Troppa elettronica nelle auto. Finiremo schiavi dei chip?

elettronica auto

Troppa elettronica nelle auto: finiremo schiavi dei chip. Chi riparerà i guasti? Con quali costi per l’automobilista? E tutto questo per un vantaggio ambientale tutto da dimostrare, secondo il signor Antolini. Inviate i quesiti a info@vaielettrico.it

Chi le riparerà, e con quali costi?

punto interrogativoLa tecnologia e lo sviluppo delle nuove forme di alimentazione delle auto ha incrementato a dismisura l’uso dei chip nell’industria, complice anche, l’attuazione della guida autonoma che comporta tutta una serie di sensori e dell’elettronica che ne consegue per gestirli.

Tutto bene tutto bello finché tutto funziona ma quando ci saranno le prime falle, i primi difetti, le prime panne, chi si incaricherà di trovare il guasto e sarà in grado di intervenire ??
Abbiamo già i tecnici in grado di occuparsi di ciò in quanto una miriade di marche e modelli apparentemente simili ma con tecniche non necessariamente uniformate e per certi versi molto diverse ed altrettanto complicate sono attualmente sul mercato ?
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Questi i componenti di un’auto elettrica che utilizzano microprocessori. Tutto il resto dell’elettronica di bordo utilizza centinaia di chip a prescindere dal tipo di motorizzazione. Le ICE ne utilizzano decine per la gestione e il monitoraggio del motore termico
Non credo che anche a livello di concessionario provinciale il personale tecnico sia all’altezza di individuare il difetto e di intervenire sul medesimo stante la complessità elettronica delle auto attuali anche modelli della stessa marca.
Tutto ciò si traduce in personale e strumenti altamente specializzati per la ricerca del guasto, in tempi lunghi di attesa della riparazione ( fermo macchina ) con altrettanti costi alti per la medesima che si vanno ad aggiungere al costo iniziale già alto di suo, come tutti sanno, da cui ne consegue la ritrosia e la diffidenza verso i nuovi modelli che attirano chi ha denaro in abbondanza o perlomeno non è stressato di raggiungere la fine mese.

E le batterie? E lo smaltimento? E i freni?

Quanto precede è ovviamente una previsione che purtroppo si sa che succederà poiché da nuove, presumibilmente, i difetti sono più rari ed i costi coperti  dalla garanzia ma con l’uso e col tempo, niente è eterno, e quindi i problemi arriveranno; a ciò si aggiungono i problemi delle batterie di cui tutti parlano e che danno da pensare non solo dal lato ricariche e durata quanto anche allo smaltimento, al peso in più delle auto con relativa maggiore usura di pneumatici e dei componenti interessati alla sospensione ed al frenaggio.

C’è il Grande Fratello che ce lo impone

Un insieme di problematiche che fanno da corollario in negativo al pur teorico vantaggio dell’inquinamento che si vuole considerarlo azzerato: sempre in teoria !
Ma sarà poi tutta vera questa bubbana oppure c’è un Grande Fratello anche qui che sta imponendo questo cambiamento epocale come per altro verso sta succedendo a proposito della AI ??
Chi può ciò che vuole ha già stabilito il da farsi e noi, popolo bue, dobbiamo adeguarci accettando quanto ci viene proposto ( imposto ) di buon grado se non proprio applaudendo sperando che sia veramente anche per il nostro bene poiché sicuramente lo sarà per chi lo ha stabilito e per il suo tornaconto.
Per maggiore !! U.Antolini

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Un’immagine dei laboratori catanesi della STMicroelectronics, azienda italo-francese molto attiva nela produzione di semiconduttori innovativi per l’automotive

L’elettronica nell’auto non riguarda solo le elettriche

punto interrogativoRisposta-Si calcola che semiconduttori e microprocessori, o chip, costituiscano oggi il 30% circa del valore di un’auto. E qualcuno ipotizza che si arriverà al 50% entro il 2030. Ogni auto, indipendentemente dalla motorizzazione, ne utilizza centinaia nell’elettronica di bordo (sensori, centraline, computer di bordo, indicatori e sistemi di diagnosi). L’auto elettrica, in questo senso, non differisce tanto da un’auto tradizionale. Tant’è che la crisi dei chip, lo scorso anno, ha messo in crisi l’industria dell’auto nella sua totalità.
Tuttavia l’automotive copre circa il 10% della domanda globale di semiconduttori, contro il 20-30 di altri settori come computer, smatrphone, elettronica di consumo e automazione dei processi industriali.

La “bubbana” dell’inquinamento? Non scherziamo

Quindi i suoi timori riguardo ai problemi di approvvigionamento e assistenza, pur condivisibili, riguadano non solo la mobilità, ma l‘insieme delle nostre attività quotidiane.
Vedere le criticità della situazione solo in funzione della scelta di un’auto assimiglia un po’ a guardare il mondo dal buco della serratura. Se poi definisce “bubbana” l’inquinamento e un complotto del Grande Fratello il tentativo di contrastarlo non fa che confermare il nostro sospetto. Vede un insormontabile problema nelle auto elettriche e non vede cosa sta succedendo nel mondo a causa della crisi climatica?
Visualizza commenti (24)
  1. Davide Mognetti

    Faccio il riparatore elettronico per professione.
    A mio parere, le case costruttrici dovrebbero “dare il permesso” di intervenire sui guasti elettronici a livello di modulo-assieme/componenti elettronici ed evitare, ove possibile, di far “cambiare tutto il pezzo”, con costi esorbitanti per l’utente (se fuori garanzia, ovviamente).
    Naturalmente questa cosa deve essere fatta da personale autorizzato e formato ed in centri di assistenza/laboratori autorizzati.
    Per esempio, si guasta un gruppo inverter di trazione fuori garanzia: si potrebbe dare la possibilità al cliente di farlo riparare, accettando un certo tempo di attesa (ma risparmiando sui costi del cliente) oppure di prenderne uno compatibile rigenerato derivante per esempio da un rientro di uno sostituito in garanzia, da un altro veicolo.
    In questo modo si creerebbe in primo luogo una sorta di “sostenibilità” ed “economia circolare”; poi anche posti di lavoro, con tecnici specializzati che potrebbero lavorare in centri dedicati a questo tipo riparazioni/rigenerazioni.
    A mio parere, dovrebbero fare anche delle leggi e direttive europee per incentivare questo, appunto per la “sostenibilità”, sperando che le case non si oppongano…
    Per esempio, in USA c’è un tizio che ha fondato una compagnia indipendente che si occupa di riparare/rigenerare l’elettronica ecc. delle Tesla, a partire dalla Roadster e, a quanto pare, ha un bel business (linko il sito a titolo informativo https://grubermotors.com/).
    Per quanto riguarda i chip: “…l’auto elettrica non differisce tanto….” (da una termica)… e chi lo ha detto?
    Innanzitutto, i media hanno “semplificato” troppo, e hanno chiamato “crisi dei chip” un qualcosa che riguarda tutto il mercato dei semiconduttori e la componentistica elettronica in generale: i chip sono semiconduttori, ma non tutti i semiconduttori sono chip. Nell’immaginario collettivo, specialmente per chi è un po’ profano, si è portati a pensare che i “chip” siano solo i microprocessori/processori, (che servono solo per i “display e lucette”…) quando invece (essendo tutti semiconduttori) riguarda anche un po’ tutti i circuiti integrati che non sono microprocessori ed anche quelli che si chiamano “componenti discreti”, come per esempio i transistor di potenza (ad esempio i MosFet finali di potenza per gli inverter di trazione, per gli OBC ecc. che sono sempre dei semiconduttori).
    Ad ogni modo, a livello di “densità” di semiconduttori (non solo “chip”, ribadisco…) su una EV ve ne sono sicuramente molti di più, con anche più massiccia presenza di conseguenza di circuiti stampati, dissipatori, nuclei in ferrite ecc: si pensi già al solo OBC, il quale si deve occupare del raddrizzamento della AC, regolazione, più l’isolamento galvanico ecc., che sono tutte funzioni ed operazioni che necessitano di un alto numero e complessità di semiconduttori. Per non parlare delle BMS, inverter di trazione, altra sensoristica, interfacce; ad esempio, i dati relativi alle tensioni delle celle (dalle BMS quindi) prima di essere inviati al computer di bordo, per ragioni di sicurezza non devono avere nessun riferimento “fisico/elettrico” ai potenziali delle celle, quindi i segnali vengono isolati perché il CDB ha il riferimento alla massa/tensione della batteria dei servizi, e questo isolamento avviene tramite appositi chip/semiconduttori come gli optoisolatori.
    Infine: “…finiremo schiavi dei chip?” La riposta è Sì, e lo saremo sempre di più… (ed anche in altri settori non automotive). Anche se vi sarà la possibilità di riparare “in dettaglio” una scheda/centralina, i semiconduttori di ricambio arriveranno sempre e comunque dalle solite zone, quindi più che schiavi, ne saremo dipendenti.

    1. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

      Quanto dici è molto vero , e sarà ancora più vero quando vi saranno auto elettriche fuori garanzia .
      Ma avremo bisogno di due cose , una conoscenza tecnica approfondita da parte dei riparatori , autorizzazione dalle case madri ad operare e sbloccare codici di sicurezza , altrimenti si genererebbe mercato grigio e pirata

      1. Eeeee caro amico ma quelli di vai elettrico devono sostenere la propaganda a ognuno il proprio lavoro, e poi mica vuoi scherzare i cambiamenti climatici , non inquinamento quello si c è ma niente a che fare con i cambiamenti climatici
        Per concludere manco davanti all evidenza retrocedono 👍

        1. Non ho capito il commento di Gino: Vai elettrico sosterrebbe che i cambiamenti climatici non sono causati dall’inquinamento? Non ho mai letto qui una corbelleria del genere scritta (o appoggiata) da Vaielettrico

          1. Gino ha le idee un pò confuse. Quanto a noi di Vaielettrico possiamo confermare che non accettiamo di pubblicare commenti di negazionisti climatici. Più chiaro di così…

        2. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

          Gino , ma stiamo parlando di riparazione batterie o di fare polemica su posizione di Vailelettrico?

      2. Davide Mognetti

        Il rischio di “hackeraggio” e cose simili c’è, ma se si vuole che vi sia la vera sostenibilità è necessario secondo me cambiare “approccio”, investendo anche sulla formazione delle persone: sono sicuro che questo, a “lungo termine”, gioverà parecchio.
        È veramente assurdo, per esempio, buttare via un faro Led (con relativi alti costi per il nuovo) perché si guasta solo un driver che pilota un led o una stringa di led (vale anche per le termiche…). Si ruddereebbero di molto gli sprechi…
        Se invece le case ecc. ragionano e ragioneranno sempre nell’ottica del mero “business”, allora, a mio parere, i discorsi di sostenibilità ed economia circolare diventano solo cose “di facciata”…

        1. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

          Non si progetta più per riparare ma si progetta per ottimizzare l affidabilità.
          Chi pensa più di aggiustare un telefonino ?
          Non ne avremmo me le capacità ne gli strumenti

  2. Fares Brandoli

    Vorrei aggiungere, per chi è “stressato di raggiungere la fine mese”, di non preoccuparsi tanto dell’ auto ma di concentrarsi sulla formazione professionale per cogliere le migliori occasioni lavorative.
    Tutto il resto verrà di conseguenza.

    Se invece si aspetta… si spera…

  3. Iorio Cavallini

    A suo tempo si avversò anche l’arrivo del vapore…e ancora prima un gruppo di marinai matti che decisero di partire con tre barche di legno verso l’ignoto…c’era chi riteneva che la Terra fosse quasi rotonda e addirittura che non fosse al centro del mondo!! Si poteva fare una brutta fine vedi ad es Giordano Bruno…oggi forse è un po’ meglio…

  4. Premesso che sono d’accordo sulla preoccupazione sulla quantitá di elettronica in un’auto, per me non e’ affatto evidente che un’auto elettrica abbia piu’ componenti di una a motore termico. Anzi.
    Le Tesla si basano su un ridiseño completo di tutti i componenti dell’auto aggruppando funzioni diverse negli stessi componenti (sia elettronici che meccanici – si guardi la “octovalve” per esempio).
    Da sempre Tesla basa i disegni sulla filosofia che il miglior componente e’ quello che si puo’ omettere, ed e’ per questo che hanno un interno decisamente minimalista, con un solo quadro di controllo.
    Sarebbe interessante sapere il confronto nel caso di fabricanti tradizionali (e.g.: 500 vs 500e) ma non credo ci siano motivi per una differenzia sostanziale.

    Riguardo le batterie: e’ notizia della scorsa settimana che lo “svapo” usa e getta comporta, solo in UK, che l’equivalente di 1200 batterie di automobili all’anno finiscano in discarica (fonte: https://attivissimo.blogspot.com/2023/07/lo-svapo-usa-e-getta-butta-in-discarica.html).
    Mentre le batterie d’auto si possono riciclare fino al 95% (!!!) (fonte: https://blog.evbox.com/are-ev-batteries-recyclable).

  5. Comunque, su una cosa ha ragione, riflettere sulla durabilità. Sia dell’hardware che del software. Spesso è il secondo a diventare obsoleto per primo.

    1. Moreno Cerquiglini

      Se uno compra un auto con aggiornamenti OTA della durabilità del software non si deve preoccupare..
      La mia Tesla M3 ha ormai 2 anni e mezzo e a livello di software ne sono usciti di nuovi a decine ma ha sempre istallato l’ultima versione semplicemente perchè gli arrivano in automatico (e completamente gratuitamente) da soli ed io mi ritrovo sempre l’auto come appena prodotta a livello di software.

      Altra cosa che è permessa dall’alto livello di elettronica a bordo e che perciò, contrariamente alle paure del lettore permette di allungare la durabilità dell’auto e non di ridurla….

  6. Mi fa sorridere (poco) che ancora si parli della “maggiore usura dei freni” quando è risaputo che le auto elettriche (così come le ibride) usano poco i freni. Sulla vecchia Toyota diesel avevo cambiato le pastiglie a 100.000 km. Sulla Yaris ibrida quando l’ho venduta avevo percorso quasi 190.000 km e non ero ancora al 50% delle pastiglie. La maggiore usura, dov’è?

    Ha ragione quel lettore che dice che “dobbiamo sempre rispondere sempre alle stesse domande”.

    Francamente mi chiedo se sia il caso di dare spazio a quelli contrari alle auto elettriche (lecito, anche se poco comprensibile), che però non si informano prima di scrivere.

    Se uno scrive osservazioni pertinenti e ben argomentate che inneschino un confronto utile, ben vengano. Ma sennò, anche basta.

    1. Ogni giorno ci fanno visita almeno 50 mila persone. Molte per la prima volta. Che male c’è se ci ripropongono educatamente argomentazioni che agli addetti ai lavori possono sembrare banali? Nessuno la obbliga a leggerle: passi all’articolo successivo e troverà di meglio.

  7. Inizio a domandarmi cosa debba accadere perché non si vedano più in giro persone che si disinteressano della crisi climatica.

      1. Forse un po’ drastico, ma sono d’accordo. D’altronde in Italia 18 milioni di edifici sono a elevato rischio sismico. Il 3% sono coperte da assicurazione. Calcolato che circa l’83% sono di proprietà, possiamo capire quanto sia “sentito” il problema realmente. ( poi ci sono le alluvioni, le frane, etc etc)

    1. bene, la globalizzazione ha portato a questo.
      Gente che viaggia in giro per il mondo non per necessità, ma per divertimento, usando navi, aerei… perché non si inizia da qui a eliminare la Co2? perché si fa un danno all’economia, quindi, non cambierà nulla..

  8. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

    Ho venduto componenti elettronici da 40 anni , per aziende leader tecnologiche .
    Ho vissuto la crescita della qualità dei componenti ,oggi si parla di zero ppm parti per milione di pezzi prodotti .
    Sono in grado di affermare che oggi un auto convenzionale utilizza più microprocessori di una equivalente elettrica .
    Penso che al lettore sia piaciuto avere Ans , airbag, motori meno inquinanti grazie a nuove centraline ,che ricevono informazioni da sonda lambda e miscelano ad blu .
    Una BMW termica ha 250 centraline , non processori che sono molto di più .
    Scommetto che ha questo signore piacerebbe andare in giro ancora con un cellulare spalleggiabile …
    Mi spiace ba dobbiamo sempre rispondere sempre alle stesse domande

  9. in realtà siete /siamo già schiavi dei microchip e dell’alettronica da almeno buoni 15 anni nel comparto auto . Dove l’auto dopo una giornata sotto il sole cocente ha il cruscotto digitale completamente in tilt per eccesso di temperatura in abitacolo, dove in caso di errore ad una sonda il motore va in derating, dove che basta un sensore ko ti ritrovi a chiamare i carro attrezzi ecc. , con l’elettrico e la predominante gestione software ,spesso fallato, causa la fretta di aggredire i mercati e quindi mettendo in serie prodotti dove il beta tester lo fa l’utente finale va peggio ancora.

  10. È vero, l’auto elettrica sembra il capro espiatorio di tutti i problemi del mondo. Finché si continuerà a guardare il dito che indica la luna ci indigneremo sempre per falsi problemi e daremo la colpa di tutti i nostri problemi a qualcun altro, come la Cina (ma anche l’ India) , che ha il difetto (per me il pregio) di aver capito per tempo quale sarà il futuro e di essersi attrezzata per gestirlo, mentre i politici occidentali, i nostri per primi, continuano a guardarsi l’ombelico fino alla prossima tornata elettorale…

  11. Moreno Cerquiglini

    Al signor Antolini vorrei solo dire che in realtà a livello di elettricità e relativi chip ne trova molta ma molta di più nelle auto termiche che in quelle elettriche per il semplice motivo che il motore termico necessita di molte parti in più da gestire e di conseguenza di molte centraline in più….
    Quindi può evitare di nascondere la sua avversione per l’auto elettrica dietro il problema della presenza dell’elettronica che è palesemente una scusa…
    Riguardo alla sua domanda su chi le riparlerà le auto elettriche penso che si farà come si è sempre fatto per qualsiasi cosa: nasce l’esigenza di nuove competenze quindi chi ha voglia di lavorare studia e si forma…. s così non fosse non ci sarebbe neanche un meccanico che saprebbe mettere mano in qualsiasi centralina elettronica di una qualsiasi auto termica oppure non ci sarebbe alcun meccanico che saprebbe mettere mano in un turbo… qualsiasi cosa che sia stato inventato dall’uomo quando è uscito nessuno lo conosceva ma in breve tempo c’è sempre stato chi aveva voglia di progredire e d’imparare la nuova tecnologia… che poi nell’auto elettrica di veramente nuovo non è che ci sia granché perchè alla fine dei conti si parla di una batteria, di un inverter e di un motore elettrico.. tutte cose che esistono e sono in commercio da qualche decennio (magari non nelle auto ma non sono cose nuove…)… il resto è questione di software di gestione, cioè di programmi più o meno evoluti, anche lì nulla di nuovo a livello di tecnologia….

    In ultimo il puro negazionismo riguardo il grandissimo problema d’inquinamento è talmente assurdo da non meritare commento… penso che il Signore viva da qualche anno in un bunker senza finestre e non abbia mai messo fuori il naso… perchè solo così non ci si potrebbe accorgere degli eventi climatici estremi che ormai sono diventati quotidiani mentre fino a pochi anni fa erano quello che dovevano essere, cioè eccezioni che capitavano pochissime volte all’anno…

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