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Energia e speculazione: in Gran Bretagna si paga 40 volte il prezzo “ufficiale”

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L’8 gennaio, il gestore della rete elettrica in Gran Bretagna è stato costretto a un intervento straordinario per evitare black out. Una situazione di emergenza dovuta l calo delle temperature e all’assenza di vento che ha frenato la produzione eolica. Ha pagato fino a 40 volte il prezzo dell’energia stabilito dal governo, per far intervenire due centrali a gas che hanno garantito l’equilibrio del sistema. Provocando polemiche sul tema energia e speculazione.

Il caso sta facendo discutere, sia a livello politico sia tra gli esperti del settore. E non solo per i 20 milioni di sterline di costi aggiuntivi, che potrebbero ricadere sulle bollette. Per il governo laburista una banco, insediatosi nel luglio scorso, un banco di prova importante. Perché rilancia con altrettanta urgenza il tema fondamentale dei prossimi anni: accelerare gli investimenti in batterie e sistemi di accumulo.

Le batterie servono per immagazzinare l’energia in eccesso quando il vento soffia molto forte nel mare del Nord e sull’Atlantico. La Gran Bretagna è tra i leader in Europa della produzione eolica off shore. Ma l’intermittenza del vento è un problema che va risolto quanto prima. Per evitare quanto accaduto una settimana fa, quando due centrali a gas – spesso inattive – sono state richiamate in servizio.

Un intervento pagato caro. Il gestore della rete ha pagato 17,8 milioni di sterline alle due centrali, sul totale di 20 milioni di costi per bilanciare domanda e offerta. Secondo quanto ha ricostruito il quotidiano Guardian, i due operatori hanno minacciato di non intervenire se non avessero ottenuto prezzi nettamente superiori alla media.

Energia e speculazione: il regolatore del mercato ha inflitto multe e risarcimenti per 78 milioni di sterline

Il regolatore del mercato energetico, Ofgem, in sua difesa ha dichiarato che monitora continuamente le operazioni di mercato per prevenire violazioni delle regole. Dal 2023, lha recuperato oltre 78 milioni di sterline in multe e risarcimenti dalle società energetiche per operazioni irregolari. Tuttavia, la crisi più recente ha riacceso il dibattito sull’efficacia dei meccanismi di controllo. E sulla necessità di riforme più incisive per evitare speculazioni sui prezzi.

Il caso ha anche alimentato il dibattito sui costi associati alla transizione energetica verso le rinnovabili. Il Partito Laburista punta a un sistema elettrico alimentato al 95% da fonti a basse emissioni di carbonio entro il 2030. E prevede che rimangano alcune centrali a gas come riserva strategica. Ma quanto accaduto ha fornito nuovi argomenti a chi avanza dubbi sulla sostenibilità economica di impianti attivi solo poche volte durante l’anno.

Pranav Menon, ricercatore di Aurora Energy Research, citato sempre dal Guardian ha sottolineato come l’aumento dei costi sia un sintomo del rapido sviluppo di eolico e solare. Uno sviluppo più veloce della capacità di implementare sistemi di accumulo e batterie in grado di gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Sebbene un sistema con una maggiore quota di rinnovabili sia più complesso da gestire e comporti costi di bilanciamento più elevati nei momenti di difficoltà, nel lungo periodo può offrire prezzi all’ingrosso più bassi.

“Più conveniente pagare per consumare meno”

Il Guardian ha anche interpellato Greg Jackson, amministratore delegato di Octopus Energy, uno dei leader di mercato per la fornitura di elettricità. A suo dire, il gestore della rete potrebbe sfruttare le regole che permettono di pagare i consumatori di energia per utilizzare meno elettricità durante i periodi di elevata domanda, anziché pagare gli per produrne di più. “Milioni di sterline – è la sua dichiarazione al quotidiano – sono state aggiunte alle bollette in poche ore per pagare una manciata di centrali elettriche a gas per una modesta quantità di elettricità. Sarebbe stato molto più economico pagare i clienti che avevano scelto di consumarne un po’ meno“.

Una lezione su energia e speculazione di cui dovrebbero tener conto governo e Authority in Italia. Il mercato delle rinnovabili è più indietro rispetto alla Gran Bretagna e al resto del nord Europa. Il che potrebbe consentire uno sviluppo dei sistemi di accumulo più ordinato, facendo lezioni degli errori di altri Paesi.

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25 COMMENTI

  1. Ho trovato un cenno all’impianto con correnti marine sperimentato da ENEL GREEN POWER all’Isola d’Elba:

    https://www.enelgreenpower.com/it/media/news/2019/09/energia-marina-nuove-tecnologie-rinnovabili

    https://www.researchgate.net/publication/238515268_ENERGIA_PULITA_DALLE_CORRENTI_MARINE_ASPETTI_TECNICI_ED_ECONOMICI

    Con l’aumentare del costo idrocarburi e dei costi di realizzazione reattori SMR/AMR credo che vada ripresa in considerazione….

  2. L’articolo lo accenna e Octopus nel suo sito lo spiega ancora meglio: bisogna arrivare ai prezzi a variazione oraria come standard per tutti. In primis perché aiuta il sistema ad autobilanciarsi, e poi perché ha un grandissimo ruolo educativo. Quando cominceremo a vedere che a mezzogiorno il prezzo della corrente crolla è alle 20 schizza cominceremo tutti a farci un po’ più domande intelligenti

        • Oggi e con i contatori attuali è certamente vero. In futuro potrebbe diventare “quasi conveniente” o conveniente in base al costo delle batterie e della possibilità di essere utilizzate come backup in caso di blackout.

          • più che altro occorre diversificare la creazione F.E.R. delle energie: non si può puntare tutto su 1 o 2 tipi perché facilmente e velocemente realizzabili (solo in fase transitoria) o pensare di tamponare i cali produttivi con sistemi di accumulo (non ne avremo mai abbastanza: meno costa la corrente più ne spreco…).

            In Gran Bretagna devono riuscire a far funzionare turbine marine per sfruttare movimenti ampi delle maree oceaniche nonché correnti sottomarine: quelle sono continue, non risentono molto di variazioni stagionali ed orarie… Stessa cosa dovremmo studiare noi in Italia… (una volta avevo visto, mi pare a “TG Leonardo” di Rai3) un impianto sperimentale all’isola d’Elba che produceva da correnti marine a qualche decina di metri di profondità (a prova di criticone NIMBY), che sarebbe magari replicabile in molte zone d’Italia (stretto di Messina o alle bocche di Bonifacio ad esempio), comunque in ogni zona dove le correnti sono forti e costanti nel tempo.

          • Il problema che vedo con lo sfruttamento delle correnti marine, pur ammettendo di non saperne niente*, è che è difficile fare funzionare qualsiasi cosa in ambiente salino, temo che sia improbabile riuscire a far funzionare qualcosa per anni senza pesanti manutenzioni, per altro sott’acqua ovvero in un ambiente dov’è difficile e costoso fare manutenzione.

            Anche il discorso sugli accumuli lo seguo fino ad un certo punto: ho il sospetto che i sistemi di accumulo, e specialmente le batterie, siano un po’ come le memorie dei computer degli anni ’80, e se all’epoca ci avessero detto che un giorno ci sarebbero stati telefoni cellulari con gigabyte di RAM e centinaia di gigabyte di “disco” non l’avremmo pensato possibile

            * Pur sapendone quasi nulla, il mio sospetto è basato sul fatto che non si vada più in là di qualche sperimentazione, qualche ragione logica ci dovrà pur essere.

          • mi auguro che sia vero il problema delle complicazioni tecniche nelle sperimentazioni e non “strozzate” con carenze di fondi (magari perché “scomode”)

            PS devo ritrovare un servizio su turbine marine di qualche mese fa ..mi pare in Brasile…
            domani ci provo…

          • Scommetto che se avessero 1/10 dei fondi riservati a SMR riuscirebbero ad industrializzare una centrale che farebbe lo stesso lavoro 😂

    • Recentemente il fornitore Octopus ha fatto delle “prove di risparmio” offrendo un piccolo bonus fino a 5 euro per ridurre i consumi tra le 19 e le 20 di giorni prestabiliti, io ho partecipato e senza alcun sacrificio, semplicemente facendo prima o dopo quello che altrimenti avrei fatto in quella ora, ho ricevuto il bonus. Mi è sembrato un ottimo metodo per sensibilizzare i consumatori sulle dinamiche del mercato delle energie rinnovabili facendoli partecipare anche ai vantaggi.

      • Idem, sembra una sciocchezza ma spostare certi consumi di un’ora (io ho spostato l’accensione caldaia, il circolatore consuma 350Wh, è stato sufficiente….) non cambia niente, alla fine. Certo, se devo cucinare (induzione) spostare di un’ora cambia parecchio… ma una lavastoviglie, una lavatrice o ricaricare la macchina, NO.

  3. Per me il settore energia dovrebbe essere pubblico.
    Scuola, difesa, sanità, polizia, energia, comunicazioni (come fili non il servizio), ferrovie, strade ed autostrade non dovrebbero avere partecipazioni private. Tutto pubblico. Non sono una spesa sono un servizio e come tale va pagato. Il “margine” lo lasciamo in tasca alla comunità.

    • Assolutamente sì.
      E’ un concetto a cui non si dovrebbe derogare per nessun motivo.
      Per l’iniziativa privata ci sarebbe già tutto il resto e non è poco.

  4. Paesi che hanno una grossa riserva di potenza di generazione flessibile (accumuli idroelettrici o metano) non hanno grossi picchi dati da cartello dei fornitori e speculazione; il caso estremo è la Norvegia, piena di idroelettrico; tutti gli altri invece sono più o meno sotto speculazione della loro quota di centrali a metano,
    non solo per il prezzo del metano, salito in questi mesi, ma anche per il ricarico che viene applicato dalle centrali elettriche, che può essere ben superiore ai costi operativi anche facendo la tara che lavorano sempre meno ore all’anno man mano che le rinnovabili aumentano

    speculazione che in pratica avviene ogni giorno con più evidenza nell’orario 18:00-20:00 anche già nel “mercato del giorno prima” (da noi PUN) , senza arrivare ai casi estremi ma più rari come quello dell’articolo e che penso si riferisse più (?) alle energie scambiate nel “mercato del dispacciamento”

    tra chi non nasce fortunato, e si deve ingegnare, mi pare che la Spagna è più avanti di altri paesi nel risolvere

    – neanche loro hanno ancora riformato il meccanismo del prezzo marginale, ma pare hanno messo un tetto al prezzo che le centrali a gas possono ricaricare nel kw-h, non ho ancora cercato i dettagli su come funziona

    – aumentano le rinnovabili; sono già oltre 60%, soglia oltre cui buoni risultati sui prezzi si vedono per forza bruta, anche se il meccanismo del prezzo marginale per fissare i prezzi orari non è ancora stato modificato

    – aumentano forme alternative al metano di potenza flessibile, cioè accumuli (in Spagna sia Idroelettrici che a BESS a batterie), per non avere una riserva di potenza flessibile risicata e non farsi pelare dalla speculazione nelle contrattazioni del “Mercato energia del giorni prima” o in quello del “Bilanciamento/dispacciamento”

    In Italia idealmente penso potremmo fare le stesse cose, se avessimo al governo degli amministratori con spina dorsale e non banderuole senza talento che per restare a galla non toccano, anzi favoriscono, interessi speculativi ENI, ENEL, SNAM

  5. Perché non nazionalizzare le centrali necessarie a garantire il baseload? Vanno considerate come riserve strategiche non possono essere date in pasto agli speculatori del mercato che non aspettano altro che essere indispensabili per chiedere cifre folli.

    • Sacrosante parole le tue. Perchè? Perchè purtroppo la gran massa della gente è ignorante, ingenua, passiva e poco intelligente, che quando ci sono le lezioni comunali, regionali e statali delegano persone che nemmeno conoscono, dando il loro voto, il loro consenso, il loro appoggio spesso a dei gran cialtroni. Perchè purtroppo c’è una minoranza di persone, di privati invece che sentono odore di forti guadagni su questo e su altro e senza indugi e senza scrupoli si buttano nel business, cercando in tutte le maniere di persuadere e ingannare la popolazione italiana facendo credere che il loro servizio è migliore e pure più conveniente e ovviamente facendo forti pressioni ai governi statali e regionali per ottenere concessioni e permessi a iosa, in cambio spesso di mazzette, che adesso vengono chiamate contributi o finanziamenti ai partiti, che ovviamente invece dovrebbero essere chiamati atti fraudolenti di corruzione.

    • La privatizzazione estrema voluta in passato in UK ha dimostrato di essere fallimentare nei settori strategici. Quelle centrali dovrebbero essere gestite dallo stato. Ma se guardiamo alle società private che in monopolio gestiscono in maniera disastrosa l’acqua, questa è una storia di successo.

  6. I petrolieri (di cui i garasi sono emanazione) sono maestri di speculazioni, carognate ed infamia.

    Di cosa ci stupiamo?

    Avanti tutta su accumulo e rinnovabili.

    • e di corruzioni..
      Avanti tutta si, ma ci vorrebbe un governo che agevoli il tutto vista pure l’emergenza, e quest’ultimo purtroppo sta facendo ben poco, molto meno di quello che potrebbe fare.
      Vero, verissimo che il Superbonus purtroppo è stato uno strumento che è andato totalmente a favore di chi i soldi ce li aveva già in abbondanza, di chi appunto non ne aveva nemmeno necessità (vedi seconde, terze case…), ma dal punto vista tecnico era nato invece con un obiettivo giusto e a medio lungo termine vantaggioso anche per lo Stato italiano. Purtroppo l’errore grosso (se si può parlare di errore…. per me anche qui c’è stata una grande e grave cialtroneria) è quello di aver dato un tempo troppo ristretto, e soprattutto di aver allargato appunto anche a chi non aveva strettamente bisogno, doveva essere soltanto relegato alle vecchie abitazioni costruite prima degli anni 80, e per chi aveva un Isee non superiore ai 35.000€ lordo all’anno, e valido solo per le prime case o le case di residenza. Con queste restrizioni non si sarebbe verificato quello che poi tutti abbiamo constatato.

  7. C’è una frase da correggere :

    ” Per il governo laburista una banco, insediatosi nel luglio scorso, un banco di prova importante. ”

    • Se per questo si è già verificata, ma vorrei sapere cosa tu hai capito da questo articolo tradotto malissimo, contradditorio, e con alcune frasi incomplete e insensate.
      Visto quello che si riesce a malapena a percepire da questo articolo, e conoscendo la realtà in Gran Bretagna, francamente non abbiamo nessuna lezione da prendere dagli inglesi, anzi semmai esattamente il contrario.

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