Emissioni portuali e traffico urbano: i cittadini misurano le emissioni

citizen science

Dove non arriva lo Stato, possono entrare in azione i cittadini. Anche nel monitoraggio della qualità dell’aria. Abbiamo raccontato il progetto di Citizen Science avviato a Genova (leggi) sulle emissioni navali. Ma questa esperienza di partecipazione dal basso può essere replicata in altre città? Lo abbiamo chiesto a Federico Valerio, chimico specializzato in chimica ambientale, formazione maturata sul campo come responsabile del Servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova. Oggi è membro del direttivo dell’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova. Insieme a Enzo Tortello, da anni in prima fila contro l’inquinamento atmosferico.

Quali sono i risultati più importanti emersi dal monitoraggio di quest’estate a Genova e quali indicazioni offrono per migliorare la qualità dell’aria?

«Abbiamo confermato che esistono punti molto “caldi” , a causa prevalente delle emissioni portuali, che prima di noi nessuno aveva monitorato. Eliminare le fonti principali, le emissioni dai generatori delle navi ormeggiate in porto, con l’elettrificazione dei moli certamente migliorerà la qualità dell’aria».

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I fumi delle navi nel porto di Genova

Dopo il primo test, avete realizzato altri monitoraggi? Non c’è solo il tema delle navi…

«Abbiamo avuto richieste da diversi comitati, in particolare da “No forno elettrico” di Cornigliano, quartiere da due decenni senza più controlli della qualità dell’aria. Ora sono arrivati i risultati della prima settimana di monitoraggio, in tre siti del quartiere lungo la via principale, tipica strada a canyon, che hanno evidenziato un punto “caldo“, molto probabilmente prodotto da un aaperto in una piazza, con molti mezzi di lavoro contemporaneamente in funzione. Questo monitoraggio è proseguito per altre due settimane contemporaneamente a campionamenti effettuati in altri tre quartieri».

L’analisi della qualità dell’aria è compito dello Stato, ma anche i cittadini possono dare il loro contributo. Pensa che possano collaborare in modo efficace?

«Certamente. Utilizzando sistemi di misura poco ingombranti, ospitati nelle loro abitazioni o nelle aule scolastiche, contribuiscono a conoscere l’entità dell’esposizione e a identificare le principali fonti di inquinamento».

inquinamento atmosferico
Il chimico Federico Valerio, protagonista del citizen science a Genova

Il modello Genova è replicabile in altre realtà? In che modo?

«Una volta trovata la copertura finanziaria (a Genova si sono autofinanziati Ndr), la supervisione di un chimico, la formazione di un piccolo gruppo di operatori e un laboratorio qualificato a cui affidare l’analisi delle cartucce “radiello” (i dispositivi con cui misurare la qualità dell’aria Ndr) il modello Genova è replicabile anche grazie all’ampio documentazione che rendiamo disponibile. Dal sito web di Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova si può scaricare la documentazione, a cominciare dal Quaderno numero 5 dedicato alle esperienze di Citizen Science».

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Il dispositivo di monitoraggio dell’aria nelle case di Genova

Nel 2026 dovrebbero essere operative le banchine elettriche per l’alimentazione delle barche, che peso avranno nella riduzione dell’inquinamento?

«Modelli implementati da Arpal nell’ambito del progetto Aer Nostrum stimano una riduzione del 20% dell’attuale livello di inquinamento. Tale intervento dovrebbe eliminare i picchi estivi di NO₂ che si registrano nel quartiere collinare di San Teodoro, in corrispondenza delle emissioni convogliate di numerose navi passeggeri contemporaneamente attraccate ai moli».

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Alimentazione da terra in un porto norvegese

Oltre ai fumi delle navi, Genova registra un intenso traffico merci e cittadino: quali misure ritiene necessarie per affrontare questa criticità?

«Certamente bisogna intervenire con determinazione per spostare quote importanti di mobilità individuale dagli attuali mezzi a combustione interna a quattro e due ruote su mezzi collettivi elettrici dedicati al trasporto pubblico di superficie: bus elettrici, tram, filobus, treni urbani. La residuale mobilità individuale obbligata dovrà essere garantita da taxi elettrici e auto a batteria. In questo piano dovranno avere un ruolo determinante politiche di recupero dell’uso pedonale di spazi e servizi di quartiere, ancora presenti nei comuni che hanno dato origine alla grande Genova».

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