Emilia Romagna: premio e bandi per le comunità energetiche

In Emilia-Romagna ci sono quasi 150 progetti di comunità energetiche. Un vero fermento. Tutto da finanziare con un  bando da 6 milioni per realizzare gli impianti. E c’è anche la promozione, grazie a un premio per le migliori innovazioni.

Effervescenza per le comunità energetiche, centinaia di progetti

In Emilia-Romagna ci sono già state alcune sperimentazioni – vedi il caso del condominio di Scandiano (leggi qui) dove l’autoproduzione si è legata alla carica delle auto elettriche – grazie a un bando da 2 milioni di euro che ha visto la partecipazione di oltre 140 gruppi e il finanziamento della costituzione di 124 comunità.

Il condominio a energia condivisa di Scandiano

Nei giorni scorsi è arrivato un secondo bando, in ritardo per mancanza di un decreto ministeriale (leggi qui), che mette a disposizione altri 6 milioni. Questa volta il finanziamento non è per l’atto notarile ma per la realizzazione degli impianti. Si tratta di 150mila euro per ciascuna comunità energetica che supera la valutazione del bando finanziato con risorse europee Fesr.

E ora il premio per le comunità

Da dieci anni la Regione dà poi visibilità alle imprese più innovative con il Premio Innovatori responsabili.  La valutazione non è legata solo all’innovazione in quanto tale, ma si lega al contributo e al rispetto agli obiettivi fissati dal Patto per il lavoro e il clima e dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In riferimento anche “alla crisi climatica e dall’aumento dei costi di energia e materie prime“.

comunità energetiche

Al suo interno è previsto anche il premio dedicato alle comunità energetiche rinnovabili con questo obiettivo: “Valorizzare le iniziative che favoriscono la nascita e la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili in Emilia-Romagna“.

Come partecipare

Per partecipare alla selezione occorre candidarsi online dal 10 giugno al 15 luglio prossimi.

Le proposte candidate saranno valutate in base al contenuto di innovazione, al coinvolgimento di pubblici e/o privati, agli impatti generati sul territorio e nel contesto di riferimento, alla replicabilità e alla individuazione di risultati misurabili.

Maggiori informazioni al link 

Visualizza commenti (1)
  1. Da un po’ di mesi, io ed un gruppo di amici, abbiamo iniziato ad approfondire l’argomento CER, finché, dopo la pubblicazione delle norme attuative, abbiamo deciso di valutarne la realizzazione pratica in un piccolo comune poco distante da Torino. Siamo tutti, in qualche modo, “addetti ai lavori”, sono compresi progettisti, manutentori, elettricisti ed anche proprietari di piccoli appezzamenti di terreno marginali, di nessun valore commerciale.
    L’obiettivo delle CER è incentivare il consumo di energia elettrica da rinovabili, in concomitanza della produzione della stessa. La differenza con gli impianti fotovoltaici “normali” è la possibilità di utilizzare anche la rete pubblica per collegare, virtualmente, gli impianti di produzione e consumo. Ci sono dei limiti alla possibilità di condividere l’energia: i produttori ed i consumatori devono appartenere alla stessa sottostazione primaria (dove si effettua la trasformazione da alta a media tensione).
    Sintetizzando, in modo forse eccessivo, per ogni kWh consumato contemporaneamente alla produzione, si ricevono circa 12-13 c€. Inoltre, tutta l’energia immessa in rete (compresa quella condivisa) può essere venduta a valori di mercato.
    Nei comuni inferiori a 5000 abitanti, di tutto il territorio nazionale, si può chiedere un contributo in conto capitale, fino al 40% della spesa di realizzazione degli impianti. In questo caso l’incentivo è ridotto a metà (6-6,5 c€/kWh).
    La nostra ipotesi di lavoro prevede la realizzazione di un impianto a terra da 100 kW, con autofinanziamento 100%:
    COSTI
    € 80.000

    PRODUZIONE ENERGIA
    130.000 kWh/anno

    RICAVO ANNUO LORDO (ipotesi di condivisione 80%)
    Da condivisione: 130.000 [kWh] x 0,8 x 0,13 [€/kWh] = € 13.520
    Da vendita di energia (a PZO): 130.000 [kWh] x 0,05 [€/kWh] = € 6.500
    TOTALE: € 20.020

    SPESE RICORRENTI
    Ipotizzando di costituire una cooperativa, oppure un’associazione riconosciuta 1) bisogna prevedere delle spese annue di gestione e di manutenzione di almeno € 2.500 + €1.000 /anno.
    RICAVO ANNUO NETTO (ottimistico): € 20.020-€ 3.500= € 17.020

    IPOTESI DI SUDDIVISIONE DEI RICAVI:
    45% produttori: 7.659 €/anno
    45% consumatori: 7.659 €/anno
    10% fini sociali: 1.700 €/anno
    RITORNO DELL’INVESTIMENTO (anni)
    >10
    RICAVI RISERVATI AI CONSUMATORI
    Numero di consumatori associati alla CER: 70
    Consumo individuale: 3.000 kWh/anno di cui il 50% è condiviso (valore ottimistico) = 1.500 kWh/anno
    RICAVO PER CONSUMATORE MEDIO: € 7.659/70 = 109 €/anno
    CONCLUSIONI:
    pur avendo ipotizzato uno scenario economico ottimistico (ad esempio non sono state previste spese per assicurazione e trasmissione dati, ed un costo di connessione alla rete elettrica basso) il ritorno dell’investimento è maggiore di 10 anni.
    Da considerare, inoltre, che i ricavi per il consumatore medio sono pari a 109 €/anno, non certo in grado di ridurre la povertà energetica.
    Visto il piano economico, non molto esaltante, bisogna individuare soluzioni in grado di ridurre le spese di gestione, valutare la possibilità di inserire sistemi di accumulo a basso costo, installare delle colonnine di ricarica auto, dedicate ai soci della CER, ed utilizzabili a costo nullo nelle ore di produzione (considerata energia condivisa).Non ultimo valutare l’associazione a grandi CER, in grado di ottimizzare i costi di gestione, evitando il “fai da te”.
    1) Studio n.38-2024/I LE INCENTIVATE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI E IL LORO ATTO COSTITUTIVO

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