La lobby petrolifera “sostiene” i finti gruppi ambientalisti anti-eolico

Negli Stati Uniti, uno studio della Climate & Development Lab (CDL) alla Brown University ha rivelato come una serie di movimenti che si presentano come “ambientalisti”, in realtà avrebbero collegamenti diretti con studi legali finanziati da grandi compagnie petrolifere. Uno schema già utilizzato in passato per ostacolare lo sviluppo della transizione energetica 

Come se non bastassero le scelte in campo energetico dell’amministrazione Trump a sostegno dei combustibili fossili, il settore dell’eolico offshore è al centro degli attacchi delle lobby petrolifere. Nonostante il sostegno crescente alle energie rinnovabili si da parte dell’opinione pubblica sia degli investitori – il settore si trova a dover affrontare ostacoli non solo politici ma anche legati a campagne organizzate contro i nuovi impianti. A fare luce su queste opposizioni è stato il lavoro del professor J. Timmons Roberts e del suo Climate & Development Lab (CDL) alla Brown University, che in un recente rapporto ha svelato dinamiche ben più complesse delle semplici preoccupazioni ambientali dichiarate dai gruppi contrari.

La strategia delle lobby: dubbi nei confronti dell’eolico, dietro la difesa dei paesaggi marini, per frenare la transizione energetica

Secondo la ricerca, molti dei movimenti che si presentano come “ambientalisti”, in realtà avrebbero collegamenti diretti con studi legali finanziati da grandi compagnie petrolifere. Lo schema è il seguente: diffondere dubbi e resistenze nei confronti dell’eolico, mascherandoli dietro la difesa dei paesaggi marini o della fauna, così da rallentare la transizione energetica e proteggere gli interessi legati al consumo di petrolio. Un meccanismo che ricorda da vicino le strategie di disinformazione già viste in passato su altri temi ambientali e climatici.

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Le rivelazioni dello studio non sono rimaste senza conseguenze. Lo studio legale Marzulla Law, citato nel rapporto, ha inviato alla Brown University una lettera dai toni minacciosi. Chiedendo il ritiro della ricerca e ventilando la possibilità di azioni per bloccare alcuni finanziamenti destinati all’ateneo. Un dettaglio che rende ancora più delicata la vicenda è che Marzulla Law rappresenta Green Oceans, uno dei principali gruppi anti-eolico impegnati a contrastare il progetto Revolution Wind. Una delle più grandi iniziative di energia eolica offshore in programma lungo la costa atlantica.

Il rapporto del CDL evidenzia come, dietro lo studio legale, si muova una rete complessa che unisce organizzazioni conservatrici, figure politiche e l’industria petrolifera. Si tratta di legami che mostrano quanto il dibattito sull’energia eolica non sia solo tecnico o ambientale, ma intrecciato a strategie di potere e interessi economici radicati. Per gli studiosi della Brown, la posta in gioco va ben oltre una singola battaglia legale: si tratta della trasparenza nel processo decisionale e della possibilità per le rinnovabili di crescere senza ostacoli artificiali.

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La Brown University difende la libertà di ricerca contro i tentativi delle lobby

Di fronte alle pressioni, la Brown University ha per ora difeso la libertà di ricerca e di espressione dei suoi docenti, dichiarando il proprio sostegno al lavoro del CDL. Non è però scontato che questa posizione rimanga ferma, soprattutto considerando che in passato l’ateneo ha ceduto a richieste provenienti dalla politica. La vicenda, dunque, resta aperta e mette in evidenza un nodo cruciale: la transizione energetica americana non è solo una questione di tecnologia e infrastrutture, ma un terreno di scontro tra forze che cercano di orientarne i tempi e le modalità.

Visualizza commenti (17)
  1. E’ esattamente quello che e’ successo nelgi ultimi 40 anni contro il nucleare. La prima organizzazione ‘sussidiata’ dai grandi petrlieri e’ Greenpeace. Del resto se non si fosse fermata la spinta all’energia nucleare nelgi anni 80, oggi saremmo molto piu avanti nella transizione energetica e probabilmente avremmo un minore GW.

    1. non mi pare, Greenpeace sponsorizza le rinnovabili, contro sia fossili che nucleare; è stata appena condannata a pagare 660 milioni di risarcimento in una delle tante cause intentatale da aziende fossili

      i consorzi nucleari sono una delle lobby più forti da decenni, sia economicamente che per co-dipendenza con il settore bellico, non sono vittime; per quanto leggo, per le loro campagne di comunicazione e di pressing sui governi usano le stesse agenzie di PR usate dai fossili (e ancora prima dai produttori di sigarette)

      se vedi in inghilterra, nonostante un governo che si diceva contrario, sono riusciti in questi mesi a far passare il progetto di due reattori a Sizewell C, mi sembra progetto del 2006 ma poi tenuto fermo, nonostante oggi ci siano tutti i segnali che è fuori tempo massimo e sarà un altro disastro economico dopo la centrale di Hicley point; da profano ipotizzo che per forargli la mano ci siano stati scambi e compromessi con il settore bellico, visto che sono nazione con armamenti

      le centrali nucleari hanno avuto un momento di diffusione dal dopoguerra agli anni ’80, anche per far accumulare scorte di scorie da cui estrarre plutonio per armamenti; poi le scorie sono diventate rapidamente troppe

      si è smesso di fare centrali nucleari per tanti motivi; economicamente mi pare che negli anni ’90 sono state surclassate dal diffondersi delle versatili centrali a turbogas metano, tecnologia di derivazione dei motori aeronautici; ed oggi, che non vogliamo le emissioni del metano, sono surcalassate dalle rinnovabili e accumuli di energia

      in passato hanno anche fatto paura per i gravi incidenti; oggi per il problema delle scorie, poi il rischio attentati, e i costi diventati altissimi

  2. Gabriele paladin

    Le centrali eoliche sono LA SOLUZIONE Funzionano anche di notte! Sono potentissime. E in mare si posson metter relativamente lontane dalla costa che certamente non dal alcun fastidio. Le hanno dappertutto Prova ad atterrare a Vienna e vedrai cosa vedi Se poi vai a Oslo o Helsinki o Stoccolma vedi dal cielo “ricami” di pale eoliche. Ma io mi chiedo quanto Studios è manipolabile può esser l opinione della gente! È evidente che i giudizi negativi provengono da persone pagate e non in buona fede !

    1. leggendo le simulazioni di mix energetici,
      una ottimizzazione di costi, tempi e impatti paesaggistici per l’Italia si ottiene con un mix di fotovoltaico a terra, fotovolatico sui tetti, eolico su terra, eolico in mare

      fotovoltaico a terra ed eolico su terra costano già molto poco, almeno un certo quantitativo converrebbe installarli subito per iniziare a far scendere i costi energia, togliersi dall’emergenza, come ha fatto la Spagna.. purtroppo il governo attuale usa i decreti per frenare il settore

      mentre ftv sui tetti ed ancora di più eolico in mare, al momento ancora costano, ma maturano e scendono di prezzo ogni anno, per ottimizzare i costi ci potrebbe stare che vengano installati in quantità un po’ più tardi rispetto agli altri due

      nel 2050, a transizione energetica completa, serviranno circa 600-700 TWh annui da FTV ed Eolico e altri 200 da altre rinnovabili e pompe di calore; come bilancimento di produzione elettricità tra estate e inverno e tra notte e giorno, a meno di non aumentare la quota di batterie, che pure si può fare, farebbe comodo che almeno 160-180 TWh annui fossero da eolico

      possiamo decidere quanti ottenerli da eolico a terra (economico ma visibile), da eolico in mare (non visibile ma più costoso), o anche una frazione averla da importazioni di energia eolica dal nord europa, magari scamnbiandola con una nostra futura eccedenza di fotovoltaico

      — ftv a terra, con una banale siepe alta al confine, da terra in molti casi risulta praticamente invisibile, se ne possono mettere grandi quantità, per me anche sino a 280 GW, sarebbero 960 Km2 di aree ombreggiate (0,3% del territorio), 8 volte le installazioni attuali, da cui verrebbe un quantitativo enorme di energia, 400 TWh annui; a cui aggiungere altri 120 TWh annui da fotovoltatico sui tetti di capannoni e case

      – eolico a terra invece ovvio “si vede”, a chi piace (a me piacciono) e a chi no,
      ora ne abbiamo 14 GW di potenza installata, però in buona parte installazioni datate con bassa potenza e anche bassa resa; upgradando tutti i siti già esistenti del tipo datato, già si potrebbe arrivare a circa 23 GW, questo penso dovrebbe essere una priorità; poi con più calma, cercare un altro +50% di altri siti adatti di eolico su terra, arrivando a circa 34-35 GW totali, che dovrebbero fornire energia per 80 TWh annui.. personalmente non tirerei la corda oltre a +50% di nuovi siti

      ..qui entrerebbe in gioco in un secondo momento l’eolico in mare, installando in mare altri 34-35 GW di potenza nominale, grazie alla alta resa fornirebbero energia per altri 100 TWh annui… sommando terra e mare, avremmo i nostri 180 TWh annui di energia eolica, senza stressare troppo la paesaggistica a terra 😉

      1. R.S. dato che sei (largamente) più affidabile di chatgpt, quale sarebbe la ratio dietro i rapporti tra fv ed eolico? Mi aspetterei una combinazione che minimizza la necessità di accumuli stagionali e/o giornalieri per cui un eolico che “collabora” con il fv d’inverno e di notte. Ci sono differenze tra eolico in mare e a terra in questo senso?

        1. Ciao, leggendo e/o provando con simulatori di mix energia, un bilanciamento che risulti più costante possibile nella fornitura di energia nelle varie giornate dell’anno, visto che eolico primeggia in inverno e va anche di notte, che minimizzi l’energia accessoria da avere da altre fonti rinnovabili e/o di forme back-up settimanali o mensili, e che comunque minimizzi le installazioni totali di impianti, lo ottieni con:

          50-60% FTV
          40-50% Eolico su terra

          le percentuali sono intese come energia annua fornita (TW-h), non come potenza nominale (GW), perchè poi la resa effettiva ottenuta dalla potenza nominale dipende dal capacity factor di ogni tecnologia

          ma oggi con il FTV che aumenta di resa ogni anno e le batterie che scendono di prezzo, c’è più libertà, per es. funziona anche usare meno eolico e più FTV; anche se per ltalia le simulazioni indicano che un punto di equilibrio “comodo” per i consumi elettrici aumentati dell’anno 2050, sarebbe non scedere sotto a uno zoccolo duro di 160-180 TWh annui di eolico, che siano TWh eolici tutti nazionali o va bene anche se in parte importati tramite elettrodotti

          sono stati pubblicate anche simulazioni (sul Lazio, sull’Indonesia, etc) in cui funziona persino una soluzione di “forza bruta”, FTV (sovradimensionato) + batterie (chimiche o pompaggi idroelettrici), senza o quasi senza eolico

          però se sovradimensioni molto il FTV, esempio lo porti da 0,3% del territorio a 0,6%, e oggi che costa poco si può valutare la cosa, in estate avrai tonnellate di energia che andrebbe sprecata; o fai uno scambio di energia con i paesi nordici (ricchi di eolico), oppure vanno già installati idrolizzatori o potabilizzatori per acqua dolce, e ottieni un beneficio aggiuntivo rispetto all’investimento

          anche il portale di EMBER ha pubblicato da poco uno studio in cui mostra che in molte luoghi del mondo un approccio di forza bruta (solo FTV + batterie giornaliere) coprirebbe 85-100% del fabbisogno a seconda del luogo; se l’ammanco è poco, a chiudere il cerchio ti basta un po di idroelettrico o biometano o scambi con estero o alla peggio i per ora “costosi” idrolizzatori (in america già usati in alcuni casi come back-up, idrogeno lo mettono in serbatoi metallici)

          ho letto che in america i datacenter faticano a trovare o ottenere in fretta nodi di rete con collegamenti di potenza adeguata, in molte aree, allora alcuni datacenter si starebbero organizzando per crearsi nell’area i loro mega impianti FTV + batterie, e come integrazione solo un modesto collegamento alla rete elettrica

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          50 e 50 è anche il bilanciamento naturale Europeo, poi in dettaglio eolico è favorito al nord e ftv al sud; mi pare al momento in Europa abbiamo più eolico che FTV, e allora i prezzi energia in modo controintuitivo salgono a luglio – agosto – inizio settembre, quando eolico rallenta di più.. dobbiamo aumentare il ftv, e i paesi nordici lo stanno facendo ora che i pannelli FTV stanno raggiungendo rese maggiori, prima sia per ragioni di costo che era più alto, che per la resa che era minore, non se lo filavano quanto l’eolico

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          eolico su terra
          spinge molto forte nei mesi da inizio autunno, poi invernali, e inizio primavera ( capacity factor mensile supera 50% anche da noi), mentre cala molto in estate; lavora anche di notte, ma spesso con picchi più forti al tramonto-sera e a inizio giornata, in pratica segue in parte i movimenti termici dell’aria dovuti al sorgere e calare del sole, e in parte alla differrenza di temperatura tra terra e mare.. per cui eolico vicino alle coste produce in ore leggermente diverse da eolico sui crinali.. e il vento poi comunque non è contemporaneo in tutte le aeree

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          eolico in mare,
          leggo che è più “costante”, ma non so in dettaglio, dovrei studiare i profili di produzione (ci sono sul sito renewables ninja)

          in mare hai un capacity factor più alto, e anche velocità dei venti maggiori; poi in generale il vento, sia a terra che in mare, aumenta di velocità per ogni 10 metri di altezza aggiuntiva del rotore, si vede bene nei siti di simulazione; e l’energia ricavabile aumenta con il cubo della velocità del vento

          cosi siamo passati da turbine alte solo 70 metri, da 0,5-1 MW e c.f. italiano scarso medio di 13%, da cui il falso mito che non avremmo in Italia siti buoni per eolico

          ..a turbine su terra più alte, da 5-8 MW con c.f. 25-30% in Italia,
          e turbine in mare giganti da 10-20 MW con c.f. in italia 30-40%

          nel nord va ancora meglio per eolico, i c.f. sono più alti, specie l’off-shore è tipico 40-55% media annuale, in inverno poi la resa è ancora più alta, infatti nel mare del nord mi pare stanno installando una turbina al giorno, è “vincere facile”

          il contraio vale per FTV, Spagna e Italia sono baciate dal sole, energia in teoria sui grandi impianti anche a soli 3 cent al Kwh, converrebbe approfittare

          ora pare che a fare da collo di bottiglia alle installazioni ci sia poca disponibilità di trasformatori e i tempi di connessione di rete; aiutano i BESS messi vicino a impianti FTV od eolici, smussando i picchi di energia, distribuendo l’energia su più ore, permettono di usare collegamenti di rete con potenza più bassa, non devi attendere che il gestore di rete potenzi il collegamento o ti trovi una disponibilità libera nelle sue prenotazioni

          1. Molto interessante… Verissimo che l’approccio “forza bruta” possa risultare vincente a lungo andare, ma lo vedo più da paesi della fascia tropicale, che quasi non hanno stagionalità. Da noi l’eolico potrebbe dire la sua d’inverno, evitando costosi accumuli stagionali che lavorano alla fine poche ore all’anno, pesando sul sistema con i loro costi fissi. Un po’ come il capacity market italiano di cui si sente l’effetto in bolletta.
            Per come la vedo io gli accumuli stagionali dovrebbero essere per quanto possibile di tipo termico, così da non dover sovradimensionare il sistema elettrico per far andare le pompe di calore d’inverno. L’eolico andrebbe sicuramente meglio sfruttato in un paese costiero come il nostro… Io porterei qualche oppositore sardo in gita premio in Spagna o nel mare del nord per capire dov’è l’impatto paesaggistico.

  3. Daniele Sacilotto

    Se si sono comprati pure gli ambientalisti chissà quanti politici hanno già a libro paga.

  4. più in piccolo, ho in mente anche da noi delle associazioni vistosamente finto o ex-ambientaliste, formalmente sono delle no-profit, ma con bilanci, dimensione sedi, e stipendi dei dipendenti che andando a leggere lievitano da un anno all’altro (specie dal 2021) per consulenze, organizzazione meeting, donazioni, apparentemente pompate finanziariamente e premiate per fare questa attività di sabotaggio mediatico alle rinnovabili

    poi abbiamo i grandi partiti di governo targati fossili ENI; vari partitini blanditi dal lobbismo nuculare; anche nuovi aspiranti partitini apparentemente proprio finanziati dall’inizio dai nuculari, che dichiaravano tranquillamente di avere già in tasca alcuni milioni di euro per iniziare la loro campagna, a parole riformista, ma in pratica di disinformazione sul tema energia

    alle spalle a ispirare con materiali e strategia, e aiutare finanziariamente queste iniziative per materiali da usare e strategia, c’è storicamente anche in italia (ma per es. ci stanno provando anche in Svizzera) l’impegno di una famosa agenzia internazionale che fa insieme PR (lobbismo) e marketing fossil-nuculare.. i classici pubblicitari senza pelo sullo stomaco

  5. Se ne avrò la possibilità, comprerò una catasta di legna perché brucino anche col mio contributo.

  6. Christian S.

    Anche da noi in Friuli ci sono gruppi finti-ambientalisti che fanno la guerra agli impianti fotovoltaici ed eolici, ma non dicono niente sul fatto che a Monfalcone costruiranno una mega centrale elettrica a gas al posto di una vecchia a carbone ormai dismessa… io li ho sempre definiti VENDUTI e FALSI, tra di loro anche persone pregiudicate! Contro le 4 pale eoliche che vogliono costruire nelle valli del Natisone si sono pure inventati la presenza dei Grifoni, fatto che mi ha smentito il Corpo Forestale regionale!

    1. Costruiranno una centrale a gas? Cioè come produrre auto a vapore a inizio ‘900… praticamente andrà in rosso nel giro di qualche anno.

      1. Christian S.

        859 mw… produrrà la stessa quantità di CO2, meno NOx ma il doppio di ammoniaca… solo Legambiente ha protestato… tutti i politici friulani favorevoli, che schifo!

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