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Fermiamo il gomblotto dell’auto elettrica!

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Fermiamo il gomblotto dell’auto elettrica. Sì, un “gomblotto”, come lo pronunciava l’indimenticabile Aldo Biscardi per i presunti scandali nel calcio.

fermiamo il comblottoFermiamo il gomblotto: “Ce le impongono, ma pochi le vogliono”

Forse anche noi, senza saperlo, siamo parte della grande macchinazione per imporre ai riluttanti italiani di sostituire la loro auto con un’elettrica. I quotidiani non si stancano di denunciare il grande inganno, da Il Giornale al Fatto Quotidiano, fino allo stesso Sole 24 Ore. Ecco per esempio quel che ha scritto domenica 28 Pier Luigi del Viscovo nella sua ‘Analisi‘ sul quotidiano economico, riferendo di quanto discusso al Dealer Day di Verona: “...si è parlato, e tanto, di come vendere le famose elettriche, che pochi vogliono, ma sono molto cool. E devono essere assolutamente immatricolate per evitare che il mix di emissioni entri in zona multe. Perciò vanno piazzate anche su internet e a prezzi stracciati...“. Ora, si è sempre detto che uno degli ostacoli all’affermazione dell’auto elettrica è il prezzo. Ma la frittata viene girata continuamente e qui apprendiamo addirittura che le EV si vendono “a prezzi stracciati”. Ci piacerebbe sapere dove, visto che persino l’usato sui siti specializzati mantiene quotazioni molto sostenute.

fermiamo il gamblottoFermiamo il gomblotto, c’è chi ci crede anche nel governo…

Ma tutto fa brodo quando c’è da attaccare l’elettrico, in un dibattito surreale a cui assistiamo solo in Italia. Altrove le auto a batteria vengono viste come un’alternativa in più, una sfida tecnologica e ambientale nel quale ogni Paese cerca di dare il meglio di sé. Per di più con l’opportunità (anche per i privati) di auto-produrre, con le rinnovabili, una buona parte dell’energia che si consuma. Senza guerre di religione, visto che di guerre di questi tempi ce ne sono già a sufficienza. Da noi, invece, sembra obbligatorio schierarsi di qua o di là, sottraendosi al dibattito vero. Che cosa si può fare per far sì che l’elettrico diventi veramente di massa? Come si possono allineare i prezzi alle auto tradizionali, in modo che sia il cliente alla fine a scegliere, senza bisogno di incentivi? E come aumentare la produzione di energia pulita? Fuori dall’Italia parlano di questo, dai noi va sempre di moda il “gomblotto”. Anche in alcuni ministeri importanti…

fermiamo il comblotto.
Luciano Marton, direttore generale Texa.

Officine rovinate con l’elettrico? Macché, “è un falso mito”

Ma capita anche di trovare chi si preoccupa  di smentire i tanti luoghi comuni che circondano l’elettrico. Come Luciano Marton, direttore generale di Texa, che ad Autopromotec ha parlato dell’impatto della transizione ecologica sul comparto dell’autoriparazione. “Per un meccanico l’arrivo dei veicoli elettrici comporta un mondo di attività e soluzioni specifiche che sono in fase di sviluppo. Nelle auto elettriche ci sono meno componenti, ma di una complessità superiore rispetto a quelli presenti in un motore endotermico. È un falso mito che l’elettrico tolga lavoro alle officine. Le auto elettriche hanno bisogni nuovi e ulteriori e presuppongono una specifica ingegneria della manutenzione”. Sono computer con le ruote e bisogna studiare per aggiornarsi e adeguarsi ai tempi. Senza stracciarsi inutilmente le vesti.

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83 COMMENTI

    • E’ bello vedere come due “talebani”, uno da una parte e l’altro dal lato opposto, rendano questo argomento una sorta di scannatoio pubblico. Chi è schierato dalla parte delle auto duracell non riconosce i due giganteschi problemi di questo tipo di mobilità, ovvero i tempi di ricarica e la scarsissima diffusione di colonnine “decenti”, visto che in una cittadina da 100.000 abitanti come il capoluogo della mia provincia di fast ne esistono 5 e il resto ( poche ) sono da 11 kW/h. L’altra parte dei benzinari non vede oltre il loro naso, forse per via delle polveri sottili che gli annebbia la vista e non sono in grado di dare uno straccio di risposta su come risolvere il problema dell’inquinamento e dei gas serra. La cosa che mi piace di più è che secondo me sia una che l’altra tecnologia ha più difetti che pregi

      • Che dire, il terzo incomodo che fa il saputello, i tempi di ricarica sono nulli e le fast servono solo per viaggi lunghi e nel tragitto, per il resto si carica quando l’auto non viene usata, io in quasi un anno non ho mai perso più di 2minuti per la ricarica neanche quando faccio viaggi.
        Ma siccome tutti fanno 1000km al giorno senza fermarsi l’autonomia non è sufficiente.

        • Allora invece di fare commenti inutili se impari a leggere e soprattutto comprendere quello che leggi, ho scritto “secondo me”, una semplice opinione. Tu non hai perso più di 2 minuti invece il mio collega che in un certo senso “è stato obbligato” a passare ala full electric visto che abita in area C e con i km che fa tutti i giorni per venire a lavorare, anche con la ricarica a 2 kW/h in azienda se non ricarica quando torna a casa non può nemmeno uscire se non prendendo l’altra auto ( ibrida ) della moglie. Impara ogni tanto a guardare oltre al tuo naso e non solo nel tuo orticello, oppure per te talebano delle batterie non è possibile nemmeno dare un opinione?

          • Tre cose caro livio con la elle minuscola:

            1) la potenza si misura in kW e non in kW/h, non si tratta di un’opinione.
            2) cosa significa “obbligato”? Un’altra scelta c’è sempre, ma evidentemente toccare la macchina da sotto il sedere, o in modo più polite, le abitudini, anche se nocive per la società e l’ambiente, è un problema culturale difficile da assimilare. Allora infrangiamolo questo tabù e proviamo a ripeterlo come nei gruppi di sostegno: “l’auto non è un diritto.”
            3) A beneficio di chi fa più fatica a capire: l’auto non è un diritto. Lo so, è dura da digerire, ma è la triste realtà.

          • Io ho fatto un commento pari al tuo , ti sei offeso 🤷 potrei dire la stessa cosa.
            Comunque con 2 kW di potenza e 8 ore di lavoro superi tranquillamente i 140 km e ne avanzi, poi a Milano ci sono stato per un po’ e l’auto non mi è mai servita visto la quantità di mezzi pubblici che ci sono e passano pressoché uno dietro l’altro.
            E non è stato obbligato visto che la moglie ha l’auto ibrida, quindi di cosa stai parlando ?
            Ha scelto una BEV non è stato obbligato ma si è fatto due conti tra autonomia e tempi di ricarica, mi sorge qualche dubbio o tu la stai facendo molto grossa.
            Non vedo alternative, io ho un autonomia massima di 190km e ne faccio una 70ina io altri 15/20 la moglie e poi il figlio altri 35/40 ma bastano e la sera si carica al 100% per la giornata successiva, ed è una tra le piccole quindi cos’ha preso per esser a piedi e non aver tempo di ricaricare.

    • Giovanni,
      onestamente non mi sembra l’ennesimo no-watt.
      In questo momento i problemi dell’elettrico sono davvero 2: la scarsa diffusione delle colonnine di ricarica UTILIZZABILI (perchè una parte è perennemente in manutenzione oppure occupata abusivamente) soprattutto in autostrada (troppo poche) e il fatto che non ci siano praticamente segmenti A e B, sono da C in su, grossi, antiecologici (nel senso che per il 99% del tempo sono occupati da una persona e il loro baule in cui potresti parcheggiare una 500 del 1950 è vuoto), costosi. Non ha dipinto uno scenario irrealistico.
      Certo, la “Traction Avant” coi suoi 20 km/lt fa sorridere, dato che l’intera macchina pesava quanto la mia batteria… e raggiungeva i 100 km/h dopo un lungo lancio: erano altri tempi e il mondo si è mosso. Per il momento, non esattamente in meglio, ma sono ottimista….

      • Guido, la sua analisi è sostanzialmente identica a quella che farei io quindi mi accodo e sottoscrivo.

        • Mettiamo le cose in chiaro: sono già sposato.
          Non vorrei scoppiasse la passione tra noi, queste lusinghe sono piacevoli e non vorrei piano piano lasciarmi sedurre…

  1. Il “mito delle officine” non va sfatato invece, è proprio così: ho da due anni una EV e in officina l’hanno vista per poche ore: attaccata alla centralina, tutto ok, pulitina dell’interno (ho i figli grandi, non è più difficile nemmeno quello), controllo dei tergicristalli e via.

    • vabbè lo stato ha messo le mani avanti

      dobbiamo fare il “bollino verde” ogni due anni dopo i primi 4
      nel caso delle ev ti controllano solo il battistrada e se frenano

  2. salve, complotto e non complotto non saprei. Cmqe volevo solo sottolineare il fatto che la gente non compra le elettriche semplicemente perché non vuole aspettare 4,5 o 10 ore di ricarica per avere un minimo di autonomia. Punto e basta. Senza fronzoli anti ambientaliste, complottiste ecc. Anche se il prezzo scendesse al pari delle termiche, se non costretta, le gente NON le comprerà. Mi dispiace ma è cosi. Buona giornata

    • Franco, molte auto elettriche già ricaricano in mezz’ora. E chi impiega 10 ore, come dice Lei, non sta lì a guardare l’auto mentre ricarica lentamente in AC, in genere dorme o fa tutt’altro. Buona giornata.

      • Buongorno sig. Mauro, si certamente, la ricarica notturna in garage è comoda e non influisce sulle abitudini, ma la invito a non sottovalutare questo aspetto, soprattutto psicologico. Cerchiamo di non cadere gioco assurdo ambientalisti – anti ambientalisti. Non è cosi. Passare da un pieno di diesel di 10 minuti con punti di rifornimento ogni 500 metri ad una ricarica di 2 ore (mi consenta di dire che un ‘pieno’ di elettricità impiega almeno 1 – 2 ore) è un salto che gli italiani, ahimè, non faranno. Se non costretti. L’ambiente, i consumi, la guidabilità, la manutenzione (certamente a favore delle elettriche) passa tutto in secondo piano. Le assicuro che parlando in giro è cosi.

        • Io guido abitualmente una Zoe: quando sono a casa ricarico in garage nei tempi morti, quando sono in giro cerco colonnine fast con cui caricare fino a 50 kW, che è la potenza massima a cui questa Renault arriva. La Zoe ha 52 kWh di batteria, ma non ci si ferma mai con l’auto a zero e quasi ami la si riempie al 100%. Le assicuro che non sto fermo lì una o due ore.

          • In effetti Mauro, lo stesso signor Mostarda, ammette serenamente che il problema sia soprattutto psicologico.
            Di conseguenza la soluzione non arriverà da auto elettriche migliori ma da una maggiore consapevolezza che utilizzate un’auto elettrica nel quotidiano non è poi così diverso rispetto a una termica, ci sono giorni che è molto più pratica un’elettrica e giorni in cui è più pratica una termica.

          • Bravo sig. Tedeschini, rilegga quello che ha scritto. “quando sono in giro cerco colonnine fast con cui caricare fino a 50 kW”….forse lei “va in giro” solo dove ci sono queste “mitiche” colonnine da almeno 50 kW, ma probabilmente se cambiasse un po zona si renderebbe conto che non sono così diffuse. In quel caso cosa fa? il viaggio, anche se breve con tappe a singhiozzo tra le colonnine più diffuse da 11 kW/h o si rassegna ad aspettare l’autonomia sufficiente per non fermarsi? o si muove SOLO dove ci sono le fast a discapito di dove sia la sua meta?

        • Sai qual’è il problema caro Franco? Che al resto d’Europa frega poco se gli italiani non faranno il salto, nemmeno se fosse vero. Ed ormai i brand legacy hanno capito che non c’è più nulla da fare. Si certo, continueranno a cercare di ritardare l’inevitabile finché potranno, ma quando non sarà più possibile sarete sommersi da auto elettriche che dovrete farvele piacere per forza. E ti assicuro che capiterà ben prima del 2035, perché mantenere il piede su due staffe non sarà economicamente sostenibile nel lungo periodo e, prima di quanto credi, produrranno prevalentemente BEV. Puoi venire qui a sbraitare quanto vuoi… ma è meglio se cominci a rassegnarti…

          • Buongiorno sig Sandro. Non sarei cosi convinto della imposizione. E’ la politica che decide e gli equilibri cambiano. Germania, Italia e Francia (produttori auto termiche) hanno la quasi totalità del PIL e della popolazione europea. Aspettiamo. Vediamo. Sediamoci sulla sponda del fiume. PS: Io non sbraito mai, per carattere e per convenienza.

          • Dipende da che significato si da al verbo “sbraitare”. Chi viene a scrivere qui post che suonano come “la verità la conosco io, punto e basta”… per me non sta facendo molto di diverso da sbraitare.
            Forse non te ne sei accorto perché guardi solo l’orticello sotto casa, ma uno dei più grossi produttori di automobili al mondo (guarda caso tedesco) si è buttato a piedi uniti sull’elettrico. E gli altri brand legacy tedeschi ormai non presentano nemmeno più modelli endotermici. Guarda che rischi di diventare vecchio seduto su quella sponda… fidati!

          • Sandro, per chiudere il ragionamento, è evidente che quella ponda non esisterà più nel 2035 perché le termiche costeranno sempre di più e le elettriche sempre di meno, i carburanti costeranno sempre di più, i distributori saranno sempre di meno e le colonnine sempre di più. La trasformazione è in atto e in Italia si percepisce appena perché ci sono grandi forze che spingono per ritardare la transizione, non ultimo il ministro della non-transizione. Il fatto è che arrivati ad un certo punto il cambiamento procederà sempre più velocemente e sarà inarrestabile. Difficilmente nel 2035 ci saranno ancora condizioni economiche ragionevolmente favorevoli alle auto termiche. Il limite imposto, che sarà eventualmente anche prorogato, è un avvertimento per i soloni addormentati che sono convinti che il mondo nel 2035 sarà ancora molto simile a quello di oggi. Chi lamenta una velocità eccessiva probabilmente è già fallito ma non lo sa ancora.

    • Franco,
      ieri sera, ore 20:50, sono rientrato da un giro di 300km, di cui 250 di autostrada. 22% di batteria. Ho attaccato la presa (una comunissima shuko!!) e questa mattina ore 07:50 quando ho ripreso la macchina era all’83%, che mi garantisce quasi 400 km extraurbani. E io oggi devo farne max 50, ma se anche ne avessi dovuti fare altri 300, al ritorno avrei caricato. Questo è sicuramente inadatto a chi tutti i giorni fa 300 km: per loro serve o una long range oppure rimandare l’acquisto. Per tutti gli altri, me compreso, non vedo dove sia il problema se anche rimane in carica 11 ore (con una Shuko!!) dato che nessuno di noi fissa il proprio telefono mentre si carica, di solito dorme…

      • ECCO GIUSTO!!!
        Stavo proprio pensando di chiamare la apple per farmi fare un bell’IPHONE diesel perché sta cosa della ricarica in 4/5 ore mi scoccia.
        :))))))))

        • Infatti sig. Leonardo è proprio l’aspetto psicologico che frena. Uno stravolgimento che viene rifiutato. IL prezzo scenderà, l’autonomia delle batterie aumenterà ,i punti di ricarica anche, ma non ci sarà verso di convincere un qualsiasi italiano a passare dai 5 minuti delle 20€ diesel ai 60 minuti per raggiungere il 30/40% energia della batteria. Anche con la benzina sopra i 2 euro. me incluso che ho avuto una fantastica ibrida Toyota. Non è più la società di 30 anni fa ragazzi. I 60 minuti di oggi sono i 120 minuti di 30 anni fa. E solo una stretta minoranza ha il garage (ma questo argomento è trito e ritrito).

          • Legga con attenzione quello che scrive chi viaggia abitualmente in auto elettrica. Nessuno sta 60 minuti con le mani in mano ad aspettare che l’auto si ricarichi. Il tempo della ricarica si sfrutta sempre: per lo shopping, il pranzo, la visita a un monumento, l’incontro di lavoro
            o qualsiasi altra commissione. Perdendo lo stesso tempo (o anche meno) che perde chiunque per trovare un parcheggio. Dove sarebbe lo stravolgimento delle abitudini?

          • Chupa
            sembrerà incredibile, ma tra i 24 milioni di occupati italiani, quelli che non sono costretti a fare più di 200 km al giorno tutti i giorni e non dispongono di garage o parcheggio fisso, ce n’è qualcuno (tipo 20 milioni), che lavora seriamente ugualmente.
            Citando delle categorie a caso: tutti gli impiegati, gli operai, i dipendenti pubblici….
            Non è che “lavorare sul serio” = fracassarsi di chilometri in macchina.
            Ditelo a chi lavora in fonderia, che il suo non è un lavoro serio.

          • guido b: il buon massimo cita persone che quando caricano fanno di tutto.. vanno al bar, pranzano alle 10 di mattina, vedono mostre e monumenti
            io gli ho ricordato che c’è anche gente che lavora, al contrario di chi ha tempo per cazzeggiare.
            lo vedo sempre disconnesso dalla realtà quotidiana della maggior parte della popolazione: quello che dice franco mostarda è quello che sento anch’io parlando con le persone, ma che evidentemente non arriva nei salotti bolognesi..

          • Non ho citato bar, nè pranzi alle 10 di mattina, nè mostre. Ho citato incontri di lavoro, per esempio. Ma lei, pistolatore, si porta l’auto in ufficio o in fabbrica?

          • Chupa
            Ma possibile che non si capisca?
            Si carica quando NON si usa l’auto, in orari strani, non certo mentre si lavora, sempre che non si sia così fortunati di avere wallbox nel parcheggio aziendale.
            Io la spesa la faccio alla sera o nei festivi, NON mentre lavoro, in quel momento, DURANTE la spesa, potrei ricaricare. È solo un esempio.

          • Caspita 20 milioni di operai che lavorano a spasso con l’auto , pensavo che chi lavora con auto fossero la minima parte, e la restante in fabbrica o in ufficio quindi con auto ferma a non far nulla, di fatti gli incentivi dovevano darli anche alle aziende per attrezzare i punti di ricarica nei propri spazi.

        • Quando avevo il Samsung S4, semplicemente giravo con la seconda batteria in tasca (compattissima, 30 gr)…. quando era scarico, spegnevo, sostituivo, riaccendevo: 30 secondi e via!
          Ah, il battery swap, che comodità!!

    • Non ho mai fatto più di 1/2 ora di ricarica durante un viaggio…l auto si deve ricaricare quando non viene utilizzata….basta le solite cazzate sempre.per sentito dire.

  3. Correggo e ripropongo.
    Mi piacerebbe sapere se i moderatori/gestori di questo sito e gli altri ecofanatici come loro a casa propria hanno: a) serramenti a tripli vetri e con quali dimensioni di vetrocamera, b) coibentazione del tetto e delle pareti e con cosa e con quanti cm, c) piastra ad induzione, d) caldaia a condensazione, e) pompa di calore, f) elettrodomestici in classe A+++ (uso la vecchia classificazione per capirci meglio), g) tutte lampade/lampadine a led, h) se usano carta igienica riciclata, i) se usano risme di carta riciclata per stampare. Mi basta sapere questo. Sì o no punto per punto oltre alle spiegazioni dei punti a) e b). Tedeschini inizi pure. Mi faccia, ci faccia sapere.

    • Le dico cosa non ho io: pazienza e tempo da perdere per chi non vuole sapere capire né carpire sapere.

    • Mi pare che ci sia ancora un imperdonabile errore da correggere prima che i suoi quesiti possano eventualmente presi in considerazione.

      Ad maiora

    • rispondi tu prima a una domanda mia:
      qual è lo scopo di questo che vuoi sapere?
      non è un bell’inizio fare una domanda e definire le persone a cui chiedi “ecofanatici”

      perchè, su due piedi, la domanda riceverà secondo me una risposta da parte tua del tipo:
      a) se l’interlocutore è provvisto di ogni possibile soluzione ecologica: vedi che sei un ecofanatico?
      b) se l’interlocutore ha installata una parte delle soluzioni: ecco, allora prima fai tu tutto, poi vieni a insegnare a noi
      c) se l’interlocutore ha poche soluzioni installate: ecco, vedi che anche tu fai come tutti gli altri?

      io non credo da parte tua ci sia reale interesse a sapere quanto le case di chi legge e scrive qui siano a basso consumo,
      penso invece che a te interessi unicamente fare il troll.

      attendo risposte

    • Albert 29 Maggio 2022 at 21:45
      Si si si oltre a cercare prodotti di stagione a km zero, e avere ettari di bosco

    • quindi chi ha solo parte di queste soluzioni in casa perchè nn ha disponibilità economiche ma è favorevole all’auto elettrica allora non può parlare ? io con i soldi che ho ho fatto il possibile, scooter elettrico e tutta illuminazione a led.
      E quindi ? Sentiamo, dov’è il problema ? perchè non posso parlare bene dell’auto elettrica anche se non posso avere tutto il meglio della tecnologia ?
      Sei il classico coniglio che vuole fare quello che gli pare mentre sono gli altri a dover fare tutto per permetterti di andare a dormire con la coscienza a posto.
      Prenditi la tua fettina di responsabilità.

    • ALBERT?
      Solo il fatto che definisca delle persone ECOFANATICHE fa capire che ha sbagliato sito e non ne ha capito il fondamento.
      Se vuole tenersi la lampadina a incandescenza e l’auto euro 0 faccia pure.
      I vaccini sono una cospirazione, gli Ebrei non sono mai morti bruciati, il nostro pianeta sta benissimo, la guerra in Ucraina non c’è, la terra è piatta, gli alieni sono tra di noi. Creda a quello che vuole.
      Poi vada fuori in maggio e si chieda come mai registriamo temperature ben al di sopra della media.
      Poi tiri un bel sospiro di sollievo dandosi la risposta da solo: “è una fatalità.. tornerà tutto come prima…non è successo niente” ..
      Un pò come facevano i passeggeri del Titanic dopo l’impatto con l’iceberg.

    • Fa molto bene Tedeschini a non risponderti. Non meriti risposta visto lo spirito del “contrario a prescindere”.
      Ricordati però che il mondo non si fermerà ad aspettarti. Pertanto la tua resterà sempre una funzione di “retroguardia”; quella che raccoglie le puzze di chi è già andato oltre.

  4. L’italiano vede complotti a tutti gli angoli, per il semplice motivo che non sa farsi risposte esaustive, perché è mentalmente pigro.
    O si cambia mentalità o non si andrà da nessuna parte, la ricerca e il continuo informarsi dovrebbe essere la regola ovviamente non le fake news ma dalle fonti tecniche dove i dati parlano.

    • troppa filosofia
      troppo macchiavelli
      troppe scienze politiche
      troppo scienza della comunicazione
      troppe leggi
      troppi avvocati
      troppa gente che vive direttamente o indirettamente di politica (Max Weber l’aveva previsto)

      poca logica
      poco pensiero razionale
      poco senso pratico
      poca visione a medio, lungo periodo

      il Rasoio di Occam caduto in disuso ..
      Macchiavelli impera
      Macchiavelli era un idiota ,secondo me, si troverebbe molto bene nell’idiocracy odierna

  5. Mi piacerebbe sapere se i moderatori/gestori di questo sito e gli altri ecofanatici come loro a casa propria hanno: a) serramenti a tripli vetri e con quali dimensioni di vetrocamera, b) coibentazione del tetto e delle pareti e con cosa e con quanti cm, c) piastra ad induzione, d) caldaia a condensazione, e) pompa di calore, f) elettrodomestici in classe A+++ (uso la vecchia classificazione per capirci meglio), g) tutte lampade/lampadine a led, h) se usano carta igienica riciclata, i) se usano risme di carta riciclata per stampare. Mi basta sapere questo. Sì o no punto per punto oltre alle spiegazioni dei punti a) e b). Todeschini inizi pure. Mi faccia, ci faccia sapere.

    • Scusi Albert, ma dopo che le abbiamo risposto facciamo “a chi ce l’ha più lungo”? Perché ritengo che le sue domande portino soltanto a dire che ci sono comportamenti di serie A e di serie B, quando tutto ciò che lei dice è molto importante, al pari di auto, furgoni, camion, navi, aerei che abbiano un’impronta ecologica più bassa possibile.
      Anche perché quello che lei pretende, per dirla fuori dai denti, è che una testata che si occupa di mobilità parli di edilizia. Anche no per quanto mi riguarda: questo è un sito in cui si parla di mobilità, per lo più privata, che sia il più possibile sostenibile. Un articolo sulle pompe di calore, a meno che non siano quelle installate nelle auto, sarebbe certamente fuori argomento e per quanto mi riguarda non sarei affatto favorevole a trasformare Vaielettrico in Staielettrico.
      Grazie per l’attenzione.

      • -Anche perché quello che lei pretende, per dirla fuori dai denti, è che una testata che si occupa di mobilità parli di edilizia-

        In realtà, e lo dico senza nessuna voglia di scatenare l’inferno😇🤭, ma il tandem auto elettrica-bene immobile credo che sia molto più “profondo” di quello che a prima vista possa apparire. Se tanto mi dà tanto, e se sto studiando bene la lezione, l’interazione tra casa e automobile in futuro sarà molto marcata, con l’automobile che idealmente rischia di diventare un prolungamento della casa e l’immobile che tenderà a diventare, se non una condizione imprescindibile, quantomeno un aspetto arrivo a dire dirimente in merito ad una piena fruibilità del veicolo elettrico. E questo non pensiamo solamente in merito alla facilità di ricaricare la macchina avendo un box o anche solo un posto auto dotato di presa elettrica privata, ma anche tutti i discorsi che sono stati fatti più volte in merito alla stabilizzazione della rete utilizzando le batterie dell’automobile, piuttosto che discorsi più o meno realistici circa all’utilizzo della batteria dell’automobile anche come batteria di accumulo per la casa… e tanti altri aspetti che stiamo ancora tutti un po’ imparando e sui quali quindi non mi dilungo. Quindi sono abbastanza sicuro che se ci riflette sopra un attimo non ci metterà tantissimo ad essere d’accordo con me.
        Che poi, non le nascondo, ma è uno dei motivi che mi spinge a frequentare queste pagine. Posto che la l’argomento mobilità elettrica per come si prospetta nell’immediato futuro mi affascina si, ma fino a un certo punto, e sempre partendo dal presupposto che sono ancora abbastanza convinto che una transizione verso la mobilità elettrica da un lato sia necessaria ma dall’altro sia forse un po’ eccessivo pretendere che la si faccia al 100% in un tempo così breve e con i presupposti che ci abbiamo oggi… Insomma, al netto di tutto questo trovo che l’impostazione di questo sito che non si occupa solo dei veicoli elettrici ma anche di tutto il contorno sia fondamentalmente la più corretta. E in ultima analisi, per quello che possono essere i miei specifici interessi le mie specifiche necessità, 1000 volte più utile del sito che ti racconta solamente del nuovo modello, o di come funziona la nuova macchinina o di cosa vuol fare il dottor Pincopallo amministratore delegato della Taldeitali automotive. Poi più che legittimo che la cosa a qualcuno possa piacere di più e a qualcun altro possa piacere di meno.😉

        • Condivido pienamente, non certo però rispondendo ad uno che parte chiamando “ecofanatici” quelli che provano a salvare il pianeta nonostante quelli come lui. C’è un limite anche alla provocazione.

          Bello, comunque, il ragionamento, da approfondire.

    • Un perfetto esempio di “benaltrismo”: sono sempre ben altri i problemi! E così abbiamo la scusa per non fare niente, ecco a cosa serve e a cosa porta il benaltrismo. Lei continui pure a dire che ci sono ben altri problemi, mentre io (e non credo di essere il solo) faccio qualcosa. E non sto a elencarle cosa ho fatto io in merito perché non sono qui per fare, come le hanno già giustamente fatto notare, “a chi ce l’ha più lungo”

  6. Le auto elettriche hanno una caratteristica unica ed è quella di consumare energia autoprodotta.
    Nonostsnte questo non sia ancora possibile per tutti gli utilizzatori, forse la possibilità che anche complessi condominiali in un futuro prossimo, magari con le giuste agevolazioni normative, possano arrivare a garantire questo servizio, ovvero una postazione di ricarica personale o quasi con costi di ricarica quasi nulli a chi la vorrà ;
    Forse spaventa qualcuno che magari vedrebbe sfumare entrate certe dovute all’utilizzo dei carburanti fossili.
    Ci sono tanti tanti soldi in ballo, ma forse sono io in malafede…

    • Toglierei il “forse” e direi che è il terrore contro cui si battono come ossessi.
      Nel paese del sole il FV non decolla ancora perchè, lentamente, stanno implementando strutture e normative che obbligano (o quasi) affidarsi ad un produttore/venditore terzo.
      In un paese come il nostro l’energia potrebbe essere pressochè gratuita per tutti, salvo i costi di installazione e gestione, costi che potrebbero essere fiscalizzati e che sarebbero enormemente inferiori alle alternative cui siamo legati.
      Senso della comunità zero, di appartenenza ad un popolo zero.

      • Purtroppo l’Italia è stata unità non dal popolo, e di conseguenza ognuno pensa a se stesso, per questo siamo ancora ridotti così

  7. Non saremmo italiani se non fosse così. Per lo più, noi non abbiamo ideali sulla base dei quali votare, scegliere, agire. Noi facciamo un tifo “preconcetto”. Scegliamo una parte, ed indipendentemente da cosa dice e cosa pensa (e cosa fa), l’appoggiamo.
    D’altra parte non siamo mai stati un popolo ed abbiamo una nazione relativamente giovane, e siamo sempre stati, da Roma in poi, sempre sotto la dominazione di altri popoli, situazioni da cui abbiamo imparato a cercare di “fottere” chi ci governa, perché lui, a sua volta, cerca di “fotterti”. In parte è stata anche una cosa positiva, perché ha permesso la nascita di signorie e di mecenati, che hanno permesso di creare le opere d’arte tra le migliori mai create.
    Però è una situazione che ci ha condotto anche all’attuale classe politica. Senza ideali solidi, la politica ed i politici finiscono per assomigliarsi tutti. Ed il sistema politico italiano, perennemente in campagna elettorale, non è fatto per gli statisti con un piano non dico ventennale, ma almeno quinquennale. Nessuno si chiede “ma tra cinque anni dove deve essere l’Italia su questo tema?”. Cinque anni da noi non sono un orizzonte credibile: tranne i capi (che sono sempre lì), se sei un eletto, dopo due anni non sai se sarai ancora lì.
    Questa situazione non può che portare alle star da social: dico cosa penso che pensi la massa. Questo non sarà mai un governare!
    Quindi, non c’è da stupirsi se non decidiamo nulla ma facciamo solo il tifo. Ciò vale anche per l’elettrico, così come per qualsiasi altra cosa in questo paese. Siamo destinati al terzo mondo, solo una vera unità politica col resto d’Europa, con la cessione della propria sovranità, potrà cambiare questo stato di cose. Altrimenti, sarà sempre e solo tifo: Juve, Milan; sinistra, destra; elettrico si, elettrico no… ecc…
    Ed in questa situazione, chi ha propri scopi reconditi, ci sguazza…
    Mio parere, che lascia il tempo che trova, ovviamente…

    • Lei ha perfettamente ragione.
      Del resto questo paese è stato mirabilmente descritto da Dante e Guicciardini a distanza di secoli:
      – italiano di nascita, non di costumi
      – franza o spagna purché se magna
      Altre considerazioni sono pleonastiche.
      Saluti

  8. -Perciò vanno piazzate anche su internet e a prezzi stracciati…-

    Ma ditemi dove! 😂😂😂😂 ditemelo! 😂😂😂😂 lo voglio sapere subito! 😂😂😂😂 ma nemmeno la EVO 3 eletterca si trova a meno di 27k senza rottamazione! Se qualcuno mi propone una Opel Mokka-e a massimo 24k giuro che gliela pago in contanti, ma tipo che davvero gli picchio in mano il rotolo dei 500 euro. 😂😂😂😂

  9. Ecco avete centrato il problema: “Solo in Italia”. Andare a vedere i forum UK sull’auto elettrica: migliaia di utenti e centinaia di messaggi al giorno. Nessuno di critica, tutti sono sul pezzo a cercare e scambiarsi soluzioni. Noi siamo fermi alla prima casella, gli altri sono partiti. Rischiamo di pagare un prezzo per questa immaturità diffusa.

    • Purtroppo non è un rischio.
      Pagheremo e in parte paghiamo già la nostra ottusità, sia dal lato imprenditoriale che da quello privato.
      Viviamo come in quei film americani dove è palese che c’è una meteora che ci sta venendo addosso mentre la gran parte della gente continua a discutere se l’auto ideale sia meglio verde o rossa…

      Don’t look up!

      • L’ottusità di tanti imprenditori italiani è il dramma di questo paese, un ottusità che non si limita a fargli “perdere il treno” (fosse anche solo per sfruttare la bolla speculativa) ma li fa mettere di traverso anche a chi quel treno vorrebbe prenderlo.

        • Perché puntare sempre il dito sugli altri, e noi cosa stiamo facendo, da chi non lavora alla classe operaia agli impiegati cosa stiamo facendo di concreto 🤔🤔

          • Perchè l’ (im)prenditore è quello che smuove l’economia, non l’operaio che la subisce.

          • roberto 1 Giugno 2022 at 14:58

            Ni perché un qualsiasi imprenditore deve vendere ciò che produce, e se io non completo quel prodotto è inutile che venga prodotto perché gli rimane in magazzino, quindi è la scelta di tutti noi che determina cosa verrà prodotto e cosa no.

  10. la maggior parte delle Bev , km “zero” e con pochi km
    sono 500e e Mazda Mx-30

    due auto di poco interesse imho su “l’usato”
    una per il prezzo elevato l’altra per la batteria piccola

  11. A mio modo di vedere in Italia abbiamo una assoluta carenza di intelligenza imprenditoriale, di capacità di vedere per tempo e cogliere le occasioni.
    Oggi su Rainews è stato mandato un servizio in cui dicevano che in Inghilterra ma non solo, parecchie aziende si sono buttate sulla riconversione elettrica di auto termiche, sia di auto di livello, di furgoni camperizzati che conservano il loro fascino ed anche di auto normali che non si vogliono buttare.
    Da noi hanno accennato ad una azienda della Romagna se non ricordo male.
    Il mondo, che vogliano o non vogliano gli italiani, si sta già predisponendo in un modo o nell’altro al passaggio.

    • Sì però in Inghilterra per esperienza personale posso dire che fare una conversione richiede un decimo della burocrazia che c’è in Italia.
      E quel che è peggio è che in Italia non sei neppure sicuro che alla fine ce la farai.

      • La burocrazia fa parte del problema, ma se diamo per assodato (ed è scontato!) che in Parlamento, nel Governo, nei ministeri non ci va la “plebe” vuol dire che questa famigerata burocrazia fa comodo soprattutto lassù, in alto e non mi riferisco al cielo.
        La burocrazia è la giustificazione per tutto, i soldi spariscono, le opportunità svaniscono, le truffe imperano.
        Chi ne trae vantaggio, la popolazione forse?
        Per me no!

        • Purtroppo la burocrazia impera perché è il metodo utilizzato dalla classe politica per garantirsi la rielezione. Certo che va a vantaggio della popolazione, ma limitatamente alla parte che vive grazie ad essa, ed a discapito del resto.

    • Condivido in toto! La classe imprenditoriale media Italiana è semplicemente classe conservatrice. E ne paghiamo le conseguenze in un mondo che cambia alla velocità della luce.

      • In Italia manca il concetto di benessere condiviso, di società che lavora per il miglioramento complessivo di se stessa.
        Invece tutto è conquista, a volte eroica, più spesso furbesca, ladronesca.
        L’imprenditoria italiana non pensa che il benessere diffuso è la chiave di ulteriore benessere da cui prendere altri vantaggi.
        Preferisce star peggio purchè meglio del proprio vicino, gode più delle difficoltà altrui che della propria capacità di portare soluzioni e produrre benessere.
        Tanto per citare vedasi le assurde polemiche sul RdC da parte di arruffoni e probabili criminali arricchiti sulla pelle altrui.
        Siamo destinati a sparire e forse non sarà poi un gran male.

  12. Aspettiamo e speriamo che almeno sul fronte prezzo cambi qualcosa. A parte MG e Fisker, sono tutti prezzi gonfiatissimi.

    Sono stato felice dello scarso successo di vendite di Xpeng in Europa. Xpeng, uno dei miei brand preferiti in assoluto, ha portato le sue auto in Europa raddoppiando il prezzo e addirittura con una dotazione molto più scarsa! Nonostante la “fame” europea di auto elettriche, le vendite sono state un flop, l’utente europeo che si aspettava i prezzi cinesi ai è arrabbiato e non poco. Risultato: Xpeng ha bloccato la sua penetrazione in Europa e ha licenziato i responsabili delle vendite in Europa. È un piccolissimo segnale positivo che forse, finalmente, la questione prezzo potrebbe diventare centrale e dirimente.

    Vedremo se sarà la Fisker Pear a questo punto la prima sotto i 30000 euro con dotazione accettabile… Al momento il prezzo rappresenta il principale ostacolo per il Sud Europa…

    • -Xpeng ha bloccato la sua penetrazione in Europa e ha licenziato i responsabili delle vendite in Europa. –

      Fantastico. 😉😂 Ci metti un link? 😇

    • Non credo, lo stesso Musk aveva spiegato in modo molto semplice la differenza di prezzo tra una Tesla americana e una europea (importata). Lo stesso vale per i prezzi cinesi.
      Guarda la differenza di prezzo dell’elettronica da AliExpress e gli stessi articoli venduti con garanzia europea e certificati secondo gli standard occidentali

      • Nio vende in Europa a un prezzo più basso di quello cinese. MG effettua un markup accettabile (la Marvel R in Cina costa 32146 euro, da noi 39990 con garanzia di 7 anni su tutto – in Cina invece la garanzia di 7 anni è solo sulla corrosione, in pratica solo il 24% in più a fronte di una garanzia più estesa). XPeng vende ad un prezzo che è oltre il doppio rispetto a quello cinese, inconcepibile.

  13. ” Ma la frittata viene girata continuamente e qui apprendiamo addirittura che le EV si vendono “a prezzi stracciati”. Ci piacerebbe sapere dove, visto che persino l’usato sui siti specializzati mantiene quotazioni molto sostenute”: non è proprio così. In un recente numero del più diffuso mensile italiano di automobilismo, che dedica alcune pagine alle cosiddette “km0”, nel gruppo delle auto più scontate (dal 30 al 37%) che sono in tutto 13 compaiono ben 8 BEV (n. 2 Fiat Nuova500, n. 2 Peugeot e-208 e n. 4 Renault Zoe)ed anche nei due gruppi successivi (25-29% e 20-245 numerosi sono i BEV). Certo queste tabelle non rappresentano un quadro esaustivo della disponibilità e dei prezzi dei BEV a km0, ma quando segnalato mi sembra indichi un mercato “drogato”: nel 2021 molti BEV sono stati probabilmente immatricolati a none dei dealers utilizzando gli incentivi e poi messi sul mercato in attesa di una domanda che latita. Segnalo altresì che sulla medesima rivista, ad esempio, una Opel e-Corsa con due anni di vita risulta percentualmente più svalutata di una simile termica. Uso questo modello perchè è facilmente confrontabile con l’omologa termica, ed anche qui, sempre che queste quotazioni siano attendibili ( sono quelle di Eurotax, comunque) mi sembra azzardato definirle “molto sostenute”. Sarebbe bello se su queste pagine comparisse meno “partigianeria” e si cercasse di attenersi ai numeri, che non sono manipolabili o interpretabili: solo così si fa un lavoro utile alla causa dei BEV, cui penso tutti, in prospettiva, dovremo indirizzarci, dato che petrolio e gas, anche senza considerare i cambiamenti climatici, comunque sono destinati ad esaurirsi e quindi avremo bisogno dell’energia elettrica per muovere le nostre quattro ruote

    • Nel settore delle “piccole” è effettivamente così (anche se credo che le cose siano destinate a cambiare in futuro), però non è vero per tutte le BEV, per le Tesla è vero il contrario, le km0 non esistono e le quotazioni dell’usato restano molto alte. Giorni fa ho per curiosità ho provato a cercare una Model 3 del 2020 come la mia ed ho scoperto che il prezzo medio richiesto era più alto di quello che ho pagato per la mia nuova….. quando

      • “il prezzo medio richiesto era più alto di quello che ho pagato per la mia nuova…..” pagata nuova ma con gli incentivi?
        Se poi ci sono personaggi poco furbi che acquistano un’auto usata al prezzo del nuovo, soprattutto su tesla che fino ad ora ha dimostrato di non avere problemi di consegna per i Chip o cose varie…. allora è meglio che facciano un corso rapido d’economia domestica

        • La mia, SR+ LFP da 50 kWh che ha un anno, complice l’aumento dei listini dell’ultimo anno (+10%) costa usata quanto costava nuova un anno fa, senza tenere conto degli incentivi.
          Solita legge di mercato: quando l’ho presa io, l’attesa massima era 2 mesi (io l’ho avuta in 9 giorni), oggi se vuoi la base servono 10/12 mesi, solo i modelli Performance hanno tempi ragionevoli (non c’entra la crisi dei componenti, è solo eccesso di domanda rispetto alla capacità produttiva). Quindi c’è chi è disposto a pagare tanto per averla subito, tutte hanno gli stessi aggiornamenti software, 20.000 km sulla batteria LFP che è data per 6.000 cicli (cioè 1 milione e mezzo di chilometri percorsi ai 130 km) quanto incidono?
          In Tesla l’usato è un concetto un po’ differente proprio per la questione update software continui e perchè la garanzia base è comunque di 4 anni (8 su batteria) ma ha una storia, con la Model S, vecchia di 14 anni e si sa che il degrado è abissalmente lontano dalla paventata rottamazione dopo 8 anni.

    • Suggerisco, in risposta al suo dubbio, di leggere un report che non rappresentano singole occasioni ma rilevazioni medie nazionali.
      Il primo è di Compass (gruppo Mediobanca) che eroga finanziamenti al consumo e che ha presentato da poche settimane il consuntivo 2021: https://www.compass.it/share/pdfs/CS_Osservatorio%20Compass_Auto_3.pdf
      Qui si legge che la richiesta di prestiti per l’usato è cresciuta ben di più di quella del nuovo e che l’aumento del finanziamento medio erogato per le usate è cresciuto esattamente quanto quello delle nuove e vale, mediamente, ben 12.287€.

      E’ forse vero che nei mesi da marzo a maggio compreso si è vista una contrazione anche nel mercato dell’usato: semplice conseguenza dell’attesa degli incentivi, che ha di fatto bloccato anche l’usato. E a seguito del blocco, i prezzi sono talvolta scesi, per chi aveva fretta di vendere, come è vero che è “drogato” dal sistema degli incentivi prenotabili che ha permesso l’ignobile “tratta” delle km0, destinate comunque ad esaurirsi.

      Il mercato fa il prezzo. Le Tesla usate hanno quotazioni spaventose dovute all’impossibilità di soddisfare la domanda comunque al di fuori di ogni incentivo (e il “giochetto” dell’immatricolazione da parte dei concessionari non c’è stata, data la mancanza di concessionari…. Se io oggi rivendessi la mia Model 3 di un anno e 15.000 km mi darebbero sostanzialmente la stessa cifra pagata per comprarla, dato che nel frattempo il listino è aumentato del 10%).
      Il fenomeno da lei notato credo sia minimo e transitorio, destinato ad essere assorbito rapidamente.
      Purtroppo non ho tempo di cercare altri report e soprattutto dubito che ce ne siano di davvero aggiornati agli ultimi mesi, alcune cose sono riservate ai giornalisti registrati.

      Sicuramente si legge molta disinformazione a senso unico, ma altrove. Io qui non ne ho ancora trovata, mi sembra che gli aggettivi siano “pesati” e ponderati, nella mia personale opinione, ovviamente.

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