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Fausto ha vinto: omologata la NSU Prinz con e-kit tedesco

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Fausto Golinelli NSU Prinz

Fausto Golinelli ha vinto la sua battaglia: è riuscito ad omologare la sua NSU Prinz con kit tedesco montato da lui (impossibile in Italia). Un calvario burocratico per il meccanico di Imola, della sua storia abbiamo parlato qui, che alla fine è riuscito a far valere le sue ragioni.

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La NSU Prinz di Fausto Golinelli in centro a Imola

La storia è interessante: l’omologazione dell’auto d’epoca è per importazione ovvero è stata riconosciuta quella  fatta dal Tuv (ente certificatore tedesco). La ditta Fleck-elektroauto  ha fornito  kit elettrico e assistenza burocratica mentre Fausto si è occupato della conversione della sua Nsu Prinz. Una bella notizia che  speriamo spazzi via tutte le incrostazioni burocratiche presenti da noi. Se il kit va bene in Germania perché non in Italia? Se vale l’euro varrà pure la certificazione tedesca.

La parola a Fausto: 10 mila Km nel futuro

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Fausto Golinelli

Diamo la parola a Fausto che dopo l’omologazione italiana ha percorso 10mila chilometri con la sua auto d’epoca. Felice, contento e a emissioni zero.

E’ passato un anno da quando sono riuscito ad avere i documenti della mia NSU del 1969 per circolare in Italia. In quest’anno ho percorso 10mila chilometri e ho scoperto la praticità di guida dell’auto elettrica,  anche di un un’auto d’epoca modificata. Un’esperienza istruttiva che mi ha permesso di capire che la propulsione elettrica è il futuro.

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I primi 10mila chilometri in elettrico

Questa automobilina, la chiamo così perché parcheggiata vicino alle auto moderne sembra una microcar, la uso quotidianamente per andare al lavoro e per commissioni varie. In media faccio dai 30 ai 60 chilometri al giorno. Nel viaggio più lungo ho raggiunto i 95 chilometri. Com’è andata? Sono giusto arrivato a casa con il 5% di autonomia.

Autonomia  da 100 km, per me vanno bene

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La NSU Prinz in posa storica

I 10 kWh  di capacità delle batterie al litio mi consentono di percorrere quasi 100 km. Non sono molti, ma feci questa scelta, quando acquistai il kit per convertirla, per limitare le spese che già mi sembravano azzardate. In particolare vista le probabilità di non poter ottenere l’omologazione in Italia.

LEGGI ANCHE: Incentivo retrofit: dov’è finito? Le novità

L’autonomia è importante, infatti una delle domande più frequenti e ricorrenti dei curiosi è appunto: ”Quanti chilometri fa?” Cerco di spiegare che questa è un’auto da città che soddisfa i miei bisogni. La ricarico senza perdere tempo mentre lavoro, quando vado a pranzo o a cena e pure quando dormo. Non perdo tempo al distributore e ricarico a qualsiasi ora di qualsiasi giorno perché non fa nessun rumore. E se vado a casa di amici anche loro hanno il distributore per farmi il pieno!!! E con i pannelli solari il carburante non costa nulla. Per i viaggi lunghi utilizzo un’auto GPL o un camper.

Solo 3 euro per 100 chilometri

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Per fare 100 km spendo 3 euro, con la stessa auto a benzina ne spenderei 9, con la GPL 5 e con il camper diesel ben 13 euro. Ho provato a misurare i consumi in montagna, in una salita ripida  di 10 km dove la batteria ha consumato 3 kWh mentre nei seguenti 10 km in discesa zero e ho recuperato 1 kWh  di energia.  Un consumo totale nei 20 km di 2 kWh  ovvero la stessa quantità di quello che avrei consumato in pianura.

Oltre i bassi consumi l’ auto elettrica d’epoca rispetto a quelle a benzina presenta tanti altri vantaggi: non devo aspettare il riscaldamento del motore per avere una buona carburazione; poi offre una migliore accelerazione ovvero come le utilitarie  moderne. Per di più il cambio è diventato automatica, guido sempre  in quarta. 

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Nei servizi giornalistici sulle auto d’epoca convertite in elettrico leggo commenti di persone incredule delle prestazioni e purtroppo anche commenti negativi e assolutamente contrari. Io, invece,  sono entusiasta e favorevole al retrofit delle auto commerciali,  sono contrario, invece, alla trasformazione di miti automobilistici come la Ferrari o la Porsche.

Il Retrofit? Come una ristrutturazione edilizia

Il retrofit sulle auto d’epoca lo paragono alle ristrutturazioni edilizie delle case storiche secolari. Chi andrebbe ad abitarvi abituati come siamo al riscaldamento ovunque, all’acqua calda, all’aria condizionata? Chi lo farebbe se non fossero dotate di tutti i servizi? Finirebbero rase al suolo. Anche le auto d’epoca se trasformate ci permettono di usarle più frequentemente.

Perché non farlo se si conserva l’estetica originale e quindi la sua storicità? E poi a me piace stare al passo con i tempi.

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54 COMMENTI

  1. Salve a tutti, Conosco il sig. Fausto Golinelli personalmente, ed ho avuto modo di godere della sua squisita disponibilità per risolvere i problemi alla mia NSU Prinz 4L.
    Sono appassionato di auto d’epoca, ma sono anche appassionato delle ultime novità, quindi non contrario per presa di posizione all’auto elettrica, ciò premesso.
    Ho letto con interesse tutti i commenti, che per diverse ragioni tutti rispettabili.
    Sono un tecnico elettromeccanico e ho notato (se non ho letto male) che nessuno ha focalizzato un problema di fisica, per la dispersione di potenza.
    Ad ogni passaggio dalla produzione di energia meccanica ad elettrica e viceversa, c’è una perdita di energia dal 2% al 7% a secondo i vari impieghi ed efficienza.
    Poi se l’auto è uno strumento di lavoro, il tempo di ricarica delle batterie incide negativamente sui costi di lavoro.
    La rete dei punti di rifornimento sono insufficienti ad oggi.
    Se si rimane senza energia non c’è la tanichetta di carburante per raggiungere un distributore e ripartire.
    In caso di incidente, si incendiano le batterie, occorre portare la temperatura a meno 40° centigradi, le varie soluzioni di schiume, polveri e liquidi spengono temporaneamente ma non abbassano a sufficienza la temperatura.
    Si pensa che che solo i combustibili siano incendiabili e a volte esplodono, perché forniscono energia.
    Anche le batterie forniscono energia, che può subire un cortocircuito con tutte le conseguenze.
    Sicuramente chi è più addentrato alla questione conoscerà le varie soluzione che si stanno studiando, ma la momento la situazione è questa.
    Molte auto all’inizio erano elettriche e forse sono nate se non prima ma contemporaneamente a quelle endotermiche, i problemi erano più o meno gli stessi.
    Poi i costi d’aquisto, sono elevatissimi, ma in caso di rivendita, l’usato di qualche anno (anche le ibride) si ricava molto poco.
    Saluti a tutti.

    • Salve Giovanni grazie per il contributo, ma mi lasci dire che le sue conoscenze sono dettate da un certo empirismo. Soprattutto sulle auto che vanno a fuoco, a parte che ogni giorno leggiamo di veicoli anche ambulanze carbonizzati. Noi abbiamo chiesto ai professionisti del settore e può leggere qui cosa dicono https://www.vaielettrico.it/i-vigili-del-fuoco-le-auto-elettriche-non-ci-spaventano/

      Sulla mancanza di colonnine: l’auto elettrica si ricarica a casa e al lavoro e si evita, secondo l’utilizzo, anche di passare al rifornitore e di conseguenza di perdere tempo. Mancano le colonnine? Come ogni fenomeno nuovo serve tempo per imporsi, le installazioni di stazioni di ricarica si moltiplicano e sono sempre più veloci e facili da usare.

      Sull’efficienza del motore elettrico c’è ampia letteratura sulla sua imbattibile superiorità. Costi più alti? Si, ma con i bonus vi erano tante elettriche a minor costo delle termiche e con un costo di manutenzione molto più basso.

  2. Io ci sto pensando da qualche anno ho già fatto molte ricerche ho trovato già la soluzione più adatta alla mia auto sono in standby, ho preso un EV nel attesa che i prezzi delle batterie arrivino a prezzi ragionevoli, dopo di che il mio progetto di retrofit prenderà piede perché amo la mia auto è stato il mio sogno dalla sua presentazione, ed è già in lista come auto d’epoca, e vorrei tenerla oltre la mia dipartita lasciandola ai posteri.

    • nel kit di elettrificazione è compreso un termoventilatore che funziona con le batterie al litio a 48 volt . in meno di un minuto comincia a uscire aria calda mentre con l’auto tradizionale occorrono minimo 4/5 minuti.

  3. Le auto d’epoca non passerebbero il crash test e non avrebbero le norme di sicurezza per circolare tutti i giorni.Non basta non inquinare

  4. Io non ho problemi di spazio con la mia Palio Se; l problema è che per retrofittarla elettronica in regola mi hanno chiesto 13000 euro più 9000 per la batteria. Quindi sarò costretto a scendere meno con una nuova auto aumentando di 1.3 tonnellate i rifiuti; n giro.

    • La capisco Leo purtroppo i prezzi per il retrofit auto sono fuori mercato perché la politica non ha pensato ad un sistema di tipo industriale per ridurre i costi. Il sistema attuale con poche officine non è sostenibile. Va bene per chi ha soldi – e neanche pochi – e ha un forte rapporto emozionale con la vettura. Magari di famiglia o una chicca motoristica oppure una passione sfrenata per un particolare modello. Ma si tratta di piccole nicchie che niente hanno a che fare con una filiera di tipo industriale. Ne abbiamo scritto anche oggi qui https://www.vaielettrico.it/retrofit-auto-non-conviene-meglio-bus-e-furgoni/

  5. Dà veramente fastidio che in Italia non si abbia un minimo di libertà nel mondo delle auto quando in altro paesi c’è ne forse anche troppa, però da appassionato di auto non capisco che senso abbia trasformare un’auto storica in una auto elettrica, innanzitutto perderebbe il valore di auto storica poi perderebbe anche la funzionalità perché di certo una auto progettata a benzina 50 anni fa non ha un vano predisposto per le batterie sufficienti quindi l’autonomia sarebbe poca e probabilmente ci si rimette anche tutto il bagagliaio.

    • Grazie Christian per il contributo, sul tema auto storiche c’è da definire il perimetro. Lo stesso Fausto che ha così tribolato per la conversione della Prinz non convertirebbe mai una Ferrari. Insomma dentro il recinto auto storiche c’è troppo. Bisogna differenziare e soprattutto chi utilizza un’auto tutti i giorni da un contributo rilevante all’inquinamento atmosferico ovvero il problema che provoca lo sviluppo della filiera elettrica.

  6. Possiedo una Fiat 500L del 1971 che uso tutti i giorni per fare circa 10 Km.
    Vorrei elettrificata ma le pochissime officine autorizzate in Italia chiedono circa 17 mila €uro. Cosa posso fare spendere una cifra decisamente minore?
    GRAZIE
    Fabio da Brescia

  7. Nessuno pensa che se circolassero 10 milioni di auto elettriche, ne avremmo altrettante in “carica” di notte.. Con un consumo di energia elettrica, enorme.. Che forse nemmeno avremmo a, disposizione!! E.. Anche se ci fosse, dove la prenderemmo??? Dal petrolio.. Naturalmente.. Oppure qualcuno, per girare con la macchinuccia elettrica, con la convinzione di essere green, vorrebbero le centrali atomiche??

    • Gentile signor Sparafinocchi, ci sono studi e ricerche che non dicono quello che sostiene lei e confermano la sostenibilità della conversione elettrica delle fonti. Aumenta nel mix energetico il peso delle rinnovabili, le batterie sono sempre più efficienti. Nonostante le criticità, non le nascondiamo, la situazione non è come la descrive lei.

      Ecco un articolo interessante per avere una visione basata sui dati e non sogni notturni. Parla chi gestisce la nostra energia ovvero la rete elettrica italiana https://www.vaielettrico.it/terna/

      Un estratto dell’intervista a Luca Marchisio, Head of Strategy di Terna Spa

      Se vediamo i consumi di energia primaria, abbiamo un’efficienza del 70-80-90% rispetto al 20-30% dell’auto termica. Questo significa che i volumi di energia sono molto inferiori.
      Ogni auto a batteria, con una percorrenza media di poco più di 10 mila km, consuma in un anno 2 MWh di elettricità, quindi un milione di auto sono 2 TWh, 10 milioni 20TWh e così via. Per i 4 milioni di BEV e i 2 milioni di PHEV, che consumano anche benzina, previsti dal Piano Nazionale Energia e Clima, il PNIEC, al 2030 noi stimiamo 10 TWh di energia elettrica all’anno. Queste sono le stime degli scenari alla base dei nostri piani
      strategici energetici. Rispetto al fabbisogno nazionale di 320 TWh dell’ultimo anno ante Covid, questo numero è significativo ma facilmente gestibile. Non è un numero che preoccupa.

    • Queste sparate a caso non hanno senso, sai quanti megawatt usa l’industria, e di notte dove la buttiamo, in realtà da nessuna parte ma ricaricare un parco auto EV potrebbe avere un vantaggio, bilanciare i carichi di utilizzo, quindi dove sta questo enorme problema.
      Che comunque caricare un EV consuma meno di un asciugacapelli !!!!

  8. Non comprendo come un auto “bara” che non passerebbe alcun test di sicurezza possa essere resuscitata, per circolare per i prossimi 20 anni, capisco tenere in ordine un auto storica ma per un uso pari a zero, ma così francamente si vanifica in modo incosciente ogni progresso tecnico e si compromette la sicurezza di chi la guida, sia degli altri automobilisti.

    • L’auto bara è stata controllata anche con un test su strada in Germania dove è noto e risaputo non siano dei faciloni. Allargando il discorso è chiaro che le più moderne vetture sono più sicure ma contiamo sempre 9 morti al giorno per incidenti su strada.

  9. “I 10kw di capacità” almeno su un sito specializzato uno si aspetterebbe le unità di misura corrette

  10. Ciao sono Angelo da Tetamo, la cosa mi entusiasma tanto l unico dubbio è l autonomia. Forse sicuramente si arriverà a un kit più favorevole…..(più km ) comunque complimenti per la tua tenacia e bravura un cordiale saluto…..

    • Dipende dalle batterie più che dal kit, ci sono aziende che vendono kit e fanno il prezzo a seconda dell’autonomia scelta; ma non è mia tantissima

  11. @enzo: quello che hai scritto è corretto, l’unica strada attualmentee per omologare una vettura dove sibapportano modifiche al difuori delle sue caratterisstiche costruttive è quella dibpassare per ip tuv tedesco o anche in Inghilterra tramite appositi enti quindi radiazione per esportazione e poi operazione inversa con nullaosta delle modifiche e re immatricolaziione come modello unico ; a me è costata sui 7 mila euro in totale (radiazione, trasporto,,re immateicolazione, pratiche varie, nuovo trasporto verso italia e nuova immatricolazione) se ti affidi a ditte specializzate va tutto senza intoppi, con il fai da te entri in un inferno dantesco. Se lo fai per soddisfazione personale ci sta; su un’auto storica di valore, anche no perchè non è più auto storica e perde valore

  12. Qual’é il costo in Germania del kit e delle batterie?
    Ha dovuto cambiare le targhe con l’importazione?
    Grazie

  13. Se ha fatto la trasformazione per puro divertimento o per una scommessa accademica, passi. Ma che non dica di modificare le auto storiche perché sarebbe una bestemmia. Dove sarebbe la storia?

    • Non ho capito il suo commento. Ma le auto elettriche esistono non per diletto ma semplicemente perché l’aria è piena di veleno e il gas di scarico fa ammalare.

  14. C’è un primo articolo ( basta cliccare Qui) del 15 maggio 2019 dove si vede che l’auto è in un centro TUV l’omologazione in Germania.

  15. Eh no, così non si fa! Ci lasciate con l’acquolina in bocca! Come ha fatto a fare l’omologazione?
    Che io sappia esiste un solo modo, ed è lo stesso con cui in Italia è possibilmente LEGALMENTE circolare con veicoli ELABORATI. Ve lo spiego, visto che qui sembro l’unico a sapere di cosa si parla …

    Questo modo prevede che l’auto venga omologata con targa tedesca (quindi un passaggio di proprietà vero o fittizio perché l’auto va intestata a persona o società con residenza in Germania), quindi si fa la modifica con pezzi omologati TUV (in Germania non sono imbecilli come noi italiani, la motorizzazione accetta tutte le modifiche omologate TUV, incluse le elaborazioni, abbinando controlli reali sulla qualità dei pezzi a FATTIBILITA’ di modifiche anche molto estreme) e solo a quel punto si riomologa l’auto con targa italiana (l’auto risulterà omologato come “modello unico” – o dicitura analoga – e alcune compagnie accettano di assicurarlo, anche se ho qualche curiosità sui costi). Quando si fa il ritorno in Italia del veicolo (vendita Germania – Italia), l’Italia deve solo stare MUTA (!!!) perché non può in alcun modo opporsi a qualcosa che è legale in un paese europeo e quindi deve accettarla. E’ un po’ come le coppie gay che adottano all’estero e poi si fanno trascrivere in Italia, solo che in questo caso non devi andare davanti a un giudice a convincerlo e a impietosirlo, la legge c’è già e l’omologazione da paese europeo non può essere ostacolata mai, ti spetta di diritto ed è anche legale sfoggiare un sorrisino beffardo all’addetto della motorizzazione, facendogli presente che sei andato a fare all’estero quello che in Italia è stranamente vietato. Potete anche divertirvi con le forze dell’ordine quando vi fermano, aprite il cofano, gli indicate uno per uno tutte le modifiche e le preparazioni (turbine, scarichi, cerchi, etc.) e quando loro si preparano a fare il verbale pensando che siete così idioti da autoincriminarvi gli fate vedere sul libretto che è tutto perfettamente legale.

    Ad oggi questo è il solo modo in cui gli italiani pagano i tedeschi per godere dei loro stessi diritti che altrimenti gli verrebbero negati sul suolo italico (capito perché ad oggi non abbiamo mai avuto un vero ministro dei trasporti?!? Capito come siamo messi?!?). Addirittura, sappiatelo, esistono agenzie di pratiche auto specializzate in questo “rimbalzo” Italia – Germania -Italia, gli date l’auto, pagate non ricordo quante migliaia di euro, e fanno tutto loro.

    Domanda: Fausto Golinelli ha seguito la strada già “nota” del rimbalzo Italia – Germania – Italia oppure è riuscito (come?!?) a far accettare in Italia un kit omologato TUV senza mai dotare l’auto di una targa tedesca? Perché la seconda strada sarebbe uno scoop, la prima è storia nota …

      • E forse l’ha strada giusta l’ha scoperta solo dopo, non tutti la conoscono, così come quasi nessuno sa che il 99.999% dei cerchi acquistati after market sono illegali in Italia … ma la strada per l’omologazione dell’auto sinceramente è una notizia più interessante dell’auto stessa, per cui spero ci risponda il prima possibile.

  16. Sarebbe possibile avere il contatto email di Fausto? vorrei sapere bene come ha fatto, mi interessa molto perchè vorrei trasformare la mia MINI del 1997 in elettrica ma non trovo nessuno che lo faccia veramente. grazie

  17. A me sembra una grande inutilità. Le auto di 30 o più anni fa avevano dei livelli di sicurezza totalmente diversi da quelle di adesso. Rimetterle in circolazione con lo scopo di utilizzarle normalmente mi sembra assurdo. Meglio lasciarle d’epoca e girarci ogni tanto durante i raduni o eventi simili.

    • Il problema resta sempre quello culturale, aumentano i dispositivi di sicurezza ma non calano gli incidenti mortali. Abbiamo ben 9 morti al giorno e spesso ciclisti. Pedalare è molto pericoloso visti i numeri, ma non per questo dobbiamo proibire di andare su due ruote. Meno velocità e più attenzione questa la ricetta

  18. La strada dei retrofit e dell’elettrificazione di vecchie auto commerciali darebbe nuova vita a tanti gloriosi modelli del passato e migliaia di posti di lavoro.

    • C’è ampia scelta di auto elettriche, per quelle in commercio ormai si va da 180 per arrivare quasi a 600. Offerta per tutte le necessità chilometriche

  19. Sarebbe interessante conoscere i costi della “omologazione/immatricolazione” cioè quanto costa di “burocrazia” il retrofit ?
    grazie da Paolo

    • Il retrofit con kit in Italia non è partito, fondamentalmente il processo industriale non c’è ma sono soprattutto omologazione a pezzo unico dove non è poi così rilevante il costo della carta, ma tutti i passaggi di controllo che si devono fare rispetto alla più semplice installazione di un kit omologato. La storia di Fausto è diversa. E’ un meccanico, ha scelto un kit tedesco e l’approvazione dell’ente di quel paese che è molto semplificata. Lui poi è riuscito – ma perdendo molto tempo e dopo diversi dinieghi – a farsi riconoscere l’omologazione tedesca. Il problema è la differenza legislativa e normativa all’interno dei paesi europei.

  20. Ok. Mi darete del rompipalle.
    Però si parla tanto di elettrico e ancora si fa confusione fra kW e kWh (fra chilowatt e chilowattora, cioè fra potenza ed energia).
    Dai….

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