Home VaiEnergy L’energia eolica in Europa copre il 20% della domanda. Ancora troppo poco…

L’energia eolica in Europa copre il 20% della domanda. Ancora troppo poco…

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Nel 2024, l’energia eolica ha soddisfatto il 20% del fabbisogno elettrico in Europa. Una quota cresciuta molto poco rispetto al 2023, quando il dato era stato del 19% (18% se guardiano soltanto alla Ue, contro il 19% precedente). Questo è dovuto a una crescita meno rapida: nel 2024 sono stati avviati nuovi impianti “soltanto” per 15,3 gigawatt, contro i 17 gigawatt dei dodici mesi precedenti  

La notizia positiva è che gli investimenti non si sono fermati. Nonostante i colli di bottiglia delle materie prime e i tassi di interesse elevati. Ma di questo passo, non sarà possibile raggiungere i traguardi che si è data Bruxelles. Ricordiamo che per raggiungere gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico, la quota di eolico dovrà essere del 34% al 2030 e del 50% entro il 2050. 

In calo soprattutto i nuovi impianti off shore, che più di quelli “a terra” hanno sofferto per il “congelamento” di alcuni grandi impianti e per i ritardi nelle autorizzazioni per altri. Vedi, ad esempio, il caso italiano. Il nostro Paese è in ritardo per le scelte politiche del governo Meloni e le opposizione a livello regionale. Nonostante l’eolico galleggiante potrebbe arrivare a coprire fino al 17% del fabbisogno nazionale.

Non a caso, secondo i tempi preliminari di WindEurope ,l’associazione europea del settore, nel 2024 sono stati installati nel Vecchio Continente sono stati installati 15,3 GW, di cui 13 GW onshore e 2,3 GW offshore. Nel 2023, anno record, furono 17 i gigawatt installati. I paesi Ue hanno contribuito con 12,8 GW, con 11,4 GW onshore e 1,4 GW offshore. Ben al di sotto dei 30 GW all’anno di cui avrebbe bisogno per soddisfare i suoi obiettivi energetici del 2030″, si legge in una nota di WindEurope.

Tre grandi ostacoli alla crescita dell’eolico

L’associazione ha indicato i tre principali problemi che rallentano la diffusione dell’energia eolica in Europa: la mancata applicazione delle norme Ue in materia di autorizzazioni da parte di molti governi, i ritardi nelle nuove connessioni alla rete; il ritmo troppo lento dell’elettrificazione che sta frenando la domanda. “L’Ue deve affrontare urgentemente tutti e tre questi problemi. Più vento significa energia più economica, che porta ad una maggiore competitività”, ha commentato l’amministratore delegato di WindEurope, Giles Dickson.

La Germania è andata in controtendenza autorizzando nel corso del 2024 oltre 15 gigawatt di nuove installazioni

 

Va sottolineato il caso tedesco. La Germania ha autorizzato quasi 15 GW di nuova capacità eolica onshore nel corso dell’anno (dando il via ai cantieri), stabilendo “il principio giuridico del prevalente interesse pubblico nell’autorizzazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili. E ora sta autorizzando sei volte più impianti eolici onshore rispetto a cinque anni fa”, come ha ricordato il sito specializzato Qualenergia. E ha anche alzato gli obiettivi per le nuove installazioni ale 2030 e 2050..

La sfida delle connessioni alla rete

Il collo principale della bottiglia in Europa rimane la connessione degli impianti alla rete elettrica. Nonostante i progressi compiuti nello sviluppo delle energie rinnovabili, uno dei maggiori ostacoli a una transizione rapida ed efficace risiede nell’insufficienza delle infrastrutture di supporto, in particolare le reti elettriche e le batterie di accumulo.

L’Europa rischia di rimanere indietro anche nella competizione globale per la produzione di batterie – sia accumulo di energia sia destinato all’automotive – rispetto alla la Cina. E anche gli Stati Uniti stanno già investendo massicciamente. Sempre che Donald Trump una volta insediato non cambi completamente linea per favorire la lobby dei fossili che lo ha sostenuto economicamente nella corsa alla Casa Bianca.

La recente proposta della Commissione Europea per rafforzare la capacità produttiva interna delle batterie e accelerare la digitalizzazione delle reti rappresenta un primo passo importante. Tuttavia, come ha ricordato Mario Draghi nel suo rapporto per il rilancio della competitività in Europa – occorre accelerare nella semplificazione amministrativa e negli investimenti. Oltra a un maggior coordinamento tra gli stati membri.

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13 COMMENTI

  1. Io non so il tedesco e non so se il video fosse reale (o frutto della solita AI generativa…) ma la traduzione allegata (letta su Linkedin) di Alice Weidel dice testualmente: “E posso dirvi, se saremo al timone, che smantelleremo tutte le pale eoliche! Abbasso questi mulini della vergogna!”

  2. Questo anno Germania ha anche installato circa 15 GW di solare, ora sono a 100 GW installati, non rendono quanto in Italia (noi abbiamo più irraggiamento), ma comunque sono una bella quantità

    == grafico capacità installate (GW) Germania progressione sino al 2024
    https://www.energy-charts.info/charts/installed_power/chart.htm?l=it&c=DE&legendItems=4x0vtq&year=-1

    il loro programma prevede di arrivare al 2045 a circa 900 GW di rinnovabili installate,
    di cui la circa la metà sarà solare ( 470 GW);

    == grafico installazioni dal 2025 al 2045:
    https://www.energy-charts.info/charts/remod_installed_power_2024/chart.htm?l=it&c=DE

    lo Studio viene aggiornato (mi pare ogni 3 anni, con vari PDF scaricabili) dall’istituto Fraunhofer ISE (fa parte della rete di istituti di ricerca Fraunhofer tipo politecnici e anche ingegneria applicata, fanno da ponte con le industrie per far crescere nuove tecnologie, anche all’estero, per esempio stanno autando la Polonia a velocizzare le installazioni di rinnovabili) che è anche il gestore del sito Energy-charts

    ===============
    facendo le debite proporzioni, per l’Italia l’obiettivo è tra 500 e 600 GW totali di rinnovabili installate, per questo i 7 GW che abbiamo installato nel 2024 è ancora un puntare basso, un anfdare lenti, i GW installati anche da noi potrebbero essere molti di più

    come prima mossa andrebbe tolto il divieto all’agrivoltaico a pannelli bassi senza incentivi, il decreto vergognoso messo di fretta in primavera dal ministro dell’agricoltura su sollecitazione di ENI / Bonifiche Ferraresi /Coldiretti

    poi andrebbero aggiustati anche gli altri decreti recenti:
    aree idonee, tariffe di riferimento eccessive del FER-X, tariffe eccessive e ritardi del FER-2, ritardi della prima asta per il MACSE, tariffe eccessive del mercato delle Capacità ( e immagino faranno lo stesso anche con le tariffe del MACSE);

    per ora stanno limitando al massimo le installazioni, e quello concesse le fanno alzare di prezzo per decreto, togliendo una parte del vantaggio economico; siamo al contrario della trasparenza e delle vere aste competitive al ribasso come fanno all’estero dove il numero di partecipanti non viene tarpato

    se ci fosse la volontà di sistemare questi pastrocchi (fatti tutti nel 2023-2024-2025), dovremmo prima essere daccordo tra noi elettori, di qualunque orientamento, e poi fare pressione, sennò in pratica in parlamento dettano le leggi gli azionisti ENI e ci teniamo il caro energia ancora per 2-3-4 anni

    • con quello che costano i pannelli ,
      manca poco che vale la pena di montarli esposti a nord invece che a sud

  3. Pensare che in Italia siamo circa all’7% se non ho sbagliato i calcoli.

    Siamo sempre in leggera controtendenza. Ma fosse una controtendenza furba, che porta vantaggi, lo potrei capire.
    invece bollette di casa salate, potenze installate che fanno sorridere (3,3KW) e cariche pubbliche a prezzi stellari.

    So soddisfazioni.

    • I vantaggi li porta eccome, ma non alla popolazione…
      Basta guardare chi guadagna dal rallentamento della diffusione delle rinnovabili, all’allaccio di nuovi rigassificatori, alle nuove infrastrutture per il trasporto di gas che saranno inutili ben prima di raggiungere il ritorno dell’investimento etc etc

  4. Sentivo questa mattina al telegiornale che il programma della candidata cancelliera di AFD è la riapertura delle centrali nucleari , su questo niente da dire , già ci sono, ma soprattutto sulla smantellazione dell’eolico, sarebbe pura follia.
    Ci aspettano tempi bui tra Europa e USA.
    Speriamo sia solo un proclama pro vulgata.

    • Onestamente non capisco come possano smantellare torri eoliche. Se fossero un bene privato non potrebbero, ma anche fossero dello stato vorrebbe dire buttare i soldi investiti e si andrebbe in conto ad un reato.
      Secondo me sono le solite parole al vento, l’unica cosa che possono fare è bloccare i repowering.

    • Riaprire vecchie centrali nucleari e smantellare impianti eolici già esistenti?

      Devo ripassare il tedesco!
      Non ricordo più come si dice “suicidio”…

    • Cioè Guido, in Germania dove c’è Siemens-Gamesa, il colosso dell’eolico. Col mare del nord pieno di vento, l’idea sarebbe di “spegnere” l’eolico. Cioè le TUE pale eoliche, prodotte da un’azienda tedesca, col vento di fronte casa tua, per fare cosa? Tornare in ginocchio in Russia a pagarli di aggiustare i NST?

      E questi sarebbero i nazionalisti. Spero che i tedeschi si accorgano delle fesserie che dicono.

  5. Il problema dell’ autonomia energetica e delle reti distributive andrebbe affrontato a livello Europeo (non nazionale) sia per l’ entità delle spese necessarie e sia per l’ indispensabilità di una rete resiliente ed interconnessa tra i vari Stati; ampi campi eolici presenti in una specifica zona possono diventare totalmente improduttivi per cause naturali (cali di vento nella zona ) o anche sabotaggi (vedi Nord Stream).
    Tante zone eoliche sia nei mari prospicienti il nord Europa che in tutto il bacino mediterraneo non possono essere soggette contemporaneamente a cali di produzione! Poter gestire a livello europeo le energie create in varie zone (come una rete internet, ridondante) costituisce un sistema di difesa indispensabile sia all’ economia che alla democrazia di cui ancora godiamo, ed è altrettanto necessaria delle spese militari che ci impongono la guerra ai confini che anche la linea politica della nuova amministrazione USA (purtroppo!!).
    Nonostante le minacce e le possibili imposizioni di importare sempre più idrocarburi USA dobbiamo cercare di restare uniti e creare una indipendenza energetica, altrimenti saremo solo una colonia d’oltreoceano o (peggio) una serie di stati sottomessi.

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