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Eolico off shore flottante, il tesoro italiano dimenticato

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eolico off shore

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L’eolico off shore flottante è un tesoro italiano, che però sembra dimenticato. Siamo infatti il terzo mercato al mondo per potenziale di sviluppo dell’eolico galleggiante e, in prospettiva, potremmo essere leader della filiera tecnologica in Europa. Manca però un quadro normativo e regolatorio stabile a lungo termine che favorisca i nuovi investimenti e velocizzi gli iter autorizzativi. E’ la denuncia dell’ANIE, la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, e dell’Associazione Elettricità Futura.

eolico off shore
L’inaugurazione dell’impianto eolico off shore di Taranto, l’unico attivo in Italia al momento

In Italia potenziale di 207 GW, siamo terzi al mondo

L’eolico offshore flottante è la tecnologia più giovane e secondo gli studi del Politecnico di Torino ha un potenziale in Italia di 207,3 GW, pari a 3,4 volte la potenza rinnovabile totale installata al 2022. In base ai dati Terna sono state già depositate richieste di connessione per circa 100 GW (fonte Terna). L’energia eolica offshore è però un’attività capital intensive, e sbloccare gli investimenti necessari richiede regole e provvedimenti chiari e certi a lungo termine.

Secondo il Global Wind Energy Council, l’Italia è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico galleggiante, con l’Europa area geografica leader per le tecnologie eoliche offshore. 

Secondo dati Terna, a fine 2021 la potenza totale rinnovabile in Italia era di 58 GW. Nel 2022 sono stati installati 3 GW di rinnovabili in Italia, 11 in Germania, 6 in Spagna e 5 in Francia. E per quest’anno l’Italia accelererà fino a 6 GW di nuove installazioni, restando comunque al di sotto degli obiettivi.

Rinnovabili in marcia: ma dovrebbero correre

Per raggiungere gli obittivi del piano europeo RePowerUE, infatti, entro il 2030 l’Italia dovrebbe installare 76 GW di nuovi impianti a fonte rinnovabile (di cui 25 GW di eolico) toccando così una potenza totale rinnovabile di 143 GW.

Quindi almeno 12 GW di potenza aggiuntiva all’anno. Sempre secondo ANIE Federazione, al 30 giugno 2023 erano depositate presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in attesa di autorizzazione VIA istanze di progetti per complessivi 108 GW

rinnovabili boom

Italia in slalom fra eccellenze industriali e ritardi burocratici

Rispettando la road map di nuove installazioni da fonte rinnovabile l’ Italia avrebbe 360 miliardi di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro al 2030. E’ un dato emerso nel corso della giornata organizzata ieri dalle due Associazioni aderenti a Confindustria. Si è parlato del contesto europeo dell’eolico off shore, la tecnologia flottante, le caratteristiche di una stazione elettrica galleggiante, la bancabilità e la gestione dei rischi finanziari e il ruolo dei porti e delle infrastrutture portuali.  

Per Filippo Girardi, Presidente ANIE Federazione «L’eolico offshore galleggiante è una delle tecnologie utili per la decarbonizzazione della generazione elettrica». Ma il fattore tempo è fondamentale «per raggiungere gli obiettivi entro il 2030; determinante sarà la sinergia tra i vari attori della filiera e il sincronismo dei loro investimenti in un quadro normativo che agevoli e acceleri le iniziative, unitamente ai sistemi di accumulo»

gas
Agostino Re Rebaudengo

Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura ha aggiunto: «Bisogna lavorare per rendere competitivo l’eolico offshore flottante. Inizialmente anche il solare comportava costi più elevati che nel giro di pochi anni sono drasticamente calati». E l’Italia può disporre di eccellenze  competitive a livello mondiale. «Possiamo sviluppare la filiera nazionale facendo leva sui primati industriali raggiunti dall’Italia a livello europeo nei settori del ferro e dell’acciaio e nella produzione di piattaforme galleggianti». 

I materiali dell’evento saranno disponibili su www.anie.it e su www.elettricitafutura.it.

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13 COMMENTI

  1. La “corsa all’oro” eolico off-shore
    (in aggiunta a quella del fotovoltaico)

    >> Mediterraneo italico potenziale di 200 GW

    >> Mare del Nord – già progetttati 300 GW

    il consorzio dei paesi europei che si affacciano sul mare del Nord (compresa Germania e Francia) puntano a realizzare 300.GW di istallazioni condivise di parchi eolici off-shore in soli 7 anni

    https://europa.today.it/economia/mar-del-nord-parco-eolico-offshore.html

    2023 – oggi – 30 GW installati

    – 13 GW potenza media
    – 114 TWh energia annui
    considerando 0,42 come capacity factor ( vanno da 0,35 a 0,55 )

    2030 – programmati – 300.GW installati

    – 126.GW potenza media
    – 1104 TWh energia annua ( “santo giove” cit. )

    equivalenti a 115 grossi reattori del Salpino nazionale
    ma con eolico costo al kw ridotto a 1/3 e si fa prima

    equivalenti a 210 Milioni di tonn. equiv. petrolio ogni anno,
    bruciati da centinaia di centrali termiche ad un costo maggiore

    ======
    oltre ai risparmi in euri
    ci sono i risparmi di emissioni CO2

    Petrolio — 504 Mteq CO2 all’anno
    Eolico —- 34 Mteq CO2 all’anno

    Mteq = Milioni di tonnellate equivalenti

    per fare i conti:

    ogni Tonn. equiv. di petrolio emetterebbe 2,4 Tonn. equiv.di Co2,
    questo senza contare le emissioni aggiuntive indirette qui trascurate per semplicità

    per eolico abbiamo solo le emissioni di tipo indiretto (costruzione, mantenimento e smantellamento impianti off-shore) pari a

    https://www.politesi.polimi.it/handle/10589/187473

    circa 31 tonnellate CO2.eq per ogni GW.h prodotto dall’impianto nel caso di off-shore di tipo galleggiante, il più complesso

    • https://www.nowtricity.com/country/denmark/

      e non hanno solo eolico, nonostante siano così a nord hanno anche una grossa quota di fotovoltaico

      praticamente un mix adatto per aumentare quanto gli pare la quota di rinnovabili anche senza troppe complicazioni per la rete elettrica, nel 2022 hanno generato con rinnovabili il 74% del loro fabbisogno elettrico

      si accettano scommesse, chissà se a fine 2023 la Danimarca sfonda quota 80%, ma pure dove arrivano il Portogallo (nel 2022 stava al 61%) e la Germania (nel 2022 al 47%)

      speriamo di entrare in corsa anche noi (siamo a circa 35%) sbloccando gli iter autorizzativi, per abbassare i costi dell’energia e renderci più indipendenti

      il massimo sarebbe anche far partecipare il più possibile le filiere locali, come dice l’articolo

      ============
      Un tormentone vecchio di decenni degli scettici sulle fonti rinnovabili era (è):

      ” la rete non può sopportare più del Tot % di quota di energie rinnobili perchè non può ne bilanciarle ne gestire le intermittenze”

      dove il Tot deceni fa era 30%,
      ..poi è stato aggiornato a 40%..
      ..poi a 50%.. 60%

      buona base per crearci una barzellata per chi è bravo con le gag

    • Non le pare strano che questa “follia pura” sia promossa da ANIE e Energeia Futura? Sono quelli che ci mettono i soldi e chiedono soltanto di velocizzare l’iter autorizzativo. Magari scopriremo che il fanatico è lei.

    • E’ una nota bufala

      basta aprire il link e leggere per capirlo, ma chi le sparge conta sul fatto che molti non lo facciano

      la notizia completa è proprio l’opposto, cioè che il kwh eolico, persino da eolico off-shore ha prezzi bassissimi, spieghiamo:

      alle ‘aste’ per fornitura di energia, i consorzi privati si propongono per costruire a loro spese gli impianti, per poi vendere l’energia che produrrano a un prezzo propostodall’asta; durante l’asta se cisono più contendenti il prezzo può persino ridursi

      in ighilterra ci sono state alcune aste per assegnazione di eolico off-shore che non sono state assegnate perché il prezzo inizale proposto al kwh non teneva conto dei rincari dei costi del 2021-2022, non ancora del tutto rientati nella filiera

      il prezzo proposto alle aste era “stracciato”
      44.euro al Mwh = 0,044.euro al kwh

      se fosse stato 60.euro al Mwh avrebbero chiuso le aste;

      sono prezzi molto convenienti, nel settore energia si parte da un minimo di circa 30.euro con le fonti rinnovabili (eolico su terra e fotovoltaico utilty scale), sino a 250.euro con altre forme di energia

      ===================
      Perchè il ritardo alle aste e queste bufale?

      Sul perchè ci sia stata questa ‘svista’ alle aste inglesi, che causerà un ritardo, ci sarebbe da raccontare un contesto inglese, in cui si cerca di rilanciare e giustificare anche un tipo diverso di centrali, fuori mercato, con kwh prodotti 3-4 volte più caro dell’eolico e del fotovoltaico

      in ighilterra il settore energia è stato sostanzialmente privatizzato dal 1994, da allora le centarli non potevano più ricevere finanziamenti dallo stato, ma solo l’aquisto dell’energia prodotta con costi concordati ma in linea con il mercato;

      questo mise fuori mercato un tipo di centrali molto diffuso da loro ma già allora antieconomiche, non furono più programmati i rinnovi degli impianti

      con molte polemiche alcuni rinnovi sono stati riprogrammati tra il 2006 e il 2013; David cameron nel 2013 con uno statagemma formale molto contestato riusci anche ad aggirare il divieto di finanziare con soldi pubblici un progetto relativo due impianti progetti, sbloccandoli

      il progetto si è confermato essere un bagno di sangue fnanziario,
      tanto che il consorzio francese che doveva gli impianti, per non fallire ha ceduto progressivamente le quote e la proprietà al consorzio cinese CGNPG

      questo per subentrare ha giustamente preteso un contratto con il prezzo del kwh molto alto, per coprire le spese, prezzo con rivaluazione automatica ogni anno, ad oggi circa 200.euro al Kwh, e che sono ancora in costruzione, i costi di sola costruzione hanno già passato le decine di miliardi per ogni impianto

      le polemiche rischiano di bloccare anche alcuni altri progetti simili, e il confronto con i bassi costi delle energie rinnovabili stride

      c’è “bisogno” di raccontare che le rinnovabili abbiano qualche problema, con una sere di bufale che non sto a elencare

      sono cosi convenienti che mettono fuori mercato altre forme di generazione dell’energia, e sono anche molto rapide da installare dove l’iter autorizzatino non è rallentato

      ecco che girano bufale e opposizioni, in inghilterra, in francia, in italia, etc

  2. Conosco già l’obiezione di Matteo Diesel: E dove lo troviamo tutto quel mare per metterci quei cosi bruttissimi!?

    • Io le installerei tutte davanti al Papeete, ho solo il dubbio se le pale siano compatibili con l’aria fritta.

  3. Per me i grossi ritardi hanno due nomi
    Cingolani e Di Maio ,
    non che questo governo non abbia responsabilità , è passato un altro anno ..
    ma sono “scusati” per manifesta ignoranza ..
    mentre i due di cui sopra imho , è manifesta paraculaggine , visti i “paracadute” post elezioni che hanno avuto

    consiglio la visone di report dell’epoca

    “Il ministero di Cingolani ha spalancato le porte a Eni e Snam”

    basta vedere

  4. Purtroppo vi sono troppe forze ostili allo sviluppo delle rinnovabili che sono in grado di sfruttare potentati in grado di bloccare qualsiasi sviluppo. Questo governicchio preferisce costruire un ponte nel nulla e non creare veri nuovi posti di lavoro nelle nuove tecnologie energie rinnovabili, trasporti sostenibili, risparmi energetici di ogni tipo.

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