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Un fan dell’elettrico: “Dove ricaricherà chi non ha garage?”

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Federico si dichiara un fan dell’elettrico ma pensa a un futuro e ci chiede: come potranno ricaricare, di notte, tutti gli elettro automobilisti che non dispongono di un garage o di un posto auto? Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it

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Buongiorno redazione di VaiElettrico. 
Non vi é giorno che non si discuta con colleghi ed amici delle auto elettriche e del futuro che ci attende. Io sono sempre stato un fan dell’elettrico, era da 30 anni che attendevo questo momento.
Tanto per farvi capire il mio entusiasmo, era il 1998 e nel papiro di laurea venivo ritratto alla guida di un’ auto elettrica con pannelli fotovoltaici, dunque non appena possibile ho acquistato la mia VW ID3 e ne sono molto soddisfatto.
Penso di essere abbastanza ferrato sull’argomento ma ho comunque delle domande.
Volevo sapere come faranno a caricare l’auto tutti coloro che non hanno la disponibilità di un garage o una rimessa.
Vedremo centinaia di colonnine per le strade costantemente occupate durante la notte? Abbiamo previsioni o soluzioni in tal senso?Federico Bettin

Abbiamo trent’anni per risolvere il problema

Risposta- Una piccola premessa, caro Federico, riguarda i tempi della transizione. Nella migliore delle ipotesi, cioè che ancor prima della fatifica data del 2035 la totalità delle nuove immatricolazioni riguardi veicoli elettrici, la completa sostituzione del parco auto attuale richiederà fra i 25 e i 30 anni. Quindi c’è tempo in abbondanza per adottare soluzioni al problema che la preoccupa adottandole man mano che aumenterà la richiesta di ricarica pubbliche.
Tuttavia il 68% delle unità abitative italiane dispone di un box o di un posto auto di pertinenza (sono dati ufficiali del censimento Istat 2001) ed è ragionevole pensare che almeno la metà di questi, diciamo poco più del 30 % del totale,  possa essere dotato di un punto di riacarica privato. Occorrerà semplificare le norme e i regolamenti condominiali per facilitarne l’installazione, ma ci pare scontato che lì si arriverà.

Ricarica in strada? Non tutti e non tutte le notti

Supponiamo perciò che il 30% circa degli automobilisti elettrici non avrà necessità di ricaricare ogni notte in strada e userà le colonnine pubbliche solo nei lunghi viaggi. E l‘altro 70%? Sarà ogni notte attaccato a una colonnina? Crediamo proprio di no. In Italia la percorrenza media di un’auto supera di poco i 30 km al giorno: anche una citycar con 150-200 km di autonomia avrà dunque necessità di ricaricare due o tre volte a settimana. Ciò significa che ogni notte avremo attaccato alla colonnina un terzo del 70%  dell’intero parco auto. Senza contare poi che molti avranno a disposizione punti di ricarica nei parcheggi aziendali, dove potranno connettersi durante l’orario di lavoro.
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Una soluzione possibile per il problema sollevato da Federico, dubbioso fan dell’elettrico: la ricarica nei lampioni, come a Londra.

Dieci milioni di lampioni, manca solo la presa

Ragionando in cifre assolute sulla base di un parco auto attuale di 38 milioni di veicoli, possiamo stimare in meno di 9 milioni le auto elettriche che fra 25-30 anni dovranno attaccare la spina in strada durante la notte. Per nostra fortuna quella elettrica è la rete più capillare che ci sia e non vi è una sola strada che non sia toccata. Pensi che in Italia abbiamo 10 milioni di punti di illuminazione pubblica, e dotare ogni lampione di una presa di corrente a bassa potenza non è certo un’impresa titanica.
Con potenze simili a quelle domestiche di 2,5-3 kW, ogni lampione consentirebbe di incamerare 20-30 kWh in dieci ore di sosta notturna, portando gran parte delle batterie a ridosso del fatidico 80% di carica. A Londra i lampioni con ricarica sono già oggi oltre 2 mila e molte altre città d’Europa e d’America stanno seguendo il suo esempio.

E le colonnine pubbliche raddoppieranno in pochi anni

Infine abbiamo, già installate, 36 mila colonnine pubbliche in grado di ricaricare molto più velocemente e altre 21 mila almeno entreranno in servizio entro il 2025 grazie ai fondi stanziati dal Pnrr e appena messi a bando.
Concludendo: fossi in lei non mi preoccuperei troppo.

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102 COMMENTI

  1. Siamo in Italia, non abbiamo ciclabili, posti auto, box di adeguate dimensioni… Tante leggi ed è tutto inutile.
    Quartieri nuovi e i problemi sono i vecchi.
    Hanno fatto il 110%, male, malissimo! Facevano un 80-90% attivo fino il 2033 e obbligavano le banche a concedere mutui a tasso agevolato al 2%. E niente cessione. Avremmo avuto meno speculazioni, sarebbe partito chi poteva e chi non poteva si sarebbe organizzato…
    Ma siamo in Italia, non vogliamo che la nostra vecchia casa inadeguata si svaluti, quindi nessuno mai la abbatterà per fare meglio.
    Ci insultiamo tra noi e votiamo gli stessi incapaci di sempre… Che poi gli impiegati dietro son sempre gli stessi.

    Ma io mi chiedo, pure gli incentivi per le phev per le flotte, dove le poche rientranti erano auto con 40km di autonomia (a saperle usare), con
    – manutentori e rappresentanti che meno di 100km è difficile li facciano
    – auto personali fortemente disincentivate dallo stato, quindi appannaggio di pochi dipendenti, principalmente dirigenti.
    Poi ci lamentiamo che vanno a benzina (in realtà erano le solite polemiche create)… incentivare chi dovrebbe avere il divieto di usarle, quanto possono essere ignoranti i nostri tecnici?

    Ieri sono andato a Verona, 110km, auto phev, guidando con attenzione ho fatto 95km, arrivo, 4 colonnine ocupate (in multipiano), ritorno col termico, in autostrada 2 autogrill, forse il secondo aveva le colonnine, ma lo vedo troppo tardi, sul cartello non era segnato e l’app va di cacca su android auto… Ma poi saranno state fast da 24kw? Ho il prezzo della benzina visibile 1km prima ma non se c’è una colonnina libera.

  2. Qualcuno la vedrà male la mia risposta, ma abbiamo 12 anni per trovare casa con posto auto munito di impianto adeguato per la ricarica.

    • Altra risposta lunare di uno che vive fuori dal mondo. Come se l’unico scopo di cambiare casa casa , sia avere la possibilita’ di ricaricare la macchina elettrica. Tra atti notarili, trasloco, percentuale agli agenti immobiliari, adeguamento arredamento, ecc,ecc…sai quanta benzina metto nella macchina? hai voglia a parlare di costi di ammortamento di una elettrica

      • Io ho fatto una considerazione, che avevo fatto trent’anni fa, mi davano del folle, ho dovuto questionare con la moglie, perché lei veniva dalla città, con tutti i confort annessi, e si nel pianificare la vita c’è anche la casa, se non è possibile si aspetta e si vede come evolve la situazione ( colonnine da marciapiede ) o nei distributori o lungo le strade o nel posto di lavoro, ora come ora è tutto da creare e valutare, ma nulla è scontato, come rimanere nella propria casa

    • Il fatto è che nessuno, ma proprio nessuno, considera che in molte grandi città, non esistono parcheggi per il numero di auto parcheggiate in strada, anche senza guardare a Milano con i parcheggi tacitamente tollerati su marciapiedi, spartitraffico etc etc mentre per avere una copertura efficace per gli utenti, le colonnine dovrebbero essere in numero superiore (e non di poco) al numero di quelle strettamente necessarie.

      Altra cosa a cui non pensa nessuno, è che ok i dati che danno al 60% le famiglie con garage, ma non da la minima indicazione se quel garage è sufficiente per tutte le auto di famiglia, che nella stragrande maggioranza dei casi sono almeno una per adulto con la prospettiva che eventuali figli un giorno avranno una loro auto per le proprie cose, un posto auto per caricare e 2 auto fuori senza colonnina? Boh, quel 30% sottostimato mi sembra comunque molto più alto del reale, ma magari siamo li vicino, se solo ci dessero statistiche di cui si sa come vengono calcolati i risultati e quali dati prendono per determinarlo si potrebbe essere più precisi

      • Vivere in città è una scelta personale, come vivere in periferia e in qualche paesino sperduto, ognuno fa le proprie scelte e come tutte le scelte hanno pro e contro, in qualsiasi caso le scelte possono esser rielaborate, e si possono fare altre considerazioni il tempo c’è ma chi prima si muove meglio si trova.

        • Certo, vai te a dirlo a chi ha comprato 6 anni fa una casa a Milano pagandolo 2 o 3 volte il valore che avrebbe avuto a 2 metri oltre il confine cittadino, che siccome si è fatta la scelta politica di imporre la transizione (e non lasciare che fosse il mercato a far la transizione come avrebbe comunque fatto seguendo le esigenze dei cittadini) che è stata una sua scelta vivere dove non avrà una colonnina per caricare l’auto nonostante quando la ha presa non si parlava nemmeno col binocolo di transizione elettrica? O a chi ci vive da 10,20 30 o 80 anni? Han fatto quella scelta quando in 5 minuti in qualsiasi momento della giornata, notte o festività ricaricava il serbatoio a sufficienza per il mese successivo?
          Non è stata la scelta di nessuno, solo della politica, e se la decisione è politica, la stessa deve muoversi in modo da garantire ai cittadini zero disagio per le sue decisioni.
          Se non ci sarà abbastanza punti di ricarica per l’enorme quantità di auto senza garage privato (altro costo vivo nelle città), semplicemente le città si svuoteranno, qualcuno che scapperà prima farà l’affare vendendo casa a un prezzo alto, tutti quelli dopo venderanno a prezzo stracciato pur di vendere e uscire dalla città, le aziende di servizi con sedi enormi nei centri non avranno più personale da assumere che sarà disposto ad andare li per lavorare (non tutto può essere fatto in smartworking) e chi sarà disposto molto probabilmente non avrà le stesse competenze di chi è andato via, insomma il problema non è solo nostro che dobbiamo ricaricarci l’auto.

          • La scelta politica di imporre la transazione, scusa ma tu dove vivevi nel 1997 🤔🤔
            Poi l’imposizione è la conseguenza del nostro comportamento, quindi se da allora ad oggi ci fossimo comportati diversamente non saremmo arrivati a questo punto.
            Detto ciò visto la negligenza e il menefreghismo umano è cosa buona e giusta imporre regole atte a salvare la specie ( mi sembra che con il COVID abbiano fatto di peggio e tutti volente o dolente hanno dovuto accettare le restrizioni ) poi se guardi le restrizioni per i fumatori, anche lì per salvaguardare la salute pubblica di chi non fuma , detto questo si potrà guidare le ICE fino al 2050 non è dopo domani, e se non ti attrezzi in 27 anni be in questo caso resta la bici , a piedi o i mezzi pubblici, e non vedo tante alternative, per la salvezza di tutti gli esseri viventi, visto che su questo pianeta NON ESISTIAMO SOLO NOI

  3. Ti compri un gruppo elettrogeno e un portabici , poi una bicicletta (magari pure elettrica) e la carichi sopra. Ti fermi in un parcheggio accendi il gruppo e aspetti che si ricarichi. Oppure vai a destinazione in bici.

  4. Tempo fa commentavo spesso in risposta, alle volte quasi infastidito dalla risposta non adeguata dell’editore stesso, ma da diversi mesi a sta parte leggo ottime risposte, così ottime da non dover aggiungere o contestare assolutamente nulla, quindi complimenti alla redazione e all’amico elettrico gli dico che mentre pensiamo al futuro per alcuni l’auto è presente e passato, quindi godiamoci e viviamo il momento che direi fin’ora è stato più che favorevole nel rapporto colonnine /auto, almeno in molte zone d’Italia e per vedere dove arriveremo basta guardare quei paesi che sono anche stavolta 10 anni più avanti di noi, come l’Olanda

    • Il problema è che i paesi più “avanti” lo saranno anche nel 2035, in Italia abbiamo tanti garage ma buona parte non possono accogliere più di una panda, nel mio, nonostante sia recente, ho difficoltà, dato la presa a dx, io fatico a metterla nella posizione giusta, per mia moglie è utopia.
      Mio zio con una casa di 15 anni ha un garage dove la panda sta a malapena, figurarsi auto più larghe di 1,8m.
      Mia suocera ha un bel garage ampio… Ma senza luce!

  5. Dove parcheggia un’auto senza garage?
    E quando è al lavoro, a far spesa, a messa, al ristorante, a passeggio?
    Ecco, direi che lì è dove caricherà chi non ha un garage adeguato.
    Ovvio che sarà tutto un fiorire di punti di ricarica a bassa potenza (naturalmente affidabili) per almeno un 30/40% dei posti disponibili.
    Non vi piace? Pazienza.
    Come si pagherà?
    Collegando il VIN dell’auto ad un c/c o ad una prepagata oppure verrà fatturato in bolletta.

    • ecco, appunto, si ricaricherà dove costa di più.
      centinaia di articoli a dire che l’auto elettrica fa risparmiare perché si può ricaricare a casa durante la notte e poi… ZAC! menomale che c’è ZI TI che ci zi-ti-sce

      • In realtà anche oggi conviene alle colonnine visto i costi energetici a casa , con gli abbonamenti da due anni a questa parte il prezzo è dai 0,31€ a kwh, molti a casa stanno pagando oltre i 0,50€ quindi avere il box fornito da elettricità può essere superfluo.

        Comunque l’auto elettrica in primo luogo si prende per risparmiare inquinamento CO2 NOX, PM 10 PM 5 PM 2.5 e un altra miriade di schifezze che ci uccidono.

        • Pesa che Enel per la tarrifa casalinga sul pun si piglia 8 centesimi al kwh di guadagno personale, a cui aggiungere il pun… E pensare che pre pandemia 8 centesimi era più del prezzo di vendita bloccato in primavera per 12 mesi… Che sia il modo di rientrare dei costi delle flat? 😂

  6. “Dove ricaricherà chi non ha garage?”
    Semplice, da nessuna parte. Come in Giappone (potenza automobilistica mondiale), chi non ha un posto auto privato, non può immatricolare un auto.
    Sarebbe cosa buona e giusta.

      • concordo, il Giappone non è l’unico paese asiatico che non ti permette di possedere un’automobile se non dimostri di avere un garage o un posto auto (sotterraneo o in silos) non a caso i centri cittadini, un po per le viuzze strette e poi per quell’imposizione sono diventati il regno delle micro car e micro furgoni.
        Però sono culture diverse che affrontano problemi in modo diverso.

    • Caro sig. Dotale guardi che non è proprio così, e glielo dico io che ho vissuto ad Osaka dal 2007 al 2010, impiegato alla Procter & Gamble di Osaka, sull’isola di Rokko (si chiama davvero così).
      Dire che in Giappone tutti hanno bisogno di un garage è una bufala colossale, questo decreto è (o almeno era) applicabile solo per quartieri che superavano una determinata concentrazione di abitativa, applicabile quasi sempre nella prefettura di Tokyo e forse qualcosa anche a Kyoto (la vecchia capitale), in tutti le altre città le assicuro che tale normativa non era vigente ed in linea di massima uno poteva possedere tutte le autovetture che desiderava (io stesso ad Osaka possedevo uno scooter, una Keicar per mia moglie e una berlina toyota aziendale)
      Saluti
      Pasquale

    • non abitiamo tutti in grandi città, esistono le periferie pure dei paesi.
      non siamo in giappone.
      però la saccenza regna su queste pagine…
      poi se vi danno dei “fanatici” come unica risposta avete l’insulto…

  7. Bello fare la media italiana delle abitazioni con box.
    Nel mio condominio, A MILANO (e nella maggior parte di quelli di VIALE MONZA, A MILANO) la percentuale è l’OPPOSTO!

    Poi parlate di Punti di illuminazione pubblica in tutte le vie, SENZA NOMINARE CHE A MILANO ci sono anche LUCI SOSPESE, SENZA LAMPIONE.

    Fate presto voi a parlare, dalla vostra villettina con pannelli solari. Ma ci sono anche i “poracci” che vivono nei palazzoni, il mondo non è solo vostro, svegliatevi!

    • Eh, già, condomini popolari da “poracci”, come dice lei, ed una villa con FV, non ci sta nulla, vero?
      Perché oggi le case singole sono diventate tutte automaticamente da ricchi benestanti ed i condomini sono quelli popolari che cadono a pezzi.
      In ogni caso, vi era la possibilità con un incentivo del 110% di fare interventi profondi per aumentare il confort dell’edificio con cappotto ed infissi, installare delle wallbox, il tutto a spese della collettività, non lo avete fatto?
      Beh, non venite a lagnarvi dei vostri problemi, le soluzioni se si vuole si trovano.

      • Ahahahahha … il famoso 110% … stendiamo un velo pietoso, per favore, che abbiamo entrambi 2000 euro di debito in più sulle nostre teste … 120 miliardi di euro … che figura di merd@ …

        Off topic: dovrei avere la cronologia della chat di WhatsApp nella quale c’erano dei parlamentari del M5S (che hanno certamente letto ciò che scrivevo) ai quali avevo lanciato grida di appello, all’atto del varo della misura, dicendo che sarebbe costato uno sproposito, facendo rapidi calcoli, e che avrebbe sforato rapidamente le somme inizialmente previste. Come accade sempre, quando un uomo porta numeri e dati, quelli che ragionano col “mi pare” e il “mi sembra” tacciono. Di tutto un gruppo composto da circa 50 persone, l’unico a lanciare l’allarme ero io e tutti gli altri muti. Così come avevo previsto ampiamente che applicando la formula del 110% ci sarebbero state truffe su truffe perché sarebbero stati applicati prezzi oltre il massimo. E infatti …

        • Ma sì, prendi per oro colato ciò che dice Meloni…
          In ogni caso, quello c’era, chi lo ha usato si ritrova con una spesa energetica inferiore, migliore comfort in casa, fotovoltaico che abbassa di parecchio le bollette ed un immobile con valore aumentato.
          Chiamali scemi.
          Ah, ma, aspetta. Ah, sì, tu sei quello che fa 132kmH di media zigzagando tra le corsie.
          Come quello che ha causato l’incidente dell’altra sera a Milano uccidendo due signore.
          Bravo, bravo, bravo pirla!

          • I perdenti come te non rispondo sull’argomento ma fanno attacchi ad personam. E comunque quello che ha provocato l’incidente era sotto l’effetto della droga.

          • @Enzo.
            Presente io?
            La EV la ho, casa con FV la ho, non vado in giro a denigrare ciò che non conosco, come fai tu.
            Ti sei eletto a difensore dei deboli, ma nessuno te lo ha chiesto, e lo fai male.
            Sei un qualunquista, sai solo criticare, non porti idee per risolvere problemi, sei il bauscia che si crede figo perché infrange le regole e rimane impunito.
            Con una termica sei a denigrare l’elettrico su questo sito.
            Ed il perdente sarei io?
            Di tutto quello che ti sei cantato, non hai nulla, leone da tastiera.

        • Perché, pensi che non ne fossero consapevoli quando han fatto il tutto? Bastava un limite isee a 35k e tutto sarebbe andato liscio o quasi.
          Francamente non posso credere che chiunque sia arrivato in certe posizioni non sia in grado di fare certe previsioni anche sommarie e cercare soluzioni

      • Ragiona un secondo…se tutti i condomini avessero aderito al 110%, secondo te, quanti anni ci sarebbero voluti per poterli riammodernare tutti? forse 50 anni non bastavano. Nel frattempo le casse dello Stato andavano a gambe all’aria. Poi sei mai stato a una riunione di condominio? se parli cosi, sicuramente no. A parte che comunque il 110 % non copre tutti i costi, perche’ alcuni lavori che vanno fatti ,rientrano nel bonus facciate 90% e altri nel bonus 50%. Quindi per completare la ristrutturazione bisogna comunque tirare fuori , come minimo qualche migliaio di euro. E secondo te, a gente che fa fatica a pagare le rate condominiali, gliene puo’ fregare qualcosa di implementare la casa perche’ cosi, tra 10 anni, potra’ ricaricare l’auto elettrica? mi sa che vivi nel paese dei balocchi

        • Il superbonus ha interessato il 3,2% degli edifici. Fosse stato il 15% avremmo potuto fregarcene del gas russo. Ci pensa a questo?

          • Gia cosi’ e’ costato 110 miliardi e ha fatto schizzare l’inflazione dove non arrivava da 20 anni. Per arrivare al 15 % degli edifici bisogna moltiplicare 110 x 5 uguale 550 miliardi di euro. In piu’ non ci sono abbastanza maestranze e materiali per fare il 110 % sul 15 % degli edifici contemporaneamente. Ci vorrebbero come minimo altri 6 7 anni per coprire la percentuale di immobili che dice lei. Ci ha pensato a queste quisquiglie? leggendovi, a volte , credo che viviate sulla Luna

          • Non solo ci ho pensato, almeno quanto lei, ma ho anche cercato di capirci qualcosa. Ci provi anche lei https://www.nomisma.it/superbonus-nomisma-comunicato-stampa/

            Questa una sintesi:
            “Dopo lo stop del Governo serve una strategia per riqualificare il 98% degli edifici residenziali esclusi dal Superbonus
            Grazie al Superbonus gli edifici hanno registrato una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 e un risparmio in bolletta tra il 30,9% (salto di 2 classi) e il 46,4% (salto di 3 classi)
            Per far fronte alla direttiva UE sulle case green (entro il 2033 classe minima D), agli impegni sulla neutralità carbonica (emissioni zero al 2050) e per sostenere la domanda di 10,3 milioni di famiglie eterogenee sarà imprescindibile il meccanismo della cessione dei crediti”

        • Esatto , il 110 è stata la stupidaggine del secolo (per non dire altro) . Anche un bambino dell’ asilo capisce che una cosa così manda fuori controllo i conti dello stato. Poi fatta in Italia ancora peggio!! visto cosa è successo sui listini dei materiali e preventivi gonfiati !!.

        • Il problema è che tutti tra governo e midia dicono continuamente che sono soldi usciti dalle casse dello stato, il punto focale è che questi fondi arrivano dal Europa, che noi tutti paghiamo con le nostre tasse, il problema che ora ha lo stato è colpa della politica, un anno di blocco ha fatto sì che il giro economico di bloccasse , così zero introiti, e dal altra parte niente fondi perché non è stato portato a termine nulla, quindi meno facciamo e meno fondi arriveranno, comunque sappiate che tutte le case DOVRANNO esser efficentate, voglio vedere che fine faremmo entro il 2033 con un reddito pro capite così basso.

      • I lavori per il 110% rimborsati sono una parte dei lavori che vengono fatti in caso di ristrutturazione… e poi c’è anche necessità di avere i soldi per partire coi lavori (oltre a quella di possedere la casa, ma vabbè, quisquilie)

        • Io non sono favorevole alle modalità con cui il 110% è stato fatto, ma quello c’era e se lo si voleva ne si poteva approfittare.
          Amici che abitano in condominio, hanno speso 400€ per fare la certificazione energetica di partenza e basta.
          E si ritrovano con cappotto, infissi nuovi, tetto rifatto con FV condominiale.
          E Wallbox in garage.

          • @Andrea
            No, esperienza diretta no, anche volendo non avrei potuto; casa elettrica con solo PdC, il cappotto c’è già, il FV pure.
            Pirla io che ho pagato di tasca mia quando ho costruito 7 anni fa

    • Quando si dice che l’auto elettrica non è per tutti si intende proprio per questi motivi e Non per la spesa iniziale sostenuta.

      • Infatti la signora che ha acquistato la Panda a 9950 euro e vive a piano terra con parcheggio davanti casa l’ha comprata subito l’auto elettrica. L’auto la ricarica vicino la cuccia dell’elefante rosa che vola con le grandi orecchie …

        • Quelle persone che oltre a non avere i soldi non sono neanche raggiunte dalle linee ferrate a cosa si attaccano? (perché appunto, al tram non possono).

          • Ho la soluzione… a pochi passi da me c’è un campo nomadi dove puoi allacciarti gratuitamente basta mettersi daccordo… gli lasci le chiavi qualche decina di euro fan tutto loro e te la restituiscono al mattino seguente carica oltre che è posteggio custodito H24 🙂

          • Mia nonna neppure tanti anni fa andava a lavoro in bici (anzi entrambe e neppure erano povere), ora ci sono elettriche.
            Chi abita in zone rurali ed è tanto povero non capisco come possa mantenere l’auto.
            Comunque non ci sono ciclabili, i mezzi pubblici fanno schifo, non abbiamo abbastanza parcheggi ne garage di dimensioni adeguate….
            Siamo in Italia!

    • La potenza della calma…mi piace questo slogan Citroen…vedrai che una soluzione si trova com’è sempre stato…un giorno uno decise che si era rotto di patire il freddo e ha imparato a governare il fuoco…ma come? Brucia, è pericoloso…poi un altro si è rotto di trascinare le cose…quasi quasi mi invento la ruota…ma come, abbiamo sempre fatto così…vado avanti? Appunto il mondo è di tutti e ci dà segnali inequivocabili…non tra 100 anni…ci siamo dentro fino al collo. Appunto Sveglia!!

    • Proprio per queste situazioni serve incentivare la ricarica al lavoro, non certo gratuita o a spese dell’azienda. Per esempio esistono wallbox con RFID Card e relativo addebito.
      Se poi l’azienda dovesse offrire la ricarica gratuita, sarebbe un bel benefit.
      Immagino comunque le situazioni più disparate ma prima o poi l’auto sarà in sosta da qualche parte. Ed è sempre impossibile un collegamento elettrico?

    • Ok, gli abitanti di viale Monza potranno continuare a comprare auto termiche anche dopo il 2035. Guarda caso, ci abito anch’io…

          • -C’è una legge che vieta di disporre di due abitazioni?-

            Oh per l’amor del cielo! A me lo dici? 😀

            Mi illudevo però che tu potessi disporre di due mogli, ovviamente in maniera fra tutti consensuale. (e ridi dai… 🙂 )

            Come dici? io?
            Io ormai non dispongo più nemmeno di me stesso. 🙁

    • abito in una “villettina” (a schiera) e ti posso giurare che ho un solo posto auto e nemmeno così grande… il garage è una rimessa per le bici in cui un’utilitaria ci entrerebbe a fatica. e comunque l’ingresso al giardino resta problematico, sia per le manovre da fare, sia per l’uscita cieca. Su 10 case tutti parcheggiano dall’altra parte della strada…
      La realtà è molto diversa da ciò che è documentato

    • Anche io ho parenti che vivono in centro a Milano e l’auto non la hanno perché i mezzi pubblici soddisfano tutte le loro esigenze ( la comodità di avere tutto) io che vivo su un paesino sono costretto ad avere più auto perché non ho nulla e per andare al lavoro sono 70km giorni io e 99 km mio figlio, quindi spese extra per poter vivere quotidianamente, magari ci fossero i mezzi pubblici, sai che risparmio.

      • Il TPL è comunque, per una parte, finanziato dagli enti pubblici che lo normano, quindi non sarà mai così gratuito (tasse) finché ragioniamo di veicoli individuali a motore (elettrico o a combustibili fossili). Nelle grandi città conviene perché ci sono concentrazioni di persone, mentre nei piccoli centri conviene solo nelle zone centrali e mai in periferia.

  8. Non basta attaccare una presa alla colonnina, come dite voi. Non è una schuko. Risultato? Come si fanno ad addebitare i consumi in modo puntuale? A quel punto si aprirebbe uno scenario tipo “LIDL”, dove anche chi può ricaricare a casa correrebbe a ricaricare al lampione perché è aggggratissss. Quella soluzione va bene per una sperimentazione, non certo come soluzione definitiva per le masse. Quindi alla fine servono tutti gli elementi di controllo per il pagamento, etc., ovvero serve una normale colonnina di ricarica con tutti i costi annessi e connessi.

    Non a caso EnelX presenta una soluzione come questa [ https://www.enelx.com/it/it/istituzioni/trasporto-elettrico/soluzioni-ricarica/juicelamp ] ma non è una presa attaccata alla colonnina ma è proprio un lampione nuovo, ad-hoc, che va a rimpiazzare un lampione esistente. E il cui costo è certamente ben superiore a quello di una “semplice” colonnina di ricarica, visto che questo lampione la integra al suo interno e in più ha un palo della luce.

    Ah, mettetevi tutti la sveglia alle 6:20 perché alle 7:00 se tenete ancora lo stallo occupato con la batteria carica scatta in automatico la multa, addebitata direttamente sulla vostra app …

    • Oggi leggendo altri tuoi post mi trovavo a volerti difendere da Lucio che, suo malgrado, è l’esempio tipico del cieco tifoso dell’elettrico. Qui invece ci cadi in polemiche di basso livello.
      Alle 7.00 finisce la moratoria, a quel punto hai un’ora per rimuovere il veicolo senza addebiti.
      Ergo fino alle 8.00 non hai nessun addebito.
      Ti preferiamo in versione originale!

      Ciao e tante buone cose!

  9. le perplessità che si sono evidenziate nei commenti precedenti li trovo del tutto legittimi, il problema che nessun governo italiano sia disponibile ad affrontare il problema per tempo. L’idea dei lampioni è senz’altro buona, ma come avete comunicato esistono altre tecnologie dai cordoli al wireless. Credo però che una strategia di sistema dovrebbe essere quello di imporre a chi ha più di 100 mq di tetto di dotarsi di campi fotovoltaici semplificando la normativa e obbligando in cambio di incentivi i proprietari di impiantare punti di ricarica. In questo modo si raggiungono due obiettivi, caricare quando c’è il sole e usare le batterie anche per alimentare direttamente o attraverso lo scambio le proprie abitazioni attraverso il V2G. E’ oggi il momento per parlarne, domani potrebbe essere troppo tardi.

    • Mah… ben vengano gli incentivi ma non credo siano molte percentualmente le abitazioni adatte ad installare delle colonnine di ricarica disponibili al pubblico.

    • 100mq di tetto si hanno sulle ville, perché vuol dire avere una base da 100mq. un condominio può avere 100mq ma vanno divisi per ogni abitazione, quindi se in un condominio ci sono 200mq di tetto ma 4 abitazioni sono 25mq per abitazione (semplificando e tralasciando il discorso ripartizione delle spese condominiali).
      Poi il discorso è particolarmente semplicistico perché per installare campi fotovoltaici sui tetti va valutato l’orientamento, l’inclinazione e le eventuale zone d’ombra.
      fosse facile…

  10. Caricare a casa è comodo, su questo non ci piove.
    Ma se non si può, per settordicimila motivi, dal centro storico, al non avere un parcheggio privato, etc etc, una soluzione si ha da trovare.
    quindi, dovrebbero incentivare colonnine a bassa potenza ( 3,6kW sono sufficienti ) nei parcheggi aziendali e di interscambio con ferrovie e metropolitane, ove le auto stanno ferme per parecchie ore, almeno 9.
    Colonnine più potenti, le 11/22kW nei parcheggi dei centri commerciali, negozi, palestre, piscine, ristoranti, cinema.
    Certo, come il parco auto si sta muovendo ad una certa velocità verso l’elettrico, anche la rete di ricarica evolverà.
    Economicamente, oggi non ha senso avere 50 colonnine in un parcheggio di interscambio, sarebbe un costo non assorbibile viste le quantità di auto in circolazione.
    Ma nel giro di un paio di anni, vedrete come spunteranno.
    Abbiamo visto bel corso dell’anno scorso come si è evoluta la ricarica autostradale, con la rete di FreeToX.

  11. La percentuale del 68% di abitazioni con box auto penso che non tenga conto che molti di essi sono molto vecchi e non più utilizzabili x mettere l’auto in quanto piccoli x gli standard di mezzi odierni e difatto adibiti a cantine..

  12. Chi vive in alcune valli del Trentino (immagino anche altre zone d’italia, lo si vede quando si va in vacanza nell’Appennino o al Sud) spesso deve fare anche qualche decina di km per andare al distributore: nessuno ha mai posto il problema…….

  13. Si spera che da qui ai prossimi anni le batterie abbiano raggiunto una maturità tecnologica, come un incremento di densità energetica e sicurezza. Poi un’altra speranza è quella di uno sviluppo concreto della carica wireless, si toglierebbe un’altro impiccio di cavi di ricarica fra i piedi. Con la carica wireless, situato nell’asfalto dei parcheggi privati o pubblici, chiunque potrebbe beneficiarne senza andare alla ricerca di colonnine di ricarica. la mia idea è: se trovo parcheggio pubblico (o privato) che sia, è sicuro che la mia auto si ricaricherà in automatico, ovunque vada. Senza pensieri…

      • Su come addebitare il costo non è un problema nostro, quello su cui preoccuparci è come ricaricheremo tutti in modo equo e velocemente le nostre future EV. Penso anche ad una infrastruttura simile ad internet, dove ogni auto connessa ad un’altra condivide l’energia della propria auto.

  14. Avere un posto auto o un box comunque non assicura la possibilità di installare un punto di ricarica. Io sono bloccato da diversi mesi a causa dell’ostruzionismo dell’amministratore condominiale e di alcuni condomini. Ho perfino dovuto mettere in mezzo un legale che mi ha confermato che casi come il mio sono tutt’altro che rari e in deciso aumento.

    Oltre all’installazione di nuove colonnine pubbliche e incentivi è fondamentale una semplificazione delle norme per le wallbox nei condomini. Mi sembra incredibile che nel 2023 nessuno governo ci abbia pensato pur essendo a costo 0 per le casse statali.

  15. “E l‘altro 70%? Sarà ogni notte attaccato a una colonnina? Crediamo proprio di no. In Italia la percorrenza media di un’auto supera di poco i 30 km al giorno: anche una citycar con 150-200 km di autonomia avrà dunque necessità di ricaricare due o tre volte a settimana. Ciò significa che ogni notte avremo attaccato alla colonnina un terzo del 70% dell’intero parco auto.”
    Questa è la vostra visione ottimista ma tanti si attaccheranno anche se non ne hanno necessità, ve lo garantisco.
    Basti vedere come sta andando coi posti riservati alle elettriche: posti occupati abusivamente con termiche, o plug-in, o elettriche che seppur piene restano collegate ad oltranza.
    Regnano sovrane la maleducazione e l’inciviltá e speriamo ancora che quando saremo tutti su veicoli elettrificati ricaricheremo seguendo la necessità?
    “Senza contare poi che molti avranno a disposizione punti di ricarica nei parcheggi aziendali, dove potranno connettersi durante l’orario di lavoro.”
    Pia illusione anche questa. Per fare un esempio, vissuto sulla mia pelle: ho un collega anche lui come me interessato all’auto elettrica. Essendo in buoni rapporti col direttore dell’azienda ha chiesto se in futuro ci sarà la possibilità di qualche punto di ricarica o almeno se si darà la possibilità di attaccarsi alle spine industriali. La risposta è stata negativa, con la motivazione che si creerebbe un precedente “pericoloso”.
    Sono ancora in troppi a non credere all’elettrico, per una o per l’altra ragione, imprenditori compresi. E continuare a dire che abbiamo ancora tempo per pensarci mi sembra un atteggiamento sbagliato, che ci porterà a pensarci all’ultimo momento, con i disagi che ne comporteranno.
    Non mi sembra il modo giusto per affrontare il problema.

    • -tanti si attaccheranno anche se non ne hanno necessità, ve lo garantisco… Regnano sovrane la maleducazione e l’inciviltá e speriamo ancora che quando saremo tutti su veicoli elettrificati ricaricheremo seguendo la necessità?-

      Esatto, concordo senza meno. Purtroppo il futuro bisogna pensarlo facendo da un lato educazione, ma dall’altro la “tara” con la realtà.
      Idem in autostrada, dove una rete che nasce con tre o quattro colonniine ogni autogrill, secondo me nasce già “superata dagli eventi” e dall’attitudine di cui sopra.

      Su cui c’è ben poco da fare: se uno arriva in autogrill con un 60% di batteria che gli basterebbe per arrivare a destinazione, se si attacca lo stesso alla colonnina che trova libera fintanto che paga di tasca sua non gli si può dire proprio nulla visto che non sta rubando niente a nessuno.

      Rimango dell’idea che ogni necessità debba avere i suoi strumenti, e che si debba partire subito a pensare gli “strumenti grossi” per le “necessità grosse”.
      Lavorare “a colonnine” e “a lampioni” senza dubbio è una parte della soluzione, ma dubito che possa essere l’unica.
      Continuo a pensare che siano necessari anche grandi strumenti “centralizzati”, a mio avviso di più facile gestione (più facile, non “facile e basta”…).

      Per la serie: non si spara a una mosca con un cannone, non si distrugge un carro armato con la paletta delle mosche.

      Però secondo me si può fare, il problema è volerlo davvero. Volontà che al momento spesso latita.

      -Essendo in buoni rapporti col direttore dell’azienda ha chiesto se in futuro ci sarà la possibilità di qualche punto di ricarica o almeno se si darà la possibilità di attaccarsi alle spine industriali. La risposta è stata negativa, con la motivazione che si creerebbe un precedente “pericoloso”.-

      Precedente che però presto o tardi dovrà crearsi, piaccia o no.
      Poco o tanto (molte cose sono ancora da vedere…) l’elettrico è arrivato per restare.
      E assieme a lui un cambio di paradigma che, se ben gestito, rischia davvero di portare più vantaggi che seccature.

      Di nuovo, la questione sta tutta in quel “se ben gestito”. Al momento vedo solo tanti buoni propositi e troppi “no” detti per partito preso.

      • Ma penso al povero direttore dell’azienda, già da qualcuno visto come un terrapiattista elettroscettico. E’ che qui si immagina che le aziende sono delle centrali elettriche a cui l’energia avanza. Io penso alla sede della mia azienda che d’estate col clima a palla e 30 computer accesi si sta la corrente. Figuriamoci se ne hanno da “regalare”: dovrebbero dotarsi di colonnina, aumento del contratto di fornitura (con aumento poi del costo al kWh), dotarsi di una policy/procedura di gestione della colonnina (se c’è un cavo scoperto e il dipendente prende la scossa il responsabile della sicurezza finisce a raccogliere saponette nel bagno di una struttura dove ci sono solo uomini) e caricarsi la manutenzione della stessa, riservare il posto auto ai dipendenti che possono permettersi l’elettrica (da noi i posti auto non sono assegnati, i primi che arrivano se li prendono) discriminando il collega che ha uno stipendio più basso e viene a lavoro con una vecchia Peugeot di 15 anni e infine decidere se accollarsi lui i costi di rifornimento o farli pagare al dipendente (verificando la normativa in materia, fornendo tutti i riscontri del caso, conservando tutti i dati delle ricariche per anni perché potrebbero essere contestati, etc.).

        Eh, caro direttore d’azienda, lei se ne frega della Terra che lascia ai suoi figli …

        • Ma quante ne spari, non hai ancora finito di inventarti frottole da trollare?
          Il costo a kWh non dipende dalla potenza impegnata.
          I fissi si pagano in base alla potenza impegnata, in poco meno di 2€ per ogni kW di potenza richiesta.
          Le colonnine non hanno il cavo (solo quelle in DC lo hanno), hanno solo la presa, ogniuno usa il suo, così lo tratta bene.
          Poi, possono integrare un lettore di card RfID, così è possibile addebitare la ricarica alla singola persona.

          • -possono integrare un lettore di card RfID, così è possibile addebitare la ricarica alla singola persona.-

            e ovviamente facciamo pagare tutto a

            ” il collega che ha uno stipendio più basso e viene a lavoro con una vecchia Peugeot di 15 anni ”

            Così impara. lo zozzone. 🙂

          • @Alessandro D.
            Ogni dipendente che fa richiesta ha la sua card, così la ricarica è conteggiata ed addebitata al dipendente.
            Non capisco il suo commento

          • Rilegga il commento di enzo, verso la fine. Quando ipotizza il collega sfigato col vecchio peugeot. Unisca i puntini… pensi a Fantozzi…
            poi, forse, anche lei si produrrà in un sorriso. 😉🌹

    • @Denis, scusa ma, se la domanda al direttore era come l’hai riportata, non poteva avere che quella risposta.
      Provate a chiedere invece che l’azienda si faccia portatrice della richiesta a un gestore di colonnine a scelta (locale o nazionale) di installare alcune normali colonnine (a pagamento, ovviamente, ma l’azienda potrebbe contrattare un prezzo favorevole) nel parcheggio aziendale o nei parcheggi adiacenti all’azienda, e la risposta potrebbe essere favorevole, dato che la ditta ci fa bella figura con zero (o minimi) costi e il gestore di colonnine si assicura alcuni clienti in più.
      È esattamente ciò che sta facendo l’azienda dove lavoro io: così lei pubblicizza che sostiene la transizione ecologica dei propri dipendenti, e il gestore installa colonnine dove sa che verranno utilizzate perché c’è stata una precisa richiesta.

      • Ti assicuro che non è com’è stata fatta la domanda il problema.
        Per dirne una: il parcheggio, dipendenti e ospiti, è rivolto a sud quindi al sole tutto il giorno. Basterebbe installare una o più tettoie con pannelli solari per alimentare i punti di ricarica. Se proprio vuoi strafare metti anche le batterie d’accumulo ma non ne vedo la necessità.
        Certo, potrebbero chiedere, come dice qualcuno, ad un gestore di colonnine ma non c’è la volontà di farlo.
        Nella mia azienda siamo visti come macchinari, da accendere e spegnere a piacimento. Da spostare da un reparto A al B anche senza preavviso con annesso anche cambio d’orario a volte, con buona pace degli impegni extra lavoro. E di realtà tipo questa ne esistono ovunque.
        Nessuno ha chiesto di avere la ricarica gratis, ma qui se possono tolgono invece di concedere.
        Qualcuno ha scritto “povero direttore, già visto terrapiattista antielettrico”. Probabile che lo sia!

    • Il tempo è tanto per fare, poco per cominciare a fare. Su questo siamo d’accordo con lei. Mi suggerisca lei, però, quale sarebbe il “modo giusto” per affrontare il problema

      • Beh, intanto smettere di rispondere che prima di essere tutti elettrificati ne deve passare di tempo. È verità, su questo non ci piove, ma smettere di rispondere in quel modo può aiutare a smettere di pensare in quei termini. In questo modo il pensiero che “dobbiamo fare” prende forma su più fronti, fino ad arrivare a chi comanda. Forse anche questa è pia illusione…

        • Non è questione di pensare, illudere o stimare. E’ questione di numeri: le immatricolazioni di auto nuove in Italia sono 1,5 milioni all’anno, il parco auto italiano è di 38 milioni; 38 diviso 1,5 fa 25,3 periodico. Questo anche se da domani non venisse più venduta un’auto termica, ma solo elettriche.

  16. Però è proprio nelle metropoli, habitat naturale delle ev, che il posto auto è quasi un miraggio. Immaginarlo anche dotato di presa mi sembra utopico. Prevedo che nel breve e medio periodo il valore di box, posti auto e garage abbia una discreta impennata.

  17. Quella della sostituzione del pacco batterie al posto di un ricarica potrebbe essere la soluzione ideale pertutti ma le case che costruiscono auto elettriche non ci pensano neppure lontanamente ad adottare questa soluzione. primo perchè la macchina costerebbe veramente poco, secondo perchè a esaurimento batterie conviene di più cambiare auto e rottamare quella precedente (anzi ricilare come dicono loro) che cambiare il pacco batterie. Il battery swap tra l’altro, ha diversi vantaggi per i posessori di auto elettriche e stato (leggi possibilità di imporre accise) mentre notevoli svantaggi per i costruttori (leggi auto praticamente perenni) forse per questo in Cina c’e’ già mentre in Europa dubito si farà mai. In Cina comanda il governo quindi si è fatto, in europa le lobby quindi non si farà mai.

    • Manu, questo è interessante e lo scrivevo tempo addietro. Io non credo proprio che comprerò elettrico per motivi già spiegati ma SE l’auto anziché 40 costasse 20 SENZA batterie e potessi prenderla in affitto caricha, come ora si prende un’auto, pagando un giusto prezzo ed inserendola in 5..10 minuti il discorsi sarebbe diverso, da esaminare meglio,almeno per me e…tanti altri. Saluti.

    • Totalmente d’accordo se si fosse determinato almeno lo standard una decina di anni fa, molti dei dubbi sulle auto elettriche si sarebbero dissipati e si sarebbe creato un mercato parallelo e in competizione. Tanto più che nessuno parla del rischio tecnologico, ovvero che la tua auto può perdere di valore solo perchè una tecnologia più avanzata si sta imponendo. Tanto ci sarebbe da dire a proposito.

    • Ma perchè alcuni sentono sempre il bisogno di intravvedere complotti? Provi invece a essere un minimo obiettivo e lungimirante. Il battery swap è un’idea, ma la vedo molto difficile da attuare su larga scala. Dove si dovrebbero conservare, in modo da non danneggiarle e mantenerle efficienti, e caricare centinaia di batterie? Servirebbero infrastrutture di dimensioni medio-grandi – certamente di volumi maggiori delle colonnine e della attuali stazioni di servizio di carburante fossile – a elevata tecnologia e quindi elevati investimenti, e comunue piuttosto capillari sul territorio. Le sembra una soluzioni più semplice che non capillarizzare la rete di ricarica? Intendiamoci, i due sistemi potrebbero coesistere. Purtuttavia, il battery swap mi pare difficilmente sostenibile da un punto di vista industriale e logistico su larghissima scala.

  18. Quella dei lampioni è un’ottima idea, ce ne sono già ogni 30m sui marciapiedi, sono messi a scacchiera nei parcheggi, come ricarica lenta notturna o anche diurna, per esempio per chi si ferma ore in ufficio o per turisti in visita sono un’ottima soluzione.

    Ci vorrà poi una rete di DC da 50/100 KW nei punti strategici, tipo supermercati, banche, poste, uffici pubblici dove di solito vai, ed in 1/2h-1h sbrighi le tue commissioni e vai.

    Ed una legge che da un certo punto in poi si obblighi alla commercializzazione di auto AC con almeno 11KW di ricarica.
    La trifase se non a casa è molto più diffusa della AC e con 22KW in due ore se non fai il pieno poco ci manca e comunque 250Km di auonomia li carichi.

    • beati voi che potete rimanere due ore fermi a cazzeggiare.
      io sto più di due ore fermo solo se sto in ufficio, altrimenti i miei spostamenti sono per lo più frenetici. Sai com’è, la vita…

      • Non le capita mai di dormire la notte?
        In termini di autonomia, si possono caricare da 6km/h (230V*5A=1,2kW) fino a 170km/h (230V*31.8A*3=22kW) circa, passando per i 64km/h (230V*28A=6,4kW) della monofase.
        A me basta e avanza

        • L’articolo sotto il quale stiamo commentando parte dal presupposto che non tutti possono ricaricare a casa la notte…

    • Mai sentito parlare di carico elettrico ? una soluzione così è impensabile . Necessario cambiare tutti i cavi con sezioni pazzesche e relativi costi . La macchina elettrica per ora è e rimane un giocattolo per ricchi

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