Home Scenari Emissioni, i costruttori europei si ribellano alla “tagliola” del 2025

Emissioni, i costruttori europei si ribellano alla “tagliola” del 2025

49

I costruttori europei si ribellano alla “tagliola” del 2025 sulle emissioni di CO2. Forti, si fa per dire, di un crollo di vendite che minaccia migliaia di posti di lavoro. Impossibile, dicono, rispettare un limite fissato ben 6 anni fa, ma che nessuno  è oggi in grado di raggiungere. E trovandosi ancora  ben lontani dall’obiettivo, rischiano di dover pagare multe per un totale di 10-15 miliardi.

Vendite auto in Europa. Fonte: ACEA

Hanno già ottenuto l’abolizione di fatto delle regole Euro 7,  l’inserimento dei veicoli termici tra quelli a zero emissioni se alimentati ad e-fuel, la protezione dalla concorrenza cinese con i nuovi dazi sull’importazione di auto elettriche. Ma ora i costruttori europei si ribellano e sparano al bersaglio grosso: i tempi del passaggio a emissioni zero fissati dal Green Deal. In sostanza, chiedono il rinvio dello stop ai motori termici dal 2035. 

Acea chiede alla Commissione europea “misure di soccorso urgenti”

Il primo passo l’ha compiuto ACEA, associazione che riunisce diversi grandi produttori, in un comunicato stampa che chiede “misure di soccorso urgenti” prima che nel 2025 entrino in vigore le norme più severe sulle emissioni di CO2.

Tra i firmatari Renault, Volkswagen, BMW, Ford, Honda, Nissan, Toyota, Volvo, nonché Iveco per i veicoli commerciali. Non il gruppo Stellantis di Carlos Tavares, che sembra non volere un cambio delle regole. Forse perché conta di rientrare nel tetto delle emissioni grazie all’accordo con Leapmotor. Del resto da tempo si è sfilato dall’Associazione.

Scrive Acea: «La continua tendenza alla contrazione della quota di mercato delle auto elettriche a batteria nell’Ue invia un segnale  estremamente preoccupante all’industria e ai politici. I produttori automobilistici europei, riuniti in Acea, chiedono quindi alle istituzioni dell’Ue di presentare misure di soccorso urgenti prima che i nuovi obiettivi di CO2 per auto e furgoni entrino in vigore nel 2025». E aggiunge: «Inoltre, esortiamo la Commissione Europea ad anticipare le revisioni della regolamentazione sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, attualmente previsti rispettivamente per il 2026 e il 2027, al 2025».

costruttori europei si ribellano
Luca De Meo, leader dei costruttori auto europei che si ribellano alla “tagliola” 2025 sulle emissioni di CO2

I costruttori europei si ribellano/In discussione il tragitto verso i veicoli ad emissioni zero dal 2035?

Il “soccorso urgente” non può essere altro che il rinvio dei termini, visto che mancano tre mesi appena della scadenza. Si parla di un posticipo di due anni.

E per “anticipo delle revisioni della  regolamentazione sulla CO2” si intende ovviamente decidere già oggi (e non nelle scadenze  prefissate 2026 e 2027) il rinvio del ban 2035 per motori diesel e benzina.

Insomma: gli investimenti in innovazione tecnologica evitati negli anni passati, mentre la Cina ci stava surclassando, dovrebbero essere ulteriormente rallentati.

Eppure ACEA ritiene di aver fatto la sua parte. L’associazione presieduta da Luca de Meo, numero uno di Renault, rivendica infatti il merito di aver «investito miliardi nell’elettrificazione per immettere veicoli sul mercato».  Ma, prosegue ACEA «sfortunatamente gli altri elementi necessari per questo cambiamento sistemico non ci sono». E cita «infrastrutture di ricarica e di fornitura di idrogeno, un  ambiente di produzione competitivo, energia verde a prezzi accessibili, incentivi fiscali e di acquisto e un sistema sicuro di fornitura di materie prime, idrogeno e batterie». Dunque, l’unica soluzione sarebbe posticipare tutte le scadenze.

“Così si prolunga l’agonia dell’auto UE”

Molti invece ritengono che il risultato del rinvio sarebbe perdere l’ultimo treno, prolungando solo l’agonia dell’automotive europea.

Transport & Environment, per esempio, chiede l’opposto ai legislatori europei e nazionali. Chiede barra dritta sui tempi della transizione, ma più impegno nel sostenere la domanda di veicoli elettrici. A partire dalle  flotte aziendali, da un’ efficiente e capillare infrastruttura di ricarica e da programmi di incentivazione sul modello del leasing sociale francese.

Vendite auto in Europa per alimentazione nei primi 8 mesi 2024. Fonte: ACEA

T&E stima infatti che un tasso di penetrazione delle BEV fra il 20 e il 24% del venduto europeo nel 2025 permetterebbe ai costruttori di raggiungere la media di emissioni fissata di 93,6 grammi al chilometro per il prossimo anno. Il capo della delegazione italiana di T&E Andrea Boraschi sollecita quindi i governi a «creare un ambiente normativo stabile per i veicoli elettrici».

E Francesco Papi, Partner di Strategy& e Automotive leader di PwC Italia, nella quinta edizione dello studio eReadiness, sollecita un netto cambio di passo. Perchè «se la curva di adozione dei veicoli elettrici seguisse l’andamento mostrato sino ad oggi, l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di CO2 sarebbe raggiunto non prima del 2032, mentre per raggiungere l’obiettivo zero emissioni si andrebbe oltre il 2040». Troppo tardi per contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

La “tagliola” dei 93,6 grami di CO2 a km

In base alla normativa CAFE (Corporate Average Fuel Economy) oggi in vigore la quota di emissioni di CO2 consentita per le nuove auto vendute nel 2025 dovrà diminuire del 15% rispetto al 2020. Quindi 93,6 g/km, contro un limite teorico 2024 di 95 g/km, poi  annacquato con deroghe varie per salvare dalle multe chi ancora viaggia da 110 a 130 g/km. Poi c’è un ulteriore gradino già fissato per il 2030 a 49,5 g/km e infine l’obiettivo finale del famoso livello zero emissioni stabilito per il 2035.

I limiti, come detto, riguardano le emissioni medie delle vetture nuove vendute da ogni singolo produttore. Così come le sanzioni: 95 euro per ogni grammo di CO2 eccedente, moltiplicati per il numero di pezzi venduti.

Quasi tutti i brand sono fuori target

Secondo il report periodico rilasciato da Dataforce, solo pochi  costruttori potrebbero rispettare i limiti di CO2 nel 2025. Tesla, che come è ovvio sta a zero, ma anche il Gruppo Geely (Volvo, Polestar, Lotus) e MG sono già sotto il limite.

Non troppo distanti sono BMW e Toyota, rispettivamente a 106 e 105 g/km. Molto lontane invece Ford (125 g/km) e Volkswagen (123 g/km).

costruttori europei si ribellano
Emissioni di CO2 per produttore nei primi sei mesi 2024. Fonte: DataForce

Ma è interessante anche analizzare l’andamento delle emissioni del trasporto leggero Paese per Paese. Cioè “pesare” l’efficacia delle politiche di transizione.

Disastro auto in Italia: più CO2 nel 2024

Ebbene: nei primi mesi 2024 l’Italia è totalmente fuori rotta. La media delle emissioni a km delle nuove auto vendute è addirittura salita a  123 g/km da 120,3 g/km dell’anno precedente (la media europea è 110 g/km). Cosa aspettarsi del resto, da un Paese che ha continua ad incentivare veicoli termici con emissioni di 135 g/km?

Nella graduatoria europea, però, non siamo i peggiori. I dati 2022 di fonte ACEA ci collocano davanti a Polonia (136,8 g/km) e Slovacchia (138,5 g/km). Ma la Germania si è fermata a 106 g/km, la Francia a 103,1 e la Spagna a 121,6.

E largamente in linea con gli obiettivi sono la Svezia (con 66,6 g/km) e la Finlandia (con 85,3 g/km). La Norvegia, pur fuori dall’Unione Europea, era già nel 2022 addirittura ai 17,9 g/km. Ciò dimostra che essere virtuosi non è impossibile.

– Iscriviti alla Newsletter e canale YouTube di Vaielettrico.it –,

Apri commenti

49 COMMENTI

  1. Eccoli qua i miliardari che piangono miseria.
    Quasi quasi sarei dell’idea di mandare a farsi friggere l’industria dell’auto, le loro proprietà ed i loro dirigenti.
    Dopodichè quando costoro si prensentano al supermercato farei:
    1 uovo 10.000 €
    una porzione di insalata… bè questo è un cibo molto alla moda e salutare: 87500€
    Un pollo intero 1.000.000 €

    Altrimenti possono farsi passare la fame con un concentrato di monossido carbonio e lavarsi i denti nelle “pozzanghere” della Romagna di questi giorni.

    • già peccato che nella realtà a pagare il conto sarebbero i dipendenti di queste società non i loro manager che se va male si ritireranno alle Cayman o in qualche altro paradiso esentasse brindearnno al sole sul loro yactch.

  2. Per le emissioni in Italia ci sarebbe anche da considerare che abbiamo un parco auto vecchissimo. La gente continua a comprare macchine usate per poche migliaia di euro, un esempio e il mio collega che deve acquistare un auto per la figlia neopatentata, ma non vuole spendere più di 5k. L’ambiente purtroppo non concede proroghe e non possiamo ritardare, ma le persone non hanno soldi da investire, le due cose cozzano fortissimamente fra di loro purtroppo.

    • L’auto non è un investimento. L’auto è un costo! La frase più corretta è: molte persone non vogliono/possono sostenere costi superiori a 5.000€ per comprare un’auto ai loro figli neopatentati. A casa mia quando raggiunsi i 18 anni non mi fu comprata nessuna auto. Fù comprata 5 anni più tardi (con sacrifici ma nuova) al compimento di 18 anni di mia sorella per garantire una mobilità a me e mia sorella oltre che ai miei. Fino ad allora avevamo una sola auto. La mia prima auto (che posseggo ancora dopo 20 anni) l’ho comprata a 30 anni dopo aver messo da parte una cifra sufficiente ed aver usato i mezzi pubblici per andare a lavorare. Cosa che ho fatto anche dopo. L’auto l’ho usata principalmente per trasferte autostradali di 200 km.
      Oggi ho aggiunto un‘elettrica solo perché la mia 1ª auto sta dando segni di cedimento e non reputo più valida l’alternativa termica, nemmeno ibrida in qualsiasi forma sia.

    • Le multe per superarmento emissioni però saranno sul venduto..non sul circolante.

      Dovrebbero Scontare parecchio le auto a basse emissioni (tutte…piccole utilitarie a benzina o BEV -tutte- altrimenti i poveri restano con le carrette ed i benestanti prendono il SUV a gasolio o benzina con WLPT farlocco).
      E su queste vetture più ecologiche il governo dovrebbe dare “aiuti mirati”: ai privati (in base all’ ISEE…ma.da rendere alla persona Dopo che ha acquistato l’ auto pulita… altrimenti è un aiutino alle Case produttrici) ed aiutare le aziende a fare flotte elettriche e parcheggi con punti di ricarica.

      Se continuiamo a sprecare soldi per SUV a malapena ibridati… plug-in mai ricaricate (per chi non ha WB a casa o al lavoro)… Non otterremo nulla se non peggiorare ancora..

    • Fatto la stessa cosa io per mia figlia neopatentata…comperata Punto Natural Power 2006 (120000 KM) del suocero che è diventata la terza auto a metano della famiglia.
      Spero con il metano di inquinare meno e appena i prezzi saranno piu’ abbordabili elettrica usata taglia medio piccola da provare almeno 2 anni per il sottoscritto.

      • stesso discorso, ler mia figlia lancia Y usata del 2017 (con 7000 km) e subito impianto a GPL (il più risoarmioso e meno inquinante) con 11000 euro (10000 auto e 1100 impianto) ho risolto il problema, una elettrica sia per il costo che per an on possibilità di ricarica casalinga ad oggi sarebbe stata impensabile.

      • Volevo dire che secondo me è probabile che i costruttori europei cederanno sostanzialmente i segmenti A e B ai costruttori cinesi per poter continuare a concentrarsi sui modelli di segmento superiore e affrontare meglio la concorrenza esterna nel settore.

  3. Che imparino a fare impresa e non finanza. Devono rimetterci solo gli operai, che ci rimettano un po’ gli azionisti e i vari dei dell’olimpo dei CEO che viaggiano a compensi mille volte quelli dell’operaio.

    • Purtroppo “se va male” un CEO viene licenziato con qualche milione di buonouscita (più quelli che si è intascato prima e un tot di stock option) … vorrei io esser “cacciato” così.

  4. Si ribellino pure, ognuno faccia quello che gli pare (sia tra i politici, che industriali che giornalisti),

    tanto poi ci penserà la termodinamica del pianeta a metterli a posto, ma purtroppo non solo loro, ma anche le persone che si sono attivate per ridurre/eliminare le emissioni di CO2.

    • Con la crisi climatica che continua a peggiorare e, come ci ricorda qualcuno dei commentatori, con la CO2 che vaga per tutto il globo è probabile che a un certo punto i Paesi più virtuosi inizino a chiedere i danni a quelli che ne emettono di più.
      Ci aspettano tempi difficili ma anche interessanti.

      • Siccome gli estremi climatici prima di tutto mettono in difficoltà le coltivazioni….
        Siccome le estinzioni di massa prima di tutto possono mettere in difficoltà catene alimentari ed impollinazione….
        Siccome si alzerà il livello del mare i terreni coltivabili aumenteranno a dismisura….

        Alla fine ci ammazzeremo per una occhio di insalata, ma questo la gente che prende per oro colato quello che dicono i nostri politici ed i media a loro asserviti non lo capisce.

    • Caprone … il tuo discorso anche se condivisibile è assolutamente astratto, non dico che non sia vero, purtroppo però le dinamiche del riscaldamento globale derivano da molteplici fattori, di cui la mobilità e uno e manco il principale, se non si agisce su tutti (e soprattutto su quelli maggiormente impattanti) la tua “costosa” tesla o chi per essa potrà fare poco o nulla con buona pace delle buone intenzioni, peccato che le medicine costano, anzi costano tanto, molto più di quello che la maggioranza degli abitanti mondiali può o potrà permettersi , temo percui che non sarà qualche divieto nelle aree più ‘ricche’ del mondo potrà cambiare in tempi “umani” questo stato di cose.

      • Uno dei settori più impattanti è quell abitativo. Mi sbaglio o lei ha appestato questo blog di lamentele contro la direttiva Case Green? Quindi: no al divieto del 2035, no all’efficientamento delle abitazioni. Cosa propone per smettere di bruciare idrocarburi? Vietare le lampade a petrolio?

  5. Un tempo le case automobilistiche temevano il test dell’ALCE e ora amano il testo dell’ACEA.

    Caso A): l’Europa cede e si rinvia, intanto i Cinesi realizzano l’invasione con modelli che costano come le nostre termiche ma sono BEV e al 2027 gli europei non sono ugualmente pronti, hanno perso importanti quote di mercato e il clima si sollazza (ma tanto saremo tutti assicurati, problema risolto). Cominciano a chiudere le fabbriche, operai a casa in CIG (a casa solo chi non abita vicino ad un fiume e quindi ce l’ha ancora) e al 2030 l’Audi viene comprata da BYD e Toyota fa solo escavatori ibridi.
    Caso B): l’Europa non cede e i costruttori piuttosto di pagare 1 miliardo in multa scontano di 10.000€ 100.000 BEV ognuno e intanto si danno da fare per recuperare il tempo perso, i Cinesi non ci invadono perché pari prezzo noi ovviamente scegliamo europeo e gli obbiettivi climatici si raggiungono.

    Sono molto indeciso su quale sia l’opzione migliore…

    • VW deve recuperare 10 miliardi in 2 anni … dubito che scontando 10000 euro a 100000 BEV arrivi a questo target …. forse tagliando del 50% o più gli stipendi e portandoli a,livello cinese … ma poi gli operai (tedeschi) forse prenderebbero di più a stare sul divano e ricevere gli aiuti sociali

      • Il gruppo Volkswagen ha realizzato un utile netto di 17,9 miliardi di euro nell’esercizio 2023 , soldi ne hanno e ne incassano a bizzeffe potrebbero anche regalarle 100.000 auto e non si accorgerebbero neppure. Stiamo parlando di aziende che non hanno limiti all’ingordigia, come dicevo non si tratta più di giusto guadagno ma di speculazione.

        • stiamo parlando di aziende quotate in borsa e l’ingordigia che tu citi l’hanno gli azionisti, se non porti gli utili sperati questi vendono e comprano altro e tu allora devi devi farti finanziare i tuoi progetti dalle banche e se questi non portano gli utili necessari poi son dolori ……

    • Bello! Io continuo a spiegare alle mie figlie che devono studiare duramente per poter poi imparare un mestiere facendolo, ma evidentemente sbaglio: basta avere una tastiera e si può sistemare la politica industriale europea in quattro righe! Tutti allenatori, presidenti e scienziati, mi raccomando!
      NB: non sono negazionista climatico, ho fatto tre vaccini, i terrapiattisti li compatisco – tanto per evitare fraintendimenti.
      Solo che aborro i semplicismi da bar.

      • Aborrisce i semplicismi ma anche le iperboli e le provocazioni, tanto da non afferrarle o da fingere di non capirle.

  6. Io sono del parere che la 🇪🇺 non può cedere sul ritardare l’entrata in vigore dei nuovi limiti come non può cedere sull’’anticipazione al 2025 delle verifiche sul BAN del 2035 e possibile rinvio. È troppo presto per decidere ora!
    L’unico modo che trovo per andare incontro ai produttori è prevedere una multa che dai 95€ per g/km sia ridotta per esempio con questa progressione: 55€ nel 2025, 65 € nel 2026, 75 € nel 2027, 85 € nel 2028 e piena a 95 € nel 2029. Altro punto potrebbe essere adottare a livello 🇪🇺 di un’incentivazione all’acquisto di vetture meno inquinanti in base a quanto meno emettono rispetto agli obiettivi 🇪🇺. Mi spiego. Supposto di incentivare solo vetture che non superino i 35.000€ + IVA, l’incentivo potrebbe essere calcolato così: CO2 attesa da obbiettivi 🇪🇺 per lo specifico modello = 93,6 + 0,0333 x (massa veicolo – 1379,88) che è la formula usata per calcolare la multa. Poi CO2 WLTP veicolo – CO2 atteso, se il valore è negativo lo si moltiplica per 60€ per auto che pesano meno di 1.400 kg, 50€ per auto che pesano meno di 1700 kg e 40€ per auto che pesano meno di 2.000 kg. L’importo ottenuto sarebbe l’incentivo. L’incentivo lo si limita a 5.000 €. Questo se e solo se si rottama una qualsiasi auto euro 0,1,2,3 e 4. Senza rottamazione lo si dovrebbe tagliare alla metà. Un meccanismo di questo tipo spingerebbe i produttori a mettere in commercio solo auto che rispetterebbero gli obiettivi e soprattutto meno costose e che pesano meno (uguale a consumi più bassi specie per le elettriche). La multa ribassata darebbe la possibilità ai produttori di investire i soldi risparmiati in nuovi prodotti visto che il limite dei 93,6 g/km non verrebbe toccato.

  7. Pura follia. Inutile rimandare sempre, più si rimanda e peggio è, il clima ci sta già facendo pagare il conto adesso, non nel 2035. Non sarà solo colpa delle auto ma come si dice poco è meglio di niente, cominciamo a eliminare o ridurre quel tipo di inquinamento e qualcosa sarà già stato fatto .Io non sono un economista ne un ad di un gruppo automobilistico però ho un’opinione: fino a quando i costruttori non la smetteranno di volere incassare soldi facili per loro la faccenda sarà sempre più dura. Prendo ad esempio Renault perché sono un loro cliente storico: hanno iniziato con l’elettrico da molto tempo, hanno già accumulato esperienza. La Twingo si vende, qui ne girano parecchie ma quante ne circolerebbero se non costasse nuova 24500€ ? Io ho sia la bev che quella a benzina, identico allestimento: 24.500 la bev, 13.400 la ICE. Possibile che la stessa auto in versione elettrica costi 11.000 € in più? Sarà perché lo stato poi ci mette l’incentivo e poi alla fine costa quasi uguale? Hanno la Megane che sarebbe una ottima auto e venderebbe pure. Però a sto prezzo resta in vetrina. Quale tecnologia fantascientifica avranno per giustificare il prezzo della Twingo bev? Tutta l’auto è identica alla versione a benzina, compresa la chiave per l’avviamento e il tappo per la benzina ( dove hanno messo il connettore di ricarica. Il powertrain è quello della Zoe depotenziato, roba vecchia infatti ha solo la ricarica in ac. La batteria è una misera 22kwh. Quindi?

    • Quindi cosa?
      Forse vuoi sostenere che la casa che per prima, piú di un decennio fa, ha presentato una gamma completa di BEV, oggi le produca e poi proponga sovraprezzate per non venderle?? Ma davvero?!??

      • Esatto: con solo un dettaglio , le propone sovrapprezzate e poi siccome una parte ce la mette lo stato con incentivi alla fine all’automobilista costa uguale. Però l’incentivo lo paghiamo tutti e loro incassano per fare i dividendi

  8. Quindi, secondo l’ACEA, dopo sei-anni-sei di allegro e sbruffone “fottismo” dei suoi illustri membri, siamo nella tragica fase del “chiagni” continentale, perché il 2025 è comparso lì davanti all’improvviso, come un cervo in tangenziale e potrebbe fargli la bua al cofano?

    Posso dire che l’ACEA va direttamente, per meriti acquisiti sul campo, direttamente nella lista degli enti da ignorare?

  9. Spero sentitamente che non posticipino nulla. Siamo già fin troppo in ritardo. Cioè queste case se ne sono altamente fregate fino all’ultimo e adesso piangono, avranno imparato dallo stile italiano? Se piango e mi lamento ottengo qualcosa? Non sanno costruire macchine BEV adeguate prezzo/qualità e adesso vogliono continuare a fare come nulla fosse? I prezzi delle auto(qualsiasi motorizzazione) sono aumentati sempre più senza reali innovazioni (marchi europei) e dato che sono incapaci nel loro compito vogliono semplicemente una proroga? se il know-how è altrove (Cina -USA)allora si cerca un Alleanza o quantomeno di imparare da loro. Miliardi in tasta ai vari CEO , quanto sono patetici nella loro inadeguatezza.

    • Se ci fai caso ai vertici di molte aziende ci sono italiani che hanno fatto le ossa in FIAT. Qualcosa di questa esperienza l’avranno portata anche all’estero.

    • Da chi dovrebbero imparare , da chi questi blocchi non li ha messi? Da qualche dittatura mascherata ? Da chi di preciso?
      Le aziende se permettete dipendono in primis dagli azionisti , e se questi vogliono avere un ritorno di 10 tu fai in modo di farglielo avere pena vendita delle tue azioni e relative conseguenze, essere democrazia significa che tutto puoi tranne obbligare la gente ad acquistare ciò che non vuole e la politica vi piaccia o meno e di fatto obbligata a seguire alcune dinamiche , a meno che la stessa politica non inondi il sistema di denaro in modo costante e allora avrebbe qualche remora in meno
      Sono partiti al contrario ( prima le regole e poi la verifica di cosa era possibile ) e ora pagano le conseguenze
      Voi veramente credete che la politica ( di qualunque paese) sopportera’ la perdita di migliaia di posti di lavoro? Pensate che se lo facesse alle elezioni successivi ci sarebbero ancora quelli disposti a continuare le politiche da voi auspicate?
      La politica è per definizione compromesso , la vita è per definizione compromesso, il natura e più forte una canna di bambù di una enorme quercia perché la prima si adatta al vento che c’è la seconda regge molto ma poi si spezza
      Guardate che consenso hanno quelli di ” ultima generazione ” , le rigidità non hanno mai portato a risultati
      Guardate in questi giorni ci sono le elezioni in Brandeburgo , vediamo se ciò che ho detto avrà qualche riscontro , magari qualcuno inizierà a porsi qualche domanda

      • “La politica è per definizione compromesso”, vero, ma non in tutti i settori, alcuni non sono soggetti a regole democratiche: le tasse, ad esempio, nessun cittadino ha mai potuto avere alcun potere e nessun politico ha mai ascoltato il parere dei cittadini, i soldi si prendono dove si riesce meglio e non dove sarebbe democratico prenderli, in barba a qualsiasi volontà popolare o etica (un solo esempio per essere più esplicativo: gli extra profitti bancari)

        Se in Italia si fosse lasciato libero arbitrio democratico sulle vaccinazioni (con la premessa che il green pass è stato odioso e deprecabile) oggi avremmo due nuove categorie ai vertici degli ultra benestanti: onoranze funebri e costruttori di bare. E il PIL del Burkina Faso.

        Non tutto può essere nelle mani del popolo: io alle mie figlie ho vietato ben poche cose e ma qualcuna si e sono stato irremovibile. Oggi sono adulte, responsabili, consapevoli e senza episodi da dimenticare, possiamo dire la stessa cosa degli italiani, ad esempio, con il 6% di terrapiattisti e un terzo di analfabeti funzionali?

        • Vero , ma qui parliamo di altro rispetto alla pandemia ( io ho condiviso , anche per ruolo la durezza del periodo , molto meno l’essere trattato come bimbo di 3 anni , ma questo è altro discorso) la sentenza di assoluzione degli amministratori piemontesi che erano stati denunciati per aver fatto poco contro l’inquinamento basava la sua tesi proprio sul fatto che le necessità fondamentali ( la mobilità e una di queste) hanno tutte pari dignità e non possono prevaricarsi l’una con l’altra ( ho sintetizzato ma il succo è quello)
          Quindi come dicevo non si può costringere le persone ad acquistare un’auto e di fatto ( con tutte le regole che si vuole) non si può impedirne la mobilità , risultato? L’Avana insegna
          Sicuri che la politica permetterà questo è ciò che comporta? Consentitemi di avere qualche dubbio

        • -Se in Italia si fosse lasciato libero arbitrio democratico sulle vaccinazioni (…) oggi avremmo due nuove categorie ai vertici degli ultra benestanti: onoranze funebri e costruttori di bare. (…)

          con il 6% di terrapiattisti e un terzo di analfabeti funzionali?-

          Tu, come tanti dotati di troppo buon senso, non hai colto l’essenza più profonda dell’opportunità incredibile che ci è stata data e che non abbiamo saputo cogliere. Bastava tenere duro ancora qualche mese. 🤭😇

          • Ripetiamo spesso “Don’t look up” perché… Perché in fondo in fondo, un bell’asteroide è quello che ci vorrebbe per ripartire. Magari dopo neanche 60 milioni di anni, una razza evoluta di insetti….

          • -dici che abbiamo impedito a Darwin di fare il suo corso? –

            Dico solo che finchè non abbiamo avuto il vaccino il COVID è stato un problema.
            Dopo, è divenuto un’opportunità. 🤭😇

        • l’auto elettrica non è un vaccino contro la “pandemia” ambientale, al massimo è una aspirina che ti abbassa la febbre ma che serve a poco se non fai tutte le altre cure e le fai per il mondo intero non solo per l’italietta o l’Europa.
          Poi possiamo illuderci che comprando una Tesla noi o il norvegese di turno risolviamo il problema e ci mettiamo la coscienza a posto ma purtroppo non è così.

          • Certo: se fumi, bevi e ti droghi, va da sé che difficilmente camperai a lungo. Se smetti di fare soltanto una delle tre cose e sei fortunato potresti campare di più, se smetti di farne due, ancora un po’ di più, se smetti di fare tutte e tre le cose ancora di più, infine se mangi molta verdura e frutta ancora di più, e se fai sport moderato ancora di più.
            Morale della favola, non bastano le EV, ma se continui a fumarti le endotermiche camperai sicuramente meno.
            Non mi pare troppo difficile da capire.

          • Leonardo questo è un discorso che ho già sentito altre volte … della serie “bisogna fare qualcosa” … giusto ma fare qualcosa non vuol dire avere soldi infiniti per farlo, significa fare il massimo coi soldi che abbiamo .. e qui si pone il problema … siamo cos’ sicuri che i miliardi di investimenti sulle auto elettriche spese dalle industrie e dalla UE più tutti quelli che spenderemo in futuro (anche per supportare quelli che nel frattempo perderanno il lavoro in attesa che ne trovino un altro o che maturino l’età della pensione) siano stati ben spesi quando con quei soldi si sarebbero potuti fare molte altre cose per l’ambiente? (ristrutturare case e riscaldamenti, eliminare gli allevamenti intensivi , diminuire il disboscamento (mondiale non solo europeo), migliorare le attività produttive più inquinanti, migliorare l’estrazione del metano che con le sue perdite dai pozzi innalza la temperatura molte volte più della CO2, ammodernare la rete di distribuzione elettrica che in molti paesi è ancora quella di 30 anni fa … ecc ecc)

      • è brutto dirlo ma purtroppo (o per fortuna) il mondo (nelle democrazie…. nei regimi totalitari è tutto un altro discorso) gira così

        • Certo Antonio. Nel frattempo però visto che i politici hanno paura di perdere la poltrona smettono di coprire i danni da eventi climatici ed altri naturali facendoli pagare direttamente ai cittadini imponendo l’assicurazione sulle case e già sappiamo che le assicurazioni hanno ricevuto la garanzia di non dover risarcire tutto il danno ma un massimale che potrebbe non coprire tutti i danni. Tutti sanno come funzionano le assicurazioni e se un cliente diventa troppo oneroso loro recidono dal contratto. Quindi indovina un po’, anche questa è un’imposizione. Che differenza fa rispetto a predisporre una politica in cui non ci sarebbe stato il bisogno di assicurazioni???
          Se i politici non avessero ceduto alle lobby che vogliono sempre più terreno vergine da trasformare in edificabile (da qui le aeree che non dovrebbero essere edificate), lasciano correre sui criteri di costruzione permettendo i condoni di edifici che non dovrebbero esistere e possiamo continuare ancora, forse oggi non avremo dovuto preoccuparci di tante cose. Pertanto, questa politica che appoggia prese di posizione che di libertà calpestata non hanno nulla se non far passare un sopruso come libertà a me non piace. Per questo la politica del green deal che ha un obiettivo a lungo termine per garantire diritti come salute, energia accessibile a tutti e mobilità a prezzi accessibili, ridurre i costi da un eccessivo cambiamento climatico per me ha senso e anzi posso dire che almeno questa volta la politica ha fatto il suo lavoro.

          • Purtroppo se già spesso è difficile individuare obiettivi condivisi, quasi sempre è impossibile condividere i mezzi per raggiungerli.
            Politica: ‘…l’insieme dei provvedimenti con cui si cerca di raggiungere determinati fini…’, se si lega a Democrazia: ‘…garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza..’ si arriva a quel che scrive in prima battuta ivan.s: se non si convincono i cittadini le regole non permarranno ma verranno cambiate.

        • Bob vediamo di fare il punto sul problema, quello che tu dici in linea,teorica è giustissimo, peccato che praticamente sia irrealizzabile in quanto i danni ambientali italiani non sono certo dovuti alle auto endotermiche circolanti nel belpaese o in Europa ma da n altri fattori di cui le italiche auto sono una percentuale da prefisso telefonico, il problema non lo risolve l’Italia ne danto.eno i suoi politici, come non lo risolve green deal, il problema è mondiale e purtroppo le varie COP restano spesso parole su fogli di carta, fintantoche non ci sarà una vera volontà internazionale a risolvere la questione i green deal resteranno aspirine per un malato grave.

          • ps… Antonio…
            l’inquinamento da traffico europeo (ed italiano) sicuramente NON han modificato da soli il clima del pianeta…
            però Sicuramente tutto ciò che immette in atmosfera inquinanti (fabbriche, stalle e mezzi di trasporto) ce lo respiriamo !! e son contabilizzate 80000 morti premature…

            almeno l’inquinamento locale… cerchiamo di abbatterlo più possibile…

            all’IA del browser ho fatto questa domanda:
            “morti per inquinamento in italia al 2024”

            ti incollo qui la sua risposta:

            “Morti per inquinamento in Italia
            Secondo i dati più recenti disponibili, in Italia si registrano circa 80.000 morti prematuri all’anno a causa dell’inquinamento atmosferico, come riportato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) nel febbraio 2024. Questo numero rappresenta la prima causa di morte in Italia, con patologie dell’apparato cardiovascolare (9.000 casi/anno) e dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno) che sono le principali cause di mortalità.

            Il 80% delle emissioni inquinanti responsabili dello smog viene prodotto dagli edifici privati, in particolare dai riscaldamenti delle abitazioni, quindi è fondamentale modificare le abitudini quotidiane razionalizzando i consumi energetici, limitando gli orari di accensione degli impianti e abbassando le temperature in casa.

            È necessario agire in fretta per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico, come suggerito dalla Sima. Ciò può essere raggiunto attraverso misure strutturali ed integrate che coinvolgano diverse fonti di emissioni, dal riscaldamento degli edifici all’industria, all’agricoltura e alla mobilità.

            Fonti:
            Sima (2024)
            Legambiente (2024) – “Mal’Aria di città 2024”

            insomma … magari non risolviamo la febbre del pianeta… ma intanto vediamo di non avvelenarci troppo….

Rispondi