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Fallisce la COP25 di Madrid, Accordo di Parigi a rischio

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Fallimento totale per la COP 25 di Madrid. Così è a rischio l’attuazione dell’Accordo di Parigi.  Il vertice Onu sul clima si è chiuso senza alcun risultato sui temi più scottati in agenda. I lavori erano stati prolungati di due giorni nella speranza di trovare un’intesa  sulle misure da adottare per realizzare l’Accordo di Parigi.

Nonostante ciò i veti incrociati di Paesi come gli Stati Uniti (che si apprestano ad uscire dall’accordo), Brasile, Australia, Arabia Saudita e Giappone hanno bloccato l’intesa sui capitoli più qualificanti. Secondo Greenpace i vincitori sono «i ricchi potentati del carbonio».

Nell’anno di Greta Thunberg e dei suoi Friday for Future, del Green Deal appena varato dall’Unione Europea e  dell’allarme generale sulla crisi climatica sembra insomma che la distanza fra opinione pubblica e scienza da un lato e politica dall’altro sia più incolmabile che mai.

Solo rinvii sui nodi cruciali

Viene rinviato al prossimo appuntamento di Glasgow, nel novembre 2020, lo spinoso nodo dell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi sulla regolazione globale del mercato del carbonio. Resta in alto mare anche il meccanismo di compensazione per i danni provocati nei Paesi deboli dagli eventi climatici estremi a carico dei Paesi più inquinanti. E nessun passo avanti per la gestione globale delle grandi aree riserva di carbonio, cioè le grandi foreste, che Brasile e l’Australia considerano un affare interno.

Impegni vincolanti sul taglio alle emissioni

L’unico punto positivo resta la sottoscrizione dell’obbligo per i Paesi ricchi di aumentare l’impegno per tagliare i gas serra  da qui al 2030. Entro il prossimo anno dovranno indicare cifre precise e vincolanti. Questo consentirà a tutti i 196 stati firmatari dell’Accordo di Parigi di controllare e verificare i progressi.

Tutti delusi, a partire da Greta

Sia Greta sia il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres parlano oggi di fallimento. «La scienza parla chiaro, ma la politica la sta ignorando» (LEGGI) ha commentato Greta. «La comunità internazionale ha perso una opportunità importante per mostrare maggiore ambizione» ha detto Guterres.  «Ma non dobbiamo arrenderci, e io non mi arrenderò» ha aggiunto. Guterrez aveva aperto i lavori del Cop25 con un accorato appello alla buona volontà. Per Greenpeace «la porta è stata letteralmente chiusa a valori e fatti chiaramente non comprendendo la minaccia esistenziale della crisi climatica».

 

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6 COMMENTI

  1. SIAMO UN GRUPPO DI TECNOLOGI DI VARI STATICREATORI AMBIENTALI AUTONOMI.
    NESSUN PUO DIRE CHE PRENDIAMO DEI SOLDI PER LA RICERCA E SVILUPPO.
    ABBIAMO SVILUPPATO TANTE TECNOLOGIE ESCLUSIVAMENTE AMBIENTALI, DA DECINE DI ANNI PER RISOLVERE DEFINITIVAMENTE
    IL PROBLEMA INQUINAMENTO.
    A PARTIRE DAI TRASPORTI IN GENERALE. INDUSTRIALE, AGRICOLO,
    ETC.ETC.
    VENIAMO CONTINUAMENTE IGNORATI.
    I NOSTRI PROGETTI VENGONO PUNTUALMENTE CONSEGNATI A TUTTE LE AUTORITA. A PARTIRE DALLA BANCA MONDIALE.
    INDISTINTAMENTE TUTTI, NON SI DEGNANO NEMMENO DI DARE UNA RISPOSTA. TOTALMENTE IGNORATI.

    • Non avendo alcun elemento per giudicare il vostro lavoro ci permetta, Vito, di sospendere il giudizio. Ciononostante pubblichiamo volentieri il suo appello

  2. Un accordo che non prevedeva in alcun modo di vincolare alla riduzione dell’inquinamento e delle emissioni paesi come Cina, India, Indonesia, Russia, Vietnam, paesi del golfo, Pakistan, Nigeria, Sudafrica, paesi dell’Asia Centrale, Messico, Malaysia, Bangladesh, paesi del Nord Africa che nel complesso rappresentano circa 5.5 miliardi id persone su un totale di 7.5 miliardi di persone secondo voi CHE SENSO AVEVA? in pratica tutti gli sforzi e soprattutto i costi dell’accordo sarebbero TOTALMENTE RICADUTI SULL’OCCIDENTE, ma non sui ricchi radical della left coast o di Parigi Londra Berlino ma sui poveracci che si trovavano obbligati a pagare tasse inique sui carburanti, a dovere comprare costose ed inefficienti auto nuove per forza perché quelle vecchie, seppur funzionanti, diventavano “illegali”, lavoratori che pagano delle bollette elettriche gonfiate del 33% di tasse che contribuiscono a rendere “economiche e competitive” le fonti di energia intermittenti, che senza il contributo NON SONO NE’ ECONOMICHE NE’ COMPETITIVE, oppure lavoratori come in Cile, a Santiago, dove dal giorno alla notte il biglietto della metro costa il 30% in più perché quel coglione del presidente di centro destra del Cile ha accettato di fare andare la metropolitana solo con fonti di energia alternative che costano così tanto da dover alzare il prezzo del biglietto. Certo Obama, Di Caprio, Al Gore, principe Henry e Megan Merkle non hanno problemi, sai invece che ti dico io? che la bolletta dell’Enel da 60 euro con ben 20 euro di tasse da pagare per il solare altrui a me pesano parecchio. A te no? bene allora paga pure la mia parte e quella dei vari operai, impiegati, commessi, dipendenti delle cooperative e gente che vive a 1200 euro al mese quando va bene. Ma questi costosissimi ed inutili burocrati internazionali che per ben 25 volte si sono riuniti a buttare i nostri soldi per discutere di inutili utopie perché non provano ad accendere il cervello? Inutile che una ricchissima ragazzina handicappata faccia da PESSIMA testimonial di un “rivoluzione verde” che alla fine chiede solo di caricare il costo della rivoluzione tutto sopra le spalle di chi in occidente sta peggio, la classe media, medio bassa e meno abbiente. NO GRAZIE, DAVVERO no grazie! queste rivoluzioni non ci servono, ci serve ben altro. Obbligate la Cina a rispettare i trattati internazionali, mettete dazi così elevati sui prodotti fatti in Cina, India, Indonesia da rendere anti-economico produrre là per esportare qua, ma solo produrre là per il mercato locale. Otterremo due cose, il ritorno della manifattura in occidente dove la produzione sarà fatta rispettando le norme ecologiche e la filiera sarà controllata e sicura e creeremo posti di lavoro VERI. Invece oggi basta andare a Shenzen e vedere come le multinazionali che ci offrono i cellulari inquinano SENZA IL MINIMO CONTROLLO e senza rispettare le più elementari norme sanitarie.. il tutto con quale vantaggio, per comprare un cellulare nuovo ogni 2 anni? anche no? onestamente ha ragione Trump quando sbeffeggia Apple, Google, Amazon. Riportino la produzione negli USA per il mercato americano. Un i-phone invece di mille ne costa 2mila? pazienza ne compreremo meno ma saranno PER FORZA MIGLIORI E DURERANNO COME I VECCHI MOTOROLA E NOKIA ANCHE 10 ANNI perché sennò cambio marchio.. Scommetto che in questo modo la forte riduzione di un commercio internazionale inutile ridurrebbe sia l’inquinamento produttivo perché le norme in occidente sono più stringenti, sia l’inquinamento da trasporto merci che è diventato ridicolo nel momento in cui si scopre che in Europa non si producono più preservativi, aghi per le punture, cerotti… come se fosse indispensabile produrli in Cina???? Pensateci: criticatemi, offendetemi, bannatemi e censuratemi, MA PENSATECI…. e capirete perché anche COP25-Madrid è fallita come falliranno gli altri COP a venire se non cambieranno le cose proposte.

    • Tutti i suoi ragionamenti derivano dalla negazione della crisi climatica. Per fortuna 196 Paesi del mondo la pensano diversamente. Anche se è vero che hanno idee molto diverse su come affrontarla. Le ricordo tra parentesi che gli americani sono di gran lunga i maggiori inquinatori del pianeta. I cinesi inquinano come gli europei (meno di un terzo degli americani) gli indiani meno della metà dei cinesi. E non parliamo di pachistani, nord africani e di tutti gli altri disperati della terra che già subiscono le conseguenze del surriscaldamento globale senza averne la minima responsabilità.

      • Mi dispiace dover far notare che i dati da lei citati parlano di produzione di CO2 che essendo il cibo delle piante NON E’ INQUINAMENTO, ma solo un gas che alcuni accusano del presunto riscaldamento climatico. Saltando la polemica sulla crisi climatica per la quale la mia posizione è nota e coincide con quella di Obama (mi compro la casa al mare tanto l’aumento degli oceani è una balla da vendere ai creduloni) andiamo al punto: il CO2 non inquina, è solo usato per misurare quanto alcuni stati devono pagare in più rispetto ad altri una eventuale carbon tax planetaria. Nel suo complesso la Cina produce più CO2 rispetto agli USA da almeno da 5 anni, a dire il vero ne produce il doppio. Forse fa riferimento al presunto pro-capite, ma allora si deve allargare il quadro. Quanta CO2 viene emessa negli USA per produrre tot PIL pro capite? Tradotto: se io consumo 16 tonnellate di CO2 ma ho un PIL pro capite di 62.000$, ovvero consumando 16 riesco a creare un benessere di 62.000, sono meglio (più efficiente) o peggio di un indiano che consuma 2 tonnellate di CO2 per produrre solo 2000$ di ricchezza? Il pakistano medio addirittura “inquina” di più per creare anche meno ricchezza! O la Cina che consuma 8 tonnellate di CO2 per creare 9.500$ di benessere? In Italia si produce 6 tonnellate per produrre 34.000$ di ricchezza pro capite, ovvero la Cina inquina il 33% in più in termini assoluti pro capite, se poi guardiamo alla ricchezza allora siamo super efficienti.. Concordiamo sui numeri? li ho presi da fonte non sospetta, Wikipedia per i PIL 2018 e Altervista per il CO2 prodotto. A questo punto passiamo oltre il CO2 e pensiamo al vero inquinamento, quello da gas che ammazzano se li respiri perché fanno venire i tumori o provocano le piogge acide o inquinano le falde acquifere e i fiumi e i laghi e gli oceani… beh in questo l’Asia da est a ovest e da sud a nord è incontrastato leader ed il COP25 non ne ha parlato. La plastica che sporca ed inquina gli oceani viene in pratica tutta da là. Lo zolfo delle centrali a carbone senza filtri di Cina, Siberia, Coree etc causa piogge acide che stanno uccidendo le foreste della “Left Coast” americana, con buona pace dei politici ambientalisti Democratici americani di California, Oregon e Washington state, sempre così supini ai desideri ed agli ordini cinesi ma sempre agguerriti contro Trump… Inoltre: rifiuti chimici “che voi umani non avete mai neppure pensato di vedere” si riversano ovunque intorno alle mirabilanti fabbriche di elettronica di consumo in Asia, al di fuori di ogni controllo e con le multinazionali mondiali (americane, canadesi, giapponesi, europee, coreane, taiwanesi, australiane) che chiudono occhi, orecchie, bocca e comprano pagine pubblicitarie per dichiarare che “hanno raggiunto il carbon footprint zero perché comprano solo elettricità prodotta da fonti rinnovabili”. Volete dire di no?
        Avete una idea di quanti controlli anti inquinamento subisce la Global Foundries/IBM/AMD per produrre chips nello Stato di New York, oppure ST microlectronics ad Agrate in Brianza? pensate che la Huawei o la Xiaomi abbiano controlli in Cina? non mi stupisce che i chips di molte corp americane come Qualcomm o Nvidia siano prodotti in Cina e non negli USA a prezzi più bassi..
        Alla luce di ciò, chi ha voglia di farci il favore di mandare la signorina Greta a scuola ad imparare qualcosa in modo che la prossima volta che parla sappia quello che dice? frasi del genere. “vedo letteralmente con i miei occhi la CO2 che aumenta” denotano o una dipendenza da droghe allucinogene piuttosto allarmante o anche uno stato di semplice squilibrio dovuto a fanatismo semi-religioso con visioni apocalittiche. La carnevalata del COP25 non serve ad altro che come passerella per pubblicità dei soliti noti politici impegnati a non ascoltare la gente e soprattutto a non lavorare. Ultima nota, dei 196 paesi del mondo che “per fortuna la pensano diversamente” mi risulta che neppure un decimo abbia preso impegni vincolanti di qualche genere, e che, a titolo di esempio, negli USA il presidente Obama si impegnò a firmare un trattato (pochi giorni prima della scadenza del suo mandato) che il congresso, cioè i rappresentanti del popolo, non ha mai ratificato. Non mi sembra una cosa da pubblicizzare… Comunque, signor Massimo, malgrado le mie posizioni assolutamente polemiche ed antipatiche, le assicuro che non sono arrivato a queste conclusioni per puro spirito di contraddizione e perché pagato dalla Exxon-Mobil o supposizioni varie; io a 6 anni ero iscritto al WWF, al liceo studiavo come era meglio riciclare i rifiuti e leggevo libri sullo sfruttamento dell’energia solare in orbite basse dell’atmosfera, nel 2000 ho letto di un soffio economia all’idrogeno di Jeremy Rifkin. Nel mio caso le mie conclusioni sono estrapolazione di una evidente campagna propagandistica che mira a minare l’occidente ed incolparlo di tutto, quando però le colpe sono diffuse, e quando le soluzioni le abbiamo comunque create noi occidentali. Non sopporto quando il vittimismo istituzionale di “loro buoni selvaggi” e “noi cattivi parigini” raggiunge il parossismo nella vergognosa evidenza di una realtà fatta di popoli che scelgono di vivere di merda e danno la colpa a noi. No grazie, tenetevi le vostre responsabilità e crescete come abbiamo fatto noi occidentali con fatica, lavoro, continui adattamenti e studi ed evoluzioni. Il mondo islamico non può pretendere di vivere come noi se non comincia ad offrire le medesime libertà individuali e le certezze giuridiche che le garantiscono, e che inevitabilmente confliggono con la loro religione. L’Africa non riuscirà a migliorare se il tasso di crescita della popolazione non si ferma, se non evolvono dalle loro tradizioni tribali, se non imparano a rispettare il loro ambiente. I latino americani smettano di fare le vittime predestinate che aspettano il caudillo liberatore ed affrontino il fatto che per raggiungere il benessere si deve lavorare tutti i giorni, che essere borrachi dal giovedì al lunedì non è un diritto e che le risorse naturali disponibili vanno valorizzate con tecnologia ed impresa non con piani quinquennali di sviluppo che arricchiscono solo il dittatore “socialista” di turno..
        cordiali saluti e comunque complimenti per il vostro impegno in questa rivista. scusate il tono da saputello polemico, sono toscano.

  3. Non avevo dubbi. Come si suol dire, un pessimista è un ottimista informato. Anch’io come Guterres, nel mio picciolo non mi arrendo, ma purtroppo resta sempre valida la lettera “Perchè non ce la faremo”, scritta nel 2005. Sono passati 14 anni e siamo sempre qui a girare attorno al problema. Eppure non abbiamo un pianeta B… (vedi: https://wp.me/pjP1E-1u)

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