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Il riciclo delle batterie è diventato centrale nella discussione sulla sostenibilità della transizione elettrica. Lo abbiamo visto al recente Alkeemia Battery Forum in una passerella di soluzioni messa a punto da una nascente filiera di aziende europee.
Per esempio, la start up tedesca CellCircle, nata nel 2022, ha presentato un nuovo approccio basato sulla separazione selettiva dei materiali senza danneggiarli. A differenza dei metodi tradizionali, che spesso prevedono alte temperature come la pirometallurgia, questa tecnica permette di recuperare direttamente materiali attivi pronti per essere riutilizzati.
Il risultato è duplice: riduzione del 50% dell’inquinamento legato all’estrazione delle materie prime e abbattimento del costo finale delle batterie, oggi determinato per il 60% dal prezzo delle materie prime. Un’innovazione resa possibile anche grazie a tecnologie proprietarie, come la Selective Fragmentation di CellCircle, che frammenta in modo mirato le celle senza distruggerne la struttura funzionale.
Un confronto diretto tra metodi tradizionali e riciclo diretto mostra vantaggi evidenti: secondo lo studio di CellCircle, il fabbisogno energetico cala del 73% e le emissioni di gas serra si riducono del 68% rispetto ai processi convenzionali.
Batterie LFP della CATL
L’innovazione spinge la filiera europea del riciclo delle batterie
Non è solo una promessa tecnologica. In Europa si lavora per portare su scala industriale nuove metodologie di riciclo, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e la competitività economica lungo l’intero ciclo di vita delle batterie.
Entro il 2030 si prevede che la domanda globale di batterie Litio-Ferro-Fosfato (LFP) raggiungerà circa 2100 GWh, coprendo quasi metà del mercato. Numeri che rendono evidente quanto sia urgente sviluppare una filiera europea per il riciclo di queste batterie, autonoma e sostenibile.
Battery passport: sicurezza, qualità e minori emissioni al centro del processo
Accanto a CellCircle, anche l’italiana Engitec Technologies è in prima linea nello sviluppo di nuove soluzioni. Engitec ha illustrato a Venezia il progetto IPCEI, che punta al riciclo di batterie al litio con diverse chimiche.
Uno dei passaggi fondamentali sarà l’uso del battery passport, il certificato digitale che consentirà agli impianti di riciclo di riconoscere subito le batterie in arrivo e adattare i trattamenti necessari. Saranno adottati sistemi di scarica e triturazione in vuoto per garantire sicurezza, evitando esplosioni o incendi durante le operazioni.
Il progetto, in fase di sviluppo da sette anni, prevede l’avvio di un impianto pilota da 100 kg/ora entro fine 2025 e di un impianto industriale da 2 tonnellate/ora nel 2026.
Engitec punta a recuperare oltre il 65% del litio e il 90% dei metalli contenuti, con materiali finali di qualità comparabile a quelli estratti da miniere. Ma è fondamentale coinvolgere tutta la filiera: produttori, utilizzatori e riciclatori dovranno cooperare per monitorare i prezzi e garantire la sostenibilità economica del settore.
Collaborazione tra industria e riciclatori per una filiera indipendente
Per costruire una filiera europea per il riciclo delle batterie, innovazione tecnologica e collaborazione devono andare di pari passo.
L’esperienza maturata nel riciclo delle batterie al piombo dimostra che è possibile creare una filiera chiusa e autonoma: oggi, nelle batterie al piombo, i materiali riciclati rappresentano già la componente principale.
Il processo si chiude con la produzione di una black mass di alta qualità, da cui ottenere nuovi materiali attivi senza dipendere dalle importazioni. Una black mass pura, sicura e interamente europea sarà la chiave per costruire un futuro energetico davvero sostenibile.
Costruire una filiera europea riciclo batterie non è più un obiettivo lontano: è un traguardo da raggiungere insieme, con innovazione, collaborazione e una visione industriale chiara.
Guarda anche il VIDEO di Filippo Pagliuca sulla seconda vita e sul riciclo delle batterie da autotrazione una volta rimosse dai veicoli