Nel Fondo Automotive restano gli spiccioli: Ecobonus addio

incentivi

Al Fondo Automotive restano gli spiccioli (leggi) e quegli spiccioli andranno a sostegno dell’offerta anzichè della domanda. Tradotto: addio incentivi “alla francese” (e per tre anni, a partire dal 2025) per le auto elettriche,  promessi dal ministro Adolfo Urso il 7 agosto scorso al Tavolo Automotive.
fondo automotive spiccioli
Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso

Le promesse di Urso? Nel cestino. Protestano Adiconsum e Unrae. Governo e Stellantis ai ferri cortissimi

L’ha capito l’associazione Adiconsum, che protesta. E protestano duramente anche i costruttori esteri aderenti all’Unrae. Mentre Adolfo Urso dichiara che tratterà con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per “trovare altre risorse a sostegno della filiera dei componentisti auto”. Ma nessun cenno agli incentivi.

Il taglio dell’80% sui fondi stanziati da qui al 2030 per il sostegno all’automotive ha tutto il sapore di “ripicca” contro Stellantis, rea di non aver garantito la quota di produzione tricolore chiesta dal governo, cioè un milione di auto all’anno contro le circa 350 mila attuali. Ora i rapporti fra il carmaker italo-francese e il governo Meloni sono ai minimi termini. Tanto che il presidente di Stellantis John Elkann ha declinato ieri l’invito ad un’audizione in Parlamento. E per questo è stato duramente attaccato da Giorgia Meloni, ma anche dalla segretaria Dem Elly Schlein. Secondo noi a torto, visto che Elkann non ha ruoli esecutivi, mentre lo stratega di Stellantis, che è l’amministratore delegato Carlos Tavares, era già stato audito in Parlamento appena 3 settimane fa (ed era finito sulla graticola della maggioranza di centro destra).

I conti del taglio: restano circa 200 milioni all’anno

I conti del taglio scritto nero su bianco nel testo della Legge di Bilancio 2025 trasmesso alle Camere  sono impietosi. Li ha rifatti anche l’associazione dei costruttori esteri Unrae. Sono questi. Il “Fondo per la transizione verde, la ricerca, gli investimenti del settore automotive e per il riconoscimento di incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti”, istituito dal governo Draghi nel 2022, stanziava 8,7 miliardi di euro fino al 2030.
Dopo un primo taglio con la Legge di Bilancio dello scorso anno, il residuo ammontava a 5,8 miliardi; ora ne sono stati sottratti altri 4,6, quindi si è ridotto a 1,2 miliardi per i prossimi 6 anni. Vale a dire circa 200 milioni annui. E’ la stessa cifra che fu polverizzata in otto ore, il 3 giugno scorso, per il solo Ecobonus destinato alla auto elettriche.
La notizia, «totalmente inattesa» scrive l’Unrae, è arrivata «senza alcuna interlocuzione preventiva con gli stakeholder di riferimento». E «contraddice clamorosamente» non solo le dichiarazioni del Ministro Urso in sede di Tavolo Automotive, ma anche le «numerosissime pronunce di attenzione al settore – da parte del Ministro stesso e di altri autorevoli esponenti governativi».
Secondo l’Associazione il «massiccio abbattimento delle risorse minaccia gravemente gli sforzi finora profusi per raggiungere gli obiettivi e i target ambientali fissati a livello europeo». E  «rischia di avere come unica conseguenza quella di arrestare immediatamente il processo di transizione verde, già in forte ritardo – in Italia – rispetto ad altri mercati e ad altri Paesi produttori concorrenti, e di bloccare definitivamente il rinnovo di un parco circolante sempre più vetusto, insicuro ed inquinante».
La decurtazione, nota ancora l’Unrae, è «sproporzionata se si considera che i capitoli di spesa riservati ad altre industries vengono ridotti mediamente del 5-10%». Ciò dimostra  l’intenzione di «un disimpegno totale sia dal lato del sostegno alla domanda che di quello all’offerta».

Dall’auto alle armi, ecco dove sono finiti i fondi

Dove sono finiti i fondi sottratti all’industria dell’auto?  Il Sole 24 Ore scrive che la fetta maggiore dei finanziamenti sottratti all’automotive finiranno allo sviluppo nel settore aeronautico, alla tecnologia per la difesa aerea nazionale, alle unità navali Fremm e al settore marittimo. Tre miliardi in più, per un totale di oltre 11,3 miliardi spalmati fino al 2039. Meno soldi all’auto e più all’industria militare, insomma.
E se è vero che la riconversione alla tecnologia elettrica potrebbe causare al settore la perdita di 70.000 posti di lavoro, cosa intende fare il governo? Adolfo Urso ha rispolverato la ricetta già bocciata a Bruxelles un mese fa: rivedere scadenze e modalità della transizione elettrica.
Sulla possibilità di rimpolpare il Fondo Automotive il responsabile del Mimit non sembra farsi troppe illusioni: «Valuteremo insieme al ministro dell’Economia – ha dichiarato – se in questo percorso della manovra economica sia possibile incrementare il fondo al fine di raggiungere questo obiettivi, in particolare il sostegno alla filiera della componentistica, che è un orgoglio del Made in Italy, affinchè possa rafforzarsi e restare competitiva».
Ma l’asso nella manica, ha aggiunto, sarà chiedere «che vi sia una visione di piena neutralità tecnologica, perché l’elettrico non è una religione ma una tecnologia». Nel frattempo «lavorare con altri Governi per un documento che impegnerà le istituzioni europee a rivedere da subito il percorso; ciò significa anticipare all’inizio del 2025 l’esame della clausola di revisione».

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Gli incentivi per l’acquisto di auto  elettriche? Ci pensi l’Europa

E chiedere «che siano collocate risorse importanti a sostegno delle imprese e dei consumatori per incentivarli con risorse comuni europee all’acquisto di auto ecologicamente sostenibili». Insomma, gli incentivi all’acquisto torneranno solo se a finanziarli interverrà l’Europa.
A meno che le aziende della filiera auto rimaste a secco dei previsti sostegni alla riconversione – si stima un 12% circa – non seguano l’azzardato consiglio di Ivan Losio, Partner e Italian Financial Accounting Advisory Services Leader di EY. Parlando ieri a Focus Economia su Radio 24, Losio ha suggerito che si convertano all’industria della difesa. Viste le  insormontabili difficoltà a passare dall’auto termica all’auto elettrica, tanto vale saltare direttamente sui carri armati e i caccia.
E gli automobilisti italiani, che secondo il PNIEC (Piano Energia e Clima) dovrebbero passare alle auto elettriche a milioni (6 per la precisione entro il 2030)? Adiconsum auspica «un ravvedimento da parte del Governo e chiede di riproporre un Piano pluriennale di incentivi per l’acquisto delle auto, a partire dalle categorie meno inquinanti». Infatti «la transizione energetica non può subire arresti, in quanto la tematica ambientale è una priorità, come stiamo vedendo in questi giorni dagli eventi catastrofici che si stanno registrando».
Visualizza commenti (43)
  1. Premetto che il sottoscritto è assolutamente contro questo governo, ma certe frasi ” utili ai nostri figli, lasciandoli senza un futuro.” mi sembrano le solite frasi fatte altamente retoriche. Sarebbe ora di finirla di essere cosi patetici, poveri questi figli che non hanno futuro. Avessi avuto io 30 anni fa tutte le possibilità presenti oggi per i giovani!!!! Altro che senza futuro!!!
    Il governo lo puoi attaccare decisamente su molte altre cose, lascerei perdere queste lamentele del piffero.
    Per quanto riguardo i bonus edilizi, questo governo li ha già cancellati in gran parte, a partire dal Superbonus e vari ecobonus tra il Bonus facciate (la causa delle frodi avvenute), tanto è vero che Confedelizia è totalmente contro questo governo.
    La cementificazione comunque c’entra poco con i bonus, che servono per le ristrutturazioni degli edifici vecchi, anzi in pratica servono pure a limitare la nuova cementificazione. La questione semmai è quella del decentramento dei poteri con le amministrazioni locali che possono tranquillamente cambiare le destinazioni d’uso dei terreni, del tipo da agricolo ad edificabile, spesso e volentieri in cambio di mazzette…. E’ qui che si deve intervenire soprattutto!

  2. “Secondo noi a torto, visto che Elkann non ha ruoli esecutivi, mentre lo stratega di Stellantis, che è l’amministratore delegato Carlos Tavares”

    Non ha ruoli esecutivi????
    E’ Presidente di Stellantis, fa parte del CdA, è l’amministratore esecutivo per eccellenza di Stellantis e non avrebbe un ruolo esecutivo???
    Gaffe clamorosa questa da parte vostra Redazione, mi meraviglio.
    Tavares è l’amministratore “delegato” esecutivo, sapete cosa significa delegato, vero?

  3. Ha fatto bene Elkann a declinare l’invito. Lui non gode della mia stima però quest’invito mi sa di una presa in giro e di un tentativobda parte del governo di spostare l’attenzione dal misfatto del giorno prima.
    Io spero che questo governo possa governare sino a fine mandato. Stanno facendo e faranno così tanti danni che nessuno poi li voterà più per un bel pezzo, nonostante le frottole che andranno a raccontare senza contraddittorio in tutte le loro televisioni e giornali amici.
    Peccato per loro che questo “risparmio” se lo troveranno decurtato dall’esborso per la cassa integrazione automotive (in salita già in questi mesi), di tutti i mancati introiti fiscali (riduzione del fatturato, aziende in perdita) e dei maggiori sussidi per disoccupazione.
    Ma cosa credono di fare? Quanti lavoratori possono assumere delle aziende per armi (non so se ci lavorerei mai) e per l’aereo spaziale?

    1. Infatti in Liguria ci sono state le elezioni regionali ed hanno vinto loro… Pensa un po’ come stanno messi quelli dall’altra parte

    2. Fine mandato significa fino al 22 ottobre 2027, son altri 3 anni di ‘governo’, al posto tuo non augurerei per niente possano finire la legislatura…

  4. Scusa ma cosa c’entrano i bonus edilizi con la cementificazione?
    I bonus edilizi servono a ristrutturare le case, per renderle più efficienti energeticamente, a renderle antisismiche così da evitare che si costruiscano nuove case.
    Anche in merito al discorso “risorse sottratte ai nostri figli”: I bonus edilizi (escludendo il superbonus) hanno il merito di far emergere un sacco di lavoro nero e quindi IVA, IRPEF e contributi non pagati.
    Queste, oltre ai risparmi (meno gas, meno elettricità , meno inquinamento e meno danni da terremoto ecc.) sono risorse recuperate e non sottratte.
    Aggiungi anche il valore dell’immobile rivalutato, che prima o poi andrà comunque a favore dei figli.
    Comunque il governo oltre a tagliare il fondo automotive (settore in cui lavoro) ha già tagliato una parte dei bonus edilizi.
    L’impatto di sarà altrettanto negativo sul comparto edilizio ma qui pure con l’aggravio dell’aumento dell’evasione fiscale.

    1. Non solo ma quei bonus oltrettutto servono proprio a limitare la cementificazione, cercando di far ristrutturare gli edifici vecchi, recuperarli quindi.

  5. Non preoccupatevi dei dazi sono ininfluenti le esportazioni Cinesi passeranno dalla Turchia che è libera dai vincoli UE sia in entrata che uscita tuttavia non sappiamo se i soldi rimarranno in tasca a qualcuno della filiera non credo troveremo le auto scontate …

  6. Redazione, questa risposta NON PROVIENE DA ME,ed è già capitato altre volte che qualcuno copiasse il mio nome, ma scrivendolo tutto in minuscolo anziché con le iniziali maiuscole.
    Prego verificare, grazie.

  7. Se non ci sono più incentivi almeno si riducano o tolgano i dazi alle auto cinesi. Magari i loro prezzi bassi potrebbero essere un incentivo per le altre case ad ottimizzare e ridurre i costi
    E poi vedendo molti clienti andare sull’elettrico potrebbero capire che in fondo più che il tipo di motorizzazione conta il fattore economico

  8. il trasporto e’ responsabile di circa il 30% delle emissioni CO2, un altro 30% dalle abitazioni e uffici e il resto dall’industria.

    Ovviamente la transizione green deve rivolgersi a tutti i settori

  9. Sono d’accordo. Però veramente vogliamo continuare a dare soldi a Stellantis e Company quando questi in Italia hanno distrutto l’automotive continuando a pretendere soldi minacciando altrimenti di licenziare, cosa che hanno poi fatto puntualmente? Mi chiedo, se questi manager non hanno voluto continuare con l’innovazione, visto che nel campo del termico comunque l’Italia era un’ eccellenza cosa bisogna fare? Hanno preferito distribuire dividendi e prendere lauti stipendi. L’auto elettrica è veramente una priorità per la salvaguardia dell’ambiente? Si? Ok, allora visto che lo è e in Europa ci siamo invece intestarditi a continuare col termico possiamo comprare le auto che arrivano dalla Cina che hanno anche un buon prezzo. No, mettiamo subito un bel 35% di dazio così le cinesi costeranno troppo e noi compriamo la 500e a 40000 €. Ma scherziamo? Per quanto mi riguarda da me non vedranno più un centesimo, mi terrò l’auto che ho fino a quando la ruggine la avrà polverizzata totalmente. E spero che questa storia degli incentivi all’auto, elettrica o termica che sia finisca per sempre, magari dirottiamo pochi soldi che ci sono nella sanità pubblica e non nella difesa che sarebbe meglio. E l’auto chi vuole se la compra e se la paga di tasca sua.

    1. non c’e’ dubbio che negli ultimi 10-15 anni gli incentivi sono andati per il 99,9% alle auto termiche, un assurdita’

      1. Si, vero. Solo che il governo attuale è in carica da 2 anni, prima c’erano quelli che adesso sbraitano, quelli bravi,ma quando c’erano loro era uguale ad adesso. Sono tutti uguali

        1. Lo stanziamento di 8,7 miliardi è del governo Draghi (2022), polverizzato dal governo Meloni. I fondi europei del PNRR (200 miliardi di euro) sono stati ottenuti del governo Conte2. Le vendite di auto elettriche in Italia sono cresciute ogni anno fino al 2022 con i due governi Conte e con il governo Draghi. Poi si sono piantate o sono scese dal 2023 in poi, con il governo Meloni. “Sono tutti uguali” è la solita favola metropolitana.

        2. Direi sono tutti uguali e non riuscire mai a vedere le differenze sono uno dei “mali” della società attuale…

  10. Ma poi, questi articoli allarmistici, in Germania già li hanno tolti , in Italia invece di dare 12k per le elettriche ne daranno 4k, le case ridurranno i prezzi, oggi le dacia spinge vengono date a 3k in meno, magari se lo tasta ne fa togliere altti 4k, la sprint la porti via con 11/12k

      1. Sono cresciute finché qualcuno ha regalato soldi per comprarle. Soldi regalati a debito per chi verrà dopo. Io ai tempi ho votato convintamente 5s., anche alle ultime politiche. Adesso non lo farei più. Le auto elettriche hanno prezzi da furto legalizzato, con la storia che i costruttori poi prendono l’incentivo. Perché questi prezzi se la maggior parte sono termiche riadattate? Guardo la mia Twingo bev e la mia Twingo a benzina : sono identiche. Ad una hanno tolto il motore a benzina posteriore e nello stesso vano hanno inserito quello elettrico. Nel cofano anteriore c’è la stessa roba di quella a benzina. La batteria la hanno fissata sotto al pianale. Perfino la chiave di avviamento è rimasta la stessa, e al posto del bocchettone di rifornimento hanno messo il connettore di carica. Adesso qualcuno mi spiega perché la ice la ho pagata 13500€ mentre la bev ne costava 24500? Dietro a questo discorso bev hanno pregustato un giro di soldi enorme, solo che la gente non ha più soldi, gli stati neppure ed il giochino si è rotto

  11. Finalmente, i produttori saranno costretti ad abbassare i prezzi, la model 3 è variata di listino da 55k a 40k, come uno smartphone in offerta, significa che i prezzi possono essere abbassati…

  12. Vado controcorrente.
    È chiaro da anni che Stellantis vuole defilarsi dall’Italia da un pezzo (exor vuole vendere anche GEDI-Repubblica tenendosi solo La Stampa, segno che non gli interessa nemmeno molto controllare l’opinione pubblica)) rimane solo se ci saranno grossi incentivi, aiuti, cassa integrazione come al solito.
    Forse è ora di voltare pagina, qualcuno ha quantificato in 220 miliardi di euro gli aiuti ricevuti dalla ex Fiat: vogliamo veramente continuare?

    1. Roger, la casa integrazione e la NASPI saranno sempre a carico dello Stato. Le aziende che voglio chiudere lo fanno e basta. Semplicemente prima eludono tutte le le voci attive e poi dichiarano il fallimento. Non a caso i singoli impianti sono società assestanti sotto il controllo di una capofila. L’unico modo per cambiare le carte in tavola è cambiare la legge che regola i rapporti societari rendendo le capitale (Italiane e non) ci-partecipanti ai debiti in caso di chiusura/fallimento. In pratica come lo è il titolare di una partita iva con i suoi beni personali.

    2. a dire il vero si sono già defilati dall’Italia anche come sede legale, amministrativa e fiscale.
      Continuo a chiedermi, ma dov’è finita l’imprenditoria italiana automotive, lasciando da parte le marche di lusso?
      Siamo a zero assoluto, spariti tutti… Davvero le condizioni in Italia sono così impossibili da sostenere e affrontare? Oppure è sparita proprio quella mentalità vincente, l’intraprendenza, l’audacia? mah, un 50 e 50 direi….

  13. caprone manicheo

    La parola d’ordine di questo governo è:

    SALVARE I PETROLIERI E LA RAFFINAZIONE

    con tutti i sistemi possibili, leciti ed illeciti;
    con tutte le bugie possibli.

    1. Sono degli stupidi conservatori. Anche i sassi lo hanno capito che il futuro non e’ piu’ con il petrolio per il trasporto

      1. Alcuni ladri, quando sentono la sirena della polizia, invece di scappare, iniziano ad arraffare tutto quello che capita a tiro.

  14. Ma com’è possibile che in così pochi anni la Cina sia diventata la nazione tecnologicamente avanzata e noi il terzo mondo? E ci impuntiamo pure pur di restare indietro

    1. 10 anni, non sono pochi nel mondo moderno. 10 anni che l’Occidente ha schernito (e ancora non hanno smesso del tutto) le auto elettriche, quando era chiaro a tutti gli esperti di settore che il futuro era elettrico .

      In questi 10 anni l’europa avrebbe dovuto:
      1) dare permessi per miniere di Litio, e altri minerali,
      2) costruire le fabbriche di purificazione del litio,
      3) e infine fabbriche per la costruzione delle batterie.

      Ancora oggi non c’e’ nulla, o quasi, di tutto questo ….

      1. e i produttori europei OGGI devono comunque importare tutte le batterie al Litio dalla CIna (e non e’ detto che il governo Cinese ce le dia, potrebbero anche incaxxarsi e dire, “ok vi diamo le batterie al Litio ma togliete i dazi sulle nostre auto elettriche.”

  15. Con questo governo non si va da nessuna parte se non indietro. Rimarremo indietro in tutto avanti a mala pena agli stati extraeuropei più vicini. Più africa meno Europa, in altre parole. Auguri

    1. purtroppo e’ proprio cosi’, un governo imbarazzante, non ne azzecca una, anche se son bravissimi nel dire che invece stanno risolvendo tutto (e molti gli credono)

  16. Tutto in linea con il programma di sabotare il Green Deal europeo. Programma che a ben vedere resta l’unica cosa su cui il governo profonde le sue energie. I pilastri sono chiari: sabotare le auto elettriche e sabotare le energie rinnovabili. Ma prima o poi l’aiutino al PIL arrivato dal 110% e del PNRR e di cui il governo si fa bello finirà e allora i nodi verranno al pettine.

  17. Personalmente sono contrario a qualsiasi forma di incentivo diretto per l’acquisto auto.
    Quando ci sono gli incentivi, le case azzerano gli sconti e allineano i listini in base al limite massimo dell’incentivo.
    Inoltre non c’è alcuna certezza che questo incentivo rimanga nel circuito Italia, in quanto quasi tutte le auto elettriche vengono prodotte in Cina.
    sarebbe invece corretto il contrario, cioè premiare (si, regalare soldi) a quelle aziende che già hanno investito nella riconversione e stanno ottenendo risultati.
    Sicuramente nel vasto campo della componentistica italiana ci saranno dei casi virtuosi.
    Troppo bello investire (forse) dopo aver incassato l’incentivo (Stellantis).

    1. Gli incentivi dovrebbero essere dati all’utente finale DOPO l’acquisto. Darli contestualmente all’acquisto droga il mercato.

  18. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

    Leonardo sta facendo accordi con Rheinmetall , e si muove nelle attività spaziali .
    E chiaro che i bonus saranno una partita di giro verso entità statali .
    Chiaro che produrre un carro armato non garantirà la medesima occupazione della produzione auto

    1. antonio Gobbo

      se la produzione auto elettriche fosse fatta in Italia sicuramente sarebbe superiore… peccato che non sia così percui qiesti fondi andrebbero a aiutare l’occupazione fuori dal belpaese e in gran parte anche fuori UE

    2. quando si comincia a produrre carri armati anziché vetture… i governi ci trovano “occupazione ” a tutti.. con la divisa ed il fucile…
      è già successo nel 1936 quando gli acconti per i primi esemplari del Maggiolino VW vennero dirottati per produrre veicoli militari.. o ricordo male?

      1. antonio gobbo

        Damiano .. armarci ce lo sta chiedendo Draghi (che viene sempre osannato qualsii cosa dica) e la UE … vogliamo dirgli di no?

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