Emula One è un nome che dice tutto, o quasi, della moto che lo porta. Una moto elettrica – una grande moto elettrica – prestazionale come una Energica o una Lightning Strike (che in qualche modo ricorda). Ma che però può diventare a comando qualsiasi altra moto del presente e del passato.
Con un click diventa un’altra moto
Può emulare, ed “essere” a tutti gli effetti, per chi la guida, qualunque moto termica il possessore desideri (o rimpianga). Prestazioni, erogazione di potenza e perfino rumore. Mancherà solo la puzza di benzina. Basta impostare il modello da imitare, Ducati, Yamaha, Harley Davidson o Moto Guzzi, bicilindrica o quadricilindrica, a quattro o due tempi: Emula One si comporterà esattamente nello stesso modo.
L’invenzione che viene dal Piemonte
Sono i miracoli dell’elettronica e di un motore elettrico gestito da un sistema di controllo intelligente chiamato McFly. Come straordinaria è stata l’intuizione del team di giovani torinesi che l’hanno inventata. Precisamente la stat up 2electron di Venaria Reale (To) che nel logo emblematicamente recita “innovate or abdicate”.
Hanno portata Emula One ad Eicma 2019, nell’angolino delle start up innovative (Pad 11 stand A32), troppo defilata per attirare la curiosità dei più. Messa così, su un treppiede, sembrerebbe solo un simulatore. Invece è un “emulatore”. Già pronto a mangiare l’asfalto. Per ora c’è un solo esemplare, ma l’intenzione del team che l’ha ideata e realizzata, è avviare una vera e propria produzione di serie.
Ora la sfida di farne un’azienda
Sarà una strada lunga e insidiosa. Quanti soldi serviranno per tagliare il traguardo del mercato? Quanti facoltosi “impallinati” dovranno trovare in giro per il mondo, disposti a pagare molte migliaia di euro per un giocattolo del genere? L’anno scorso proprio qui ad Eicma, fu presentata in pompa magna la Arc Vector, un gioiello da 100 mila e passa sterline che dalla Gran Bretagna prometteva di rivoluzionare il mondo. Non è arrivata nemmeno a questa edizione: a fine settembre era già fallita. Arc Vector traboccava di innovazione. Ma alla fine sembrava soltanto una collezione di costosi gadget (il casco con telecamera, il giubbotto con i sensori, il telaio full carbon). Emula One la surclassa quattro a zero. Perché è illuminata dalla scintilla del genio. Speriamo con diversa fortuna.
Il nostro parere
Non è facile scommettere sul futuro di qualsiasi start up; tanto meno di una come Emula One che quasi disorienta, tanto sconvolge l’idea stessa di moto. Almeno quella di noi appassionati, che ricordiamo il carattere e l’odore di ogni moto posseduta, esattamente come quelli di ogni fidanzata. Emula One ci proietta nelll’universo dei cloni, dei mutanti. Ma l’elettronica, se ci pensate, ha fatto esattamente lo stesso con gli strumenti musicali (oggi una tastiera può suonare il violino, il trombone o il piano), con la telefonia e con la video-fotografia. Perché non può succedere con le due ruote? Ammesso e non concesso che quelle rimangano l’unica e intramontabile certezza.
Cari Emuli, ribadisco quanto già detto.
L’idea è straordinaria e sono convinto che presto sarà copiata anche in ambito automobilistico.
Pensate alla supercar Tesla Roadster ed alle prestazioni dichiarate senza pari che scatenerà.
Ipotizzate che diventi Tesla Roadster Alias Plaid, l’unica vettura in grado di restituire le prestazioni della altre supercar a combustione con relativi rumori e vibrazioni, curva della coppia motrice ed accelerazione, per trasformare così la Tesla Roadster, a scelta, in Bugatti Chiron, Ford GT40, Porsche 917, Ferrari 250 GTO.
La nuova Roadster dimostrerebbe così le sue prestazioni assolute, replicando fedelmente tutta la concorrenza di oggi e di ieri.
Emulare tutte le vetture più performanti semplicemente perché è la più performante.
Datemi retta, twittate subito con Musk.
Potrei controfirmare al 100% quanto scritto da Alberto Spriano nel primo commento: uno degli innegabili pregi della mobilita’ elettrica e’ proprio il silenzio! Gia’ possessore di uno scooter elettrico, ho imparato ad apprezzare la magia di spostarsi su un mezzo a motore, ma ascoltando i rumori ed i suoni dell’ambiente circostante.
Invano, poi, ho cercato piu’ volte di spiegare ai fanatici del binomio performance+rumore che tutta la (pur se poca…) potenza acustica che finisce nello scarico e’ potenza rubata alla trazione!
Nel campo nell’elettrico poi ritengo che bisognerebbe essere piu’ coraggiosi e affrontare le nuove potenzialita’ tecnologiche con spirito totalmente innovativo.
Ma l’italiano e’ conservatore, l’automobilista italiano lo e’ di piu’ e il motociclista italiano forse ancora di piu’….
Cio’ detto, trovo assolutamente affascinante l’idea di Emula, sia sul piano tecnologico che su quello concettuale: anche se le sensazioni forse non saranno le stesse, il concetto di “mappatura infinita” in grado di ricreare o costruire 10, 100, 1000 moto diverse e’ assolutamente rivoluzionaria!
Del resto, anni addietro avevo avuto modo di provare una Tacita Enduro e uno dei gadget che piu’ avevo apprezzato era la possibilita’ di emulare il freno motore del 2 o del 4 tempi.
Forse rimarra’ un giocattolo per pochi fortunati possessori, ma va riconosciuto al team di Emula il merito di un’idea veramente innovativa ed auguro a tutto il team di Emula uno strepitoso successo!
P.S. ovviamente, da vecchio (ma innovatore) motociclista, muoio dalla voglia di provarla! 😉
Buongiorno Giuseppe,
siate affamati, siate folli citava una delle persone più influente degli ultimi decenni.
Qualsiasi innovazione va prima capita e poi metabolizzata.
L’idea è partita dall’analisi del gap emozionale delle EV e dalle proiezioni di mercato dei prossimi 10 anni.
Crediamo molto nel progetto e nella sua possibilità di industrializzazione.
La vetrina di Eicma è stato un momento di confronto sia con il pubblico sia B2B affascinante e stimolante.
Analisi del suo livello non possono che stimolare il nostro team a stupirvi sempre di più!
Un abbraccio
Il Team Emula
ma, da proprietario c evolution non comprendo la necessità di riprodurre mappe di veicoli endotermici né addirittura frizioni vibrazioni e spero non la puzza di scarico, si può aggiungere il cambio come fanno alcuni per motivi di efficienza, il mio veicolo ha 4 mappe di utilizzo per me più che sufficienti, se ne possono fare anche un centinaio anche seamlessly ( senza scelta specifica del guidatore ma sulla base dello stile di guida del momento ) senza problemi senza necessità di riprodurre un passato ormai vetusto , io non voglio più a vita vibrazioni né frizioni sul mio mezzo a due ruote
Luca, lei ha scelto il BMW C Evolution che è un mezzo fantastico. Ma è uno scooter. E gli scooter sono fatti apposta per viaggiare tranquilli con meno scocciature possibile. Le moto sono un’altra cosa. Soddisfano altre esigenze e si rivolgono a un altro pubblico.
vero, sono un tranquillo ma due ruote veloci ne ho avute diverse anche non addomesticate dall’elettronica, per me l’elettrico è esaltante di suo senza orpelli del passato, auguro il massimo successo all’iniziativa sicuramente originale, non ho visto nei grafici sul loro sito le curve di coppia delle moto endotermiche considerate ma immagino siano riprodotte anche quelle
Le curve di coppia sono curve reali registrate a banco
13-15 kw/h ovviamente
Alberto Spriano: ogni critica e perplessità sono sempre elementi costruttivi.
Ad oggi abbiamo raggiunto risultati sorprendenti confermati da test drive e prove a banco dinamometrico.
Spero tu possa venire ad Eicma a valutare personalmente l’innovazione ed esprimere un empirico parere.
Il sistema assorbe da 2 A al minimo fino a 5A a pieno carico con tensioni di 5 e 12V, con una batteria da 130-150 kw/h la perdita di efficienza e’ facilmente calcolabile.
Rinunceresti alle sensazioni di guida di qualsiasi endotermica per 2/3 km a ricarica?
Un abbraccio Il team Emula
Grazie per il riscontro.
L’idea sembra incredibile: una moto, tante moto.
Una motocicletta elettrica e contemporaneamente, a scelta, tante motociclette diverse e senza emissioni.
L’assunto è affascinante ed attrattivo semplicemente a livello teorico, figuriamoci in dinamica.
Consideriamo il motociclista e il suo strumento di libertà: la motocicletta.
Fino ad ora, oltre ad essere l’emblema della libertà, stabiliva un rapporto simbiotico comunicando sensazioni caratteristiche. Non a caso i motociclisti appartengono a diverse razze che spesso, con l’incedere dell’età trasmutano in altre. Altri sono fedeli a dogmi meccanici e a distinte sensazioni che ritengono uniche perché determinate da uno specifico schema motoristico.
Dopo l’avvento dell’Harley Davidson LiveWire sono molti i motociclisti che si chiedono come sia possibile realizzare una motocicletta elettrica che trasmetta le sensazioni di una meccanica fortemente caratterizzata dallo schema motoristico.
Per cui avete risolto il loro problema.
Poi viene da chiedersi: perché ricorrere ad un emulatore?
Per sperimentare diverse sensazioni sintetizzate da diversi schemi meccanici come accade con i pianoforti e le chitarre digitali.
Ovviamente i puristi vi criticheranno, ma oltre ai puristi delle disposizioni di bielle e pistoni, presto ci saranno quelli dell’intuizione che si sintonizzeranno sul sibilo e sull’assenza delle vibrazioni motoristiche.
Oggi, anche per ragioni di sicurezza, i tecnici sono impegnati ad accordare ed amplificare il sibilo elettrico ricercando una timbrica particolare e caratterizzata. A voi va certamente il merito di una nuova ricerca, quella dell’emulatore dell’ubiquità motoristica.
Due parole su Emula One, praticamente ignorata dall’altra stampa.
Se SUTER, che è una firma emblematica, riesce a vendere in serie limitata la 2 tempi MMX 500, ci sarà certamente per voi l’opportunità per realizzare in serie limitata la Emula One considerata l’unicità del prodotto, la componentistica e il design molto attrattivo anche nei dettagli o cedere il trovato d’ingegno o produrre e fornire il sistema di controllo intelligente McFly per riconfigurare motociclette elettriche dalle molteplici anime motoristiche.
Tre dilemmi questi, legati alle opportunità che certamente non mancheranno.
Bravi ragazzi, il futuro è elettrico…
Ormai la strada è segnata, come l’estinzione degli inefficenti motori endotermici…
Anche i dinosauri si sono estinti e non credo lo volessero, ma è successo. Ci sono ancora molti “romantici” che amano questi vecchi motori, ma è tutto qui, il tempo passa e anche le tecnologie! Per questi “antichi” sarà dura, ma dovranno accettarlo, che lo vogliano o meno e penso che la “transazione” dall’endotermico all’elettrico sarà molto più veloce di quanto stimato fino ad ora.
Il silenzio è d’oro, recita un vecchio adagio dimenticato dai progettisti di motociclette ormai concentrati nella sintesi sonora digitale.
Vero è, che il suono è un elemento sensoriale preponderante per i centauri, l’indicatore dell’erogazione della coppia motrice, dei giri motore a salire, ma il sibilo acuto e sottile della timbrica ad induzione non è da meno e non consuma preziosa energia che viene sprecata nella riproduzione della sintesi sonora.
Siamo al paradosso: l’elettrico non emette rumore, ma far rumore è un valore aggiunto, disperdendo quell’energia risparmiata dalla ricerca di sistemi sempre più efficienti.
Ieri hanno presentato la vedette orientale dell’isola di Taiwan, progettata ed ingegnerizzata così bene da Kymco da essere messa in vendita oggi, ed anche la sportiva ed accattivante stradale SuperNEX non è immune dall’imperante imposizione della moda sonora. Ingegneri del suono hanno creato la timbrica e modulato il crescendo della sintesi elettronica della sua voce.
Quanta energia venga impiegata e dispersa nel produrre il suono elettrico ancora nessuno lo dice, sarebbe però corretto che non fosse un’imposizione obbligata, bensì una scelta dell’utilizzatore nell’attivarla o meno.
Ricordo che i campioni in pista sono al pari dei compagni di Ulisse al cospetto delle sirene: resi sordi dai tamponi fonoassorbenti. La loro sensibilità è affidata al polso ed alle pedane dove scaricano il peso.
Viene allora da chiedersi quale sarà lo step successivo delle sempre più irresistibili superbike elettriche: le diverse erogazione della coppia?
Finalmente, i centauri più esperti potranno disporre dell’improvvisa e violenta erogazione della Yamaha TZ750 flat track di Kenny Roberts unità alle pulsazioni devastanti di un monocilindrico di elevata cubatura.
Scherzi a parte, sembra che una delle strade intraprese dalle superbike elettriche sia quella della simulazione elettronica manifestata dinamicamente, che tanta energia disperderà per creare sensazioni solo virtuali.
L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare.
(Antico adagio giapponese)
Caro Alberto, forse dal mio articolo non risultava chiarissimo, ma il rumore è solo un aspetto del sistema McFly messo a punto dal team di Venaria Reale per costruire il prototipo Emula. In realtà l’aspetto più interessante è che hanno mappato l’erogazione di coppia di decine di moto del presente e del passato, con relativi rapporti al cambio. Per cui il guidatore, selezionato il modello da emulare, ha a disposizione esattamente le stesse prestazioni e le stesse sensazioni di guida. Comprese le vibrazioni. Te lo dico perché oggi sono tornato nel loro stand e mi sono concesso venti minuti di test. Ovviamente da fermo. Ma ti giuro che mi sembrava di stare in sella al mio caro e ormai datato Ducatone.
L’articolo è chiaro, sono stato ironico perché stento a crederci.
Mi sembra impossibile che riescano in dinamica a simulare la coppia erogata nelle varie rapportature del cambio, a trasmettere le vibrazioni e il suono di un motore endotermico come il,bicilindrico a L con distribuzione desmodromica e coppie coniche mosse da alberelli rotanti come un glorioso Ducati MHR.
Mancano solo la durezza della leva frizione, la resistenza e le impuntature negli innesti del cambio e poi?
E se fosse teoricamente possibile, ribadisco: quanta energia elettrica si sprecherebbe per ottenere questa emulazione ad alta fedeltà?
Se però penso alle chitarre ed ai pianoforti digitali qualche presentimento mi viene.
Ho dimenticato di dirti e di scrivere che Emula ha leve al manubrio per frizione e freno anteriore, sincronizzate con la risposta al motore e alla ruota (ma se la rispondenza sia perfetta bisognerebbe verificarlo in marcia). Non ho verificato le mitiche impuntature del cambio, ma il progettista mi ha detto che per sicurezza hanno dovuto “tagliare” gli errori. Questo per evitare che una scalata sbagliata a metà curva ti scaraventi a terra. Comunque è vero: questa moto ha dell’incredibile. Garantisco che non la perderemo di vista.
Converrebbe twittare Musk informandolo.
Emulerebbe la nuova Roadster replicando fedelmente tutta la concorrenza di oggi e di ieri. Dalla Ferrari 250 GTO alla Bugatti Chiron, nessuno escluso.
E questa volta non scherzo, sono convinto che lo farebbe sul serio.
Questo suggerimento vi renderebbe celebri per aver introdotto lo spirito emulativo nella nuova Tesla Roadster e tutti parlerebbero di voi.
Musk per raggiungere l’obiettivo butterebbe all’aria tutto il project management stabilito, ritardando l’uscita della Roadster per aggiungerci l’emulazione di tutta la concorrenza.
Dimostrerebbe così che la Tesla Roadster riesce ad emulare tutte le vetture più performanti perché è la più performante.
Suggeriteglielo, basta un tweet per lanciargli la sfida.
Scherzi a parte: il sistema McFly è in vendita. Anzi, inizialmente doveva essere quello il core business dell’azienda piemontese. Poi la passione per il ferro ha avuto la meglio su quella per il software. Non vorrei che finisse per essere questo il problema…
Una pletora di str***ate vestite da una scrittura fluente e d’impatto.
Giudizi di questo tenore non servono a nessuno. Non li pubblicheremmo nemmeno, se non per cogliere l’occasione di rinnovare l’invito ad argomentare le critiche.