Anche la mobilità è vittima delle fake news. O dei “falsi miti” che per l’Enel, impegnata in un ambizioso piano da 300 milioni per dotare il paese di una rete capillare di stazioni di ricarica pubblica, sono la causa principale delle lentezza con cui l’auto elettrica si afferma in Italia.
Il direttore della divisione e-Solutions Francesco Venturini ne identifica otto. E presentando il suo piano E-mobility Revolution, la settimana scorsa all’Autodromo di Vallelunga, li ha demoliti uno ad uno. Vediamoli.
1) L’auto elettrica non produce benefici ambientali
Falso. L’auto elettrica non produce alcuna emissione inquinante durante la marcia, a differenza delle auto a benzina e diesel e delle ibride che, pur in misura diversa, emettono gas serra (CO2), responsabili dei cambiamenti climatici e polveri sottili che generano lo smog. Nell’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo, smaltimento) un’auto elettrica emette il 72% di CO2 in meno rispetto a un veicolo convenzionale.
2) L’auto elettrica consuma più energia
Falso. La propulsione elettrica è 3 volte più efficiente di quella endotermica. In altre parole consumando la stessa quantità di energia un’auto elettrica percorre tre volte più chilometri rispetto a un’auto tradizionale.
3) Anche l’energia elettrica si ricava da fonti fossili, quindi le emissioni di CO2 si spostano semplicemente dai motori delle auto alle centrali elettriche.
Parzialmente falso. In realtà la quota di produzione di energia elettrica da fonti fossili (carbone, petrolio e gas) sta calando in tutto il mondo, e particolarmente in Italia. Nel nostro Paese le fonti rinnovabili contribuiscono per il 23% e l’idroelettrico per il 16%; entrambe le fonti sono ad emissioni zero. Il 5% proviene poi da derivati del petrolio, il 40% dal gas naturale (la più pulita delle fonti fossili sia in termini di polveri sottili sia in termini di CO2) e solo il 15% da carbone.
4) La forte richiesta di energia elettrica quando il parco circolante di auto Ev sarà molto numeroso metterà in crisi la rete.
Falso. Un milione di auto elettriche circolanti in Italia comporterebbe consumi di elettricità aggiuntivi per meno di 3 Terawattora (TWh) all’anno (ipotizzando anche un consumo di 20kWh per 100 chilometri _ dato relativo alla Tesla secondo Spritmonitor _ e una percorrenza media di 15 mila chilometri all’anno), il che equivale appena all’1% circa dei consumi finali totali di energia elettrica. L’impatto sulla rete sarebbe anzi molto positivo perché con l’introduzione delle reti intelligenti e della tecnologia Vehicle to Grid (V2G) il parco auto elettriche diverrebbe un grande sistema di accumulo che manterrebbe in equilibrio la rete a fronte di un crescente peso delle fonti rinnovabili discontinue.
5) Le auto elettriche hanno autonomia insufficiente
Falso per il 95% degli automobilisti. Uno studio di Morgan Stanley dimostra che la percorrenza media giornaliera delle auto va da 40 e 60 km giornalieri a seconda dei paesi. E il 95% delle auto non percorre mai più di 200 km in un giorno. Se si escludono le city car elettriche, tutti i modelli Ev più recenti hanno un’autonomia pari o superiore ai 200 km. Resta quindi “scoperto” un 5% degli automobilisti che però avrà presto a disposizione, anche in Italia, una rete capillare di stazioni di ricarica veloci e ultraveloci dove è possibile fare il “pieno” in 20 minuti. Soltanto l’Enel, nel suo piano E-Mobility Revolution, ne installerà 3 mila sui percorsi extraurbani entro il 2022, fra Fast Chage e Ultrafast Charge. I produttori di batterie, inoltre, stanno già sviluppando nuove tecnologie per portare l’autonomia delle prossime generazioni di auto (dal 2020 in poi) a ridosso dei 500 chilometri, a parità di peso e di ingombro.
6) I modelli in commercio sono pochi
Vero, ma ancora per poco tempo. Dopo l’esplosione del Dieselgate tutti i costruttori hanno accelerato lo sviluppo dei loro progetti Ev. Nei prossimi due anni arriveranno sul mercato almeno 50 nuovi modelli, senza contare le numerose proposte dei costruttori cinesi, per il momento non ancora commercializzate sul mercato occidentale.
7) Le auto elettriche costano troppo
Oggi è vero, ma soltanto se si considera il semplice costo di ingresso. Il “costo di proprietà”, invece, è già oggi competitivo rispetto all’auto a motore termico. Bisogna infatti considerare i minori costi di manutenzione (meno della metà), l’esenzione per 5 anni dalla tassa di circolazione, gli sconti dal 30 al 50% sulle polizze assicurative, i minori consumi ed eventualmente gli incentivi. A questo proposito si è già mossa la provincia autonoma di Bolzano che concede un bonus di 4 mila euro a chi acquista un’auto elettrica e di 2 mila per chi acquista una ibrida “plug in”. A breve dovrebbe farlo anche la Provincia di Trento. E ne parla anche il governo. Secondo uno studio pubblicato da Bloomberg New Energy Finance quando la produzione di auto elettriche diventerà di massa, le economie di scala permetteranno di abbattere rapidamente i prezzi ed entro il 2022-2024 i veicoli elettrici costeranno come quelli tradizionali. Ma secondo altre stime la parità potrebbe essere raggiunta anche prima. I prezzi delle batterie, oggi la componente più costosa di ogni auto elettrica, sono scesi del 65% dal 2010 ad oggi e potrebbero scendere di un altro 40% entro il 2025, replicando la dinamica dei pannelli fotovoltaici e degli smatphone.
8) L’energia elettrica in Italia è troppo “cara”
Falso. Le tariffe elettriche in Italia sono più alte rispetto ad altri Paesi europei, ma la tendenza è a una sensibile discesa via via che il peso percentuale dell’elettricità crescerà nel mix energetico nazionale. Già oggi, comunque, un pieno elettrico costa molto meno di uno di benzina. Anche considerando la tariffa elettrica più alta sul mercato, un viaggio Milano-Roma in elettrico costa 40 euro, contro i 75 euro della benzina. Il risparmio è molto superiore accedendo alle numerose offerte tariffarie o autoproducendo l’energia con impianti fotovoltaici domestici.
9) L’auto elettrica non emoziona
Lo dice chi non è mai salito su un’auto elettrica. Provare per credere.
Io ho l’ibrida ed alla guida mi diverto, anche se in maniera sicuramente diversa da chi sgasa ai semafori, Con l’elettrica si potrebbe solo migliorare…
L’ibrida e le rotonde (o rotatorie) sono un abbinamento perfetto per due ragioni, una pratica e l’altra ludica.
1) Sfruttando al meglio la decelerazione la rotonda è una perenne fonte di energia e dopo un lungo tratto di statale, con molte rotonde, ecco che sempre più spessi vedi sul display il simbolo che conferma la ri-generazione dell’energia.
2) Di Audioti & C che ti stanno sempre attaccati al paraurti, a prescindere dalla velocità, sono piene le strade. Quando però sei sulla Statale e ti avvicini alle rotonde, loro che arrivano sempre troppo forte e non possono sfidare le leggi della fisica sono costretti a frenare con decisione, scalare e perdere potenza per poi ripartire successivamente.
Io invece sollevo il piede, decelero ma non freno, percorro la rotonda in scioltezza e non appena possibile premo l’acceleratore e l’energia del motore elettrico, subito disponibile, mi fa filare via… e loro, dietro di qualche decina di metri…
Così come quelli che fanno zig-zag in ambito urbano, chissà mai se capiranno che uno stile di guida regolare paga di più (e fa consumare meno).