Enel alza l’asticella per anticipare al 2040 l’obiettivo “net zero emissione”. L’azzeramento delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra entro il 2040 prevede tappe fondamentali come la dismissione completa di tutte le centrali a carbone entro il 2027 e l’uscita dal business del gas naturale entro il 2040.
Nel documento Zero Emissions Ambition Reportappena reso disponibule su internet Enel delinea la strategia del Gruppo per arrivare all’obiettivo “net zero” zero e lle azioni volte a contrastare il cambiamento climatico e a promuovere la transizione per un’elettrificazione sostenibile.
«Il Zero Emissions Ambition Report descrive la scelta di Enel di fissare un obiettivo ambizioso rispetto all’originario target global “net zero” per il 2050, sottolineando il nostro forte impegno verso un futuro sostenibile e decarbonizzato per tutti nel contesto della transizione energetica globale», ha dichiarato Ernesto Ciorra, Head of Innovability del Gruppo Enel. La transizione comporterà «processi industriali più sostenibili, resilienti, neutrali dal punto di vista climatico e intrinsecamente meno rischiosi, coniugando equità e inclusività» ha concluso.
La roadmap di decarbonizzazione di Enel si basa su specifici obiettivi di riduzione dei gas serra validati dalla Science Based Target initiative (SBTi) nel dicembre 2022 e allineati alla limitazione del riscaldamento globale a 1,5ºC, che comprendono:
- la riduzione delle emissioni dirette derivanti dalla generazione di energia elettrica dell’80% nel 2030 e del 100% nel 2040;
- una riduzione delle emissioni dirette e indirette derivanti dalla vendita di energia del 78% nel 2030 e del 100% nel 2040; e
- un taglio delle emissioni indirette derivanti dalla vendita di gas nel mercato retail del 55% entro il 2030 e del 100% nel 2040.
Il rapporto descrive anche le tappe fondamentali che il Gruppo prevede di percorrere per raggiungere le zero emissioni entro il 2040:
- entro il 2025 le rinnovabili dovrebbero rappresentare circa il 75% della produzione totale di Enel;
- Nel 2027, Enel dismetterà tutte le sue centrali a carbone;
- entro il 2040, tutta la capacità installata sarà al 100% rinnovabile. Il Gruppo avrà cessato le attività di generazione termoelettrica e di vendita di gas nel mercato retail e il 100% dell’elettricità venduta sarà prodotta da fonti rinnovabili.
Il Piano strategico 2023-2025, annunciato da Enel lo scorso novembre, indica il percorso per raggiungere questi traguardi. Il Gruppo investirà un totale di circa 37 miliardi di euro nei prossimi tre anni, principalmente per promuovere un’elettrificazione pulita e sostenibile. Di questi, 17 miliardi di euro saranno dedicati alle energie rinnovabili. Altri 15 miliardi di euro alle reti.
Come descritto nel report, Enel sta promuovendo la collaborazione con un’ampia gamma di stakeholder per sostenere la decarbonizzazione dell’economia globale. Questi includono:
-I governi e le associazioni internazionali con cui Enel promuove lo sviluppo di ambiziose politiche e standard climatici
-Tutti i fornitori, che Enel aiuta sostenendo la decarbonizzazione dei loro processi industriali
–I clienti, ai quali Enel offre soluzioni energetiche sostenibili nei settori delle rinnovabili, dell’elettrificazione e dell’efficienza energetica.
Inoltre, il Zero Emissions Ambition Report presenta le attività di Enel volte a garantire una transizione giusta per tutti i suoi stakeholder. Per esempio, il Gruppo ha creato programmi per sviluppare nuove capacità e competenze necessarie nel passaggio a un’economia decarbonizzata, coinvolgendo anche i fornitori nell’affrontare le sfide della transizione energetica. E sta mettendo i clienti in condizione di convertire gradualmente all’elettricità i propri consumi energetici, consentendo anche l’accesso all’elettricità nelle aree più svantaggiate.
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A quelli che si fasciano la testa prima che si sia rotta a quelli che se la ridono a quelli che non riescono a guardare oltre il proprio naso si guardino Report (rai3)appena andato in onda :
La miniera d’oro del business di domani sarebbe dunque l’accumulo, l’accumulo, l’accumulo…
Scusatemi , non voglio fare il bastian contrario, ma vorrei qui esporre alcuni dei miei dubbi sulla questione.
Il programma esposto da ENEL e’ costellato di buoni, anzi ottimi propositi, ma…
Il vero problema delle rinnovabili e’ l’accumulo dell’energia prodotta in eccesso per poterne disporre nelle ore di mancata produzione del solare ed eolico (notte, giornate nuvolose etc.).
L’eolico ha una produzione randomica (non sempre prevedibile), e l’idroelettrico, se va avanti la siccita’ come in questi anni, contera’ sempre meno.
Ci resta il fotovoltaico che e’ intermittente ed ha cicli di produzione un po’ piu’ prevedibili.
Non credo che nel mondo del lavoro si possa concentrare la produzione energivora (e non) solo nelle ore in cui e’ disponibile la luce solare.
E fermare le aziende in caso di maltempo persistente.
O interrompere le telecomunicazioni per carenza di energia elettrica.
Non credo nemmeno che sia semplice, come utilizzatori domestici, diventare tutti autoproduttori di energia per se’, ed anche per gli altri che non possono montarsi un impianto sul loro tetto o su quello di qualcun altro.
Nessuno dei colossi della produzione energetica (in questo caso energia elettrica) ha mai spiegato con chiarezza nei dettagli quale tecnologia si dovra’ usare per l’accumulo di questa energia da restituire la sera / notte e per alimentare i picchi di assorbimento della rete, che ad oggi sono coperti dalle centrali turbogas.
Non avendo nucleare nostrano, e importandone sempre meno dall’estero, ENEL farebbe bene che dicesse non solo in che anni fara’ la transizone energetica ma soprattutto COME gestira’ l’accumulo dell’energia. Almeno per essere credibile e farci veramente sperare in un mondo meno inquinato dell’attuale.
Per approfondire:
https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/rete/piano-sviluppo-rete/scenari
Ah, pero’. Si vede che questi dell’Enel non ci hanno pensato. Mi raccomando, glie lo ricordi, che stanno facendo una sciocchezza…
Sig. Abelardo, non voglio dire che quelli dell’ENEL non abbiano idee, nel documento linkato da Leonardo ho trovato sia una analisi della situazione attuale sia una road map degli interventi necessari oer la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, ipotizzando pero’ ben TRE scenari di progresso sulla decarbonizzazione. Ho l’impressione pero’ che 37 miliardi di euro siano solo una goccia nel mare di investimenti che ENEL dovrebbe fare per arrivare a realizzare quanto promesso.
Senza considerare che altri soldi saranno da investire nell’ammodernamento delle reti di distribuzione all’utente finale, che attualmente forse potrebbero reggere a malapena le eventuali ricariche lente delle BEV ma andrebbero allegramente in Tilt se aggiungessimo i consumi delle pompe di calore necessarie per il riscaldamento invernale.
Spero di poter esse smentito con dati piu’ dettagliati ed aggiornati.
Devo precisare che quello che ho linkato è un documento di Terna e non di Enel, ma l’ho fatto di proposito proprio perché è stata messa in dubbio la fattibilità del piano di Enel.
È chiaro che fare una transizione dai fossili ad energie rinnovabili richiederà investimenti importanti, d’altro canto ci permetterà di assicurare la produzione elettrica per almeno un paio di decenni senza doverci più preoccupare degli approvvigionamenti dei combustibili finora usati, né di dover innescare nuovi conflitti nelle aree di interesse geopolitico con tutto ciò che ne consegue.
Diciamo che dopo il forte aumento dei prezzi alle colonnine mi sembra una propaganda fine a se stessa e basta. Anche Tesla dichiara di voler accelerare la transizione energetica verso le rinnovabili ma poi abbassa i listini per rendere le sue BEV accessibili a più persone. Un tantino più credibile
bravo.
è sempre un “faremo”, “entro il”, “dovremmo”, “ci sarà” “millemila”, “0”..
PS: “inclusività” = corrente “genderfluid”?
-“inclusività” = corrente “genderfluid”?-
No signor ernesto, i ruoli sono chiari.
Loro danno, noi prendiamo. 😳
-Loro danno, noi prendiamo. 😳-
più che d’accordo..
mi rendo conto di aver dimenticato di scrivere “elettrica” tra corrente e genderfluid: nelle intenzioni doveva avere le sembianze di una battuta. 🤦♂️
me tapino..
Vedremo se dal 2025 il 75% sarà da rinnovabili. Rimane il problema sociale: le BEV costano troppo, ricaricano lentamente, hanno scarsa autonomia. Le pompe di calore costano troppo. Cina ed India non sono intenzionate a produrre in modo rinnovabile. Rimarremo inquinati e più poveri.
Lei non è ben informato, sia Cina che India sono molto intenzionate a produrre con le rinnovabili.
In particolare la Cina.
Se non ci diamo una svegliata un bel giorno ci sveglieremo con i cinesi a guardarci dall’alto in basso perché loro avranno fatto i compiti a casa meglio di noi.
Deve cambiare le fonti delle sue informazioni: la Cina è il paese al mondo che investe di più in rinnovabili. Il secondo paese, gli stati uniti investono la metà della Cina. Quanto all’India si appresta a competere con la Cina come il maggior paese per la produzione di pannelli fotovoltaici. Sono gli errori a cui portano i discorsi sovranisti di cui ci riempiono la testa qui in Italia.
Vorrei un commento da quelli che “il 100% di rinnovabili è pura utopia”.
Salvo che pensino che siano solo proclami, in tal caso denuncino Enel per turbativa di mercato, dato che parliamo di azienda quotata in borsa.
Se dal 2025 (che è entro 3 anni da ora) il 75% è da rinnovabili, significato che tutti quelli che hanno una BEV al 75% non producono CO2.
Lo capite perche è importante la diffusione di BEV e Pompe di calore? Perché automaticamente, anche le Leaf di 10 anni fa, smettono di emettere CO2.
Quelli che dicono che il 100% di rinnovabili sono pura utopia sono della stessa pasta di quelli che dicevano che l’iPhone sarebbe stato appannaggio del 10% della popolazione più ricca e che tutti gli altri avrebbero continuato ad utilizzare telefoni GSM in quanto più economici, pratici, piccoli e leggeri.
Si’ be’ pero’ qui Enel parla per se stessa… Se Enel arriva al 75% di rinnovabili, non vuol dire che quella sara’ la percentuale di rinnovabili usate in Italia in generale.
Per dire, se Enel vendesse le centrali a carbone a terzi invece di dismetterle, potrebbe dire che l’elettricita’ che fornisce e’ “verde”. Pero’ non cambierebbe molto in pratica. Cosi’ come in passato ha aumentato la percentuale di rinnovabili, semplicemente comprando impianti di terze parti: se compri un impianto, invece di farne uno nuovo, magari hai i conti in ordine, ma non hai spostato le emissioni di una virgola.
Non dico che sia quello che succedera’, ma purtroppo la creativita’ contabile fa parte dell’arsenale delle grandi aziende.
Le centrali a carbone vanno chiuse al più tardi al 2025, questo è stato deciso nella COP26 del 2021. La guerra in Ucraina potrebbe aver spostato il termine di un paio d’anni ma per l’Italia cambia poco: abbiamo solo pochi punti percentuali di produzione elettrica da carbone. Quindi Enel non le venderà, le chiuderà e amen. Per il turbogas la situazione è più complessa ma se dicono 2040 qualche calcolo lo avranno fatto
infatti… tutti a comprare azioni di Enel, grandi piani e promesse, faremo convogliare milioni e miliardi da reinvestire per qualche anno, il titolo salirà e poi un bel giorno inizieranno a vendere asset… storia già vista, il ciclo si ripete
Non ci sembra il caso di Enel, almeno fino ad oggi. Al contrario Enel da carrozzone di Stato si è trasformata in una delle aziende energetiche più grandi, avanzate e internazionalizzate del mondo. Soprattutto sul fronte delle energie rinnovabili.