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FCA entra in MOTUS-E: la filiera elettrica varrà 100 miliardi nel 2030

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FCA entra in MOTUS-E suggellando così il suo nuovo corso elettrico. L’Associazione che rappresenta i principali stakeholder italiani della mobilità sostenibile sale così a 48 associati. La svolta arriva in (provvidenziale) in coincidenza con la presentazione a Roma della prima dettagliata analisi della filiera elettrica made in Italy.   

E’ il rapporto MOTUS-EThe European House-Ambrosetti.  La filiera elettrica, dice lo studio, può arrivare a fatturare 98 miliardi nel 2030, coinvolgendo oltre 10 mila imprese. Aziende in larga misura nuove, nate sulla tecnologia elettrica che costituisce la loro attività principale. Ma anche aziende della vecchia guardia dell’ automotive convertite alla mobilità sostenibile, aziende multisettore presenti anche nell’EV o  aziende di altri comparti, capaci però di inventarsi nuovi prodotti e nuove tecnologie in un ambiente nuovo e in fortissima espansione. 

 

Enel X a Bogotà con 500 e-bus 

Il report è stato presentato a Roma, dal presidente dell’Associazione Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X, dal segretario generale di MOTUS-E Dino Marcozzi e dal curatore dello studio Lorenzo Tavazzi. Proprio nel giorno, in qualche misura storico, in cui anche FCA entra in MOTUS-E,  suggellando la sua appartenenza alla filiera dell’elettrico.  E il giorno in cui Venturini ha annunciato una nuova operazione in Sud America: lo sbarco di Enel X a Bogotà, con una flotta di 500 bus elettrici per l’azienda di trasporto pubblico della capitale Colombiana.

Oggi vale 6 miliardi con 160 aziende

Oggi la filiera elettrica italiana vale 6 miliardi e comprende 160 aziende principali, tutte profilate e radiografate dal report. Tre di queste sono state presentate come “campioni” dell’elettrico made in Italy. Sono la reggiana Kaitek Flash Battery, la branch imolese del gruppo spagnolo Ingeteam (inverter e impianti di ricarica in AC e DC) e la brianzola Fimer Spa, anch’essa produttrice di inverter e caricatori ad alta potenza e domestici.

Le stime sulla crescita a medio termine poggiano su solide basi statistiche.  Dal 2013 ad oggi, infatti, il settore è cresciuto al ritmo del 23% annuo. Ma il trend è in costante accelerazione, le new entry si moltiplicano, i bilanci della maggior parte di esse indicano miglioramenti a due cifre sia in termini di fatturato, sia di redditività e solidità patrimoniale. In sintesi: vanno meglio dell’universo delle imprese industriali. Una su quattro performa oltre la media. E fra di esse, il 33% raddoppia la performance media.

La loro crescita seguirà un trend di mercato che dovrebbe portare le vendite di auto elettriche ed elettrificate al 57% del totale mondiale entro il 2040. Solo un anno fa la stessa stima realizzata da Bloomberg, si fermava al 49%.

La filiera elettrica italiana? Ha un futuro

Saprà approfittarne il made in Italy? Tavazzi è convinto di sì.  Il mercato italiano oggi è l’ultimo in Europa, ma ha tutte le potenzialità per recuperare in fretta. E comunque, anche nella tecnologia elettrica, i subfornitori italiani continuano a beneficiare di una crescita mondiale a tra cifre attraverso l’export. Le case tedesche, per esempio, adottano componentistica italiana per quote fra il 20 e il 40%. Un altro elemento positivo, sostiene sempre Tavazzi, è lo sviluppo armonico del made in Italy lungo tutta la filiera dell’ecosistema elettrico. Quindi non solo dell’ automotive. E’ diffusa anche sul territorio.

Si estende fino al Centro Sud, pur essendo oggi più concentrata nel Nord Ovest (prima la Lombardia, secondo l’Emilia-Romagna, terzi il Piemonte).

Cinque mosse per la transizione

E’ evidente che ogni euro di fatturato nella mobilità elettrica può essere un euro in meno per quella della meccanica tradizionale. Tavazzi, Venturini e Marcozzi sottolineano però che la nuova tecnologia si presta a nuovi servizi e a business incrementali (big data, condivisione, guida autonoma, sistemo di software) . Quindi non è scontato che una “mangi” l’altra e che il saldo occupazionale, alla fine sia negativo.

E’ necessario, però, adottare con urgenza  una politica di sostegno alla transizione.  Cinque le direttrici suggerite da MOTUS-E e Ambrosetti: il supporto alla crescita dimensionale. La contaminazione fra competenze intersettoriali, l’internazionalizzazione, un piano strategico di sviluppo della mobilità elettrica, sostegno alla ricerca e alla formazione di competenze. Alla presentazione ha partecipato il presidente della Commissione Industria del Senato Gianni Pietro Girotto (M5S). Ha preso nota dei suggerimenti e ha ricordato le misure del governo su ecobonus e micromobilità elettrica. Si è detto anche favorevole all’introduzione della Carbon Border Tax europea proposta dal nuovo Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.

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