Le emissioni CO2 tornano a salire in Italia: troppo gas, meno rinnovabili

Secondo l’ultimo report di ENEA, le emissioni di CO2 in Italia sono tornate a crescere nel primo semestre del 2025, con un incremento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato sorprendente, se si considera che i consumi energetici complessivi sono rimasti sostanzialmente stabili. Ma a fare la differenza è la composizione di questi consumi: meno fonti rinnovabili, più gas naturale.

La causa principale dell’inversione di tendenza nelle emissioni di CO2 è il netto calo della produzione da fonti rinnovabili. Secondo i dati forniti da Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), l’idroelettrico ha subito una flessione del 20% rispetto all’anno record precedente, e anche l’eolico ha registrato un calo (-12%). A compensare, solo in parte, è intervenuto il fotovoltaico con una crescita del 23%. Ma non è bastato. La conseguenza è stata un maggiore ricorso al gas naturale, che ha visto un aumento dei consumi del 6%, trainato soprattutto dalla termoelettrica (+19%) e da un inverno più rigido.

Energia più cara: in Italia si paga il doppio rispetto a Spagna e Francia e un terzo in più rispetto alla Germania

La crescente dipendenza dal gas ha avuto un effetto diretto anche sul costo dell’elettricità. Il prezzo medio alla Borsa elettrica italiana è stato di 120 €/MWh, più del doppio rispetto alla Spagna (62 €/MWh) e alla Francia (67 €/MWh), e superiore del 30% rispetto alla Germania. Un divario che penalizza soprattutto i settori industriali ad alta intensità energetica, la cui produzione resta inferiore di oltre il 10% rispetto alla media dell’intera manifattura.

Anche a livello europeo lo scenario non è incoraggiante. Il consumo di gas nell’Eurozona è salito del 5%, mentre la produzione da rinnovabili è scesa del 3%, con il fotovoltaico come unica eccezione positiva (+20%). In aumento anche la produzione di energia nucleare (+2%), grazie alla spinta della Francia. Le emissioni, nel complesso, restano stabili, ma questo andamento è in netta contraddizione con gli obiettivi ambientali fissati per il 2030, che richiederebbero un calo annuo del 7%.

Emissioni CO2, in Europa caleranno del 54% al 2030 (nonostante l’Italia sia in ritardo)

Emissioni CO2, in Europa dovrebbero calare del 7% annuo

Il report ENEA sottolinea come, se si mantenesse l’attuale trend di riduzione delle emissioni, l’Italia raggiungerebbe i target climatici del 2030 solo cinque anni più tardi, nel 2035. Nei prossimi cinque anni, infatti, sarebbe necessario ridurre le emissioni del 6%, quasi il doppio di quanto fatto nell’intero triennio passato.

In molte aree d’Europa si stanno moltiplicando le ore con prezzi dell’elettricità pari a zero o addirittura negativi: in Spagna si registra una media di oltre sei ore al giorno. Fenomeni legati alla sovrapproduzione da fonti rinnovabili intermittenti, come il solare, e alla scarsa flessibilità del sistema. In Italia, invece, questi effetti sono limitati: i prezzi zero sono comparsi solo nello 0,5% delle ore nella zona Sud. Un chiaro segnale della persistente influenza del gas nella formazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso.

Una transizione incompleta

Il sistema energetico italiano, troppo centrato sul fotovoltaico e con una produzione rinnovabile ancora troppo dipendente da variabili climatiche, fatica a reggere la sfida della decarbonizzazione. Manca la flessibilità necessaria per gestire efficacemente le fonti intermittenti e contenere i prezzi. E mentre l’Europa accelera sulla transizione, l’Italia si trova a fronteggiare una doppia sfida: ridurre le emissioni senza aggravare il costo dell’energia. Una sfida ancora lontana dalla soluzione, considerando che i primi mini-reattori nucleari, secondo il piano del governo, non saranno operativi prima di dieci anni.

Visualizza commenti (21)
  1. Come prezzi alti di borsa dell’energia elettrica (cioè i prezzi all’ingrosso, quello che chiamavamo PUN) a circa 108-112 euro al MWh, nel 2025 stanno mesi male pari all’Italia anche:

    – Slovacchia e Slovenia (mix 50% nuculare)
    – Ungheria e Bulgaria (mix 38% nuculare)
    – Romania (mix 20% nuculare)
    – Inghilterra (mix 8% nuculare)

    però Inghilterra va detto ha già messo in cantiere quantità enormi di accumuli energia e di nuove rinnovabili e nel giro di 2-3 anni potrebbe piallare i propri prezzi energia, nonostante l’emorragia finanziaria causata dalla costruzione dei reattori nuculari di Hicley-point C (e con obbligo anche per Sizewell C), deliberati 19 anni fa e tuttora in costruzione e fonte di spese

    Francia nuculare al 70%
    spunta un buon prezzo PUN, ma è riferito a un mix con centrali di tipo vecchio che costavano molto meno di quelle più recenti, ed è anche sovvenzionato, il loro PUN non copre le spese delle centrali, perché poi la Francia alza gli oneri in bolletta, portando la bolletta allo stesso identico livello di costo di quella Italiana (dati 2024 del sito Eurostat), e aumenta pure il debito pubblico per ripianare gli ammanchi residui, pero’ giustifica queste ingenti spesi con la necessità di mantenere sinergie con la filiera nuculare militare (testate e sommergibili), spiegazione testuale di Macron, non mia

    per vedere sia PUN basso a circa 60 euro al MWh, che bollette finali effettivamente basse, e pure debito pubblico che si sta riducendo perché non deve sovvenzionare il settore elettrico, bisogna guardare alla Spagna e alla sua veloce espansione delle rinnovabili; i dati si trovano sul sito energy-charts:

    Spagna solo 5 anni fa’ aveva 40% di rinnovabili e 20% di nuculare e la sua elettricità aveva un prezzo PUN identico a quello Italiano dell’epoca

    Spagna oggi con rinnovabili rapidamente portate al 60% (con obiettivo successivo 100%) e le centrali nuculari prossime alla chiusura (per decisione dei gestori, perchè non sono più in attivo economicamente in un economico mix ricco di rinnovabili) ha dimezzato il suo PUN rispetto all’Italia

    Poi ci sono i paesi nordici,
    altro caso particolare, 75% di rinnovabili (108% la Norvegia), e molti bacini-accumuli idroelettrici che stabilizzano i prezzi (anche prima che arrivino le installazioni degli accumuli a batterie), il record del PUN più basso di solito lo spunta il loro NORD POOL index price, una media dei loro prezzi regionali, spesso sta a circa 4 cents al KW-h, cioè 40 euro al MW-h

    In generale comunque i prezzifinali delle bollette per le utenze domestiche mi pare riflettono più il reddito medio di una nazione, e quindi il livello di prezzo finale che viene tollerato dai cittadini per l’energia (compresa di tasse e spese di distribuzione), più che riflettere il solo loro prezzo PUN dell’elettricità grezza

    cosi alcuni paesi dell’est europa con PUN molto alto, hanno comunque bollette basse perché contengono pochissime tasse e balzelli, per allineare i prezzi ai loro redditi bassi; e viceversa alcuni paesi del nord europa con Pun basso grazie alle rinnovabili ma alti redditi, tassano comunque molto l’energia per allineare i costi in bolletta ai loro redditi

  2. Ma come, non bastavano dei pannelli sul tetto e qualche pala qui e là per risolvere il problema delle emissioni? State dicendo che servono delle fonti di generazione stabile dell’energia anche in inverno?
    Ah i prezzi a zero o negativi non sono un bene, sono un male

  3. Nello Roscini

    Columbia picture e Sony picture presentano :
    “Piovono polpette”
    pardon
    Donaldone chapter 11 e l’industria petrolifera mondiale ,presentano :
    “Piovono mazzette”
    ossia come non fare il bene delle generazioni presenti e future facendo lobby sui governi mentalmente più deboli del pianeta

    Forza Spagna !

    d

  4. Quindi mi state dicendo che aumentare la produzione da fonti rinnovabili senza una corretta pianificazione, correndo ad accaparrarsi incentivi statali per il fotovoltaico per il proprio orticello senza pensare all’utilità dell’intero paese, ha fatto solo aumentare la CO2? mmm utili le vostre politiche green!

    1. Le stiamo dicendo che Il ritmo di aumento delle installazioni rinnovabili non è sufficiente a compensare annate di meteo sfavorevole (vedi calo dell’idroelettrico causa siccità). Il freno alle nuove installazioni è principalmente politico (aree idonee, decreto agrivoltaico e via dicendo). Lei continui pure a buttarla in caciara

      1. Sarà un caso che la Francia ha il 75% di nucleare nel suo mix energetico e la spagna il 20%? Quando le spengono le centrali nucleari?

          1. Oddio non mi sembra la Francia abbia smesso di costruirle, è appena entrata in funzione flamanville, ne ha a piano altri reattori uguali nei prossimi anni. Poi perché dovrebbe costruirne altre in continuazione? Ha già una potenza più che sufficiente, la vende pure in parte l’energia. Le basta rimpiazzare quelle che andranno dismesse.
            La Germania è in crisi infatti, l’industria è in calo da anni.
            Nel mondo si contano sulle dita di due mani? Dovresti riguardare i numeri, sono sui 450, hai delle mani strane

          2. Sarà un caso che nell’articolo si citano solo Francia e Spagna come più economiche dell’Italia?

        1. Nello Roscini

          presentate sempre la Francia con il suo esempio di nuculare ..
          Francia che sta investendo più seriamente dell’Italia in rinnovabili

          “AI Overview
          In Francia, è stato introdotto un obbligo di installazione di pannelli fotovoltaici nei parcheggi di grandi dimensioni, in particolare quelli con una superficie superiore a 1.500 metri quadrati. Questa misura, prevista dal decreto n. 2024-1023, fa parte di una strategia più ampia per promuovere l’energia rinnovabile e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili”

          Obbligo con s cadenze e multa
          “Le scadenze per l’adeguamento variano in base alla dimensione del parcheggio:
          Parcheggi superiori a 10.000 mq: 1° luglio 2026.
          Parcheggi tra 1.500 e 10.000 mq: 1° luglio 2028
          La mancata conformità all’obbligo può comportare multe annuali fino a 40.000 euro, fino alla risoluzione della non conformità”

          la Francia , se non era per le bombe , il nuculare probabilmente non ci avrebbe “investito” così tanti soldi pubblici
          e oggi si sta accosrdando con i vicini che producono con rinnovabili per cntenere il costo dell’energia elettrica

          sapevatelo su rieduchescional channell

          1. Nello Roscini

            “AI Overview
            Piano di riduzione:
            Il governo francese ha annunciato la chiusura di 14 reattori nucleari, i più vecchi, entro il 2035 e ha previsto un aumento della produzione di energia rinnovabile, in particolare eolica.
            Obiettivo di diversificazione:
            Il piano di programmazione energetica prevede di ridurre la quota di energia nucleare dal 70% attuale al 50% nel 2035”

            IL NUCULARE COSTA TROPPO !!

  5. pare che una quota di gas liquefatto a tariffe da strozzo, cosi che poi le industrie non le rilanci comunque, la voglia la Sardegna sobillata da Pili del giornale Unione Sarda, con ghiotto contorno di appalti per i lavori dei nuovi metanodotti sull’isola e rigassificatori davanti alle coste

  6. se un impianto rinnovabile da 1 KW di potenza nominale è progettato in un sito geografico per generare mediamente 2400 KW-h annui (per eolico), è normale che per le variazioni climatiche un anno generi 2500 KW-h oppure un altro anno 2300 KW-h

    ma se aumentiamo le installazioni annue, aumentando la somma dei kw potenza nominali installati, anche il trend dell’energia generata sarà per forza di crescita anno su anno, nonostante le possibili ma temporanee modeste oscillazioni di resa dovute alle variazioni climatiche

    insomma per accelerare serve sbloccare i processi di autorizzazione dei nuovi impianti, sottointeso solo di quelli che soddisfano gli scrupolosi requisiti ambientali, e sono già tantissimi progetti, fermi nell’iter autorizzativo; idealmente potremmo installare circa +20 GW potenza nominale all’anno di FTV ed Eolico, come sta facendo con regolarità la Germania

    poi più in dettaglio:

    — idroelettrico
    non fa quasi nuove installazioni in questo caso per motivi di sostanza, il territorio non ha nuovi siti per nuovi grandi impianti; inoltre l’indice di piovosità ha effettivamente oscillazioni anno su anno abbastanza forti, non così “modeste”, l’energia generata oscilla tra 35 e 55 TW-h annui, e in anni eccezionali anche di più tra 29 e 65 TW-h annui se ricordo;

    però negli scenari futuri, le quote di fotovoltaico, eolico, e accumuli energia, cresceranno così tanto da ridimensionare in percentuale l’apporto energetico dell idroelettrico al mix energia, rendendo meno rilevanti le sue oscilazioni

    — Eolico
    siamo lontani dal potenziale installabile in italia ( 150 GW su terra e sino a 200 GW in mare), ma è frenato nell iter autorizzativo (da 3 a 7 anni) e non è veloce autorizzare neanche gli up-grade di impianti vetusti e di vecchia progettazione, con basse rese

    eolico su terra da noi installa mi pare solo circa +0,5 GW di nuova potenza nominale all’anno, su un totale di installato che l’anno scorso era mi pare 12,5 GW; cioè aumenta la potenza installata +4% all’anno

    se un anno la ventosità oscilla scendendo temporaneamente del -5%, ecco che questa minore resa degli impianti supera l’incremento di potenza nominale installata e formalmente l’energia generata anno su anno sembra diminuire (ma è un effetto temporaneo, l’anno successivo l’oscillazione climatica sarà in positivo)

    — Fotovoltaico
    anche è frenato nell’ iter autorizzativo ( i vari recenti decreti del nostro governo pro-fossili ENI), però comunque è riuscito a installare in Italia +7 GW potenza in un anno, e si sono aggiunti a un totale che era di 30 GW;
    qui l’incremento di installato è comunque consistente, +23% annuo,
    supera abbondantemente ogni possibile temporanea oscillazione negativa climatica, l’energia generata anno su anno risulta sempre in crescita

    — Accumuli a batteria BESS
    in ritardo ( rimandate un paio di volte) anche le gare per questi impianti, che aiuteranno a smussare i prezzi energia, comunque la tendenza mondiale è per una crescità rapidissima di questo settore, magari un po’ frenata ma succederà anche in Italia, trainata dal calo rapido dei prezzi di questi impianti e dalla loro redditività

    per capirsi, nel mercato italiano con attualmente alti prezzi energia (e ancora più alti all’orario di cena) i primi impianti BESS pare potranno ripagarsi anche già in soli due anni, sommando i guadagni da diversi servizi che possono offrire, un ottimo affare per chi arriva per primo, dopodichè i guadagni (e i prezzi energia) dovrebbero scendere su valori più normali

  7. L’Europa accelera , quindi i 750 miliardi di euro in gas che dovremo acquistare dagli stati uniti li useremo per gonfiare i palloncini da donare per carnevale?
    Quando si dice , la coerenza

      1. Ovviamente si
        E usando i toni alla Travaglio ho paura non si ottenga molto
        Il fenomeno è quello che è ma vince facile perche senza avversari ( almeno qui nel vecchio continente)
        Fino a quando colpevollizzeremo gli altri per le nostre ( europee) inefficienze e la nostra inconcludenza nel fare i passi che servono a renderci una ” nazione” saremo terra di conquista per chiunque

    1. Poi mi spiega lei come gli USA pensano di aumentare l’output energetico x3 e dove trovano i mezzi (nel caso improbabile riescano nel primo intento) per trasportare il tutto in EU.

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