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Estrima Birò, quando le dimensioni non contano

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Non solo Tesla, Renault, Audi o Bmw. Il mondo della mobilità elettrica è ricco anche di piccole realtà guidate da grandi imprenditori, che si fanno spazio tra i big del mondo a quattro ruote. E’ il caso della Estrima di Matteo Maestri, che a Portogruaro fabbrica la Birò, minicar ultracompatta, ecologica e moderna. 

Quando si parla di mobilità 100% elettrica su quattro ruote l’errore in cui si incappa più facilmente è quello di pensare che soltanto le grandi aziende strutturate abbiano potenzialità finanziarie e di sistema per investirci tempo e denaro. Non è sbagliato crederlo ma è solo una parte della verità. A volere una mobilità più green ci sono anche piccole o medie imprese, con a capo persone lungimiranti, che con coraggio e prontezza provano a lanciare iniziative mirate, riuscendo il più delle volte, al netto delle difficoltà, nel proprio intento.

Un caso esemplificativo ci viene direttamente dal mondo delle microcar elettriche, vale a dire quei veicoli a quattro ruote e due posti equiparati per legge ai ciclomotori: è la storia di successo di Matteo Maestri e della sua Birò.

In friulano il biroc’ è il mini carretto – quello dei gelati, per intenderci – e a questo l’allora trentenne Maestri deve aver pensato quando nel 2008, in piena crisi mondiale, scommise di tramutare un’idea in qualcosa di tangibile. L’idea era di creare un veicolo dalle dimensioni molto contenute ma confortevole, completamente elettrico, che abbinasse il suo essere ‘green’ all’ottimizzazione negli spostamenti cittadini.

L’ispirazione gli venne, per così dire, in famiglia, decidendo di diversificare l’attività della Brieda (impresa gestita da sua madre e suo zio) dagli anni ’50 specializzata nella produzione di cabine di sicurezza per macchinari agricoli e movimento terra. Sfruttando le conoscenze acquisite e grazie all’aiuto di ingegneri e progettisti, Maestri diede vita al primo prototipo Birò: la nuova creatura “ereditava” proprio dalle produzioni familiari le sue forme compatte, derivate dalla tecnica di realizzazione della struttura di sicurezza, in particolare il tubo d’acciaio con profilo ‘ a farfalla’ inventato proprio da suo zio Pietro Brieda negli anni ’80.

Matteo Maestri… e la sua “creatura”

Così Birò, il più piccolo veicolo elettrico su 4 ruote (appena 174 cm di lunghezza per 103 di larghezza) una volta superate le naturali resistenze ‘interne’, ha iniziato ad essere fabbricato a Portogruaro, in una linea apposita dello stabilimento del gruppo Brieda. E’ nata una società dedicata, la start up Estrima, autonoma dal punto di vista societario, e sono cominciate le vendite, che nel giro di pochissimo hanno portato frutti: nel 2010-2011 il Birò è stato il veicolo elettrico più immatricolato.

Nemmeno un breve sodalizio andato male con il patron Diesel, Renzo Rosso, ha fermato la macchina, ripartita a pieni giri nel 2015.

Ma poiché non si può vivere di rendita, specie in un mondo in evoluzione come quello della mobilità elettrica, Maestri punta a progetti di espansione anche oltre ai confini nazionali, forte di un aumento costante di vendite e di fatturato, raddoppiato nell’ultimo anno. Numeri ancora piccoli, per carità – si punta a circa 500 Birò vendute nel 2017 – ma che, se il trend positivo venisse confermato, aprirebbe a scenari ben diversi.

Dopo aver tenuto a battesimo stores a Milano, Lisbona e Amsterdam, dal prossimo anno sono in programma aperture a Roma, Barcellona e Parigi, con l’approdo nientemeno che nel Sol Levante, precisamente con un negozio ad Osaka.

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