La Regione Emilia Romagna punta sulle cooperative per far decollare le comunità energetiche. Scelta in continuità con la storia regionale dove il mutualismo riveste un ruolo centrale. Anche nella composizione attuale delle oltre 100 CER dove vi è una forte presenza delle coop. Il modello emiliano romagnolo anche nella transizione energetica (leggi) e soprattutto per risolvere un problema concreto: l’accesso al credito.

Le CER cooperative possono accedere ai finanziamenti di Foncooper della Regione Emilia Romagna
Per agevolare la crescita delle comunità energetiche rinnovabili la Regione Emilia Romagna promuove nuove soluzioni di finanziamento per sostenere gli investimenti e far decollare i progetti. Segno che non bastano le lodevoli intenzioni per avviare un sistema comunque complesso come le CER dove oltre pannelli e accumulatori servono risorse umane per gestire i dati.

Questa la ricetta della Regione: «Tra le opportunità per le CER ora c’è anche quella di costituirsi come cooperative e di poter accedere al fondo regionale Foncooper, che mette a disposizione delle società cooperative, escluse quelle di abitazione, finanziamenti per la realizzazione di progetti di impatto sociale ed etico».
Per agevolare questo percorso la giunta regionale ha modificato il regolamento di Foncooper. «In questo modo le associazioni di cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unirsi con l’obiettivo di dotarsi di impianti per la produzione, l’autoconsumo e la condivisione di energia da fonti rinnovabili, potranno, una volta costituite come cooperative, ottenere un finanziamento a tasso agevolato per la realizzazione di impianti di produzione di energia green».

Il problema? La difficoltà nell’accesso al credito
«Il problema dell’accesso al credito per le Cer– spiega il vicepresidente con delega a Green economy ed energia, Vincenzo Colla – oggi è estremamente attuale».
La risposta della Regione è il fondo il Foncooper. «Un’ottima opportunità per le Cer di avviare gli investimenti per la realizzazione degli impianti e generare valore sul territorio contribuendo alla transizione energetica. Ci impegniamo ad accelerare questa transizione – chiude Colla- per poter passare alle energie pulite e rinnovabili entro il 2035».
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