Export di auto: la Cina prima al mondo nelle esportazioni di auto, grazie soprattutto alla vendita di elettriche e ibride plug-in. Scavalcato il Giappone.

Export di auto: superati anche Giappone e Germania
IL Dragone Cinese fa sempre più paura, come ha ribadito di nuovo venerdì al Festival dell’Economia di Trento il n.1 del Gruppo Renault, Luca De Meo. E questo grande successo non è dovuto a citycar di basso prezzo scopiazzate dai modelli occidentali, come si pensava fino a pochi anni fa. Un terzo degli 1,07 milioni di macchine spedite fuori dai confini cinesi nel primo trimestre 2023 è costituito da auto con la spina, elettriche o ibride plug-in. In gran parte Suv, di tutte le taglie, anche se il modello di maggior successo è la MG 4, un’elettrica della taglia della Golf, venduta a un prezzo molto competitivo. Il sorpasso è avvenuto con la prima parte di quest’anno, ma già nel consuntivo 2022 la Cina era salita al secondo posto alle spalle solo del Giappone. Scavalcando una nazione-simbolo del settore come la Germania.

Il primo esportatore cinese? La solita Tesla da Shanghai
Il ritmo di crescita della Cina è insostenibile per la concorrenza: nel primo trimestre è stato del 58,3%. L’export giapponese si è difeso bene, salendo a 954.185 veicoli, ma l’aumento è stato “solo” del 6%. Ancora più impressionante la progressione nell’export di quelli che in Cina chiamano NEV (New Energy Vehicles), saliti a quota 380 mila. Nell’intero 2022 ne sono state vendute 679.000. Bisogna considerare che nell’export cinese figurano anche le auto prodotte lì da costruttori occidentali. E così scopriamo che in testa tra le marche figura Tesla, che dalla Gigafactory di Shanghai ha esportato 90 mila auto, tra cui le Model 3 vendute anche in Italia. Segue il gruppo SAIC (MG, Wuling, Maxus…) con 50 mila. BYD è terza con 30.000 auto. Ma un po’ tutti i costruttori si sentono solo all’inizio: Xu Haidong, n.1 della CAAM (Associazione cinese dei produttori auto) fa sapere che l’obbiettivo è esportare 8 milioni di veicoli nel 2030…
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Potevamo fare NOI i miliardi.
In un paese senza petrolio e gas un’azienda che produce auto elettriche, pannelli FV e accumuli doveva avere sede legale a Catania o Palermo.
Ed i miliardi dovevamo farli noi.
Invece loi regaliamo a cinesi e americani. Ne hanno di bisogno.
Girerei l’articolo a quel genio di Matteo Salvini che continua a blaterare sul fatto che il passaggio all’elettrico ci metterà nelle mani dei cinesi. Mentre il governo fa ostruzione,alla conversione della nostra industria, noi compriamo quello che già c’è: cinese e altro. Stiamo perdendo tutti i treni per battaglie ideologiche del caxxo
Il fatturato di export e’ nel bilancio ufficiale della Cina, il record e’ saldo e anche oggettivo. Bisogna portare rispetto, la Cina fornisce auto ovunque, basta pagare corretto.
Non mi convince trovare Tesla nell’export cinese di auto.
Come non mi convincerebbe trovare Apple nell’export cinese di smartphone o di computer…
Perché?
Un iPhone è made in China, con l’esclusione del processore che viene importato, quindi è export tutto quello che non è destinato al mercato interno. Così Tesla (e Mercedes, Polestar, Audi…) dello stabilimento di Shanghai è fabbricata in Cina tranne alcuni componenti importati, anche se sono identiche (o quasi) a quelle che escono dagli altri stabilimenti.