Home Moto & Scooter Ev a due ruote, per la legge sono Ufo

Ev a due ruote, per la legge sono Ufo

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Per il codice della strada scooter, moto, e-bike e ciclomotori elettrici semplicemente non esistono. Serve la patente, e quale, per i diversi modelli? Possono circolare in autostrada? Hanno accesso alle tangenziali e alle superstrade?

Usando il buon senso qualche indicazione si può ricavare. L’ha fatto, in una bella e documentata inchiesta, il collega Marco Berti Quattrini sul sito Moto.it. Per la patente, in particolare, la discriminante è la potenza espressa in kW o la massima velocità consentita. Quindi, lasciando perdere le cilindrate che per i veicoli elettrici non esistono, si può dedurre che tutto ciò che non supera una velocità massima di 45 km/h e con potenza inferiore a 4kW, può essere equiparato al ciclomotore (il cosiddetto cinquantino)  e quindi condotto con il “patentino” a partire dai 14 anni.

Per velocità superiori e potenze da 4 a 11 kW, logica vuole che il termine di paragone sia il cosiddetto 125 cc. Occorre quindi la patente A1 o la B. Oltre, e fino ai 35 kW, invece, si entra nella categoria delle moto, per le quali è necessario conseguire la patente A2. Oltre i 35 kW, infine, si entra nel regno delle maxi moto per guidare le quali è richiesta la patente A3.

Il fatto è, come spiega bene Berti Quattrini, che la massima potenza, in fase di omologazione, viene misurata su un arco di tempo di 30 minuti. Ciò permette alle moto elettriche di giocare su una certa elasticità: basta sottodimensionare la batteria ed ecco che nei 30 minuti della prova la massima potenza risulta molto inferiore a quella potenziale ed effettiva. Successivamente, sostituendo il pacco batterie, la moto salta di fatto nella categoria superiore. Insomma, senza una normativa specifica diventa molto aleatoria la disciplina dei permessi di guida. E con questi, restano nel limbo gli aspetti assicurativi e quelli legali in caso di incidenti. Per le e-bike la questione è, apparentemente, più semplice. Il codice infatti identifica espressamente una categoria L1 e-A per “Veicoli a pedali dotati di propulsione ausiliaria destinata prioritariamente ad assistere la pedalata” che possono essere guidati senza patente. Il problema sorge però se la velocità supera i 25 km/h, nel qual caso la e-bike potrebbe essere equiparata a un ciclomotore, quindi richiedere patentino e targa.

Ma ancora più clamoroso è il buco normativo che riguarda gli accessi alle strade regolamentate, dove le riserve vanno solo in base alla cilindrata. Realizzando la sua inchiesta Berti Quattrini interpella Società Autostrade, Ministero dei Trasporti, Polizia Stradale. Fra rimpalli e mancate risposte, arriva alla conclusione che tutto quello che non è espressamente vietato sarebbe consentito. Insomma, ciclomotori e simili esclusi, tutte le altre moto elettriche dovrebbero essere ammesse tanto sulle autostrade quanto su tangenziali e le superstrade. Fino a legge contraria.

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