Energia pulita per le navi: via libera agli aiuti di Stato. Sono i 570 milioni concessi dall’Unione europea per incentivare le navi a utilizzare l’elettricità da terra quando sono ormeggiate nei porti marittimi. Il cold ironing, finanziato con 700 milioni dal Pnrr, anche se per rinnovare le flotte quasi il 70% di 500 milioni non è stato speso.

Gli armatori devono spegnere i motori inquinanti quando le navi sono ormeggiate in porto
L’inquinamento atmosferico da traffico marittimo, e nei porti da ormeggio con fumi velenosi, è questione seria. Per questo il Pnrr ha stanziato 1,5 miliardi per abbattere l’inquinamento attraverso le banchine elettriche. In alcuni porti sono stati aggiudicati i bandi e iniziati i lavori: Dei 500 milioni per rinnovare le flotte – e non si parla di elettrificazione – pochi invece sono stati spesi. Secondo Confitarma il 67% non è stato richiesto dagli armatori per troppi vincoli.
Ma al 2030 le emissioni navali devono calare del 40% (leggi qui) e sempre quell’anno scatta l’obbligo di alimentazione elettrica da terra per gli scali più grandi. Più precisamente quelli che rientrano all’interno della rete TEN-T.
Per Assarmatori bene l’alimentazione da terra, ma da tempo chiedono una cabina di regia (leggi qui)
In arrivo 500 milioni di incentivi dall’Europa per le navi fino al 2033
La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, il piano italiano da 570 milioni per incentivare le navi a utilizzare l’elettricità di terra quando sono ormeggiate nei porti. La misura contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra, l’inquinamento atmosferico e il rumore in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
L’alimentazione elettrica sarà dedicata a servizi, sistemi e apparecchiature di bordo. Il programma di incentivi durerà fino al 31 dicembre 2033.
Vediamo più nello specifico come funziona questo regime di aiuti: riduzione fino al 100% della “cosiddetta tariffa generale oneri di sistema”. Tali oneri sono inclusi nel prezzo dell’elettricità e mirano a finanziare determinati obiettivi di politica pubblica, compresa l’energia rinnovabile.

Risultato? “La riduzione porterà il costo dell’elettricità a un livello competitivo con il costo della produzione di energia elettrica a bordo attraverso motori alimentati a combustibili fossili”. Questi ultimi molto sporchi e inquinanti. La sostituzione ridurrà l’impatto sulle città portuali dove da anni – ne abbiamo scritto da tempo (leggi qui) – operano comitati di cittadini.
Monitoraggio sui prezzi dell’energia
Per ottenere il via libera europeo alla misura l’Italia si è impegnata a istituire un meccanismo di monitoraggio annuale per verificare la differenza tra i costi effettivi di acquisto di elettricità a terra e i costi effettivi di autoproduzione di elettricità utilizzando combustibili fossili a bordo in modo fa adeguare il livello dell’aiuto.

L’intervento è possibile grazie alle Linee guida sugli aiuti di Stato per il clima, la protezione dell’ambiente e l’energia (CEEAG), che consentono agli Stati membri di sostenere misure di riduzione o eliminazione delle emissioni di CO2. Come si legge nel sito europeo: “Le nuove linee guida forniscono il quadro affinché le autorità pubbliche possano sostenere gli obiettivi del Green Deal europeo in modo efficiente e con distorsioni minime della concorrenza“.

Senza sostegno pubblico zero energia pulita per alimentare le navi
Un dato interessante, ma pure sconsolante, relativo al regime incentivante si legge nel testo diffuso dalla Commissione: “I beneficiari non utilizzerebbero l’elettricità di terra senza sostegno pubblico“.
L’impatto sulla concorrenza e il commercio all’interno dell’Ue resta limitato: “Vista la concezione della misura, che si applica a tutte le imprese interessate“.
Ora non restano più scuse per eliminare il veleno diffuso nei porti. Un settore marittimo, o perlomeno alcuni operatori, che sta puntando sulla decarbonizzazione è quello delle crociere. Msc in prima linea (leggi qui).
ERA ORA !!
le città portuali (specie quelle con situazioni locali più sfortunate, come montagne dietro o altri insediamenti industriali inquinanti) sono tra le più inquinate d’Europa.
Ad essere “zelanti” occorrerebbe toglier la possibilità alle “carrette del mare” i diritti di attracco nei porti europei per spingere i (ricchissimi !!) armatori mondiali ad utilizzare flotte più moderne e meno inquinanti nelle acque mediterranee (mare chiuso !!) e con un adeguato refitting allestire cargo e navi crociera con impianti collegabili a queste banchine portuali alimentate elettricamente ( da F.E.R. ! ), oltre all’uso dei carburanti meno inquinanti per la fase di avvicinamento in rada, secondo recenti normative.
Le ricche flotte croceristiche ovviamente già si stanno adeguando: è in prospettiva anche un ottimo sistema di riduzione costi, ma sarà discriminante anche per le future scelte di attracco, in quanto verranno poi privilegiati i porti meglio attrezzati per alimentare a basso costo ed inquinamento i natanti e facilitare le operazioni di carico/scarico merci e passeggeri (questi ultimi da trasferire altrettanto facilmente ed ecologicamente verso le destinazioni turistiche collegate ).