Enova, ente pubblico norvegese, investe 100 milioni di euro per la decarbonizzazione di navi e portacontainer. Un progetto da 34 milioni per imbarcazioni elettriche con fino a 100MWh di batterie e destinate a collegare il Paese nordico a Svezia e Germania. Altri 77 milioni sono dedicati a 14 progetti: 5 per unità solo elettriche, le altre per altri progetti a idrogeno e ammoniaca. In Italia? C’erano 500 milioni del Pnrr, un flop e quel poco finanziato è ibrido.
L’ultimo progetto di Enova è tutto elettrico: 7 imbarcazioni e 4 stazioni di ricarica
Iniziamo dal bando più recente di Enova (ente per l’energia) che in questi giorni ha dato il via libera al finanziamento di sette imbarcazioni elettriche e quattro stazioni di ricarica. Risorse per 34 milioni che includono un progetto guidato da Eitzen Avanti, gruppo di Oslo, che prevede la costruzione di due navi portacontainer elettriche con batterie da oltre 100 MWh per il trasporto fino a 850 container. All’investimento per la navigazione pulita si aggiunge quello a terra. Nel porto di Oslo è prevista l’installazione di infrastrutture di ricarica nel terminal container di Sjursøya.

Vediamo gli altri progetti finanziati. Più a nord, Polar Energy Shipco svilupperà una nave portarinfuse (mercantile per il trasporto di merci sfuse non imballate) completamente elettrica per il trasporto di minerali lungo la costa norvegese. La batteria supererà i 20 MWh.
Crociere elettriche nei fiordi
Infine spazio anche all’elettrificazione delle crociere con il progetto di Brim Explorer che costruirà due navi elettriche da circa 3 MWh ciascuna. Saranno impiegate per i collegamenti turistici tra Ålesund e Geiranger, nel cuore dei fiordi norvegesi. Un impulso alla scelta della Ztl elettrica in alcuni fiordi norvegesi, in vigore dal prossimo anno.
VIDEO – A vela nel Golfo dei Poeti con il silenzio del motore di Temo France
Politica in linea con numerosi Paesi del mondo dove si investe sul turismo sostenibile. A partire da Amsterdam (leggi) con centinaia di barche elettriche e limitazioni per quelle inquinanti, in elettrico pure sulla Senna a Parigi, a Lubiana, alle cascate del Niagara e nel delta del Panarà.
Enova finanzia anche l’alimentazione ad ammoniaca e idrogeno
L’ente norvegese ha stanziato altri 77 milioni per la decarbonizzazione del traffico marino. Finanziati 14 progetti, di cui cinque per lo sviluppo di navi completamente elettriche.
Non solo elettrico in questo bando. Eidesvik Offshore ASA, DOF Group e Aurora Offshore AS sono tre gruppi che lavoreranno sui vettori per l’ammoniaca, mentre Cruise Service AS e Norbjørn AS svilupperanno le soluzioni all’idrogeno. Pur avendo imboccato la preferenziale elettrica si stanno finanziando, siamo già oltre la sperimentazione, altre soluzioni a basso impatto ambientale.

Nel segmento delle navi elettriche, sono stati selezionati i progetti di Salten Shipping AS, K. Sætre & Sønner AS poi Nova Sea AS. Plug, azienda specializzata per le infrastrutture di ricarica.
«Investire nella navigazione ecologica è essenziale: crea posti di lavoro in tutto il Paese e rafforza la competitività delle aziende norvegesi sulla scena globale». Parole di Tore O. Sandvik, ministro del clima e dell’ambiente. L’impegno non è finito qui come sottolinea Elin Ulstad Stokland, responsabile della divisione Shipping di Enova.
E in Italia? Con i generosi fondi del Pnrr, più consistenti di quelli norvegesi, si sono finanziati pochi progetti. Fino al paradosso, con finale positivo, della Liberty Lines siciliana che ha ordinato nove traghetti ibridi, per navigare sotto costa in elettrico, e che non potevano essere usati per una lacuna legislativa. A Venezia? Si brinda, ma per il primo traghetto ibrido. E il ritardo sull’elettrico è stato confermato recentemente dallo stesso assessore comunale al Salone nautico. Lodevole il lavoro di GardaSolar che sta immettendo sul mercato degli ebus per l’ecoturismo.
LEGGI: Ammoniaca: il carburante quasi perfetto (automobili a parte)



Un gran peccato che a Venezia non abbiano “voluto” puntare su vaporetti full elettric, guardando quello che stanno facendo in Norvegia sono distanti anni luce…
È da tempo che si parla di fuel cell ad ammoniaca, ma solo in ambito navale.
Dato che l’idrogeno è fallimentare da tanti punti di vista e l’ammoniaca sembra essere più facile da stoccare (a 20° con 9 bar), perché non si fanno prove per automotive ma le varie case automobilistiche continuano con l’h2? È un problema di costi? (Anche se il problema dei costi ce l’ha anche l’h2)
L’ammoniaca per le auto è un non senso: Ammoniaca: il carburante quasi perfetto (automobili a parte)
Ah ottimo, mi ero perso l’approfondimento, grazie
L’importante è che non diffondano odore di ammoniaca.