Le automobili private rappresentano il 72% delle emissioni di CO2 del settore trasporti. Ciononostante molti si chiedono quanto possa influire la loro elettrificazione sulla riduzione delle emissioni clima alteranti. E tanti ritengono ininfluente il loro contributo alla soluzione della crisi climatica. Ma è davvero così?
Uswitch ha fatto i conti, quasi per gioco
Ha provato a rispondere Uswitch in uno studio appena pubblicato. Uswitch.com è un servizio di confronto dei prezzi con sede nel Regno Unito e un sito Web di fondato nel 2000 che consente ai consumatori di confrontare i prezzi per una vasta gamma di servizi di energia, finanza personale, assicurazioni e comunicazioni.
Utilizzando i dati di previsione sull’ aumento delle vendite di veicoli elettrici nel prossimo decennio ha stimato quante emissioni di CO2 verranno evitate sostituendo veicoli a carburante fossile nello stesso lasso di tempo. La quantità stimata di carbonio risparmiato è stata quindi utilizzata per calcolare in che modo l’assorbimento di veicoli elettrici in tutta Europa potrebbe prevenire altri fattori che influiscono sul clima, come l’ innalzamento del livello del mare e l’innalzamento delle temperature.Â
Senza pretendere che i risultati siano oro colato vediamo comunque l’eisto di questo esercizio matematico. I dati completi si possono scaricare qui. E a questo indirizzo sono disponibili alcune guida elementari all’uso dell’auto elettrica.
Sarebbe come piantare 1 miliardo di alberi
Anno |
Numero previsto di veicoli elettrici in Europa |
Taglio previsto per l’innalzamento del livello del mare (mm)Â |
Taglio previsto in aumento delle temperature (ºC) |
Carbonio totale previsto risparmiato (KG) |
2020 |
3,159,807 |
0.030 |
0.000006 |
3,981,578,746 |
2021 |
4,291,854 |
0.036 |
0.000007 |
4,835,763,056 |
2022 |
6,364,416 |
0.052 |
0.000010 |
6,995,837,602 |
2023 |
9,377,494 |
0.078 |
0.000016 |
10,424,757,327 |
2024 |
13,331,088 |
0.112 |
0.000023 |
15,085,476,644 |
2025 |
18,225,198 |
0.156 |
0.000031 |
20,940,949,969 |
2026 |
24,059,824 |
0.208 |
0.000042 |
27,954,131,715 |
2027 |
30,834,966 |
0.268 |
0.000054 |
36,084,545,480 |
2028 |
38,550,624 |
0.337 |
0.000068 |
45,301,088,075 |
2029 |
47,206,798 |
0.413 |
0.000083 |
55,564,083,652 |
2030 |
56,803,488 |
0.497 |
0.000100 |
66,836,485,395 |
TOTALE |
252,205,557 |
2.187 |
0.000441 |
294,004,697,667 |
Tra il 2020 e il 2030, si prevede che la diffusione sia dei veicoli a batteria (BEV) sia dei veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) in tutta Europa aumenterà di uno sbalorditivo 1.697%. Ciò significa che entro 10 anni si prevede che oltre 294 miliardi di chilogrammi di CO2 verranno risparmiati. Per mettere in prospettiva questi dati Uswitch ha calcolato quanti alberi dovrebbero essere piantati per compensare queste emissioni. Ebbene: la quantità di carbonio risparmiata dal passaggio dell’Europa ai veicoli elettrici equivale a piantare oltre 1 miliardo (1.225.019.574) di alberi. Piantare questi alberi occuperebbe 30.625 km2 di foresta , un’area che è dell’1,1% più grande dell’intero Belgio e del 47,38 % più grande del Galles.
Livello del mare e temperatura: sembra poco ma…
Evitando che questa mole di carbonio si disperda in atmosfera si prevede che nel corso del decennio l’innalzamento del livello del mare si riduca di 2,19 mm in totale . Attualmente il tasso medio di innalzamento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci è di 3,6 mm all’anno.
Si prevede inoltre che la quantità di carbonio risparmiata ridurrà l’aumento delle temperature medie del pianeta di 0,00041 gradi centigradi nel periodo. L’obiettivo è arginare l’aumento delle temperature globali rispetto all’era pre industriale a 1,5 gradi a fine secolo. Oggi siamo di poco sopra a un grado. Ma senza riduzione delle emissioni di CO2 si arriverebbe nel 2100 a 3-4 gradi di surriscaldamento. Un livello che pregiudicherebbe, a giudizio dell’Onu, la vivibilità per l’uomo di larga parte della Terra.
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Vanno bene le decisioni e le scelte, condivise e non, dell’Europa e della Svizzera e delle multinazionali a proposito delle ricariche diffuse ed in competizione tra gli interessi più disparati, ma, tanto per dirne una, che ne pensate della “Squad, la microcar con il tetto solare”? il quadriciclo olandese in produzione per il 2023, con batteria intercambiabile e pannelli fotovoltaici sul tetto, sembra andare a ridurre i problemi ambientali e dei costi, almeno per le piccole distanze, con un occhio al domani per ogni prevedibile miglioramento.
Il pensiero mio è contenuto nel sito che ho creato: “pensilinefotovoltaicheoffgridpertutti@wordpress.com”.
Ok Antonio, si è fatto pubblicità ; ma basta anche così.
Segnalo che sul sito del Parlamento Europeo è riportato: “Il settore dei trasporti è responsabile del 30% delle emissioni totali di CO2 in Europa, di cui il 72% viene prodotto dal solo trasporto stradale”. Quindi questo 72% è riferibile all’intero trasporto stradale e non alle sole autovetture, come invece detto nell’articolo, se quanto riportato su detto sito è corretto
Per l’appunto, mi sembra strano che il 72% sia imputabile a veicoli di privati, dei quali si stima che siano fermi per il 90% della loro vita (come straripetuto su queste pagine tutte le volte che si parla di autonomia/v2g). Qualche cosa non mi torna. Oltre tutto, allo stato attuale della produzione di vetture ev, si avrebbero concentrazioni importantissime di co2 in un breve lasso di tempo. Qualcosa non mi quaglia. Ammetto però di non avere ancora approfondito l’argomento trattato
Preciso: in realtà il 72% delle emissioni del settore trasporti è da attribuire al trasporto su strada, cioè ai veicoli nel loro complesso, compresi i veicoli commerciali.
possiamo dire che tesla ha annunciato l’entrata in commercio dei “Semi”,
articolati da 400 e 800 km di autonomia
ricarica 30 minuti per 400 miglia ,680 km di autonomia ai supercharger Tesla
fosse la volta buona , che il prezzo dei trasporti inverta la curva dei costi ..
Si ma con che potenza di ricarica? 😅
La cosa che mi ha lasciato basito è che ho letto poco più di 1km/kwh 😅 son mezzi di cui non ho la più pallida idea dei consumi termici… Ma è economicamente sostenibile che voi sappiate?
i supercharger Tesla V3 hanno una potenza massima di 324 KW
quindi in mezzora potrebbero carivare 162 KWh
sarebbero sufficenti per fare 400 miglia ?
imho dipende dal carico e dalla velocitÃ
a 80 km/h forse ce la fanno
dipende da quandto rigenerano, con quella massa ..
e con tutti quei motori
mi sa che ne rigenerano di energia in discesa
c’è un progetto di un treno minerario in Australia
che sfrutta la pendenza dalla miniera al porto per far andare il treno quasi gratis
E’ già attivo anche questo EDumper, colosso col retrofit che consuma quasi nulla. In realtà l’apporto di energia, nell’eDumper e nel treno australiano è dato dalle pale meccaniche che caricano tonnellate di minerali nella stazione a monte. E funzionano a gasolio…
xardus: considera 2/3 km al litro
Tutto giusto, ma è impensabile sostituire tutte le auto in circolazione con le elettriche. Ci sono troppe automobili private, in Italia 37 milioni. La politica deve favorire l’uso di mezzi alternativi all’auto, in primis le biciclette (elettriche)
Con la batteria di un auto elettrica si possono fare 100 batterie per e-bike. In più l’Italia produce più di 2 milioni di bici all’anno!
Il problema sono le infrastrutture: dove sono le ciclovie, e le ricariche per bici elettriche? Spesso andare in bici è purtroppo un sucidio
per me ,
oltre a combattere la CO2 , con l’elettrificazione diffusa
bisogna combattere il CH4,metano naturale,
almeno quello entropico
il metano delle discariche, dei depuratori delle acque ,dell’industria alimentare e degli allevamenti intensivi
andrebbe raccolto e usato per produrre elettricità o immesso nelle condutture del gas tradizionale per le case
ieri sera a Report ,Rai , è stato palese come Cingolani ,Eni e Snam sono di altro avviso rispetto a Enel e Terna
Diciamo così: hanno interessi divergenti…
Spiace dirlo ma questo governo è palesemente contrario alla svolta green. Le prossime elezioni voterò, per la prima volta, quel partito che porta un colore nel nome.
La valutazione potrebbe essere giusta, e sicuramente elettrificare (anche il riscaldamento di casa) conviene per la natura e per il portafogli.
Qua però si parla sempre di riduzione dell’aumento di CO2 in atmosfera. Bisognerebbe osare di più e affiancare a queste misure di contenimento anche MISURE DI RIDUZIONE DELLA CO2, come piantare veramente 1 miliardo di alberi… oggi!
Stefano Mancuso, biologo di fama mondiale, spiega gli sforzi che stiamo facendo con questa metafora:
immaginiamo che l’atmosfera sia una vasca da bagno e la CO2 sia l’acqua in essa contenuta; abbiamo un rubinetto da cui sgorga acqua, che corrispondono alle nostre emissioni di CO2, e stiamo spendendo risorse per chiudere sempre più questo rubinetto quando la soluzione più logica sarebbe aprire il tappo della vasca.
Come? Piantando alberi, che usano la CO2 per formare la massa legnosa e ridurrebbero pertanto la concentrazione di CO2 in atmosfera.
Siamo talmente egoisti che nel corso degli ultimi 15mila anni, per far spazio a città e soprattutto agricoltura, ne abbiamo abbattuti 3 miliardi. Piantiamone 1 miliardo, ma facciamolo ora, in modo che la concentrazione di CO2 diminuisca: non accontentiamoci di ridurre l’aumento di CO2.
Non so se mi sono spiegato.
Si è spiegato benissimo. Infatti l’Accordo di Parigi sul clima e le successive trattative Cop (ultima quella di Glasgow dell’anno scroso) si occupano anche tutela delle foreste e riforestazione. Per fermare il treno in corsa dei cambiamenti climatici è necessario agire su entrambi i fronti: taglio delle nuove emissioni e cattura della CO2 già emessa negli ultimi 100 anni. Quello che incide sull’effetto serra è infatti la concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Erano meno di 300 parti per milione in era pre industriale, e oggi sono 417. Per tornare in equilibrio dovremme stare sotto le 400 parti per milione.
Non sarebbe poi così complicato piantare 1 miliardo di alberi. Nella sola Italia, il governo potrebbe chiedere (magari a fronte di un piccolo incentivo) ad ogni membro della popolazione di trovare un posto (giardino priva o parco pubblico) per piantare uno o due alberi, istituendo una giornata ad hoc (ce ne sono tante inutili di altro tipo). Io nel mio piccolo non faticherei a piantarne 5 (quattro familiari più una mamma anziana) nel mio giardino anche senza incentivi. Ne ho già piantati una ventina)
Sono d’accordo sul principio ma non sul modo. Come si fa a trovare posto in una grande città per piantare uno o due milioni di alberi? Non si può mica scegliere un qualunque spazio con del terreno, scavarci una buchetta e metterci un albero. Altro aspetto non secondario è che una pianta, almeno all’inizio, va seguita con qualche irrigazione.
Anche io nel mio giardino ho una decina di alberi d’alto fusto e una cinquantina più piccole ma abito in campagna. Per chi ha un appartamento in una grande città , come fa a trovare un’area adatta? Per un’operazione del genere occorrerebbe una che i comuni individuassero delle aree adatte, venissero acquistate le piante migliori per lo scopo e organizzata tutta l’operazione. Va benissimo come operazione simbolica ed educativa con gruppi di volontari e studenti ma non con l’obiettivo di cambiare veramente qualcosa.
D’accordo su tutto, ma il problema va risolto dove è stato creato, in parte da noi e in e orme parte nelle foreste pluviali che ora son aridi deserti irrigati costantemente per essere coltivati, non è che possiamo prendere i miliardi di alberi secolari abbattuti e risolvere piantando altrettanti bambù al polo nord.. Le correnti di aria e umidità han il loro corso e vanno sfruttati dove la natura li ha saggiamente creati, in Europa non possiamo gettare gente in mare per far spazio alle foreste, come nemmeno in Cina o in India, zone dove il recupero co2 deve essere fatto artificialmente in modo ben più massiccio che qualche albero, da noi si ferma e resta sopra le teste e quindi possiamo assorbirlo, oltre che in questa maniera avremmo una fonte di carbonio grezzo da usare per le sempre maggiori necessità nella tecnologia (grafene e derivati in primis)
Questa è la risposta che bisognerebbe portare a tutti i …fanatici del motore a scoppio e della benzina , i quali insistono con l’affermazione che la mobilità dei veicoli comporta solo il 7% , chi addirittura dice il 4% delle emissioni di CO2.
La realtà che … non vogliono ammettere è del tutto opposta , è il 72% l’insieme di CO2 emessa dai trasporti pubblici e privati. Questi dati andrebbero sbattuti in faccia a chi nega l’evidenza pur di non abbandonare le vecchie ed incoscienti abitudini.
Eviti gli insulti, Andrea
dunque, facciamo 2 conti:
a livello mondiale
il 25% della co2 è prodotto per elettricità /calore,
un “quasi” 25% dall’industria (solo il cemento ne fa 8),
un altro circa 25% dall’agricoltura nel suo insieme,
e quindi, il numero che citi “sarebbe” il 72% del circa 25% mancante,
NON il 72% del totale
Gentile sig. Andrea, le consiglio di rifare i calcoli, con la speranza che abbia un po’ di dimestichezza con numeri e percentuali. Come spiegato nell’articolo, il trasporto stradale, nella sua interezza, è responsabile del 72% delle emissioni di CO2 sul totale di quanto legato ai trasporti di tutti i tipi. Se il trasporto di ogni tipo genera il 25% delle emissioni totali di CO2 vedrà che la parte legata alle sole auto, se lei si riferiva a quelle nel suo intervento, non è poi tanto lontana da quel 7% sulle emissioni totali di CO2 che lei cita