A Fiumicino è stata inaugurata la nuova Solar Farm, il più grande impianto fotovoltaico in autoproduzione al servizio di uno scalo aeroportuale d’Europa. Si tratta di un investimento da 50 milioni che ha portato alla realizzazione di un impianto da 22 megawatt. Un progetto simile anche a Milano Linate che entrerà in servizio entro l’anno.
In attesa della decarbonizzazione dei voli, si portano avanti gli aeroporti. Il trasporto aereo è responsabile di una quota che va dal 3% al 6% delle emissioni inquinanti a livello globale. Una differenza che varia a secondo degli studi e dei parametri che vengono presi in considerazione. Il tema riguarda, ovviamente, l’uso dei carburanti di origine fossile. Ma inquinano anche le infrastrutture: gli scali sono piccole città che hanno un notevole consumo di energia.
Ma se dei carburanti di origine fossile non si può ancora fare a meno, sulla decarbonizzazione degli aeroporti si può intervenire. Aeroporti di Roma (ADR), in collaborazione con il gruppo Enel e la società francese Circet (specializzata in sostenibilità ambientale) ha inaugurato un impianto fotovoltaico al servizio di Fiumicino.
A Fiumicino 55mila pannelli che producono energia equivalente ai bisogni di 30mila famiglie
La nuova Solar Farm – si legge nelle note tecniche – si estende per quasi 2,5 chilometri e integra circa 55.000 pannelli in silicio monocristallino, capaci di generare una potenza di 22 MW. Questa capacità produttiva consentirà di soddisfare una domanda energetica annua superiore a 30 milioni di kWh, un valore paragonabile al consumo medio di 30.000 famiglie.
Tradotto in termini di mobilità sostenibile, l’energia generata permetterebbe di effettuare oltre un milione di ricariche complete per veicoli elettrici. Entro i prossimi cinque anni, il progetto prevede l’installazione di ulteriori impianti fotovoltaici, sempre all’interno del sedime aeroportuale, fino a raggiungere una potenza installata di 60 MW.
A Linate, i pannelli coprono il 20% del fabbisogno
Un progetto simile è in corso anche allo scalo di Milano Linate. Il gruppo A2a, in collaborazione con la società Esapro sta lavorando a un impianto in grado di produrre oltre 10 GWh di energia rinnovabile all’anno. L’infrastruttura verrà realizzata su un’area a prato di circa 9 ettari nella zona nord-ovest dell’aeroporto e sarà operativa entro l’anno.
Sarà in grado di soddisfare il 20% del fabbisogno annuale dello scalo di Linate. E contribuirà in maniera sostanziale alla riduzione annua delle emissioni di CO2, con un risparmio di circa 5000 tonnellate all’anno, equivalenti alla quantità di CO2 catturata da una foresta di conifere dall’estensione di oltre 160 ettari.
Speriamo che un aereo non lo scambi per una pista e ci atterri sopra….
Ricordo male o questo progetto prevedeva anche l’installazione di batterie dismesse da autotrazione? Sempre per alimentare lo scalo nelle ore notturne…magari il costo è comprensivo anche di questo.
A me francamente fanno tanta pena gli iscritti di Confindustria…
mentre “gli altri” (nel resto del mondo, ma anche in Italia.. come mostra quest’articolo) si impegnavano a progettare ed installare impianti F.E.R.
per dotarsi di energia economica (e pulita) … questi “signori” stanno a
piagnucolare che son rimasti indietro (ultimi tra i paesi occidentali) e
vogliono l’intervento di Mamma-Stato italiano che li “attacchi alla tetta-nucleare”
(che quindi dovremmo pagare tutti noi !) per recuperare efficienza che si son giocati
stando a guardare gli altri per decenni…. (un po’ come il settore automotive nei confronti delle auto NEV fatte in USA & Cina)
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2025/01/20/confindustria-costi-energia-a-rischio-ripresa-dellindustria_1917c045-304d-4de1-8179-b69eee1377fe.html
Chiagne e fotti … si scrive così ?? chiedo per un amico…
segnalo un possibile refuso:
il costo 50 milioni è relativo a 60 MW,
e già così mi sembra (?) che li hanno un po’ pelati ( 830e / KW ) come costo per impianti di pannelli montati a terra, a meno che non abbiano sostegni particolari più costosi del normale, o forse l’appalto è stato contrattato un paio di anni fa in epoca prezzi superbonus
se ho capito, 22 MW sarebbe solo la prima parte già completata e inaugurata del progetto da 60 MW a Fiumicino, nei prossimi anni completano il resto
Mi pare anche che la “ricarica per 1 milione di veicoli elettrici” sarebbe da considerare sull’impianto finito, perche’ 30 milioni di kWh sono 30kWh a veicolo. Va bene solo se il veicolo è una Dacia Spring o una 500e.
nonostante abbia pagato la quota la mia pagina è invasa dalla pubblicità e il sito lentissimo (contattata la redazione per risolvere il problema). Quindi devo essere rapido nella risposta:
Per un confronto, l’aeroporto di Madrid Barajas (di dimensioni credo analoghe a FCO), nel 2022 ha fatto una mossa simile: €99 milioni circa per 142 MWp (120 MWn), 0.83 €/MWn, considerato anche che si trattava di 2 anni fa. Credo che va considerato che impianti come questi richiedono un numero infinito di studi, risk ed environmental assessment, e una gestione costosissima dei contratti. Soprattutto in considerazione del fatto che si tratta di impianti prossimi ad una installazione aeroportuale.
Se lei si è abbonato non ha alcun ingombro pubblicitario quando entra in Vaielettrico Premium. Se lei commenta qui, vuol dire che è ancora loggato sul sito con pubblicità.
purtroppo se entro come Premium non vedo i commenti. Se magari l’assistenza mi rispondesse via email… Grazie
Provvederemo a chiarire il problema
non è il mio lavoro ma mi pare che:
– nel 2020 i prezzi erano bassi,
in Spagna installavano i parchi a terra a 500-550e a KW
con cui facevano i record di prezzi stracciati alle aste pubbliche
(accettavano contratti da 20 anni che pagavano 1,5 cent a kw-h)
– nel 2022 prezzi erano saliti per la crisi logistica e per l’alto scatto inflazione monetaria; in Italia anche di più per l’effetto superbonus
– nel 2024 sono scesi, tanto da quasi compensare l’inflazione monetaria,
dalle notizie mi sembra (?) a 550-600e KW per parchi grossi da 10 MW o più, poco di più se va pagato l’affitto o si montano gli inseguitori solari o se le autorizzazioni hanno un percorso travagliato; mentre usare panneli bifacciali al posto di quelli normali ormai quasi non alza il costo
in Italia poi dipende, se un progetto per sua sfortuna si trova a litigare 4 anni contro ricorsi Comunali e leggi scritte ambigue, dovendo ricorrere ad avvocati e ai tribunali TAR, i costi allora aumentano, anche già solo per il ritardo
Irena mi pare che per il 2023 in europa (Spagna, Germania) stimava circa 700e a KW in media per impianti utility a terra; e dal 2023 al 2024 sono scesi ancora i prezzi