Percorrere oltre 3 mila miglia in oceano spinto dal vento, dai pannelli solari e dalla passione. E’ l’impresa del velista Dario Noseda, impegnato in questa transoceanica estrema.
Per migliorare la tecnologia serve la ricerca, ma pure il coraggio di chi inizia e porta a termine imprese estreme. E’ il caso del velista Dario Noseda, classe 1968 di Mandello del Lario, che partito a novembre da Tenerife in queste ore ha la prua puntata verso la Martinica. Non si tratta della classica traversata oceanica, ma di una navigazione con una Star, una barca a vela preparata per le Olimpiadi, ma per niente adatta per solcare l’Atlantico. Dario però è un bastian contrario, ci prova e la meta non è lontana.
Naviga spinto dal vento, ma per portare a termine la traversata serve energia che alimenti la strumentazione di bordo. Senza motore la soluzione è caduta sui pannelli solari che caricano le batterie che gli hanno permesso finora di percorrere 2744 miglia sulle 3250 previste. Non sono mancati e non mancano i problemi come racconta tramite la moglie Silvia con cui riesce a comunicare via telefono: “Causa onde da tutte le parti, si è allagato il pozzetto e il gavone di poppa dove sono collocate le batterie”. Vada come vada, ma naturalmente buon vento Dario, è la dimostrazione di come le ultime generazioni di pannelli solari riescono ad occupare sempre meno spazio e produrre preziosa energia.
I pannelli solari
Dario ha puntato molto sulla tecnologia: “Non avendo motore, dovevo affidarmi a una soluzione green, che rispondesse ai vincoli di spazio, peso, rendimento e affidabilità . FLY SOLARTECH è stata la soluzione, tecnica e anche estetica. I pannelli ETFE semiflessibili mi garantiscono una fornitura di 140W occupando una superficie inferiore a 1 metro quadro”.
In particolare: “Sono stati montati 2 pannelli, il primo a poppa di 39×56 cm, il secondo in prua di 107×54 cm; questi mi permettono di avere tutta l’energia di cui avrò bisogno per la strumentazione e i vari device a bordo”. Una traversata sicuramente sostenibile per Dario che naviga all’interno di un abitacolo di 2 metri quadri con 80 cm di altezza ovvero spazio veramente minimo. In queste condizioni estreme l’atleta vuole completare, nonostante i problemi tecnici, la sua traversata che si allunga fino a 31 giorni rispetto ai 25 stimati alla partenza. Alla fine il velista avrà percorso 3530 miglia riuscendo a stare sempre connesso grazie all’energia prodotta dei pannelli.