americani della telefonia son messi molto male…. con Motorola da anni di proprietà cinese … e gli APPLE iPhone che pur spostandoli in Vietnam ed India non sapranno come fare a produrli visto il recente “richiamo in patria” degli ingegneri cinesi che sovrintendono alla produzione negli stabilimenti … forse dovranno rimediare con alcuni di Taiwan… ma vedo tempi bui pure per i telefoni “della mela”… morsicata fino al torsolo…
      E’ un preludio a quanto potrebbe succedere a breve nel settore auto…

  7. Qual è il problema con la strategia di spostarsi sull’ibrido?
    Che in questo momento l’ibrido sta avendo una crescita grazie a molti clienti che decidono di spostarsi su questo tipo di tecnologia a sfavore del solo motore termico. D’altra parte con questa velocità di evoluzione imposta dai cinesi, col tempo la tecnologia solo elettrica aumenterà ancora la quota di share. E non c’è neppure bisogno che arrivi al 100% per capire che presto anche l’ibrido, dopo la fiammata iniziale, sarà in contrazione: in pratica le case tradizionali potrebbero spostare le loro produzioni su un cavallo azzoppato. Non sembra una grande prospettiva.

    1. Antonio gobbo

      Non ne sono così sicuro, tu ragioni da occidentale/europeo, il mondo è molto più vasto dell’Europa o negli di mezza Europa dato che l’altra metà, noi compresi, prima di arrivare all’elettrico in percentuali riguardevoli, ha ancora tantissimo tempo davanti a sé, si parla di decenni non di anni e sai quante cose cambiano in decenni? Basta che guardi com’era il mondo 10 anni fa e com’è ora per fartene una ragione.
      Ragion percui il puntare sull’invio ad oggi ritengo non sia poi così sbagliato poi se fra 20 – 30 o più anni l’elettrico sarà la sola forma
      Di mobilità ok civsarà stato tutto il tempo per riconvertire se così non fosse per 1000 motivi da guerre, pandemie, crisi economiche ecc ecc non avranno gettato miliardi (che forse ora non hanno) per un’ipotesi che non si è avverata

      1. Forse, se vuoi vendere soltanto ai produttori di petrolio. Non ci sono ancora decenni prima che il picco del petrolio faccia convertire all’elettrico almeno i Paesi non produttori. E per sole questioni economiche. Quindi l’ibrido lo vedo durare forse 5/7 anni poi inizierà a declinare. Non è una bella prospettiva fare business plan su cavalli che partono già azzoppati.

        1. Antonio gobbo

          Anni fa il picco avrebbe dovuto esserci già intorno al 2020, ora su parla del 2030 (qualcuno dice 2025 altri 2035 facciamo 2030 che è la media) poi dopo il picco mica scompare ma pian piano diminuisce e arriviamo al 2040 – 2045 …mancano ancora 15 – 20 anni ..come dicevo prima in 15 – 20 anni sai quanto è co.e cambierà il mondo?

  8. Aspetta… Non riusciamo a stargli dietro con le elettriche e quindi investiamo sull’ibrido.
    Mi viene in mente la scenetta in cui c’è il primo piano di Homer con nel cervello una scimmia che suona….

  9. Alessandro D.

    Un CEO o qualsiasi persona in una posizione simile ha tutto il diritto di fare affermazioni di questo tenore.
    Subito dopo però, se è una persona seria, si dimette dall’incarico.

    1. il CEO ha il mandato degli azionisti… ed un budget da rispettare; se non porta subito ricchi guadagni ma sviluppa su orizzonti medio lunghi… non dura.
      E’ già molto che faccia questa pubblica ammissione (per me per altro piuttosto scontata… visto che “non li abbiamo visti arrivare … ” [i cinesi] tra tutti i grandi costruttori occidentali che han pensato di giocare in un mercato a compartimenti stagni mentre oramai da molti decenni anche il mercato automotive (pur con tutte le specificità) è diventato globale e la capacità di adattarsi rapidamente ai vari gusti degli utenti è fondamentale; una volta che il “prodotto auto cinese” viene percepito come “più tecnologico” e / o “più abbordabile” i consumatori si spostano anche repentinamente. Se avessimo colonizzato il mercato indiano ed africano (meno evoluto tecnologicamente ma molto ampio complessivamente) con modelli adeguati alle loro esigenze – e prezzi – avremmo anche potuto pensare di esser salvi per qualche altro lustro… ma non di più.

      1. Alessandro D.

        Guardi, non me ne voglia, ma probabilmente delle responsabilità di certe posizioni apicali e di ciò che ne deriva temo di averne un filo più esperienza io di lei. Altrimenti non direbbe così.

        Dopo che viene pagato di conseguenza (milioni), un CEO di quel livello che si permette di dire quello che ha detto Farley, dopo che già nell’ottobre del 24 si era permesso di fare un discorso pubblico molto simile dopo aver guidato una Xiaomi… Ecco, per fargliela breve, indipendentemente dal fatto che abbia ragione o meno un CEO nella posizione di Farley per dirla all’inglese verrebbe “Hanged, drawn and quartered” (impiccato, sventrato e squartato, chiaramente da un punto di vista lavorativo) dal consiglio di amministrazione.
        Ma senza appello, a quei livelli ti dicono in faccia “sei licenziato” e tu sei licenziato in quel medesimo istante. Altro che sindacati.

        Insomma… ha presente il film Kill Bill? Quando Budd arriva per l’ennesima volta in ritardo al lavoro? E Larry, il datore di lavoro, a un certo punto gli dice “di che cosa vuoi convincermi esattamente? Che qui dentro sei inutile quanto un buco del c*** sul gomito?”

        https://youtu.be/02jdOgrdQWs?si=bwUTzdm_VkTp-Qbj

        Ecco, Farley sta dicendo esattamente quello al consiglio di amministrazione. “Ehi amici! mi state pagando milioni, ma la verità è che Io qui sono utile come un…” eccetera.
        Non me ne voglia ma “è già molto che faccia questa pubblica ammissione” non è la frase esatta. la frase esatta è “è già molto che non sia già in mezzo ad una strada” dopo aver detto queste cose.
        Oppure il consiglio di amministrazione è cosciente di avere tali e tante colpe da accettare la cosa senza prendere provvedimenti. Ma sinceramente ho i miei dubbi che sia così.

  10. Comunque Ford non ha mai brillato per qualità costruttiva e degli assemblaggi. Abbiamo avuto tantissime Ford per via del prezzo, della linea, del costo basso della manutenzione anche rispetto alla fiat perlomeno dalle mie parti ma certamente non ha mai brillato per auto ben assemblate o per tecnologia di alto livello (anche solo Ford Sync da frequenti problemi)..
    Negli ultimi anni poi cambi di strategia ogni 3*2, ora vogliono l’ibrido quando comunque non è il futuro e al momento sono fermi a cosa? Al Kuga derivato dal RAV4? Se poi tra 2 anni sta strategia non va bene butteranno ancora miliardi all’ aria? Se non fosse per i pick-up in america forse rischierebbe già la chiusura.
    Ridendo e scherzando una puma gen e non è paragonabile ad una nativa elettrica come le Id, nonostante che pure vw non sia limpida. La concessionaria da me deve venderne ancora 1 per dire, la roba screcca e cara la vogliono in pochi.

  11. Certo che alla Cina gliela abbiamo “servita su un piatto d’argento”:
    1-non abbiamo capito che, liberatisi dalle catene del “libretto di Mao”, i cinesi avevano enormi risorse umane e capacità di imitare/imparare.
    2-In uno stato “senza sindacati” era ovvio che il “costo del lavoro” sarebbe stato basso, e infatti tanti produttori occidentali hanno trasferito in Cina la loro produzione, fra l’altro mostrando loro come realizzavamo i nostri prodotti! E adesso pretenderemo che fossero loro a produrre da noi…?
    3-E pensare che la prima auto elettrica che ricordo era la Fiat Panda Electra del 1991, ma, con la lungimiranza di una talpa cieca, l’abbiamo chiusa in un cassetto! Complimenti!
    In conclusione, la sfida finale è quella della “produzione di energia”: se ci faremo battere anche nella corsa alla realizzazione di centrali a FUSIONE, allora sarà davvero finita (e dovremo tutti imparare il Mandarino)!

    1. Ma basta pensare anche alla più recente gestione di Energica, forse il meglio delle moto elettriche a livello mondiale abbandonate così perché nessuno in Italia vuole investire su qualcosa che vada oltre gli anni 60/70.

      1. Edwin Abbott

        Che cosa te ne fai di una motocicletta ad elettroni se il tuo governo e la tua industria nazionale mirano allo hub del metano?

    2. Edwin Abbott

      Non un ingegnere aerospaziale qui, ma io lascerei la ricerca sulla fusione nucleare degli isotopi dell’idrogeno per i motori delle navi interplanetarie.

      Considerando che, al momento, il reattore a fusione che abbiamo qui vicino riversa sul nostro pianeta circa 8000 volte l’energia che tutti insieme noi 8.2 miliardi di terrestri stiamo consumando oggi. Ah, la manda gratis.

      Quindi, dovessi fare ricerca, dovessi fare esperimenti, dovessi giocarmi l’ultima carta per salvare il pianeta, mirerei a trovare (tutti) i modi per afferrare e mettere da parte l’energia che ci cade addosso gratis.

      Più ne afferriamo, più ne immagazziniamo, meno bruciamo.

  12. Divertente il fatto che i riflettori siano spesso puntati sulla “crisi” di Tesla, che è l’unica azienda occidentale che, al momento, ha qualche possibilità di farcela.
    Mi ricorda la parabola della pagliuzza e della trave nell’ occhio.
    A parer mio le crisi degli incumbent meriterebbero più copertura, anche se le loro storie sono probabilmente più noiose rispetto al continuo stream di gossip su Tesla.

    1. 👍🏼

      Tesla potrebbe persino permettersi di abbandonare il mercato USA e puntare su quello orientale e medio-orientale… oltre che a fornire alle case europee basi “skateborard” con cui lasciarci costruire auto BEV tecnologicamente competitive…

    2. Antonio gobbo

      Se tesla fosse davvero l’unica con qualche possibilità di farcela (tralasciando che l’elettrico non si vince certo fossilizzandosi esclusivamente su auto di fascia D) vedendo come sta andanfovora come ora, forse è il caso che si smetta di discutere e ci si metta in fila per acquistare la prossima BYD o Xiaomi che sia.

        1. Antonio gobbo

          Sinceramente non sono così ottimista … le azioni tesla le ho vendute a poco meno del loro massimo e sinceramente ora non le riacquisto.

  13. Che rabbia leggere ste cose ! Il bello è che li pagano anche. Gli danno perfino la tredicesima. Un CEO di una azienda automobilistica che prende qualche milione, queste cose le doveva dire 5 anni fa. Oggi le può dire uno qualunque al bar e gli altri ridono per l’ovvietà.

  14. Se non sanno fare auto valide e a prezzi compatibili con i mercati che vogliono raggiungere forse dovrebbero cambiare mestiere.
    A questo punto meglio togliere i dazi (sbagliati per principio) e mettere la condizione che per vendere in Europa i cinesi devono anche costruire ed occupare personale locale secondo le leggi europee.

    A parte questo sono convinto che l’integrazione software non sia così necessaria per una grande massa di utilizzatori che usano l’auto per semplice spostamento da A a B < (relativamente vicini) durante il quale manco accendono la radio o si interessano di tenere sotto controllo le informazioni.
    Naturalmente devono essere perfettamente funzionanti tutti gli elementi legati alla sicurezza.

    1. concordo sulla prima parte @zi ti

      però se poi arrivano auto cinesi piene di tecnologia “facile” (entri in auto, ti “riconosce” e ti mette in vista i contatti telefonici, la temperatura clima preferita etc etc) e magari costano pure meno.. la gente poi le compra..

      nb non hai idea di quante volte nel reparto consegne viene ri-spiegato il funzionamento di funzioni anche “basic” come climatizzatore, radio DAB o…. i fari fendinebbia ! e spesso son proprio le vetture più semplici con clienti meno abituati a dispositivi tecnologici a richiedere lunghi tempi di spiegazione…

      però sul fatto che bisogna tornare a vetture compatte e semplici a prezzi più in linea con i redditi disponibili hai pienamente ragione; Dacia x Renault ha già fatto il suo… ora aspettiamo i nuovi modelli popolari di Stellantis e VolksWagen (auto del popolo? ).

      1. Vanno comunque fatte anche fabbriche qua, perché di sto passo manco le dacia riusciremo a permetterci. A meno di non fare come fiat che per abbassare i prezzi fra un po’ toglie pure il volante (e comunque non produce qua e non costano poi così poco per essere dei catorci con motori termici scrausi, un mio amico per dire ha una nuova corsa ed è un susseguirsi di problemi e so che sono in tanti a lamentarsi).
        Se non riusciamo da soli a sto punto mi andrebbe pure bene una newco tra stato e qualche azienda cinese per lavorare sul territorio. Ma serve lavoro e know how. Nonostante che ci sia da turarsi il naso per le violente repressioni di diritti che hanno là al momento ne abbiamo bisogno della loro parte più tecnologica .

  15. Sono più o meno 4 anni che sostengo che il patetico tentativo di procrastinare la scadenza europea del 2035 da parte di molti sia la cosa più ridicola di questa situazione. Al 2035 non ci arriverà nessuna delle case automobilistiche europee. E non per motivi ideologici, ecologici, ma semplicemente commerciali. E senza essere un manager sono convinto che sarà proprio la produzione cinese a inondare i mercati occidentali. Con una prorompenza devastante. La Cina ha i volumi e le tecnologie per riscrivere il mercato automobilistico mondiale e purtroppo sono state proprio le altre case a permettere tutto questo rimanendo ancorate al passato. Nemmeno Toyota ha saputo leggere correttamente questi segnali e da leader mondiale sarà presto relegata a posizioni secondarie. Probabilmente solo i coreani riusciranno a mantenere un ruolo importante con un prodotto innovativo e di qualità. Ovviamente si tratta di un parere personale di un non manager che conosce abbastanza bene l’elettrico, ma che non appartiene a questo settore. Vedremo.

    1. concordo in pieno…. (anche io non sono un top manager ) ma che le nostre auto termiche faranno la fine dei telefoni “col filo”… lo vedo bene…
      neppure PC, Smartphone e TV flat esisterebbero senza produttori asiatici..

      1. Antonio gobbo

        Damiano forse si forse no, finchè ci saranno dazi e costi di auto soprattutto elettriche fuori dalla portata delle tasche italiane e le difficoltà e i costi di ricarica credo/temo che il vincitore sarà l’usato, se i dazi spariranno e i costi energetici scenderanno (che gli stipendi aumentino non ci credo manco se me lo giurasse il Papa) allora forse magari si qualcosa cambierà ma di sicuro con tempi italici non certo cinesi.

        1. Il problema è che anche le auto non elettriche sono in pochi a potersele permettere. Ho letto alcune statistiche che riportano negli ultimi 10 anni un forte calo delle auto intestate ai giovani under 25 ed anche del conseguimento della patente, soprattutto nelle grandi città del Nord dove ci sono più possibilità di spostamento coi mezzi pubblici.

  16. Edwin Abbott

    Adesso, quando il signor Farley si recherà alla Casa Bianca, farà bene a non avvicinarsi alle finestre.

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