Fine corsa per la Mitsubishi MiEV, una delle prime elettriche. La produzione cesserà già alla fine di marzo del 2021, riferiscono i media giapponesi.
Fine corsa per per la nonna di tutte le citycar elettriche
Dopo undici anni di onorato servizio, va in pensione la citycar che arrivò sul mercato quando ancora le Case auto consideravano l’elettrico una pura illusione. Un ottimo prodotto, avanti diversi anni rispetto alla concorrenza: design piacevole, buona accelerazione, 5 posti (strettini), ottima manovrabilità…Ma la crisi della Mitusibishi ha impedito alla MiEV di godere del successo che avrebbe meritato. Non c’è più stato sviluppo tecnico, né azioni di marketing per farla conoscere.
Mitsubishi Motors l’ha commercializzata tiepidamente in più di 50 paesi, tra cui Giappone, Europa (Italia compresa) e Stati Uniti, ma ne ha vendute solo 32 mila. Un concorrente storico giapponese come la Nissan, con la Leaf (uscita un anno dopo) è già arrivata al traguardo di mezzo milione di immatricolazioni. “Non avevamo abbastanza soldi né personale per continuare a investire nello sviluppo di veicoli elettrici“, ha confidato un dirigente Mitsubishi, per spiegare il fine corsa.
Una famiglia di modelli, con i cloni Peugeot e Citroen
Il problema è che la concorrenza, pur arrivando molti anni dopo, ha continuato a sfruttare il miglioramento della tecnologia della batterie al litio. Mentre la Mitsubishi MiEV è rimasta al palo, con la batteria da 16 kWh e un’autonomia dichiarata di 160 km, calcolati con lo standard di omologazione giapponese. In realtà su strada non più di un centinaio. Motore da 47 kW di potenza massima (63 Cv).
E dire che la macchinetta giapponese era talmente avanti da indurre il gruppo francese PSA a chiedere alla Mitsubishi di poterne realizzare due cloni. Uno con il marchio Peugeot (la iOn) e uno con il marchio Citroen (la C-Zero). Chiusa la parentesi MiEV (un’occasione sprecata), la Mtsubushi rispartirà da una nuova minicar elettrica, attesa per il 2023. E sviluppata proprio con la Nissan, suo nuovo partner nell’alleanza a tre che fa perno sulla Renault.
— Leggi anche: l’esperienza del Disinformatico con la Peugeot iOn
Si apre un nuovo mercato. Le auto elettriche strette mancano nei listini !!
Una piccola grande macchina che se ne va. Ne abbiamo una in casa, comprata d’occasione poco meno di 2 anni fa, che dà grandi soddisfazioni. Raggio di sterzata strabiliante, motore pronto e dimensioni che la fanno parcheggiare ovunque. E poi è essenziale, e tutto quello che non c’è non si rompe. La eUp/Mii/Citigo ha preso per poco tempo il testimone di cittadina EV, dato che hanno fermato la produzione per i motivi che conosciamo. Ora resta la Twingo, e non ci sono altre alternative nel segmento A “popolare” (la 500 elettrica non la considero… e poi è 3 porte…). Che amarezza.
Rilancio un titolo che facemmo qualche tempo fa: “Le vogliamo elettriche, le vogliamo piccole”. Tutti questi Suv fanno il bene dei costruttori, ma non delle nostre città.
Ma poi Mauro Tedeschini…..io sono ad esempio abituato a una 147, quindi comunque non cortissima….ma queste auto diventano sempre più larghe oltre che più lunghe….
Trovo bene fare qualcosa come la Mokka che pare abbia in 4,12 metri spazio di altra auto magari 15 centimetri più lunga…. sarebbe bella una 1008 sotto i 4 metri con spazio come quello di una corsa…ma vedo uscire auto oltre i 4 metri e venti e 1 metro e 80 esclusi specchietti….di sto passo nel garage non ci passano più neanche a specchietti chiusi…
Twingo sarebbe perfetta avesse le caratteristiche della eup (Batteria e ricarica, invece ha batteria piccola e ricarica solo 22 kW AC che per molti che caricano a casa è una cosa negativa…)
Triste. Fa un po’senso leggere che era un problema di soldi. Tragico che poi tra l’altro in altre parti del gruppo Mitsubishi i motori elettrici li capiscono eccome. Vittima delle condizioni di mercato certo ma temo che anche la mirabolante gestione giapponese abbia (non) messo del suo.
Anche perche ha un estetica e un abilita molto piaccevole
In famiglia abbiamo da 1 anno una Citroen C Zero: quasi perfetta autovettura cittadina: con batterie di ultima generazione e un po’ di infotainment in più, sarebbe magnifica
Ma infatti: è un peccato che le citycar elettriche vengano dismesse, mentre piovono continuamente nuovi Suv elettrici. Non ci stancheremo mai di dirlo: non c’è solo un problema di inquinamento e rumore nelle città, ma anche di congestione. E un conto è andare in giro con Suv di 5 metri, un conto usare macchinette da 3 metri.
In effetti,Mauro, concordo pienamente. Il mercato è saturo di suv, sia termici che elettrici.
Ci vorrebbero più city car ma purtroppo la tendenza viene fatta dagli utenti (richiesta) e produttori (offerta).
E non dimentichiamo i pubblicitari…ne usciremo mai?!?
Carbon tax da una parte (il bastone) e incentivi molto ben costruiti dall’altra (le carote)
E un’altra “picola” se ne va. Evidentemente su questo tipo di veicoli non si riesce ancora a far soldi ed è un vero peccato. La motorizzazione di massi in Italia è iniziata con la Cinquecento, la “motorizzazione 2.0” non può essere così di massa con Tesla e Id.3.
una pompa di calore, fari a led e batteria da 20 kw e l’avrebbero venduta bene per altri 10 anni. Peccato veramente.
Molto interessante in generale conoscere le cifre delle produzioni cumulate dei veicoli elettrici e ibridi
Grazie per avere trovato quelle della Mitshubishi che tenendo conto del fatto che e nata prima del boom del mercato post connubio eventi Dieselgate /lancio Tesla 3 sono communque ragguardevoli
Per citare la dinamica italianna sarrebbe interessante conoscere le produzioni cummulate dei veicoli elettrici italianni per esempio della Piaggio ( porter , Vespa etc..) della Fiat ( 500, uno etc..)