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ET504-H, la Cina lancia il trattore a 5G ed idrogeno

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Trattore idrogeno
Un trattore cinese

Con ET504-H il tanto discusso 5G  in Cina è a servizio del decollo dell’agricoltura smart dove questa tecnologia è necessaria per monitorare a distanza il trattore autonomo con motore elettrico.

I contadini cinesi invecchiano e le macchine autonome alleviano la necessità di manodopera nei campi

La sperimentazione cinese è legata all’invecchiamento della popolazione contadina, all’estesa superficie dei campi e ad una maggiore presa di coscienza del problema ambientale. Tre elementi che incoraggiano la ricerca di un’agricoltura tecnologicamente avanzata e meno legata al petrolio.

Trattore idrogeno
Il trattore ad idrogeno presentato nei giorni scorsi in Cina

Nel Paese asiatico la strada verso l’intelligenza artificiale dei mezzi agricoli è aperta da tempo con la sperimentazione di modelli a guida autonoma. Questa variante ad idrogeno è stata promossa dall’Istituto Nazionale per l’Innovazione e la Creazione di Macchinari Agricoli di Luoyang. Siamo nella provincia centrale dello Henan dove si era già sviluppata questa versione (leggi qui)

ET504-H è monitorato in tempo reale così come l’ambiente esterno di lavoro

Il trattore viene presentato con il modello ET504-H ed è connesso con il “pilota” dalla tecnologia di comunicazione mobile 5G che agevola la modalità di guida autonoma. In questo modo può essere controllato a distanza. Si eliminano posti di lavoro, ma si lamenta una mancanza di manodopera agricola.

Il 5G permette di monitorare ET504-H in tempo reale e controllare così lo stato di funzionamento del veicolo e l’ambiente di lavoro circostante. Secondo i progettisti si contribuisce così a migliorare l’efficacia e l’affidabilità dell’attività della macchina agricola.

Motori elettrici indipendenti per lo sterzo ed il sollevamento

Il sistema di propulsione del  trattore è composto da un magnete permanente principale,  un motore centrale sincrono e motori elettrici indipendenti per il sollevamento e lo sterzo. L’alimentazione è data sia dalla cella a combustibile a idrogeno, in particolare quando il veicolo porta un carico ridotto, sia dalla batteria al litio.

ET504-H è stato sviluppato in collaborazione con l’Istituto di Ricerca per le Attrezzature Avanzate di Tianjin. Il centro di ricerca e sviluppo per l’industria manifatturiera avanzata di Luoyang dell’Università Tsinghua.

Con ET504-H verso un’agricoltura sostenibile

Secondo Zhao Chunjiang, membro dell’Accademia Cinese di Ingegneria e direttore dell’Istituto Nazionale per l’Innovazione e la Creazione di Macchinari Agricoli: “E’ di grande importanza che una nuova generazione di macchinari agricoli green e intelligenti contribuisca a promuovere lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile“.

Il video di un trattore autonomo cinese

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LEGGI ANCHE: Trattori: 10 modelli elettrici (più due a guida autonoma)

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11 COMMENTI

  1. vorrei inserirmi con un commento un pò più pratico: il veicolo è un concept simpatico ed interessante, ma ha un qualche valore economico, ovvero ha senso al di fuori della volontà cinese di fare propaganda? All’Expo di Milano 2015 presso lo Stand USA c’era l’ologramma ed il video di Obama in persona che faceva vedere come già in certe aree del Kansas e Nebraska i trattori venivano guidati da satellite con ricognizioni di droni. Erano trattori autonomi E85 (etanolo). Il fatto che si facciano vedere trattori FC senza i numeri del costo di acquisto ed del sistema di distribuzione dell’idrogeno in aree remote come i posti dove avrebbe senso vendere tali trattori, sembra solo un esercizio di stile o pura propaganda. Poi dico.. 5G? ancora? ormai Musk con Starlink ha superato il 5G ancora prima che vengano fatte le gare di appalto…
    John Deere, Caterpillar, Claas, CNH per fare alcuni nomi leader, senza dubbio sono più pratici nel fornire al mondo dell’agribusiness soluzioni integrate e flessibili di una direttiva presa dal PCC in una sessione plenaria nella Città Proibita a Pechino.

      • Non lo metto in dubbio, ma non vi è propaganda dietro tali concept, solo normale ricerca industriale. Ripeto, non trovo niente di rivoluzionario nel simpatico ed intelligente progetto cinese. Sarebbe rivoluzionario se fosse economico ed efficace per l’agribusiness e non calato dall’alto come è tipico di un paese dirigista. Sono felice per ogni ricerca che migliora l’offerta, il mercato poi decide se il prodotto è valido.

  2. Non si parla mai del progetto zeroregio a Mantova!
    60 milioni di euro tutti spesi! Ho viaggiato per 3 anni su un veicolo bomba della fiat!
    Tutti i dirigenti si sono portati a casa migliaia di euro, noi autisti un grazie!

  3. Troppi interessi eco nomi i girano attorno alla produzione di energia. Ora è il tempo dell’elettrico. Gli investimenti sono orientati in tal senso. Non c’è ancora la volontà politica per investimenti massicci nell’idrogeno. Le lobby del fossile e dell’elettrico (prodotto col fossile) regnano incontrastati!

  4. La Cina farà le scarpe a Usa ed Europa anche nelle macchine agricole a celle a combustibile FC. J. Deere leader mondiale nelle macchine agricole, impallidisce; idrogeno e tecnologia 5G sono il futuro in tantissime settori. L’ Italia ha una lunga tradizione nel settore macchine agricole, la fiera Eima di Bologna è una delle maggiori manifestazioni di settore a livello mondiale. Non ho ancora sentito alcuna notizia di tecnologia a celle a combustibile applicata a macchine agricole in Europa, nonostante ci siano grandi gruppi industriali che operano a iniziare da CNH, del gruppo Fiat. Le celle a combustibile FC, alimentate a idrogeno pulito sono ormai una tecnologia matura. Il primo impiego di questo vettore energetico risale agli anni 60 quando venne impiegato come propellente per i razzi vettori. Oggi il settore che impiega maggiormente le FC sono i trasporti. Camion, autobus, auto, carrelli elevatori, mezzi industriali, treni per linee non elettrificate, trattori aeroportuali, macchine agricole, la lista cresce continuamente, queste sono già realtà in tanti paesi come Giappone, Cina, Korea del sud, Australia, California, Germania, Francia, Olanda, Danimarca, Norvegia, Austria, Svizzera. In Italia sono stati realizzati 2 progetti il primo a Bolzano dove con fondi europei è stato costruito un elettrolizzatore alimentato da energia idroelettrica per rifornire una flotta di autobus e di Hundai Nexo. A Milano una flotta di autobus usa idrogeno pulito. Roma sperimenterà la mobilità FC con una piccola flotta di autobus. Altri distributori verranno realizzati a Milano, Venezia e 2 in prov. di Modena. Proprio qui una grande azienda cinese investirà un miliardo di euro per produrre auto elettriche. Le auto FC costano ancora molto visti i bassi volumi di produzione, credo che se adeguatamente incentivate e promosse entro 5 10 anni avranno la loro quota di mercato. I veicoli FC si ricaricano in pochi minuti. Il governo deve coordinare il progetto idrogeno mettendo attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera, non possiamo rimanere indietro in questo settore strategico. Basterebbe studiare da vicino quanto fatto dal Giappone pioniere nella mobilità FC. Conosco bene questo paese per ragioni di lavoro, ancora oggi sono leader di mercato in tanti settori industriali. L’ idrogeno pulito nel medio termine sarà impiegato in diversi settori industriali e arriverà anche alle caldaie di casa. A Carpi Mo, una scuola pubblica ha installato una caldaia FC. L’ idrogeno può essere prodotto nelle regioni del sud Italia con impianti fotovoltaici posti su aree dismesse e distribuito in tutto il paese usando il gasdotto Snam. Anche l’ energia eolica può essere usata per alimentare gli elettrolizzatori, in particolare nelle ore di punta quando la rete non necessita di potenza. La Snam sta’ lavorando per introdurre il treno FC nel nostro paese, sta’ lavorando in collaborazione con Alstom la società francese produttrice del veicolo. Oggi le linee non elettrificate usano motrici diesel che impiegano un vecchio motore diesel cinese super inquinante. Ricordo che nel nostro paese sono allo studio 3 grandi impianti eolici off shore da Rimini a Taranto a Marsala. Il primo ha suscitato più che malumori nella politica di destra e nei terrapiattisti che di energia ne capiscono ben poco. Gli impianti sono posti a distanza dalla costa che li rendono invisibili; poi se uno va al mare e porta un telescopio è altro discorso. A quei terrapiattisti e no vax faccio un invito di fare un giro insieme in Spagna, Olanda, Germania, Danimarca che per primi hanno sviluppato le rinnovabili in primo luogo l’ eolico off shore. Sono moltissime le comunità energetiche che hanno investito nelle rinnovabili con ottimi ritorni sul capitale investito. I paesi di cui sopra hanno grandi progetti su idrogeno pulito, gli elettrolizzatori saranno alimentati proprio da eolico off shore. Le pratiche descritte sono molto ecoambientali e guardano alla transizione energetica. Chiedo ai terrapiattisti e novax che vorrebbero proporre un referendum per l’ impianto di Rimini, dove erano quando si parla di piattaforme petrolifere e di gas, di terminal petroliferi, di aziende chimiche e di diserbanti, di centrali a carbone, a olio combustibile e a gas che hanno avvelenato la popolazione e interi territori del paese. In Sardegna, una delle nostre maggiori attrazioni turistiche, ci sono ancora 3 centrali a carbone e una raffineria, senza ricordare le attività chimiche super inquinanti e dispendiose per tutti visto che abbiamo pagato cassa integrazione per lunghi periodi. All’ inizio degli anni 2000 la politica sarda chiamò il premio Nobel Rubbia per studiare un piano per arrivare ad una decarbonizzazione dell’ isola. Rubbia propose un programma ambizioso per far diventare la Sardegna l’ hub europeo dell’ idrogeno pulito. Come al solito non se ne fece niente. Dobbiamo arrivare velocemente ad una economia verde senza fossili, plastiche, diserbanti e altri prodotti chimici per l’ agricoltura, arrivare a produrre zero inquinanti. Dobbiamo girare gli incentivi che ancora oggi hanno alle fonti sporche alle rinnovabili e a progetti ecosostenibili. Ricordo che il costo marginale del Kwh o l’ EROEI delle rinnovabili è inferiore a quello di qualsiasi fonte fossile per svariate ragioni, pertanto non ha più alcun senso tenere in rete impianti super inquinanti e fuori mercato. Queste negli ultimi 200 anni hanno vomitato in atmosfera enormi quantità di polveri sottili e ossidi di vario tipo che hanno portato ad un aumento esponenziale della temperatura sulla terra rispetto ai millenni precedenti come dimostrato dal glaciologo americano Michael Mann con la sua teoria dell’hockey stick. Sole, vento, geotermia, idroelettrico, onde marine, sono fonti pulite, inesauribili e ben distribuite, insieme all’ idrogeno pulito danno l’ indipendenza energetica al paese. Ci affrancheremmo dalla schiavitù delle importazioni di petrolio, gas e carbone e la bolletta energetica potrebbe essere spesa su progetti ecosostenibili. Dobbiamo fare un piano di efficientamento energetico di tutti gli immobili pubblici e privati incluse scuole e ospedali installando impianti fotovoltaici e tecnologie avanzate per gestire impianti di riscaldamento e raffrescamento, arrivando non solo a ZEB, bensì a fornitori di energia pulita. Ricordo che gli immobili sono responsabili del 40 percento delle immissioni in atmosfera. Dobbiamo bonificare i 12.000 siti industriali dismessi e altamente inquinati di cui 500 sotto la normativa seveso. Dobbiamo bonificare un milione di siti inquinati da amianto iniziando dalle aziende che per un secolo hanno prodotto questo veleno. Ricordo che i decessi per mesotelioma alla pleura fin qui registrati sono diverse migliaia, il picco deve ancora arrivare. Dobbiamo programmare la dismissione dei 17 centri petrolchimici, delle 14 centrali a carbone di quelle a olio combustibile e a gas per una completa decarbonizzazione. Solo con un approccio sistemico possiamo affrontare il grande problema dei cambiamenti climatici. La presidente della commissione europea nella presentazione del piano next generation ha posto l’ economia dell’idrogeno pulito come una delle gambe per la transizione energetica. L’ inquinamento dell’aria causa ogni anno in Europa 400.000 decessi di cui 80.000 in Italia concentrati principalmente nelle regioni del nord altamente antropizzate e industrializzate con clima avverso come la pianura padana. Se guardiamo una foto satellitare del nostro paese notiamo che le regioni del nord la zona di Roma e quella di Napoli sono di color ruggine per ovvie ragioni. Ricordo un mio viaggio in Korea del sud nel 1993, arrivai a Ulsan la sede della Hundai, i giorni precedenti era piovuto, trovai quell’ enorme piazzale pieno di auto che galleggiavano, i danni economici saranno stati enormi, i cambiamenti climatici erano realtà già allora. In effetti fu’ nel 1987 che si parlò per la prima volta di emergenza climatica in occasione della riunione della comunità scientifica a Ginevra. Altre attività umane che impattano sul clima sono gli allevamenti intensivi e le deforestazioni. Ricordo che il problema ambiente e crisi climatica riguarda tutto il mondo, ognuno deve comportarsi in modo virtuoso. La realizzazione dei progetti di cui sopra creerebbe tanti nuovi posti di lavoro. Le risorse economiche necessarie verrebbero dalle tante aziende delle fonti fossili in cerca di validi progetti nelle rinnovabili e nell’idrogeno pulito così come i fondi pensione, i fondi di investimento e i fondi sovrani come quello norvegese e quello dell’ Arabia Saudita. Inoltre ci sono i fondi europei per la decarbonizzazione. Come affermato dal premio Nobel Stiglitz i progetti ecosostenibili creano più posti di lavoro e hanno una maggiore efficienza del capitale investito. Ho conseguito la laurea in ing. meccanica a Pisa nel 1982 con una tesi su idrogeno e rinnovabili in collaborazione con Enel. Vorrei ricordare il relatore l’esimio prof. Dino Dini che aveva lavorato al Jet Propultion Laboratory di Pasadena NASA per diversi anni dove di idrogeno e rinnovabili ne aveva visto tante. A Pisa aveva la cattedra di macchine e quella di missilistica. Saluti Antonio Saullo

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