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Flotte aziendali: sì all’ibrido, nì all’elettrico

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auto elettriche

Flotte aziendali: sì all’ibrido, ni all’elettrico. Nonostante gli ecobonus governativi, l’offerta di vetture a batterie continua a non sfondare. E il diesel, nonostante tutto, tiene.

Flotte aziendali, stravince ancora il diesel

Sono questi i principali trend contenuti nella ricerca “Mobilità alla spina 2019: l’auto elettrica e ibrida nelle flotte aziendali”. La ricerca è promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da fleet e mobility manager di grandi aziende. Il focus riguarda una flotta campione di 100 aziende di diversi settori, per un totale di oltre 85 mila veicoli, il 90% dei quali gestito in noleggio a lungo termine. La presentazione a Milano nell’evento “Soluzioni sostenibili per le flotte aziendali”, promosso in Assolombarda.

Ne emerge che “limiti di autonomia, rete infrastrutturale ritenuta insufficiente e scarsa conoscenza del prodotto frenano i driver“. Che preferiscono affidarsi ancora a veicoli a gasolio per i propri spostamenti. Ma migliora la percezione delle motorizzazioni elettriche nei fleet manager: due su dieci sono pronti ad ampliare la flotta di veicoli elettrici nei prossimi 12 mesi. Piace l’ibrido, soluzione già oggi ritenuta “affidabile ed efficace, strategica per la transizione verso la svolta elettrica“.

Auto elettriche usate in pool, non dai singoli

Lo studio parte da una fotografia delle alimentazioni delle flotte delle grandi aziende, ancora dominate dal diesel. Dal 2016 al 2019 si registra solo un lieve calo di questa motorizzazione, che ha mantenuto un’incidenza dell’87,3%. I dati certificano anche la crescita di interesse per l’ibrido, che in tre anni è passato dallo 0,7% al 5,5% del parco. Mentre l’elettrico resta una frontiera in via d’esplorazione (dallo 0,5% del 2016 all’1,5% del 2019). Le motorizzazioni benzina sono cresciute, ma rappresentano solo il 4,2% della flotta. Percentuali in calo, infine, per metano e GPL.

Ricarica-flotte
Prima lamentela dei gestori di flotte: insufficiente la rete di ricarica.

Ma come vengono utilizzati i veicoli elettrici (EV) presenti nelle grandi flotte aziendali? Il potenziamento delle batterie e l’aumento dell’autonomia dei modelli più recenti consentono oggi maggiore flessibilità d’uso. E, quindi, un incremento della percentuale di EV assegnati in fringe benefit, che nell’ultimo anno è passata dal 17% al 27%. La maggior parte degli EV viene utilizzata in pool, per consentire la ricarica in sede, anche al di fuori degli orari di lavoro. Nel 2019 si è registrata, inoltre, una crescita dell’ utilizzo dell’elettrica fuori città, segnalato dal 53% del campione. Le aziende sono quindi interessate ad allargare il campo di azione di questi veicoli. Nonostante lamentino “il problema della carenza delle infrastrutture di ricarica al di fuori dei contesti urbani“.

Il 68% non he le idee chiare sull’elettrico

Guardando ai prossimi 12 mesi, i fleet manager mantengono un approccio defunto “razionale e piuttosto attendista nei confronti dell’auto elettrica“. Con il 68% che ancora non ha le idee chiare sul possibile ampliamento del proprio parco-auto elettrico. Contestualmente cresce l’interesse: il 22% dei gestori di flotte (era il 10% nella survey del 2018) ha intenzione di aumentare il numero degli EV nel prossimo anno. Resta uno zoccolo duro (15%) non favorevole alla sperimentazione. I principali motivi della scarsa propensione dei driver a cambiare il proprio veicolo con uno elettrico sono quattro.

Ovvero: scarsa reperibilità delle infrastrutture (38%), limiti di autonomia (35%), poca conoscenza del prodotto (20%), ritrosia a cambiare abitudini (15%). I vantaggi dei veicoli elettrici maggiormente percepiti dai fleet manager sono invece altri quattro. In primis riduzione delle emissioni (78% del campione), libero accesso alle ZTL e altre agevolazioni nella circolazione (72%), responsabilità sociale d’impresa (69%), risparmio nei costi di carburante (63%). Un focus finale della ricerca è dedicato alle dotazioni di strutture di ricarica. Rispetto al 2018, si registra una crescita di 10 punti percentuali (dal 46% al 56%) delle imprese che hanno installato soluzioni di ricarica in sede. E di ben 20 punti (dal 63% all’84%) di quelle che hanno stipulato accordi con le utilities dell’energia.

Flotte aziendali: l’ibrido piace, ma non plug-in

Ibrido
L’ibrido piace, ma Full Hybrid, non Plug-in

La survey ha preso in considerazione anche l’offerta di mobilità ibrida per le flotte. I dati dimostrano che l’ibrido viene già oggi considerato un’alternativa concreta ai motori tradizionali. Le Full-Hybrid convincono maggiormente rispetto alle Phev, perché non occorre «ricaricarle alla spina», mentre scarso interesse riscuotono le Mild-Hybrid. Quasi il 90% delle auto ibride viene assegnato in fringe benefit. L’interesse per questa tecnologia appare evidente anche analizzando le prospettive di acquisto per i prossimi 12 mesi. Il 40% del panel è convinto di aumentare il numero di questi veicoli (nel 2018 era il 33%). I vantaggi dell’ibrido, nella percezione dei fleet manager, sono gli stessi dell’elettrico (se si esclude il saving sui costi di carburate). Anche se il taglio delle emissioni viene indicato solo dal 53% del campione. Percentuali più alte registrano le agevolazioni nella circolazione (70%). I manager scettici nei confronti dell’ibrido evidenziano la scarsa convenienza in autostrada (36% dei fleet manager). Critiche anche per i canoni ancora troppo alti (36%) e la solita “mancanza di infrastrutture di ricarica” (27%)”.

— Leggi anche: le ibride plug-in? I manager le usano sempre a benzina…E qui: un prontuario per installare la ricarica in azienda.

 

 

 

 

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