L’eolico off shore in Sardegna non si può definire ecologia. Per Marcello è uno scempio ambientale gistificato da interesse inconfessabili. Inviate i quesiti a info@vaielettrico.it.
Ogni Regione pensi ai propri consumi
“Leggo varie volte delle vostre legittime lamentele circa il fatto che i Comuni e le Regioni si oppongono alla diffusione dei parchi eolici o fotovoltaici. Permettermi però di precisare meglio sulla diffusione sopratutto delle pale eoliche.Nella mia regione, la Sardegna, queste saranno fatte sopratutto per soddisfare le richieste di Regioni come Campania e Sicilia. E quindi già non si capisce perché ogni Regione non debba pensare ai propri consumi. Ma in particolare modo ci dobbiamo chiedere dove saranno fatte queste centrali.Quelle off-shore cioè in mare saranno fatte davanti alla Costa Smeralda, tra Alghero ed Oristano, davanti al Golfo di Cagliari e altre che ora non ricordo. La nostra regione fatta di politici incapaci neppure si oppone o si oppone timidamente perché chissà quali interessi mettono sul tavolo queste multinazionali o società come Terna.I cavi elettrici ad esempio della centrale in mare davanti a Teulada passeranno in una delle spiagge più belle della Sardegna. Tuaredda. Si scaverà in spiaggia. A voi sembra normale?
Non credo che tutto questo scempio si possa chiamare ecologia„. Marcello
L’eolico off shore dove il vento c’è: in Sardegna è tantissimo
Risposta-Le rispondo punto per punto. Perchè ogni regione non deve pensare per sè? Perchè non tutte le regioni hanno le stesse potenzialità di generazione. La Sardegna è la regione più ventosa in Italia, sia a terra sia in mare, con potenzialità di generazione eolica molto superiori al proprio fabbisogno. Finchè l’Italia resterà un’unica Nazione non si capisce perchè l’energia prodotta in eccesso non dovrebbe essere condivisa.
A 17 km dalle coste le pale eoliche si vedono appena
L’eolico off shore previsto davanti alle coste del Nord e del Sud della Sardegna è galleggiante. Significa che gli aerogeneratori non sono ancorati ai fondali e possono essere collocati al largo, in acque profonde. Nessuno di quelli previsti in Sardegna, infatti, sarà a meno di 17 km dalle coste. Alcuni saranno visibili da terra, ma a quella distanza grandi come stuzzicadenti sulla linea dell’orizzonte. Si può dire che deturperanno il paesaggio? A noi pare di no.
Terna non installa generatori: è la società a controllo pubblico che gestisce il trasporto a lunga distanza dell’energia. Posa le linee sottomarine ad alta tensione da molti anni, a presciendere che l’energia sia prodotta da centrali green o centrali tradizionali. Ne ha posate a centinaia e molte alimentano isole che altrimenti non disporrebbero di elettricità. Non ci risulta che in nessun caso l’approdo sulle coste abbia prodotto lo scempio delle spiagge. Gli scavi durano pochi giorni e vengono richiusi, ripristinando l’aspetto originario.
Multinazionali o no, le regole sono uguali per tutti
Gli sviluppatori dei progetti sono investitori privati. Multinazionali o meno, nulla cambia: ognuno deve rispettare le stesse regole. A partire dalle autorizzazioni sull’impatto ambientale (VIA) per arrivare al prezzo riconosciuto per l’eneergia prodotta, che viene fissato in base ad aste pubbliche.
Buon di a tutti.
Vorrei condividere quest’articolo persi su EURONEWS.
https://it.euronews.com/green/2023/09/29/irlanda-sempre-piu-green-il-paese-verso-lindipendenza-energetica
Di cui riporto un estratto:
“ I prezzi dell’elettricità nei giorni in cui l’energia eolica è stata maggiore sono scesi in media del 5%, a 88,34 euro per megawattora.
Nei giorni in cui l’Irlanda si è affidata quasi esclusivamente ai combustibili fossili, il costo è salito a 123,07 euro per megawattora.”
Solo questo dovrebbe far capire quanto converrebbe alle tasche dei cittadini delle regioni che potrebbero installare parchi eolici.
Spezzo una lancia per gli abitanti della Sardegna (dove ho dei cugini e ogni tanto mi reco)
l’immagine restituita dall’interlocutore in questa discussione è parziale, non rappresentativa, anche già per il modo di porsi per me macchiestistico e da social-media, mai visto qualcuno del luogo alzare la voce e buttala in caciara, quando parlano lo fanno in modo calmo, ragionato e autorevole, una saggezza antica in senso buono, le parole hanno ancora un peso e non le sprecano in esagerazioni
poco più sotto ho linkato alcuni servizi rai tv regionale con stralci di interviste
insieme a qualche dubbio iniziale e richieste di essere messi più al corrente e partecipi dei dettagli delle decisioni (soprattutto per l’eolico su terra), si vede un certo interesse per le nuove installazioni, per il lavoro qualificato che portano, anche in congiunzione con le università, per le compensazioni economiche locali (che ci sono, al contrario di quanto raccontato dai contrari), per l’abbandono del carbone e i possibili benefici in bolletta, anche per l’ambiente in generale in un modo sanamente pragmatico “se bisogna farlo (= mi fido degli studi economici e scientifici), si fa, basta che siano in un’area che non danneggia la vista” ( e il territorio del posto permette questo anche su terra entro certi limiti, ci sono molte aree intermedie tra i parchi e le regioni più urbanizzate )
per me ci siamo, mi pare una dialettica corretta tra le parti, che gli studi di impatto ambientale e i progetti dei consorzi vadano “verificati” dalle comunità locali e nel caso aggiustati è necessario, in Puglia ad esempio qualche errore con l’eolico su terra è stato fatto nell’insieme delle tante installazione invece ben realizzate; e alla fine la quadra si trova, in definitiva i cambiamenti procedono, anche fotovoltaico, accumuli stazionari e idrogeno per usi industriali
Buongiorno, sono piemontese ma ho sposato una sarda e vivo in Sardegna da più di 20 anni, penso di potermi definire un pochino sardo anche io.
Un amico mi ha segnalato la vostra discussione e ho letto i vari commenti. Non so se per bias volete dire che i sardi non si vogliono adeguare alla media nazionale ma volevo dirvi che ammiro il coraggio dei due che qui dentro sono intervenuti contro la maggioranza dei commentatori entuisiasti che vedono nei parchi eolici solo rose e fiori. Volevo solo invitare tutti a venire in sardegna a vedere con i propri occhi l’effetto strano che fanno le pale eoliche esistenti che sono anche molto molto più piccole di quelle che dovrebbero arrivare. Forse quelle in mare si possono anche accettare ma secondo me di fronte ad Alghero anche se poco visibili rovinarebbero per sempre i fantastici tramonti. Ma quelle a terra, alte 200 metri sulle colline e sui monti e in mezzo ai nuraghi. Dai non scherziamo perchè proprio sono auna cosa assurda..!
Infatti sembra che la soprintendenza per i beni cilturali li stia bocciando tutti i progetti che stanno presentando. Ho trovato questo articolo che lo dice https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2023/09/12/la-soprintendenza-speciale-per-il-pnrr-abbatte-la-selva-di-pale-eoliche-in-marmilla/
Ma si parla di pale eoliche OFF-SHORE, ovvero in mare aperto, a decine di km dalle coste e molto difficilmente visibili a occhio nudo.
E siamo qui a bocciarle per non rovinare i tramonti (resi rossissimi grazie al pulviscolo atmosferico, che belle le polveri sottili quando cala il sole) o perchè verrebbero messe in mezzo ai nuraghi (dove oltretutto c’è molto meno vento che in mare aperto)????
va bene tenetevi la saras e i catrami che brucia…
grazie di essere intervenuto, Antonio. Vorrei solo smontare questa immagine dei due sardi coraggiosi contro tutti: questo è un sito che ospita tutti i punti di vista, se esposti civilmente, e molti altri lettori sono intervenuti in difesa di chi si oppone al proliferare di pale eoliche sull’isola o in mare aperto. Poi a volte i tono un po’ si scaldano, ma ci sta perché il tema e molto sentito e noi cerchiamo sempre di eliminare i post di chi si scalda un po’ troppo.
Vero Antonio. Al posto di pale eoliche continuerei a fare centrali elettriche tradizionali. Tanto a noi del continente poco importa se inquinano la Sardegna.
Così siamo tutti contenti: noi abbiamo la corrente, la Sardegna ha i suoi tramonti e continua a ricevere l’indotto della produzione energetica. E si sollazza in po’ con l’inquinamento.
Sai Antonio, non so se posso parlare a nome degli altri “padani” (nel senso di residenti qui) ma ti assicuro che accetterei subito di riempire gli appennini di pale eoliche se servisse a migliorare la situazione. Perchè i tramonti vorrei continuare a vederli.. anche con le pale eoliche all’orizzonte.
PS: E anche Antonio non si pronuncia sullo statuto speciale…
Evidentemente non è ancora abbastanza chiaro che NESSUNO in Sardegna è contro l’eolico e a favore del fossile. Il problema è che NON VOGLIAMO che a dettar legge e scegliere DOVE impiantare le pale siano solo le aziende private.
Come ho cercato di ribadire più volte, la Sardegna si è dotata da 20 anni di un PPR, piano paesaggistico regionale. E anche di un piano dettagliato di zone da destinare allo sviluppo di parchi eolici sulla terraferma. Guardate questo documento, “STUDIO PER INDIVIDUAZIONE DELLE AREE IN CUI UBICARE GLI
IMPIANTI EOLICI del lontano 2007: https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_73_20070726201320.pdf
Ora, quello per cui in Sardegna protestiamo è invece il fatto che, sull’onda lunga dei processi accelerati dalla normativa PNRR, lo Stato abbia deciso di fregarsene di quanto deciso in sede regionale facendo in modo che quello finora previsto dalle Autonomie Locali potesse essere tranquillamente bypassato. Fortunatamente pare oggi che il governo abbia dovuto prestare attenzione alla GIUSTA protesta varando un decreto attuativo di cui ho parlato in un altro commento. Staremo a vedere. Ovviamente accoglieremo i nuovi parchi eolici e fotovoltaici per la quota che ci è stata affidata pari a 6 MW che comprende sia in-shore che off-shore) esattamente come dovranno fare TUTTE le altre Regioni italiane. L’unica differenza è che sceglieremo noi dove le Aziende potranno presentare i loro progetti.
“Evidentemente non è ancora abbastanza chiaro che” oltre le 12 miglia la competenza non è regionale ma statale. Come le abbiamo già scritto in diversi. Quindi non è che lo Stato se ne frega, anzi, legifera sulle sue competenze, ovvero le acque extra-territoriali.
Stato di cui anche voi fate parte tralaltro, non è Sardegna Vs Italia, a meno che lo stato serva quando c’è da prendere ed è impiccione altrimenti. Infatti aspettiamo ancora un commento sullo statuto speciale, ma sappiamo che non arriverà mai, vero?
Facciamo così, mettetevi le pale un pò dove volete, o dove potete.
Quindi state lottando sul nulla visto che è lo stato a decidere bocciando o approvando la VIA. Ok possiamo chiudere.
Le aziende private al massimo possono proporre e chiedere autorizzazione non ho ancora visto nessuna azienda cominciare a costruire un parco fotovoltaico o eolico senza i permessi.
6 MW li posso forse installare nel mio giardino, ricontrolli il dato.
Non tutte le regioni hanno vento per installare in modo profittevole eolico.
Se sceglierete in posti ventosi va bene, se invece si mettono in posti non adatti saranno uno spreco di denaro e risorse.
Le suggerirei di smettere di scrivere perché più scrive e più mi convince che le interessa osteggiare le energie rinnovabili a favore dei fossili.
Quali sono le richieste di investimento per le pale eoliche pubbliche ? Quali sono i progetti ?
A prescindere dal fatto che vista l’evoluzione tecnologica e climatica, studi del 2007 lasciano il tempo che trovano…. e se io fossi chi deve decidere non li accetterei e ne vorrei di recenti.
Ma poi “L’unica differenza è che sceglieremo noi dove le Aziende potranno presentare i loro progetti.”
Eh si, sceglierete proprio voi. Tu in prima persona.
Secondo me scelgono i vostri rappresentanti eletti e potranno anche scegliere di accettare quel che TU non vuoi. E a quel punto? Ah giusto, poi ti separi dalla Sardegna nella comunità energetica. A statuto speciale. E via a inveire contro i complotti, multinazionali, soros, lobby, ecc.
Rinnovo l’invito ad uscire un po’ dal giardino e scoprire il mondo la fuori. E’ più complesso di quello che vi raccontate al bar di paese. (purtroppo. ribadisco che invidio la vostra visione ultra semplice del mondo)
Se uno va su App di Terna si può vedere che tutti i giorni la Sardegna vende 95 Megawatt alla Corsica che è molto contenta di inquinare
Antonio si è dimenticato di aggiungere dei particolari:
– 41.km
il parco Eolico off-shore a Ovest di Alghero è posto a 41 km al largo dalla città, siamo in tema occhio di falco persino al tramonto; è possibile avvicinarsi a circa 30.km ma bisognerebbe andare ad un promontorio a nord della città che si incunea verso il mare, Capo caccia, non abitato, è riserva naturale
– sono piattaforme galleggianti, ancora meno permanenti di quelli postate sui fondali, anche se magari la città le farà proprie velocemente come attrazione tursitica, con giri in barca per avvicinarsi
– per gli impianti a terra, le aree con i nuraghe sono già tutelate, e come ha scritto lui stesso per le aree su terra quando non adatte i progetti proposti non vengono approvati
– personalmente se abitassi ad Alghero, forse il parco off.shore mi piacerebbe un po’ più vicino, senza esagerare, diciamo a 15-20.km ? per poterle intravedere in lontananza come parte del paesaggio almeno con il contrasto della luce del tramonto, a distanza le pale sono basse, poste a raso con la linea dell’orizzonte, non incutono soggezione come nelle foto ad esserci quasi sotto
=====
Antonio, notavo che spieghi che sei in Sardegna da 20 anni, e originario del Piemonte, ma ti preoccupi di scrivere anche in firma ‘Biella’, mi sembra un espediente da social-media, un’attenzione a manipolare l’interlocutore, sei del ‘comitato’ ?
e prima di argomentare, hai fatto una premessa retorica vittimistica, i prodi coraggiosi contro la massa di persone affette da bias
manco ti sentissi punto personalmente dalle critiche motivate e dovessi rifarsi, sicuro che non vi conescete?
anche schema simile all’altro commentatore, che esordiva parlando di impiccati
non so, secondo me fare giochetti e provocare è un invito a far notare di più eventuali bufale; personalmente dopo questa discussione non mi fido più dei numeri e delle informazioni di questo ‘comitato’
faccio un altro esempio, i cavi elettrodti sottomarini di collegamento con la Sardegna che tanto vi agitano, sono 2:
a) SaCoi-3 da 0,4 GW
che si collega alla Corsica e da li poi alla Toscana
b) Tiirenian Link da 1,0 GW
che si collega a Sicilia e da li alla Campania
Prima di insistere con la retorica dello sfruttamento (che poi non ha senso per i parchi in acque off-shore, non andrebbero neanche considerate aere regionali) dovreste ragionare sui numeri (0,4.GW e 1,0.GW), e vedere chi è che ha “bias”
I cavi hanno una portata che risulta risicata (1+0,4), anche se un domani li raddoppiassero, rispetto alla potenza di picco teorica che verrà installata negli anni (ipotizziamo 25 GW)
Per come funzionano le fonti rinnovabili la potenza media fornita è molto meno del valore di picco nominale, ed è variabile; l’enorme ‘furto di energia’, sono quantità limitate dalla portata dei cavi stessi, e con la logica di non sprecare l’energia nei momenti in cui sulel 24 ore sarà in eccesso
poi se ci sono problemi idelogici ad essere connessi anche con la Corsica (‘verso stati esteri’) non saprei più cosa dire, al medioevo ormai non si torna più
e i cavi sono a doppio senso, in qualche momento potrebbero fungere da back-up anche alla vostra rete una volta spente le centrali a carbone nel 2025, che è un altro motivo di questi nuovi impianti; in caso di intermittenza di sole e vento, e ogni tanto capita, senza connessioni rischiereste i black-out, e scordatevi che il solo cavo Sacoi-3 da 400.Mw possa bastare senza il Tirrenin Link da 1000.Mw; cosi come pure gli accumulatori che stanno installando in Sardegna, per ora da soli non bastano a fare da back-up, penso sono più degli stabilizzatori di rete locali, per agire con tempi di modulazione più rapida
poi calcola anche che l’energia, una voltà che c’è, non basta mai, si aprono più possibilità; ora la regione è abituata a usarne poca, specie dopo la chiusura dello stabilimento Alcoe che ne usava quasi 1/3 del totale, e le crisi ecomiche
ma metti che dopo la chiusura delle centrali a carbone ci prende gusto nei prossimi anni ad usare energia disponibile e da sole e vento, e allora l’energia consumata ad oggi non basta più
esempi:
sostituzione delle bombole del gas nelle case con elettricità,
riduzione dell’attività della raffineria con beneficio delle spiagge di Cagliari,
con sostituzione futura delle auto con auto elettriche,
e sostituzione di parte delle imbarcazioni (piccole, poi magari anche più grandi) con altre elettrificate,
costruzione di nuovi centri/parchi di ricerca come il centro di calcolo del CNR di Cagliari,
magari anche nuove attività produttive, selezionate e favorite dalla disponibilità di energia e certificata a basse emissioni (industrie della ceramica o la Alcoe erano energivore per esempio, e alimentarle dal carbone non sarebbe riproponobile)
creazione di una filera di idrogeno verde
leggevo anche ipotesi di riaprire ancune miniere del passato, ora però con sistemi aggornati e per estrarre minerali più pregiati
Sono attività complementari al turismo, anche migliori come ricadute di attività qualificate sul territorio; gli stessi impianti eolici off-shore e i parchi fotovoltaici, necessitano di manutenzione qualificata; sono tutte possibilità che senza energia non ci sono
“Prima di insistere con la retorica dello sfruttamento (che poi non ha senso per i parchi in acque off-shore, non andrebbero neanche considerate aere regionali)”
Il limite delle acque territoriali è 12 miglia nautiche, ovvero 22km. Per dire.
Intervengo per cercare di chiudere questa discussione. Perchè ieri abbiamo avuto notizia dalla voce del ministro Fratin che il governo italiano ha in preparazione un decreto attuativo che, in sintesi, accoglie molte delle richieste dei tanti comitati che si oppongono alla speculazione sulle rinnovabili nati in Sardegna. Quindi, con buona pace dei tanti qui dentro che hanno attaccato me e Marcello accusandoci di essere anonimi e sobillatori al soldo di chi vorrebbe mantenere il fossile. Siamo anonimi quanto lei gentile R.S. che attacca non solo noi ma anche il signor Antonio (che non so chi sia) solo perchè ha avuto l’ardire di dire che qualche dubbio lo aveva.
Sappia che, in Sardegna, non solo non siamo al soldo di nessuno ma siamo anche in grado di pensare e agire, in totale autonomia e indipendenza.
Detto questo, se una persona è attenta al paesaggio è ad un tramonto forse andrebbe considerata una persona intelligente. Non ridicolizzata. Anche perchè, guarda caso, la Sardegna è una delle poche regioni italiane ad essersi dotata di un PPR (piano paesaggistico regionale) che impone tutta una serie di regole stringenti per qualsiasi costruzione. Ad esempio la maggior parte delle nostre coste, dal 2003 sono vincolate e niente di nuovo può essere costruito in una fascia di 300 mt dal mare. Questo è anche il motivo per cui molta nuova urbanizzazione turistica sta nascendo sulle colline che guardano le coste. Ad altezze ben superiori al livello del mare- Altezze alle quali, tutti i vari calcoli di “visibilità” delle torri eoliche anche off-shore andrebbe considerata (sopratutto se quelle torri saranno alte oltre 200 metri. Quindi se qualcuno che vive in Sardegna vi dice che intende difendere il paesaggio e salvare anche un tramonto, non scherza e potete credergli sulla parola. Senza pensare che prenda denaro da qualcuno per dire quello che pensa. Altrimenti si dovrebbe pensare lo stesso anche per chiunque fra voi qui dentro.
Detto questo e tornando al discorso iniziale, il nuovo Decreto attuativo del governo, che verrà varato nei prossimi giorni, dovrebbe prevedere:
1) Una moratoria di 6 mesi con la sospensione di TUTTE le richieste di parchi rinnovabili.
2) Una SOGLIA MASSIMA di MW di impianti rinnovabili da impiantarsi entro il 2030 in OGNI REGIONE d’Italia. Per la Sardegna sono previsti circa 6 MW tra Eolico e Fotovoltaico. Si tratta comunque di una produzione pari a oltre il triplo del nostro fabbisogno attuale, ma almeno elimina alla radice il 90% dei progetti da 56 MW giacienti in attersa del VIA.
3) Il decreto prevede anche che TUTTI gli impianti saranno realizzati in aree dichiarate idonee da Regione e Comuni. Che dovranno stilare un elenco di tali aree.
4) Nell’elenco delle aree idonee, ogni regione dovrà dare priorità ad aree minerarie o industriali dismesse terreni che non abbiano uso agricolo, NON siano in zone archeologiche o di tutela ambientale (parchi anche marini) o non appartengano a produzioni DOC, come ad esempio i vini.
Quindi, alla fine, nonostante le accuse che mi sono state rivolte qui dentro da persone che sembrano essere daltoniche confondendo ve3rde e rosso penso che le proteste di noi Sardi, riguardo la situazione in atto e le minacce di un assalto speculativo in assenza di regole, fossero altamente motivate.
Maa possiamo scindere eolico su terreno che dovrebbe avere valutazione ambientale da eolico sul mare a 40 km dalla costa ?
Se siamo in accordo che la soluzione eolica è una soluzione intelligente , mi aspetto che gli abitanti della Sardegna si impegnino per avere una ricaduta energetica sull isola .
Altrimenti vuole dire che preferite andare avanti con obbrobri puzzolenti tipo Saras Cagliari
Guardi, faccio veramente fatica a capire e non la seguo.
Anche assumendo (non posso saperlo) che lei non sia mosso dal semplice desiderio di continuare a bruciare fossili, rimango esterrefatto quando leggo che le danno fastidio delle pale a chilometri di distanza dalla costa viste dalle colline antistanti.
È una modifica al paesaggio? Indiscutibilmente sì.
È una modifica che peggiora il paesaggio? Io direi molto ma molto discutibile: l’impatto è minimo ma soprattutto sapere che quelle pale riducono la nostra impronta sull’ambiente in modo sostanziale per me è come discutere del sesso degli angeli in un caso di violenza sessuale.
Fate ciò che vi pare, sappiate soltanto che a maledirvi ci saranno sicuramente i vostri figli e nipoti, su questo purtroppo ho veramente pochi, pochissimi dubbi.
in pratica stai dicendo che un governo populista al massimo grado , amico di petrolieri e nemico delle rinnovabili ha dato ragione ad un gruppo di esagitati che non sanno capire che vedere uno spaghetto ( se lo si vede) a 40 km di distanza non è una modifica sostanziale al panorama, che spesso ina ltri paesi è stato dimostrato che sotto le pale non potendo esercitare la pesca la popolazione marina è migliorata in quantità e varietà.
Inoltre con tutta probabilità vi sta prendendo per il culo come è già successo perchè la regione ha competenza entro le 12 miglia marine e praticamente il grosso dei parchi è fuori regione ossia nella zona economica speciale che è competenza statale , quindi vi terranno buoni con l’annuncio e poi vi beccherete lo stesso i parchi…un po’ come è successo con il latte per il pecorino…contenti voi contenti tutti.
Poi ripetiamo le torri non sono alte 200 metri le pale arrivano a quell’altezza e le pale sono molto più fini delel torre anche quando sono mess in posizone di massima produzione (figuriamoci quando sono messe in bandiera), risucire a scorgere le torri sarà praticamente impossibile vedere le pale sarà ancora più difficile, l’ignoranza e la creduloneria alimentata da gente che vuole continuare ad inquinare per paura di cambiare è il giusto risultato delle lotte contro i mulini a vento ( letteralmente)
Quindi se il governo fa qualcosa che ti piace “vedete che ho ragione? viva il governo”.
Se fa qualcosa che non ti piace “ci abbandonano tutti, il continente brutto e cattivo buahh buaah”.
Secondo me sarebbe il caso di mettere il naso fuori dal proprio cortile ogni tanto. E’ proprio questo individualismo spinto che ci ha portato a questo punto. Guardare solo il proprio senza alcun interesse per la cosa comune se non quando se ne ha bisogno (leggasi.. Sanità?)
Anche Trump attacca l’eolico che fa impazzire le balene. Notissimo e disinteressato ambientalista.
@Noeolico
vedo un problema di disinformazione di cui sei attore o vittima se scrivi che 6 GW sarebbero abbondanti, il triplo dl necessario; spiego perchè
ma prima cito che la mega-raffineria di Cagliari tratta 15 milioni di tonnellate all’anno di petrolio, è un’enormità (società Saras, famiglia Moratti, faccio male a pensare che non siano contenti se la Sardegna fa passi avanti con l’elettrificazione?)
6 GW di installazioni di rinnovabili è la “potenza di picco”, equivalgono a circa 1,15 GW di “potenza media” (usando un capacity factor medio 19%; ma potrebbe essere un poco di più se la prevalenza del mix non fosse di fovoltaico), moltiplicati per 24.h x 365.giorni significa produrre 10 TWh annui
e sono pure intermittenti, distribuiti in modo irregolare nel tempo, non sempre come e quando servono, se così risicati faticano a coprire la richiesta minima; vero che sull’isola c’è una centrale idroelettrica ma che aiuta a malapena e supporta anche in parte la Corsica; poi ci saranno a breve un po’ di accumuli statici (batterie) ma non molti
in pratica 6 GW citati “di potenza di picco” di rinnovanili, intermittenti, non bastano neppure per i consumi attuali (tra 8 e 9 TWh annui); e prima che venisse fermato lo stabilimento Alcoa (allumino) e poi seguissero le varie crisi economiche a frenare le attività produttive, il consumo annuo dell’isola era 12.TWh
figuriamoci se la Sardegna volesse rendere in prospettiva più economici una serie di servizi, ora supportati dalla raffineria, elettrificandoli (esempio gli autobus di Cagliari, ma anche le imbarcazioni, le auto, i servizi domestici ancora fatti con bombole di Gpl) o rilanciare delle attività produttive di tipo qualificante, mirate e compatibili con aree precise di territorio
conto a spanne: magari alla Sardegna in futuro farebbero comodo non 6, ma 12-18.GW di potenza di picco istallata (che ripeto non è la potenza media)
più altri 6-10.GW di potenza di picco di 3-7 grandi parchi eolici off-shore in acque nazionali (a 40-50.km) sarebbero utili anche per la rete nazionale appunto; un po’ di vento (un totale nazionale di 60.GW potenza di picco, al 2050) è quasi indispensabile nel mix nazionale delle rinnovabili, e il vento forte e costante si trova nelle acque del mediterraneo intorno a Puglia, Sicilia, Sardegna
=========
Per l’obiettivo di 6.2 GW del Mise al 2030:
https://www.lanuovasardegna.it/regione/2023/07/14/news/decreto-del-governo-entro-il-2030-nell-isola-altri-6-gigawatt-di-rinnovabili-1.100344852
magari non conteggiano i parchi off-shore oltre i limiti delle acque regionali, o probabilmente li conteggiano ma sono obiettivi parziali, cioè per il 2030, l’iter di ogni progetto è di quasi 7 anni
premesso che non ci piove che ogni progetto su terra e anche near-shore (in mare ma meno distanziato dalle coste) vada soggetto a approfondito iter di verifica
non gioirei troppo se dopo aver rimandato al futuro installazioni eccedenti i 6 Gw, alle fine fossero ritardati anche questi
a breve significa mettere in dubbio la chiusura nel 2025 della centrale a carbone in Sardegna, o chiuderla ma far dipendere per anni l’isola dalla corrente portata dal cavo sottomarino Tirrenian link proveniente dalla Sicilia
a più lungo temine significa escludere (con energia disponibile a bassi costi) una facilitazione per le attività produttive
e anche non ridimensionare la mega raffineria di Cagliari e delle sue navi cisterne che lavano le stive davanti alle spiagge di Cagliari (non so oggi, ma era purtoppo comune beccarsi catrame in acqua e nella sabbia), la cui attività invece potrebbe essere ridimensionata e convertita ad altri usi (filiera di idrogeno e metano verdi, alimentati da energia rinnovabile)
====
Per le polemiche
a mio modesto parere come metodo non dovresti scrivere come se rappresentassi i Sardi (invece scrivi spesso “tutti”), usando come patente di autorevolezza un ‘comitato’ senza referenti, e con un modo di argomentare che non fa tutta questa buona impressione
nella Regione ci sono più pareri diversi e articolati, anche di interesse, su questi temi
vuoi scrivere in anominato per non farti troppe menate nelle discussioni? nessun problema, ma parli a titolo personale
Solo dopo un po’ di interventi, dati risultati ingannevoli e approfondimenti, mi è venuto qualche dubbio sulle finalità di questo comitato “No tutto”, perché non è contro un progetto specifico, è contro tutti i progetti; o di come un cominato possa essere facilmente strumentalizzati, anche indirettamente
non serve che prendano soldi, basta molto meno, che per eccesso di entusiamo raccolgano e amplifichino un po’ di disinformazione messa in giro ad arte da altri:
– convincere un gruppo di villette che gli verrà deturpato il panorama
– convincere persone già arrabbiate per altro che li starebbero beffando aggiungendo un “furto di energia”
– “desertificando” il territorio con immani colate di cemento
sono metodi che si fanno nella comunicazione, pompando una opposiozione totale banalmente si finisce a fare il gioco a livello locale, se non della centrale a carbone, della raffineria, che fornisce all’isola carburanti e immagino anche Gpl liquido; ma anche a livello nazionale, dove è buono ogni appiglio per rallentare gli iter autorizzativi, facendo figurare che non è colpa loro
mia opinione personale
Antonio, le consiglio un bel giretto sulla costa Belga ed Olandese del mare del Nord. Una fila di pale eoliche che girano, 24/24 producendo energia. Io l’ho trovato uno spettacolo bellissimo, gli abitanti sono contenti di produrre energia senza inquinare l’aria che respirano.
Altra mentalità.
Chissà se sono loro a sbagliare, oppure voi sardi?
Per quanto riguarda i tramonti,eglio uno con delle piccole punte in lontananza ( ciò che si vede a 30km ), oppure un nel fumo nero carbone che si allunga dal Sulcis?
Io consiglio invece, a lei e a tutti gli scettici sulla speculazione di cui parliamo, un bel giretto in Sardegna. Così spero potrete rendervi conto di persona di quanto sta succedendo da queste parti: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/02/fotovoltaico-i-terreni-in-sardegna-diventano-oro-acquisiti-per-100-mila-euro-concessi-ad-acea-per-42-milioni-linchiesta-di-millennium/7306692/
Leggere le parole di Marcello mi conduce a una triste considerazione: una volta l’egoismo era appannaggio delle regioni ricche quindi, al netto della miseria spirituale, aveva un fondamento logico. Che i sardi, regione che in termini di fiscalità generale ha sempre avuto molto più di quanto abbia dato al resto del Paese, si mettano a ragionare in questi termini, fa veramente cadere le braccia. Col suo PIL la Sardegna non potrebbe tenere nemmeno aperte le scuole o gli ospedali, ci sarebbe ancora il baratto con le forme di pecorino. Ora la Sardegna ha una risorsa potenziale e qualcuno non ne vuole condividere i benefici con nessuno, prima ancora che sia diventata una risorsa reale. Che tristezza. Comunque Marcello, io al tuo posto andrei oltre. Ogni provincia, anzi ogni Comune della Sardegna non deve dividere coi vicini la sua ricchezza. Una pala eolica in ogni Comune. Ridicolo.
Giovanni, io abito in Sardegna e volevo informarla, qualora non lo sapesse già, che la Sardegna ha sempre dato tanto per il resto d’Italia a differenza di quanto dice lei, alcuni esempi: in Sardegna c’è la SARAS la raffineria più grande d’Italia, la Sardegna è stata disboscata per fornire legname per le costruzioni della penisola, comprese le reti ferroviarie che qui scarseggiano, in Sardegna ci sono più poligoni di’astremento NATO che nel resto d’Italia, ci sono miniere abbandonate, ecc., ecc.
La sanità è divenuta la peggiore d’Italia e per portarci nelle altre regioni siamo obbligati a pagare cifre assurde, le tasse le paghiamo anche noi. Le consiglio di riflettere ed informarsi prima di commentare la prossima volta .
E al posto della Saras non sarebbe meglio un parco eolico a 30 km dalla costa ?
Magari per alimentare EX Alcoa a rischio chiusura dati costi energia ?
Ma un po’ di visione mai ??
Ovviamente dei parchi eolici off-shore sarebbero meglio della Saras, dal punto di vista dell’impatto paesaggistico e ambientale. Il problema è che noi ci ritroveremo sia la Saras (ben oltre il 2030) che i parchi. E non tutti i parchi sono a 30 o 40 km dalla costa. Tra i tanti progetti, fortunatamente sospesi per 6 mesi in attesa delle decisioni della Regione sui luoghi e sulle quote da destinare a eolico in-shore e off-shore, tanto per fare un esempio c’erano anche i due progetti dell’isola del Toro: 42 pale eoliche galleggianti al largo dell’Isola di S. Antioco nei pressi dell’Isola del Toro (Uno Off-shore bello distante, il male minore, ma l’altro era addirittura un near-shore a sole 6 miglia marine / 3 km). Se avessimo chinato la testa come in tanti qui dentro ci dicono di fare, adesso saremo costretti a vederli crescere entrambi.
6 miglia sono 11 km non 3 km .
Un miglio marino sono 1852 metri!!! Se non ha la più pallida idea di cosa scrive la smetta che almeno smetterà di fare figure barbine.
Ma in Sardegna 6 Miglia sono 3 kilometri ???
Ma hanno cambiato le conversioni ?
Ti rispondo da sardo. Abbiamo ancora a che fare con le scorie (umane e ambientali) della stagione petrolchimica, abbiamo dato fiducia non solo a Rovelli (ma eravamo in pieno boom economico) ma pure ai prenditori della nuova programmazione degli anni ’90 e sono quasi tutte chiuse le aziende di Ottana. Abbiamo dato fiducia pure agli australiani per la ricerca d’oro (altamente inquinante), abbiamo accettato basi militari dove si è fatto il pieno di materiali pericolosi per l’uomo e per l’ambiente. Per non parlare (anche se le nostre coste sono meglio conservate delle altre) della cementificazione delle coste. E ci lamentiamo per i parchi offshore che alla fine non hanno neanche impatto paesaggistico visto la lontananza dalla costa. Va bene essere vigili su eolico in zone sensibili e vicino alle coste ma non con pregiudizio ideologico.
Mi scuso anche per la mia ennesima “invasione” su questo spazio, non intendevo più farlo ma, i commenti sono cresciuti a dismisura quindi mi permetto di intervenire un’ultima volta poi taccio per sempre…
Leggendo la maggioranza di voi mi appare evidente che, io e Marcello, che mi pare siamo gli unici Sardi qui dentro, evidentemente, parliamo una lingua diversa e quindi, sicuramente per colpa nostra, proprio non riuscite a comprendere quello che vi si sta cercando di dire.
Ripeto, nessuno dei sardi è contro le rinnovabili. Siamo contro la PROLIFERAZIONE di parchi eolici e fotovoltaici, con progetti stimati per oltre 56 GW, TUTTI dislocati in Sardegna. Che si verifica a fronte di una richiesta, da parte dell’UE, pari a circa 70 GW di produzione green in Italia.
La minaccia è che la Sardegna sia costretta a farsi carico di una vera e propria nuova SERVITU’ ESTRATTIVA. Pari all’80% dell’intera produzione rinnovabile nazionale. Distribuita in modo indiscriminato sui nostri territori e solo sulla base delle logiche di profitto delle aziende. Lo stato, una volta approvati tali progetti, proprio in virtù delle norme legate al NEXT-GENERATION EU ha tolto qualsiasi possibilità di scelta alle autonomie locali.
Ribadito questo, sorvolando sulle accuse di miseria spirituale, che mi sembrano allucinanti non ci sto a lasciarvi dire che i Sardi Sardi hanno avuto da questa Italia, in termini di fiscalità molto di più di quanto hanno dato. Perché è invece vero il contrario.
I Sardi hanno dato, al resto d’Italia, infinitamente più di quanto non abbiano ricevuto. Quindi direi che se si parla di “egoismo” riferito ai Sardi evidentemente NON si conosce la Sardegna e nemmeno la sua Storia. Quest’Isola sconta quasi 2 secoli di SERVITU’ nei confronti dell’Italia. Sia l’Italia monarchica, pre-unitaria e post-unitaria che quella repubblicana. Faccio solo alcuni esempi eclatanti ma l’elenco sarebbe molto più lungo.
1) SERVITU’ SANITARIA: riguardo l’assistenzialismo “sanitario” la Sardegna proprio in quanto Regione Autonoma si fa interamente carico della propria spesa sanitaria fin dal 2003. Non so quante altre regioni possano dire altrettanto. I Sardi pagano sempre di tasca loro, sia quando sono costretti a viaggiare per prestazioni sanitarie nelle strutture private che attraverso le proprie tasse, quando lo fanno con il SSN. Se un Sardo, passando attraverso il sistema sanitario si ricovera al Gemelli, faccio un esempio, quella prestazione viene rimborsata alla struttura ospedaliera del continente, dalla Regione Sardegna.
2) SERVITU’ RETE FERROVIARIA: La monarchia sabauda, prima e dopo l’unità d’Italia ha costruito l’intera rete ferroviaria italiana con legname sardo. Sono stati letteralmente rasi al suolo centinaia di ettari di boschi e sugherete del centro e nord Sardegna. L’estensione delle foreste del Monte Limbara, vicino a Tempio Pausania, nei primi anni del 1800 e prima di questo immane FURTO DI LEGNAME, era di oltre 5 volte l’attuale estensione. Nessun governo, nemmeno in epoca repubblicana, ha previsto operazioni risarcitorie o il rimboschimento di quelle montagne, Ai Sardi non è stata nemmeno restituita in cambio una rete ferroviaria isolana degna di questo nome. L’unica dorsale dell’isola è stata elettrificata totalmente circa 20 anni fa. E in molti tratti la ferrovia è ancora una linea a binario unico. I tempi di percorrenza sono i più alti in Italia.
2) SERVITU’ INFRASTRUTTURALI: Ferrovie a parte, dal secondo dopoguerra ad oggi, la Sardegna è la Regione in cui lo stato italiano ha investito di meno in infrastrutture civili. Chiedetevi come mai, nella nostra isola, NON esistano autostrade e la rete viaria sia riconosciuta come una delle peggiori dell’Italia del Sud.
3) SERVITU’ MILITARI: Sempre dal secondo dopoguerra, in compenso, lo stato ci ha imposto di ospitare il 61% di tutte le servitù militari dell’Italia. Abbiamo i tre più grandi poligoni d’Europa e il più grande territorio occupato da basi militari nel mediterraneo. Una SERVITU’ che impedisce lo sviluppo turistico e la navigazione navale e aerea in larghi tratti di costa e anche all’interno. Poligoni come Teulada o Salto di Quirra rovesciano sulla nostra testa e sulle nostre spiagge eserciti e armi da tutta l’Europa. Questi territori, per ammissione dello stesso ministero della difesa NON potranno mai essere riportati allo stato originario e totalmente bonificati. L’uso e il test di armi ad uranio impoverito, durante gli anni 70 e 80, ha fatto si che proprio nei territori dove ci sono i poligoni l’incidenza di malattie tumorali nella popolazione civile sia superiore al doppio rispetto al resto della Sardegna.
4) SERVITU’ INDUSTRIALI: durante gli anni 60 e 70, nell’ambito del piano di rinascita per il mezzogiorno, sono state finanziate e costruite diverse industrie manifatturiere altamente inquinanti, con il dichiarato intento di “modernizzare” l’economia inducendo contadini e allevatori a lasciare i propri campi per entrare nelle filiere produttive. La maggior parte di quelle industrie sono oggi cattedrali nel deserto. E i terreni sono rimasti per lungo tempo incolti. Le industrie ancora esistenti hanno un impatto ambientale altissimo. Andate a vedere cosa è successo nella piana di Ottana, al centro della Sardegna. O nella raffineria di Sarroch, in una delle località marine più belle del sud Sardegna.
5) SERVITU’ MINERARIE: fin dal secolo scorso la Sardegna è stata la terra “privilegiata” in cui, monarchia prima e stato repubblicano dopo, hanno concesso alle società minerarie, molte straniere, lo sfruttamento indiscriminato del sottosuolo per estrarre risorse e materie prime. Decine di miniere e cave sono sorte ovunque, in maggioranza nel Sulcis, al servizio di una ECONOMIA ESTRATTIVA DI RAPINA, che ricorda molto da vicino quanto sta avvenendo per le rinnovabili ora. Economia estrattiva che ha fatto scempio dell’ambiente e anche centinaia di morti tra i minatori sardi. Con il cessare delle logiche di immediato profitto legate a carbone, rame ecc. le società minerarie sono scomparse, insieme alla poca economia dell’indotto che era venuta a crearsi. Ci hanno lasciato in regalo lo scempio di territori IMPOSSIBILI DA BONIFICARE che ancora oggi è sotto gli occhi di tutti.
6) SERVITU’ ENERGETICHE: sempre dal secondo dopoguerra in poi, proprio in virtù della presenza di quell’economia estrattiva, lo Stato italiano ha imposto che la Sardegna si facesse anche carico di ben 2 centrali termiche altamente inquinanti come Fiumesanto e Portovesme. La produzione di energia nell’Isola è SEMPRE STATA BEN SUPERIORE AL FABBISOGNO. Ancora oggi, come ribadito più volte, il 40% dell’energia prodotta viene esportata. Anche questa SERVITU’ DI PRODUZIONE ENERGETICA ultradecennale ricorda da vicino quello che avverrà con l’Eolico o il Fotovoltaico impostoci dai mega impianti. Non ha portato nessun beneficio ai territori e ai Sardi e non ci sono nemmeno compensazioni dirette in bolletta. Anzi, come già detto e proprio per il fatto che produciamo molto attraverso il fossile (nonostante non lo consumiamo certo tutto noi Sardi) paghiamo il 20% di più a parità di kw.
7) SERVITU’ RETE DI DISTRIBUZIONE. Proprio per il fatto che abbiamo sempre prodotto ben più di quanto ci servisse, esportandone gran parte, la Sardegna è stata sempre AUTONOMA energeticamente parlando. Siamo stati l’unica regione italiana a non essere investita dal blackout nazionale di alcuni anni fa. Allo stesso tempo siamo anche stati perfettamente interconnessi con la rete distributiva del resto d’Italia. Attraverso cavi sottomarini come il SACOI ad esempio. La creazione di nuovi impianti di distribuzione e condotte sottomarine come il T-Link quindi non sarebbe necessario per l’isola anche se, entro il 2030 fossimo in grado di sostituire TUTTO il fossile con rinnovabili. Ci viene imposta come ennesima SERVITU’ DISTRIBUTIVA soltanto per consentire l’esportazione in vista dell’aumento del surplus di energia prodotta che, stando ai progetti di rinnovabili in corso di approvazione potrebbe essere esponenziale.
Basta, mi fermo qui. Mi dispiace aver formulato dubbi suscitando irritazione qui dentro, ipotizzando che non tutto quello che è Green in realtà luccichi. Pertanto vi lascio alle vostre fin troppe certezze.
Non ho mai letto così tante cavolate tutte assieme, ripetiamolo tutti fate come volete tagliate i cavi che vi collegano a terra ma poi non lamentatevi dei blackout.
As maiora semper.
Avete già fatto ricorso alle Nazioni Unite per crimini contro la popolazione sarda? Nel frattempo evita opportunamente di rispondere sullo statuto speciale.
Rinnovo l’invito a non conteggiare come a “carico della regione” gli impianti off-shore ad almeno 25-30 km dalla costa, sono in quota “nazionale”, così come i cavi sottomarini che alla fine deturpano, diciamo, il fondale del mediterraneo e non il territorio regionale
gli impianti off-shore saranno tra l’altro aree escluse alla pesca, diventando aeree di ripopolazione ittica, e forse anche attrazioni turistiche
Tolto l’off-shore, di questi 56 quanti GW di istallato (Fotovoltaico + Eolico) rimarranno in quota della regione?
Diciamo che siano 20 GW, il paradosso rispetto al senso comune è che non sarebbero cosi scandalosi (da vedere anche il caso della Sicilia ed altre regioni del Sud, ricche di sole e vento), per cui mio parere personale, se ci fossero criticità di alcuni di questi impianti andrebbero motivate caso per caso e non a prescindere tutte insieme con l’argomento della servitù energetica, sennò si rischia l’effetto opposto, screditare l’intera possibilità di critica;
anche perchè poi si scoprono casi non cosi scontenti, come il Comune di Buddusò, che soddisfatto delle compensazioni economiche se ho capito correttamente sta pensando di raddoppiare la concessioni di terreni in affitto, o i casi dell’off-shore che sta già prendendo accordi per la filera lavorativa locale di manuntezione di impianti e rete
ps: rinnovo l’invito a fare un giro per vedere i risultati di una vera “servitù industriale” e impatto sul territorio e magari a fare a cambio
i programmi più ambiziosi per l’italia (come nel Report di Aspo Italia) prevedono 300 GW di Fotovoltaico + Eolico (+ altre fonti rinnovaili, idroelettrico, biometano, etc), a spanne 200 Gw di fotovoltaico e 100 GW di eolico, la proporzione dipenderà anche dai costi relativi ed avanzamenti nelle tecnologie
considerando i capacity factor (le ore equivalenti di funzionamento), 300.GW equivalgono a centrali termiche a pieno regime 24/24 per 70-80 GW di potenza media
E’ uno scenario che oggi appare avveniristico, ma come spesso è già successo negli anni le previsioni sull’installato di rinnovabili possono essere superate nella realtà intempistica e quantità per aver sottostimto il calo progressivo dei costi di queste tecnologie;
nonostante la mancanza di visione politica, nel nostro caso italiano, questo quadro potrebbe realizzarsi spontaneamente in quanto trainato da fattori di risparmio economici, ancora prima che valutando l’abbattimento di emissioni di Co2
=======
Come si arriva questi numeri? con le previsioni al 2050 invece che al 2030
A) elettrificazione di trasporti, riscaldamenti, processi industriali, ove possibile con efficentamenti, ma in generale i consumi di elettricità andando a sostuire i servizi molto più inefficenti alimentati con fonti fossili (centrali termiche, riscaldamenti, autotrazione, industrie) dotrebbero salire dai 330 TWh annui attuali (300 circa ufficiali + 30 circa di autoconsumo) a circa 450-500 Twh annui
B) la generazione di questi 450-500 Twh annui equivale a una potenza media di 57 GW, diciamo 30.GW medi notturni e 80.GW medi diurni
C) verrebbe realizzato almeno all’ 80%, forse anche 90%, da energie rinnovabili, con sensibile riduzione dei costi, ed enorme abbattimento delle emissioni di Co2
D) l’eolico off-shore andrebbe a contribuire anche al carico base notturno, mentre i picchi estivi/diurni del solare in eccesso andrebbero ad alimentare varie forme di accumulo giornaliero e stagionale (pompaggi idroelettrici, accumulatori, creazione di idrogeno verde)
E) la funzione di back-up per le intermiitenze e integrazione degli accumuli verrebbe svolta dall’idroelettrico ma soprattutto dalle centrali a gas a ciclo combinato (tempo di reazione da 0 al massimo in 20 minuti; le azioni più rapide e localizzate di stabilizzazione della rete, sulla scala dei secondi o milli-secondi le faranno gli accumulatori chimici, ma necessari in quantità più ridotta)
ok,
non faremo l’eolico off-shore in Sardegna ,
probabilmente lo faranno presto in Corsica i francesi ..
dato che già ne hanno inaugurato uno l’anno scorso
“Ottanta turbine realizzate nell’Atlantico a circa 15 chilometri della costa”
contenti voi minus ..
-_-
Le 6 Regioni con maggiore potenza eolica in Italia:
Puglia, 2.674 MW
Sicilia, 1.935 MW
Campania, 1.745 MW
Basilicata, 1.301 MW
Calabria, 1.173 MW
Sardegna, 1.111 MW
Ad oggi è quasi solo su terra, eolico in mare c’è qualcosa ad Est della Sardegna, e alcune pale quasi simboliche al porto di Taranto
Di eolico in mare (fisso e galleggiante) cse ho capito bene ci sono progetti per oltre 100.GW (mi pare dato del 2022) che hanno fatto la richiesta preliminare a Terna per verifica della possibilità di allaccio alla rete, e una parte sono in fase di esame autorizzazione al Mase
Di eolico galleggiante, al Mase sono in esame progetti per 25.GW presentati nel 2021-2022, più altri del 2023, non so quanti ne siano in esame per eolico a terra
Eolico a terra, un impianto grande già esistente è nei parco dei comuni di Buddusò e Alà dei Sardi, nella provincia di Sassari, 69 turbine di circa 100.m e potenza totale di 138 MW, produzione di circa 330 GWh (capacity factor 0,27, meno degli impianti in mare)
il Comune di Buddusò è un esempio di compensazioni economiche, per i terreni per le pale eoliche ha richiesto un affitto annuo, e ora stanno pensando di fare un secondo parco
Ho trovato dei video della TV Rai regionale, una volta aperti va attivato l’audio; in Sardegna nel 2025 vogliono chiudere due centrali a carbone
2023-07 eolico in maree (coinvolti i Danesi) e accordi per posti di lavoro
https://www.rainews.it/tgr/sardegna/video/2023/07/eolico-offshore-sardegna-83d6d8d9-69a0-465f-bfdc-dba9a42705fb.html
2022-09 qui un anno prima, prime discussioni e timori, chiedevano di aggiungere alle distanze previste altre 30 miglia
https://www.rainews.it/tgr/sardegna/video/2022/09/watchfolder-tgr-sardegna-web-220903-ss1-eolico-offshore-accardo-tgr14mxf-59f6bc4d-ce25-4f2b-b346-701ca3309a9f.html
2022-09 Buddusò parco – video di un anno fa con il caro bollette e interviste agli abitanti
NB: nel bideo si vedono turbine strane e un pò “cicciotte”, dubbio sia un “rendering” per un nuovo parco
https://www.rainews.it/tgr/sardegna/video/2022/09/parco-eolico-budduso-6dac90d8-99f1-45e0-8fe9-72ee50e344b2.html
2023-07 – previsto lo spegnimento di 2 centrali a carbone nel 2025
– partita la corsa all’installazione di sistemi di accumulo (previsti 11 GW nel 2030)
https://www.rainews.it/tgr/sardegna/video/2023/07/isola-avanguardia-batterie-rinnovabili-f08ef985-8e26-4651-b6da-6e7158838ffd.html
2023-06 Cagliari – idrogeno verde da acqua salata – progetto Prometeus
https://www.rainews.it/tgr/sardegna/video/2023/06/idrogeno-verde-ricerca-cagliari-a8a53e5b-9803-4013-b433-255e4b6eeb43.html
Dibattito illuminante, dico sul serio.
Vi ringrazio di cuore, soprattutto Marcello ovviamente.
dico davvero, senza malizia.
Concordo, Alessandro.
E’ una delle rare volte in cui c’è un dibattito e dove i commentatori (ma anche la redazione) rispondono punto a punto.
Per quello che leggo e che ho verificato a mia volta seguendo i link a supporto, il signor NO Eolico Selvaggio è una persona informata innamorata della sua terra ma affetta da bias che le impedisce di vedere il vero, oppure un preparato disinformatore che però ha trovato una resistenza inaspettata e ha desistito dal ribattere alle più clamorose inesattezze (il progetto parla di 30 km di distanza dalla costa, quindi invisibile ad occhio nudo salvo acuità visiva da rapace, la Sardegna “sfruttata” che in realtà consuma più di quello che produce come rinnovabili – 1/3 è da carbone, praticamente la quota italiana di carbone, tirare fuori l’argomento fantoccio dell’eolico terrestre quando il tema dell’articolo è quello offshore, etc). In ogni caso il dibattito emerso è stato davvero interessante e ha dato una indicazione che dovrebbe essere chiara: il tempo dei “NO ai cambiamenti anche se necessari” e “la colpa è sempre degli altri” dovrebbe essere finito nel momento in cui ha preso fuoco la miccia e siamo lì con un secchio di acqua in mano a discutere se lo dobbiamo usarlo per lavarci le mani o provare a fermare il contdown.
Signor NO eolico selvaggio, una domanda provocatoria: perchè un nick anonimo? Non aiuta la discussione, difendere le proprie idee non dovrebbe essere vergognoso, quando rappresentano quella che si sostiene essere la verità.
La seconda, è un disinformatore, che cerca di affondare colpi a destra e a manca sperando di trovare impreparato colui che gli risponde per insinuare dubbi in chi legge.
Soprattutto devo ancora capire esattamente cosa sia il turismo “sardo compatibile”
(Temo una roba del tipo: ok, puoi anche venire, te la facciamo anche vedere sta Sardegna. Però vedi di non rompere assolutamente le balle, paga senza discutere, c’è quello che c’è e non una virgola di più, e comunque massimo 15 giorni e poi te ne torni a casa tua eh? 🤭)
Marcello si chiede se l’installazione di parchi eolici offshore possa definirsi un’operazione ecologica. Ho cercato di approfondire l’argomento sul sito di tre note associazioni: Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia. Queste si dichiarano a favore dell’eolico offshore … eppure non mi risulta che siano “al soldo” delle multinazionali dell’ “oil and gas” o favorevoli al ritorno al lume di candela.
Spinto dalla curiosità, ho consultato l’elenco delle domande di valutazione di impatto ambientale presentate al MASE, anzi, ho scaricato il progetto (SARDINIA SOUTH_2) che prevede di installare l’elettrodotto di collegamento dal campo eolico alla rete Terna sul litorale di “Tuaredda, situato tra Capo Malfatano e Capo Spartivento”, esattamente lo stesso citato da Marcello. Il progetto prevede l’installazione di 25 aerogeneratori, per complessivi 750 MW, ad una distanza minima di 30 km dalla costa. La produzione prevista di energia è pari ad oltre 3000 MWh/MW installato, un terzo di una centrale tradizionale a gas della stessa potenza, funzionante ininterrottamente (senza manutenzione) per 8760 ore/anno.
Con semplici calcoli di trigonometria si può calcolare la distanza dell’orizzonte dalla costa, pari ad oltre 35 km. Conclusione: gli aerogeneratori, essendo alti oltre 100m, saranno visibili ad occhio nudo solo in condizione di visibilità perfetta e identificabili come un puntino all’orizzonte.
Maggiori informazioni si possono trovare su: “ Visual assessment of off-shore wind turbines: The influence of distance, contrast, movement and social variables”.
Circa i danni alla spiaggia, credo si possa fare riferimento a quanto successo in Puglia, e relativi all’attraversamento della spiaggia a Melendugno con il gasdotto TAP. Dalle foto presenti sul web, non risulta la presenza di danni di nessun tipo. Anche in Puglia i movimenti “NO TAP” avevano previsto disastri immani…
Piacciano o no le pale eoliche vanno installate perché non abbiamo alternative. In Sardegna ci sono gruppi che si oppongono a tutte le pale eoliche, nessuna esclusa. La lettura della stampa locale sarda fa cadere le braccia. Così in tutte le altre località italiane. “Fonti alternative si purché a casa tua”….non si va molto lontano.
Anche lei non sa di cosa stiamo parlando. ATTUALMENTE LA SARDEGNA PRODUCE il 3.2% di TUTTA l’energia elettrica da fonti rinnovabili dell’Italia anche grazie all’energia idroelettrica. Dagli ultimi dati del Gse, la società pubblica che promuove le rinnovabili in Italia, nel 2020 in Sardegna sono stati prodotti 1.677 GWh di energia dall’eolico e 1.154 dal solare. Rispettivamente rappresentano l’8.9% e il 4.6% di TUTTA l’attuale produzione dell’Italia. E volete venire a parlarci di NIMBY? Fatelo solo quando ogni altra Regione italiane (anche quelle decine di volte più popolose ed energivore rispetto alla Sardegna) sarà almeno in grado di fare altrettanto..! Altro link ufficiale con dati: https://www.cipnes.eu/news/energia/gruppi-societari-impianti-e-produzione-i-numeri-dell-eolico-e-del-solare-in-sardegna
Prima di parlare di qualunque argomento impari l’educazione.
E io vi ringrazio di cuore, in Lombardia quel vento non ce l’abbiamo, che dire, le prossime vacanze verrò a farle in Sardegna per sdebitarmi, anche se ci dovessero essere gli aerogeneratori brutti e cattivi visibili all’orizzonte che io trovo bellissimi. Credo che dovreste piuttosto vantarvi del vostro contributo alla produzione di energia pulita per il Paese invece di lamentarvi perché vi sentite depredati.
Buona sera, volevo far notare che dai dati di TERNA aggiornati al 2022 si evince che la Sardegna produce il 4,72% di quanto prodotto da tutt’Italia di cui solo 25,7% è da rinnovabili, ovvero 1,21% a livello nazionale. In poche parole la produzione da fotovoltaico Sardo non riesce a coprire il fabbisogno regionale dei consumi domestici (altro dato pubblicato da TERNA). In particolare il 74% dell’energia prodotta dalla Sardegna viene dal termoelettrico ed è questo il motivo per cui i sardi pagano salata la bolletta.
Poi è vero che 40,4% dell’energia prodotta è esportata verso il resto d’Italia, ma questo non tiene conto della necessità di portare Metano/Carbone in regione dal continente e il relativo costo da sostenere (metanodotti o navi metaniere).
Per fare un paragone con la mia regione, ovvero l’Abruzzo, abbiamo che in regione si produce l’1,95% di cui il 51,47% da fonti rinnovabili, ovvero lo 0,9% a livello nazionale. Si aggiunga che i consumi domestici sono completamente coperti dalla produzione regionale da fonti rinnovabili. Purtroppo abbiamo un deficit di produzione dovuto all’attività industriale/servizi che nel 2022 ci ha costretto ad importare il 6,21% dell’elettricità consumata.
Quello che però voglio far notare è che nella mia regione stanno spuntando come funghi campi fotovoltaici e molti privati stanno valutando se non già installando impianti fotovoltaici domestici. Se continua così il costo dell’elettricità domestica si abbatterà significativamente.
Il problema sono i grossi centri metropolitani dove, anche volendo installare un impianto su ogni tetto di casa o capannone (industriale/agricolo) data l’alta densità di persone e le attività industriali/servizio, sarà difficile renderle autosufficienti.
Quindi non capisco perché le regioni autonome (che essendo tali non devono versare nemmeno un euro delle tasse pagate allo stato centrale) si oppongono così tanto a rendersi autosufficienti utilizzando fonti energetiche verdi invece di importare (pagandole care) risorse come il metano od altri idrocarburi per l’autotrazione.
Ci sarebbe tutto da guadagnare visto che tutti quei soldi che escono ora dalle tasche di queste regioni rimarrebbero in loco.
Ripeto (come ha già scritto un altro abruzzese) preferirei le pale eoliche offshore a quelle piattaforme che abbiamo ora guardando all’orizzonte verso est.
In Sardegna avete la fortuna di avere tanti giorni di sole e vento a volontà. Perché non sfruttarlo? Potreste essere la prima regione a raggiungere l’autonomia con la produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Ne guadagnereste in posti di lavoro vista la capillarità della rete che ne conseguirà e potrebbero essere chiuse tutte quelle centrali termoelettriche che tanto detestate.
Teniamo separato dal “conteggio regionale” l’eolico off-shore
– l’impatto dell’off-shore è minimo, anzi a 30 km dalla costa non lo conteggerei neanche “a carico” del paesaggio della regione, siamo in acque “off-shore” (lontane) comuni, a quella distanza sono acque nazionali, non regionali
– le numerose installazioni future saranno quasi completamente in mare, è li che che il vento è più forte e costante
piuttosco capirei una discussione per l’eolico su terra, impatta visivamente (le distanze di rispetto sono inferiori) e produce meno; il fatto che un comitato si opponga anche all’off-shore invece mi lascia molto perpresso
Per il resto, i numeri citati non mostrano scandali:
3,2% contibuzione a rinnovabili italiane, è 1/30 del totale e siamo 20 regioni
9% eolico, eolico è dove c’è vento (per gli anni a venire: soprattutto in mare, su terra è meno efficace)
4,6% solare è in linea con altre regioni, 1/20 del totale
altre regioni potrebbero lamentare di avere un bacino idroelettrico, impianti fotovoltaici, industrie che impattano il territorio per produrre beni di consumo e commercio, campi che producono cibi… forse farebbero volentieri a cambio con un affaccio al mare con pale eoliche a 30 km dalla costa
====
Sul desiderio di un ipotetico “parco naturale integrale sardo”
l’idea di una regione intera, senza distinguo, come parco incontaminato, si scontra con le contraddizioni relative alla cementificazione sulle coste, all’industria turistica, ai costi energia e ai problemi di scarsità di offerte di lavoro in mansioni qualificate, in pratica chi vive sull’isola vuole anche un minimo di agio economico, non tutta l’area è un parco naturale
ma conosco un minimo la particolarità della regione e potrei capire l’aspirazione a trasformarla in un parco integrale; però di nuovo, non relativamente all’off-shore, posto a grandi distanze dalle coste sarebbe fuori dal “parco” anche visivamente
Quindi la Valle d’Aosta dovrebbe ribellarsi perché produce 3 TWh di energia (1%) per 100000 (1/18 della popolazione sarda)
L’aberrante livello Nimby della Sardegna e della stampa locale che se la prende addirittura con i link di rete è giusto qualcosa che ci mancava nel complottismo stupido.
Non sono abbastanza informato in materia ma dico la mia opinione da turista. Personalmente non mi darebbe fastidio vedere all’orizzonte decine di pale eoliche sapendo che per ognuna di queste corrispondono X metri cubi di gas bruciato in meno. Anzi le considererei un valore aggiunto all’immagine del territorio. Quando siamo stati a Vienna e siamo saliti sulla ruota del Prater si vedevano benissimo all’orizzonte fuori città verso est parchi eolici da decine di pale e i commenti dei turisti erano unanimi: “eh ma qui siamo in Austria sono più avanti di noi!”.
Potrei capire il fastidio dato dal ronzio qualora installate vicino ad abitazioni ma in alto mare fatico a capire i fastidi.
Ma solo io, nelle turbine eoliche e nei campi fotovoltaici soprattutto quelli che non consumano territorio ma sono piazzati sui tetti dei capannoni, non li vedo come uno scempio del territorio ma una cultura avanzata, lungimirante e rispettosa dell’ambiente?
A NO Eolico selvaggio vorrei chiedere:
1) A causa dell’umidita presente in atmosfera, a che distanza si potranno vedere le torri eoliche?
2) I sardi pagano la bolletta il 20% in più risetto alla media italiana perché consumano il 20% in più oppure par altri motivi?
3) A proposito di Tirrenian Link, quindi lei sostiene che le coste di Termini Imerese e quelle di Battipaglia assieme a quelle di Cagliari verranno devastate per posare i cavi in CC che lei ha deciso che non servono a niente?
4) I dati di Terna che dicono che importiamo il 13% dell’energia elettrica dall’estero sono quindi falsi e i parchi eolici con le loro infrastrutture servono per permettere di esportarla?
A mio parere il cappio al collo ce l’abbiamo noi Italiani, basta che domani mattina un altro fornitore di gas chiuda i rubinetti e il piccolo sgabello che abbiamo sotto i piedi vola via.
No siamo in 2. Quando vedo immagini dall’alto di quartieri interi con tutte le case coi tetti fotovoltaici vedo un angolo di mondo che vorrei. Pensa se l’Italia riuscisse a sfruttare il potenziale rinnovabile fino ad arrivare al 70% indicato da Enel come obiettivo raggiungibile, basterebbe incentivare l’accumulo domestico e la mobilità elettrica per trattenere l’eccesso di produzione dato dai picchi delle rinnovabili e convertirlo in consumi domestici (meno gas) e trasporti (meno petrolio). Col vantaggio che case e auto diventerebbero stabilizzatori della rete elettrica anziché metterla in crisi.
Poi il sogno finisce e suona la sveglia…
Le stesse cose che volevo dire io a Nimby. Mi conforta sapere che ci sono miei concittadini che considerano i generatori eolici belli da vedere, anche quando sei in spiaggia in Sardegna.
Generatori eolici belli da vedere? Potreste piazzarne uno direttamente sulla basilica di San Pietro allora.
Premesso che la cupola di San Pietro non è sul territorio Italiano ma della Città del Vaticano, faccio notare che anche questo piccolissimo stato si è mosso.
Se guardi le foto satellitari noterai come l’aula Paolo VI (https://maps.app.goo.gl/3GgUauUHrzf94vYWA?g_st=ic) è ricoperta da pannelli fotovoltaici.
Solare e eolico sono i modi migliori e meno impattanti che abbiamo oggi disponibili per produrre l’energia che ci serve per vivere e prosperare.
Essere contro è la più grande sciocchezza che si possa fare perché l’ alternativa è continuare a farsi inquinare e ammazzare economicamente dai padroni dei fossili.
La scelta giusta è eliminare i fossili dove possibile e sostituirli con pannelli e pale che non teturpano il paesaggio ma lo rendono più poetico, sapendo che dietro quegli aerogeneratori c’è una storia di maggior rispetto ambientale e la rimozione dell’ uso di gas e carbone che fanno molti ma molti più danni all’ ambiente.
Le torri eoliche sui tetti dei capannoni o nelle zone industriali nessuno in Sardegna le osteggia o combatte, anzi. Ma NON c’entrano nulla con quello di cui parliamo. Infatti sono progetti definibili come “rinnovabili di prossimità” o di “comunità energetica”, Soino quelli i progetti che servono e che vogliamo in Sardegna. E sono esattamente L’OPPOSTO di quello di cui si parla. Le ripeto che si parla di 300 progetti presentati al MISE che riguardano MEGA IMPIANTI da decine di gigawatt con decine di pale eoliche alte 200 metri ognuno. La maggior parte sono ON-SHORE, ovvero nelle pianure e colline dell’interno. A questi si aggiungono altre decine di progetti per impianti OFF-SHORE ancora più mastodontici, ad altissimo impatto visivo e ambientale che sono contestati OVUNQUE nel resto d’Europa. Quindi per cortesia, la prego di approfondire quello di cui stiamo parlando. Le lascio un altro LINK con tutti i dati che le servono: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/08/28/assalto-delleolico-in-marmilla-grig-basta-speculazione_c5f64178-a4c9-48a2-8c15-d7bd3a1e1c9a.html
Le rinnovabili di prossimità si fanno con i capitali di prossimità. Tirateli fuori e costruitevelo.
Se lo Stato in Italia agevolasse ogni cittadino o impresa, con lo stesso identico “fervore” con cui si agevolano le multinazionali e gli speculatori saremo sicuramente in grado di trovarli i capitali di prossimità. Basterebbe procedere come suggerisce l’ENEA. https://www.corriere.it/tecnologia/23_settembre_15/fotovoltaico-l-enea-basta-installare-i-pannelli-sul-30-dei-tetti-italiani-e-c-e-energia-per-tutte-le-case-82973b1b-6908-4615-a227-241096406xlk.shtml
L’eolico NON è agevolato. L’eolico off-shore produce oltre 3000 kWh/kW per anno.
Il fotovoltaico a terra NON è agevolato e produce mediamente 1600 kWh/kW (nord compreso).
Il fotovoltaico su tetto, l’unico a lei gradito, produce il 15-20% in meno di quello a terra.
In particolare il residenziale è agevolato con detrazione IRPEF 50%, e costa il doppio degli impianti a terra.
Le comunità energetiche riceveranno da 0,1 a 0,15 €(kWh per ogni kWh “scambiato”, a cui va aggiunto il valore di mercato (PUN) dell’energia immessa in rete.
Ricordo che il PUN medio di luglio-agosto-settembre 2023 è stato prossimo al valore di 0,11 €/kWh.
Credo che dovremmo decidere, collettivamente, se continuare ad incentivare le rinnovabili perchè non vogliamo vedere un puntino all’orizzonte.
Domanda (retorica) le aziende sopravviverebbero con un PUN vicino a 0,2 €/kWh ?
A proposito di eolico e fotovoltaico “di prossimità”:
l’eolico NON è agevolato. L’eolico off-shore produce oltre 3000 kWh/kW per anno.
Il fotovoltaico a terra NON è agevolato e produce mediamente 1600 kWh/kW (nord compreso).
Il fotovoltaico su tetto, l’unico a lei gradito, produce il 15-20% in meno di quello a terra e costa il doppio.
In particolare il residenziale è agevolato con detrazione IRPEF 50%.
Le comunità energetiche riceveranno da 0,1 a 0,15 €(kWh per ogni kWh “scambiato”, a cui va aggiunto il valore di mercato (PUN) dell’energia immessa in rete.
Ricordo che il PUN medio di luglio-agosto-settembre 2023 è stato prossimo al valore di 0,11 €/kWh.
Non sono un tifoso di una soluzione unica, però credo che dovremmo decidere, collettivamente, se continuare ad incentivare solo le “rinnovabili di prossimità” perchè non vogliamo vedere un puntino all’orizzonte (degli impianti off-shore).
Domanda (retorica) quante aziende sopravviverebbero con un PUN stabile a 0,2 €/kWh, contro un prezzo dimezzato nel resto del mondo ?
Le rispondo per l’ultima volta: lo Stato incentiva il fotovoltaico diffuso allo stesso modo in tutta Italia. I cittadini di altre regioni, più avvenduti seppur molto meno fortunati qualnto ad irraggiamento solare, ne approfittano. Guardi qui il numero di impianti fino a 12 kW.
PIEMONTE 85.819
VALLE D’AOSTA 3.053
LOMBARDIA 211.874
TRENTINO ALTO ADIGE 31.539
VENETO 188.803
FRIULI VENEZIA GIULIA 47.511
LIGURIA 14.010
EMILIA ROMAGNA 129.934
TOSCANA 69.723
UMBRIA 25.208
MARCHE 39.186
LAZIO 87.824
ABRUZZO 29.979
MOLISE 5.428
CAMPANIA 51.170
PUGLIA 72.232
BASILICATA 10.926
CALABRIA 35.508
SICILIA 81.659
SARDEGNA 50.169
Totale 1.271.555
Le ho già fornito i dati sul consumo elettrico medio annuo delle famiglie, che vede la Sardegna in prima posizione (e lei non mi ha risposto). Tragga le sue conclusioni. le mie sono queste: consumate tanto e autoproducete poco. Complimenti vivissimi.
A proposito di capitali e contributi che ruotano intorno alle rinnovabili, mi dispiace per voi ma gli esempi che ci circondano, nel resto d’Italia, non sono dei migliori…
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/video/basilicata/1431846/indebiti-contributi-per-impianti-fotovoltaici-in-basilicata-sequestro-da-99-milioni.html
Al solito: lei cita una vicenda senza conoscerla. Eppure è ben descritta nell’articolo. I fatti risalgono al 2010-2011 quando il fotovoltaico era incentivato con il metodo del Conto energia, ora abolito. Oggi nessun grande impianto fotovoltaico è incentivato. L’energia prodotta viene ceduta al GSE a tariffe fissate in asta.
Infatti,
il Tirrenian link che io sappia non solo è il benvenuto (insieme ad un’altro collegamento posto più a nord), ma Terna è stata criticata anche in senso opposto, i cavi posati satureranno e saranno insufficenti in futuro, andranno probabilmente potenziati con un raddoppio lungo le medesime linee
===
Sulla visibilità
trovo utile che Vaielettrico abbia pubblicato qui sopra nel corpo dell’articolo una foto indicativa per le diverse distanze, si nota il contasto con l’immagine presente nel link del comitato contrario
Criteri di visibilità all’orizzonte per l’off-shore
nei documenti di impatto ambientale non si usa il criterio della curvatura terrestre, ma altri due criteri:
A ) acuità visiva umana, il potere risolutorio dell’occhio umano; a 20 km un buon occhio umano ha un potere di risoluzione di 1/60 di grado, ovvero 5,8 metri, dimensione che va confrontata con la larghezza della navicella (il corpo centrale dell’aerogeneratore, peraltro di colore chiaro) adottata caso per caso; a 30 km la larghezza minima distinguibile della navicella o del pilone di sostegno, diventa 8,7 metri
B) si distingue anche tra livelli di visibilità,
una cosa è la visibilità teorica, di una persona con ottima vista che scruta con attenzione l’orizzonte privo di umidità e cercando di proposito segni di una piccola sfrangiatura sfumata, magari utilizzando la luce del tramonto per alzare il contrasto, un’altra è la percezione più reale, che in base alle distanza e umidità può non percepire sfumature sottili e di colore chiaro nel contorno all’orizzonte
questo ipotizzando che la vista degli aerogeneratori in mare a distanza inferiori di 20.km sia da considerare sempre “brutta” a prescindere, e non è scontato
Sul sito del comitato contrario,
per argomentare che non bastino nemmeno 30-50.km, utilizzano il calcolo basato sulla curvatura terrestre, e come parametro usano l’altezza della punta delle sottili pale, invece che l’altezza del corpo della navicella
e non considerano le diverse taglie delle pale, quelle recenti di altezza maggiore sono limitate/destinate a distanze maggiori dalle coste, secondo i criteri tecnici accennati, su cui poi si può argomentare ma in modo meno generico
PS: la spesa delle bollette
è più alta perché c’è un alto consumo di corrente, che è diverso dal lasciare intendere che il costo unitario sia più alto
il clima caldo volendo permette alle case di non usare il gas, e quando serve scaldare con la corrente elettrica; lo stesso per l’acqua calda sanitaria, si usano i boiler elettrici
https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/03/01/bollette-sardegna-prima-in-italia-per-spese-energia-108_b6552fd5-aa87-4772-a2ad-99067037a343.html
boiler elettrici? Strano modo, esiste il solare termico che a voi basterebbe per scaldare tutto l’anno.
Rispondo anche al suo punto 2. In Sardegna nonostante produciamo ed esportiamo nel resto d’Italia molta più energia rispetto quanta ce ne serva le bollette sono (anche a parità di consumi) molto più care che nelle regioni energivore del nord Italia dove la nostre energia viene esportata. https://www.cagliaripad.it/557931/energia-elettrica-in-sardegna-le-bollette-piu-care-596-euro-di-media/ Se si osservano le statistiche di agenzie indipendenti come SOSTariffe.it scoprirete che avviene la stessa cosa anche in molte altre regioni del Sud. E’ un problema di mercato e anche di “cartelli” occulti tra gestori e fornitori di energia. La stessa identica cosa avviene anche per gli idrocarburi. Dall’industrializzazione selvaggia degli anni 70 ci ritroviamo la SARAS, una delle più grandi e impattanti raffinerie ENI del mediterraneo qui da noi, a Sarroch, a pochi km da Cagliari, che importa greggio con navi petroliere, lo raffina ed esporta carburanti in tutta Italia e all’estero. Ma da noi la benzina alla pompa, guarda caso, costa mediamente di più che altrove in Italia. Si tratta di un’altra servitù. Che subiamo da sempre e che dobbiamo alla magnanimità dello stato italiano.
Benissimo, quindi sa per certo che su queste pagine si discute continuamente di come evitare di consumare i prodotti di quelle raffinerie.
Per quanto riguarda l’ energia elettrica moltissimi utenti in queste pagine raccontano dei loro impianti fotovoltaici con o senza accumulo per uso domestico e per caricare le proprie auto. Non è cosa per tutti, è vero, ma se.non altro impattano in negativo proprio il business contro cui lei è arrabbiato.
Che i carburanti sull’isola li facciano pagare un po’ di più, questo lo potrei immaginare
non capisco però la logica applicata alla corrente, a meno che i collegamenti con elettrodotti sottomarini attuali siano insufficenti e la generazione di energia da fonti fossili in loco potesse imporre i suoi prezzi
generare più corrente e avere più collegamenti tra l’ìsola sarda, la sicilia e il “continente” con più elettrodotti sottomarini, va a ridurre l’isolamento dell’isola almeno per l’elettricità
non dipendereste più dai costi della produzine elettrica locale fatta con fonti fossili soggette a rincari; e elettricità si pone come alternativa più economica all’uso dei carburanti, sembrebbe un doppio vantaggio economico
con generazione di corrente a prezzo prevedibilie e non soggetto a rincari, e maggiori connessioni tra regioni, diventa più diffile che ci siano dei differenziali di costo tra aree geografiche, e il trend entro 2-3 anni è che la corrente costerà meno
casomai come una possibile compensazione economica locale per un surplus di generazione chiederei che i costi futuri in bolletta fossero ulteriormente alleggeriti modificando alcune delle voci della bolletta
===
un mio amico lavora alla manutenzione della rete di distribuzione ad alta tensione sull’isola, mi da una lettura diversa della situazione, lui spera in nuovi impianti di rinnovabili, per generare più lavoro qualificato in loco, inteso per altre persone, perchè lui è già soddisfatto della sua posizione lavorativa
anche se le piattoforme off-shore le relizzeranno a Taranto o all’estero, gli impianti di collegamento e le manutenzioni di rete e degli impianti, sarebbero locali
la stessa persona mi accennava che proprio la filera delle fonti fossili e delle centrali sull’isola, osteggia questi impianti e gli elettrodotti (che possono lavorare a doppio senso), che andrebbero a minare un loro monopolio di fatto e relativi prezzi orari e margini tenuti più alti
Chissà perché non mi stupisce affatto che gli interessi fossili stiano facendo di tutto per rallentare la conversione sulle fonti rinnovabili, anche a costo di fare interventi moderati in stile no eolico selvaggio.
Il Bello dell’eolico è che ha un ciclo di vita di 15 anni ,dopo potete chiedere di smantellarle tutte..
se preferite importare idrocarburi e uranio
e magari volete rinunciare a occupazione ,per installazione e manutenzione delle torri eoliche
i nord Europa , le torri eoliche sono un vanto anche TURISTICO
ora anche in alcune località italiane
a Gubbio in Umbria è nato il primo parco eolico di una comunità energetica e sono molto contenti
il vento è una tecnologia millenaria , che che ne dicano certi tuttologi alla Sgarbi
fa parte della storia dell’umanità
da ben prima che oli combustibili puzzolenti lo sostituissero in ogni campo
fossi in voi lotterei per l’Elettrificazione 100% da rinnovabili di tutte le isole al più presto possibile
e in cambio chiederei , l’allontanamento delle rotte delle petroliere
che “dovrebbe” essere il vostro vero incubo ;
immaginate un incidente alla “Exxon Valdes” nei pressi della costa smeralda ..
my two electrons
Mi dispiace ma lei non è al corrente di quale tipo di parchi eolici si tratti, si informi meglio. In rete ci sono molti esempi di gravi problemi nello smaltimento di queste strutture… Le cito questo link americano ma c’è ne sono decine di altri. https://www.npr.org/2019/09/10/759376113/unfurling-the-waste-problem-caused-by-wind-energy?t=1568715682910 il problema è che le concessioni di un megaparco eolico da molti megawatt mediamente durano 25 anche 30 anni. Alcune arrivano a 40. Le enormi torri si possono smontare, se il loro smaltimento è stato previsto e reso obbligatorio nelle concessioni e se l’azienda che l’ha ottenuta nel frattempo non è fallita o scomparsa (avviene anche questo quando un parco invecchia e non produce, dopo qualche decennio chi l’ha creato ha preso i soldi e scappa. Ma se si arriva a vederne una fine regolare avviene ad esempio che le eliche essendo fatte in resine speciali praticamente indistruttibili NON sono minimamente riciclabili (tanto è vero che dopo la loro vita “utile” in Occidente spesso vengono “rivendute” ai paesi del terzo mondo e costituiscono oggetto di traffici e business di rifiuti speciali) A parte questo aspetto, il vero problema dei paesi che decenni fa hanno avviato la proliferazione di parchi eolici sono le infrastrutture che vengono create a terra per il loro funzionamento. Non si prevede nemmeno che vengano smaltite perchè NON possono essere smantellate MAI completamente. Il ripristino dei luoghi alla loro condizione originaria non avviene, perchè è impossibile. Le basti pensare che le strade, i cavidotti di collegamento e ogni basamento, parliamo di centinaia di tonnellate di cemento armato, resteranno PER SEMPRE sepolti sotto il terreno. Luoghi ad alta vocazione turistica, paesaggistica o agricola, un tempo floridi, saranno consegnati così ad imperitura memoria dell’IGNORANZA o IGNAVIA dell’attuale generazione alle altre che verranno e giudicheranno. A cui lascerete in dote un bel DESERTO “verniciato” di verde.
Riporto un brano dell’ articolo che lei cita: “Englund crede di aver trovato un modo per riciclare le lame macinandole fino a ottenere palline delle dimensioni di una scaglia di cioccolato. Possono essere utilizzati per materiali di rivestimento, pallet e tubazioni. La sua startup ha aperto quest’anno il suo primo impianto di lavorazione nel Texas centrale e sta affittando un secondo spazio vicino a Des Moines, Iowa“. Queste sarebbero le “eliche in resine speciali praticamente indistruttibili NON sono minimamente riciclabili”?
Con questo le abbiamo dato ampia facoltà di parola. Può bastare.
Gentile Massimo, mi scusi ma la facoltà di parola mi pareva di capire che fosse un vanto di questo vostro blog il consentirla a chiunque. Se così non è nessun problema, potete anche cancellare i miei commenti. Se però vi interessa approfondire maggiormente la questione scoprireste che tecnologie nuove e sperimentali come quelle americane di cui parla l’articolo di NPR hanno costi talmente alti per il mercato europeo che NON possono essere previste in nessuno dei parchi di prima generazione attualmente in funzione. Ad essere sinceri purtroppo, se guardiamo i budget di smaltimento previsti nelle centinaia di progetti presentati per la Sardegna, vi si ipotizzano parchi di nuova generazione e costi a fine vita che vengono stimati inferiori tra 20 anni a quelli di mercato attuale senza NESSUNA rivalutazione. Ma nessuno garantisce che i costi di smaltimento, in un mondo sommerso dai rifiuti, si abbasseranno esponenzialmente. Anzi. Anche perchè abbiamo davanti l’esempio pratico dei paesi bassi che, avendoli installati per primi, vedono in questi anni un’altissima concentrazione di parchi a fine vita. I costi di smaltimento sono lievitati oltre la soglia del 50% di quanto veniva in origine stimato. In Europa nei paesi migliori e più attenti, ecologicamente parlando, quando va bene si riesce smaltire forse il 40% degli impianti eolici con sistemi molto meno all’avanguardia di quelli americani più costosi. Quando va male invece un parco viene letteralmente “abbandonato” originando cause legali internazionali che vanno avanti anni. Oppure si smantella frettolosamente per scaricare il prima possibile tutto in un altro paese più “povero” magari nell’est Europa, con parametri e limiti di legge legati allo smaltimento dei rifiuti, molto meno stringenti. Tutto molto “green” come ragionamento, non trova? Le lascio questo altro link e vi auguro buona serata: https://it.euronews.com/my-europe/2021/06/25/il-riciclo-delle-turbine-eoliche-tallone-d-achille-delle-energie-rinnovabili
Lei legge gli articoli con il paraocchi. Cito testualmente dal suo link: “Le pale sono effettivamente non tossiche e tecnicamente sicure anche interrate, ma consideriamo che il deposito in discarica sia uno spreco di risorse preziose, incompatibile con il nostro impegno sulla piena circolarità”.
E più avanti: “Aziende come il gigante danese Vestas si stanno impegnando ad aumentare la sostenibilità dell’intero processo di produzione. L’obiettivo è riuscire anche a costruire pale totalmente riciclabili. “Oggi le nostre pale sono riciclabili al 42-43 per cento – spiega Lisa Ekstrand di Vestas -. Quindi c’è ancora un buon margine di miglioramento. Me se ci chiediamo quando arriveremo alle pale riciclabili al 100 per cento, ci vorrà ancora tempo”.
Dove sarebbe il dramma che la sconvolge?
1) le cose andrebbero quatificate
è più drammatica da ripristinare, il basamento in cemento di una cabina di trasformazione/collegamento delle corrente e altre strutture simili
oppure decine di km di cemento aggiunti di alberghi e ville sulle coste?
2) le cose andrebbero distinte
tra singoli casi e magari su terra, dall’eolico off-shore, dove parlare di intallazioni permanenti, anche nel caso di piloni poggiati sul fondale, sembra ridicolo, già solo per il costo dell’acciao recuperabile (o utilizzabile per nuove installazioni) non verranno certo dimenticati
3) le pale sono in compositi parenti più tecnologici delle vetroresina, usata per le imbarcazioni
in realtà sono riciclabili ma con diversi gradi di difficoltà e costi; i costruttori stanno già virando su resine più economiche da scomporre a vine vita per recuperare i costituenti; in america, avendo spazio, il tipo meno recente che sta arrivano ora a fine vita, al momento viene stoccato, come fanno anche con gli aerei in disuso, in attesa che diventi conveniente riciclarle, che si crei una filiera apposità abbassando i costi;
è molto diverso da argomentare che siano indistuttibili, quello vale per altri tipi di scorie
Concordo solo che ad oggi gli aerogeneratori sono più durevoli che in passato,
per quelli con ingranaggi si parla di 25 anni, che diventano 20 anni in caso di guasti,
mentre per qulli direct-drive qualcuno parla di 30 anni di vita utile
Ciao, molto condivibile
mi hai fatto ricordare della la costa del “poetto”,
è la lunghissima e bella spiaggia a ovest di Cagliari, in fianco alle saline; è spesso ammorbata da alghe e chiazze di catrame, dovute alle petroliere che lavano le cisterne al largo dell’attracco della raffineria, quando te ne si attacca una addosso poi è un lavorio di solventi ripulirsi
PS: credo che adesso la vita utile degli aerogeneratori è più lunga, specialmente quelli direct-drive (senza ingranaggi interni di moltiplicazione dei giri), ma non cambia il senso del tuo ragionamento, se un domani arrivasse di meglio, es pannelli solari e batterie e costi ancora più bassi, è abbastanza facile ripristinare
nel caso dell’eolico off-shore galleggiate poi, che diventerà la soluzione predominante, le modifiche, ad esempio per la necssità di un cambio delle rotte di navigazione delle navi, sono quasi banali, le piattaforme galleggianti sono rimorchiabili e ancorabili in un punto diverso
come ricordato da latri, ci si aspetta anche che i parchi off-shore, essendo aeree vietate alla navigazione, diventino aree di ripopolazione ittica
Bellissimo commento Nello!
Quindi per Marcello è meglio ampliare Porto Torres?
Oppure costruire una bella centrale nucleare in costa Smeralda?
E poi la terra non è piatta, lo sa?
Per non far torto a nessuno, i metterei una centrale nucleare in ogni provincia:
– una a Cagliari, vuoi mai che si sentano esclusi
– una a Nuoro
– una a Oristano
– una a Sassari
– una nel Sud Sardegna
Comprendo e trovo giusta la preoccupazione per la tutela del paesaggio sardo da parte di Marcello, ma non condivido il tono della sua accusa contro l’eolico off-shore, che trovo eccessivo.
Propongo alcune modeste considerazioni:
1. l’abbandono dei combustibili fossili impone di fare una scelta tra le alternative attualmente disponibili, scelta che dovrebbe essere fatta anche in base anche al loro impatto ambientale: il fotovoltaicosui tetti e in zone già cementificate o industrializzate, e l’eolico off-shore a grande distanza dalla costa sembrano essere le alternative meno impattanti sul paesaggio e l’ambiente rispetto a tutte le altre possibilità per produrre energia elettrica. Dunque, esse andrebbero decisamente favorite (molto più di adesso) dal decisore politico. Alcune altre alternative per produrre energia, invece, sono decisamente più impattanti, e andrebbero immediatamente abbandonate: si pensi ad esempio all’eolico fatto sulla cima delle montagne (dove la visibilità è massima, la distanza delle pale da luoghi paesaggisticamente intatti è uguale a zero e dove la sola costruzione delle strade di accesso agli impianti comporta enormi danni in ambienti altrimenti molto delicati), oppure si pensi alla costruzione di nuovi grandi invasi idroelettrici (la cui costruzione implica la diretta distruzione di ambienti piuttosto vasti, imponenti impianti di captazione e canalizzazioni di fiumi e sorgenti, ecc.). Per non parlare neanche dei problemi che porterebbe la scelta di dare spazio, come alcuni vorrebbero, all’alternativa nucleare. Ecco perchè, al momento è giusto favorire il più possibile la costruzione di questo tipo di impianti fotovoltaici (sui tetti) ed eolici off-shore (in aggiunta al geotermico, dove si può), e non di altri. Continuare ad emettere CO2 non si può, non ce lo possiamo permettere, e queste sono le alternative migliori e meno impattanti attualmente disponibili per la transizione.
2) Anche se si fa la scelta di favorire l’eolico off-shore, e secondo me va fatta in maniera decisa, andrebbero create delle regole un po’ più intelligenti di quelle attuali per decidere dove farlo e a quali condizioni. Non ha senso che la distanza minima dalla costa prevista per impianti off-shore sia la stessa in tutte le coste d’Italia a prescindere dal pregio ambientale e paesaggistico. I 17 km di distanza minima dalla costa previsti nel caso degli impianti progettati in Sardegna (riferisco quanto citato, anche se non ho letto i documenti autorizzativi) non sono molti, perchè a quella distanza pale alte 200 metri sono ancora ben visibili. Una distanza del genere potrebbe andare più che bene nel mare davanti a casa mia (fatele “in my backyard”, non avrei problemi!), nella parte nord dell’Abruzzo, dove il paesaggio costiero è purtroppo già compromesso da 50 anni di cementificazione selvaggia, ma impianti fatti davanti alle coste della Sardegna (o della Costiera Amalfitana, o del Salento) bisogna che non siano visibili mai o quasi mai! Credo quindi che Marcello e gli altri i sardi interessati alla tutela del paesaggio debbano chiedere questo: non che gli impianti eolici off-shore non si facciano, ma che non si facciano troppo vicini alla costa, per tutelarne il pregio paesaggistico e ambientale eccezionale. Gli impianti eolici off-shore galleggianti si possono fare anche a 40 o 50 o più Km dalla costa, ed è questo che (voi sardi, o salentini) dovete chiedere con forza per il futuro, non di rinunciare all’eolico offshore ma di farlo a una distanza tale (per le pale) e con una cura tale (per le eventuali strutture di servizio sulla terraferma) che il vostro bellissimo paesaggio costiero non ne venga danneggiato.
3) imporre una sorta di regionalismo dell’energia, cioè che ogni regione italiana arrivi a produrre sul proprio territorio solo l’energia che consuma, senza esportare assolutamente nulla in altre regioni, credo che complicherebbe e rallenterebbe molto la transizione energetica, perchè in alcune regioni -molto più popolose o industrializzate di altre- sarebbe molto difficile arrivare alla necessaria densità di impianti fotovoltaici e/o eolici. Forse, avrebbe più senso chiedere che ci sia una compensazione ambientale e paesaggistica per l’energia prodotta in più: se una regione ospiterà più impianti di energia rinnovabile di quelli di cui ha bisogno, dovrebbe aver diritto a investimenti pubblici (pagati dalle altre regioni) per ridurre l’impatto di detrattori ambientali e paesaggistici presenti sul proprio territorio (si pensi alle linee elettriche e all’impatto dei grandi tralicci: Terna potrebbe interrare gran parte dele linee elettriche, con grande beneficio per il paesaggio).
Appare evidente che parlarne qui dentro sia come parlare di corda in casa dell’impiccato. Ma ci provo. Esistono molti motivi (a voi presumo ignoti o che forse preferite ignorare) per cui in Sardegna sia oggi sempre più NECESSARIO OPPORSI a qualsiasi speculazione intorno alle energie rinnovabili RIFIUTANDO le installazioni di grandi impianti eolici o fotovoltaici, che deturperanno irrimediabilmente ambiente e paesaggi oggi incontaminati. Se lo scopo è produrre molta più energia del necessario per il resto d’Italia si tratterebbe solo di una nuova SERVITÙ in una terra che ne ha subito tante e troppe nel corso della storia d’Italia (si pensi alle servitù militari o a quelle estrattive e minerarie) quindi quello scopo è SBAGLIATO. Il surplus energetico nella produzione è dannoso e inutile per i territori e per i cittadini che lo accettino passivamente e lo subiscono. La produzione energetica, da fonti rinnovabili e non, dovrebbe essere equamente distribuita su tutto il paese, territorialmente e in base al consumo. La Sardegna peraltro,già oggi produce oltre il 40% in più di quanta energia consumi e quindi la esporta a favore di regioni italiane più energivore, senza trarne peraltro alcun beneficio dato che i Sardi pagano mediamente in bolletta il 20% in più rispetto agli italiani. Ancichè privilegiare eolico e fotovoltaico di prossimità,attraverso la creazione di piccole comunità energetiche locali, lo stato italiano sta cedendo il diritto di sfruttamento delle risorse ambientali ai privati (sopratutto multinazionali straniere) escludendo le amministrazioni locali da qualsiasi scelta. sono in attesa del VIA del MISE decine di progetti ASSURDI di mega parchi eolici e torri da 200 calati centralmente dall’alto e creati solo per favorire il profitto di grandi multinazionali. Torri alte come la tour eiffel che secondo questi progetti dovrebbero sorgere a pochi passi da luoghi di cultura e vestigia archeologiche, oppure deturpando paesaggi naturali incontaminati o territori a vocazione agricola come colline e vigneti di produzioni doc. Oppure off-shore di fronte alle coste. Dove chi dice che non siano visibili dalle coste mente sapendo di mentire. Una FOLLIA. Prima di parlare o tentare di replicare a quanto sto dicendo, vi prego quindi di INFORMARVI. In questo sito, creato da un comitato spontaneo di cittadini Sardi che ha deciso di opporsi a questo scempio, trovate tutte le informazioni e approfondimenti che vi servono: https://www.orthobenessere.com/problema-eolico-in-sardegna/
Poi ci spiega perché parlarne qui è come parlar di corda in casa dell’impiccato. Da sempre diamo spazio a tutti i punti di vista, purché espressi in modo civile. Contrariamente a quel che si vuol far credere, non siamo un sito militante e pensiamo che ci sia sempre da imparare dalle opinioni altrui. O quanto meno Val la pena di rifletterci.
Mi associo ovviamente alla sua risposta Mauro ma occorre aggiungere che chi oggi produce energia elettrica in Sardegna con il carbone (spero sempre meno) e con il gas ha tutto l’ interesse a supportare e fomentare questi gruppi del no. Dire no alle energie rinnovabili è secondo me uno dei più gravi errori che la Sardegna e i sardi possano fare oggi. Il tempo dirà se ho ragione o meno ma invito il No eolico selvaggio a domandarsi se non sia banalmente uno strumento nelle mani dell’ industria fossile ogni qual volta si attiva per dire NO a questi progetti. Non voglio negare che dietro non ci siano interessi economici ma occorre evitare di dire no, quello che occorre è tenere gli occhi aperti e verificare che i progetti rispettino le norme ambientali.
Gentile Sig. Tedeschini mi riferivo al fatto che,in generale, cercare di confutare argomenti controversi come quello di cui parliamo, in molti blog o siti web che si occupano di green (spesso con opinionisti a senso unico guidato dagli sponsor), non è ben accetto. Nel vostro caso constato che ospitate anche chi come noi cerca di porre sul piatto visioni diverse, quindi convengo che siate un’eccezione e il fatto che si tenti tutti di imparare anche dalle opinioni altrui vi fa onore e stimola la discussione. Detto questo però mi permetto anche di farvi notare che se una vostra autorevole opinione dice cose come: le pale eoliche off-shore a 17 km dalla costa non impattano e non si vedono, oppure che le servitù dei cavi sottomarini non devastano i litorali oppure ancora che le “regole del VIA ministeriali siano uguali per tutti” chi non è sufficientemente informato potrebbe pensare che siano una verità, assoluta. Mentre così non è. L’argomento è molto più complesso. Ad esempio l’off-shore dei tanti progetti di fronte alle coste sarde è del tipo più invasivo e prevede torri alte oltre 180 metri, ben visibili anche dalle spiagge anche a oltre 30 km dalla costa. Non solo, oltre a quei collegamenti dai parchi verso la riva si aggiungono progetti di connessione addizionale alla rete nazionale, come il Tirrenian Link, nuovo cavo sottomarino Terna che nasce per collegare Sicilia, Sardegna e continente. Questo è un collegamento assolutamente NON necessario per l’attuale produzione (dato che la Sardegna ha diversi altri cavi sottomarini come il SACOI). Quindi è solo una nuova ennesima grande opera decisa dallo Stato che viene creata per agevolare multinazionali. Ecco un “aiuto di Stato” verso aziende che nemmeno hanno sede in Italia (spesso sono addirittura extra UE) e servirà quindi solo a loro per poter ESPORTARE e vendere energia (non solo all’Italia ma anche all’estero) prodotta con risorse naturali nostre, per puro profitto, senza beneficio alcuno, nemmeno miseri sconti in bolletta, per la Sardegna). Questa opera in fase di esecuzione definitiva prevede non solo allacci sulla costa ma oltre 40 km di reti in un complesso sistema di servitù di passaggio da/verso centrali di distribuzione a terra che costringeranno molti proprietari di terreni in zone di pregio turistico a subire gli espropri. Venendo infine alle “gare” e alle regole del VIA, non è affatto vero che siano uguali per tutti. Ci sono regioni in Italia (come ad esempio l’Abruzzo) che hanno creato le loro Agenzie per l’Energia e in questi casi sono loro a poter DECIDERE dove installare gli impianti e anche cosa chiedere come compensazioni ai privati che guadagnano con l’energia prodotta sul loro territorio. Chiedetevi quante pale eoliche l’Abruzzo permetterà di installare ci saranno sugli Appennini che penso siano altrettanto ventosi. Questo purtroppo non sta avvenendo in Sardegna, dove Il bene pubblico in questo caso, per colpa dei politici regionali, viene lasciato in mano alla speculazione puramente economica.
I motivi della sua opposizione sono chiari e non entro nel merito delle sue affermazioni (nel senso che do per scontato siano corrette), ma non posso esimermi dal chiederle un provocatorio “e dunque, non si fa niente?”. Se è sbagliato il modo, lottiamo per correggere il modo o diciamo di no e basta? Non ho capito cosa suggerirebbe di fare. Chiedo anche: c’è qualche partito politico locale che abbia un minimo di idee chiare sull’argomento? Perché diversamente, siamo lupi che ululano alla Luna, che non sente.
Infatti TUTTI i comitati di cittadini in Sardegna NON si oppongono all’eolico o alle rinnovabili, ma a QUESTO modo assurdo di IMPORRE MEGAIMPIANTI altamente impattanti che servono solo al rapido incremento delle soglie di terawatt prodotti (per raggiungere i parametri EU) ma sono il frutto di semplice SPECULAZIONE economica a vantaggio di aziende private che nulla hanno a che fare con la transizione green o il rispetto dell’ambiente. Non stiamo chiedendo di fermare la transizione verde, Tutt’altro. Stiamo chiedendo di FERMARE QUESTO ASSALTO SPECULATIVo frutto dell’incompetenza e miopia (quando non si tratti addirittura di dolo) di tutti i responsabili tecnici e soggetti politici coinvolti nelle decisioni o pianificazioni. Una miopia incompetente o interessata unicamente al profitto che vorrebbe trasformare un’isola bellissima come la Sardegna in un DESERTO coperto di pannelli fotovoltaici o in una selva di MIGLIAIA di eliche di metallo e plastica alte 200 metri. ognuna di queste eliche ha necessità di km di strade che attraversano i campi, le colline o i boschi, e deve essere issata su basamenti di cemento armato grandi come un campo di calcio e profondi una decina di metri (seppelliti nel terreno). Cose che NESSUNO smaltirà mai realmente. Andate a vedervi tutti in rete che tipo di problemi comporta lo smaltimento REALE degli impiantii di questo tipo. Non è un caso che la maggior parte delle società che li creano siano scatole cinesi, con sede in luoghi a regimi fiscali agevolati, e scompaiano nel nulla PRIMA della scadenza delle concessioni che non durano 15 anni ma mediamente 30. Le ALTERNATIVE alla speculazione selvaggia nelle rinnovabili esistono e sono le “COMUNITÀ’ ENERGETICHE”. Ripeto, vi ho lasciato in altra risposta questo LINK https://www.orthobenessere.com/problema-eolico-in-sardegna/ in cui trovate TUTTI i dati e anche le risposte alle vostre osservazioni. Osservazioni che sono lecite e trovo corretto che sia dato a tutti la possibilità di esprimerle al riguardo, ma fino a quando, l’opinione pubblica, non viene messa realmente a conoscenza di come stanno davvero le cose, sentiremo solo affermazioni come
Speculazione, assalto speculativo, speculazione selvaggia. Sono parole, che come vede le consentiamo di scrivere ma che aggiungono poco ad una discussione costruttiva. Ci porti elementi verificabili e non il link (ripetuto) a una fonte che “aggiusta i dati” a proprio uso e consumo.Scrive per esempio che la Sardegna è la regione con le bollette elettriche più salate. Vero. Ma il costo dell’energia in regime tutelato è lo stesso in tutta Italia ed è fissato dall’Arera. Se in Sardegna la bolletta media è di 517 euro è solo perchè la Sardegna ha il consumo medio annuo più alto: 2.334 kWh a famiglia, contro 2.134 del Veneto, seconda, e 2.079 della Sicilia, terza. A fondo classifica abbiamo Abruzzo con 1.824 kWh, Liguria con 1.736, Toscana con 1.727. Non proprio il Terzo Mondo. E anche il risparmio energetico contribuisce alla sostenibilità ambientale almeno tanto quanto la tutela del paesaggio.
Prima di tutto grazie “No Eolico Selvaggio” sempre un piacere leggere opinioni, scritte ed argomentate bene, diverse dalle proprie. Evito una risposta globale, ho visto già che molti hanno giustamente commentato il fastidioso NIMBY (not in my back yard) presente nel suo commento. Andando quindi oltre, sono d’accordo con voi che le installazioni di energie rinnovabili sono una servitù e un danno, andrebbero quindi compensate con agevolazioni alle comunità coinvolte. Fare uno studio sui pro e contro, e dare trasparenza di questo rapporto, e poi far decidere in maniera democratica alle popolazioni interessate. Mi aspetto questi passaggi nell’era digitale che stiamo vivendo, non una decisione ministeriale, calata dall’alto che giustamente i cittadini sentono lontana.
Anziché lamentarsi Dell impatto visivo di pale distanti 17 km, fossi in voi farei caso alle orde di yacht a due piani ancorate a 10 metri dalle spiagge. Quello è impatto visivo, altroché.
Gentile Andrea, io sono assolutamente d’accordo con lei anche su questo. E non mi limito a parlare solo di “impatto visivo” sul paesaggio… Giusto perchè voi lo sappiate, detto da un Sardo, i megayatch dei milionari o le centinaia di imbarcazioni da diporto dei tanti poveracci che vorrebbero emularli, che si affollano ad agosto al largo delle nostre spiagge, NON ci SERVONO perchè non lasciano praticamente nulla sul territorio. NON è questo il turismo che serve alla Sardegna. E sarebbe per noi meglio farne a meno. Qualsiasi cosa abbiate sentito dire al riguardo. A noi Sardi NON interessa il turismo “social/cafone”, frutto del passaparola VIP e nemmeno quello indiscriminato low cost e di massa. Turismo in grado di rovesciare milioni di turisti concentrati in poche settimane l’anno, a luglio e agosto e solo sulle coste. Questo genere di Turismo NON serve a noi sardi perchè rende INVIVIBILE i luoghi e i contesti. NON ha nulla del turismo etico, consapevole e culturale che ci interesserebbe. Non è minimamente eco-compatibile e nemmeno Sardo-Compatibile. Questo genere di presenza turistica ha un impatto antropico che i nostri luoghi e le loro infrastrutture non saranno mai in grado di reggere (si pensi ad esempio ai sistemi di depurazione fognaria o ai servizi di smaltimento rifiuti che sono dimensionati per poche migliaia di abitanti e non tollerano l’assalto di decine di migliaia di turisti). Un turismo come quello di cui lei parla è PERFETTAMENTE ANALOGO alla SPECULAZIONE EOLICA di cui stiamo parlando. Un assalto che DISTRUGGE il paesaggio e l’ambiente e non lascia nulla di reale a vantaggio dell’economia diffusa dei territori. Spesso chi specula e guadagna su questo tipo di flussi turistici concentrati si comporta esattamente come le “imprese” che cercano dil massimo profitto impiantando parchi rinnovabili. Infatti entrambi questi soggetti di “imprenditoria selvaggia” nemmeno pagano le proprie tasse nell’isola dato che la maggior parte delle strutture alberghiere della Costa Smeralda (e non solo) sono in mano a speculatori d’oltre tirreno, quando non addirittura stranieri. Diverse catene alberghiere presenti in Sardegna sono proprietà di fondi di investimento russi, americani o arabi. Spero di averle chiarito come la penso.
Quindi i megayacht da 20 milioni e passa non le vanno bene. Il turismo low cost social-cafone nemmeno. Per non parlare delle catene alberghiere “d’oltre tirreno” che ci speculano su. Cosa resta? Quale sarebbe il turismo sardo compatibile che permette di incassare 3 miliardi di euro all’anno?
Stia sereno: ha perfettamente chiarito come la pensa
-Quale sarebbe il turismo sardo compatibile-
Probabilmente quello dove i turisti mandano i soldi ma poi se ne stanno a casa loro. 🤭
Un po’ come in Liguria. 😂
Ma perche al posti di opporsi ai generatori eolici , non si chiede quota energia a prezzo agevolato per far funzionare la fabbrica alluminio alcoa ed evitare i licenziamenti ?
Che esportiate energia sarebbe necessario per la natura che vi premia per la produzione di energia rinnovabile, ma dai dati di TERNA producete energia per oltre il 73% con fonti fossili. Non comprendo, parlate di voler tutelare il territorio con questo dato? Accanitevi perchè si faccia più offshore. Io ho un appartamento ad Alghero e a parte la mia predisposizione ad associare una pala eolica ad una evoluzione verso una maggiore civiltà e coscienza della presenza umana su questa Terra, un impianto offshore non mi renderebbe meno gradevole la Sardegna, al contrario, lo apprezzerei, molto più degli orrori che si incontrano girandola e le garantisco che l’ho girata in lungo e largo. Nonostante elettrodotti con tralicci inguardabili e strade mai finite, amerò per sempre la vostra isola, soprattutto vedendo la fila di pale eoliche lungo la cresta dei monti che vanno all’impazzata, perchè c’è da risolvere il problema del 73% di produzione da idrocarburi da correggere. Agganciate ad esempio i vostri piani casa, particolarmente generosi, all’installazione di fotovoltaico, impianti che si vedono raramente.
Ma come ogni regione non debba pensare ai propri consumi?! Vorra dire ogni provincia, che dico, ogni comune!! Cos’ è sta mania di usare le cose degli altri?
Il Parmigiano si mangia a Parma, i crauti a Bolzano, il pecorino sardo a Sassari, le orecchiette a Bari. Cos’ e’ sto inernazionalismo irrefrenabile???
Dimenticavo, ognuno le vacanze le fa a casa sua, entro i confini comunali. Mica va a sprecare soldi in Sardegna o altrui mare, o altrui monte.
E le automobili? Possono essere vendute solo nelle regioni dove sono prodotte. E gli altri a piedi o in bicicletta, ma con scarpe e biciclette rigorosamente prodotte in regione.
A che serve spostarsi quando tutto è nella comunità???
Al massimo ti sposti a piedi dai vicini entro i confini del paese. Si semplifica anche il linguaggio, che torna ad essere una serie di grugniti. Gli scambi si fanno in natura.
Hai bisogno di braccia per l’agricoltura? Dai tua figlia al figlio del vicino in cambio di 2 mucche e il primogenito in età da lavoro.
Che pacchia.
Sai quanti problemi risolvi? Niente più cambiamenti climatici, niente più social, niente più salvini….
Ho capito, quindi il business del futuro tornerà ad essere vendere il sale ai comuni lontani dal mare!
Gentile signor Terragni, in realtà ogni COMUNITA’ dovrebbe e potrebbe pensare ai propri consumi. Si chiama autosufficienza energetica. E’ uno degli “internazionalismi irrefrenabili” che chi pensa di poter parlare di tematiche green su un blog come questo dovrebbe conoscere. Anche in questo caso basta informarsi prima di commentare: https://paea.it/paea/
Con le energie rinnovabili che sono variabili, abbia pazienza ma l’ autosufficienza energetica è una cretinata, in particolare anche per evitare ipertrofici e costosi sistemi di backup. E alcune regioni che hanno più sole e più vento sono anche particolarmente fortunate, come la Sardegna. Non trasformerei una combinazione fortunata in una perdita, perché a dire di no alle rinnovabili c’è solo da perderci, sia a livello ambientale che a livello economico.
Quello che qui mi si dovrà spiegare è come si fa a deturpare un paesaggio mettendo delle pale eoliche non a 100 m, non a 1000 m ma a 17000 metri di distanza dalla costa. Come si diceva nella risposta, si vedrebbero delle leggerissime minuscole stecche che si potrebbero colorare di azzurro per impattare ancora meno la vista, posto che parliamo di strutture tutt’altro che impattanti, sono sottili e personalmente non ne sarei minimamente disturbato.
Per rassicurare il NO Eolico Selvaggio le dico che, comunque, non ha nulla di che preoccuparsi: non verrà costruita nemmeno una pala eolica nel mare sardo e forse lo stesso sarà in tutta Italia. Avete i paladini del fossile sia in Regione che al governo
Le ripeto che in Sardegna NON abbiamo bisogno del fossile. Quello che esiste PURTROPPO produce quasi totalmente per conto terzi, ovvero per il resto d’Italia. Però non abbiamo bisogno nemmeno di parchi “green” come questi: https://www.corriere.it/pianeta2030/22_luglio_08/eolico-off-shore-sardegna-prospettive-sviluppo-scontro-gli-ambientalisti-3d023e6a-f7f0-11ec-8547-f7dc9914663d.shtml
Hai detto che la Sardegna non ha bisogno di fossile. Allora come fanno gli automobilisti sardi a muovere le loro macchine, cucinare e riscaldare le loro case? La Sardegna come tante altre regioni d’Italia sono ancora lontane da avere una completa elettrificazione, che è uno dei passaggi della transizione energetica. Ti sembrerà strano quello che sto affermando. ma è vero, le pale eoliche difendono il paesaggio, perché questo in ogni caso è destinato a mutare per effetto dei cambiamenti climatici. Come afferma Nicola Armaroli negare il cambiamento climatico è come dire che la terra e piatta. Uno degli effetti del cambiamento climatico sono l’innalzamento dei mari, che inevitabilmente cambierà l’aspetto delle nostre coste. Ti sembrerà strano, ma ad oggi l’unico modo per impedire l’innalzamento dei mari sono le energie rinnovabili tra cui l’eolico.
Certo certo. Poi quando le comunità non hanno acqua e la chiedono agli altri gli si risponde picche.
Poi quando le comunità hanno bisogno della sanità, li si manda dai santoni / sciamani del villaggio.
Siete veramente dissociati dalla realtà. Ma deve essere bellissimo vivere nel vostro mondo in cui tutto è faclie. Un po’ vi invidio.
L’unica cosa che va bene prendere dalle altre comunità son le sovvenzioni statali, scommetto che se minacciassimo di togliere lo statuto speciale e gestire la redistribuzione delle tasse come in tutte le altre regioni, si lascerebbero piuttosto installare le pale eoliche anche in giardino.
(per inciso, andrebbero tolte TUTTE le regioni speciali, a nord come a sud)
Da Wikipedia: l’agricoltura sarda è oggi legata a produzioni specializzate come quelle vinicole e olivicoltura quelle del carciofo, unico prodotto agricolo di esportazione: la Sardegna è costretta infatti ad importare i 2/3 delle derrate agroalimentari consumate. Che ne dice Orthobenessere, vogliamo promuovere anche l’autosufficienza alimentare? O preferisce l’autosifficienza turistica? Sappia che dei 18 milioni di turisti arrivati in Sardegna (valore aggiunto annuo oltre 3 miliardi di euro) circa il 50% è straniero, il rimanemte proviene da altre regioni d’Italia.
?? Mi dispiace ma questa sua considerazione mi era sfuggita…
Vedo che anche lei, che ci accusa di piegare i dati a nostro piacimento, poi non si rende conto che la voce Wikipedia citata è errata e “controversa” in quanto senza nessuna fonte. E pare aggiunta a bella posta con chissà quale intento.
https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_della_Sardegna
Come si fa a dire che la Sardegna esporti oggi esporti solo carciofi e importi 2 terzi dei suoi alimenti quando, solo per fare un esempio, la metà del latte ovino prodotto in Italia è sardo come gran parte di quello che chiamate Pecorino “Romano”?
Il valore delle esportazioni alimentari nella sola provincia di Sassari, nel 2021, ha raggiunto i 200 milioni di euro. Oltre 29 milioni di euro in più rispetto al 2020 e la maggior parte sono su mercati esteri. L’importazione del comparto alimentare, sempre per la stessa provincia, è stata di gran lunga inferiore.
Trova questo e altri dati sull’import/export in Sardegna in una fonte più attendibile di wikipedia e molto più recente, ovvero questo documento: https://www.sardegnaimpresa.eu/sites/default/files/upload/2022/10/IMPORT%20EXPORT%20SARDEGNA%202021.pdf
Si importano perché costa meno produrli all’estero, come avviene nel resto d’Italia. Se non sa fare questi sempre ragionamento non si ardisca ad andare in qualcosa di più complesso del calciomercato
Ma che toni! “Non si ardisca…” Le posso assicurare che di economia capisco più di lei. Non sono anonimo: può controllare il mio curriculum
Vede signor NO, io ho fatto dell’ironia perché condivido alcune sue affermazioni e idee, ma purtroppo le vedo cadere verso l’integralismo e questo non mi va.
egregio posta dei link che neppure legge
Cito:
a solidarietà tra i popoli e tra le persone per la costruzione di rapporti basati sul rispetto della persona, intesa come stile di vita e come metodo di organizzazione della vita sociale, economica e politica;
e quindi ?
Paralre di internazionalizzzione quando si parla dell’energia elettrica è come dire che il apne non può essere fatto da un fornaio del comune vicino ma deve essere prodotto casa per casa.
Inoltre se ognuno dovesse pensare ai propri consumi ci sarebbero molte più pale , molte più campi fotovoltaici e spesso in zone non ottimali quindi più estesi.
se adesso ha finito la sua crociata luddista pro carbone può gentilmente ringraziare per averle fatto notare il livello di incoerenza raggiunto dalla sua sindrome nimby.
buona serata.
A mio avviso installare impianti eolici offshore oltre a produrre energia creerebbe aree dove la pesca sarebbe vietata e pertanto incrementerebbe la fauna marina.
Quindi, come si direbbe avremmo preso due piccioni con una fava.
Come ho scritto già in un post al posto delle piattaforme metanifere preferirei impianti eolici offshore al largo delle coste abruzzesi.
Avrei un costo per l’elettricità poi bassa e potrei elettrificare casa e le auto pagando molto meno.
Proprio ora si Rai 3 hanno dei che la Spagna con eolico offshore copre il 20% del fabbisogno.
Fare voi
Esatto! È un po’ come opporsi alle auto elettriche per mantenere le termiche che ci avvelenano!
Io mi chiedo invece quali interessi ci sono nel voler rallentare la transizione verso le rinnovabili, visto che senza transizione si continuerà imperterriti a bruciare gas e carbone,. attività che impattano l’ ambiente e il territorio in modo costante e continuativo.
La Sardegna è bellissima e merita di essere un fiore all’occhiello per quanto riguarda la sostenibilità ambientale anche nel campo della produzione energetica.
Essere contro le energie rinnovabili è essere contro questa bellissima isola, e sono gli interessi a opprimerla con attività inquinanti e impianti obsoleti quelli da respingere al mittente. E prima lo si farà, prima sarà meglio per tutti: per i sardi e per noi visitatori e turisti che amiamo quella bellissima terra.