Fiamme in ricarica per un pick-up di Rivian: è accaduto in California, una colonnina delle rete di proprietà del Gruppo Volkswagen, Electrify America.

Fiamme in ricarica in una colonnina di Electrify America
Ovviamente sono in corso indagini per accertare le cause dell’incendio, per capire che cosa non ha funzionato o lato-auto o lato colonnina. Electrify America, subito contattata da Electrek, il sito che ha divulgato la notizia, non ha ancora fornito una sua versione su quanto accaduto nella località Mill Valley. Rivian ha invece messo in rete una prima dichiarazione: “Siamo a conoscenza dell’incidente e stiamo conducendo un’indagine completa. Nessuno è rimasto ferito e, al momento, non risulta che sia stata coinvolta la batteria ad alta tensione del veicolo“. Anche Electrek conferma che il pacco batteria non sembra essere all’origine del problema. Ipotizzando che le fiamme potrebbero essere partite attorno allo sportellino di ricarica del Rivian, sul lato anteriore del conducente. È estremamente probabile che, oltre che dalle autorità locali, un fascicolo venga aperto dalla NHTSA, l’autorità federale che vigila sulla sicurezza stradale.

Ora le indagini sull’incendio: ecco alcuni precedenti
Ovviamente sarà molto interessante accertare in modo chiaro le origini delle fiamme. Negli Stati Uniti si è parlato molto del maxi-richiamo operato negli anni scorsi dalla Chevrolet per il modello Bolt, dopo diversi casi di incendio. E un altro richiamo è in corso (per ora solo negli Usa) da parte della Jaguar sulla I-Pace, sempre per il rischio di incendio. Uno dei casi che hanno portato alla decisione di intervenire si è verificato nel giugno scorso in Florida. In quell’occasione il proprietario dell’auto andata distrutta, Gonzalo Salazar, raccontò che le fiamme si erano sviluppate dopo la ricarica. E dopo un primo episodio che aveva danneggiato l’auto, ma gli aveva consentito comunque di spostarla dal garage e di parcheggiarla in una piazzola all’aperto.
Qui l’unico confuso sei tu.
“adattatore Schuko industriale”, forse se cerchi su Google ti si apre un mondo. Per supercharger intendevo ricarica rapida.
Gli impianti elettrici vengono progettati e certificati dagli installatori e progettisti, non è che passi il cavo a buona.
Se i vigili del fuoco devono scollegare l’impianto elettrico che fai ti fai togliere la luce in casa? Seconda cosa i cavi passano in base alla progettazione e se strutturalmente l’impianto elettrico è fatto in un certo modo non lo puoi cambiare se non illegalmente, è anche se si potesse me lo paghi tu?
Ad ogni modo tutte risposte ridicole e che lasciano il tempo che trovano, si va dalla ricarica al supermercato (gli scrocconi) fino a soluzioni ridicole come l’accordo tra condomini. Io i miei condomini vorrei ucciderli, figuriamoci se mi accordo per ricaricare l’auto. E c’è chi risponde “Tesla”, quando il 70% delle auto in condominio sono Panda 1.0 fire.
Ad ogni modo ho scritto altro. Ma oramai non si argomenta più, si risponde come nelle sette di terrapiattisti.
Cavoli. Il 70% sono Panda.
E pensare che in una normale giornata in giro vedrò forse una o due Panda… le altre che fine hanno fatto??? Ah si, vero. Sono chiuse nei condomini….
Ma piantatela va… siete ormai oltre la soglia del ridicolo con sta storia delle Panda e delle vostre statistiche strampalate.
Che noia!!!
Avanti il prossimo.
L’adattatore schuko in che senso? Certo che esistono, ma che te ne fai?
Supercharger inteso come ricarica rapida, in un box? Che te ne fai?
Devi essere molto confuso.
Sarebbe interessante sapere se i casi di incendio si siano verificati durante la ricarica in DC o AC. In estate quando fa molto caldo appena collego l’auto alla wallbox sento partire sempre un sistema di ventilazione ad aria, immagino per scambiare calore col liquido di raffreddamento del pacco batteria.
DC per Rivian, AC per la Jaguar.
Leggevo un report di una autorità svedese (commentato anche su questo sito) che, dati alla mano, dimostra come un’auto termica ha 20 volte più probabilità di prendere fuoco. Vogliamo dare una priorità ai problemi?
Ok, qui lo sanno tutti.
Ma non è che se succede qualcosa ad una elettrica, allora lasciamo le cose come stanno, migliorare è comunque un dovere.
Senza contare che potrebbe anche essere doloso, bisogna indagare.
Di recente leggevo un articolo (con relative foto, quindi più di un caso di scuola) del pericolo della bottiglia di plastica trasparente con acqua all’interno lasciata in auto [ https://www.radiomontecarlo.net/news/curiosita/1249620/mai-lasciare-una-bottiglia-dacqua-in-auto-ecco-cosa-puo-succedere.html ]. Negli USA si registrano temperature superiori che da noi, soprattutto in California. Nella foto post incidente, in verità, il cielo sembra nuvoloso e VaiElettrico ha riportato l’anticipazione di Electrek che dice che nel caso specifico le fiamme sarebbero state originate forse vicino lo sportellino della ricarica. Vedremo come andrà a finire
E in Thailandia le temperature sono ancora superiori e, non dirlo a nessuno ma, si stanno diffondendo abbastanza bene le BEV.
Contrariamente a quanto uno potrebbe immaginare, il caldo è più favorevole del freddo per le BEV.
Ovviamente nel caso di malfunzionamento, meglio i climi più freddi 😀
La domanda che io mi pongo è se le CPI fatte per i piani di rimessa auto vadano rivisti in virtù del fatto che fondamentalmente quando un mezzo elettrico è in garage lo si tiene sotto carica.
Innanzitutto la stragrande maggiornaza degli impianti elettrici condominiali non sono adeguati a supportare potenze allineate alle ricariche veloci, quindi (faccio il mio esempio) 24 garage, tutte sotto lo stesso impianto con sub contatori (non è possibile agganciarlo all’impianto domestico sia per costi che per struttura dell’impianto). L’impegnativa in questo momento è 20KW (o 22, non ricordo) e di fatto non è sufficiente per ricaricare una 30ina di auto che quasi tutte le notti sono nella rimessa.
Sicuramente le prese andrebbero tutte adeguate almeno con la schuko industriale.
Ma sappiamo bene che potrebbe non bastare per la sicurezza.
Mettere supercharger in ogni garage è impossibile per i motivi di cui sopra, non c’è spazio per colonnina condominiale (che non basterebbe)
Insomma è una bella gatta da pelare, ecco perché spero sempre nell’evoluzione della ricrica da distributore.
https://www.vaielettrico.it/ricarica-in-condominio-unodissea-a-prezzi-altissimi/
molti utenti fanno meno di 35 km al giorno
molti di questi, immagino, caricheranno presso i supermercati,infrastrutture permettendo, una volta a settimana
una parte potrebbe caricare ogni 3 giorni
un’altra ogni due
un’altra mai , perchè magari preferisce caricare in azienda gratis
l’EV è FLESSIBILE
che che se ne dica
quindi batterie da 20 kw più che sufficienti per la media giornaliera.
poi “immagino” “potrebbe” “azienda gratis” sono supposizioni che non hanno rilevanza con quanto scritto dal “dubbioso”
La percorrenza media di un’auto è 32km circa al giorno, che corrispondono a circa 5kWh contando anche le perdite di ricarica, quindi diciamo che in media ogni macchina necessita di 4h di ricarica a 1.5kw, per avere un po’ di margine. Se si stabiliscono tre turni di ricarica (8-24, 24-4 e 4-8) i 22kW dell’impianto del garage sono sufficienti a ricaricare 42 macchine per l’uso quotidiano (14 per turno).
Si alza lei alle 4 per fare partire la carica?
Tranquillo Denis, nel mondo Tesla, imposti tu l’ora di inizio ricarica e la % di riempimento e poi ci pensa a tutto Tesla.
e puoi dormire sonni tranquilli.
Ci sono anche le app.
Quello che si fa notare è che molto probabilmente non capiterà mai che tutti ricaricano insieme.
Schuko industriale? Non esiste.
Supercharger nei box? Idee confuse.
Come arrivano i cavi della luce, arrivano anche i cavi per la ricarica, non esistono box ove non è possibile portarli a priori.
Ed almeno linee da 3kW di potenza le si possono tirare anche dai contatori.
Se si vuole utilizzare il contatore comune, si devono installare delle WB modulabili.